Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali

ATTO D’INDIRIZZO PER IL TRIENNIO 2014-2016

QUADRO DI RIFERIMENTO

Lo scenario interno e quello sovranazionale, ancora caratterizzati dagli effetti della grave crisi economico-finanziaria iniziata ormai da diversi anni, impongono, anche per il prossimo triennio, l’adozione di misure finalizzate al rilancio dell’occupazione della crescita e della produttività, al miglioramento delle competenze, nonché all’aumento dell’inclusione sociale e alla riduzione della povertà. Nel nostro Paese, infatti, la fase emergenziale non può dirsi ancora superata e, per l’individuazione di concrete misure di sviluppo il nuovo Esecutivo, in carica dal 28 aprile, ha ritenuto di concentrare i propri sforzi su alcuni temi specifici: la scarsa crescita, la caduta occupazionale e l’elevata disoccupazione giovanile, l’acuirsi del disagio sociale e l’aumento del numero delle famiglie in condizioni di povertà assoluta. I segnali di ripresa, che pure si colgono, non appaiono purtroppo sufficienti ad assicurare da soli, almeno nel breve termine, il riassorbimento di una quota significativa di disoccupazione. Infine, la necessità di migliorare la qualità e l’efficienza della spesa pubblica impone un continuo sforzo di innovazione organizzativa, nonché un rafforzamento dell’orientamento a questi obiettivi delle attività degli enti vigilati dal Ministero.

In questo contesto il presente atto di indirizzo individua le priorità politiche che il Ministero dovrà perseguire nel corso del prossimo triennio, in coerenza con la più generale agenda del Governo ed in linea con le iniziative assunte in sede europea.

PRIORITÀ POLITICHE

1. GOVERNANCE, SPENDING REVIEW E ALTRE POLITICHE TRASVERSALI

Al fine di dare sostanziale attuazione agli interventi definiti nei vari ambiti di competenza è necessario che il Ministero rafforzi la propria capacità di governance, soprattutto con riferimento alle gestioni degli Enti previdenziali e di quelli strumentali, valorizzando, tra l’altro, le funzioni di supporto scientifico e operativo dell’Isfol e di Italia Lavoro S.p.A. Dovrà essere, al contempo, migliorata la gestione delle attività che impegnano il Dicastero su processi complessi quali quelli volti al trasferimento e alla erogazione di risorse: la circostanza che il bilancio del Ministero sia costituito, in misura prevalente, da trasferimenti deve rafforzare, in capo ai responsabili della gestione, il dovere di attenzione, supervisione e monitoraggio dell’impiego - diretto ed indiretto - delle risorse affidate.

La questione delle risorse, peraltro, risulta essere un tema particolarmente sensibile in ragione, da un lato, della necessità di assicurare una sempre maggiore trasparenza in merito alle iniziative alle quali esse vengono destinate; dall’altro lato, per l’esigenza di consentire - a chi deve compiere scelte di allocazione delle stesse - di dare priorità alle istanze maggiormente significative e rilevanti. L’accountability e la continua attenzione ai meccanismi di revisione della spesa (spending review) devono diventare comportamenti radicati a tutti i livelli. Ovviamente, il corretto impiego e la rendicontazione delle risorse riguarda anche i Fondi di natura comunitaria ed è preciso intendimento di questo Esecutivo assicurare il pieno utilizzo di questi ultimi per l’attuazione di politiche di settore e politiche trasversali, evitando i ritardi e le inefficienze che si sono verificate nel corso dei precedenti cicli di programmazione.

Il tema della razionalizzazione delle risorse coinvolge anche gli assetti organizzativi e funzionali. Pertanto sarà cura del Ministero proseguire nell’attuazione delle previsioni di riassetto, in corso di definizione attraverso lo strumento previsto dall’art. 2, comma 7, del d.l. n. 101/2013, convertito nella legge 30 ottobre 2013, n. 125. A tale proposito, va ricordato che l’impianto organizzativo del Ministero del lavoro e delle politiche sociali è stato riconfigurato a seguito dell’adozione dei provvedimenti in materia di misure di contenimento della spesa che, attraverso una ridetemi inazione degli organici (dirigenziale e delle aree) ha obbligatoriamente comportato una rimodulazione dei compiti e delle funzioni degli uffici centrali e periferici.

La bozza di decreto di riorganizzazione elaborata intende coniugare le misure di “spending review” con l’incremento dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione svolta dal Ministero attraverso tutte le sue strutture. In particolare, l’organizzazione territoriale è stata ridisegnata salvaguardando il radicamento delle competenze esistenti, alla luce del vigente quadro ordinamentale, in vista della razionalizzazione di tutte le strutture periferiche dello Stato, nel rispetto del principio delle pari opportunità e nella prospettiva della valorizzazione delle risorse umane, attraverso una migliore allocazione delle professionalità, al fine di esercitare sempre meglio le funzioni istituzionali ed erogare servizi di maggiore qualità, dati i vincoli finanziari esistenti. Il passaggio al nuovo assetto organizzativo richiederà un impegno straordinario da parte della dirigenza del Ministero per cogliere appieno questa opportunità, superando pratiche consolidate a favore di nuove procedure e più efficienti divisioni di competenze tra i vari uffici.

In questa prospettiva, dovrà essere sviluppato e realizzato, in collaborazione con le autorità competenti, un piano volto all’ulteriore riduzione degli oneri di locazione gravanti sulle sedi del Ministero, ricercando sinergie con altre amministrazioni.

L’Amministrazione dovrà altresì impegnarsi nel dare piena attuazione a tutte le disposizioni concernenti la trasparenza, l’anticorruzione e l’integrità. In particolare, in tema di contrasto alla corruzione e all’illegalità, dovrà procedersi alla emanazione del Piano anticorruzione, in attuazione delle disposizioni di cui alla legge n. 190/2012 (Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione), attuando altresì ogni necessaria azione ivi prevista e sviluppando quanto necessario in materia di prevenzione, analisi e mappatura dei rischi. Dovranno anche essere attivati i necessari percorsi formativi.

Circa gli obblighi scaturenti dal generale principio di trasparenza dell’azione amministrativa, un particolare invito è rivolto ai soggetti chiamati a curare gli obblighi di pubblicazione in tema di atti, documenti, provvedimenti, attività e servizi erogati dal Ministero, in attuazione delle prescrizioni di cui al d.lgs. n. 33/2013 (Testo unico in materia di trasparenza), anche per gli effetti dei nuovi istituti introdotti a tutela delle aspettative degli utenti.

Analoga attenzione viene richiesta in materia di qualità dei servizi erogati, rispetto ai quali sarà necessario pervenire ad una espressione compiuta degli standard qualitativi e quantitativi e alla rilevazione della qualità percepita dagli utenti. Tale sviluppo andrà realizzato seguendo le migliori pratiche nazionali ed internazionali.

Particolare impegno deve essere posto nel passaggio ad una amministrazione integralmente “digitale”: il Ministero dovrà accelerare il percorso già intrapreso così da ottimizzare i processi interni e migliorare gli interventi con impatto esterno. Sarà inoltre necessario intraprendere con energia il cammino verso l’integrazione e la razionalizzazione dei sistemi informativi e delle banche dati disponibili, anche allo scopo di migliorare l’integrazione tra le varie politiche e il monitoraggio degli interventi. In questa prospettiva, dovrà essere potenziato il sistema di valutazione delle politiche, con la pubblicazione periodica di rapporti, nonché la diffusione di dati statistici rilevanti e sempre più tempestivi.

L’Amministrazione dovrà altresì impegnarsi, nel suo insieme, nelle attività connesse allo sviluppo delle pari opportunità, anche in ragione della delega attribuita in materia al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. La delega costituisce un prezioso strumento per implementare le politiche in questione in una logica di coerenza e condivisione con quanto posto in essere dal Dipartimento per le pari opportunità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Una riflessione specifica dovrà essere realizzata per realizzare politiche più efficaci di conciliazione tra lavoro e attività di cura.

Una particolare attenzione dovrà essere posta a migliorare l’efficienza energetica delle attività svolte dal Ministero. Un piano per l’adozione di pratiche maggiormente eco-compatibili e per ridurre il consumo energetico dovrà essere sviluppato e realizzato nel corso del triennio.

Da ultimo, ma non meno importante, risulta indispensabile intensificare e migliorare le attività di comunicazione. Una comunicazione efficace, infatti, favorisce, attraverso una migliore conoscenza delle misure, delle opportunità e dei servizi offerti dal sistema, la fruizione dei servizi da parte dei cittadini. Inoltre, rappresenta uno strumento utile per la corretta e spontanea applicazione delle disposizioni normative, facilitando scelte consapevoli da parte degli stakeholders e dei destinatari di queste ultime. In questa prospettiva, il Ministero deve potenziare la propria comunicazione attraverso strumenti digitali, a partire dal nuovo sito istituzionale, il quale deve essere alimentato continuamente dalle strutture del Ministero seguendo le linee guida dettate dagli uffici competenti: ciò richiederà una particolare attenzione da parte della dirigenza per assicurare non solo la tempestività e la correttezza dei contenuti, ma anche l’adozione di un linguaggio accessibile per l’utenza. Un programma di formazione ad hoc dovrà essere sviluppato per consentire l’ottenimento di questi obiettivi.

2. POLITICHE PER IL LAVORO: INIZIATIVE DI CONTRASTO ALLA DISOCCUPAZIONE, IMPLEMENTAZIONE DI POLITICHE ATTIVE E CONTRASTO AL LAVORO IRREGOLARE E SOMMERSO

La promozione di una crescita economica equa e sostenibile e l’aumento dell’occupazione rappresentano una precisa priorità dell’azione di Governo e saranno sostenute attraverso l’adozione di un’ampia serie di misure, tra le quali specifico rilievo hanno quelle volte a contrastare il fenomeno della disoccupazione, in particolare giovanile e femminile. Questa priorità impone al Ministero una tensione continua per il disegno e l’implementazione di azioni concrete per realizzare tali obiettivi, in piena collaborazione con le altre istituzioni, nazionali e territoriali, coinvolte in questo sforzo. Le misure volte alla creazione di occupazione stabile e di carattere aggiuntivo rispetto ai livelli occupazionali attuali potranno essere attuate attraverso il ricorso sia a risorse dello Stato, anche riprogrammando somme non spese, sia a fondi comunitari, quali il Fondo sociale europeo.

Gli assi principali dell’azione del Ministero in questo ambito riguardano:

- le politiche a favore dell’occupazione giovanile;

- il potenziamento delle politiche attive del lavoro;

- la ridefinizione delle politiche passive del lavoro;

- il miglioramento e la semplificazione della legislazione sul mercato del lavoro;

- il rafforzamento della tutela dei lavoratori e delle azioni di contrasto dell’irregolarità e dell’evasione contributiva.

La tempestiva ed efficace attuazione della c.d. “Garanzia per i Giovani” sarà una delle priorità del Ministero per il prossimo triennio, che dovrà sviluppare un’azione sinergica ed integrata di tutte le istituzioni che hanno competenze in materia di lavoro, tra cui la Struttura di missione istituita presso il Ministero. In particolare, quest’ultima curerà l’integrazione della banche dati gestite dai singoli Enti e definirà le linee-guida per la costituzione della banca dati delle politiche attive e passive. L’uso delle informazioni contenute nelle banche dati consentirà di elaborare un programma di azioni congiunte tra amministrazioni pubbliche, centrali e territoriali, e tra istituzioni pubbliche, enti e associazioni private, nonché di valutare l’efficacia delle azioni intraprese. L’attuazione delle misure previste richiede il pieno e fattivo coinvolgimento di tutte le strutture del Ministero, centrali e territoriali, chiamate a prestare un’elevata collaborazione e cooperazione, nonché il contributo di Isfol e di Italia Lavoro. Ciò sarà possibile solo attraverso l’espletamento di una forte azione di coordinamento da parte del vertice amministrativo.

Il disegno e l’attuazione della “Garanzia per i Giovani” apre un nuovo fronte di azione nel campo delle politiche attive del lavoro, le quali devono essere potenziate al massimo. In questo ambito, particolare importanza rivestono le attività di indirizzo, promozione e coordinamento in materia di istruzione e di formazione professionale. A tal fine, ferme restando le competenze delle Regioni, il Ministero dovrà assumere un ruolo molto più proattivo di disegno complessivo degli interventi, utilizzando le migliori pratiche nazionali e internazionali, al fine di migliorare gli attuali sistemi anche attraverso un migliore utilizzo dei fondi comunitari. Il Ministero dovrà altresì monitorare l’attuazione dei vari provvedimenti che fanno parte della Garanzia Giovani, assicurando che vengano rispettati i livelli di servizio, controllati i costi e realizzati principi di premialità rispetto alla realizzazione degli obiettivi nell’erogazione delle risorse. Il Ministero dovrà dotarsi dei presidi necessari per realizzare o favorire interventi sussidiari o sostitutivi nei casi di chiari ritardi o carenze nell’erogazione di servizi.

In questo quadro, ulteriore e specifica priorità dell’azione di Governo, che costituisce un’imprescindibile attività di supporto e di sostegno all’offerta di nuove opportunità occupazionali, è la riforma ed il rilancio dei servizi all’impiego, in sinergia con le istituzioni territoriali, nonché degli strumenti che possano favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro. La piena integrazione dei diversi sistemi informativi e la realizzazione della “Banca dati delle politiche attive e passive” consentirà di razionalizzare gli interventi di politica attiva da realizzare da parte degli organismi centrali e territoriali coinvolti, nonché di svolgere un adeguato monitoraggio degli effetti dei diversi interventi. Il ruolo del Ministero come pungolo di innovazioni normative ed istituzionali capaci di rendere più fluidi i percorsi di formazione e lavoro e di attivare sinergie non si esaurisce al campo delle banche dati. Così, per esempio, l’istituzione del Repertorio dei Titoli e delle Qualifiche e del Repertorio delle Professioni, atteso entro il mese di giugno 2014, consentirà di incentivare i tirocinii curriculari ed extra curriculari, grazie alla possibilità di formalizzarne i percorsi e gli esiti, nonché di promuovere le diverse forme di apprendistato.

Il successo di queste azioni e delle altre che accompagneranno l’attuazione della Garanzia Giovani dovrà consentire di realizzare moduli di politiche attive destinati ad altri segmenti della popolazione lavorativa, i lavoratori più anziani e quelli di età compresa tra i 30 e i 60 anni, le donne e tutti i gruppi che devono affrontare un contesto in continuo cambiamento e caratterizzato da grandi sfide.

La delicatezza della situazione socio economica, inoltre, esige, sul piano delle politiche passive, non solo di proseguire nell’attività di mediazione nelle controversie di lavoro, quale fondamentale strumento deflattivo del contenzioso tra le parti sociali (soprattutto in occasione di situazioni di crisi aziendali), ma anche in quella di attuazione della riforma del sistema degli ammortizzatori sociali e degli strumenti di tutela del reddito prevista dalla legge n. 92/2012. Il miglioramento delle politiche passive, da legare sempre più al versante delle politiche attive, dovrà essere realizzato anche valorizzando le esperienze già esistenti, sia a livello nazionale che internazionale. Ciò impone non solo di prestare la massima attenzione ed assicurare la necessaria tempestività alle azioni di competenza del Ministero in materia di cassa integrazione straordinaria e di interventi “in deroga” sollecitati dal perdurare della grave crisi occupazionale, ma anche di fornire un adeguato sostegno alle parti sociali per quanto concerne la creazione ed il funzionamento dei tondi di solidarietà. A tale attività dovrà seguire un costante monitoraggio, al fine di individuare gli interventi correttivi e migliorativi da realizzare.

Il quarto asse di intervento, anche nell’ottica dell’iniziativa “Destinazione Italia”, riguarda la semplificazione e il miglioramento della legislazione sul mercato del lavoro. Va avviata un’opera sistematica di riflessione sul contenuto e la forma della normativa esistente, proseguendo il lavoro già avviato con il d.l. n. 76/2013 e con la predisposizione degli atti normativi secondari, la cui finalizzazione va accelerata al massimo. In questa prospettiva, andranno anche predisposti strumenti che consentano alle imprese intenzionate ad investire in Italia di comprendere più agevolmente la legislazione vigente. Inoltre, va rafforzata l’azione di collaborazione con le Regioni per l’adozione di linee-guida che evitino un’eccessiva frammentazione sui territorio nazionale delle regole riguardanti il funzionamento del mercato del lavoro.

Allo svolgimento delle competenze istituzionali di interpretazione e di predisposizione di istruzioni operative concernenti gli istituti riformati va affiancato un rafforzamento dell’azione di verifica della corretta attuazione degli stessi, di disincentivo all’utilizzo improprio e distorsivo di tipologie di lavoro flessibile e di contrasto al lavoro irregolare, quale fattore insieme di illegalità e di precarietà. Analogamente, va perseguito il rafforzamento delle tutele per i lavoratori, quali quelle in tema di igiene, salute e sicurezza sul posto di lavoro. In tale ambito, in particolare, sarà necessario rafforzare le iniziative a favore dei lavoratori sia sul piano della tutela dell’integrità psicofisica sia sul piano delle garanzie di carattere lavoristico-previdenziale.

Si dovrà dare attuazione a tutte le misure e gli interventi di cui al Testo Unico vigente in materia di salute e sicurezza e provvedere a migliorare i relativi controlli sia in senso qualitativo che quantitativo. Sarà anche necessario proseguire nelle attività concernenti la promozione della cultura della sicurezza nelle aziende pubbliche e private, così come nel l’attuazione delle disposizioni del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di salute e di sicurezza sul lavoro, alle quali seguirà il consequenziale monitoraggio.

L’esercizio della vigilanza da parte dei servizi ispettivi rappresenta un’attività prioritaria e strategica.

Al fine di realizzare un’azione mirata ed efficace sarà necessario procedere ad una attenta programmazione che comporti il coordinamento e l’ottimizzazione delle risorse disponibili, anche sviluppando migliori sistemi informativi. Inoltre, le funzioni svolte dagli uffici del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per garantire più occupazione di qualità, ovvero meno lavoro nero e più sicurezza per i lavoratori, dovranno essere svolte in sinergia con tutte le strutture e gli enti coinvolti nella più ampia azione di repressione e contrasto all’evasione fiscale e contributiva, al fine di aumentarne l’efficacia e l’efficienza. In questo quadro, lo svolgimento delle attività da parte del corpo ispettivo dovrà caratterizzarsi non solo per i profili inerenti il contrasto all’illegalità. ma anche per l’assunzione di un ruolo attivo nel sostenere e promuovere lo sviluppo del mercato del lavoro e dell’occupazione regolare.

Infine, un prezioso ed essenziale ausilio all’analisi e alla successiva determinazione di eventuali interventi correttivi è rappresentato dal monitoraggio sulle misure normative adottate, con particolare riferimento agli effetti prodotti dalle disposizioni della legge n. 92/2012 che andrà via a via esteso ai provvedimenti normativi successivi. È necessario, dunque, assicurare piena operatività al “Sistema permanente di monitoraggio e valutazione delle misure introdotte” ivi previsto, anche attraverso l’attività del “Comitato scientifico del Sistema permanente di monitoraggio e valutazione della riforma del mercato del lavoro”. Una costante e puntuale attività di monitoraggio, accompagnata da un effettivo miglioramento dell’informazione statistica, costituisce, infatti, il necessario strumento per ottenere dati ed informazioni attendibili, aggiornati e di qualità, premessa essenziale per una corretta analisi degli andamenti del mercato del lavoro, dello stato di attuazione della riforma nonché delle sue conseguenze macro-economiche o di carattere settoriale, così da disegnare eventuali interventi correttivi delle misure adottate.

3. POLITICHE PREVIDENZIALI: ATTUAZIONE DELLA RIFORMA, ADEGUATEZZA E SOSTENIBILITÀ, INTEGRAZIONE TRA I DIVERSI PILASTRI DEL SISTEMA, RIORGANIZZAZIONE DEL SISTEMA PREVIDENZIALE PUBBLICO

Dopo la riforma previdenziale contenuta nella legge n. 214/2011 (di conversione del decreto legge n. 201/2011 “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità e il consolidamento dei conti pubblici”), il primo compito del Ministero dovrà essere quello di valutare costantemente gli impatti della riforma sulle gestioni previdenziali e sul bilancio dello Stato, sia in termini di sostenibilità finanziaria che di adeguatezza futura delle prestazioni.

Una particolare attenzione dovrà essere posta alla questione dei cosiddetti “salvaguardati”, sia con riguardo alla puntuale e tempestiva attuazione sul piano amministrativo dei diversi provvedimenti succedutisi sia al fine di prevenire possibili situazioni di incertezza quanto alla dimensione quantitativa del fenomeno e di proporre le misure necessarie a superare questa problematica.

Inoltre, in coerenza con le dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio, dovranno essere elaborate proposte per rendere maggiormente flessibile l’uscita dalla vita lavorativa, nel pieno rispetto delle compatibilità finanziarie, anche nella prospettiva di favorire il ricambio generazionale della forza lavoro occupata.

In una prospettiva di più lungo termine, fondamentale sarà l’elaborazione di proposte per migliorare l’adeguatezza dei trattamenti pensionistici che verranno erogati in futuro alle giovani generazioni, così da minimizzare i rischi derivanti da ritardate entrate nel mercato del lavoro o da vite lavorative discontinue. A tal fine dovranno essere valutate le nuove forme di welfare aziendale, anche allo scopo di elaborare proposte normative che incentivino questo tipo di accordi. Infine, andrà condotta una riflessione sul futuro della previdenza complementare, allo scopo di favorire il suo sviluppo secondo forme più efficienti.

In linea generale, sarà necessario rafforzare ogni forma di collaborazione e coordinamento tra l’Amministrazione e l’Inps per ottimizzare le modalità accertative ed erogative delle prestazioni previdenziali agli aventi diritto.

Con riferimento ai regimi pensionistici gestiti dalle casse e dagli Enti di previdenza non pubblici, sarà necessario porre costante attenzione alle loro dinamiche, per verificarne tempestivamente gli andamenti anche in previsione di eventuali interventi.

Le competenti strutture del Ministero dovranno poi seguire i processi di riordino di ENPS e INA1L, che dovranno essere improntati a logiche di efficienza ed efficacia dei nuovi assetti organizzativi per corrispondere in modo ottimale alle esigenze dell’utenza.

Da ultimo, dovrà essere valorizzata, in termini di costante conoscenza delle problematiche degli Enti vigilati, la funzione dei rappresentanti ministeriali negli organi degli Enti stessi, sia pubblici che privati, individuando le più idonee modalità, compresi periodici incontri utili anche a definire metodiche comuni e condivise di comunicazione e relazione con il Ministero.

4. POLITICHE SOCIALI, LOTTA ALLA POVERTÀ E SVILUPPO DELLA SUSSIDIARIETÀ

Il rafforzamento delle politiche di inclusione sociale e di promozione delle capacità soggettive per contrastare la crescente fragilità sociale degli individui e delle famiglie, insieme con la promozione ed il sostegno delle attività del terzo settore e delle formazioni sociali, sono indispensabili per costruire un moderno welfare e assicurare la coesione sociale. A causa della progressiva erosione delle risorse finanziarie disponibili, che ha comportato una drastica riduzione dei trasferimenti operati dal Ministero alle Regioni per il finanziamento della spesa sociale, la capacità di intervento diretto è inferiore rispetto al passato. Ma proprio per questo è ancora più importante sviluppare approcci innovativi al problema, basati sulle migliori pratiche nazionali e internazionali.

Di conseguenza, il Ministero dovrà attivarsi non solo per portare a compimento lo sviluppo di sistemi informativi che possano meglio orientare le scelte a livello nazionale e locale, ma anche per disegnare più efficaci strumenti di intervento verso le aree a maggiore criticità. Rientrano tra tali azioni quelle orientate alla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, la cui mancanza non consente il perfezionamento dei meccanismi di finanziamento previsti in attuazione del federalismo fiscale.

In considerazione degli allarmanti dati sulla crescita della povertà, con particolare riguardo alle famiglie con minori e soprattutto quando si tratta di famiglie numerose e monogenitoriali, il Governo ha varato un programma sperimentale per il contrasto alla povertà assoluta (“carta per l’inclusione sociale”). Il Ministero dovrà impegnarsi a fondo nel l’attuazione di tale programma, anche nell’ottica del pieno avvio del Sostegno per l’inclusione Attiva (SIA), a carattere universale.

Per quanto concerne le politiche per la promozione dei diritti e l’integrazione delle persone con disabilità, è prioritaria l’attuazione delle misure previste dal Programma d’Azione Biennale, elaborato nel mese di marzo 2013 dall’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità. Priorità del Dicastero sarà quella di promuovere l’aggiornamento della legislazione in vigore e la realizzazione delle altre azioni, specialmente di quelle orientate ad offrire occasioni di lavoro, anche attraverso un miglior funzionamento del collocamento mirato. Infine, l’Animi lustrazione dovrà sviluppare criteri guida per la programmazione degli interventi e dei servizi, nonché alla ideazione di progetti individualizzati per la promozione della vita indipendente delle persone con disabilità.

Dopo la riforma dell’ISEE è indispensabile realizzare la banca dati delle prestazioni sociali agevolate, che rappresenta una sezione essenziale - sicuramente la più rilevante perlomeno in termini di numerosità dei beneficiari coinvolti - del Casellario dell’assistenza (art. 13 del decreto legge n. 78/2010) e del Sistema informativo dei servizi sociali (SISS, art. 21 della legge n. 328/2000). In proposito risulterà necessario integrare le informazioni sulle prestazioni sociali agevolate con quelle sulle altre prestazioni non sottoposte ad ISEE, nonché sui profili dei beneficiari e sulla valutazione del loro bisogno. La ricchezza e pluralità delle informazioni raccolte sulle prestazioni, insieme a quelle sulle condizioni economiche del nucleo familiare del beneficiario, costituisce un potente strumento informativo non soltanto per il sistema dei controlli e per evitare frodi, ma anche per la programmazione, il monitoraggio e la valutazione degli interventi a tutti i livelli di governo.

Il perdurare della crisi economica e sociale, nonché la mancanza di sufficienti risorse per il finanziamento delle politiche sociali, rendono anche indispensabile la prosecuzione ed il rafforzamento delle sinergie con i soggetti del terzo settore e delle formazioni sociali. Per questo, il Ministero dovrà sviluppare proposte di riforma della legislazione in materia, così da agevolare lo sviluppo di questo settore, fondamentale sia sul piano economico che su quello sociale. Anche in relazione all’istituto del 5 per mille l’azione dell’Amministrazione sarà volta a promuovere una revisione della disciplina vigente, anche al fine di potenziare le capacità di verifica del corretto ed effettivo impiego, da parte dei beneficiari, delle somme percepite e di razionalizzare le modalità di erogazione dei fondi.

Dovranno proseguire le attività di promozione, divulgazione e monitoraggio della cultura dell’impresa sociale, intesa come strumento di crescita occupazionale soprattutto per le categorie più disagiate, mentre dovranno essere rafforzate le attività di promozione della cultura della responsabilità sociale delle imprese, seguendo le migliori pratiche internazionali.

Tra gli effetti prodotti dalla crisi economica va sicuramente considerato il significativo aumento del numero degli stranieri che hanno perso il lavoro, che comporta problemi di tenuta del reddito dei nuclei familiari stranieri e, più in generale, un incremento dei fabbisogni di integrazione sociale all’interno della comunità di accoglienza. In proposito, uno specifico impegno dovrà essere prestato dall’Amministrazione per impostare una più selettiva programmazione dei flussi di ingresso per motivi di lavoro, rendendoli numericamente più contenuti ma, anche, più qualificati ed esplicitamente collegabili alla reale domanda di lavoro. Ai contempo, dovranno essere sviluppate azioni specifiche volte a favorire la partecipazione dei lavoratori stranieri disoccupati ai programmi di politica attiva del lavoro, al fine di favorirne il reinserimento nel mercato del lavoro, prestando una particolare attenzione ai target più vulnerabili della popolazione immigrata, quali i rifugiati, richiedenti o titolari di protezione internazionale o umanitaria, presenti nel nostro Paese e provenienti dalle aree di crisi (Nord Africa e Medio Oriente).

Dovrà proseguire, parimenti, l’azione del Ministero di rafforzamento della cooperazione tra le istituzioni centrali, le Regioni e gli Enti locali con le reti associative del privato-sociale, per accrescere l’efficacia degli interventi rivolti alla integrazione socio-lavorativa dei cittadini stranieri. Un’attenzione specifica dovrà essere riservata al consolidamento dei sistemi di protezione dei minori stranieri non accompagnati, da attuarsi con il concorso di tutti gli attori pubblici e privati coinvolti.

Roma, 10/12/2013

Enrico Giovannini


Fonte: lavoro.gov.it