INAIL

INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI DELLE DONNE
NOTA DI APPROFONDIMENTO - 7 marzo 2017
 

Le denunce d’infortunio sul lavoro pervenute all’Inail che hanno riguardato le donne nelle tre gestioni principali - Industria e Servizi, Agricoltura e per conto dello Stato - nel 2015 sono state oltre 227mila, in calo del 4,6% rispetto all’anno precedente. A queste si aggiungono i 23 casi denunciati nel settore Navigazione e i 623 della gestione autonoma casalinghe. Con quasi 17mila denunce l’andamento del fenomeno tecnopatico è stabile rispetto al 2014, ma nel quinquennio 2011-2015 l’aumento delle malattie professionali denunciate dalle lavoratrici è stato pari al 18,1%.

DISTRIBUZIONE TERRITORIALE E INCIDENZA PER SETTORE
A livello territoriale le denunce di infortuni sul lavoro femminili si concentrano per oltre la metà al Nord (59,7%), seguito dal Centro (21,3%) e dal Mezzogiorno (19%). Per i casi mortali le percentuali si attestano al 47,3% per il Nord, il 28,2% per il Centro e il 24,5% per il Mezzogiorno. L’incidenza degli infortuni delle lavoratrici sul totale delle denunce presentate è particolarmente elevata nei settori dei servizi domestici e familiari (89,5%), della sanità e assistenza sociale (73,6%) e della confezione di articoli di abbigliamento (70,6%).

LA CADUTA PRIMA CAUSA DEGLI INCIDENTI
Prendendo in considerazione solo i casi avvenuti in occasione di lavoro e accertati positivamente dall’Inail, la caduta si conferma la prima causa di infortunio per le donne (30,7% sul totale degli infortuni occorsi alle lavoratrici) e la seconda per gli uomini (20,8%), seguita dalla perdita di controllo di una macchina/mezzo di trasporto (17,2%), che per i lavoratori rappresenta invece la prima causa (29,3%). Le conseguenze più rilevanti di questi infortuni risultano essere contusioni e lussazioni, con pesi relativi maggiori per le lavoratrici (rispettivamente 35,6% contro il 28,2% dei lavoratori e 31,8% contro 25%).

LE FASCE DI ETÀ
Per le donne fino a 59 anni, tutte le fasce di età hanno registrato nel 2015 un decremento rispetto al 2014, mentre nelle fasce più mature si è rilevato un aumento. Con 31.973 casi, pari al 14,1% del totale delle denunce di infortunio femminili, la fascia tra i 50 e i 54 anni risulta la più colpita in valore assoluto. Particolarmente significativo è l’aumento delle denunce, osservabile lungo tutto il quinquennio 2011¬2015, per la fascia tra i 60 e i 64 anni, passate dalle 6.571 del 2011 alle 11.796 del 2015. Per gli infortuni mortali il maggior numero di casi riguarda in egual misura, con 15 denunce ciascuna, le tre fasce 20-24, 45-49 e 55-59 anni.

IL 12% DELLE INFORTUNATE È DI ORIGINE STRANIERA
Le denunce di infortuni occorsi a lavoratrici straniere nel 2015 sono state 27.352, pari al 12% del totale delle donne infortunate. Le più colpite, in valore assoluto, sono state le lavoratrici nate in Romania (5.195 casi), Albania (1.983) e Marocco (1.969). Diciannove i casi mortali, pari al 17,3% delle 110 denunce di incidenti mortali occorsi al totale delle lavoratrici.

GLI INFORTUNI NELLE SCUOLE
Nel 2015 sono stati denunciati quasi 15mila infortuni occorsi a insegnanti e maestri delle scuole pubbliche e private: circa l’87% dei casi ha riguardato il genere femminile, coerentemente con l’alta presenza delle donne nella categoria. Tra gli studenti, invece, la componente femminile è pari al 43% dei circa 80mila infortuni occorsi nel 2015 nelle scuole pubbliche e private.

MENO CASI TRA LE CASALINGHE
Le denunce legate alla polizza assicurativa contro gli infortuni domestici - obbligatoria per tutte le persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni che si occupano della cura della casa in maniera abituale, esclusiva e gratuita - sono state complessivamente 637. La quasi totalità (623) ha riguardato, come atteso, le donne, con un calo del 15,7% rispetto alle 739 denunce femminili del 2014 (su un totale di 757). Nel quinquennio 2011-2015 sono stati indennizzati 307 casi in rendita per menomazione permanente (di cui 299 a donne) e 16 casi con rendita ai superstiti per esito mortale dell’infortunio, tutti occorsi a donne.

PIÙ DELLA METÀ DEI DECESSI NEL TRAGITTO CASA-LAVORO
Rispetto al numero complessivo delle denunce, la quota degli infortuni in itinere, avvenuti cioè nel tragitto casa-lavoro-casa, per le donne si conferma decisamente più elevata rispetto agli uomini, sia in valore assoluto (per il 2015 rispettivamente 49.721 casi contro 45.722) che in percentuale (21,9% contro 11,2%). L’incidenza del “rischio strada” sulle lavoratrici è ancora più marcata se si prendono in considerazione le denunce dei casi mortali: per le donne, sempre per l’anno 2015, più di un decesso su due (52,7%) è avvenuto in itinere, mentre tra gli uomini lo stesso rapporto è di circa uno su cinque (22,1%).

DUE MORTI SU TRE CON MEZZO DI TRASPORTO
Questo divario di genere si mantiene anche sommando le denunce dei casi mortali avvenuti in itinere e quelli in occasione di lavoro, entrambi con coinvolgimento di un mezzo di trasporto: tra le donne, infatti, quasi due decessi su tre (63,6%) sono legati al “rischio strada” rispetto al 38,8% degli uomini. Questo probabilmente perché le donne sono occupate per oltre il 50% nel ramo dei servizi, in attività solitamente meno pericolose di quelle industriali, ma comunque soggette al rischio che si corre negli spostamenti tra l’abitazione e il luogo di lavoro, anche molto frequenti e ripetuti in attività come quelle del personale domestico e di assistenza sociale domiciliare, in cui prevale nettamente la quota femminile.

L’IDENTIKIT DELLE VITTIME IN ITINERE
Uno studio specifico su un campione di 126 infortuni sul lavoro avvenuti in itinere, riconosciuti con esito mortale e occorsi a donne tra il 2010 e il 2014, ha cercato di individuare caratteristiche, dinamiche e circostanze del fenomeno, tracciando un profilo delle lavoratrici vittime. Si tratta soprattutto di italiane (81%) con un’età media di 41 anni, sposate o conviventi (70%), con figli (61%) adolescenti e minori (53%). Nella maggioranza dei casi le lavoratrici sono in possesso di un contratto di lavoro da dipendente (81%), a tempo indeterminato (62%) e full time (47%), e sono occupate nei servizi, principalmente con qualifica di impiegate amministrative e segretarie (21%) e addette alla ristorazione come cuoche, bariste o cameriere (13%). L’incidente è avvenuto in ore diurne (71%), con condizioni meteo avverse nel 43% dei casi, recandosi al lavoro (54%), su strada extraurbana (71%), entro un raggio di circa 15 chilometri da casa (55%), nei primi tre giorni della settimana (69%). Al momento dell’incidente la donna era al volante (87%) di un autoveicolo (72%) ed è stata coinvolta almeno un’altra vettura (44%).

I FATTORI DI RISCHIO DEL PENDOLARISMO
Ulteriori studi evidenziano come il pendolarismo aumenti sia le difficoltà nella vita familiare e sociale, legate anche a stress emotivo (separazione/divorzio dal coniuge, gestione della casa, dei bambini, degli anziani...), sia i disturbi del sonno. Il maggiore rischio per le donne pendolari sarebbe anche dovuto al minore tempo di recupero, riposo e svago, elementi che possono influire negativamente sull’attenzione, sia nella guida del veicolo che negli spostamenti casa-lavoro, incrementando il rischio di incidenti stradali. Il maggiore utilizzo da parte delle donne di autovetture piccole e meno sicure è un altro elemento da tenere in considerazione.

IL CONFRONTO CON L’EUROPA
Gli ultimi dati diffusi da Eurostat (anno 2014) relativi ai tassi standardizzati di incidenza infortunistica, mostrano senza distinzione di genere per l’Italia un valore pari a 1.619 infortuni con assenza dal lavoro di almeno quattro giorni, esclusi gli infortuni in itinere, per 100mila occupati (nel 2010 erano 2.194), inferiore a quello rilevato per Francia (3.386), Spagna (3.220) e Germania (2.119), e comunque al di sotto della media della UE-28 (1.642). Il calo si osserva anche per i casi mortali, dove l’indice è passato tra il 2010 e il 2014 da 1,54 a 1,15 decessi per 100mila occupati
(anche in questo caso inferiore a quello dell’UE-28 pari a 1,30 nel 2014), segnando una riduzione del 25,3% rispetto al 2010.

MALATTIE PROFESSIONALI: NEL 2015 QUASI 17MILA DENUNCE
Le malattie professionali denunciate dalle lavoratrici nel 2015 sono state quasi 17mila, pari al 28,5% delle circa 59mila tecnopatie denunciate in totale. I dati complessivi, per entrambi i sessi, hanno confermato il trend in aumento degli ultimi anni, in controtendenza rispetto all’andamento decrescente degli infortuni sul lavoro: dalle 57.370 denunce del 2014, infatti, si è passati alle 58.917 del 2015 (+2,7%). Prendendo in considerazione solo le denunce delle lavoratrici, nel confronto con il 2014 si registra una sostanziale stabilità, con 16.795 casi protocollati nel 2015 rispetto ai 16.748 dei 12 mesi precedenti. Rispetto alle 14.217 denunce del 2011, invece, l’aumento è del 18,1%, più contenuto, comunque, di quello relativo ai casi di tecnopatie denunciati dai lavoratori maschi (+27,3%).

I PRIMI DATI DEL 2016 IN CONTROTENDENZA: -1%
I primi dati del 2016, rilevati allo scorso 31 dicembre e già diffusi dall’Inail nel canale Open data mensile, se confrontati con quelli dell’anno precedente, rilevati al 31 dicembre 2015 per omogeneità di confronto, mostrano come nel complesso le denunce di malattia professionale protocollate per maschi e femmine siano aumentate del 2,3%, dalle 59mila del 2015 alle oltre 60mila nel 2016. In ottica di genere, è da sottolineare nel 2016 il calo del fenomeno per le donne: in controtendenza con i lavoratori, infatti, le denunce delle lavoratrici sono diminuite tra il 2015 e il 2016 dell’ 1%, da 16.817 a 16.653. Tra gli uomini, invece, si registra ancora un aumento del 3,6%, da 42.181 a 43.694.

LE PRINCIPALI PATOLOGIE
A colpire i lavoratori, nel complesso, sono soprattutto le malattie del sistema osteo- muscolare e del tessuto connettivo, in particolare tendiniti e dorsopatie, e la sindrome del tunnel carpale, che insieme rappresentano quasi il 75% delle denunce. Questo risultato medio nasconde, però, una differenza ben marcata tra uomini e donne: se le patologie citate rappresentano circa il 69% delle denunce maschili, la stessa percentuale, infatti, sale addirittura quasi al 90% per le donne (circa 15mila delle quasi 17mila denunce complessive). È interessante notare che nel 2015, a differenza del trend consolidato dei quattro anni precedenti, il numero delle denunce per la sindrome del tunnel carpale risulta più elevato per gli uomini rispetto alle lavoratrici (3.113 casi contro 3.081).

IL 63% DELLE TECNOPATIE NEL CENTRO-SUD
A livello territoriale le denunce di malattie professionali femminili nel 2015 si sono concentrate per più di un terzo (34,9%) al Centro e per il 28,5% nel Mezzogiorno (il 22,6% al Sud e il 5,9% nelle Isole), seguiti da Nord-Est (26,3%) e Nord-Ovest (10,3%), con una distribuzione sensibilmente diversa rispetto a quella delle denunce di infortunio sul lavoro delle donne, il 60% delle quali è concentrato nel Nord della penisola.


Fonte: inail.it