PROTOCOLLO DI INTESA
IN MATERIA DI APPALTI DI LAVORI, FORNITURE E SERVIZI
tra
COMUNE DI BOLOGNA, LE ORGANIZZAZIONI SINDACALI CGIL, CISL, UIL E ALLEANZA DELLE COOPERATIVE ITALIANE, UNINDUSTRIA, CNA, CONFARTIGIANATO, ANCEBOLOGNA

1. PREMESSA
1.1 Contesto economico - sociale
Il presente Protocollo sugli appalti (di seguito protocollo) del Comune di Bologna viene sottoscritto dalle parti in un contesto istituzionale e socio economico fortemente mutato rispetto al 2005, anno in cui è stato sottoscritto tra l'Amministrazione Comunale e le organizzazioni sindacali (Cgil, Cisl e Uil) il Protocollo di intesa in materia di appalti di lavori, forniture e servizi.
Dal 1 gennaio 2015 è attiva la Città Metropolitana di Bologna. Si tratta di una grande innovazione istituzionale, in cui si ritrovano tutti gli enti locali del territorio dell'ex Provincia sotto un unico Ente e con forti potenzialità in campo sociale ed economico. Un milione di abitanti per la prima volta governati unitariamente.
La crisi, a partire dal 2008, sta caratterizzando questi anni in modo imprevisto nella portata e nella durata e sta modificando la struttura economica e sociale della nostra società, nei suoi aspetti fondamentali. Imprese del territorio sono state costrette a cessare l'attività o a modificare la propria organizzazione; il tasso di disoccupazione di lungo periodo, nonché quella giovanile e femminile, continua a registrare forti incrementi e ad assumere connotati strutturali.
Durante le crisi economiche, tendono ad aumentare la concorrenza sleale, il ricorso al lavoro irregolare, nonché il tentativo dell'attività criminale e mafiosa di condizionare l'economia legale. Le imprese legate alla criminalità organizzata hanno conquistato fette di mercato in tutti i settori economici.
Nell'edilizia ciò è avvenuto attraverso gli appalti pubblici e privati ed attraverso il controllo delle iniziative immobiliari; nell'industria, nel commercio e nei servizi attraverso la promozione e/o l'acquisizione di aziende operanti prevalentemente nelle forniture alle attività edilizie, nella ristorazione e nelle sue forniture, nei pubblici esercizi (bar, alberghi), nel trasporto merci e nella logistica.
Ingenti quantitativi di denaro provenienti da attività illecite, immessi nell'economia della nostra Regione, e l'impiego di manodopera irregolare sono solo due aspetti che richiedono risposte chiare e condivise da parte di tutte le istituzioni e di tutte le forze sociali, ancora prima dell'intervento della magistratura.
Il presente Protocollo intende affermare con forza i principi fondamentali che contraddistinguono una economia sana che assume come priorità l'occupazione e la qualità del lavoro. Intendiamo definire e condividere con i rappresentanti del mondo economico e sociale bolognese una idea di visione delle gare finalizzata a raggiungere gli obiettivi garantendo al contempo legalità, efficienza e coesione sociale.
Gli appalti sono una leva fondamentale per sostenere l'economia, dare opportunità alle imprese, mantenere e creare buoni posti di lavoro e devono essere sempre più strumento di legalità.
Il presente Protocollo si pone quindi obiettivi ambiziosi in ambiti importanti e strategici per l'economia del territorio, caratterizzati attualmente da una regolamentazione molto puntuale, che ha tentato di limitare la discrezionalità delle stazioni appaltanti, soprattutto al fine di prevenire fenomeni di corruzione o di infiltrazioni mafiose, ma che ha peraltro prodotto rallentamenti nelle procedure di aggiudicazione per il frequente contenzioso derivante spesso dalla eccessiva proliferazione legislativa ed interpretativa sul tema.
In tale contesto, l'intervento del Parlamento europeo con le Direttive 23, 24 e 25 del 2014 è una occasione importante per introdurre importanti cambiamenti a livello non solo regolamentare ma anche culturale. Le direttive europee hanno introdotto significative novità rispetto alle precedenti direttive del 2004, da cui emergono alcuni importanti obiettivi strategici: una maggiore semplificazione, maggiore incoraggiamento dell'orientamento alla qualità, all'innovazione, al favor per le piccole e medie imprese, alla tutela ambientale, sociale e del lavoro, nell'ottica di assicurare, nella strategia Europa 2020, "una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva".
Il Parlamento italiano intende approvare il nuovo codice degli appalti che recepirà le suddette direttive; mentre la Regione Emilia Romagna intende operare attraverso la messa a punto di un testo unico sugli appalti e legalità.
In questa fase, anticipando le novità introdotte dalla normativa comunitaria sugli appalti pubblici, il presente Protocollo si pone innanzitutto l’obiettivo di rendere più snelle e chiare alcune procedure di gara del Comune di Bologna a cominciare dai requisiti da chiedere alle imprese partecipanti, dalle garanzie occupazionali, contribuendo in questo modo a un significativo processo di qualificazione del mercato del lavoro legato agli appalti pubblici di lavori, servizi e forniture.
Con il presente Protocollo le parti intendono inserire ulteriori elementi qualificanti sul versante della legalità e sulla trasparenza di tutte le fasi di un appalto, nel rispetto della legislazione comunitaria, nazionale e regionale in materia di appalti pubblici e tutela della privacy.
Infine il presente Protocollo è coerente con il Patto metropolitano per il lavoro e lo sviluppo economico sociale sottoscritto recentemente in sede di Città Metropolitana e ne rappresenta uno strumento operativo in materia di appalti da poter estendere a tutti i livelli istituzionali.
Solo con un impegno congiunto di tutti i soggetti che si assumano la responsabilità sull'intera filiera degli appalti è possibile raggiungere tutti gli obiettivi prefissati.

1.2 Contesto normativo
Gli appalti pubblici per l'acquisto di lavori, forniture o prestazioni di servizi sono regolati nell'ambito della pubblica amministrazione dalla normativa comunitaria, nazionale e regionale e dai regolamenti interni degli enti.
Nel 2006 è stato approvato il Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle Direttive 2004/17/CE e 2004/18/CE (D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163, "Codice degli Appalti"). Nel 2010 è stato adottato il Regolamento di esecuzione e attuazione del Codice dei contratti con D.P.R. n. 207/2010. Nel 2011 è stato approvato il c.d. "Statuto delle imprese" (L. 11 novembre 2011 n. 180), che ha recepito lo Small Business Act approvato dall'Unione europea, in cui sono previste regole speciali per la partecipazione delle PMI agli pubblici appalti, con una particolare attenzione alle modalità di coinvolgimento delle micro, piccole e medie imprese e loro consorzi residenti nei territori nei quali sono localizzati gli interventi pubblici.
L'UE ha recentemente legiferato in materia di appalti con le Direttive UE: 2014/23/UE, che disciplina le concessioni, 2014/25/UE che sostituisce la Direttiva 2004/17/CE in materia di appalti nei settori cd. esclusi (gas, energia termica, elettricità, acqua, trasporti, ecc.) e 2014/24/UE che sostituisce la Direttiva 2004/18/CE sugli appalti nei settori ordinari e il Governo ha approvato il D.D.L. n.1678 per recepirne i contenuti e gli indirizzi; l'opzione del Governo è a favore di un nuovo Codice degli Appalti, da approvare entro aprile 2016.
La Regione Emilia Romagna negli anni ha stipulato accordi di collaborazione con vari soggetti (istituzioni, ordini e collegi professionali, organismi paritetici di settore, associazioni di rappresentanza dei lavoratori e delle imprese) per promuovere la legalità specificatamente negli appalti del settore dell'edilizia e del facchinaggio, finalizzati al miglioramento dell'interscambio informativo tra le pubbliche amministrazioni per garantire maggiore efficacia delle azioni di controllo nei cantieri pubblici e privati. È stato previsto dalla L.R. 11/2010 l'elenco di merito degli operatori economici che svolgono attività nel settore edile e la banca dati delle imprese qualificate come operatori economici del settore edile.
Il D.L. 90/2014 all'art. 29, convertito con modificazioni dalla L. 114/2014, prevede che le Pubbliche Amministrazioni acquisiscano la documentazione antimafia relativa alle imprese operanti nei settori a più alto rischio di infiltrazione mafiosa, di cui all'art. 1, comma 53 della Legge 190/2012, consultando obbligatoriamente le "white list", ovvero gli elenchi, istituiti presso ciascuna Prefettura, delle imprese operanti nei settori suddetti per le quali sia escluso il tentativo di infiltrazione mafiosa.
Con tale norma l'iscrizione alle "white list" è divenuta, per le imprese operanti nei settori più a rischio, obbligatoria per accertare l'assenza di pregiudizi nella materia dell'antimafia, nell'ambito dei rapporti contrattuali, diretti o indiretti, con la Pubblica Amministrazione.
Nel 2012 è stato introdotto lo strumento del Rating di legalità, previsto dal D.L. 1/2012, regolamentato dall'AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) e recentemente oggetto di un apposito protocollo con l'ANAC, al fine di promuovere l'introduzione di principi etici nei comportamenti aziendali.
Tale strumento consente di prevedere spazi di premialità verso quelle imprese che operano in un regime di correttezza e trasparenza, ad oggi però previsto solo per le imprese che raggiungano un fatturato minimo di due milioni di euro, riferito alla singola impresa o al gruppo di appartenenza.
L'Amministrazione comunale ha recentemente rafforzato il Piano triennale anticorruzione, prevedendo il whistleblowing (la segnalazione di illeciti o irregolarità sul luogo di lavoro da parte di un dipendente) considerato uno strumento efficace per la lotta alla corruzione. L'Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC) ha recentemente approvato, con Determinazione n. 6 del 2015, le "Linee guida in materia di tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti".
Sul versante della tutela del lavoro, il Consiglio comunale ha approvato a novembre 2013 il Regolamento per l'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati, dichiarando la volontà e l'attenzione nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori "svantaggiati" purtroppo sempre più numerosi, in numero e in tipologia.
La Direzione Generale del Comune di Bologna ha adottato (dicembre 2014) uno specifico documento (All. A) per condividere le criticità e le opportunità derivanti dall'introduzione delle clausole sociali nelle gare d'appalto.
Le parti firmatarie concordano sull'opportunità che l'Amministrazione Comunale di Bologna operi nell'ambito del contesto normativo delineato, in fase di profonda evoluzione, per garantire insieme: semplificazione delle procedure, efficienza e massima legalità dell'azione amministrativa, qualificazione della domanda pubblica e dell'offerta espressa dalle imprese e loro consorzi, in costante relazione con il sistema delle imprese che partecipano agli appalti pubblici.

2. OBIETTIVI
Il presente protocollo si pone l'obiettivo di rafforzare nel Comune di Bologna il contrasto alla concorrenza sleale, ai tentativi di corruzione/concussione, alle turbative d'asta, alle infiltrazioni mafiose e della criminalità organizzata da parte di imprese irregolari e di cooperative spurie, nel territorio, nonché di promuovere il lavoro regolare, la coesione sociale e l'efficienza nella realizzazione e/o nello sviluppo delle procedure per l'assegnazione di lavori, servizi e forniture pubbliche. Temi che fanno già parte del patrimonio culturale ed amministrativo del Comune di Bologna e di tutti i soggetti sottoscrittori, ma che trovano nel presente protocollo un rinnovato sostegno e rilancio.
I temi del lavoro, della crescita occupazionale e dell'innovazione tecnologica ed organizzativa, sia nella domanda pubblica che nell'offerta espressa dalle imprese, sono fondamentali nell'impostazione delle strategie di attivazione della domanda pubblica sviluppate dal Comune di Bologna. In tale contesto, le gare di lavori, di servizi e di fornitura di beni del Comune di Bologna assumono un rilievo fondamentale anche sul versante del mantenimento dei posti di lavoro, nella promozione di nuove opportunità di lavoro e della progressiva qualificazione ed innovazione dell'offerta espressa dalle imprese sulla base degli stimoli provenienti dalla domanda pubblica.
Realizzare opere, erogare un servizio deve essere non solo una risposta ad una necessità amministrativa, ma deve essere una leva per creare sviluppo compatibile con l'ambiente, sostenibile e finalizzato a creare lavoro ed opportunità di innovazione tecnologica ed organizzativa. L'occupazione e l'innovazione tecnologica ed organizzativa devono essere fattori di qualità delle offerte.
A tal proposito, in situazioni di cambio di soggetto affidatario, le parti convengono sull'obiettivo del mantenimento dei diritti e delle condizioni retributive di provenienza dei lavoratori, compatibilmente con le condizioni economiche della gara di appalto.
Con la finalità di incrementare la dotazione infrastrutturale del territorio, saranno promosse iniziative di partenariato pubblico-privato in grado di integrare esperienza imprenditoriale e finanziaria di eccellenza sul piano nazionale ed internazionale con le imprese micro, piccole e medie e loro consorzi residenti nel territorio.
Il Comune di Bologna prevederà, in via sperimentale, forme di dibattito pubblico nella programmazione delle opere, dei servizi e delle forniture più significative e l'introduzione della tecnologia BIM (Building Information Modelling) nella progettazione, costruzione e gestione di edifici ed infrastrutture pubbliche e di promuovere la "partecipazione digitale" al processo di progettazione e realizzazione delle opere pubbliche realizzate nel Comune di Bologna.
Gli obiettivi più rilevanti sono:
• garantire chiarezza e trasparenza nei procedimenti, dall'amministrazione comunale nell'affidamento di lavori, forniture e servizi; a tal proposito l'impegno è quello di utilizzare tutte le tipologie di gare consentite dalla legislazione nazionale e, non appena saranno recepite, dalle Direttive Europee 2014;
• garantire tempi certi e velocizzare tempi delle procedure delle gare;
• inasprire la lotta alla corruzione, tutelare principi di legalità e di concorrenza;
• garantire la tutela del lavoro, la qualità, la sicurezza nei luoghi di lavoro;
• sostenere le imprese, che operano nel rispetto dei principi etici e/o di legalità e correttezza retributive-contributiva-fiscale, introducendo requisiti qualitativi e reputazionali per l'accesso alle gare e incentivare la partecipazione delle piccole e medie imprese e loro consorzi alle gare di appalto, attraverso l'adozione della politica dei lotti funzionali autonomi in quanto compatibili con l'obiettivo della gara;
• al fine di contenere la spesa pubblica e di garantire la qualità delle procedure di gara l'impegno delle parti è quello di operare in sintonia con la legislazione nazionale e regionale, per una significativa riduzione delle stazioni appaltanti con l'obiettivo di arrivare nel più breve tempo possibile alla stazione appaltante unica nel comune capoluogo;
• garantire servizi, lavori e forniture di qualità alla città e contemporaneamente promuovere, attraverso la domanda pubblica, l'innovazione tecnologica ed organizzativa delle imprese fornitrici come avvenuto nel campo dell'impostazione e gestione dei global Service che hanno costituito un riferimento per la gestione delle manutenzioni a livello nazionale ed internazionale;
• prevedere un sistema sanzionatolo efficace finalizzato alla effettiva previsione di efficaci clausole risolutive e penali da applicarsi durante lo svolgimento dell'appalto, nonché alla qualificazione delle imprese che penalizzi la partecipazione alle procedure di affidamento delle imprese che hanno eseguito con negligenza precedenti appalti commissionati dall'Amministrazione;
• utilizzare, prioritariamente nelle commesse di lavori e sempre in quelle di servizi, il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per qualificare sia la domanda pubblica sia l'offerta espressa dalle imprese per valorizzare la concorrenza fra le imprese qualificate e contemporaneamente tutelare il rispetto integrale dei contratti collettivi nazionali e locali che disciplinano nei diversi settori il mercato in cui operano le imprese, a tutela sia della concorrenza leale, sia del buon lavoro.
In particolare, le parti convengono di operare congiuntamente sulle seguenti finalità:

Legalità
Il principio della Legalità rappresenta la cornice entro la quale le parti si impegnano ad operare e nel contempo a promuoverlo. Legalità come rispetto di tutte le norme, come valore in sé da perseguire e da rivendicare in ogni fase della procedura di gara: in quella della decisione amministrativa, in quella istruttoria, in quella dell’aggiudicazione e in quella della gestione.
Con il presente Protocollo si conviene di collaborare allo scopo di contrastare fenomeni illegali di qualsiasi tipologia che potrebbero inserirsi in tutte le fasi dell'appalto. Si ritiene che l'acquisizione di informazioni attraverso le banche dati ANAC/Ministero degli Interni sulle imprese che partecipano ai bandi, la verifica dell'affidabilità economica, la valutazione dei comportamenti e della reputazione delle stesse anche sul piano professionale ed etico, sul rispetto di tutte le norme sull'ambiente e sulle tutele relative alla sicurezza sul lavoro siano aspetti fondamentali da gestire/analizzare da parte dell'Amministrazione Comunale quale stazione appaltante.

Garanzie dei tempi e subappalti
Il rispetto dei tempi deve essere elemento fondamentale nelle procedure di gara, tutelato e garantito da elementi penalizzanti, da prevedere nella fase di esecuzione del contratto.
Altro argomento sul quale le parti si impegnano a sviluppare una forte azione di monitoraggio è quello delle specializzazioni che, nelle diverse filiere produttive, si manifestano attraverso il ricorso ai subappalti; il Comune di Bologna, in qualità di stazione appaltante, si impegna anche a prevedere nei capitolati di gara, laddove fosse compatibile con le esigenze di gestione contabile dell'affidamento, il pagamento diretto del subappaltatore da parte delle stazione appaltante ai sensi dell'art. 118, comma 3 del D.Lgs. 163/2006 (Codice degli Appalti).
In caso di controversie tra appaltatore e subappaltatori, la stazione appaltante procederà all'accertamento relativo alle cause degli eventuali inadempimenti addebitabili al subappaltatore e previamente contestati dall'appaltatore al subappaltatore o sub-affidatario.
Nei rapporti fra appaltatore e subappaltatore sarà applicato il principio della responsabilità solidale così come previsto e regolato dall'art. 29 del D.Lgs. 276/2003 e s.m.i.
Le tutele e gli obiettivi del presente Protocollo saranno estesi anche alle imprese che vengono coinvolte in regime di subappalto. In tale caso, il capitolato d’appalto potrà espressamente prevedere la presentazione delle dichiarazioni (DURC) già all'atto della partecipazione della gara, compatibilmente con le previsioni di legge e di capitolato, qualora i subappaltatori o gli affidatari siano incaricati preventivamente in sede di gara.
Il Comune si impegna a prevedere l'obbligo della autorizzazione preventiva di tutti i subappalti per evitare che siano sottratti al sistema di verifiche antimafia.
Il Comune si impegna altresì a garantire il rispetto dei tempi di pagamento previsti dalle disposizioni legislative.

Lavoro regolare
Le parti con la sottoscrizione del presente protocollo intendono contrastare l'utilizzo del lavoro nero o di qualsiasi forma di lavoro irregolare.
Obiettivo fondante del presente Protocollo è quello del perseguimento della regolarità in tema di contratti di lavoro, nel rispetto dei CCNL del settore del mercato di riferimento e sottoscritti dalle OOSS maggiormente rappresentative di settore e, nel caso esistano, dei tabellari CCNL provinciali di Bologna poiché garantiscono la tenuta di livelli qualitativi del lavoro superiori e specifici del nostro territorio, sia nella costruzione della base d'asta della stazione appaltante, sia nel rispetto della sua applicazione come requisito del soggetto contraente.
A tal proposito, riguardo all'obbligo di revisione periodica del prezzo, l'adeguamento deve recepire integralmente le variazioni del costo del lavoro intervenute a seguito di rinnovi della contrattazione collettiva nazionale e territoriale.
Dovranno inoltre essere recepiti negli atti di gara i prezziari locali e regionali più aggiornati elaborati da parte della Regione Emilia Romagna e/o dal Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche Lombardia-Emilia Romagna o dallo stesso Comune di Bologna.
Il quadro di riferimento sarà composto da direttive europee, leggi nazionali, regionali, tenendo conto ove possibile anche della giurisprudenza.

Welfare e servizi alle persone
Il sistema di welfare bolognese rappresenta una eccellenza del territorio e deve garantire sempre di più un'alta qualità dei servizi attraverso forme di gestione integrata tra pubblico e privato e privato sociale, per mantenere un alto livello qualitativo sia dei servizi offerti ai cittadini, in grado di garantire coesione sociale, sia della qualità del lavoro e dei lavoratori, in grado di generare meccanismi virtuosi di promozione e riscatto sociale.
Il Comune di Bologna si impegna (attraverso il confronto con le parti sociali sottoscrittrici del presente protocollo) ad innovare il welfare attraverso anche la progressiva sperimentazione di forme di co-progettazione, secondo quanto consentito dalle nuove direttive europee in materia di rapporto pubblico-privato e privato sociale, che hanno io scopo di rappresentare una delle forme di superamento delle tradizionali gare di appalto, a favore della definizione, a titolo di esempio, di accordi quadro di carattere pluriennale che consentano alle imprese di sviluppare un'adeguata organizzazione rispetto agli obiettivi da conseguire.
Considerata la peculiarità propria del privato sociale onlus, del perseguimento dell'interesse generale, il Comune di Bologna si impegna altresì ad adottare gli indirizzi contenuti nella Legge Regionale 17 luglio 2014, n. 12 riguardante la cooperazione sociale.

3. STRUMENTI E MODALITÀ
Il presente Protocollo si inserisce nel più ampio paniere di strumenti che il Comune di Bologna intende utilizzare per dare impulso all'economia cittadina. Bologna ha molto bisogno di infrastrutture e i cittadini richiedono servizi (sociali, educativi e culturali) qualitativamente elevati. Tutto ciò non può e non deve essere incompatibile con i principi di trasparenza e di legalità.
Il Comune di Bologna con decorrenza dall'l gennaio 2016, quale stazione appaltante, si impegna ad inserire nei documenti di gara quale fattore premiante nei confronti dell'impresa il possesso del Rating di Legalità (rilasciato dall'AGCM), e a riconoscere i protocolli di legalità stipulati tra le associazioni di rappresentanza delle imprese e le amministrazioni dello Stato o regionali.
Il Rating di Legalità presuppone alcuni requisiti e caratteristiche di organizzazione d'impresa definite da un apposito regolamento dell'AGCM. A tal proposito le parti si impegnano, anche attraverso la sottoscrizione del presente Protocollo, a sollecitare le Autorità competenti a prevedere il rilascio del Rating di legalità alle imprese anche con un fatturato inferiore ai 2 milioni di euro attualmente previsti. Il Rating di legalità è uno strumento che consentirebbe al Comune di Bologna di individuare un bacino di imprese oneste e qualificate.
Il Comune di Bologna, in qualità di stazione appaltante, continuerà ad impegnarsi inoltre ad inserire nei documenti di gara, quale parte integrante del contratto, il Patto di integrità; in collaborazione con la Prefettura di Bologna, si individueranno le modalità operative finalizzate alla semplificazione delle procedure amministrative, alla verifica scrupolosa dell'iscrizione delle imprese operanti nei settori a più alto rischio di infiltrazione mafiosa (di cui all'art. 1, comma 53, della Legge 190/2012) consultando gli elenchi istituiti presso la Prefettura di Bologna ai sensi dell'art. 29 del D.L. 90/2014 convertito con modificazioni dalla L. 114/2014 (c.d. "white list").
Le parti ritengono soprattutto in una fase di crisi occupazionale dare centralità nelle procedure di gara al fattore lavoro.
Il Comune di Bologna si impegna a tale scopo ad inserire, quale condizione di esecuzione dell'appalto, nei bandi di gara di affidamento di servizi da riaffidare, la clausola sociale di salvaguardia di riassorbimento di manodopera per la tutela dei lavoratori e delle lavoratrici.
Si tratta di un impegno importante dal punto di vista economico e giuridicamente delicato perché ciò presuppone l’impegno da parte delle imprese subentranti di assumere, qualora ve ne fosse necessità e compatibilmente con la propria organizzazione, i lavoratori e le lavoratrici dipendenti che lavoravano presso l'impresa uscente, a prescindere dal CCNL di riferimento.
Il Comune di Bologna si impegna inoltre ad inserire nei bandi di gara anche la clausola per l'inserimento lavorativo delle persone in condizione di svantaggio, tranne nei casi ove fosse chiaramente incompatibile con la natura del lavoro o del servizio o con la clausola sociale di salvaguardia di riassorbimento di manodopera e in caso di lavoro aggiuntivo. Nei casi di incompatibilità, il Comune di Bologna si impegna a valutare l'inserimento di elementi premiali facoltativi (e non obbligatori) tra i criteri oggetto di valutazione per la parte tecnica attraverso punteggi specifici relativi all'inserimento lavorativo di personale socialmente svantaggiate.
Qualora l'impresa aggiudicataria abbia forma cooperativa, i lavoratori non possono essere obbligati ad associarsi; i regolamenti delle cooperative non possono essere in contrasto con leggi o contratti nazionali e/o territoriali di riferimento.
Il Comune di Bologna si impegna, inoltre, a favorire, in coerenza con le direttive europee del 2014, e salvaguardando il principio della libera concorrenza, le imprese di piccole e medie dimensioni ed i loro consorzi residenti nel territorio mediante la suddivisione, ove possibile, degli appalti in lotti funzionali, il ricorso alla procedura negoziata ed art. 122, c. 7, del D.Lgs. 163/2006 s.m.i. per i lavori fino alla soglia prevista dalla normativa nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamenti, proporzionalità e trasparenza fra le imprese ed i consorzi residenti nel territorio che saranno invitati a cura del responsabile del procedimento e, più in generale, riducendo i tempi e le procedure burocratiche, e quindi anche i costi.
Per le gare di particolare complessità funzionale e tecnologica o innovative sul piano economico, organizzativo e di mercato, l'Amministrazione farà ricorso agli strumenti del dialogo competitivo con la finalità di comprendere meglio la disponibilità del mercato in continua evoluzione ed a contribuire alla crescita qualitativa della domanda di lavori, servizi e forniture.

4. PRINCIPI E CRITERI
Il principio della trasparenza è garanzia per il buon esito delle procedure di gara. Garantire la trasparenza in una gara significa essere oggettivi in tutte le fasi delle procedure: dalla preparazione, alla gestione e infine nell'aggiudicazione.
A garanzia della trasparenza il Comune di Bologna si impegna a rendere ancora più visibile l'intera filiera delle gare, creando una piattaforma in cui sarà possibile accedere ad una mappatura degli appalti e delle concessioni in essere (ad esempio indicando il numero dei lavoratori/lavoratrici coinvolte, categoria, mansioni) da tenere costantemente aggiornata.
Le associazioni di imprese si impegnano attraverso le imprese aggiudicatarie e loro consorzi ad esse aderenti a garantire il flusso di dati necessari.
Il Comune di Bologna si impegna a prevedere, quale unico criterio di aggiudicazione quello dell'Offerta Economicamente più Vantaggiosa (OEV), a garanzia delle finalità sociali ed ambientali ribadite dalla Direttiva 2014, per gli affidamenti relativi ai servizi e a privilegiar l'adozione dello stesso criterio negli affidamenti di lavori e forniture.
Tali orientamenti valgono sia per gli affidamenti relativi ai servizi che a privilegiare l'adozione dello stesso criterio negli affidamenti di lavori e forniture.
L'OEV sarà disciplinata dal bando di gara nel rispetto dei seguenti criteri:
• aggiudicazione sulla base di una oggettiva valutazione del miglior rapporto qualità/prezzo, in particolare per le gare di affidamento di lavori e servizi ad alta intensità di lavoro;
• valutazione dei seguenti aspetti della proposta di gara: reputazione dell'offerente, organizzazione del lavoro e del servizio, tecnologie impiegate, tempo di esecuzione del lavoro e/o del servizio, sicurezza sul lavoro e tutela ambientale, qualità del personale impiegato, disponibilità all'inserimento di personale in condizioni di svantaggio, qualora compatibile con il lavoro e/o il servizio oggetto dell'appalto;
• selezione delle proposte che non contengono elementi discriminanti sia verso altre imprese sia verso le persone;
• capacità di contemperare l'indipendenza della commissione aggiudicatrice, che ne renda oggettivo l'operato e la selezione, facendo prevalere in modo significativo la qualità della proposta progettuale e del proponente sul solo prezzo; criterio adottato in modo da evitare effetti distorsivi che limitino la competizione in particolare al fattore del massimo ribasso.

5. IMPEGNI
Il Comune di Bologna, Cgil, Cisl, Uil, Alleanza delle Cooperative Italiane, Confcommercio, Unindustria, Cna, Confartigianato, ANCEBOLOGNA si impegnano a incontrarsi periodicamente per la verifica dei risultati dell'applicazione del presente protocollo.
Le parti si impegnano a sostenere l'azione legislativa della Regione Emilia Romagna contro le infiltrazioni mafiose, con particolare riferimento all'ipotesi di una legge dedicata al Settore dei Servizi e del Commercio.
Il Comune di Bologna si impegna, attraverso il presente Protocollo, a condividere con Asp Città di Bologna e con le Società partecipate, gli obiettivi e i principi stabiliti nel presente Protocollo.
Con l'istituzione della Città Metropolitana si ritiene fondamentale condividere i principi e gli impegni del presente Protocollo anche in un Tavolo che coinvolga la Città Metropolitana e le Associazioni/Unioni dei Comuni.

6. DURATA
Il presente protocollo, che entra in vigore a partire dalla data di sottoscrizione, ha durata triennale, fatti salvi gli adeguamenti dovuti all'evoluzione legislativa.
Le parti si impegnano ad incontrarsi periodicamente e comunque sei mesi prima della scadenza per ridefinirne i contenuti.
Il Comune di Bologna si impegna a convocare le parti ogni volta su richiesta dei sottoscrittori.

Bologna, 6 luglio 2015


Fonte: urp.comune.bologna.it