Protocollo d'Intesa tra ANCI LOMBARDIA e CGIL-CISL-UIL, SPI-FNP-UILP Lombardia 2019
 

In data 4 Aprile 2019 ANCI Lombardia e CGIL-CISL-UIL, SPI-FNP-UILP Lombardia confermano gli intenti espressi nel Protocollo sottoscritto tra le parti in data 18 gennaio 2016 e intendono dare continuità agli impegni assunti.
ANCI Lombardia e OO.SS. convengono sull'opportunità di proporre un costruttivo sistema di relazioni sindacali ai territori che favorisca i confronti sulle materie della presente intesa, anche in relazione alle gestioni associate della programmazione dei servizi.
Con la presente integrazione al protocollo del 2016 si attiva un tavolo di confronto tra la Presidenza ANCI Lombardia e le O.O.S.S. della Lombardia firmatarie, al fine di poter proseguire e consolidare il confronto e la condivisione in merito ai temi di seguito illustrati.

Autonomia e riordino competenze regionali
Stante l'intesa del gennaio 2015, fra OOSS, Regione, Anci e UPL, anche in riferimento al percorso di attuazione dell'art 116 comma 3 della Costituzione, si condivide di riprendere il confronto in tema di riordino degli assetti territoriali, con particolare attenzione agli obiettivi di semplificazione istituzionale e di razionalizzazione del governo del territorio.

Politiche di bilancio e fiscali
Nell'ambito delle politiche di bilancio assistiamo a una sempre crescente difficoltà degli enti locali a far fronte alle esigenze di parte corrente del proprio bilancio, con il rischio di mettere in discussione poste di bilancio legate in particolare alla spesa destinata al welfare locale. Questa situazione, correlata con lo sblocco della leva fiscale, può produrre impatti notevoli sui cittadini, anche tra coloro che si collocano nella fascia più debole della popolazione. Diventa quindi fondamentale, nell'ambito delle relazioni sindacali, studiare forme e soluzioni da proporre nei comuni nei tavoli di confronto preposti a tale scopo. Al contempo è importante dare voce comune tra ANCI e Organizzazioni Sindacali a tale istanza presso le competenti istituzioni nazionali affinché ridiano ossigeno finanziario di parte corrente ai bilanci comunali.

Sviluppo sostenibile e attuazione Agenda urbana 2030 in Lombardia
La lunga fase storica attraversata da transizioni ambientali e tecnologiche ha indotto le Organizzazioni Internazionali a orientare le politiche di sviluppo al perseguimento di obiettivi di sostenibilità ambientale e sociale coerenti con il contesto che stiamo attraversando. In particolare, l'ONU ha approvato l'Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile, i cui elementi essenziali sono i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs, Sustainable Development Goals), che individuano oggi uno standard internazionale per la definizione di politiche di sviluppo locale. Le Parti condividono la necessità di coniugare la cultura della attenzione all'ambiente e alla tutela del territorio e delle sue risorse (aria, acqua e suolo) con quella della prevenzione, della salute e del lavoro di qualità. A questo scopo le Parti si impegnano a seguire l'attuazione in Lombardia dell'Agenda urbana 2030, attraverso momenti di confronto e approfondimento anche con la finalità di poter giungere a indirizzi condivisi.
Le parti concordano che il tema venga fatto oggetto di un accordo specifico successivo.

Welfare e politiche sociali
Nel riconfermare la volontà di valorizzare e potenziare la programmazione sociale sovracomunale attraverso lo strumento dei Piani di Zona e nel ribadire il concorso delle OO.SS. territoriali maggiormente rappresentative alla programmazione in ambito locale, alla luce dell'attuale fase della attuazione della Legge Regionale 23/2015, le Parti richiamano alla necessità che le Assemblee dei Sindaci e gli Uffici di Piano siano coinvolti nella programmazione e nel riordino della rete d'offerta da parte delle ATS, in particolare in previsione degli interventi regionali per quanto attiene le cosiddette “cure intermedie o di transizione”, alla programmazione dei Presidi Ospedalieri Territoriali, dei Presidi Socio Sanitari Territoriali ed egli ospedali di comunità. Allo stesso modo occorre garantire il potenziamento dei servizi a sostegno della domiciliarità attraverso la realizzazione di un coordinamento fra tutte le prestazioni indicate sulla base della valutazione multidimensionale, siano esse erogate a livello regionale o comunale, e la previsione di punti di accesso unici in coordinamento con le Reti Territoriali delle ASST.
I mutamenti demografici (denatalità, invecchiamento della popolazione, atomizzazione dei nuclei familiari), ancor più che in passato fanno emergere un bisogno di assistenza delle persone anziane non autosufficienti e in condizioni di disabilità. Gli impegni di cura crescenti sostenuti dalle famiglie, infatti, incidono sempre più sulla composizione della loro spesa. In Lombardia (https ://www.tuttitalia.it/lombardia/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile- 2018/) gli anziani over 65enni sono 2.611.000.. Anche per affrontare questo problema, Regione Lombardia ha varato la Legge 23/2015 al fine di rafforzare la presa in carico delle persone croniche e per attuare una integrazione tra sociosanitario e sociale la cui realizzazione è ancora ampiamente problematica.
Uno dei problemi per le famiglie della nostra regione è quello della non autosufficienza delle persone anziane, che necessita di un ripensamento nel quadro complessivo dei bisogni della persona e della famiglia (cura, assistenza, trasporti, domiciliarità).
In materia di residenzialità per gli anziani fragili e i soggetti con disabilità le Parti ribadiscono ancora una volta la necessità di incrementare il Fondo Sanitario Regionale per garantire l'effettiva copertura delle rette in base a quanto definito dalla normativa nazionale sui Livelli Essenziali di Assistenza. E' altresì condivisa l'opportunità di definire una “retta standard regionale” e delineare con chiarezza i criteri di composizione della retta posta a carico delle famiglie degli ospiti.
Le Parti condividono l'opportunità della istituzione, a livello regionale e in via sperimentale in attesa di analoghe misure nazionali, di un Fondo Unico per la Non Autosufficienza con lo scopo di garantire il diritto alla cura e all'assistenza di persone non più autosufficienti, favorendo l'aggregazione della domanda, l'impiego di lavoro regolare e professionalizzato e sostenendo le famiglie nel delicato compito degli aspetti relazionali. Si condivide che il Fondo sia da intendersi istituito con funzione di copertura universalistica e finanziamento a base universale, anche con l'eventuale ricorso a risorse aggiuntive rese disponibili da fonti mutualistiche, bilaterali e contrattuali. A tale scopo le Parti ritengono utile promuovere studi di fattibilità che coinvolgano anche i Comuni per la valutazione della sostenibilità sociale ed economica delle misure.
In materia di regolamenti ISEE per l'accesso alle prestazioni di carattere sociale, nel ribadire quanto già precedentemente condiviso nei testi di cui in premessa, le Parti auspicano inoltre che in ogni territorio vi sia un percorso di condivisione tra tutti gli attori interessati rispetto ai punti nodali della compartecipazione economica al costo dei servizi, finalizzato a una sempre maggiore equità sociale.
Con la finalità di meglio correlare il costo di compartecipazione alla spesa per i servizi in proporzione al reddito dell'utente, si condivide la diffusione dell'utilizzo dell'Isee con interpolazione lineare.
A fronte di questo quadro di contesto, le parti condividono, stante la complessità delle problematiche descritte, la necessità di intraprendere un lavoro che abbia come punto focale il confronto locale tra le istituzioni pubbliche e le organizzazioni sindacali dei pensionati e confederali ( CGIL CISL UIL - SPI, FNP, UILP).
Per ciò che concerne l'accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo, nell'interesse comune di favorire percorsi di inclusione sostenibile per le comunità locali per rafforzare la coesione sociale, si condivide la necessità di operare per una gestione del fenomeno migratorio in tutte le sue fasi, a partire da un sistema di accoglienza dignitosa per le persone, dal sostegno del percorso di integrazione e per arrivare a valorizzare le diverse culture riconoscendone la dignità e il valore.
Le Parti si impegnano a confrontarsi periodicamente sulle materie oggetto della presente intesa ed auspicano che tale confronto si svolga nei territori, anche in riferimento ai documenti di programmazione dell'Ente locale. Le parti riconoscono l'esigenza di un monitoraggio congiunto degli effetti dell'attuazione della Legge 132/2018. sul territorio lombardo, anche con il coinvolgimento delle organizzazioni del terzo settore.

Politiche abitative
Il Regolamento Regionale n. 4/2017 di attuazione L.R. n. 16/2016, prevede che l'Ente capofila nominato dai Comuni dell'Ambito dei piani zona debba predisporre la proposta, sentita l'Aler, del piano triennale e annuale dell'offerta dei servizi abitativi pubblici e sociali; è necessario chiedere congiuntamente a Regione che gli Enti capofila siano messi nelle condizioni di poter assolvere al compito assegnato con strumenti e mezzi adeguati, per offrire servizi abitativi appropriati a rispondere ai bisogni di soggetti e famiglie fragili; le organizzazioni sindacali, con Aler e i Comuni, sono da tempo impegnate nella tutela degli inquilini e per il diritto di un'abitazione dignitosa, anche a contrasto della povertà.

Appalti e mercati del lavoro locali
Le Parti, nel condividere la volontà di operare nell'ottica della promozione del lavoro dignitoso e coerentemente con le Convenzioni ILO in materia e con la legislazione nazionale vigente, auspicano la sottoscrizione a livello locale di Protocolli per lo svolgimento di lavori, acquisto di servizi e forniture da parte di Comuni, aziende partecipate e/o consortili, orientati al rispetto di clausole sociali efficaci ed esigibili, alla promozione dell'impiego di forme contrattuali stabili e alla applicazione di contratti collettivi nazionali di lavoro per comparto merceologico o attività principale oggetto d'appalto e di contratti integrativi territoriali e/o aziendali e/o di sito o di filiera applicabili firmati dalle OO.SS. maggiormente rappresentative. Le Parti pertanto auspicano che le suddette clausole siano formulate allo scopo di:
• nel caso di appalti concernenti attività ad alta intensità di manodopera, prevedere preferibilmente l'assegnazione sulla base del criterio della offerta economicamente più vantaggiosa secondo quanto disposto dalle vigenti norme in materia di Codice dei Contratti Pubblici (Dlgs n. 50/2016);
• prevedere, in caso di cambio di gestione, il coinvolgimento preventivo delle OO.SS. territoriali maggiormente rappresentative per agevolare la continuità dei servizi anche garantendo continuità dei livelli occupazionali e dei trattamenti economici e normativi complessivamente in atto al momento del passaggio per i lavoratori coinvolti;
• privilegiare, nella determinazione dei criteri di valutazione tecnico/organizzativi e gestionali, le offerte che comportino l'assunzione qualificata e stabile dei lavoratori;
• definire una durata dei contratti di appalto che possa garantire stabilità e qualità nella gestione dei servizi e per incentivare gli investimenti sulla continuità della formazione professionale dei lavoratori coinvolti nelle attività oggetto di gara;
• premiare, nell'ambito dei criteri di valutazione tecnico/organizzativi e gestionali, le imprese che adottino accordi e/o buone pratiche certificate in materia di conciliazione tempi di vita/tempi di lavoro o che partecipino alle reti territoriali di conciliazione;
• con l'obiettivo di ridurre il ricorso al subappalto, porre in atto efficaci sistemi di controllo anche a garanzia del rispetto degli standard di salute e sicurezza dei lavoratori e per proteggere le filiere dal rischio di infiltrazioni dell'economia illegale e/o criminale;
• applicare le medesime clausole sopra riportate anche in caso di procedure di accreditamento e/o di affidamento diretto e nel caso di avvicendamento fra imprese nello svolgimento del contratto
• prevedere penali in caso di mancato rispetto degli impegni sopracitati da parte delle imprese aggiudicatarie;
• garantire il rispetto dei tempi di pagamento da parte degli Enti, anche allo scopo di ridurre il rischio di esposizioni finanziarie da parte delle imprese aggiudicatarie.
Infine le parti riconoscono l'opportunità di confermare osservatori di approfondimento, con cadenza periodica semestrale, in materia di Finanza e Fiscalità locale, Spesa Sociale dei Comuni, anche al fine di favorire un monitoraggio della Programmazione Sociale Locale, per individuare buone prassi e sostenere un'utile diffusione sul territorio.

Milano ../ .../ 2019


Fonte: cgil.lombardia.it