ALLEGATO ALLA GENERALITÀ N. 291 DEL 5 FEBBRAIO 2009

LINEE DI INDIRIZZO IN MATERIA DI INFORTUNI SUL LAVORO E MALATTIE PROFESSIONALI CONCORDATE TRA LA REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA, LE AZIENDE PER I SERVIZI SANITARI E LE PROCURE DELLA REPUBBLICA DEL DISTRETTO FRIULI VENEZIA GIULIA
 

La Commissione, composta dai rappresentanti delle Aziende per i Servizi Sanitari e delle Procure della Repubblica del Distretto, coordinata dal Procuratore Generale, con la presenza dei rappresentanti dell'Assessorato alla Salute e Protezione Sociale della Regione FVG, i quali intendono prendere atto delle decisioni concordate nell'incontro del 29 dicembre 2008 al fine di poter garantire le necessarie risorse e la presenza di un organico adeguato alle necessità,
 

HA CONCORDATO


le seguenti linee di indirizzo da adottare in occasione delle indagini di iniziativa o delegate dalla Procura in materia di infortuni e malattie professionali.

Infortuni sul lavoro commessi con violazione delle norme di prevenzione
 

Va innanzitutto stabilito che i referti, seguenti ad infortunio in occasione di lavoro, debbano giungere tempestivamente direttamente ai Servizi territoriali interessati ad opera delle strutture sanitarie che li rilasciano. A tale scopo le direzioni aziendali forniranno precise indicazioni alle strutture di Pronto Soccorso del territorio perché senza indugio siano trasmessi i referti ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (PSAL). È opportuno stabilire inoltre che in ciascun Servizio PSAL sia allestito un unico numero telefonico di pronta disponibilità che funzioni per 24 ore su 24.

I Procuratori della Repubblica, a loro volta, daranno disposizioni perché tutte le Forze dell'Ordine che, anche occasionalmente, abbiano notizia di un infortunio sul lavoro, ne informino immediatamente i Servizi PSAL

La Regione FVG attiverà anche i Servizi del 118, impartendo precise istruzioni in relazione alle informazioni da trasmettere ai Servizi PSAL tutte le volte che si verifichi un infortunio grave o mortale. È opportuno sottolineare che è necessaria una preventiva e adeguata formazione del personale addetto alla gestione delle emergenze, in modo da garantire una efficace opera di informazione nei confronti dei Servizi territoriali.

Una volta ricevuta la notizia o addirittura il referto, l'UPG incaricato dal Responsabile del Servizio Competente avvierà l'indagine necessaria, tutte le volte che le circostanze di fatto riferite siano tali da indurre a ritenere che si tratti di ipotesi di reato perseguibile d'ufficio. Ciò si realizza senza dubbio in tutti i casi in cui l'infortunio appaia grave, sia per le conseguenze lesive riportate dall'infortunato, sia per la dinamica che lo ha caratterizzato. Nei casi di infortunio mortale o di infortunio gravissimo è opportuno che ai Pubblico Ministero di turno sia comunicata la notizia anche telefonicamente.

In nessun caso, comunque, sarà avviata l'indagine di iniziativa dinnanzi ad una prognosi di pochi giorni, né il Pubblico Ministero delegherà per tali eventi indagini di sorta. Va comunque precisato che il Servizio PSAL potrà discrezionalmente intervenire anche nei casi nei quali non appare evidente una procedibilità d'ufficio, ma le modalità di accadimento dell'infortunio siano ritenute tali da comportare l'attivazione di un intervento a fini preventivi.

Si precisa che, tutte le volte che il Servizio decide di attivare l'indagine sulle notizie di reato ricevute, deve comunicarne l'esito al Pubblico Ministero, mentre nessuna comunicazione è necessaria nei casi di referti pervenuti per i quali non si debba procedere d'ufficio, a meno che sia stata presentata querela entro 3 mesi dal fatto.

Attenzione particolare va dedicata a quei casi in cui, per inveterata abitudine, il medico esprima prognosi inferiori ai 40 giorni anche dinnanzi a infortuni comportanti sicuramente lesioni gravi o gravissime. In tali casi è evidente che la prognosi iniziale verrà abbondantemente superata proprio per la gravità delle conseguenze riportate. I Servizi territoriali perciò valuteranno prudentemente l'opportunità di avviare l'indagine nei casi in cui la prognosi non sia commisurata rispetto alla gravità dell'evento lesivo.

È opportuno sottolineare quanto sia importante che la Regione realizzi appositi momenti di formazione dei medici, in particolare delle strutture del 118 e Pronto Soccorso, ai fini di una corretta compilazione dei referti, in linea con le previsioni del codice penale.

In conclusione, è possibile distinguere le seguenti ipotesi;

  1.  infortunio con evento mortale o con lesioni gravi/gravissime (prognosi iniziale superiore ai 40 giorni): interviene il 318 che avvisa il Servizio di PSAL; l'UPG incaricato dal responsabile del Servizio Competente interviene sul luogo dell'infortunio e avverte tempestivamente il Magistrato.

  2.  infortuni con prognosi inferiore ai 40 giorni, ma con evidenti caratteristiche di indubbia gravità che inducono a ritenere che saranno superati i termini per la procedibilità d'ufficio: l'UPG interviene sul luogo dell'infortunio avvertendo il Magistrato di turno, anche telefonicamente.

  3. infortuni con prognosi inferiore ai 40 giorni, con caratteristiche di modesta gravità, che tuttavia, per la dinamica e/o ricadute in termini prevenzionistici, rendano opportuna l'indagine: l'UPG incaricato dal responsabile del Servizio Competente interviene sul posto accertando i fatti e rilevando eventuali violazioni delle norme di prevenzione. Di tali accertamenti riferirà al Magistrato con apposita inchiesta per infortunio sul lavoro.

  4. infortuni con prognosi sicuramente lieve, per i quali non va attivata alcuna indagine, salvo presentazione di querela della parte offesa entro il termine dei 3 mesi. Solo in questo caso sarà effettuata l'indagine, il cui esito sarà comunicato al PM.


Resta salva la facoltà del Servizio PSAL di intervenire a fini prevenzionali, rilevando eventuali contravvenzioni per le quali sarà esperita la procedura prevista dal D.Lgs 758/94.

Nessuna indagine andrà naturalmente attivata in caso di infortunio occorso al soggetto che non lavora sotto la direzione altrui, e che sia titolare senza soci di una azienda individuale. La mancanza di dipendenti esclude infatti l'applicazione delle norme di prevenzione in materia di lavoro. Tuttavia gli accertamenti in ordine all'applicazione delle norme di prevenzione dovranno essere effettuati quando sia possibile ritenere da elementi univoci che il titolare infortunato abbia irregolarmente impiegato lavoratori subordinati.

Sulla scorta delle linee sopra descritte, i Servizi PSAL dovranno gestire il flusso delle notizie di reato, facendosi carico di seguire rigorosamente i criteri di selezione delle notizie, in modo tale da non trascurare episodi di sicura rilevanza penale, per i quali non arriverà normalmente alcuna sollecitazione da parte della Procura interessata.

Le indagini sui casi che il Servizio discrezionalmente ha selezionato saranno condotte nel più breve tempo possibile, compatibilmente con la complessità e le difficoltà che eventualmente emergano sia nell'accertamento dei fatti, sia nell'individuazione dei responsabili. Resta comunque fermo che la notizia alla Procura "senza ritardo": espressione, questa, che consente agli UPG del Servizio di comunicare il reato all'esito degli accertamenti svolti, quando essi non si protraggano oltre un ragionevole periodo di tempo.

Un capitolo a parte merita il tema delle indagini delegate giacenti in quantità variabile presso i Servizi del distretto. Occorre impegnare Procure e Servizi in una attenta valutazione dei casi che meritano una approfondita indagine, con conseguente rinunzia alla effettuazione della medesima tutte le volte che appaia ragionevole ritenere che esse non porteranno all'acquisizione di elementi tali da poter sostenere l'accusa in giudizio oppure alla individuazione certa degli eventuali responsabili. In ogni caso vanno chiusi senza ulteriore spreco di energie gli infortuni la cui prognosi sia contenuta in pochi giorni o settimane.

In particolare non dovranno essere richieste indagini delegate (e, se richieste, i fascicoli dovranno tempestivamente essere restituiti alla Procura) nei casi di incidenti stradali accaduti a lavoratori (in itinere od in occasione di lavoro) per i quali i Servizi delle ASS non hanno competenza alcuna e che meglio possono essere trattati dai Vigili Urbani o dalla Polizia Stradale dal momento che trovano la loro causa nella violazione delle norme del codice stradale.

Analoghe conclusioni debbono essere tratte sia per gli incidenti avvenuti in ambito scolastico, quando non siano in nessun modo connessi alla violazione delle norme di prevenzione in materia di lavoro, sia per gli incidenti avvenuti in ambito domestico, dove, con tutta evidenza, non Possono venire in rilievo violazioni di norme in materia di prevenzione sui luoghi di lavoro e che, in nessun modo, riguardino lavoratori alle dipendenze altrui.

Resta invece urgente procedere tempestivamente agli accertamenti relativi agli infortuni più gravi, ancorché verificatisi indietro nel tempo, con restituzione alla Procura delle relative inchieste.

Con questi criteri di flessibilità è auspicabile che si arrivi alla eliminazione dell'arretrato in tempi accettabili.


Malattie professionali (MP) derivanti dalla violazione delle norme sull'igiene del lavoro

Un percorso analogo a quello sopra descritto è necessario prevedere per il flusso dei referti di sospetta malattia professionale.
Si deve preliminarmente rilevare un flusso non soddisfacente di referti di MP alla autorità competente. Sono ancora troppi i medici che non approfondiscono la genesi della malattia, e non mancano coloro che, pur avendo acquisito il ragionevole sospetto che la patologia debba essere posta in relazione all'attività lavorativa del paziente, non ne informano il Magistrato, come pure il Codice di Procedura Penale stabilisce. Verso la categoria dei medici, in particolare medici di medicina generale ed ospedalieri, medici competenti, la Regione svolgerà adeguate iniziative di formazione, volte a richiamare l'obbligo, penalmente sanzionato, di compilare il referto e di farlo pervenire all'Autorità Giudiziaria.

Un secondo tema è relativo al frequente invio di referti non completi, qualche volta mal compilati, e qualche volta addirittura relativi ad ipotesi che senza alcun dubbio non configurano alcun tipo di illecito. Per far fronte a tali problemi sarebbe opportuno adottare un modulo di referto concordato con la Procura Generale prevedendo che, in caso di inadeguata compilazione, si restituiscano ai medici che li hanno compilati, i referti con segnalazioni incomplete.

Analogamente a quanto si è disposto per gli infortuni, ogni referto di sospetta malattia professionale deve essere immediatamente inviato ai Servizi PSAL. Sarà il Servizio, sulla scorta dei criteri che seguono, ad attivare l'inchiesta di malattia professionale tutte le volte che sia ipotizzabile un reato perseguibile d'ufficio o quando sia stata presentata querela dalla parte offesa.

I criteri che devono guidare il Servizio nella scelta delle indagini da effettuare, sono i seguenti:

  1. la malattia indicata nel referto deve essere intervenuta in tempi non eccessivamente lontani e comunque non superiori a quelli previsti per la prescrizione del reato; perciò non sarà attivata l'indagine, ad esempio, nei casi di ipoacusia intervenuta in tempi lontani senza che sia stato segnalato un aggravamento recente;

  2. la malattia indicata nel referto, per le concrete modalità del caso o perché molto risalente nel tempo, non consente, ictu oculi, l'individuazione del responsabile o l'accertamento delle modalità di esposizione o dei dati di fatto necessari alla contestazione: in questo caso l'indagine non sarà attivata;

  3. la malattia indicata nel referto può essere riferita ad una pluralità di cause che rendono: in questo caso l'indagine non sarà attivata a meno che non risultino consistenti indizi che rendano evidente il nesso causale con l'esposizione lavorativa.

In tutti i casi sopra elencati è rimessa al prudente apprezzamento dei medici del lavoro dei Servizi la decisione se procedere o no all'indagine, sulla scorta degli elementi preliminari di cui sopra. L'esito dell'eventuale indagine sarà comunicato ai PM.

Negli altri casi l'indagine deve essere comunque condotta, anche quando il nesso causale riscontrato, riconducibile all'esposizione lavorativa, non sia l'unico capace di spiegare l'evento. È noto che nel nostro ordinamento, per costante riconoscimento giurisprudenziale, le concause, anche sopravvenute, non escludono il nesso causale e comportano la punibilità dell'evento. Valga per tutti l'esempio dell'effetto sinergico tra il fumo e l'amianto nella genesi del tumore polmonare.

Un problema particolare è posto dal frequente arrivo di referti di mesotelioma maligno nei Servizi. È appena il caso di accennare che il fenomeno rappresenta una vera e propria emergenza nella regione Friuli Venezia Giulia ed impegna particolarmente i Servizi e le Procure di Gorizia e di Trieste.

Caratteristica costante per entrambi i circondari è che in passato né i Servizi PSAL né le Procure della Repubblica interessate si sono mai attrezzati per affrontare il fenomeno in tutti i suoi aspetti. Ne è derivato un notevole numero di pratiche arretrate per i Servizi e di processi pendenti per le Procure che ora devono essere affrontati con spirito di concretezza e con una strategia che consenta di superare il ritardo accumulato.

È necessario pertanto disciplinare l'iter di trattazione dei nuovi referti di mesotelioma che tuttora vengono rilasciati. Si tenga presente che nei nostri territori sono frequenti le autopsie effettuate al decesso, che consentono comunque di confermare o di diagnosticare per la prima volta la neoplasia. Dunque è praticamente marginale, o addirittura eccezionale, il fenomeno dell'omissione del referto relativo ad un mesotelioma.

Per una corretta gestione dei casi è necessario che ogni referto, quali che siano i medici che hanno effettuato la diagnosi, pervenga al Servizio PSAL. In questo senso va richiamata l'attenzione anche dei Medici Competenti delle varie aziende, dei Medici di Medicina Generale e degli altri operatori sanitari che, a motivo delle loro prestazioni, vengano a conoscenza di una diagnosi di mesotelioma.

Nel caso di richiesta di effettuazione di riscontro diagnostico rivolta ad un Servizio di Anatomia Patologica, l'autorizzazione, in caso di sospetto o presenza di malattia professionale, dovrà venir richiesta alla Procura competente informando contestualmente di ciò il Servizio PSAL.

In ogni caso i servizi PSAL saranno tempestivamente informati dell'esito del riscontro diagnostico.
Nel caso di procedure istologiche o citologiche che determinino una diagnosi compatibile con un'eziologia professionale, sarà cura del Servizio di Anatomia Patologica interessato inserire nella risposta una frase che richiami l'attenzione de] medico ricevente sulla possibile genesi professionale della malattia e: conseguentemente, sull'eventuale necessità di avvertire il Servizio PSAL dell'ASS.
 

Ricevuto dunque, da parte delle varie fonti sopra individuate, il referto di mesotelioma, i Servizi PSAL si attiveranno di iniziativa nei più breve tempo possibile, in modo da raccogliere direttamente dalla parte offesa, se ancora in vita, tutte le informazioni necessarie per accertare compiutamente le modalità dell'esposizione lavorativa, le varie attività svolte e le eventuali misure di prevenzione adottate durante il lavoro, oltre, naturalmente, alle testimonianze dei colleghi di lavoro. Si raccoglieranno inoltre, quanto prima, tutti gli elementi essenziali del fatto costituente il reato e si trasmetteranno le inchieste di malattia professionale al PM indicando le fonti di prova e 3e attività compiute.

È appena il caso di aggiungere che l'attività sopra descritta acquista carattere di priorità nell'impegno dei Servizi, in decisa contro tendenza rispetto a quanto finora accaduto.

Come già si è detto, l'attuale fase vede Servizi e Procure impegnati nell'affrontare una cospicua mole di fascicoli arretrati riguardante soprattutto i casi di mesotelioma. In particolar modo le Procure di Trieste e Gorizia sono impegnate nel definire numerosi procedimenti pendenti. Per poter rapidamente giungere alla conclusione delle indagini è necessario uno sforzo notevole da parte dei Servizi che, innanzitutto, devono veder adeguata la dotazione del personale. È poi necessario procedere ad una rigorosa selezione dei casi pendenti, ricorrendo ad una rapida archiviazione di quelli che non consentono di individuare con certezza sia il nesso causale sia gli eventuali responsabili. È il caso ad esempio dei numerosi referti riguardanti soggetti che presentano placche pleuriche senza deficit ventilatori e/o respiratori, fattispecie per le quali oramai una costante giurisprudenza ha escluso trattarsi di malattia intesa come modificazione della funzionalità respiratoria.
 

In generale può dirsi che occorre non spendere tempo ed energie, non solo tutte le volte che non sia possibile una diagnosi comprovata di mesotelioma, ma anche tutte quelle volte in cui una diagnosi certa non trova spiegazione adeguata in un nesso causale preciso o non trova la sua ragione nelle caratteristiche dell'esposizione lavorativa; oppure, ancora, in quei casi nei quali la brevità dei periodi lavorativi e i numerosi cambiamenti dei rapporti di lavoro subordinato non consentono di attribuire con ragionevole certezza la responsabilità dell'evento ad uno o ad altro datore di lavoro.

Molto più difficile si presenta l'elaborazione dei criteri con i quali devono essere trattati i casi di tumore polmonare o altra neoplasia di origine professionale. La principale difficoltà consiste nella dimostrazione dell'origine professionale della malattia, a causa della presenza di una pluralità dl possibili fattori cancerogeni, sia in ambito lavorativo (ad esempio amianto, fumi di saldatura, IPA, ecc.) sia extra-lavorativo (fumo di sigaretta).
      Tale difficoltà si traduce talora non solo nella oggettiva impossibilità di reperire un convincente nesso di causalità, ma anche in quella, conseguente, di individuare correttamente l'autore o gli autori del reato. In questi casi è opportuno che ogni Servizio professionalmente attrezzato decida discrezionalmente quali indagini attivare sulla scorta del rigoroso criterio secondo il quale non è razionale spendere tempo ed energie per perseguire reati di difficilissimo accertamento.

Pertanto, di fronte ad un referto correttamente compilato (contenente cioè le notizie essenziali per sospettare l'origine lavorativa della malattia), si eviterà di procedere all'indagine tutte le volte che non vi sia alcuno spazio per la genesi occupazionale della malattia diagnosticata.

In tutti gli altri casi l'inchiesta di malattia professionale va attivata di iniziativa dal Servizio e tempestivamente conclusa con comunicazione all'Autorità Giudiziaria.

Resta inteso, come concordato in sede di riunione plenaria del giorno 11.12.2008, che la Regione eviterà di attribuire ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro compiti e incarichi che non rientrano nelle ordinarie competenze di queste strutture, tanto più che le attuali emergenze consigliano di dedicare le energie disponibili alla prevenzione primaria , alla promozione della salute ed al perseguimento dei gravosi compiti già descritti nel presente protocollo in tema di infortuni e malattie professionali.

Le linee di indirizzo contenute nei presente accordo vincolano, com'è naturale, tutti gli Enti che hanno partecipato alla loro elaborazione e che sottoscrivono il presente protocollo.

Tuttavia il rispetto degli accordi, pur necessario, non sarà sufficiente ad assicurare piena effettività agli indirizzi in mancanza di un costante rapporto di scambio e collaborazione tra i servizi territoriali e le procure del circondario. Solo l'integrazione delle esperienze reciproche e la disponibilità al confronto, anche quotidiano, potrà fare in modo che eventuali incertezze di applicazione o eventuali prassi non conformi alle necessità del lavoro reciproco, possano essere risolte e corrette.

Al fine di tenere costantemente sotto controllo i fenomeni presenti sul territorio, il Comitato Regionale di Coordinamento presenterà, almeno annualmente, alla presenza del Procuratore Generale della Repubblica e dei Procuratori Capo dei vari distretti regionali, i dati relativi alle attività ed alle indagini per infortuni sul lavoro e malattie professionali svolte dai Servizi PSAL, oltre che la situazione dei carichi arretrati pendenti presso le diverse ASS.
 

      Il Procuratore Generale
 
 
IL SEGRETARIO GENERALE
IL PRESIDENTE  





Fonte: www.ars.sanita.fvg.it