CONFERENZA DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME
15/106/CR7c/C9/C10

POSIZIONE DELLE REGIONI E DELLE PROVINCE AUTONOME NELL’AMBITO DELLA DISCUSSIONE SULLE RISOLUZIONI RIGUARDANTI
“INTERVENTI PER LA PREVENZIONE E IL CONTRASTO DEL LAVORO IRREGOLARE E DEL CAPORALATO IN AGRICOLTURA”


Il tema del lavoro irregolare e del caporalato è ormai da moltissimo anni oggetto di attenzione da parte di tutti, autorità politiche, studiosi, parti sociali, piaghe antiche che nonostante gli interventi normativi intervenuti nel corso degli anni non si riesce ancora debellare.
La stagione estiva appena trascorsa, una delle più calde degli ultimi decenni, è stata una delle più drammatiche nelle nostre campagne con un bilancio pesantissimo di perdita di vite umane.
Questi fatti hanno messo in evidenza che ancora oggi vi è un diffuso e incontrollato ricorso alla manodopera clandestina, una gravissima situazione di sfruttamento e negazione dei diritti del lavoro – sia italiano che straniero – e al contempo, nei confronti degli immigrati, anche di negazione dei diritti umani cui sono costretti e che, per oggettivi motivi di necessità, il lavoro costituisce un requisito indispensabile ai fini di un loro regolare soggiorno nel nostro Paese; risultano maggiormente vulnerabili e disposti ad accettare forme di lavoro irregolare, sottopagato e massacrante.
Si riaccende l’attenzione a quel fenomeno antico che è il caporalato assimilabile ad un vero e proprio schiavismo dei tempi nostri. Un fenomeno che presenta caratteristiche più strutturali nel Mezzogiorno, mentre appare più legato a forme di evasione ed elusione fiscale nel Nord d'Italia. I lavoratori trovano impiego mediante i caporali, con una pratica di sfruttamento che fa registrare anche una evasione fiscale di oltre 600 milioni di euro l’anno.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, nonostante sia stato recentemente innovato il quadro normativo nazionale con l’introduzione nel sistema giudiziario di una nuova fattispecie di reato, quello dell’intermediazione illecita e delle sfruttamento del lavoro, ritiene urgente e non più procrastinabile l’individuazione di ulteriori interventi che abbiano ampia prospettiva di contrasto al caporalato e al lavoro irregolare.
La Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ritiene altresì di dover porre all’attenzione la necessità che vadano individuate forme di collaborazione agricola legate a pratiche tradizionali ovvero riconducibili a prestazioni che per consuetudine vengono svolte da familiari e non (esempio festa vendemmiale), al fine di sottrarle alla suddetta casistica. Uno degli strumenti che si ritiene di suggerire è quello del voucher.
Resta d’intesa che l’obiettivo comune deve essere quello di arginare e sconfiggere questo triste fenomeno di sfruttamento e di caporalato; pertanto, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha condiviso alcune soluzioni e strumenti individuati nelle quattro risoluzioni all’esame delle Commissioni XIII e XI, come di seguito riportate:
1) implementare le iniziative elaborate dalla cabina di regia, prevista in attuazione dell'articolo 6, del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 116, prevedendo altresì un ruolo attivo e collaborativo dei comuni con le altre istituzioni preposte all'azione di prevenzione e contrasto del lavoro irregolare e del caporalato, nonché l'attivazione della collaborazione delle associazioni del volontariato sociale e delle associazioni di rappresentanza dei consumatori per la definizione e realizzazione di apposite campagne di informazione e sensibilizzazione della cittadinanza sull'importanza di una produzione agricola di qualità e rispettosa dei diritti dei lavoratori;
2) dare piena attuazione alla «Rete del lavoro agricolo di qualità» di cui alla legge
n. 116 del 2014 al fine di rendere operative ed efficaci tutte le forme di intermediazione pubblica fra domanda e offerta di lavoro;
3) procedere alla condivisione delle banche dati attualmente in uso all'INPS, con tutti gli altri componenti della «Rete del lavoro agricolo di qualità» ed ai centri per l'impiego, al fine di far emergere irregolarità ed elusione delle norme vigenti, consentendo, così, il puntuale monitoraggio del fenomeno;
4) orientare e rafforzare, in modo collegiale, l'attività ispettiva, ed a rivedere i requisiti per l'iscrizione alla «Rete», mantenendo inalterato per un biennio il livello dei controlli ispettivi sulle aziende aderenti;
5) prevedere per le pratiche virtuose misure premiali come: forme di reinserimento lavorativo per chi denuncia omissioni od irregolarità di aziende aderenti alla «Rete del lavoro agricolo di qualità»; riconoscimento di sgravi fiscali, agevolazioni all'interno delle misure dei Piani di sviluppo rurale e risorse continuative, a quelle aziende che prendono in carico, assumendolo, colui che denuncia;
6) adottare misure di protezione a tutela dei lavoratori che denuncino tale reato;
7) promuovere ulteriori iniziative nei confronti delle imprese che si avvalgono di tale illecita intermediazione, volte ad impedire da subito la possibilità di ricevere contributi pubblici come quelli europei collegati alla politica agricola comune (PAC);
8) rafforzare il numero degli ispettori del lavoro e delle forze dell’ordine impegnati nei controlli, anche mediante l’utilizzo di moderni sistemi tecnologici (videoriprese eseguite con nuove tecnologie), prevedendo ai fini delle verifiche organismi pubblici preposti;
9) relazionare periodicamente alle Camere sui risultati conseguiti a seguito dell'adozione delle nuove misure di carattere normativo, nonché dei contenuti del piano organico complessivo per il contrasto stabile al lavoro nero e al caporalato, elaborato dalla cabina di regia preposta alla realizzazione della Rete del lavoro agricolo di qualità.

Roma, 5 novembre 2015


Fonte: regioni.it