Ministero della sanità
Circolare 22 giugno 1983, n. 57
USI DELLA FORMALDEIDE.
RISCHI CONNESSI ALLE POSSIBILI MODALITA’ D’IMPIEGO

 

OGGETTO
Questo Ministero ha già da tempo sottoposto ad attento esame la problematica relativa alla formaldeide ed ai rischi connessi alle possibili modalità d'impiego.
In particolare la Commissione per lo studio degli effetti cancerogeni, mutageni e teratogeni di composti chimici operante presso l'Istituto superiore di sanità ha preso in esame nel giugno 1981 la suddetta problematica ed è pervenuta alla conclusione che i dati sperimentali a disposizione suggeriscano la possibilità di un rischio cancerogeno per l'uomo per effetto di inalazione. Inoltre, può essere ipotizzato un rischio genetico umano.
Tuttavia, ad avviso della stessa Commissione, i dati sono per la maggior parte descritti in forma preliminare o fanno riferimento ad indagini non conclusive; essi, quindi, non sono sufficienti a definire esattamente il tipo e l'entità dei rischi tossicologici.
In attesa di acquisire i risultati finali e dettagliati degli studi tossicologici recentemente ultimati ed i risultati degli studi epidemiologici in corso, la succitata Commissione ha ritenuto necessario che venissero acquisite informazioni sui livelli e modi di esposizione, soprattutto per via inalatoria, sia dei lavoratori che della popolazione in generale e, contemporaneamente, che fossero attuati gli opportuni interventi per ridurne l'esposizione.
Sulla base di tale parere questo Ministero ha provveduto successivamente ad interessare della complessa problematica il Consiglio superiore di sanità che nella seduta del 17 dicembre 1981, preso atto del parere della suddetta Commissione, ha convenuto sulla constatazione che i dati sperimentali attualmente disponibili suggeriscono la possibilità di rischio cancerogeno e genetico per l'uomo, oltre che sulla constatazione delle note attività irritanti ed allergogene della sostanza stessa.
Il Consiglio stesso ha quindi prospettato come chiaro orientamento generale la maggiore riduzione possibile dell'esposizione dell'uomo a tale sostanza, rilevando inoltre che la pericolosità per l'uomo è soprattutto inerente alla via inalatoria e più preoccupanti appaiono quindi le situazioni a questa riferibili. Ha ritenuto pertanto opportuno una riduzione dell'esposizione alla formaldeide laddove tale sostanza non sia tecnologicamente sostituibile e l'eliminazione di essa laddove tale sostituzione risulti possibile.
Peraltro, tenuto presente che la formaldeide trova impiego in vari settori dell'ambiente di lavoro, alimentare, domestico, ospedaliero, ecc., ha deciso di costituire un apposito gruppo di studio con la partecipazione anche di rappresentanti degli altri Ministeri interessati quali quelli del lavoro, dell'industria commercio e artigianato, delle partecipazioni statali, della difesa nonché di esperti in materia, al quale ha affidato il mandato di raccogliere tutte le informazioni sugli impieghi attuali in sede nazionale della formaldeide nei vari settori industriali, alimentari, sanitari, di lavoro e domestici e di proporre, sulla base di tali risultanze, le necessarie indicazioni operative, le opportune cautele nonché l'eventuale impiego di sostanze alternative.
Il gruppo di studio, costituito all'inizio dell'anno 1982, ha ampiamente dibattuto ed approfondito i problemi relativi al mandato ricevuto, acquisendo tra l'altro varia documentazione tecnico-scientifica, nonché, per il tramite delle Ambasciate, la legislazione vigente al riguardo in vari Paesi stranieri.
Gli aspetti salienti della relazione conclusiva del suddetto gruppo di studio sono stati ripresi da questo Ministero nella presente circolare che è stata successivamente sottoposta all'esame del Consiglio superiore di sanità, il quale nella seduta del 29 aprile 1983 ha espresso al riguardo il proprio parere favorevole.
Dall'attenta valutazione dell'intera problematica è innanzitutto emerso che l'utilizzazione della formaldeide, anche se in taluni settori applicativi mostra aspetti di particolare utilità, d'altra parte comporta difficoltà tecniche che richiedono la predisposizione di adeguate precauzioni di rischio che possono essere ricondotte ai seguenti aspetti:
- le condizioni che possono risultare pericolose per il personale addetto alle varie lavorazioni che comportano l'uso della formaldeide o di prodotti contenenti formaldeide;
- le condizioni che possono risultare nocive per gli utilizzatori e per il pubblico in genere a seguito dell'esposizione alla formaldeide rilasciata da prodotti o manufatti che la contengono.
Per fronteggiare adeguatamente i suddetti rischi è necessario che gli interessati conoscano a fondo le caratteristiche della formaldeide ed adeguino conseguentemente le proprie scelte operative tenendo conto delle direttive tecniche che vengono riportate nell'allegato che costituisce parte integrante della presente circolare.
Si sottolinea, quindi, l'esigenza che ciascuno degli Uffici in indirizzo, nell'ambito delle proprie competenze, tenga conto di quanto surrichiamato ed adotti tutte le iniziative che riterrà opportune al fine di perseguire il soddisfacimento delle direttive tecniche contenute nella presente circolare.
Oltre a ciò questo Ministero rivela la necessità di acquisire informazioni su scala nazionale sui livelli e modalità di esposizione alla formaldeide, nonché di definire un elenco dei soggetti esposti da sottoporre a controlli regolari allo scopo di evidenziare danni genetici e somatici.
Tale aspirazione appare ancora più giustificata ed auspicabile se si considera la scarsità dei dati epidemiologici disponibili, sia a breve che a lungo termine, e la necessità di acquisire dati di causa-effetto per la sostanza in questione tra tempi e modi di esposizione e livelli di rischio o di danno.
L'iniziativa avrebbe un duplice scopo: da un lato, la necessità, in tempi brevi con uno studio epidemiologico adeguato, di riconoscere eventuali eccessi di danni genetici e somatici negli esposti alla formaldeide, valutandone rischi relativi e rischi attribuibili; dall'altro, la necessità di prevedere un monitoraggio a lunga scadenza di ciascun lavoratore esposto.
In effetti, questo Ministero con una nota in data 3 febbraio 1982 diretta all'Associazione nazionale della industria chimica aveva già indicato l'opportunità di svolgere indagini in tal senso.
Ad avviso di questo Dicastero, però, ora emerge la necessità di allargare tale indagine all'intero territorio nazionale, coinvolgendo l'organizzazione sanitaria in grado di fornire il proprio utile contributo.
Per la realizzazione pratica dell'indagine, analogamente a quanto si sta operando per il settore dell'ossido di etilene si fa presente che l'Istituto superiore di sanità e l'I.S.P.E.S.L. verranno incaricati di predisporre un protocollo di sorveglianza della popolazione professionalmente esposta o già esposta alla formaldeide, da applicare in modo omogeneo da parte delle strutture sanitarie operanti nel territorio nazionale, nonché i criteri da adottare per l'attuazione della sorveglianza stessa, in modo da rilevare tempestivamente eventuali fattori di danno ed eventuali nuovi fattori di rischio.
Da parte delle competenti autorità locali dovrebbe poi essere promossa l'informazione delle strutture sanitarie, ospedaliere ed industriali interessate, affinché offrano la loro piena collaborazione per la riuscita della iniziativa di che trattasi.
Questo Ministero resta a disposizione per ulteriori chiarimenti o precisazioni, nonché per l'approfondimento e lo studio di eventuali problemi di natura tecnica che dovessero emergere a seguito della applicazione della presente circolare.
 

ALLEGATO

Capitolo I
Caratteristiche della formaldeide

Le caratteristiche della formaldeide sono state riprese dalla scheda elaborata nell'ambito dell'Inventario delle sostanze chimiche operante presso l'Istituto superiore di sanità in applicazione dell'art. 9 della legge 833 del 1978.
In particolare la scheda è suddivisa nei seguenti paragrafi:
1) Identità della sostanza;
2) Dati di utilizzazione, produzione e trattamento;
3) Proprietà chimico-fisiche;
4) Dati tossicologici su mammiferi;
5) Dati ecotossicologici;
6) Studi ambientali;
7) Osservazioni sull'uomo;
8) Dati complementari per particolari applicazioni ed usi;
9) Concentrazioni limite indicate;
10) Classificazioni di pericolo;
11) Valutazioni disponibili;
12) Riferimenti bibliografici;
13) Aggiornamenti delle schede.

Istituto Superiore Sanità - Roma - Inventario Nazionale Sostanze Chimiche (13 aprile 1983)
Numero ISS Numero CAS Numero CEE Famiglia chimica
3L-01- 0030-0001 50-00-0 605-001-01- 2 Aldeidi
Identità della sostanza: ALDEIDE FORMICA Conc. - 30%
Sinonimi
FORMALDEHYDE (CAS)
DFV
FANNOFORM
FORMALINA
FORMLITH
FORMIC ALDEHYDE
FORMOL
FYDE
KARSAN
METHANAL
METHYL ALDEHYDE
METHYLENE OXIDE
NCI-CO2799
OXOMETHANE
OXIMETHYLENE
FYDE IVALON
LYSOFORM
MORBICID
PARAFORM
SUPERLYSOFORM
ALDEIDE FORMICA conc. da 5 a 30%
FORMALDEIDE
1. - IDENTITÀ DELLA SOSTANZA
1.2. - Formule
1.2.1. - Formula molecolare e formula di struttura CH20 - Peso molecolare: 30,03
1.2.2. - Famiglia chimica
Aldeidi
1.3. Composizione
1.3.1. - Odore colore sapore
Pungente, soffocante, incolore
1.3.3. - Impurezze, isomeri, prodotti secondari
Odore colore sapore
Tracce di metanolo e acido formico. Usata anche allo stato solido come Paraformaldeide (CH20) n/e s-Triossano (Trimero)
1.3.5. - Stabilizzanti, inibenti, altri additivi (ppm 0%)
Alcool metilico per ritardare la polimerizzazione. Neutralizzazione con alcali (Melnikov (Ed. 1971) Chemistry of pesticides. Res. Rev. 36, Berlin Heidelberg, New York).
1.4. - Metodi analitici di identificazione e di determinazione
1.4.1. - Della sostanza come tale
Ossidazione ad acido formico e titolazione (Adac Methods, Maff Techn. Bull. n. 1, 36, 1958)
2. - DATI DI UTILIZZAZIONE, PRODUZIONE, TRATTAMENTO
2.1. - Utilizzazioni previste
2.1.1. - Tipi di utilizzazione, funzione, effetti perseguiti
Conservativo, battericida, intermedio chimico (Vedi punto 9)
2.1.2. - Settori di applicazione e distribuzione
Industria, artigianato, impiego domestico.
2.2. - Produzione e/o importazione prevista (rif. 2.1.1. e 2.1.2.)
2.2.1. - Produzione e/o importazione annua (tonn. 1 - 10 - 50 - 100 - 500 - 1.000 - 5.000)
Nel 1978 negli Stati Uniti sono stati prodotti circa 6,4 miliardi di libbre di formaldeide in soluzione acquosa (Niosh/Osha, Current Intellingence Bullettin 34, 23 dicembre 1980)
1981
Importazioni 714 Esportazioni 19.947
Svizzera 17.504
1980
Importazioni 2010 Esportazioni 19.534
Germania R.F. 120 Francia 219
Regno Unito 175 Germania R.F. 3.462
Svezia 31 Svizzera 15.691
Spagna 229 Grecia 58
Algeria 420 Ungheria 50
Libia 935 Tunisia 12
Libia 42
1979
Importazioni 483 Esportazioni 24.432
Francia 80 Francia 1.405
Germania R.F. 220 Germania R.F 9.189
Regno Unito 180 Finlandia 248
StatiUniti 3 Svizzera 12.887
Austria 221
Grecia 357
Libia 80
Etiopia 45
Produzione italiana (quintali)

1976

1977

1978

1979

1980

1981

1.492.462

1.332.794

1.284.753

1.343.433

1.309.534

1.092.969

 
2.2.2. - Produttori e/o importatori
Negli USA: Allied Chem. Corp. Borden Inc., Celanese Corp., Du Pont De Nemours, Gaf Corp., Georgia-Pacific Corp., Getty Oil Corp., Hercules Inc., International Minerals and Chemical Corp., Monsanto Comp., occidental petroleum Corp., Reichold Chemicals Inc., Tenneco Inc., Univar Corp., Wright Chemical Corp.
Industrie italiane produttrici (Kompass) F.A.R. S.p.A. - Via Emilia 85 - Cologno Monzese - Milano;
Farmitalia Carlo Erba S.p.A. - Via C. Imbonati 24 - Milano;
Gabbiani Ind. Chimiche S.r.l. - Via Mecenate 76 - Milano;
Industrie Chimiche e Forestali S.p.A. - Milanofiori 1/c - Assago (MI);
Liri S.p.A. - Via Vermea 2 - Nichelino (T0);
Montedison S.p.A. - Foro Bonaparte 31- Milano;
Monti e Martini S.p.A. - Piazza Veloscia 7/9 - Milano;
Sadepan S.a.s. di A.M. Savoia e C. - Via Lombardia 21 - Viadana (MN);
Società Bustese Prod. Chimici - Via Arconate 11 - Busto Arsizio (VA).
2.2.3. - Consumi
Nel 1983 negli USA previsto un consumo di oltre 7,5 miliardi di libbre di Formaldeide (Niosh/Osha: loc.cit.)
2.3. - Metodi / Precauzioni di trattamento
2.3.1. - Manipolazione
Evitare il contatto con la pelle, gli occhi e le mucose. Impiego di maschera, guanti e tute protettive.
2.3.2. - Deposito
Rischio di concentrazione di vapori nei contenitori (10). Mantenere in luogo fresco e ben ventilato, lontano dal fiamme e scintille (10). Conservare a temperature inferiori a circa 9°C per impedire la polimerizzazione e inferiori a 25-30°C per minimizzare l'aumento di acidità (3).
2.3.4. - Incendio (prodotti di combustione o pirolisi).
Scaldato al di sopra del punto di infiammabilità, rischio di esplosione (10).
2.3.6. - Incompatibilità e reazioni pericolose
Incompatibile con ammoniaca, alcali, tannino, composti del ferro, gelatina, bisolfiti, sali di rame e argento, acqua ossigenata, iodio, permanganato (11).
2.4. - Processi produttivi
Generalmente per reazione tra vapori di metanolo e aria su catalizzatore.
3. PROPRIETÀ CHIMICO-FISICHE
3.1. - Punto di fusione (+/-) xxxx,xx °C
-92 °C
3.2. - Punto di ebollizione
3.2.1. - In condizioni normali (+/-) xxxx,xx °C
-21 °C
3.4. - Densità relativa
3.6. - Altre proprietà
3.6.1. - Stato fisico
Gassoso.
3.6.3. - Densità di vapore (aria = 1)
1.067
3.7. - Solubilità
3.7.1. In acqua xxxxx mg/l (xxx °C)
- Molto solubile in acqua (fino al 55%), alcool, etere.
3.9. - Infiammabilità
3.9.2. Infiammabilità in diverse condizioni.
Infiammabile a temperatura ordinaria.
3.9.3. - Autoinfiammabilità xxxx °C
430 °C (Walker F., Formaldehyde - R.E. Krieger Ed. - Huntington (N.Y.) (1975)
3.10. - Pericolo di esplosione
(Melekhina, loc.cit. al punto 7.1.)
4. DATI TOSSICOLOGICI SU MAMMIFERI
4.1. - Tossicità acuta
4.1.1. - Orale, valori DL50
Su ratto: 800 mg/kg (J. Ind. Yyg.: Toxicol., 23, 259, 41)
Su cavia: 260 mg/kg (J. Ind. Hyg.: Toxicol., 23, 259, 41)
4.1.2. - Inalatoria, valori CL50
MCL, Ratto 250 PPM/4H (J. Ind. Hyg. Toxicol., 31, 343, 49)
MCL, Topo 900 MG/MC/2H (J. Nat. Cancer Inst., 30, 31, 63)
MCL, Gatto 820 MG/MC/8H (Acta Pharmacol. Toxicol., 6, 299, 50)
4.1.3. - Cutanea, valori DL50
Su coniglio 270 mg/kg (Un. Carbide Data Sheet 4/21/67)
DL50 Subcutanea, Ratto: 420 MG/kg (Acta Pharmacol. Toxicol., 6, 299, 50)
DL50 Subcutanea, Topo: 300 MG/kg (Acta Pharmacol. Toxicol., 6, 299, 50)
MDL, Subcutanea, Cane: 550 MG/kg (Archives Internat. de Pharmacodynamie et Terapie, 17, 147, 1907)
4.1.4. - Potere irritante sulla pelle (durata dell'esposizione ed effetti osservati)
Uomo: irritante 150 micros./3 giorni (Drill V.A., Lazar P., N.Y. Acad. Press. 1977, 127, 77)
Coniglio: Irritazione 540 mg (aperto) (Un. Carbide Data Sheet 4/2/67)
Coniglio: Irritazione 50 mg/24h (Toxicol. Appl. Pharmacol., 21, 369, 72)
4.1.5. - Potere irritante occhi/mucose (durata dell'esposizione, effetti osservati)
Uomo: Irritante 4 ppm/5 mesi (J. Air Water Pollution, 4, 79, 61)
Coniglio: Irritazione 750 microg. - Severi effetti tossici (Amer. J. Ophtalm., 29, 1363, 46)
4.1.6. Potere sensibilizzante sulla pelle
Potere sensibilizzante raramente riscontrato (91)
4.3. - Tossicità subcronica
4.3.1. - Tossicità subcronica (via somm., eff. su anim. e ors.
- Dset xxxxx mg/kg)
Inal., Mcl, Ratto: 6 ppm per 69 sett.: Incerti effetti tumorig. (Chem. Eng. Nrws, 57, 7, 79)
Subcut., Ratto, Mdt: 1170 mg/kg per 65 sett.: Incerti effetti tumorig. (Japan J. Cancer Res., 45, 451, 54)
4.5. - Effetti specifici (anche con rif. a 4.2., 4.3., 4.4.)
4.5.1. - Studi tossicocinetici
Formaldeide ed acido formico sono escreti nelle urine di cani e gatti alimentati con carne o pesce esenti da conservativi, derivando dall'ossido di trimetilammina presente naturalmente; la concentrazione è 4-5 volte superiore a quella trovata nelle urine dell'uomo alimentato con pesce conservato con esametilentetrammina (Malorny et al., FAO/OMS n. 5 Food. Add. Series, 1974). In vitro, il sangue umano ossida il 30% della formaldeide ad acido formico in 4 ore (Malorny 1964, Ibid). La formaldeide è convertita dagli eritrociti in acido formico con un periodo di semivita di 1 min. (Malorny 1966, Ibid.). Anche nei cani per via orale è rapidamente assorbita e trasformata in acido formico (Marlorny, 1965, Ibid.). Mediante C14, nei ratti e nei topi per via orale (sonda), dopo 5 minuti la radioattività era distribuita sull'intero organismo. Eliminazione: 40% espirata dopo 12 ore, 10% nelle urine, 1% nelle feci. Dopo 86 ore residuava il 10% (Buss et al., 1964, in FAO/OMS, n. 5 - Food Add. Series, 1974)
4.5.2. - Effetti cancerogeni
Ratti e topi: Inalazione 15 ppm per 6 ore/giorno, per 16 mesi: Cancerogeno nel ratto.
Sperimentazione sui ratti, 120 animali per sesso per tre livelli più il controllo, 15, 6 e 2 ppm di vapori di formaldeide: dopo 24 mesi a 15 ppm un totale di 93 ratti dimostravano carcinomi con cellule squamose nei turbinati nasali; 2 ratti mostravano carcinomi dell'epitelio respiratorio.
Inoltre, 2 ratti esposti a 6 ppm e 2 topi a 15 ppm mostravano carcinomi ai turbinali nasali. (Studio Ciit., 20/21 nov. 1980, Niosh/Osha, loc.cit.).
Studi epidemiologici non consentono ad oggi una valutazione definitiva di rischio cancerogeno per l'uomo.
4.5.3. - Effetti mutageni (tipi di tests).
Positiva in :
Typhimurium, 10 microlitri/piastra (Ann. 58) N.Y. Acad. Sc., 76, 475.
E. coli: 100 ppm/3h (Americ. Naturalist., 85, 119, 51)
S. marcescens: 5 g/l (Arch. Fuer Toxikologie: 28, 93, 71)
Nondisgiunzione: D. melanogaster, Orale: 250 ppm /Theoretical and Appl. Gen. Etics, 39, 330, 69)
Nondisgiunzione: D. melanogaster, Inal.: 7 pph/24 h (Ibid.)
Nondisgiunzione: D. melanogaster, Parenter.: 3.000 ppm (Americ. Naturalist, 86, 330, 52)
N. Crassa: Molds, 10 mmol/piastra (Cold Spring Harbor Symposia on Quantit. Biology, 16, 245, 52)
Ricombinazione mitotica: S. cerevisiae, Lieviti: 24 mmol/1 (Mutation Res. 33, 179, 75)
Riparazione DNA: Uomo, hela cellule, cellule somatiche: 10 mmol/1 (Cancer Res. 38, 2632, 78)
4.5.4. - Effetti sulla riproduzione, compresi effetti teratogeni
(Vedere: Esametilentetrammina): Iniettata in uova fecondate, la formaldeide è ossidata rapidamente ad acido formico: 90% entro 48h (Lange, 1968 in FAO/OMS n. 5 Food Additifs Series, 1974)
5. DATI ECOTOSSICOLOGICI
5.1. Effetti sugli organismi
5.1.1. - Organismi acquatici
5.1.1.7. - Prove su stadi di sviluppo su pesci.
Tossico per goldfish a 25 ppm CL 50 per 25 h su pesce gatto: 87 ppm (33).
5.1.2. - Organismi terrestri
5.1.2.1. - Effetti su piante superiori.
Altamente fitotossico se iniettato nel terreno. Tossico per parti vegetali prive di clorofilla (3).
5.2. - Assunzione e accumulo negli organismi vegetali ed animali
Vedi 4.5.1.
6. STUDI AMBIENTALI
6.1. - Destino ambientale
6.1.1. - Reattività chimica
Esiste la possibilità teorica che nello stomaco la formaldeide reagisca con gli ioni cloro per formare bis-clorometil-eteri. Ciò avviene facilmente in fase gassosa, ma è molto meno probabile in fasi liquide (Conning D. in FAO/OMS n. 5 Food Ser., 1974).
6.2. - Studi sulla contaminazione
6.2.1. - Catena alimentare
La formaldeide e l'acido formico sono presenti nel pesce fresco privo di conservanti, nel miele, nei cibi affumicati e in alcuni frutti (Malorny, in FAO/OMS n. 5 Food Add. Series, 1974).
6.2.2. - Suolo
Persistenza nel suolo inferiore a 4 giorni (33).
6.2.4. - Atmosfera
Presente da 0,005 a 0,06 ppm in aree prossime a complessi industriali o di smog pesante. Nel fumo di sigaretta sono presenti 40 ppm in volume (Niosh/Osha, loc.cit.).
7. - OSSERVAZIONI SULL'UOMO
7.1. - Esposizione professionale
USA: tra il 1972 e il 1974, 1,6 milioni di lavoratori esposti alla formaldeide in più di 60 categorie di industrie. Di questi, 57.000 furono esposti per 4 ore o più al giorno.
Circa 50.700 erano impegnati in servizi medici o sanitari, circa 457.200 erano impegnati nell'industria chimica, stampa, carta, meccanica, ecc. Negli ultimi dieci anni le concentrazioni industriali trovate erano (in ppm): produz. fertilizzanti 0,2-1,9; coloranti -0,1-5,9; tessili -0,1-1,4; resine (non di fonderia) -0,1-5,5; fonderie bronzo 0,12-8,0; fonderie ferro -0,02-18,3; carte trattate 0,14-0,99; sale di autopsia 2,2-7,9; industria legno 1,0-2,5.
Per esposizione a 3 ppm si ha inalazione di 29 mg/giorno (Niosh/Osha, loc.cit.).
Uomo: Mctoss. 17 mg/mc/30 mesi (J. Amer. Med. Assoc., 165, 1908, 57)
Limite di percettibilità: 0,09 ppm dal 100% dei soggetti (Melekhina V.P.-U.S. Dept of Commerce, Nat. Techn. Inf. Service; Springfield (Va) 1964).
Categorie esposte: anatomisti, agricoltori, panettieri, estetisti, biologi, rilegatori di libri, botanici, rifinitori di tessuti antipiega, addetti alla produzione e all'impiego di disinfettanti, personale di negozi di abbigliamento, sarti, imbalsamatori, persone a contatto con materiale incombustibile, con fusicidi, con vernici spray o ad immersione, personale addetto a lavorazione di pellicce, a incisione di acqueforti su vetro, tecnici istologi, laccatori e addetti alla produzione di lacche, personale medico, sterilizzatori del suolo e addetti alle serre, conciatori, stampatori e addetti all'impiego di mordenti per tessili, personale a contatto con tessuti impermeabili, addetti alla produzione di farmaci, coloranti e vernici, sostanze per l'imbalsamazione, glicole etilenico, resine, colle, e adesivi, esametilentetrammina, inchiostri, carta, pentaeritritolo, pellicole fotografiche, gomma, derivati del petrolio, fusione dei metalli, fabbricazione di specchi (Nat. Inst. for Occup. Safety and Healt, dic. 1976). La maggior parte dei casi riportati riguarda particolarmente lavoratori dell'industria tessile e dei settori connessi, compresi negozi di abbigliamento. Altri casi si riferiscono a industrie produttrici di resine (piroli di polietilene), della carta e di filtri. In tutti i casi si riportano sintomi irritativi a carico delle mucose del naso, della gola e dei bronchi, oltre che degli occhi, diminuita sensibilità olfattiva, disturbi del sonno, sete eccessiva, cefalea, sonnolenza. In genere sintomi irritativi compaiono a partire da 0,5-0,9 ppm. Sopra a 10 ppm compaiono tosse e difficoltà respiratorie (Citaz. 4, 23, 24, 30-45 riportate in [120]). In un caso (citaz. 37, riportata in [120]) descritto episodio di asma allergico. Molti casi di dermatiti in industrie produttrici di resine ed anche in fabbriche dove le resine venivano impiegate per produrre oggetti (citaz. 21, 24, 30, 35, 49, 50, 51, 52, 53, 54, 55, 56, 58, 59 in citaz. n. 120).
7.2. - Esposizione non professionale
Un individuo che fuma un pacchetto di sigarette al giorno potrebbe inalare 0,33 mg (1).
7.3. - Esposizione accidentale
Donna: MDL 36 mg/kg (Pract. Toxicol. of Plastics, 1968, 328, 68).
Uomo in genere: MDL 500 mg/kg (78).
13 casi letali all'autopsia rivelavano grave danno all'esofago, allo stomaco e in alcuni casi al duodeno (indurimento dei tessuti, edema, congestione, emorragia, erosioni). (Citazioni da 15 a 20 e da 25 a 28 riportate in [120]).
8. (PUNTO OMESSO DAL LEGISLATORE)
9. - DATI COMPLEMENTARI PER PARTICOLARI APPLICAZIONI E USI
9.1. - Additivi degli alimenti
Conservativo.
9.2. - Materiali in contatto con gli alimenti
Resine urea-formaldeide, resine melammina-formaldeide, resine poliuretaniche, gomme, rivestimenti di superficie, resine fenolo-formaldeide, resine acetaliche, modificanti (patine) per carte resistenti ai grassi e all'acqua.
9.3. - Fitofarmaci e presidi delle derrate immagazzinate
Fungicidi.
9.4. - Medicamenti
Industria farmaceutica, farmaci, prodotti da banco.
9.5. - Cosmetici
Componente di cosmetici e deodoranti.
9.6. - Disinfettanti
Sostanza attiva per disinfettanti. La formalina è una soluzione acquosa al 37-50% di formaldeide in peso.
9.7. - Vernici, inchiostri, adesivi
Componente di adesivi, coloranti e vernici.
9.8 - Prodotti per la casa
Detergenti.
9.11. - In altre applicazioni
Liquidi per imbalsamazione, esplosivi, fertilizzanti, prodotti per il legno, filtri, carburanti, schiume per isolamento termico, intermedi chimici, prodotti del cuoio, lubrificanti sintetici, industria della carta, attrezzature sportive, tessili, applicazioni su autovetture, industria fotografica, resine fenoliche, ureiche, poliacetaliche, melamminiche, fertilizzanti.
10. - CONCENTRAZIONI LIMITE INDICATE
10.2 -T.L.V.(Valore plafond)30 mg/mc 2,0 ppmStati Uniti(Am. Conf. Ind.Hyg., 1980) Paese Anno
 

ppm

mg/mc

Paese

Anno

4

5

Bulgaria

1970

1,5

2

Cecoslovacchia

1969

5

6

Finlandia

1970

1

1,2

R.F.T.

1977

4

5

R.D.T.

1969

10

12

Gran Bretagna

1969

0,8

1

Ungheria

1970

4

5

Polonia

1970

2,5

3

Romania

1970

2

3

Svezia

1975

0.4

0,5

U.R.S.S.

1979

5

6

Iugoslavia

1970


10.3. - Altre concentrazioni indicate come limite tollerabile
Osha: 3 ppm sulle 8 ore, con valore "Ceiling" di 5 ppm e non più di 10 ppm per 30 min. nelle 8 ore.
11. - CLASSIFICAZIONI DI PERICOLO
11.1. - C.E.E.
11.1.1. - Categorie di pericolo
11.1.1.7. - Tossici: SI.
11.1.1.10. - Irritanti: SI.
11.1.2. - Avvertenze di rischio (frasi R)
11.1.3. - Consigli di prudenza (frasi S)
11.1.4. - Note.
B D
B
12. - VALUTAZIONI DISPONIBILI
- La nuova tabella delle malattie professionali (D.P.R. 9 giugno 1975, n. 482) dell'industria prevede il riconoscimento assicurativo per la formaldeide alla voce n. 39 (aldeidi sature e insature);
- Obbligo di visita periodica semestrale, D.P.R. 19 marzo 1956, Tab. allegata, voce n. 29;
- Industrie insalubri, D.M. 23 dicembre 1976;
- Lavori pericolosi e insalubri, ai sensi dell'art. 6, legge 17 ottobre 1967, n. 977 (tutela fanciulli e adolescenti);
- Lavori pericolosi e insalubri, ai sensi del D.P.R. 25 novembre 1976, n. 1026 (tutela lavoratrici madri);
Commissione per lo studio degli effetti cancerogeni, mutageni e teratogeni dei composti chimici (1° giugno 1981):
Conclusioni.
I dati sperimentali attualmente a disposizione suggeriscono la possibilità di un rischio cancerogeno per l'uomo per effetto di inalazione. Inoltre, può essere ipotizzato un rischio genetico umano. Tuttavia, i dati sono per la maggior parte descritti in forma preliminare o fanno riferimento ad indagini non conclusive; essi, quindi, non sono sufficienti a definire esattamente il tipo e l'entità dei rischi tossicologici. In attesa di acquisire i risultati finali e dettagliati degli studi tossicologici recentemente ultimati e i risultati degli studi epidemiologici in corso, la commissione ritiene necessario che vengano acquisite informazioni sui livelli e modi di esposizione, soprattutto per via inalatoria, sia dei lavoratori che della popolazione in generale e, contemporaneamente, che si attuino gli opportuni interventi per ridurre l'esposizione.
13. - RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
13.1. - Riferimenti bibliografici di base
001 Wiswesser, W.J.(Ed.) 1976. Pesticideindex.Gelbert, A.,J.B. High,R. Freeland, W.P. Mordoch, J.S.Packer - Entomological Societyof America, College Park,Maryland 20740.
003 Gunter, H.R.(Ed.) 1966. Pesticide chemicalsofficialcompendium. Association of American PesticideControl Officials,Kansas State Board of Agricolture1032 - S StateOffice BuildingTopeka, Kansas 66606.
010 Sax, I.N.(Ed.)1975. Dangerous propertiesof industrialmaterialsVan Nostrand Reihold Company, New York, Cincinnati,Toronto, London, Melbourne.
011 Stecher, P.G.(Ed.),B.M. Szafranski,M.J. Finkel,O.H. Siegmund (Coll.1960. The Merck indexof chemicals drugs. Merck & Co., Inc.,Rahway, N.J.,U.S.A.
028 Melnikov, N.N.(Ed.) 1971. Chemistry of PesticideRes. Rev. 36, Berlin,Heidelberg,New York.
033 Pimentel, D.(Ed.) 1971. Ecologicaleffectsof pesticideson nontargetspecies. Executiveofficeof the president. Office of scienceand technology. U.S. Governement PrintingOffice. Washington, D.C. 20402.
078 Niosh: Registry of toxiceffectsof chemicalsubstances (RTECS). Fileon-lineNational libraryof medicine of Bethesda (U.S.A.) Niosh: Registryof toxiceffectsof chemical substances (RTECS). Vol.I and II;1977 Edition.
091 Patty, F.A.(Ed.),D.W. Fasset, Don F. Irish(Eds.)1962. Industrialhygiene and toxicology.Vol. II.Toxicology. Intersciencepublishers, adivisionof John Wiley & Sons. New York, London.
13.2. - Riferimenti bibliografici specifici
120 BelliS.e Conti P.:Scheda "Formaldeide oaldeide formica" -Medicina dei lavoratorin. 4, pagg. 436-451 (1980).
14. - AGGIORNAMENTO DELLA SCHEDA
14.1. - Scheda aggiornata al 19 ottobre 1981.
 

Capitolo II
Dati sulla produzione e sulla utilizzazione della formaldeide

I seguenti dati sono stati forniti dall'Associazione nazionale dell'industria chimica (Aschimici) nell'ottobre 1982 e rappresentano le informazioni che da detta Associazione è stato possibile reperire a quella data.
1. Quantitativi prodotti
Il consumo annuale nazionale di formaldeide in soluzione al 36% si aggira per il 1981 sulle 500.000 t; tale quantitativo rappresenta anche la produzione nazionale in quanto le esportazioni e le importazioni praticamente si equivalgono.
A livello europeo (Europa occidentale, Italia compresa) la produzione è di circa 4.500.000 t, mentre quella mondiale è di oltre 11.000.000 t, sempre di prodotto al 36%.
2. Utilizzazioni e applicazioni
La principale utilizzazione della formaldeide è costituita dalla produzione di resine termoindurenti e collanti derivate dall'urea, dal fenolo e dalla melamina.
Più in particolare la ripartizione dei consumi di formaldeide nei settori indicati è la seguente:
a) Resine e/o collanti ureici: 245.000 t/a (49%).
Tali prodotti vengono utilizzati nelle seguenti applicazioni:
- 200.000 t/a per la produzione di colle, utilizzate in tutti i settori dell'industria del legno e particolarmente nelle produzione di compensati, pannelli truciolari e conglomerati in sughero, nell'impiallacciatura e nei lavori di falegnameria in genere;
- 32.000 t/a per la produzione di polveri da stampaggio utilizzate per ottenere manufatti di ogni genere (prese di corrente, interruttori, accessori per bagno, capsulame, bottoni, ecc.);
- 10.000 t/a per la produzione di appretti per il trattamento dei tessuti e della carta, nonché in altri settori minori quali l'industria delle vernici, degli abrasivi, ecc.;
- 3.000 t/a per la produzione di espansi destinati alla coibentazione.
b) Resine e/o collanti fenolici: 70.000 t/a (14%) di cui:
- 40.000 t per la produzione di colle, impiegate nell'industria del legno e per l'impregnazione della carta per l'ottenimento dei laminati;
- 25.000 t per la produzione di polveri da stampaggio destinate alla fabbricazione di manufatti di ogni genere;
- 5.000 t per la produzione di resine utilizzate per l'agglomerazione di sabbie per fonderie e nell'industria delle vernici, degli espansi, ecc.
c) Resine e/o collanti melaminici: 35.000 t/a (7%) di cui:
- 25.000 t per la produzione di colle e resine per l'impregnazione delle carte nell'industria del legno, la produzione di laminati e la nobilitazione in genere;
- 10.000 t per la produzione di polveri di stampaggio, resine per vernici, appretti per carte e tessili, ecc.
La rimanente quantità di formaldeide è impiegata nella produzione dei seguenti composti:
- 100.000 t per la produzione di polialcoli, principalmente pentaeritritolo e trimetilpropano. Circa l'80% di pentaeritritolo è utilizzato nelle produzioni di resine alchidiche destinate alla industria delle pitture;
- 20.000 t per la produzione di esamina, utilizzate nell'industria del caucciù e come vettore della formaldeide nelle materie plastiche;
- 10.000 t per la produzione di MDI;
- 20.000 t per la produzione di fertilizzanti a lenta cessione di azoto, nella lavorazione delle pelli, nell'industria dei coloranti, per la produzione di prodotti farmaceutici, per cosmesi, per l'igiene e la disinfezione domestica e generale.
Per quanto concerne in particolare l'utilizzazione della formaldeide nei settori delle vernici, dei coloranti, degli inchiostri, delle lacche e dei prodotti per la casa, l'Aschimici segnala quanto segue:
- in vernici, lacche e inchiostri la formaldeide non è utilizzata in quanto tale; sono invece utilizzate resine derivate dalla formaldeide, con presenza di monomero libero in quantità controllata. Resine formaldeidiche sono utilizzate nel settore degli inchiostri in quantità inferiori alle 10 t/a, mentre per vernici e lacche la quantità utilizzata si può stimare attorno alla decina di migliaia di t/a;
- nell'industria dei coloranti la formaldeide, una volta utilizzata come solvente, è stata progressivamente sostituita da sostanze tecnologicamente più rispondenti alle necessità del settore. Attualmente trova utilizzazione come intermedio per particolari tipi di coloranti e come additivo antimuffa;
- per quanto riguarda i prodotti per la casa, piccole quantità di formaldeide sono contenute nei deodoranti domestici, nei prodotti per l'igiene personale (dentifrici, shampooing, antitraspiranti) e in qualche prodotto per l'igiene della casa.
 

Capitolo III
Misure cautelative

Sulla base degli elementi conoscitivi riportati in precedenza è possibile evidenziare alcuni precisi orientamenti in merito a determinati settori di impiego della formaldeide; orientamenti che, anche se non consentono ancora una visione globale dell'intera problematica, riflettono precise misure cautelative che debbono essere prese in considerazione in via prioritaria.
1. Impiego della formaldeide nel settore dell'edilizia
Si possono evidenziare tre fondamentali tipi distinti di applicazione:
a) come isolante termico sotto forma di schiuma ottenuta da resina urea-formaldeide;
b) come componente di colle ed adesivi speciali per l'applicazione di materiale edilizio vario quali parati, moquettes;
c) come componente di leganti impiegati nella manifattura di compensati, di pannelli truciolari, di conglomerati in sughero e nei lavori di falegnameria in genere.
Le modalità di uso nei settori specifici di cui sopra differiscono notevolmente da caso a caso e pongono di conseguenza rischi differenziati.
In particolare:
a) per le schiume urea-formaldeide: la tecnologia prevede in pratica l'impiego in situ di un prepolimero di urea e formaldeide in presenza di apposito catalizzatore che, iniettato nella intercapedine dei muri degli edifici, dà luogo a formazione di una schiuma che solidifica in loco e che risulta, in seguito, praticamente inamovibile, a meno che non si ricorra alla demolizione dei muri stessi. Tale schiuma rilascia però, nell'ambiente interno degli edifici, residui di formaldeide allo stato di gas in concentrazioni che possono essere fonti di inconvenienti. Il fenomeno prosegue nel tempo e quindi può ingenerarsi un rischio continuato negli ambienti trattati.
Tale azione è addebitabile soprattutto all'esistenza certa di effetti connessi al carattere irritativo sugli occhi e sull'apparato respiratorio della formaldeide; oltre a ciò vi sono anche potenzialmente, come innanzi riferito, rischi connessi ad eventuali effetti irreversibili, i quali ultimi però, al momento, sono stati dimostrati sperimentalmente soltanto sugli animali, ma non sono stati evidenziati con idonei studi epidemiologici sull'uomo.
In effetti alcuni Paesi quali gli USA e il Canada hanno recentemente affrontato lo stesso problema proponendo e/o ponendo divieti all'utilizzazione di tali tipi di schiume.
Altri Paesi invece, come la Germania, la Danimarca, la Svezia, l'Olanda, hanno promulgato o raccomandato un limite massimo ammissibile di esposizione alla formaldeide negli ambienti di vita trattati con le schiume in questione.
Dovendo considerare ipoteticamente lo stesso tipo di problema sul piano nazionale, si fa rilevare che, secondo informazioni preliminari fornite dall'Aschimici, attualmente in corso di verifica a mezzo di indagine conoscitiva avviata sul piano nazionale tramite il nucleo antisofisticazioni dell'Arma dei Carabinieri, sembra che la tecnologia in questione, già sperimentata da oltre un ventennio, abbia avuto una certa diffusione soltanto nell'ultimo decennio a seguito della crisi energetica ed abbia trovato applicazione per la coibentazione di alcune decine di migliaia di abitazioni.
Questo Ministero, pertanto, considerati i suddetti possibili rischi per la popolazione esposta, ritiene, allo stato attuale, di prospettare l'opportunità di vincolare l'uso di tali schiume al rispetto puntuale di precisi parametri di tipo tecnologico-sanitario, onde evitare che l'eventuale ulteriore diffusione di tale procedimento in forma del tutto incontrollata possa determinare in un prossimo futuro situazioni difficilmente sanabili, qualora gli studi scientifici attualmente in corso dovessero evidenziare in maniera chiara l'esistenza dei rischi attualmente ipotizzati.
Al riguardo verrà quanto prima intrapresa da parte di questo Ministero una iniziativa di carattere normativo, basata sull'applicazione del disposto dell'art. 4 della legge n. 833 del 1978.
Tale iniziativa, che avrà aspetti di carattere prettamente cautelativo e prevenzionale, riguarderà la fissazione di un limite massimo di esposizione dell'uomo alla formaldeide negli ambienti di vita e di soggiorno nei quali sia stata utilizzata la tecnologia in questione.
Nelle more dell'emanazione di tale normativa specifica, il cui iter prevede verosimilmente tempi non brevi, anche al fine di poter disporre in tale sede di un utile parametro di verifica, è opportuno fin d'ora attenersi in via sperimentale e provvisoria al rispetto di un limite massimo di esposizione, valutato in base ai limitati dati sperimentali attualmente disponibili, nonché agli orientamenti emersi in alcuni Paesi esteri, in 0,1 ppm da determinarsi in locali confinati e chiusi da almeno 24 ore.
Per quanto riguarda poi la valutazione degli aspetti più propriamente tecnici legati alla produzione ed all'impiego di tali resine, idonei in ogni caso a garantire l'assenza di rischio per la popolazione esposta, in attesa che possa essere definita da parte dei competenti Ministeri una idonea ed organica normativa, potrà utilmente essere fatto riferimento al documento tecnico elaborato in sede UNIPLAST concernente il progetto n. 445 relativo a "Materie plastiche cellulari rigide - Schiuma ureica per isolamento termico in loco nell'edilizia - Requisiti e Prove" che costituisce un codice di autoregolamentazione dell'industria;b) per la manifattura di compensati, di pannelli truciolari, di conglomerati in sughero in cui la formaldeide è impiegata come legante, si ritiene che, fatte salve le esigenze protezionistiche degli addetti alla produzione, sul piano della loro utilizzazione negli edifici possano essere ridotti od eliminati gli inconvenienti qualora a livello produttivo dei manufatti si adottino opportuni accorgimenti. Questi consistono nell'impiego di materiali che limitano al massimo possibile il rilascio di formaldeide libera, nel prevedere un congruo periodo ed adeguate modalità di stoccaggio dei manufatti stessi ed un adeguato trattamento protettivo degli stessi prima della loro messa in opera.
Una opportuna timbratura dei pannelli stessi potrebbe servire a verificare l'avvenuto stoccaggio.
Questo Ministero ritiene pertanto che questi manufatti possano continuare ad essere utilizzati a condizione che i produttori assicurino il rispetto delle cautele suddette in attesa che anche per questo settore una adeguata normativa tecnica venga definita.
Resta valido in ogni caso in via sperimentale e provvisoria il limite massimo di esposizione di 0,1 ppm negli ambienti di vita e di soggiorno nei quali i suddetti materiali siano stati utilizzati.
2. Impiego della formaldeide in altri settori quali ad esempio il tessile, della carta, delle vernici, degli abrasivi, moquettes ecc.
Si ritiene che, fatte salve le esigenze protezionistiche degli addetti alla produzione, sul piano della loro utilizzazione potrebbero essere eliminati tutti gli inconvenienti qualora, a livello produttivo dei manufatti si adottino opportuni accorgimenti atti a limitare al massimo possibile il rilascio di formaldeide libera.
Pertanto anche per questi manufatti la formaldeide potrà continuare ad essere utilizzata a condizione che i produttori assicurino il rispetto delle cautele suddette, in attesa che un'adeguata normativa venga definita. Resta valido in ogni caso, in via sperimentale e provvisoria il limite massimo di esposizione di 0,1 ppm negli ambienti di vita e di soggiorno nei quali i suddetti materiali siano stati utilizzati.
3. Impiego della formaldeide nella sterilizzazione e disinfezione
Si possono evidenziare le seguenti applicazioni particolari:
a) sterilizzazione con formaldeide gassosa in ambito ospedaliero;
b) disinfezione con preparati contenenti formaldeide in soluzione.
Per quanto riguarda il punto a), questo Ministero rileva che la sterilizzazione a gas con formaldeide utilizzabile in campo ospedaliero per il trattamento di bonifica di materiali vari, per l'uso diretto in campo umano, attualmente non disciplinata sul piano nazionale, mostra degli inconvenienti che ne sconsigliano l'impiego, inconvenienti soprattutto dovuti alla difficoltà di gassificazione della formaldeide all'interno dell'impianto, alla temperatura di esercizio che limita notevolmente il tipo di materiali trattabili con tale metodica e soprattutto alla presenza sui materiali trattati di residui difficilmente eliminabili anche dopo lunghi periodi di aereazione e comunque a livelli elevati non compatibili con l'uso in campo umano.
D'altra parte, vengono nutrite serie preoccupazioni sul fatto che a seguito dell'emanazione delle circolari di questo Ministero n. 47 dell'1 ottobre 1981 e n. 8 dell'1 febbraio 1983 che disciplinano in maniera adeguata, ma piuttosto vincolante e rigida, l'uso per scopi analoghi dell'ossido di etilene, si stia determinando, a fini esclusivamente utilitaristici, un orientamento favorevole all'uso di apparecchiature a formaldeide che, come detto, sono attualmente di libero impiego e senza alcun vincolo di carattere normativo.
Tale orientamento dovrebbe essere quindi contrastato al massimo onde evitare che in un prossimo futuro ci si possa trovare, come già verificatosi in passato per l'ossido di etilene, di fronte alla necessità di sanare situazioni di fatto non accettabili sotto il profilo sanitario.
Al contrario, dovrebbe essere svolta ogni opportuna azione tesa a garantire che la pratica di sterilizzazione ad OEt in campo ospedaliero venga eseguita nel pieno rispetto di tutte le condizioni stabilite. Infatti l'uso di tale ultimo gas rappresenta, anche perché di recente rigorosamente disciplinato, la unica valida tecnologia per il trattamento in campo ospedaliero di materiali che non possono essere bonificati con il calore o vapore.
b) disinfezione con preparati contenenti formaldeide allo stato solido o in soluzione.
In tale settore si possono evidenziare tre tipi particolari di applicazione e cioè:
- per la disinfezione di ambienti confinati, di comunità, ospedali, industrie, scuole, ecc. per interventi radicali di bonifica (ad esempio per disinfezioni terminali a seguito di malattie infettive, trattamento di "locali sterili" ecc.);
- negli stessi ambienti di cui sopra per normali operazioni di pulizia o di disinfezione;
- in ambienti domestici, per uso corrente di pulizia e di disinfezione.Si fa notare come nel primo caso vengano impiegati generalmente preparati solidi oppure soluzioni di formolo da parte di personale specializzato ed appositamente istruito, il quale ha in dotazione maschere, guanti e indumenti protettivi.
La disinfezione degli ambienti in questi casi assume sempre carattere di tipo straordinario e di conseguenza la riutilizzazione degli ambienti stessi in cui è avvenuta la disinfezione viene consentita soltanto dopo aver protratto la ventilazione per un tempo sufficiente alla eliminazione totale della formaldeide residua. Nel secondo e nel terzo caso, invece, vengono impiegate soluzioni di formaldeide più diluite, alcune delle quali in commercio sotto forma di preparati disinfettanti saponosi, senza che, fatte salve le generiche misure precauzionali, siano previsti particolari modalità e mezzi protettivi.
Per la qualificazione del rischio dovuto all'esposizione bisognerà riferirsi, distintamente, ai due diversi tipi di prodotto in relazione alla loro costituzione ed alla loro differente possibilità di inalazione.
Per il formolo, prendendo in considerazione, per primi, il personale delle squadre di disinfezione, si può osservare che, sebbene esso venga impegnato con una certa frequenza per far fronte alle esigenze di numerosi interventi, il rischio di inalazione rimane limitato, trattandosi di personale addestrato e diretto, con presenza costante, per l'intera durata dell'operazione, da persona responsabile anche dell'effettivo uso dei prescritti mezzi e indumenti protettivi.
In quanto ai componenti delle collettività, presso le quali viene occasionalmente praticata la disinfezione, i rischi di inalazione sono irrilevanti ove si considerino le rigorose misure che si adottano prima di consentire l'accesso ai locali bonificati.
E cade qui l'occasione per osservare come l'elevato potere irritante e l'odore pungente, notoriamente considerati caratteristiche negative della formalina, finiscono con l'assolvere - tenendo lontano l'uomo - un ulteriore ruolo di prevenzione contro la evenienza di una accidentale esposizione.
Per quanto attiene, invece, alle soluzioni diluite di formaldeide, contrariamente a quanto viene inizialmente fatto di ipotizzare, il rischio derivante dalla esposizione, sia per il personale destinato ad impiegarlo sia per i componenti della collettività presso cui viene irrorato, risulta maggiore per i seguenti motivi:
- la mancata richiesta di qualificazione nel personale che lo impiega;
- la non soggezione della sostanza a limitazioni od a particolari precauzioni (in analogia con altri prodotti sapoformolici diffusamente usati nei singoli ambienti domestici dalla popolazione in genere);
- la buona maneggevolezza del prodotto che, in assenza di azione irritante o di odore sgradevole, non induce diffidenza in chi vi viene a contatto;
- la sua facile disponibilità ad ogni livello;
- la conseguente possibilità di esposizione per tempi e per dosi di molto difficile quantificazione.
In conclusione, tenuto conto della diversità delle modalità applicative, si ritiene che nel primo caso l'utilizzazione dei preparati a base di formaldeide possa continuare ad essere consentita, purché venga impiegata da personale esperto e qualificato e nella rigorosa osservanza di tutte le precauzioni del caso.
Nel secondo e terzo caso, invece, in cui l'impiego generalizzato della formaldeide viene effettuato soprattutto da persone non esperte, le quali quindi difficilmente possono seguire con cognizione di causa tutte le misure precauzionali del caso, si ritiene opportuno che l'uso di tali prodotti venga progressivamente abbandonato in previsione del danno che proprio tale facilità di impiego potrebbe alla lunga comportare.
Tale eliminazione dovrebbe essere realizzata dall'industria di settore entro un intervallo di tempo non superiore ad anni tre.
La sostituzione potrebbe avvenire con sostanze disinfettanti di pari efficacia e di uso altrettanto pratico, in grado di assicurare una maggiore sicurezza sotto il profilo igienico-sanitario.
4. Impiego della formaldeide in prodotti per uso personale e/o domestico
Anche per gli impieghi della formaldeide in tale settore, che riguarda soprattutto prodotti deodoranti domestici, prodotti per l'igiene personale (dentifrici, shampooing, antitraspiranti) e prodotti per l'igiene della casa, si ritiene opportuno procedere progressivamente ad un'eliminazione e sostituzione con sostanze di pari efficacia e di uso altrettanto pratico, in grado di assicurare una maggiore sicurezza sotto il profilo sanitario, fatto salvo quanto specificatamente previsto da apposite normative di settore.
Tale eliminazione dovrebbe essere realizzata analogamente dall'industria di settore entro un intervallo di tempo non superiore ad anni tre.
5. Impiego della formaldeide in campo farmaceutico-parafarmaceutico e veterinario
L'impiego della formaldeide in specialità medicinali per uso umano o veterinario ed in presidi medico-chirurgici mostra scarsa rilevanza e soprattutto non sembra sollevare importanti problemi tenuto conto della via di somministrazione prevista per i preparati medesimi che non comportano in genere una esposizione di tipo inalatorio.Purtuttavia nell'ambito dei periodici esami e controlli che vengono effettuati dalle competenti Direzioni generali di questo Ministero sui preparati in parola si terrà conto caso per caso della presenza della formaldeide e si procederà alle eventuali valutazioni di merito.
6. Impiego della formaldeide nel settore alimentare
La legislazione vigente contempla alcuni specifici casi per i quali è ammesso l'uso di formaldeide.
In particolare con D.M. 28 luglio 1978 è stata prorogata l'autorizzazione al trattamento con aldeide formica del latte impiegato nella produzione del formaggio "Grana Padano", a condizione che il prodotto finito posto in commercio non contenga più di 0,5 mg/kg di formaldeide libera o combinata.
Inoltre con precedente decreto ministeriale del 29 dicembre 1973 è stato autorizzato l'impiego dell'esametilentetrammina nel provolone, purché nel prodotto finito, posto in vendita, il tasso di tale sostanza (espresso come aldeide formica) non superi 25 mg/kg.
Tali disposizioni sono state adottate in applicazione di direttive comunitarie.
Per quanto riguarda il settore dei contenitori per alimenti, si precisa che sono consentite, nella preparazione di oggetti di plastica destinati a venire in contatto con gli alimenti, le resine ottenute per condensazione della formaldeide con altre sostanze come la melammina, l'urea ecc., a condizione che tali oggetti non cedano più di 1 mg/dm di aldeide formica.
Inoltre l'aldeide formica può essere utilizzata come reticolante in alcuni tipi di gomme destinate a venire in contatto con gli alimenti.
Per quanto riguarda gli antiparassitari agricoli, la formaldeide viene utilizzata come coformulante in alcuni prodotti, nei quali, alla dose massima dello 0,1-0,2%, svolge funzioni di stabilizzante del preparato.
Preso atto di tale situazione, si ritiene che in considerazione delle modeste quantità di formaldeide presenti nei vari alimenti e nei prodotti succitati non si richiedano ulteriori interventi restrittivi.
In ogni caso la competente Direzione generale per gli alimenti e la nutrizione di questo Ministero procederà periodicamente alle necessarie verifiche ed alle conseguenti valutazioni di merito.
7. Impiego della formaldeide in settori specifici lavorativi
È opportuno evidenziare che la formaldeide trova applicazione anche in numerosi altri settori lavorativi, come si può facilmente evincere dall'esame della tabella allegata che riporta le concentrazioni ambientali e le sorgenti di formaldeide con relative frequenze di popolazione esposta.
Al riguardo si rileva la difficoltà di fissare precisi parametri relativi alla esposizione degli addetti a tali tipi di lavorazioni, dovendosi demandare in linea di principio tale compito ai competenti uffici delle varie Amministrazioni interessate. Al riguardo, pertanto, è necessario un ulteriore approfondimento da parte dei competenti Ministeri ed Enti indicati dalla legge di riforma sanitaria n. 833 del 1978 a gestire tale materia.
Concentrazioni ambientali e sorgenti di Formaldeide con relative percentuali di popolazione esposta
 

Sorgenti

ppm

Esposizione

%

Industria tessile

0,2

Finissaggio e tintura

3-47

Prod. di calzature

1,9

Spray di formalina

4

Prod. compensato

0,35

Resine fenoliche ed ureiche

21

Prod. truciolato

1,15

Resine ureiche e melaminiche

12

Mobilifici

1,35

Adesivi, lacche, pitture

9

Adesivi produzione

1,75

Resine urea formaldeide (U.F.)

42

Fonderie

2,7

Resine furaniche

10

Prodotti in gomma

0,8

Adesivi, vernicianti corrosivi

29

Prod. mat. elettrico

0,1

Saldatura, laccatura, melamina - formaldeide

6

Costruzioni

2,8

Lacche per pavimenti

4

Ospedali

0,7

Disinfettante - conservante

31

Veterinaria

0,9

Disinfettante

23

Servizi funerari

1,2

Disinfettante - Conservante - Imbalsamature

?

Uffici, scuole

0,18

Truciolato, compensato, isolante u.f. adesivi, ecc.

100

Abitazioni

0,29

Truciolato, compensato, isolante u.f. tappezz., ecc.

100