SENATO DELLA REPUBBLICA

XVI LEGISLATURA

Giunte e Commissioni



Resoconto stenografico

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette «morti bianche»



Lunedì 15 novembre 2010

Audizioni svolte presso il Comune di Paderno Dugnano



Presidenza del presidente TOFANI

INDICE

Audizione del sindaco di Paderno Dugnano
Audizione del comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri di Milano
Audizione del sostituto procuratore della Procura della Repubblica presso il tribunale di Monza
Audizione del Questore di Milano e di un rappresentante del Comando provinciale della Guardia di finanza
Audizione di rappresentanti dell’ARPA Lombardia, del Comando provinciale dei Vigili del fuoco, della Direzione provinciale del lavoro di Milano e della ASL Milano 1
Audizione di rappresentanti della Regione Lombardia
Audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali


Audizione del sindaco di Paderno Dugnano



Interviene il sindaco di Paderno Dugnano, dottor Marco Alparone.

PRESIDENTE
Ringraziamo il sindaco di Paderno Dugnano, dottor Alparone, per averci cortesemente accordato la disponibilità della casa comunale come sede per le nostre audizioni. Gli cedo quindi la parola, ringraziandolo anticipatamente per quanto vorrà dirci.

ALPARONE
Signor Presidente, in relazione all’incidente del 4 novembre scorso, ho prodotto, in collaborazione con i miei uffici, un documento che lascio agli atti della Commissione.
Rispetto a quanto riferito nel documento, posso solo aggiungere che l’amministrazione del Comune di Paderno Dugnano, nel pomeriggio del 4 novembre, avuta notizia dell’incidente, si è attivata immediatamente: io stesso, con il vice sindaco, mi sono recato sul luogo pochi minuti dopo il tragico avvenimento. Sul sito già operavano sia i Vigili del fuoco che il 118, prestando un servizio encomiabile che, a mio avviso, ha ridotto considerevolmente le possibili conseguenze dell’incidente. Infatti nel giro di mezz’ora l’incendio è stato circoscritto e spento. Il 118 è intervenuto prontamente con tre elicotteri. Una volta giunti in loco ci siamo resi conto, parlando con il comandante dei Vigili del fuoco e con i rappresentanti dell’ARPA che erano sopravvenuti nel giro di pochi minuti, che l’aspetto della tragedia umana era sicuramente quello che più preoccupava, una volta messi in sicurezza i rischi di carattere ambientale connessi all’incendio. È stato subito avviato un monitoraggio delle conseguenze dell’incendio sulla sicurezza ambientale. Al contempo abbiamo monitorato lo stato di salute dei lavoratori coinvolti. Ci siamo subito resi conto delle condizioni drammatiche in cui versavano alcuni dei feriti. Questi ultimi sono stati distribuiti tra l’ospedale Niguarda di Milano, l’ospedale di Torino e l’ospedale di Genova. Come sapete, il 13 novembre uno degli infortunati, Sergio Scapolan, è deceduto. L’amministrazione comunale si è subito attivata in due direzioni: innanzitutto monitorare l’assistenza alle famiglie dei feriti e provvedere immediatamente alle loro esigenze di base. Abbiamo messo a disposizione un assistente sociale che si sta occupando delle problematiche dei familiari dei feriti legate a questo tragico incidente.
Per quanto riguarda l’ufficio tecnico, è stata immediatamente approntata una relazione sulla storia di questa azienda nel territorio comunale: un’attività che comincia nel 1988 con la ditta Merlino e che prosegue negli anni, fino ad arrivare ad oggi, attraverso una serie di autorizzazioni regionali che vengono rinnovate ogni cinque anni. La ditta Merlino nel 2000 diventa Eureco. L’ultima autorizzazione risale al 2007 e ha validità fino al 26 ottobre del 2013.
L’amministrazione comunale ha sempre monitorato l’azienda facendo tutti i controlli cui eravamo preposti. C’è un lungo elenco di azioni ed interventi che sono di nostra competenza, compreso l’ultimo che ha interessato un piccolo incendio verificatosi ai primi giorni di agosto e che ha visto l’interessamento sia dell’amministrazione comunale, sia dei Vigili del fuoco sia dell’ARPA.
Mi sento di poter esprimere tre concetti fondamentali rispetto a questa tragica vicenda: in primis, rivolgo un personale ringraziamento a tutti gli operatori che sono intervenuti sul posto con una prontezza e una professionalità non comuni, facendo sì che questo incidente non avesse proporzioni maggiori. Come avete potuto vedere di persona, l’incendio è scoppiato a ridosso della Milano-Meda che, per chi conosce questa zona, è una delle arterie più importanti dell’hinterland Nord di Milano. Il tratto interessato della statale Milano-Meda è stato immediatamente chiuso.
Sottolineo pertanto il pronto intervento di tutti gli operatori.
In secondo luogo, vorrei segnalare la collaborazione che si è subito instaurata con l’ARPA e la ASL, che hanno sempre tenuto informato il sindaco e l’amministrazione comunale rispetto alle possibili ricadute ambientali e alle eventuali azioni che dovevamo mettere in campo a tutela della salute pubblica e del nostro territorio. Dobbiamo anche dire che abbiamo avuto sin dall’inizio rassicurazioni circa il fatto che, proprio per la breve durata dell’incendio, le ricadute non destavano particolari preoccupazioni. L’ARPA e la ASL hanno fatto tutti gli esami necessari e nel giro di pochissimi giorni e lunedì scorso hanno comunicato i risultati, sulla base dei quali non hanno ritenuto necessario adottare interventi a tutela della comunità. I dati relativi alle immissioni in atmosfera e in falda delle sostanze tossiche ci hanno da subito rassicurato e ci hanno permesso di non intervenire con provvedimenti a tutela sia dei cittadini che del territorio.
Poiché penso che dovere del sindaco sia in primis quello di tutelare la propria comunità, ho incentrato la mia azione sull’aspetto umano della vicenda.
Nell’ultima settimana ho concentrato la mia attenzione sui feriti, lasciando le indagini e il controllo del territorio a chi ne ha le competenze specifiche.
Mi sono recato all’ospedale di Genova e sono stato più volte all’ospedale Niguarda. Ho cercato di dare conforto a queste famiglie che stanno sopportando il peso di una tragedia enorme. Penso che il mio dovere di sindaco, una volta ottenute le garanzie di sicurezza per la comunità, sia innanzitutto assistere e portare il conforto di tutta la città a questi concittadini.
Per quanto riguarda il quadro sanitario dei feriti, Leonard e Salvatore (ormai li chiamo per nome; in questi giorni, stando molto a contatto con la moglie di Leonard e la compagna di Salvatore, si è formato un legame d’affetto), sono in condizioni ipercritiche. Gli altri due feriti stanno migliorando e questo ci fa ben sperare. Ciò che mi lascia veramente l’amaro in bocca è vedere cinque lavoratori drammaticamente coinvolti in un incidente sul lavoro di queste proporzioni. Questo è sicuramente l’aspetto che più mi ha colpito nel momento in cui sono arrivato in loco.

PRESIDENTE
Dottor Alparone, avendo ascoltato le sue dichiarazioni e letto la memoria che ha cortesemente voluto lasciarci, vorrei rivolgerle una domanda sull’azienda Eureco, ex Merlino, la cui attività riguarda trasporto, raccolta, stoccaggio e conferimento negli impianti di smaltimento dei rifiuti speciali, assimilati agli urbani, pericolosi e non, soggetti ad autorizzazioni regionali. Dobbiamo ritenere che non vi fosse attività di lavorazione di questi rifiuti nel sito che abbiamo appena visitato con la Commissione, dove si è determinato il fatto dello scorso 4 novembre al quale facciamo riferimento?
Un altro aspetto: colgo che l’autorizzazione regionale, a partire dalla prima del 1988 quando l’attività era posta in un altro sito, come lei stesso ha ricordato, oltre ad avere valenza quinquennale e quindi rinnovabile, è stata concessa in variante allo strumento urbanistico comunale. Su tale aspetto le chiediamo di fornirci eventuali elementi di chiarimento entrando nel merito di queste procedure. Come è avvenuta questa concessione in variante allo strumento urbanistico comunale?

ALPARONE
Per quanto riguarda la concessione, vi farò pervenire la relativa documentazione da parte dell’ufficio tecnico, in maniera tale che la possiate verificare.
Rispetto alla caratteristiche dell’attività dell’azienda – che effettua raccolta, stoccaggio e conferimento negli impianti di smaltimento dei rifiuti speciali, assimilati agli urbani, pericolosi e non, soggetti all’autorizzazione regionale – nel febbraio del 1996 due atti della Regione autorizzarono l’estensione della attività, prevedendo nel sito anche la triturazione di rifiuti tossico- nocivi, il trattamento e recupero di accumulatori al piombo esausti, di soluzioni anticongelanti e di miscele solventi, oltre ai necessari impianti per le emissioni in atmosfera. Si evince dalla relazione che nel 1996 c’è stata un’estensione dell’attività anche alla triturazione di alcuni tipi di rifiuti.
Per quanto riguarda invece l’amministrazione comunale, quest’ultima aveva fatto anche un ricorso al TAR avendo individuato alcune opere edilizie non conformi al progetto regionale, che pertanto vennero contestate e perseguite.
A questo ricorso non seguì però una pronuncia da parte del TAR in quanto ne fu dichiarata l’improcedibilità. Il TAR non entrò nel merito a causa della mancata impugnazione del decreto regionale del 1993 e, quindi, a quel punto si chiuse la vicenda del nostro ricorso.

NEROZZI (PD)
Da parte dei cittadini del suo comune erano arrivate lamentele in merito alla situazione ambientale di questo impianto?

ALPARONE
No, di nessun tipo.

PRESIDENTE
Signor sindaco, la ringraziamo per la collaborazione.


Audizione del comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri di Milano



Intervengono il comandante del Comando provinciale dell’Arma dei carabinieri di Milano, colonnello Sergio Pascali, accompagnato dal comandante del Nucleo operativo ecologico, capitano Piero Vincenti.

PRESIDENTE
Dispongo il passaggio in seduta segreta.

(I lavori proseguono in seduta segreta).


Audizione del sostituto procuratore della Procura della Repubblica presso il tribunale di Monza



Interviene il sostituto procuratore della Procura della Repubblica presso il tribunale di Monza, dottoressa Manuela Massenz.


Audizione del Questore di Milano e di un rappresentante del Comando provinciale della Guardia di finanza



Intervengono il dottor Alessandro Marangoni, questore di Milano, e il generale di brigata Attilio Iodice del Comando provinciale della Guardia di finanza di Milano.


Audizione di rappresentanti dell’ARPA Lombardia, del Comando provinciale dei Vigili del fuoco, della Direzione provinciale del lavoro di Milano e della ASL Milano 1



Intervengono per ARPA Lombardia il direttore generale, dottor Umberto Benezzoli, il direttore del Dipartimento ARPA di Milano, dottor Giuseppe Sgorbati, accompagnati dall’ingegner Franco Olivieri, direttore del settore centrale attività produttive e laboratori, e dall’ingegner Santo Cozzupoli, dirigente dell’Unità organizzativa territorio e attività produttive; per il Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Milano il comandante, ingegner Silvano Barberi; per la Direzione provinciale del Lavoro di Milano il direttore, dottor Paolo Weber, la responsabile dell’Unità operativa vigilanza ordinaria 3, ispettore Silva Zaltron, e il comandante del Nucleo carabinieri dell’Ispettorato del lavoro, luogotenente Paolo Silvestri; per la ASL Milano 1 il direttore generale, dottoressa Cristina Cantù, il direttore del Dipartimento prevenzione medica, dottor Pasquale Pellino, il dirigente dell’Unità operativa complessa Servizio prevenzione e sicurezza ambientale sul lavoro, dottoressa Marina Della Foglia e il dirigente dell’Unità operativa complessa Servizio impiantistica, ingegner Marco Colombo.

PRESIDENTE
Saluto gli intervenuti. Iniziando dall’ARPA Lombardia, vorremmo che ci descriveste, per la parte che attiene alle vostre competenze e conoscenze, quanto si è determinato. Lo chiedo ai rappresentanti dell’ARPA, ma rivolgo la medesima domanda anche ai rappresentanti delle altre istituzioni presenti. Gradiremmo avere degli elementi di chiarimento in riferimento agli incidenti occorsi, in modo particolare agli incendi che si sono verificati nello scorso mese di agosto.

SGORBATI
Buongiorno, sono il direttore del Dipartimento ARPA di Milano, l’agenzia della Lombardia. Sono qui con me l’ingegner Franco Olivieri, direttore del settore centrale attività produttive e laboratori, che ricomprende tra le sue competenze anche le attività tecniche e di coordinamento di ARPA Lombardia per quanto riguarda questo tema, e l’ingegner Santo Cozzupoli, dirigente dell’Unità organizzativa territorio e attività produttive, che attua sul territorio le attività di controllo e vigilanza.
Mi limiterò in questa fase a descrivere brevemente gli interventi condotti da ARPA Lombardia nel corso di questa specifica emergenza, per poi passare la parola all’ingegner Cozzupoli che farà la cronistoria degli interventi a livello amministrativo che si sono succeduti su questo impianto.
Per quanto riguarda l’attività che si è consumata presso la ditta Eureco nel corso di questo incidente, siamo stati attivati attorno alle ore 15: siamo intervenuti con il nostro gruppo di funzionari che è progressivamente aumentato di numero per seguire nella maniera migliore l’incidente. Naturalmente tra le competenze di ARPA, nella fase in cui si sviluppano gli incidenti, vi è il monitoraggio dell’ambiente esterno, per verificare che non vi siano sorgenti di rischio importanti per la popolazione e l’ambiente circostante, ed il supporto a chi interviene, perché, in base alla documentazione che possediamo, possa essere chiarito il quadro di possibili sorgenti di rischio all’interno dello stabilimento.

PRESIDENTE
Conosciamo le vostre competenze. Vorremmo anche sapere che ruolo ha avuto l’ARPA negli incendi dell’agosto scorso. Possiamo entrare subito nel merito?

SGORBATI
Per quanto riguarda l’ultimo incendio verificatosi all’Eureco abbiamo fornito ai Vigili del fuoco, con cui abbiamo collaborato anche per le misure immediate, informazioni circa le attività svolte dall’Eureco.
Abbiamo altresì disposto all’intorno all’azienda una stazione di rilevamento ad alta sensibilità, perché nei giorni successivi potessero essere fatte – com’è effettivamente avvenuto – le indagini dei microinquinanti che si sono liberati durante l’incendio. Abbiamo determinato che vi è stata una produzione, seppur molto modesta, di diossine, così come di idrocarburi policiclici aromatici, mentre le concentrazioni di metalli sono risultate al di sotto di quelle normalmente rilevabili in ambiente. Questi dati, sia per quanto riguarda gli idrocarburi policiclici aromatici sia per le diossine, sono riferibili ad un’esperienza purtroppo assai vasta di incendi con questo tipo di matrice. Pertanto, subito dopo l’evento, ma anche in base ai risultati delle analisi, abbiamo determinato che non ci fosse una sorgente di rischio importante ed immediata legata a questo tipo di inquinante.
Altre misure tempestive sono state approntate in collaborazione con il corpo dei Vigili del fuoco che dispongono di apparecchiature di rilevazione immediata che hanno permesso di scongiurare la presenza in quantità significativa di precursori di altri inquinanti. Per quanto riguarda gli altri eventi, passo la parola all’ingegner Cozzupoli.

PRESIDENTE
Vorremmo sapere se l’ARPA si sia interessata a questo sito e se vi abbia condotto delle ispezioni negli anni scorsi, considerato che l’attività veniva definita «temporanea», mentre è durata, tra un sito e l’altro, più di vent’anni. Che cosa è emerso nelle ispezioni fatte nel tempo?

SGORBATI
Si tratta di una ditta assoggettata ad autorizzazione ambientale integrata che è stata visitata e controllata più volte, sia nell’ambito delle attività normali di controllo preventivo, sia con controlli straordinari proprio in occasione di alcuni eventi anomali che si sono verificati.
È una ditta che è stata assoggettata sia in termini ordinari che straordinari a diversi controlli.

COZZUPOLI
Questa ditta fa attività di stoccaggio e trattamento di rifiuti ed aveva un’autorizzazione rilasciata prima del 2007 dalla Provincia di Milano, per attività di stoccaggio, distillazione e triturazione di rifiuti.
Questa attività rientra tra quelle soggette ad autorizzazione integrata ambientale (AIA-IPPC); pertanto l’autorizzazione di cui disponeva l’Eureco doveva essere aggiornata, in quanto le normali autorizzazioni per l’attività di trattamento dei rifiuti dovevano essere riconvertite in autorizzazione integrata ambientale.
Questa ditta è stata assoggettata a diversi controlli prima della concessione dell’autorizzazione integrata ambientale, nonché a numerosi sopralluoghi, nel 2003 e nel 2006, in collaborazione con il NOE, per attività di smaltimento illecito di rifiuti, in relazione alla quale erano stati già adottati dei provvedimenti. L’ARPA ha collaborato per questi provvedimenti.
Successivamente sono stati fatti una serie di sopralluoghi: a settembre, ottobre e novembre del 2007, sia in occasione dell’istruttoria per la concessione dell’autorizzazione integrata ambientale, sia per la verifica di una serie di aspetti della gestione dell’attività che non risultavano conformi. Sulla base di queste attività di verifica che abbiamo svolto nel 2007 abbiamo trasmesso due segnalazioni all’autorità giudiziaria per attività non conforme della ditta e una serie di richieste per fermare una serie di attività che non erano conformi alle prescrizioni cui era soggetta l’azienda. Abbiamo inserito queste prescrizioni nell’autorizzazione integrata ambientale. Dopo questa verifica, sulla base delle non conformità che avevamo individuato, delle richieste di prescrizione e delle segnalazioni che avevamo inviato all’autorità giudiziaria, la Regione ci ha chiesto di effettuare un ulteriore sopralluogo di verifica nel 2008, all’esito del quale abbiamo riscontrato ulteriori non conformità e abbiamo richiesto che fossero emanati dei provvedimenti a carico di questa ditta. Questa è stata quindi oggetto di una serie di verifiche fino al 2009, anno in cui, sulla base di queste verifiche, sono stati emessi una serie di atti da parte di ARPA ed inviati a Regione, Provincia, Comune e ASL.
L’incendio del 5 agosto del 2010 ha interessato dei rifiuti stoccati in quattro cassoni; questi rifiuti hanno preso fuoco. L’episodio è avvenuto fuori dall’orario di lavoro e poiché l’ARPA, come l’ASL e i Vigili del fuoco, ha un servizio di pronto intervento siamo intervenuti in reperibilità. Ci siano recati sul posto per verificare quello che era successo: abbiamo individuato da dove era partito l’incendio, abbiamo steso la relazione e abbiamo chiesto all’autorità competente di emettere gli atti affinché quell’impianto venisse fermato.

PRESIDENTE
Può specificare chi è l’autorità competente cui fa riferimento?

COZZUPOLI
La Provincia. Abbiamo chiesto alla Provincia che emettesse un atto formale nei confronti dell’azienda, affinché prima del riavvio dell’attività interessata dall’incendio relazionasse sullo smaltimento di quei rifiuti e il ripristino dei luoghi: ciò è stato fatto e quella parte non è stata più attivata.
Per quanto riguarda il secondo episodio, avvenuto il 18 agosto, si è trattato di un incendio superficiale, in un cassone presente sotto la tettoia, che è stato spento subito. Anche in quel caso abbiamo fatto il sopralluogo e abbiamo scritto una nota all’autorità competente in cui relazionavamo sull’esito del sopralluogo. Abbiamo anche invitato la Provincia a richiedere all’azienda lo smaltimento di quei pochi rifiuti che si erano incendiati.
In sintesi, l’attività dell’Eureco è stata verificata più volte per episodi diversi, dal 2003 fino a oggi, in ottemperanza alle prescrizioni vigenti per l’attività di gestione dei rifiuti.

BARBERI
L’Eureco aveva avuto dal comando dei Vigili del fuoco un’autorizzazione a svolgere la propria attività ed un certificato di prevenzione incendi in corso di validità, rinnovato con procedura d’ufficio nella primavera 2010. Preciso che il certificato di prevenzione incendi è un documento che attesta la conformità essenzialmente della distribuzione planimetrica e del funzionamento degli impianti di emergenza, mentre, ovviamente, non è in grado di intervenire sugli aspetti che riguardano le modalità di gestione delle singole operazioni, come si rileva nel caso recente, ma anche nell’incendio dell’agosto scorso che aveva riguardato alcuni cassoni.
Sono stati eventi di rilevanza molto inferiore rispetto all’ultimo e hanno sempre riguardato le modalità con cui venivano condotte le operazioni di manipolazione e di travaso delle sostanze stoccate.
In merito all’ultimo intervento, sono state seguite le procedure consolidate e, quindi, sono state rapidamente attivate sia le squadre destinate all’estinzione dell’incendio sia quelle destinate al controllo ambientale proprio perché, essendo nota sin dall’inizio la tipologia dell’azienda, sono state attivate sia le misure di protezione nei confronti degli operatori sia quelle di monitoraggio ambientale tramite l’utilizzo di strumenti campali, al fine di raccogliere indicazioni in merito alla presenza apprezzabile di inquinanti atmosferici.
Dal momento che lo stabilimento dell’azienda è sito in prossimità della strada Milano-Meda, si è proceduto a chiudere il traffico della stessa per circa un’ora e mezza; le emissioni, infatti, avrebbero potuto provocare problemi alla circolazione, oltre che il rischio di intossicazione da esalazioni; inoltre, la presenza di bombole di acetilene calde avrebbe potuto dare luogo a fenomeni esplosivi anche in una seconda fase. Quindi, per ragioni di cautela il traffico è rimasto chiuso fino a quando non si sono rilevate, anche attraverso l’impiego di termocamere, condizioni idonee ad escludere il rischio di esplosioni.

PRESIDENTE
Lei ha definito alcuni incidenti «eventi di rilevanza molto inferiore rispetto all’ultimo». Credo volesse riferirsi agli incendi verificatisi nel mese di agosto. Si è compresa la causa di questi incendi?

BARBERI
Nel dettaglio non è stata fatta da parte nostra un’indagine approfondita perché non ci è stata delegata. In senso generale, dobbiamo sempre ricondurre questo tipo di evento, quindi anche i precedenti, a disfunzioni intervenute durante le lavorazioni di travaso o di spostamento di sostanze le quali, essendo anche solo parzialmente infiammabili e, pertanto, facilmente evaporabili, e trattate inoltre con attrezzature di movimentazione, possono ovviamente trovarsi nelle condizioni di innescarsi.

PRESIDENTE
Vorrei chiarisse meglio questo punto.
In merito ai due incendi che si sono verificati il 5 e il 18 agosto ultimo scorso, lei dispone di elementi specifici da poterci riferire relativamente ai motivi, o ai presunti motivi, per i quali questi incendi hanno avuto luogo?

BARBERI
Non ho elementi specifici, perché non è stata fatta un’indagine.

PRESIDENTE
E chi avrebbe dovuto fare l’indagine su quegli episodi?
Su quali basi si avvia un’indagine?

BARBERI
Le indagini sull’origine di un incendio e sulle sue conseguenze sono promosse dalla magistratura. In determinati casi la magistratura incarica i Vigili del fuoco di svolgere indagini di tipo tecnico. Non mi risulta che in quel caso questo sia stato fatto.

PRESIDENTE
Quindi voi non avete rilevato nulla di specifico che in qualche modo potesse coinvolgere la magistratura al punto tale da predisporre un’indagine. Come avete chiuso quella pratica?

BARBERI
La magistratura viene informata ogni qualvolta si verifica un incendio. Anche in considerazione della natura del sito intervengono le forze dell’ordine che avvisano immediatamente la magistratura la quale, a seconda delle dimensioni dell’evento e, evidentemente, degli elementi che assume, procede o meno a successive iniziative.

PRESIDENTE
Conosciamo le procedure. Sto cercando di chiederle chiarimenti su un aspetto di cui probabilmente non è a conoscenza. Noi vorremmo principalmente capire se negli incendi precedenti vi erano elementi che in qualche modo potessero essere premonitori di quello che si è verificato il 4 novembre. Quindi vorremmo sapere se lei dispone di elementi tali da capire e in qualche modo giustificare l’incendio che si è sviluppato.

BARBERI
La domanda è molto chiara. Al momento non ho elementi da fornire.
Nella presunzione che l’audizione di oggi fosse riferita all’ultimo evento abbiamo il fascicolo relativo all’attività. Ci riserviamo di fornire successivamente ulteriori informazioni che possano rispondere alla sua domanda.

NEROZZI (PD)
Vorrei rivolgermi al rappresentante dell’ARPA. Lei ha affermato che, relativamente agli incidenti del 5 e del 18 agosto – in particolare rispetto a quello del 5 – aveva comunicato alla Provincia (traduco in termini non tecnici) che era opportuno fermare la lavorazione. Lei ha detto questo?

COZZUPOLI
Non era chiaro come si fosse sviluppato l’incendio; si era sviluppato da un cassone che conteneva rifiuti. E quindi abbiamo detto alla Provincia di fermare l’attività fino a quando l’azienda non avesse chiarito che tipo di lavorazione si stava effettuando su quel cassone. La Provincia l’ha fatto e l’attività è stata fermata, nel senso che quel tipo di lavorazione non è stato più fatto. La Provincia ha chiesto all’azienda di inviare nota su quell’attività; non essendo pervenuta, l’attività è stata fermata.

NEROZZI (PD)
Così l’attività coinvolta dall’incendio del 5 agosto è stata fermata. Quindi, non c’entra con gli altri episodi?

COZZUPOLI
No, non c’entra.

NEROZZI (PD)
A seguito dell’incendio del 18, invece, l’attività non è stata fermata.

COZZUPOLI
Quello del 18, in realtà, è stato un incendio da niente, come riferito anche dai Vigili del fuoco. Si è trattato di un incendio superficiale.

PRESIDENTE
La interrompo, per capire meglio.
Che sia stata fermata o meno l’attività, credo poco importi. Bisognerebbe capire che cosa si trattava in quello stabilimento in quel momento e che cosa ha determinato l’incendio. È anche possibile fermare l’attività sul luogo, ma se poi la stessa lavorazione dovesse essere effettuata in altro luogo, è chiaro che non sono state assunte precauzioni particolari e la situazione è quindi la medesima che ha causato l’incendio. Noi abbiamo bisogno di capire se ci sono collegamenti tra i diversi episodi – è solo un’ipotesi, questa – e che cosa si stava trattando. Il comandante provinciale dei Vigili del fuoco al momento non ha contezza, memoria, documentazione su questo particolare aspetto; potrebbe anche non disporre di specifiche informazioni. Voi però dovreste averle. Cosa c’era in quei contenitori, in quei quattro cassoni?

COZZUPOLI
I cassoni contenevano rifiuti su cui non si stava operando. L’incendio si è sviluppato all’interno di quel cassone di rifiuti. Non si è capito come si è sviluppato, ma non si stava facendo niente.

PRESIDENTE
Ma è stata condotta un’indagine per capire come mai si è sviluppato quell’incendio? Il punto centrale è questo. Bisogna poi capire se c’erano altri cassoni contenenti rifiuti simili che, così come hanno determinato quell’incendio, avrebbero potuto crearne altri. L’aspetto centrale è questo. A che cosa servono altrimenti talune istituzioni?
C’è un fatto, ma se non si approfondisce e non si capisce perché si è determinato e che cosa c’era all’interno di questi contenitori non è possibile archiviare la circostanza.

COZZUPOLI
Ma il fatto non è stato archiviato. Si sapeva che cosa c’era dentro il cassone e qual era la tipologia del rifiuto. Abbiamo quindi chiesto che fosse fermata l’attività e che ci fosse inviata nota sulla modalità di gestione di quel settore di attività perché si trattava di rifiuti su cui in quel momento non si stava facendo alcun tipo di lavorazione; erano rifiuti solamente stoccati. Volevamo capire i motivi per cui si era potuto sviluppare un incendio da un rifiuto semplicemente stoccato e in quel momento non trattato.

PRESIDENTE
Ci sono ancora altri rifiuti di quel genere in quello stabilimento? Avete verificato se oltre a quelli erano stoccati altri rifiuti di quel tipo?

COZZUPOLI
Sì, certo. Stiamo verificando tutte le attività di quella ditta. Non abbiamo trovato altri rifiuti di quel tipo.

NEROZZI (PD)
C’è un altro aspetto che vorrei capire meglio da lei.
A prescindere dal fatto che nel corso di vent’anni la Regione ha concesso sei autorizzazioni per proseguire l’attività, nel 2003 la Provincia non può aver detto di procedere perché nel 2003 le autorizzazioni erano concesse dalla Regione. Quando questa competenza è passata dalla Regione alla Provincia?
E come è stato possibile che, nonostante le competenze fossero della Provincia non si sa da quanto tempo, la Regione abbia continuato a concedere le autorizzazioni? Sarebbe una cosa un po’ anomala. La competenza è della Provincia o della Regione? Quando la Regione ha delegato alla Provincia queste competenze? Il 2003 è escluso, come è risultato dall’indagine.

COZZUPOLI
Circa le competenze sulle varie autorizzazioni è chiaro che dovrebbero rispondere i rappresentanti della Regione e della Provincia.

NEROZZI (PD)
Lei non è responsabile ma dovrebbe saperlo.

COZZUPOLI
Certo.
Le varie competenze sulle autorizzazioni alle attività degli impianti di trattamento di rifiuti si sono susseguite e modificate nel corso degli anni.
Fino all’inizio degli anni 2000 erano di competenza della Regione, poi intorno al 2001-2003 mi sembra siano state trasferite dalla Regione alla Provincia; sono poi tornate di competenza della Regione (fino al 31 dicembre 2007) quelle relative ad impianti soggetti ad autorizzazione integrata ambientale e poi dal 1º gennaio 2008 sono tornate ad essere competenza della Provincia.
In questi anni quindi la competenza è passata dalla Regione alla Provincia, dalla Provincia alla Regione e poi, di nuovo da quest’ultima alla Provincia.
Non ricordo esattamente gli anni in cui sono avvenuti tali cambiamenti, ma ricordo perfettamente che fino al 31 dicembre 2007 la competenza è stata della Regione per poi tornare di nuovo alla Provincia. Prima che fosse introdotta l’autorizzazione integrata ambientale erano di competenza della Provincia e prima ancora della Regione. Su questo comunque risponderanno meglio i rappresentanti della Regione.

SGORBATI
Per quanto riguarda le competenze e le azioni che vengono svolte in concomitanza ad un incidente, l’ARPA interviene nelle varie fasi, effettua i possibili accertamenti (con riferimento alle proprie competenze) sul luogo in cui si sono determinati gli effetti dell’incidente e relaziona agli enti interessati (compresa la magistratura) per permettere la scelta da parte degli stessi delle successive attività che devono essere svolte, anche in riferimento alle autorizzazioni in essere.
Nel caso specifico, è stato chiesto all’azienda di produrre una relazione tecnica di approfondimento; la ripresa della sezione dell’impianto che era stata inibita all’uso sarebbe stata condizionata alla conclusione dell’istruttoria.
Non è arrivata alcuna segnalazione relativa alle spiegazioni che erano state chieste e, di conseguenza, è stato mantenuto il divieto di uso di quella sezione dell’impianto all’interno della quale si erano sviluppati i problemi.
Per quanto riguarda le attività svolte per la messa in sicurezza dell’impianto dopo l’incidente, anche sabato mattina è stato svolto un sopralluogo congiunto tra ARPA, Vigili del fuoco e Carabinieri, d’intesa con la magistratura, per la verifica delle condizioni dell’impianto: poiché questo potrebbe rimanere fermo per un periodo di tempo prolungato, senza possibilità di accesso per gli operatori, è stato verificato che non fossero attive sorgenti di rischio che potessero essere causa, nel frattempo, di altre situazioni anomale.

PRESIDENTE
Se i rappresentanti dell’ARPA e dei Vigili del fuoco nei prossimi giorni potessero farci pervenire la relazione redatta dopo gli incendi occorsi il 5 e il 18 agosto gliene saremmo molto grati.
Rivolgo il nostro saluto ai rappresentanti dell’azienda sanitaria, al direttore provinciale del lavoro ed al rappresentante del nucleo dei Carabinieri presso l’Ispettorato del lavoro.

CANTÙ
Sono il direttore generale della ASL Milano 1. Sono qui presenti i tecnici con cui collaboro che sono a vostra disposizione per rispondere a qualunque tipo di domande abbiate da formulare nel dettaglio tecnico, secondo le loro specifiche competenze. Più precisamente, sono presenti il dottor Pellino, capo dipartimento di prevenzione medica dell’azienda, la dottoressa Della Foglia, capo del servizio prevenzione e sicurezza ambientale sul lavoro e l’ingegner Colombo, responsabile dell’unità di impiantistica.

PRESIDENTE
Avete effettuato delle verifiche in quello stabilimento?

CANTÙ
Assolutamente sì. Ma al riguardo potrà riferire meglio il dottor Pellino cui cedo la parola.

PELLINO
Come anticipato dalla dottoressa Cantù, abbiamo effettuato delle verifiche a seguito della pianificazione triennale 2008-2010 dei controlli sul territorio, in particolare, degli ambienti di lavoro avendo inserito l’Eureco, che è una ditta ad autorizzazione integrata ambientale, in tale pianificazione. A fine 2008 abbiamo effettuato una verifica, su cui relazionerà poi la dottoressa Della Foglia, per quanto attiene agli aspetti della stessa in generale, mentre l’ingegner Colombo riferirà sugli impianti verificati.
Quanto all’episodio occorso il 4 novembre, abbiamo appreso la notizia intorno alle 15,30. Dalla sede ASL di Garbagnate, che è la più vicina al luogo in cui si è verificato l’incidente, sono stati subito inviati operatori della sanità pubblica e del servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro.
Nell’immediato, in relazione alle determinazioni analitiche dei Vigili del fuoco e dell’ARPA, alle condizioni meteorologiche e all’ubicazione della ditta, abbiamo supportato il sindaco per le eventuali decisioni da assumere circa il rischio per la salute dei cittadini che si trovavano nei pressi del luogo dell’incidente.
Per quanto riguarda, invece, gli aspetti più specificatamente riguardanti la tutela dei lavoratori, provvederà la dottoressa Della Foglia ad illustrarvi ciò che è stato fatto.

DELLA FOGLIA
Come riferito dal dottor Pellino, abbiamo effettuato il controllo nel dicembre 2008. Poiché la verifica rientrava nel piano dei controlli era caratterizzata da una serie di aspetti che intendevamo prendere in considerazione e che, in sintesi, riguardavano la gestione del sito, quindi quante imprese fossero presenti (come è ovvio, non c’era solamente Eureco in quanto società), la parte relativa all’organizzazione del servizio di prevenzione e gli aspetti che riguardavo la tutela dei lavoratori, nello specifico, le valutazioni del rischio e le misure adottate dall’azienda rispetto agli agenti chimici e ad atmosfere esplosive e cancerogene. Abbiamo inoltre verificato il certificato prevenzione incendi per constatare che fosse stato rilasciato, o se fosse in corso un iter autorizzativo, abbiamo quindi verificato le prove di evacuazione fatte in azienda e la formazione degli addetti all’emergenza.
Nel complesso il controllo effettuato nel sito ha comportato due incontri di verifica e discussione con la RSPP e altre figure aziendali per verificare e successivamente valutare la documentazione raccolta.
Ad esito del controllo vorrei fare una premessa. Avevamo verificato allora ed abbiamo verificato anche in questi giorni dopo l’evento occorso la situazione dell’andamento degli infortuni Eureco che è risultata, sia allora che attualmente, di per sé, ad esclusione dell’evento in oggetto, non di particolare interesse.
Negli ultimi due anni (cioè nel 2008 e nel 2009) nell’Eureco non si erano verificati infortuni ed anche precedentemente si erano verificati incidenti di pochissimo conto; abbiamo verificato tale aspetto anche in questa occasione per capire se fosse successo qualcosa di particolare legato a questi eventi ma non abbiamo trovato conferme.
Come dicevo, ad esito del controllo è stato redatto un atto di contestazione al legale rappresentante dell’azienda, al datore di lavoro, per gli aspetti legati alla valutazione del rischio da agenti cancerogeni che sono presenti in azienda.
Per quanto riguarda gli aspetti legati alla presenza di atmosfere esplosive ed esposizione ad agenti chimici, la documentazione presentata e poi verificata dai tecnici che avevano partecipato a questo incontro non presentava alcun elemento che configurasse un reato...

PRESIDENTE
Chiedo scusa. Da quali tecnici?

DELLA FOGLIA
Il servizio effettua dei controlli non programmati che vengono gestiti a livello territoriale (le sedi territoriali sono sette).
Il piano dei controlli, in cui rientrava anche questa azienda (ma ci sono anche altri settori) è gestito a livello centrale. Quindi il calendario degli interventi, come l’attribuzione del personale allo specifico controllo, è definito da me a livello centrale.
In questo caso il controllo era stato effettuato da tre tecnici, ovviamente con qualifica di ufficiali di polizia giudiziaria posto che c’erano aspetti di questo tipo da verificare. Fra di loro era presente un tecnico con un’anzianità di servizio elevata e con una particolare competenza in materia di atmosfere esplosive, dal momento che in precedenti assetti organizzativi dell’ASL aveva effettuato per diversi anni anche verifiche sugli impianti antideflagranti, obbligatorie nel caso di luoghi con atmosfera esplosiva. Ha la qualifica di perito chimico e partecipa ai comitati tecnici (al comitato elettrotecnico italiano, per esempio), quindi ha delle competenze specifiche. Un altro tecnico, il più giovane in termini di anzianità fra i tre, ha una laurea in scienza della prevenzione...

PRESIDENTE
Questi tecnici hanno descritto le sostanze che hanno trovato all’interno dello stabilimento ed hanno anche descritto su quali sostanze venivano effettuate le operazioni?

DELLA FOGLIA
Hanno fatto un solo sopralluogo nel corso del quale hanno visitato alcune zone del sito. Sostanzialmente, una zona stoccaggio di bidoni-cisterne di solventi perché ci sembrava il punto più critico.
In ogni caso, nella documentazione che abbiamo ricevuto, che è stata verificata anche rispetto a quanto riscontrato in azienda e con gli stessi rappresentanti dell’azienda, è contenuta la descrizione di tutto.

PRESIDENTE
Vorrei capire meglio, dottoressa Della Foglia. La verifica, l’ispezione, il controllo che è stato effettuato circa due anni fa, se ho capito bene ...

DELLA FOGLIA
Nel dicembre 2008. È iniziato nel 2008 ed è terminato nei primi mesi del 2009.

PRESIDENTE
Dunque, circa, due anni fa.
Durante l’ispezione sono state rilevate le sostanze che poi sono state oggetto dell’incendio e dell’esplosione, o dell’esplosione e del successivo incendio (questo sarà tutto da verificare) del 4 novembre scorso?

DELLA FOGLIA
Per l’incidente occorso il 4 novembre scorso stiamo partecipando alle indagini con la magistratura per gli aspetti di competenza.
Al momento una conclusione non c’è.

PRESIDENTE
Non mi riferivo alle conclusioni. Di quello si occuperà la magistratura.

DELLA FOGLIA
Di una delle sostanze che sono state citate non vi era presenza.

PRESIDENTE
Di alcune. Di altre sì?

DELLA FOGLIA
Di altre sì.

NEROZZI (PD)
L’ultimo incidente occorso nel sito è avvenuto a cielo aperto. Sappiamo che i cittadini del Comune non si sono mai lamentati, ma trattando sostanze tossiche, o altamente tossiche, è normale che la procedura sia svolta a cielo aperto?
Per quello che riguarda gli incidenti, lei sa meglio di me che quando sono interessate cooperative di extracomunitari l’incidente si scopre solo quando la persona coinvolta si reca in ospedale o quando è già morta, diversamente i piccoli e medi incidenti non si scoprono mai. Quindi, non è un dato molto rilevante di incidenti. Per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti a cielo aperto, vorrei chiederle: a cielo aperto si stoccano, si riciclano e si trattano sostanze tossiche? Non capisco molto di chimica, ma mi sembra strano.

PRESIDENTE
Vorremmo acquisire, dottoressa Della Foglia, i dati che le abbiamo chiesto e una relazione sulla presenza nell’azienda nel periodo che va dalla fine del 2008 ai primi 2009, al fine di ottenere dei chiarimenti sul tema che abbiamo affrontato e sull’aspetto che il senatore Nerozzi le ha appena richiamato.

PELLINO
Signor Presidente, vorrei puntualizzare che a noi risulta che nelle postazioni di lavorazione che espongono i lavoratori a rischi vi siano degli impianti di aspirazione.

PRESIDENTE
È difficile mettere un aspiratore a cielo aperto. È difficile configurarlo.

PELLINO
Nelle postazioni in cui i lavoratori, per le operazioni che devono effettuare, possono essere esposti a rischi di inalazione, vi sono delle cappe di aspirazione. Pertanto, gli operai lavorano sotto aspirazione.

PRESIDENTE
A voi non risultava che i lavoratori operassero anche a cielo aperto?

DELLA FOGLIA
Può essere.

PRESIDENTE
Il «può essere» non ci interessa. Vi risultava o no?

DELLA FOGLIA
Certo. Se le aree di stoccaggio e le operazioni sono esterne questo è ovvio.

PRESIDENTE
Lo abbiamo visto anche a noi. Qualcuno avrà operato lì.

DELLA FOGLIA
Sicuramente. Essendo il sito strutturato in quel modo, non può che essere così.

PRESIDENTE
Le risulta che si trattasse solo di stoccaggio o avvenivano anche attività di trasformazione a cielo aperto?

DELLA FOGLIA
Alcuni trattamenti venivano fatti.

PRESIDENTE
Vi ringraziamo per la collaborazione. Passiamo ora all’audizione dei rappresentanti della Direzione provinciale del lavoro di Milano.

WEBER
Signor Presidente, ho poco da aggiungere a quanto è stato già illustrato, a parte qualche precisazione: siamo in contatto con l’autorità giudiziaria per concordare tempi e modalità operative con cui verificare la regolarità dei rapporti contrattuali tra i diversi soggetti giuridici presenti sul sito. I cinque infortunati albanesi erano dipendenti non di una cooperativa, ma di una srl che ha avviato l’attività all’inizio del 2009. In questa prima fase l’autorità giudiziaria, d’intesa con la ASL, ha ritenuto di rinviare gli approfondimenti specifici in materia che – da quel che posso dedurre – attengono altresì al rispetto della normativa in materia di sicurezza: verificare i rapporti contrattuali o la genuinità degli appalti potrebbe andare ad incidere anche su quello che è il rispetto degli obblighi in materia di sicurezza.

PRESIDENTE
Parliamo di questo caso specifico e di queste aziende.
Può essere più preciso?

WEBER
No. Più preciso non posso essere, nel senso che abbiamo acquisito un quadro informativo assolutamente generico, d’intesa con la magistratura.

PRESIDENTE
Che significa un quadro assolutamente generico?

WEBER
Sappiamo quali sono i soggetti giuridici che operavano sul sito. Non abbiamo ancora iniziato a sviluppare approfondimenti – cosa che faremo in un momento successivo, d’accordo con l’autorità giudiziaria – sulla genuinità dei contratti di appalto, che è la materia di nostra competenza.
Il pubblico ministero che segue le indagini ritiene di farlo la prossima settimana. Dobbiamo ancora concordare come sviluppare gli approfondimenti.

PRESIDENTE
Finora che cosa avete acquisito?

WEBER
Finora abbiamo acquisito elementi documentali: il contratto d’appalto tra il committente e la TNL srl da cui dipendevano i lavoratori albanesi. Abbiamo delineato un primo quadro informativo circostanziale sui soggetti giuridici, cioè sulle società che operavano nel sito in cui è avvenuto l’evento. Nello specifico – da quello che abbiamo capito fino a questo momento – ci sono sei società che, prima o dopo, hanno lavorato all’interno di quel sito, una delle quali è la TNL srl. Le altre cinque società erano più o meno riferibili alla famiglia Merlino, ovvero specificatamente quattro società di capitali che facevano capo, come rappresentante legale, al signor Merlino: una era una cooperativa sociale di tipo B, in cui erano presenti famigliari del signor Merlino, e poi c’era questa srl.

ROILO (PD)
Per i dipendenti della TNL srl che contratto di lavoro veniva applicato?

WEBER
Da quello che abbiamo capito fino a questo momento, la TNL occupa un’ottantina di dipendenti. Sul sito credo che fossero presenti sette lavoratori: i cinque lavoratori infortunati erano stati assunti tutti con contratto di lavoro subordinato, a tempo pieno e indeterminato.

ROILO (PD)
Qual era la tipologia contrattuale?

WEBER
Metalmeccanico, di secondo livello, con mansioni di facchino.

NEROZZI (PD)
Le varie società dipendenti da Merlino operano tutte nello stesso sito, comunque almeno tre di esse: non c’è distinzione, nel senso che non sono separate da un punto di vista logistico. Sono società fittizie. A meno di non ipotizzare una nuova applicazione in senso trinitario del diritto del lavoro, si potrebbe presumere che questo sia un modo per non superare il limite dei 15 dipendenti. Si presume che siano illegali, perché la legge prevede una distinzione di funzioni. Purtroppo ci sono moltissime società fittizie, ma almeno salvano la faccia. Qui si tratta di un’intera impresa.

WEBER
È uno di quegli aspetti che dovremo approfondire. Nel caso di specie, questi elementi potrebbero incidere anche sull’individuazione di eventuali responsabilità nell’evento. A parte l’irrogazione di sanzioni di nostra competenza, l’eventuale ricostruzione di un quadro affine a quello che lei ha prospettato potrebbe avere delle conseguenze sull’individuazione di responsabilità. È per questo che, d’intesa con la magistratura, verificheremo il momento in cui partire con questi accertamenti.

PRESIDENTE
Il quadro non lo ha prospettato il senatore Nerozzi. Il senatore Nerozzi le ha posto una domanda e lei ha convenuto. Il quadro è quello che conferma lei. Ci sono più società, nella fattispecie tre, che hanno meno di 15 dipendenti e che non hanno una divisione, anche da un punto di vista logistico, all’interno dello stabilimento (e – debbo immaginare – non si tratta di una cessione di rami d’azienda). Tutto ciò premesso, prima di questo drammatico evento avete fatto nel tempo verifiche o eravate a conoscenza di tutto questo come Direzione provinciale del lavoro?

WEBER
Per quanto riguarda il territorio di nostra competenza non vi sono precedenti specifici di sanzioni nei confronti delle società presenti sul sito. Non abbiamo fatto interventi precedenti. Il quadro descritto dalla Commissione è molto diffuso: è evidente che per motivi di deontologia e correttezza non posso arrivare a delle conclusioni.

PRESIDENTE
La deontologia qui non c’entra. Non le stiamo chiedendo di fare qualcosa che va contro la deontologia. Lei è un funzionario dello Stato, è un dipendente del Ministero del lavoro che opera in zona periferica. Ciò premesso, le stiamo chiedendo se ha elementi da fornirci su fenomeni che sono oggetto dell’attività che la nostra Commissione d’inchiesta sta svolgendo e non a mero titolo di conoscenza. La nostra Commissione ha poteri giudiziari: non si limita a fare sopralluoghi per acquisire informazioni, ma svolge un’azione inquirente. Quando chiediamo informazioni lo facciamo con la massima disponibilità e cortesia, ma pretendiamo dagli auditi altrettanta disponibilità nel fornirci gli elementi di loro conoscenza. Le cose che non sapete non potete dircele. Qui non esiste la deontologia. Qui c’è un fatto: un’azienda ha operato in una situazione di smembramento (non so da quanto tempo perché non conosco i contratti) in tre aziende diverse, ma nella stessa realtà fisica; guarda caso, ciascuna di queste aziende non supera i 15 dipendenti. Voi, come Direzione provinciale del lavoro ne avevate avuto contezza? Se la risposta è no, ebbene, non ne avevate avuto contezza: la deontologia non c’entra nulla.

WEBER
Mi scuso se avete avuto l’impressione che non voglia dare le informazioni. Non ne abbiamo avuto contezza. Ora approfondiremo il caso specifico.

PRESIDENTE
L’aspetto più importante è la prevenzione. È un vostro obbligo ed una vostra specifica competenza quella di approfondire, al di là dell’azione della magistratura. A noi interessa l’azione preventiva, perché solo con quella si possono evitare eventi drammatici. Vi invitiamo a trasmetterci la documentazione che vi abbiamo richiesto che ci consentirà di avere un quadro più chiaro. Vi ringraziamo per la collaborazione.


Audizione di rappresentanti della Regione Lombardia



Intervengono, per la Direzione generale territorio e urbanistica, il dottor Roberto Cerretti, per la Direzione generale ambiente, energia e reti, il dottor Carlo Licotti e, per la Direzione generale sanità unità operativa governo della prevenzione, la dottoressa Maria Gramegna e la dottoressa Elisabetta Confalonieri.

PRESIDENTE
Buongiorno. Vi chiediamo se, in base alle vostre competenze e conoscenze, potete fornirci elementi su questa parte di indagine che la nostra Commissione parlamentare d’inchiesta sta svolgendo oggi a Paderno Dugnano.

CERRETTI
Lavoro nella Direzione generale territorio e urbanistica della Regione Lombardia; la struttura che dirigo è denominata «Autorizzazioni e innovazioni in materia di rifiuti». Il contributo che noi possiamo dare è chiaramente di carattere amministrativo; possiamo fare chiarezza sulle competenze, sulle autorizzazioni e sui passaggi che si sono susseguiti nel tempo relativamente alla ditta in questione.
La ditta è stata autorizzata a trattare rifiuti per la prima volta nel 1993, sulla base del DPR n. 915 del 1982.

PRESIDENTE
I dati che abbiamo noi sono un po’ differenti. La prima autorizzazione dovrebbe essere del 1988.
Da una ricostruzione affidata agli uffici tecnici comunali (quindi, la fonte è il comune) risulta che l’azienda, precedentemente denominata Merlino, venne autorizzata una prima volta con decreto della giunta regionale del 1988.
Ci dica cose esatte, altrimenti ci confonde e ci crea qualche disagio.

CERRETTI
Cercherò di essere più preciso man mano che ci avviciniamo negli anni.
In sintesi, dopo la prima autorizzazione del 1993, c’è una DGR (deliberazione della giunta regionale) del 1998, per la precisione la n. 39059 del 19 ottobre 1998; successivamente, per l’avvenuto passaggio di competenze, si è proceduto ad un rinnovo dell’autorizzazione quinquennale e, quindi, dal 1998 si passa al 2003 quando, il 13 ottobre, è stato emanato dalla Provincia di Milano l’atto dirigenziale n. 169. Con tale atto abbiamo rinnovato l’autorizzazione e con lo stesso è stata autorizzata la miscelazione in deroga dei rifiuti.

PRESIDENTE
Mi scusi, ma, se ricordo bene, si è passati da una autorizzazione per lo stoccaggio ad una autorizzazione per la manipolazione ed il trattamento dei rifiuti. Quindi, si tratta di due attività diverse.
Dovrebbe fornirci dati un po’ più precisi. Può anche inviarci una relazione con cui farci pervenire informazioni dettagliate, necessarie per capire cosa è stato fatto prima che fosse concessa l’autorizzazione cui ha fatto riferimento.
Siamo convinti della esattezza della cronologia di date che lei ci presenta, perché si basa su atti; invece, dovrebbe dirci quali indagini sono state svolte e come è stato istruito l’intero procedimento per giungere alla concessione dell’autorizzazione.
È un problema che ci poniamo perché la prima autorizzazione aveva carattere provvisorio, ma tale provvisorietà dura ormai da 22 anni e riguarda l’attività di una ditta che opera nel centro di una città, peraltro svolgendo lavori a cielo aperto.

CERRETTI
Perché l’autorizzazione è provvisoria?
Attualmente la ditta ha un’autorizzazione integrata ambientale.

PRESIDENTE
L’attività è iniziata con una autorizzazione provvisoria.

CERRETTI
Quella del 1993...

PRESIDENTE
Mi scusi, ma sono io che sto ricostruendo la vicenda.
Ci troviamo a parti inverse.
L’autorizzazione nasce come provvisoria ed ora si è consolidata. Ci interesserebbe sapere che cosa è accaduto, quali sono le tutele che voi e la Provincia avete adottato, dal momento che c’è stata questa doppia presenza di riferimento. Ci interessano questi aspetti. Che ci siano le autorizzazioni ne siamo convinti; non possiamo immaginare che non ve ne siano. Ci interessa però sapere il resto, se lo conoscete. Se non lo conoscete, potete anche inviarci la documentazione relativa per farci capire qualcosa.

NEROZZI (PD)
Nel 1988 la ditta si chiamava Merlino; poi ha cambiato nome, ma si trattava sempre della stessa ditta. Nel 2003, da quello che ci risulta, la Provincia non ha dato l’autorizzazione, anche se aveva competenza in materia. L’autorizzazione l’ha data invece la Regione. Questo è un passaggio un po’ strano.
Probabilmente sarebbe più utile se, come diceva il Presidente, ci fate pervenire la documentazione relativa all’intero iter delle autorizzazioni, sia quelle concesse alla nuova società, sia quelle concesse alla società originaria Merlino (che poi, ripeto, è sempre la stessa ditta).

CERRETTI
D’accordo.

NEROZZI (PD)
La Provincia nel 2003 non ha dato l’autorizzazione.

CERRETTI
A noi invece risulta che nel 2003 ci sia stato un rinnovo dell’autorizzazione da parte della Provincia.

NEROZZI (PD)
Ci faccia avere gli atti, allora.

CERRETTI
Da questo punto di vista ovviamente c’è la massima disponibilità da parte nostra a farvi avere una breve scheda di sintesi corredata da tutti gli atti completi. Questo non è assolutamente un problema.

GRAMEGNA
Lavoro nella Direzione generale sanità-unità operativa governo della prevenzione insieme alla dottoressa Confalonieri, qui presente.
La nostra interfaccia diretta sul territorio è l’attività della ASL; nello specifico, per quanto riguarda la nostra competenza rispetto all’attività programmata, come quella che hanno descritto in precedenza i colleghi Pellino e Della Foglia, verifichiamo se i criteri di programmazione con cui effettuare i controlli, quindi la scelta delle ditte da controllare, corrispondano ai principi di indirizzo che abbiamo assegnati a tutte le ASL.
Prioritariamente sono inserite tra i primi controlli le strutture operative che possiedono determinate autorizzazioni – così come è avvenuto nel caso della ditta in questione che ha ottenuto un’autorizzazione integrata ambientale (AIA) – o che svolgono attività a rischio di incidente rilevante o, ancora, che presentano comunque (per le conoscenze e le informazioni che abbiamo a livello di strutture ASL) degli elementi che possono rappresentare un rischio e che per questo devono essere prioritariamente vigilate.
Come diceva prima il collega, con riferimento ai criteri di programmazione dell’attività ordinaria, questa azienda è stata inserita nella pianificazione 2008-2010 ed è stata subito visitata nel corso del 2008. Per quanto riguarda invece la competenza della Direzione generale sanità nell’ambito degli eventi emergenziali, come quello del 4 novembre, il nostro compito è più defilato ed è quello di verificare che sia effettivamente garantito il coordinamento di chi opera a livello del territorio. Abbiamo appurato che questo è di fatto accaduto nel corso dell’evento. L’intervento in questo caso è stato delegato esclusivamente agli operatori della ASL che sono intervenuti a sostegno delle decisioni che l’autorità sanitaria competente doveva adottare nei confronti sia della popolazione che dei lavoratori.
Questo è il contributo che possiamo darvi.

PRESIDENTE
E che cosa è avvenuto nella verifica del 2008? Che cosa si è determinato? Quali sono state le conclusioni?

GRAMEGNA
Le conclusioni sono state riferite prima dalla collega Della Foglia; sono state rilevate alcune non corrette valutazioni sotto il profilo della gestione del rischio chimico; sono stati chiesti alla ditta ulteriori correttivi e adeguamenti, oltre ad avere fatto le corrette segnalazioni all’autorità giudiziaria.
Nel corso dell’indagine del 2008 si era verificato che non erano corrette le valutazioni del rischio chimico. È stata quindi fatta la segnalazione ed è stato richiesto l’adeguamento, cioè è stato chiesto che fossero corrette da parte dell’azienda le valutazioni sul rischio chimico. Successivamente, quindi, c’è stato il parere positivo della ASL.

PRESIDENTE
Quindi, l’azienda ha adempiuto alle vostre osservazioni.

GRAMEGNA
L’azienda ha adempiuto alle correzioni richieste dalla ASL in merito alla tutela dei lavoratori relativamente alla problematica del rischio chimico.
Gli altri controlli che la ASL aveva svolto nel corso degli anni sono stati invece effettuati dall’unità operativa impiantistica ed erano relativi alla sicurezza dell’impianto elettrico e degli impianti di sollevamento. Quindi, all’interno della ditta ci sono state anche altre presenze degli operatori ASL. Questi dati saranno comunque contenuti nella relazione che la Commissione ha richiesto ai colleghi.

PRESIDENTE
Vi ringraziamo.


Audizione di rappresentanti delle organizzazioni sindacali



Intervengono il signor Eugen Velia, rappresentante dei lavoratori per la sicurezza della TNL srl, la signora Tiziana Scalco, segretario CGIL della Camera del lavoro di Milano, il signor Fabrizio Rigoldi, rappresentante UGL e il signor Claudio Mor, rappresentante UIL.

PRESIDENTE
Vi do il benvenuto e vi ringrazio per aver accolto il nostro invito.
Vorremmo conoscere le vostre valutazioni e gli elementi a vostra conoscenza che riguardano gli eventi che si sono determinati il 4 novembre scorso, ma anche – se ne siete a conoscenza – relativi agli eventi occorsi il 5 ed il 18 agosto 2010 che, seppure di portata inferiore, hanno interessato la ditta.

SCALCO
Buongiorno a tutti. Quanto ai fatti verificatasi ad agosto, non ne sono a conoscenza; sinceramente, non sappiamo nulla. Per quanto riguarda, invece, l’incidente del 4 novembre, posso dire soltanto che non essendo l’azienda sindacalizzata, non avevamo rapporti diretti né con il titolare, né con i lavoratori, quindi non abbiamo avuto la possibilità di avere informazioni ulteriori. Siamo intervenuti sul posto il giorno dopo, il venerdì mattina, ed in quell’occasione abbiamo tentato di ricevere informazioni più dettagliate.
Quello che posso dire è che nel corso delle ispezioni di competenza della ASL Milano 1 erano state ravvisate delle irregolarità nella stesura del documento di valutazione dei rischi, ossia alcuni rischi non erano stati valutati. Dal momento però che l’azienda non è collegata al sindacato non sono in grado né di confermare, né di fornire informazioni più dettagliate.
Guardiamo con molta attenzione alle indagini che le istituzioni e la procura stanno conducendo, questo sì, dal momento che anche noi desideriamo sia fatta chiarezza su questo fatto.
Lascio la parola agli altri colleghi.

MOR
Anch’io non sono a conoscenza dei fatti, se non per quanto riportato dai giornali, ove sostanzialmente si diceva che in questo sito produttivo si era già verificato in passato un incendio che, per fortuna, non aveva coinvolto lavoratori. Le informazioni su ciò che è accaduto di cui disponiamo sono tutte riconducibili a fonti giornalistiche più che ad esperienze dirette, perché non essendo il sindacato presente all’interno dell’azienda venire a conoscenza di fatti relativi all’incidente del 4 novembre scorso sarebbe stato complicato e lo è ancora oggi, tanto che anche noi stiamo attendendo che gli organi istituzionali predisposti alle indagini redigano una relazione.
Ad una prima valutazione, il grave incidente occorso in questo Comune ci riporta, purtroppo, all’annoso problema dell’applicazione in toto del decreto legislativo n. 81, non solo all’interno delle aziende ma anche nelle ditte cui sono appaltati certi servizi, dunque nei rapporti in cui vi sono rischi di interferenze che, se non valutati correttamente, rischiano di condurre a fatti gravi come quello verificatosi.
In particolare, bisogna capire se tra i lavoratori vi è un rappresentante della sicurezza, se i lavoratori sono stati adeguatamente informati e formati sui rischi specifici, visto che l’azienda stocca rifiuti – sempre per sentito dire – anche pericolosi. Bisogna, insomma, capire se vi è stata l’attenzione necessaria per lavorazioni nelle quali il rischio è non solo ambientale, ma anche diretto agli stessi lavoratori. A tal proposito, come UIL da tempo stiamo chiedendo alle istituzione di rivolgere un’attenzione particolare nei confronti di alcuni siti che trattano materiali pericolosi o che effettuano lavorazioni pericolose.
Da tempo abbiamo chiesto di valutare se non sia opportuno adottare nuove tecnologie per coadiuvare l’attività di controllo prevedendo, magari, delle videosorveglianze.
Nella società attuale sempre più spesso notiamo che il capitale è ben coperto (le banche cioè sono tutte videosorvegliate, ma anche i Comuni utilizzano sistemi di videosorveglianza per coprire il territorio), mentre quando si parla di lavoro e di sicurezza ci preoccupiamo più della privacy che non della salute dei lavoratori. Torniamo quindi a rilanciare l’idea di utilizzare le nuove tecnologie, sempre rispettando la normativa vigente e lo Statuto dei lavoratori, guardando ad esse non come metodo punitivo ma a fini di prevenzione anche perché potrebbero rappresentare un valido ausilio nel caso vengano condotte delle indagini. L’uso corretto di alcuni strumenti potrebbe da una parte far emergere le necessità, le difficoltà o le carenze esistenti nei sistemi di sicurezza interni alle aziende, dall’altra potrebbe aiutare ad individuare una formazione specifica per i lavoratori, qualora se ne rilevasse la necessità.

PRESIDENTE
Per quanto riguarda le telecamere, sarebbe opportuno fare un ragionamento più complesso. Non so il sindacato come risponderebbe alla proposta di installare delle telecamere negli stabilimenti.

RIGOLDI
Anch’io confermo quanto i colleghi hanno affermato e cioè che trattandosi di un’azienda non sindacalizzata le nostre informazioni sono ricavate pressoché completamente dai media e dai successivi sopralluoghi effettuati sul luogo dell’incidente.
Ciò che è importante ribadire sul piano sindacale, e in questo senso non possiamo che rimetterci a voi e a tutti gli organi inquirenti per risalire a quello che effettivamente è successo, è che pur trattando la sua azienda sostanze pericolose non sono stati stipulati contratti del settore chimico, ma del commercio, con una sorta di azione tesa...

PRESIDENTE
È convinto che siano stati stipulati contratti del settore commercio?

RIGOLDI
Anche nell’ambito del commercio è compresa una parte dell’attività chimica...

PRESIDENTE
A noi è stato detto che sono stati assunti con contratto del settore metalmeccanico.

SCALCO
Probabilmente le tipologie di contratto erano più di una.

RIGOLDI
Questo incontro è utile anche per noi perché non avendo sindacati nell’azienda abbiamo raccolto le informazioni come potevamo.
Dunque, questo incontro è importante perché possiamo interagire. Personalmente sto apprendendo una notizia che non collima con le informazioni in mio possesso. In ogni caso, qualora fosse accertato che sono stati stipulati contratti di settori diversi (quindi, anche contratti del comparto metalmeccanico), un’azienda con queste caratteristiche, per la tipologia di prodotti che utilizzava, a nostro avviso avrebbe trovato una migliore collocazione in un ambito contrattuale in cui le norme intervengono in modo più puntuale circa le autorizzazioni ed il modo di operare e trattare sostanze così pericolose. Oltretutto, sappiamo tutti che è entrata in vigore la normativa europea REACH, una normativa trasversale che riguarda tutte le aziende che utilizzano sostanze chimiche, non solo quelle che svolgono esclusivamente attività chimica. Quindi anche questo è un aspetto su cui sarà necessario porre sempre maggiore attenzione.
Risulta importante capire dalla ricostruzione degli eventi, non solo legati al nesso eziologico (cioè causa ed effetto dell’incidente), come mai un’attività imprenditoriale di questo tipo non avesse a monte le caratteristiche e le condizioni che avrebbero permesso a tutti gli stakeholder di porre la giusta attenzione (al di là degli episodi verificatisi in passato che non hanno provocato incidenti gravi come quest’ultimo a cose e persone). Questo punto di partenza per noi è fondamentale, perché se a norme importanti, quali i decreti legislativi n. 626 e n. 81, i cui contenuti sono amplissimi, non corrisponde l’applicazione di elementi basilari, possiamo scrivere tutte le norme che vogliamo ma il problema pratico resta.
Ci risulta, inoltre, che nei confronti del titolare vi è un processo in corso presso la procura di Lodi. Non voglio essere frainteso: stiamo parlando dell’incidente occorso e non delle responsabilità in capo alla proprietà, al legale rappresentante, per altre azioni che lo riguardano. Sicuramente però anche questo è un elemento che ci deve far riflettere circa le modalità con cui si opera in un settore importante, ma anche pericoloso per la collettività e l’ambiente, come quello chimico. Anche questo è un elemento su cui, a nostro parere, l’attenzione degli interlocutori dovrebbe soffermarsi. Detto questo, non possiamo che auspicare di venire a capo di tutta la situazione.
L’UGL sta valutando l’ipotesi di costituirsi parte civile nel corso del dibattimento processuale. Ci stiamo impegnando per attirare la sensibilità culturale e l’attenzione di tutti in modo da evitare che fatti di questo tipo si ripetano in futuro. Quando accadono incidenti così gravi, con lavoratori che perdono la vita sul luogo di lavoro, non possiamo gridare sempre allo scandalo. Non possiamo preoccuparci solo quando ci sono delle vittime, ma occorre incominciare a fare un lavoro concreto a monte, perché le normative ci sono ma se non siamo in grado di garantirne nel concreto l’attuazione la situazione non migliorerà.

VELIA
Signor Presidente, sono il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza della TNL srl. Non so che cosa abbia causato l’incendio e che cosa sia successo, ma i miei connazionali che lavorano all’Eureco hanno fatto – almeno da quello che so – il corso per la sicurezza e sono stati formati e informati. So che hanno anche fatto un corso interno all’azienda.

PRESIDENTE
Che corso?

VELIA
Un corso di formazione. Hanno fatto anche un corso all’interno dell’azienda TNL.

PRESIDENTE
Anche lei ha fatto questo corso di formazione? In che cosa è consistito?

VELIA
Non so cosa succede, perché non lavoro lì. Non lavoro nell’azienda, ma da un’altra parte.

PRESIDENTE
Su cosa verteva questo corso di formazione?

VELIA
Sui temi della sicurezza.

PRESIDENTE
Quante ore è durato il corso?

VELIA
Trentadue ore. Non so che cosa sia successo. Sono andato dai miei connazionali che stanno all’ospedale Niguarda per sapere che cosa era successo e da che cosa era stato causato l’incendio, ma non mi hanno fatto entrare.

NEROZZI (PD)
Nella TNL ci sono organizzazioni sindacali?

VELIA
Non le so dire.

SCALCO
Signor Presidente, sono stata molto breve nel mio intervento, ma pensavo che dovesse essere limitato alla questione se conoscessimo o meno quanto accaduto in agosto. Al di là dell’intervento del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza che, a mio avviso, dice già tutto, la mattina in cui con il dottor Lotito ci siamo recati sul posto siamo venuti a sapere che l’imprenditore non era a conoscenza neppure del nome del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. Questo coincide con l’attuale dichiarazione di quest’ultimo. Che cosa succede in queste aziende e a maggior ragione in un’azienda come l’Eureco? Stiamo parlando di stoccaggio di rifiuti e di sostanze pericolose. Pare addirittura che dentro questa azienda fosse stoccato dell’amianto. Questo è un altro elemento di cui siamo venuti a conoscenza, tra le tante informazioni che ci sono arrivate. Se anche questo fosse vero, si aggiungerebbe ulteriore gravità al fatto. È importante che si applichi il Testo unico sulla sicurezza, quale corpo di adempimenti burocratici previsti da una legge completa: infatti, questa legge (come credo tutti voi sappiate, avendo voce diretta sul tema), se applicata anche solo al 50 per cento, aiuterebbe moltissimo ad abbattere gli infortuni e gli incidenti di questo tipo. Siti di questa importanza sono particolarmente esposti al rischio di incidente, soprattutto di incidente grave, proprio perché si lavora a contatto con agenti chimici: è chiaro che le possibilità che un evento come questo accada sono altissime, ma possono esservi anche conseguenze meno immediate, come una malattia professionale latente e non ravvisabile in tempi rapidi. L’amianto può essere uno di questi agenti, perché sappiamo che i suoi effetti non sono immediati, ma si sviluppano nel tempo. Possiamo chiedere alle istituzioni, una volta per tutte, che vi sia l’applicazione delle regole minime che sono l’informazione e la formazione dei lavoratori? Avere un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza e non sapere nemmeno chi sia, non preoccuparsene come in questo caso, per me è già un fatto gravissimo. Quindi, un imprenditore, soprattutto di siti di questo tipo o aziende simili, non deve poter esercitare l’impresa senza dimostrare un’attenzione ai temi dell’informazione, della prevenzione e della formazione dei lavoratori. È la base per avere un minimo di sicurezza e di attenzione a quella che è la vita e la salute dei lavoratori. Vorrei aggiungere alcune osservazioni rispetto all’intervento del collega della UIL. Siamo in linea rispetto all’applicazione delle norme, ma sappiamo tutti che il pensiero ufficiale espresso dalle organizzazioni sindacali sul punto non è unanime. Posso dire, a nome della CGIL, che al di là di alcuni casi (questo è accaduto soprattutto sui cantieri, per i quali, attraverso un accordo unitario, vi è stata una disponibilità a ragionare), non in tutte le situazioni questo pensiero viene condiviso. Credo sia importante applicare i controlli in maniera più sistematica. Siamo in Lombardia, una Regione ad alta densità industriale, ma anche abitativa. Su questi siti occorre che si ponga particolare attenzione, perché dopo questa tragedia, che ha comportato la perdita di una vita umana, bisogna fare qualcosa ed essere concludenti. È da qui che deve partire un vero impegno da parte delle istituzioni. A quanto risulta dalle indagini annuali dell’INPS, i dati relativi alla diffusione del lavoro nero in Lombardia sono altissimi e preoccupanti. Le istituzioni se ne vogliono preoccupare in maniera più compiuta? Queste sono le richieste più immediate ed urgenti che mi sento di avanzare come CGIL: in primis l’applicazione rigorosa della legge. I lavoratori devono essere coinvolti e il datore di lavoro deve sapere chi è il responsabile dei lavoratori per la sicurezza e chi sono le figure che operano nella sua azienda. Il datore di lavoro deve essere in prima persona responsabilizzato. È chiaro che la legge demanda determinati adempimenti ad altre figure, ma l’imprenditore non può non essere presente sul tema della salute e della sicurezza della sua azienda. Diversamente continueremo a fare ottime leggi, ma a non applicarle. Purtroppo casi eclatanti come questo continueranno a verificarsi: a Paderno Dugnano sapevamo che questa azienda non aveva tutte le carte in regole per esercitare un’attività di questo tipo. Bisognava intervenire prima e non dopo. Aspettare sempre l’incidente francamente non è più accettabile.

PRESIDENTE
Tutti dovremmo intervenire prima.

SCALCO
Certo, ma ho sentito una dichiarazione in diretta del sindaco di Paderno Dugnano in cui sosteneva che non c’erano problemi.
Su questo territorio erano già stati sollevati problemi, dopo di che devono occuparsene le istituzioni. Noi non siamo le istituzioni; noi possiamo segnalare, contestare, fare le nostre dichiarazioni, ma in maniera diretta non siamo in grado di intervenire. Più che sollecitare chi può intervenire non siamo in grado di fare. È importante che a questo incidente così grave, l’ennesimo, segua una seria presa di posizione da parte delle istituzioni.
Modifichiamo qualcosa nei controlli, nelle modalità di intervento, andiamo a verificare se i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza e i lavoratori fanno dei corsi appropriati. Non solo se li fanno sulla carta, perché l’applicazione burocratica non serve a nessuno. Questa legge è stata molto osteggiata, innanzitutto perché considerata eccessivamente burocratica: la burocrazia a volte serve e in questo caso avrebbe addirittura salvato una vita umana o ci avrebbe provato. Avremmo potuto dire di avercela messa tutta.

VELIA
I miei connazionali della TNL che lavorano all’Eureco andavano lì la mattina (a quanto so, perché non vi ho mai lavorato) e chiedevano sempre al capo piazzale che cosa dovevano fare. Non facevano di testa loro, ma chiedevano sempre al capo piazzale della ditta. Perciò loro facevano quello che veniva loro detto la mattina o durante la giornata, come succede in tutte le aziende.

PRESIDENTE
Ne siamo convinti.

ROILO (PD)
Quell’azienda non doveva stare in quel contesto.

NEROZZI (PD)
La TNL non è sindacalizzata, vero? Sono 80 dipendenti però, non uno o due.

PRESIDENTE
Non è sindacalizzata.

MARAVENTANO (LNP)
Magari il sindacato ora li potrebbe contattare, se non è stato fatto prima.

SCALCO
La rappresentanza sindacale si esercita su volontà dei lavoratori.
Se i lavoratori non sono iscritti non è che si iscrivono d’ufficio per il semplice fatto che li contattiamo. Spesso in queste aziende il problema è che se i lavoratori non si rendono disponibili ad un’iscrizione sindacale non possiamo obbligarli.

PRESIDENTE
Abbiamo compreso il suo richiamo alle istituzioni, dottoressa Scalco. Lei e i suoi colleghi avete dato un buon contributo alla definizione del decreto legislativo n. 81. Il discorso delle istituzioni è tanto importante quanto vago e generico, perché tutti noi rappresentiamo le istituzioni. È difficile immaginare che ci sia un’istituzione di maggiore o minore peso. Ogni istituzione ha caratteristiche e competenze diverse.
Del resto, come membri di questa Commissione, grazie ai sopralluoghi che facciamo sul territorio, ci rendiamo spesso conto delle situazioni che lei ha richiamato. Non a caso, nelle precedenti audizioni ci siamo addentrati, anche indagando su soggetti ed elementi specifici, proprio sulla questione delle istituzioni che lei richiamava, dottoressa Scalco. Possiamo avere le leggi migliori del mondo, ma quando calano sul territorio senza avere le gambe per camminare, rimangono inapplicate. Le posso assicurare che stiamo cercando di fare il nostro meglio per concorrere a realizzare quello che voi avete chiesto oggi. Ma dovete agire anche voi, dobbiamo farlo tutti.


Audizioni di rappresentanti delle ditte Eureco srl e TNL srl



Intervengono, per la Eureco srl, l’amministratore unico e rappresentante legale, signor Giovanni Merlino, il rappresentante e responsabile del servizio di prevenzione e protezione esterno, dottor Osvaldo Licciardi, il tecnico, signor Riccardo Laini, e il signor Lorenzo Fuccella e, per la TNL srl, il rappresentante legale, signor Adrian Zaqiri, e il consulente in tema di sicurezza e salute e responsabile esterno del servizio di prevenzione e protezione, ingegner Mario Basso.

PRESIDENTE
Desidero far presente che se lo ritenete opportuno possiamo proseguire in seduta segreta.
Invito il signor Merlino ad esprimere le sue riflessioni e le sue considerazioni sui fatti che si sono verificati.

MERLINO
Sono l’amministratore unico dell’azienda Eureco srl.
Sono assolutamente dispiaciuto, non ho altre parole per esprimere il mio dolore per tutto ciò che è successo. Purtroppo non ero presente in azienda al momento dell’incidente, ma sono stato avvisato immediatamente dopo. Oltre ad essere l’amministratore unico dell’azienda sono anche il responsabile tecnico e quel giorno, come tutti gli altri, mi sono recato in ditta per verificare che tutte le parti operative ottemperassero a tutto ciò che concerne il nostro settore in base alle autorizzazioni concesse. Proprio quel giorno avrei dovuto assentarmi per recarmi alla fiera di Rimini dove eravamo espositori. Sono uscito dall’azienda alle 10,30 (per la precisione, alle 10,28) dopo aver raccolto intorno a me le persone presenti sull’impianto alle quali, come sempre, ho chiesto se quel giorno ci fossero particolari aspetti da valutare, da verificare, da discutere. Tutti – quattro o cinque persone – mi hanno risposto che si trattava di una giornata tranquillissima, che rischiavano addirittura di addormentarsi; aggiunsero che sicuramente avrebbero fatto qualcosa, null’altro. Queste sono state le parole degli operai alle ore 10,28 del giorno in cui si è verificato l’incidente. Abbastanza tranquillizzato, ho ricordato che sarei stato fuori per un giorno o forse due, facendo tutte le raccomandazioni che si fanno in questi casi.
Ho chiesto, ripeto, quali lavorazioni si sarebbero dovute effettuare quel giorno e mi è stato risposto che non c’erano particolari problemi perché bisognava solo separare e spostare del materiale; quello stesso giorno, infatti, o al massimo il giorno dopo, sarebbe dovuto arrivare un automezzo che avrebbe dovuto prelevare il cemento-amianto (detto eternit) che loro stavano preparando in posizione, verificando che le coperture di cellophane non presentassero strappi, in modo da caricare senza problemi il materiale sull’automezzo. Quella era l’attività che dovevano eseguire in quel giorno: quindi, verificare i bancali, pesarli, preparare la documentazione, proprio perché prima di sera o, al più tardi, il giorno dopo si sarebbe presentato l’automezzo per il trasporto all’estero. Lo smaltimento, infatti, lo effettuiamo all’estero. Quindi, questa era l’attività più rilevante, più dinamica, di quel giorno. Per il resto la giornata si presentava letteralmente piatta; questo, perlomeno, è quello che mi è stato detto. A quel punto li ho salutati e sono partito per Rimini.

PRESIDENTE
Che cosa è successo, secondo lei?

MERLINO
In questo momento purtroppo non so assolutamente dirlo.
Sono stato avvisato e sono così tornato alle 19,30, perché c’era molto traffico, e mi sono trovato di fronte ad uno scenario terribile.
Le voci sono tante, veramente tante, delle più disparate. Quindi, qualsiasi cosa dicessi non corrisponderebbe alla realtà perché non so che cosa è successo. Potrei esprimere delle mie ipotesi, ma ritengo che non sarebbe corretto perché sono solo riportate. Se vuole, posso fare un esempio. Al mattino sono andato a Torino a trovare alcuni dei ricoverati – un ragazzo si trova all’ospedale CTO – e verso sera sono andato all’ospedale Niguarda qui a Milano, così come ho fatto sabato, domenica e quasi tutti i giorni, proprio per stare vicino indistintamente a tutte le persone coinvolte.
Alcune voci – sono veramente solo voci – dicono che il muletto non si spegneva. Sono però voci casuali.

PRESIDENTE
Lei non è in grado di ricostruire nulla?

MERLINO
Personalmente non sono in grado di ricostruire nulla. Mi dispiace molto, anche perché l’incidente non è avvenuto in un’area a rischio ma in un’area che presenta un valore di rischio quasi pari a zero; evidentemente non è così perché se si è verificato questo incidente...

PRESIDENTE
Questo aspetto è meglio lasciarlo perdere al momento.
L’area è ad alto rischio per quello che è successo, perché poi, alla fine, sono i fatti che fanno capire quale rischio c’era.

MERLINO
Lo ritengo perfettamente giusto.

PRESIDENTE
Magari c’è una inconsapevolezza, perché non si riesce a ricostruire gli avvenimenti.
Vorrei però farle un’altra domanda. Gli incidenti del 5 agosto e del 18 agosto da che cosa sono stati determinati, secondo lei?

MERLINO
Anche in quel caso abbiamo tentato di capire cosa è successo ma sia l’ARPA che è intervenuta che noi stessi non abbiamo compreso quale possa essere stata la causa. Mi spiego meglio. Quando l’incendio del 4 o il 5 agosto (non ricordo esattamente) è stato domato, abbiamo aperto completamente il contenitore da cui erano scaturite le fiamme – che era distrutto solo per la parte superiore mentre l’interno era intatto – e abbiamo potuto verificare che non c’era null’altro che stracci, carta, legno, cartone. Quindi, non c’era alcun elemento che potesse essere individuato come causa dell’incendio. Ritengo pertanto che si sia trattato di autocombustione, che gli esperti sapranno definire meglio di me. Anche in quel caso neanche l’ARPA ha compreso che cosa potesse avere causato l’incendio.

PRESIDENTE
È stata fatta una relazione?

MERLINO
In azienda ci sono sicuramente dei documenti che attestano che questi dati sono stati rilevati. In quel caso è bruciato un container, un contenitore, al cui interno c’erano carta, cartone, legno, stracci, materiale di questo genere.
È vero che l’incendio era visibile, ma non ha coinvolto...

PRESIDENTE
Era uno o erano quattro i contenitori?

MERLINO
L’elemento principale era uno ma di fianco c’erano altri contenitori; uno conteneva ferro, uno legna, un altro cartone. In sostanza i contenitori erano quattro, ma quello che ha generato l’evento è stato solo uno.

PRESIDENTE
Chiedo al signor Zaqiri, rappresentante della TNL srl, notizie nel merito, con particolare riguardo alla formazione dei lavoratori che, da quello che stiamo comprendendo, la TNL fornisce in modo costante (sembrerebbe) alla Eureco.
Non so se sono stato chiaro.

ZAQIRI
Non ho capito.

PRESIDENTE
Non ha capito?

ZAQIRI
No, non ho capito.

PRESIDENTE
La società che lei rappresenta fornisce personale all’Eureco in modo continuato o continuativo o quotidiano (lo sapremo poi dagli accertamenti). Il personale che fornisce viene formato?

ZAQIRI
Io non lo so. I nostri ragazzi vanno al lavoro alle 7,30. C’è un responsabile del piazzale che comanda i ragazzi. I sette ragazzi che stavano lì...

PRESIDENTE
Credo che la sua società abbia circa 70-80 dipendenti.
È vero?

ZAQIRI
Sì.

PRESIDENTE
Questi lavorano soltanto per l’Eureco o anche per altre aziende?

ZAQIRI
No, lavorano anche per altre aziende. Sono solo sette i ragazzi che lavorano alla Eureco.

PRESIDENTE
Di cui cinque sono stati coinvolti in questo infortunio.
Due infortunati sono italiani e gli altri cinque sono tutti albanesi.

ZAQIRI
Sì.

PRESIDENTE
Dei sette, due sono italiani.

ZAQIRI
I due non sono nostri.

PRESIDENTE
Gli altri due che lavoro svolgono? Altri lavori sempre all’interno della Eureco?

ZAQIRI
I due sì. I due italiani sono dell’Eureco.

PRESIDENTE
No, mi riferisco ai due operai della vostra ditta. Voi fornite all’Eureco sette lavoratori giornalieri dei vostri 70-80. Come fate a fornirli?

ZAQIRI
I ragazzi nostri non forniscono questo.

PRESIDENTE
E come vanno a lavorare lì?

ZAQIRI
Lavorano là. Per il materiale, altro, non sono io che rifornisco l’azienda.

PRESIDENTE
Non riesco a capire.
C’è un rapporto di appalto di lavoro tra di voi? Chiedo anche a lei, signor Merlino, perché non riesco a capire come possano venire a lavorare, cioè a prestare l’opera, sette lavoratori che sono di un’altra azienda.

MERLINO
Se ritiene opportuno posso rispondere.
La TNL è un’azienda che lavora con noi da alcuni anni.

PRESIDENTE
Un’azienda per cosa?

MERLINO
Un’azienda ritengo di servizi. La TNL è una srl. C’è un contratto preciso che dispone che i loro operatori vengano in azienda a movimentare i nostri materiali, cioè a fare carico e scarico e a metterli a dimora. Di queste sette persone c’è un responsabile di cui in questo istante mi sfugge il nome; credo che sia Zegiri Adrian o qualcosa di simile.

NEROZZI (PD)
Adrian Zaqiri.

MERLINO
Ecco, perfetto.

PRESIDENTE
Ma Adrian Zaqiri è il signore che ha appena parlato!

ZAQIRI
Io sono Zaqiri Adrian.

PRESIDENTE
Ma non vi conoscete?

MERLINO
Ho altre aziende, quindi mi occupo si dell’azienda, ma c’è un contratto regolare che viene stipulato e controllato in tutte le sue forme ...

PRESIDENTE
Ma da quanti anni esiste questo rapporto tra la TNL e la Eureco?

MERLINO
Un anno e mezzo, due anni. Non lo so di preciso; forse un po’ di più, forse un po’ di meno.

PRESIDENTE
E lei, signor Zaqiri, conosce il signor Merlino?

ZAQIRI
Si, lo conosco.

PRESIDENTE
Allora è lui che non conosce lei.

MERLINO
Probabile. Anche perché mi occupo di numerose altre cose.

PRESIDENTE
Avrà parlato qualche volta con il signor Merlino?

ZAQIRI
Si, gli ho parlato in ufficio e in altre occasioni.

MERLINO
Sinceramente, non ci vedo nulla di strano.

PRESIDENTE
Neanche io ci vedo nulla di strano. Qui nessuno lo considera strano perché noi non siamo coinvolti dall’emotività. Stiamo cercando di capire che rapporto c’è tra due aziende in una delle quali, guarda caso, si è verificato qualche piccolo problema, considerato che cinque persone provenienti dall’azienda del signor Zaqiri e due suoi diretti dipendenti sono stati coinvolti in un incidente in seguito al quale si è registrato il decesso di una persona.
Dunque, bisogna capire quali siano i collegamenti tra queste aziende. Capire se questa manodopera viene fornita da questa azienda all’altra, oppure se hanno lavori specifici ed allora si tratterebbe di subappalto o appalto. Dobbiamo capire, insomma, quali meccanismi regolano i rapporti non solo dei lavoratori, ma dei datori di lavoro di queste due aziende di cui una è la sua azienda, signor Merlino, l’altra è l’azienda del signor Zaqiri.
Si presupponeva che vi conosceste anche in virtù della relazione di lavoro. Non ci si deve conoscere per forza; può anche non conoscerlo, ma dato che stiamo parlando di due aziende di dimensioni non stratosferiche ci si aspetta il contrario. Tant’è vero che il signor Zaqiri, che ha avuto la possibilità di incontrarla e di parlare con lei, la ricorda. Magari lei non lo ricorda; non è obbligato a ricordarlo. Non c’è nessun motivo particolare.
Se però ci vuole spiegare che tipo di rapporto di lavoro esiste, forse ci aiuta.

MERLINO
Posso dire che nella nostra azienda, che è abbastanza grande, ci sono innumerevoli lavori da eseguire.

PRESIDENTE
Complessivamente quanti dipendenti ha la sua azienda, anzi le sue aziende perché mi sembra siano più aziende?

MERLINO
La Eureco srl conta circa 11-13 dipendenti.

PRESIDENTE
Globalmente credo non arriviamo a 50 dipendenti.

MERLINO
Globalmente, forse, li superiamo perché ci sono altre aziende, tipo la Project Engineering che si occupa solo di consulenza, o la Consorzio SINAB che ha alcuni dipendenti; ma sono tutte consorziate a livello internazionale.

PRESIDENTE
Mi riferivo alle aziende che operano in quel sito, nel sito dove sono accaduti questi fatti.

MERLINO
È un sistema collegato perché forniamo consulenza ed assistenza a tutto ciò che riguarda l’ambiente e l’ecologia. Quindi è un sistema integrato e, di conseguenza, vengono stipulati una serie di contratti che vanno dalla consulenza al trasporto (perché effettuiamo anche i trasporti), alla manutenzione ordinaria o straordinaria dell’azienda. Dalla mia azienda passano ogni mese circa otto, dieci contratti.
Questo relativo alla TNL è uno dei tanti contratti che transitano nel nostro gruppo aziendale. All’interno del nostro gruppo c’è l’ufficio contabile e quello amministrativo che verificano e controllano che il contratto sia idoneo alla mansione richiesta e poi viene attivato. A questo punto mi sottopongono il contratto, lo controllo, lo guardo ma tutte le questioni, anche quelle relative alla sicurezza, sono state tutte sviscerate; c’è uno staff tecnico della Project Engineering, formato da ingegneri, che verifica che tutto sia a posto.
Ci sono quindi numerosi contratti. In questo istante non ricordo quel contratto preciso, né questo signore, ma magari l’ho già visto.

PRESIDENTE
Stiamo dicendo la stessa cosa. Lei non lo ricorda, mentre il signor Zaqiri la ricorda. Ognuno ricorda le persone che pensa di ricordare. Non facciamo commenti se lei dice di non ricordare.

MERLINO
Lei inizialmente ha detto: possibile che lei non conosce questo signore?

PRESIDENTE
E glielo ripeto.

MERLINO
Le posso dire che in un anno ho 300-400 contratti e non conosco tutti i titolari dei 400 contratti. Assolutamente no.

PRESIDENTE
Glielo ripeto. E lei mi dice che è possibile perché ha tutti questi contratti.

MERLINO
Ho detto 400, ma forse saranno anche 1.500 i contratti che transitano nel nostro gruppo aziendale.

PRESIDENTE
Di lavoratori dipendenti?

MERLINO
No. Ho detto che i contratti che ruotano intorno al nostro gruppo aziendale sono innumerevoli.

PRESIDENTE
Ma questo non è un contratto. Questa è un’altra azienda che fornisce a lei della manodopera.

MERLINO
Un’azienda con la quale è stato stipulato un contratto.

PRESIDENTE
Che tipo di contratto?

MERLINO
È un contratto che prevede la fornitura di manodopera per la movimentazione di materiali interni, esattamente come se dovessi rifare un tetto e chiedessi di rifarlo fornendomi tutte le sicurezze di garanzia.
È la stessa cosa, è una srl.

PRESIDENTE
La sigla srl individua il tipo di società, non c’entra nulla con questo.

MERLINO
Però io presuppongo che essendo una società iscritta come srl risponderà a tutte le normative di sicurezza che è chiamata a rispettare.

PRESIDENTE
Questo è un altro discorso.

MERLINO
Me ne rendo conto, ma l’ho fatto per far comprendere qual è la dinamica. Due mesi fa, ad esempio, dovevamo rifare una recinzione; il nostro ufficio tecnico e il nostro ufficio di contabilità in quell’occasione hanno provveduto ad accertare che le persone che entravano per rifare quella recinzione...

PRESIDENTE
Ma quella non è una recinzione.
Lei ha detto che quelle persone lavorano per lei.

MERLINO
Allora non ci capiamo.
È un contratto esattamente come gli altri 1.500 contratti stipulati dall’azienda. Per me ha lo stesso valore.

PRESIDENTE
Quindi è una recinzione.

MERLINO
Non ho detto questo. Ho fatto un esempio per farle capire che è uno dei tanti contratti che ci sono in azienda, quindi non è una particolarità.

NEROZZI (PD)
Nel suo sito ci sono almeno tre società (lei ha dichiarato di averne di più, in generale) che sono a suo nome e che operano nel sito.
Mi interesserebbe sapere quale tipo di contratti stipulano con i dipendenti le tre società. Sappiamo che la TNL stipula contratti del settore metalmeccanico; vorremmo sapere nelle altre quali contratti vengono utilizzati.
Dal momento che il sito presenta delle peculiarità, potrebbe apparire discutibile che in un sito così unico siano presenti tre società con lo stesso proprietario.
Ma di questo si occuperà chi deve.
La società a responsabilità limitata TNL è una delle sue società collegate o non c’entra nulla con lei?

MERLINO
Non c’entra assolutamente nulla.

NEROZZI (PD)
È un appalto?

MERLINO
È un contratto d’appalto.

FUCCELLA
È un appalto di servizi.

NEROZZI (PD)
Quindi ci sarà il contratto di appalto che regolerà tutti i dettagli.

MERLINO
C’è un contratto di appalto regolarissimo.

NEROZZI (PD)
Ci interessa saperlo. Quindi si può verificare di che natura è questo contratto.
Vorrei poi rivolgere una domanda al signor Zaqiri. La sua impresa, visto che lei è il rappresentante legale l’impresa è sua, interviene in molte altre aziende nel settore dello smaltimento dei rifiuti?

ZAQIRI
No, solo in questa.

NEROZZI (PD)
E gli altri lavoratori in che aziende intervengono?

ZAQIRI
Di altre cose, in altre aziende.

NEROZZI (PD)
E cioè?

BASSO
Se mi permettete, intervengo in aiuto del signor Zeqiri.
Quanto all’attività che la TNL svolge, hanno dei lavoratori che si occupano di facchinaggio e movimentazione di merci. La stragrande maggioranza delle aziende presso cui la TNL ha lavoratori tratta rifiuti; loro fanno la cernita separando, ad esempio, la carta, il cartone, la plastica; si occupano cioè della suddivisione di questi materiali che vengono stoccati, secondo quello che viene detto loro dal committente, nelle posizioni idonee.
Eureco è un caso un po’ unico nel loro panorama. Tutti gli altri 60 o 70 dipendenti lavorano nell’altro settore che vi dicevo, quindi molto diverso.

NEROZZI (PD)
E che tipo di formazione hanno ricevuto gli 80 dipendenti?

BASSO
Tutti hanno ricevuto una formazione di base, note informative, principi della sicurezza e utilizzo dei dispositivi di protezione, sui rischi che sono stati evidenziati per le attività effettivamente svolte da TNL con una differenza sostanziale per i lavoratori che lavoravano in Eureco perché, a differenza degli altri, la formazione specifica per questi lavoratori, secondo quello che era previsto nel contratto, veniva fornita direttamente da Eureco.
A tutti gli altri è stata fornita una formazione di base poiché i fattori di rischio sono rappresentati dal rischio biologico, dalla movimentazione manuale di carichi, da posture incongrue e microclima termico, fattori cioè diversi e molto più banali. Quindi, è stata offerta una formazione di base che però prosegue. Abbiamo un piano di formazione e poco a poco miglioriamo, però tutti hanno ricevuto questa formazione di base e tutti ricevono i dispositivi di protezione.
Nel caso di Eureco venivano forniti direttamente da Eureco, proprio per un accordo raggiunto tra le parti. Perché così era riportato nel contratto.

PRESIDENTE
Vorrei rivolgere un’ultima domanda al signor Merlino.
Per quanto riguarda la formazione, voi l’avete regolarmente svolta, ovviamente?

MERLINO
Noi svolgiamo la formazione in modo regolare. Ma la formazione in azienda avviene giorno per giorno perché, per esempio, quel giorno stesso ho dato indirizzo ai miei responsabili su come dovevano comportarsi o fare delle cose. Quindi c’è una continua formazione...

PRESIDENTE
No, quella è informazione. Mi spiego meglio per capirci subito. L’informazione è corretta perché poi c’è il responsabile del piazzale. Ma dato che l’ingegner Basso, consulente e responsabile della sicurezza della TNL, ci ha detto che la formazione per questi sette operai forniti con contratto di servizi sarebbe stata fatta o è stata fatta da voi, vorrei sapere se è stata effettivamente fornita.

MERLINO
Ho detto che è stata fornita e lo ripeto. All’interno del gruppo aziendale abbiamo alcuni ingegneri e tecnici che si occupano di formazione interna ed esterna. Facciamo formazione a tutte le aziende che entrano e ai nostri dipendenti quando escono per andare in altre aziende. All’interno del gruppo Eureco vengono eseguiti dei corsi di formazione.

PRESIDENTE
Qual è stata la formazione?

MERLINO
In questo preciso istante non ricordo, ma ritengo che la formazione c’è stata perché è costante.

PRESIDENTE
Le chiediamo di farci sapere cortesemente quante ore di formazione sono state fatte con riferimento a queste sette persone: parlo dei sette dipendenti infortunati.

MERLINO
Sono documenti che purtroppo in questo istante si trovano in azienda. Quando vi potremo accedere li forniremo alla Commissione.

PRESIDENTE
Ci farà sapere. Non le sto chiedendo di ricordare adesso cose che non ricorda. Ce lo faccia sapere. Forse mi sono distratto – e ne chiedo scusa – ma vorrei chiederle che tipologia di contratto di lavoro vige nelle tre società del vostro gruppo che operano all’interno dello stesso sito: parlo di contratto nazionale di categoria.

MERLINO
L’azienda è formata in diverso modo: c’è un blocco di uffici, di circa mille metri quadrati, in cui hanno sede delle aziende che svolgono altre attività, diverse da quelle che fanno capo all’Eureco: la Project Engineering srl che fa consulenza terzi...

PRESIDENTE
Le chiedo una cosa molto semplice: lì dentro ci sono tre aziende; le ho chiesto che tipo di contratto di lavoro hanno i dipendenti di queste aziende. A noi non interessa la metratura.

MERLINO
Abbia pazienza, ma ho veramente tanta confusione in testa.
L’Eureco srl è un’azienda che appartiene al contratto commercio, perché – così dicono – compriamo e vendiamo rifiuti. Per quanto riguarda la Project Engineering srl, mi sfugge in questo momento quale sia il contratto.
Non ricordo esattamente, ma si occupa di consulenza. Dovrei andare a vedere se sia commercio o qualcos’altro. Mi perdoni, ma non ricordo.

PRESIDENTE
Quando uno non ricorda non ricorda.

MERLINO
Ho veramente un po’ di confusione.

PRESIDENTE
La capisco. Non glielo sto dicendo in modo ironico.

NEROZZI (PD)
E la terza azienda?

MERLINO
La terza è la Ge.tra.me. (Gestione trasporti Merlino), che è una azienda di trasporto: quindi, ha un contratto per trasportatori.

PRESIDENTE
La ringraziamo per la collaborazione.

MERLINO
Scusatemi, ma riesco a connettere poco.

PRESIDENTE
Può succedere che uno non ricordi qualcosa. Sono momenti difficili, ma lei ha esposto molto bene e ci ha fornito molti elementi.
Qualcuno in più ci sarebbe servito, ma se non lo ricorda non fa niente.

MERLINO
Sono totalmente disponibile, in qualsiasi momento, a fornirvi ulteriori elementi di cui doveste aver bisogno.

PRESIDENTE
Dichiaro concluse le audizioni.
I lavori terminano alle ore 13,55
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Fonte: Senato della Repubblica