Tipologia: Accordo
Data firma: 29 novembre 2002
Validità: 31.12.2005
Parti: Unibon/Legacoop e RSU/Flai-Cgil, Fai-Cisl
Settori: Agroindustriale, Cooperative, Unibon Modena
Fonte: contrattazione.cgil.it

Sommario:

1. Relazioni industriali
2. Classificazione
3. Formazione professionale
4. Mercato del lavoro
5. Part time
6. Appalti di opere e/o servizi
7. Disagi
8. Orario di lavoro a turni
9. Ambiente e sicurezza
10. Premio per obiettivi (SAO)
11. Anticipazione TFR
12. Solidarietà
13. Certificazioni
14. Varie
15. Decorrenza e durata

Contratto integrativo aziendale Unibon Salumi scarl

Il giorno 29 novembre 2002, presso la sede di Unibon Salumi scarl, in Via Strada Gherbella 320, Modena, tra Unibon Salumi scarl […], assistiti da […] Legacoop di Modena, e le RSU di Unibon Salumi scarl di Reggio Emilia […], Modena […] e Grosseto […], assistiti da […] Flai-Cgil di Reggio Emilia, Modena e Grosseto, e da […] Fai-Cisl di Reggio Emilia, si conviene di adottare il seguente accordo di rinnovo del Contratto Integrativo Aziendale scaduto il 31 dicembre 2001.

1. Relazioni industriali
Le relazioni industriali, oltre a tradursi in momenti negoziali, tendono ad assumere il massimo valore quando per loro tramite si realizzano processi di partecipazione fino alla possibile condivisione delle linee fondamentali del disegno strategico aziendale, pur nella piena distinzione delle reciproche autonomie e delle specifiche responsabilità di ruolo.
Con la finalità di dare ad esse la maggior efficacia possibile, le relazioni industriali vengono concepite dagli attori di questo accordo come vero e proprio sistema strutturato ed organizzato, a preventivo, sugli andamenti e a consuntivo, con diversi momenti, modalità e strumenti, la cui funzione si identifica con processi di informazione, di confronto e di possibile condivisione delle fondamentali scelte aziendali, relativamente a contenuti e a temi aventi effetti sia sulla organizzazione del lavoro e le sue condizioni, che sul livello della competitività aziendale.
Pertanto, oltre a quanto già previsto dalle norme contrattuali riguardanti le attività di informazione e confronto sui programmi aziendali, le parti convengono di valorizzare un modello partecipativo focalizzato su "progetti".
Su progetti di massima, qualora si tratti di interventi significativi per dimensione (a livello di azienda, di stabilimento, di reparto e di più uffici) e per impatto (con evidenti riflessi sull'organizzazione del lavoro, l'occupazione, le condizioni di lavoro e le professionalità), l'azienda dà informazioni preliminari alle Organizzazioni Sindacali e alle RSU in modo da consentire una partecipazione preventiva, anche con l'eventuale attivazione di un Comitato Bilaterale prima della definizione del progetto esecutivo e del piano di fattibilità.
Il progetto di massima identifica un'area di cambiamento e con riferimento ad essa definisce: le finalità e gli obiettivi del cambiamento atteso; le leve e le azioni fondamentali da attivare; i tempi necessari per la definizione del progetto esecutivo e del relativo piano di fattibilità.
Sul progetto esecutivo ed il piano di fattibilità si attiva poi il rapporto tra le parti, sia tramite il Comitato Bilaterale sia con momenti di confronto, rispettando le procedure e i tempi previsti dal CCNL e da accordi aziendali, prima che l'azienda proceda alla delibera degli organi preposti, successivamente agli aspetti negoziali.
Nell'attivazione e gestione di questi momenti partecipativi, su programmi e progetti, a preventivo, sugli andamenti e a consuntivo, un altro fattore di efficacia, oltre alla strutturazione ed organizzazione del sistema delle relazioni industriali, è quello della formazione e delle competenze e conoscenze degli attori coinvolti.
Su questo fattore, le parti condividono la scelta di "investire" concretamente attraverso l'adozione di un metodo generale di lavoro, da recepire all'interno delle relazioni industriali, che valorizzi, nella presentazione dei contenuti di programmi e progetti (aziendali e di stabilimento, con particolare attenzione a quelli relativi all'adeguamento di tecnologie ed attrezzature produttive), e di andamenti, un maggiore spazio per le attività istruttorie, di illustrazione e di presentazione, arricchendo l'informazione tanto da imprimerle un carattere formativo. Questa è una condizione per una consapevole ed efficace partecipazione volta a far esprime un maggior contributo ed un impatto più diretto agli attori coinvolti (Delegati, componenti di Comitati Bilaterali), o quantomeno di porre su basi solide e condivise sul piano tecnico l'attività di confronto e di eventuale successiva contrattazione degli aspetti contemplati dal CCNL.

3. Formazione professionale
In un contesto organizzativo e gestionale dinamico, caratterizzato da continui adattamenti ad un ambiente competitivo nel quale gli obiettivi aziendali di efficacia ed efficienza sono sempre più dei vincoli, la formazione permanente è una variabile strategica ed uno strumento essenziale per lo sviluppo, l'innovazione e la gestione dei cambiamenti, che permette di legare le esigenze e le potenzialità individuali di crescita professionale ai fabbisogni aziendali di adeguamento delle competenze e delle conoscenze del personale.
La formazione professionale è un vero e proprio investimento, seppure di natura "immateriale", con un forte impatto, anche se non immediato sulla gestione aziendale, nella misura in cui sia soprattutto aderente agli specifici fabbisogni rilevati nell'organizzazione.
Infatti per orientare adeguatamente e valorizzare la formazione professionale è essenziale la massima attenzione ai fabbisogni connessi a cambiamenti dell'organizzazione del lavoro ed in particolare a quelli causati dall'introduzione di nuove tecnologie, macchine e attrezzature, per le quali sono necessarie adeguate competenze di utilizzo da parte del personale, anche con riferimento agli aspetti della sicurezza del lavoro e della tutela igienico - sanitaria.
Si conviene che le linee guida ed i programmi generali della formazione professionale siano un tema di informazione e di confronto tra le parti di estrema importanza, da ricondurre all'interno dell'attività generale delle relazioni industriali e da sviluppare altresì con iniziative specifiche.
Si conviene altresì, nell'ambito della programmazione aziendale dell'attività di formazione, che tutte le possibilità normative e di agevolazione finanziaria siano utilizzate al meglio, qualificando questo accordo tra le parti come condizione e strumento per attivarle operativamente.

4. Mercato del lavoro
Al fine di rispondere al meglio alle esigenze aziendali di flessibilità e di competitività imposte dal mercato, condizione questa per poter consolidare e sviluppare i livelli occupazionali interni, l'azienda utilizzerà, nel pieno rispetto delle leggi e delle norme contrattuali vigenti in materia, le diverse forme di contratto di lavoro.
In quest'ambito tra le parti si conviene che l'informazione ed il confronto assumano un ruolo significativo per la migliore gestione di questa attività e delle relative relazioni industriali e si svilupperanno con le seguenti modalità. Pertanto l'adozione dei vani tipo di contratto, coerente con particolari e specifiche esigenze dell'azienda, sarà oggetto di informazione periodica alle RSU.
A) L'informazione annuale sarà preventiva e riguarderà il fabbisogno occupazionale.
B) A cadenza semestrale avrà luogo un incontro di verifica dei livelli occupazionali rispetto alle informazioni ed alle esigenze di sviluppo dei programmi.
C) Mensilmente sulla base delle informazioni aggiornate sui programmi relative alle necessità occupazionali, le parti verificheranno congiuntamente la possibilità di assicurare l'inserimento di personale con rapporto stabile nelle specifiche attività, dando la possibilità di accesso ai lavoratori che con diverse forme contrattuali (interinali, tempo determinato, stagionali) avranno maturato le competenze professionali necessarie.
Un uso programmato, selettivo e tempestivo delle diverse forme di rapporto di lavoro consentirà, in stretto rapporto con la crescita aziendale, l'evoluzione graduale verso tipologie occupazionali stabili, compatibilmente con le necessità e le competenze richieste dall'azienda.

5. Part time
Fermo restando quanto previsto dal CCNL e dalle intese in essere, comparabilmente con le esigenze aziendali, si valuteranno le domande presentate entro il limite del 10% del totale degli occupati, tenendo conto sia dell'equilibrio di utilizzo tra stabilimenti che del rispetto delle specifiche esigenze.
Le parti ritengono che l'utilizzo del part - time, sia verticale che orizzontale, costituisca una valida risposta alle esigenza di flessibilità dell'impresa e di prestazione lavorativa delle persone impegnate in azienda. In particolare verranno tenute in considerazione le richieste di part - time effettuate da lavoratrici madri e da lavoratori padri per usufruire delle forme di flessibilità necessarie, anche rientranti nelle tipologie di azioni positive previste dalle norme in materia.
A questo proposito l'azienda si impegna entro il 30.06.03 a valutare le previsioni contenute nella legge 53/2000 alla luce delle condizioni, delle necessità e delle possibilità aziendali riguardo a ciò.
S'impegna inoltre, entro il termine sopra citato, a valutare le condizioni per l'elaborazione di un progetto di utilizzo di tali possibilità, compatibilmente con le necessità e utilità aziendali.
Il risultato di tale analisi sarà portato alla conoscenza e al confronto con le RSU.
[…]

6. Appalti di opere e/o servizi
Riguardo gli appalti di opere e/o servizi, nello spinto di quanto previsto nel Contratto Integrativo Aziendale del 16.4.99 e nel rispetto delle novità in materia contenute nel CCNL, si conviene di programmare una verifica degli elementi ed aspetti convenuti e della loro applicazione all'interno dell'azienda, da effettuarsi entro il 2003.

7. Disagi
Le parti si impegnano ad incontrarsi, entro il mese di giugno 2003, al fine di verificare la sussistenza dei disagi in essere, nonché la congruità degli importi attualmente riconosciuti, avendo sempre come obiettivo da perseguire la individuazione di soluzioni atte alla eliminazione o riduzione dei disagi stessi.

8. Orario di lavoro a turni
Le parti dopo un confronto importante, approfondito e positivo sugli orari di lavoro concordano che:
A) Gli orari di lavoro costituiscono un elemento chiave dell'organizzazione del lavoro, nel cui ambito debbono trovare coerenza di configurazione rispetto alle sfide gestionali e strategiche dell'azienda, tenendo conto in particolare delle specializzazioni e particolarità produttive e perseguendo obiettivi di efficienza e di miglioramento delle condizioni di lavoro.
B) La definizione degli orari di lavoro a turno deve permettere il disegno di una organizzazione del lavoro che risponda al meglio alle esigenze imprescindibili di sviluppo della produttività aziendale e di ottimizzazione dell'utilizzo degli investimenti tecnologici e produttivi. Massimizzare i vantaggi competitivi derivanti dall'impiego efficiente delle risorse aziendali investite, è precondizione cui è legata la possibilità di qualificazione professionale e di sviluppo occupazionale.
C) Le parti concordano nel valutare che lo sviluppo produttivo e il conseguente maggior utilizzo degli impianti aziendali tenderanno nel tempo a determinare l'omogeneizzazione delle modalità e delle condizioni che sovrintendono alla materia degli orari e dei turni, ferme restando le prioritarie necessità e specificità operative, funzionali e di economicità delle diverse attività.
D) Premesso che questo contesto strategico ed organizzativo che identifica le ragioni e le finalità del cambiamento, (la cui significatività in termini di qualità ed intensità appare evidente rispetto alle diversità e specificità aziendali di provenienza (societaria e di evoluzione organizzativa), le parti convengono di darsi un programma di approfondimento e di confronto per regolamentare la gestione degli orari di lavoro a turno nei diversi siti industriali.
Le parti verificheranno le modalità che possono favorire la graduale corrispondenza tra orari contrattuali e orari effettivi di lavoro attraverso interventi sull'organizzazione del lavoro, finalizzati anche a far fronte alle necessità economiche e di funzionamento aziendale.
Al verificarsi delle condizioni produttive ed organizzative sopra richiamate, e previo confronto e accordo, le parti attiveranno nuovi orari con turni avvicendati.
Il confronto tra le parti potrà introdurre delle novità nella struttura degli orari e nelle turnazioni durante l'arco di vigenza del presente accordo. Tali innovazioni verranno incentivate, a fronte di significativi aumenti nell'utilizzo delle strutture produttive ed operative, anche attraverso l'adozione della riduzione dell'orario di lavoro. Tenuto conto delle diverse articolazioni degli orari in essere tra gli stabilimenti di Modena, Reggio Emilia e Amiata, gli accordi dovranno tendere sempre più ad omogeneizzare i trattamenti presenti. Resta inteso che gli schermi di orari di lavoro attualmente in essere rimangono in vigore fino alla stipula di accordi diversi in sede aziendale.

9. Ambiente e sicurezza
Oltre al rispetto di quanto prevedono e prescrivono le norme in materia di sicurezza ed ambiente di lavoro, tramite questo accordo si prende atto che l'azienda sta attivando sistemi di gestione, richiamati al punto dedicato alle "certificazioni", sia per quest'ambito (Sicurezza ed Ambiente di Lavoro) che per altri (Assicurazione Qualità, Ambiente, ... ), volti a migliorare i presidi di tali attività, soprattutto in strutture come la nostra caratterizzate da maggior complessità organizzativa e gestionale.
L'organizzazione del lavoro in particolare viene vista dalle parti come una variabile il cui governo, impostato con attenzione e sensibilità verso gli aspetti che riguardano la sicurezza e l'ambiente di lavoro, favorisce un approccio di prevenzione, essenziale nel processi orientati al loro miglioramento.
Le parti convengono, in raccordo con gli organismi preposti, nell'individuare azioni coordinate per la prevenzione delle malattie professionali percepite come rischio nel settore, quali: sindrome del tunnel carpale, disturbi muscolo scheletrici, malattie osteo - articolari e rischi biologici.
Nello spirito della massima prevenzione diventa centrale la formazione dei lavoratori con particolare attenzione al lavoratori interinali, stagionali, tempi determinati o lavoratori nuovi assunti, formazione che dovrà prevedere anche momenti focalizzati sul pericoli legati all'uso dei macchinari.

13. Certificazioni
L'azienda conferma il proprio impegno strategico per ampliare l'area delle "Certificazioni aziendali" quale risposta alle domande che provengono dai consumatori, dai propri clienti, dall'azione competitiva del mercato e dagli stessi lavoratori impegnati nelle proprie attività.
Parte di questa strategia è il consolidamento e l'aggiornamento delle certificazioni di qualità di tutti i processi produttivi (ISO 9000 e VISION) a valorizzare la qualità di tutti i propri prodotti.
Sviluppo inoltre verrà dato, con graduale estensione a tutti i siti dei processi già avviati di certificazione ambientale (EMAS-ISO 14000)
A questo riguardo l'azienda si rende disponibile a intraprendere anche azioni parziali (raccolta differenziata, promozione tra i lavoratori di comportamenti positivi, ecc..) che siano coerenti con i propri valori e con la propria strategia.
E' intenzione aziendale avviare già dal corrente anno le prime esperienze di certificazione (secondo il sistema OH SAS) delle attività di sicurezza, quale ulteriore evoluzione delle positive esperienze maturate in materia in tutti questi anni.
L'azienda segnala inoltre di essere attivamente impegnata nella collaborazione con propri clienti che hanno adottato il sistema di certificazione SA 8000.