Regione Emilia-Romagna
Risoluzione 24 settembre 2003, n. 4847

IL CONSIGLIO REGIONALE DELL’EMILIA-ROMAGNA

Considerato
- che il Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna ha approvato all’unanimità nella seduta del 19 Aprile 2001 apposita risoluzione consiliare sul tema della promozione di condizioni di regolarità, sicurezza e qualità del lavoro in Emilia-Romagna, con la quale dava mandato alla Giunta regionale di adottare un Programma di intervento integrato per la promozione della sicurezza, della regolarità e della qualità sociale delle condizioni di lavoro in Emilia-Romagna;
- che la Giunta regionale ha adottato la deliberazione n. 733/2001 con la quale veniva approvato un piano d’intervento d’ora innanzi, per brevità, definito "Chiaro, Sicuro, Regolare”;
- che il DPEF 2003-2005 articola obiettivi e misure di intervento per la realizzazione di condizioni di sicurezza e di qualità del lavoro;
Valutato
- che il processo di attuazione di CSR si è però dovuto confrontare immediatamente con un quadro di relazioni interistituzionali profondamente modificato, a fronte degli orientamenti e dei provvedimenti adottati dal Governo, caratterizzati da un approccio fortemente centralista e dalla diffusione della logica dei condoni, fra i quali, in particolare, rilevano: l’adozione della L. 383/2001, la “Tremonti bis”, centrata su politiche di emersione esclusivamente nazionali e limitate ai soli meccanismi di incentivazione economica e di condono; la successiva istituzione dei “Comitati per il lavoro e l’emersione del sommerso” - CLES, prevista dalla L. 266/2002, nominati dalle Prefetture, e con competenze limitate alla sola valutazione delle domande di emersione di cui alla L. 383/2001, art. 1 bis; la riconduzione, da parte del progetto di riforma istituzionale avanzato dall’attuale esecutivo, degli interventi di vigilanza all’esclusivo intervento dello Stato; la regolarizzazione dei cittadini extra-UE connessa alla L. 106/2002 caratterizzata sia dall’assenza di un ruolo per le Regioni e gli Enti Locali sia da istruttorie contrassegnate da tempi lunghi ed incerti, nel corso dei quali la condizione di irregolarità può riprodursi; il progetto di riforma del titolo V della Costituzione che riporta alla competenza esclusiva dello Stato la materia della tutela e sicurezza del lavoro;
- che sussistono forme articolate di lavoro irregolare, anche nei modi più gravi di violazione dei fondamentali diritti e delle condizioni minime di tutela dei lavoratori e, pertanto, è strategico e permanente l’obiettivo di rendere le condizioni di lavoro e le produzioni della nostra regione sicure, regolari, rispondenti a clausole sociali, e tali da ridurre la precarietà delle prestazioni;
Preso atto
della comunicazione predisposta dalla Giunta e presentata al Consiglio in ordine all'attuazione del programma “Chiaro, Sicuro, Regolare”, in adempimento della citata risoluzione consiliare che dava mandato alla Giunta di riferire al Consiglio in merito alle iniziative adottate ed ai risultati raggiunti;
Esprime
- apprezzamento per le azioni sinora realizzate in attuazione del Programma d’intervento “Chiaro, Sicuro, Regolare”, dando atto che ad esso hanno concorso, sulla base di azioni promosse dalla Giunta Regionale, le iniziative congiunte di Enti Locali, strutture periferiche dello Stato, Istituti assicurativi e previdenziali, Parti sociali;
- forte preoccupazione per le soluzioni adottate dal Governo improntate alla ricerca di soluzioni centralistiche ed orientate alla diffusione di una logica di deregulation del mercato, di precarizzazione, frammentazione dei rapporti di lavoro e di depotenziamento in materia di salute e sicurezza del lavoro;
- l’esigenza di rafforzare le azioni di prevenzione e sicurezza del lavoro poiché, pur a fronte di una diffusa applicazione della normativa vigente, si rilevano tassi preoccupanti di incidenza e gravità degli infortuni sul lavoro;
Conferma
l’esigenza di un programma di interventi regionale e locale per qualificare le condizioni di lavoro, la loro regolarità e sicurezza, come elementi sostanziali di un qualificato processo di sviluppo territoriale anche e soprattutto a fronte del nuovo quadro normativo e istituzionale delineato delle scelte del Governo, destinato a provocare ricadute negative sull’efficacia dell’azione degli organismi interessati;
Impegna la Giunta
1. a proseguire l’attuazione degli interventi regionale e locale previsti dal programma “Chiaro, Sicuro, Regolare”, verso l'obiettivo della riduzione nel triennio 2001/2003 del 10% degli infortuni, anche favorendo la generalizzazione delle migliori esperienze realizzate;
2. a corrispondere a tali finalità sia attraverso misure direttamente attuate dalla Regione, anche attraverso intese interistituzionali e con le Parti sociali, sia 3 mediante la promozione ed il sostegno di iniziative derivanti dall’impegno degli Enti Locali, delle strutture periferiche dello Stato, degli Istituti nazionali assicurativi e previdenziali, delle Parti sociali;
3. a sostenere forme di raccordo e coordinamento delle diverse istituzioni cui sono attribuite funzioni di vigilanza e controllo;
4. a promuovere, in accordo con gli orientamenti della UE, strumenti di misurazione, certificazione e valorizzazione della responsabilità sociale delle imprese, cogliendo esperienze e studi già avviati al riguardo, per arrivare ad individuare soluzioni idonee per la determinazione di un marchio di qualità sociale;
5. a contrastare la precarizzazione e la deregolamentazione del lavoro attraverso il sostegno di processi di stabilizzazione professionale delle persone;
6. a richiedere un confronto in sede di Conferenza unificata volto:
- alla verifica dell’andamento delle misure di emersione adottate a livello nazionale,
- ad un’intesa con le Regioni e gli Enti locali, per contrastare il lavoro sommerso, articolabile in ragione delle differenze territoriali e dei contesti sociali ed economici;
- al rafforzamento della vigilanza dello Stato e degli Istituti previdenziali ed assicurativi e della loro reale capacità di controllo, deterrenza e repressione del lavoro nero e delle connesse violazioni, ed alla riconferma del ruolo di coordinamento dei Presidenti delle Regioni (previsto dall’Accordo Stato-Regioni/Province autonome del 21 dicembre 2000) in ordine a tali interventi di vigilanza.
Infine
Invita
la Giunta Regionale ad integrare questo complesso di politiche in tutte le azioni amministrative e legislative più significative (bilancio, piano triennale per le attività produttive, legge per gli appalti, ecc.).