PATTO PER IL LAVORO E PER IL CLIMA
TUTELA DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA SUL LAVORO
 

INDICE DEI CONTENUTI
1. UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ COLLETTIVA
2. UNA STRATEGIA INTEGRATA D’AZIONE
3. COSTRUZIONI, LOGISTICA E AGRICOLTURA: FOCUS MIRATI PER I SETTORI PIÙ A RISCHIO
4. CONTESTO
5. OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITÀ TRASVERSALE

5.1 Obiettivo strategico 1 | Cultura, informazione e formazione
5.2 Obiettivo strategico 2 |Qualità del lavoro, dell’impresa e dello sviluppo
5.3 Obiettivo strategico 3 |Ricerca, innovazione e digitalizzazione
5.4 Obiettivo strategico 4 |Assistenza, vigilanza e controllo
5.5 Priorità trasversale | Condivisione, monitoraggio e analisi

6. PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2021-2025
7. GOVERNANCE e COORDINAMENTO TECNICO-OPERATIVO
8. INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE

1. UN’ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ COLLETTIVA
Nel 2021 sono stati denunciati in Emilia-Romagna 74.066 infortuni sul lavoro di cui 63.034 in occasione di lavoro senza mezzo di trasporto, 1.574 in occasione di lavoro con mezzo di trasporto e 9.458 in itinere, e 5.578 malattie professionali, con un coinvolgimento di donne pari al 35% per gli infortuni e del 38% per le malattie professionali. Nello stesso periodo 110 persone, di cui 9 donne, sono morte sul lavoro; di questi 25 per infortuni in itinere e 23 in occasione di lavoro con mezzo di trasposto (dati Inail).
Questi numeri evidenziano una tragica realtà che ci impone di compiere ogni sforzo utile per ridurne drasticamente le dimensioni, assicurando livelli più elevati di salute e sicurezza a tutte le lavoratrici e i lavoratori, a partire dai più deboli.
Nel Patto per il Lavoro e per il Clima è stato preliminarmente condiviso che in Emilia-Romagna “per lavoro - sia esso dipendente o autonomo - si intende il lavoro di qualità, ovvero il lavoro stabile, adeguatamente remunerato e tutelato”. I primi requisiti di un’occupazione di qualità sono la salute e la sicurezza. Un diritto che intendiamo garantire attraverso un’assunzione di responsabilità collettiva e la condivisione di una strategia integrata d’azione che permetta di agire su tutte le principali leve che possono concorrere al raggiungimento dell’obiettivo.
Sulla base delle stime provvisorie (Prometeia, gennaio 2022), il PIL dell'Emilia-Romagna ha chiuso il 2021 con una variazione positiva del 6,9% (dato rivisto in miglioramento rispetto al +6,5% degli scenari di ottobre 2021), prima regione assieme al Veneto, al di sopra della media del Nord Est (6,8%) e di quella italiana (6,3%).
La ripresa del 2021 ha interessato tutti i macrosettori dell’economia. Da evidenziare, in particolare, il dato relativo al valore aggiunto dell'Industria in senso stretto (+10,8% rispetto al 2020) e quello delle Costruzioni (+20,0%), settore quest’ultimo che per effetto degli incentivi pubblici ha recuperato quanto perso nel 2020, registrando un aumento delle unità di lavoro pari al 18,6%.
Dopo la crisi del 2020 l’Emilia-Romagna ha mostrato nel 2021 una fase di crescita inedita. Il territorio ha saputo reagire alle difficoltà generate dalla pandemia e, nonostante il progressivo deteriorarsi del quadro economico internazionale¹, è intenzionato a cogliere le opportunità e a investire le risorse messe a disposizione tanto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza quanto dalla Programmazione europea 2021-2027, misurandosi con le sfide enormi della transizione ecologica e della trasformazione digitale.

2. UNA STRATEGIA INTEGRATA D’AZIONE
È nostra intenzione, già condivisa sottoscrivendo il Patto per il Lavoro e per il Clima, impegnarci affinché questa fase di crescita si traduca in un progetto di rilancio e sviluppo dell’Emilia-Romagna, sostenibile da un punto di vista economico, sociale, ambientale e territoriale. Un progetto che si ponga l’obiettivo di ridurre le diseguaglianze, che sia motore di equità, di nuovo lavoro qualificato e di nuova impresa, valorizzando pienamente le donne e le giovani generazioni.
La prima condizione da garantire perché ciò si realizzi è condividere e dare rapida attuazione ad una strategia volta a rafforzare la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro. Tale strategia si deve fondare su una conoscenza approfondita del fenomeno e delle sue dinamiche, sull’impegno e sulla piena valorizzazione dei ruoli e delle competenze di ciascuno dei firmatari del Patto per il Lavoro e il Clima, nonché su una più stretta collaborazione con gli enti e le istituzioni con competenza in materia di salute e sicurezza e con tutti gli attori che possano integrare e qualificare la nostra azione, anche finalizzata, in linea con il quadro strategico dell’UE in materia di salute e sicurezza sul lavoro 2021-2027, a proporre innovazioni normative a livello nazionale.
Tale strategia, per produrre risultati concreti, richiede inoltre di agire su più fronti contemporaneamente:
• anticipare e gestire il cambiamento nel contesto della transizione verde, digitale e demografica;
• educare alla cultura del lavoro dignitoso e della sicurezza a partire dalla scuola;
• assicurare alle persone, dal primo giorno di lavoro e lungo tutto l’arco della vita lavorativa, le competenze che permettano di comprendere, prevenire, ridurre fino ad eliminare i fattori di rischio;
• contrastare il lavoro irregolare sia di natura subordinata che autonoma, la precarietà, l’utilizzo non legittimo di contratti precari, il mobbing, le pratiche di appalto elusive della normativa nonché l’eccessiva esternalizzazione e frammentazione delle attività negli appalti e nei subappalti, a partire da quelli pubblici;
• promuovere, nel confronto con il Governo e il Parlamento, una azione di riforma legislativa nazionale finalizzata a evitare il dumping sociale sostenendo le imprese virtuose, attraverso l'estensione agli appalti tra privati di presidi di legalità e a tutela della qualità del lavoro, a partire dalla garanzia dell'applicazione negli appalti e nei subappalti dei CCNL sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali comparativamente maggiormente rappresentative a livello nazionale, dall’impegno comune ad individuare ogni più utile forma di continuità occupazionale nei cambi di appalto, dall'applicazione del principio "stesso lavoro, stesso contratto";
• combattere ogni forma di illegalità per un mercato del lavoro più equo e sicuro, un’economia più sana e competitiva, una società più coesa;
• sostenere processi di innovazione organizzativa e tecnologica diffusa (in materia ad esempio di robotica, esoscheletri, sensoristica, materiali e dispositivi innovativi) per il miglioramento degli standard di salute e sicurezza sul lavoro;
• intensificare la collaborazione tra le istituzioni e investire in risorse umane, finanziarie e tecnologiche per rafforzare assistenza, vigilanza e controllo;
• aumentare la preparazione per rispondere alle crisi sanitarie attuali e future.
Se queste sono, in sintesi, le leve prioritarie da agire per comporre una strategia integrata e unitaria volta a rafforzare la salute e la sicurezza sul lavoro in ognuno dei comparti dell’economia regionale, anche anticipandone le trasformazioni, un’attenzione e un impegno straordinari e mirati sono richiesti oggi per alcuni settori in cui, nonostante le azioni di prevenzione e gli importanti investimenti da parte del sistema della bilateralità e degli organismi paritetici abbiano prodotto risultati importanti, il rischio di infortuni, e in particolare di infortuni mortali, continua ad essere decisamente più elevato. Tra questi le Costruzioni, la Logistica e l’Agricoltura.
Data la rilevanza del fenomeno in diversi altri comparti dell’economia regionale, condividiamo che tali priorità settoriali - già assunte dal Piano regionale della Prevenzione 2021-2025 - non siano intese come ambiti operativi esclusivi.

3. COSTRUZIONI, LOGISTICA E AGRICOLTURA: FOCUS MIRATI PER I SETTORI PIÙ A RISCHIO
Nel settore delle Costruzioni, dal 2015 al 2019 si registra una media di 4.914 infortuni denunciati all’anno di cui 4.298 in occasione di lavoro e di questi ultimi 1.281 con esito definito “grave” ovvero mortale o con postumi permanente uguali o superiori all’1% e/o durata dell’inabilità temporanea superiore a 40 giorni. Nello stesso periodo, ovvero nel 2019 rispetto al 2015, gli infortuni denunciati sono diminuiti del -9 %. L’anno 2020, particolare in quanto interessato dalla pandemia e dalle conseguenti interruzioni delle attività produttive, presenta una significativa riduzione degli infortuni denunciati che sono 3.579. I dati resi disponibili da INAIL non consentono una adeguata analisi per settori per l’anno 2021, e pertanto per l’analisi degli infortuni mortali possono essere utilizzati i dati derivanti dai servizi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro (SPSAL) sempre attivati per ognuno di questi eventi: nel 2018-2021 gli incidenti mortali sono passati da 9 del 2018 a 15 nel 2020, per tornare a 9 nel 2021.
La Logistica, definita attraverso il codice ATECO “H” globalmente inteso, dal 2015 al 2019 registra una media di 6.001 infortuni denunciati all’anno di cui 5.272 in occasione di lavoro e di questi ultimi 1.165 con esito definito “grave” ovvero mortale o con postumi permanente uguali o superiori all’1% e/o durata dell’inabilità temporanea superiore a 40 giorni. Nello stesso periodo, si registra un’oscillazione del numero di infortuni denunciati con un valore massimo di 6.330 nel 2017 e un valore minimo di 5.615 nel 2019. Gli infortuni stradali in occasione di lavoro sono stati in media pari a 480 all’anno, di cui 171 gravi. L’anno 2020, particolare in quanto interessato dalla pandemia, presenta una significativa riduzione degli infortuni denunciati che sono 3.745 di cui 147 infortuni stradali in occasione di lavoro.
La logistica definita come codice ATECO “H52 - Magazzinaggio e attività di supporto ai trasporti” dal 2015 al 2019 registra una media di 3.182 infortuni denunciati all’anno di cui 2.192 in occasione di lavoro, e 56 stradali in occasione di lavoro.
La Logistica nel 2019 ha registrato un indice di incidenza di infortunio pari a 10,5 su 100 addetti. Quello relativo a infortuni gravi è stato pari a 17,5 su 1.000 addetti. In entrambi i casi - ricordando l’alta incidenza nel computo degli infortuni stradali - si tratta dei dati più alti rispetto a tutti gli altri settori.
Entrambi i settori evidenziano rischi specifici e dinamiche ricorrenti. L’edilizia è il settore maggiormente colpito dalle cadute dall’alto. Se esse rappresentano circa il 22% degli infortuni mortali nei luoghi di lavoro, nelle costruzioni corrispondono ad oltre il 50% degli eventi (dati InforMO 2015-2018). Nella logistica, invece, gli infortuni da sforzo hanno un’incidenza maggiore di tutti gli altri settori, mentre il notevole flusso dei mezzi di trasporto e di movimentazione genera rischi di infortunio tra mezzi e pericoli di investimento sia sui piazzali esterni che all’interno dei magazzini.
Per quanto riguarda l’andamento di questi settori, l’edilizia in particolare ha fortemente contribuito ad una rapida uscita dalla crisi pandemica dell’economia regionale, oltre che di quella italiana: dopo oltre 10 anni di crisi, nel 2021 gli investimenti in costruzioni hanno registrato un + 16,4% in tutti i comparti, con un particolare effetto traino dato dalla manutenzione straordinaria abitativa. I dati di monitoraggio di fine marzo di Enea-MISE-MITE sugli investimenti nel Superbonus confermano il trend positivo della nostra regione che si attesta al quarto posto, con quasi 14 mila interventi e 2 miliardi e mezzo di risorse investite.
Un quadro positivo nell’ambito del quale, grazie all’impegno delle Organizzazioni sindacali e datoriali, l’ottenimento dei benefici connessi ai bonus edilizi sono oggi subordinati all’applicazione dei contratti collettivi nazionali, sia a garanzia dell’impegno che questi contratti prevedono sulla formazione in sicurezza dei lavoratori, sia per evitare il fenomeno di dumping contrattuale.
Ciononostante, la facilità con cui è possibile costituire una nuova impresa nel settore ha generato anche il proliferare di nuove imprese prive di esperienza, spesso non in grado di far fronte alle prescrizioni normative sulla sicurezza. Questo fenomeno, associato all’impiego di manodopera precaria e scarsamente qualificata (in molti casi lavoratori immigrati di età relativamente giovane e con un’incerta/scarsa conoscenza della lingua italiana) incrementa il rischio di infortuni. Rischio che aumenta ulteriormente, nell’edilizia ma anche in altri settori come la logistica, nei casi di interferenza, ovvero quando la presenza di diverse aziende in appalto all’interno di un unico sito produttivo/cantiere non sia adeguatamente coordinata.
Occorre pertanto dotarci di tutti gli strumenti che consentano - anche emulando le esperienze virtuose - di sostenere, come già previsto dal Patto per il Lavoro e per il Clima, “la filiera dell’edilizia sostenibile e delle costruzioni e il rafforzamento strutturale delle sue imprese - delle sue competenze progettuali, delle sue tecniche e tecnologie - e della ricerca (a partire dai materiali) perché, anche attraverso sinergie e coordinamento che a livello regionale valorizzino il superbonus per interventi di riqualificazione energetica e sismica, accompagni i processi e gli investimenti infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, oltre che quelli di innovazione nelle costruzioni di nuova generazione”.
Per quanto riguarda il settore della produzione agricola, dal 2015 al 2019 si registra una media di 4.892 infortuni denunciati all’anno di cui 4.632 in occasione di lavoro e di questi ultimi 1.315 con esito definito “grave” ovvero mortale o con postumi permanente uguali o superiori all’1% e/o durata dell’inabilità temporanea superiore a 40 giorni. Nello stesso periodo, ovvero nel 2019 rispetto al 2015, gli infortuni denunciati sono diminuiti del -16 %. L’anno 2020, anno particolare in quanto interessato dalla pandemia, presenta una riduzione degli infortuni denunciati che sono 3.566. I dati resi disponibili da INAIL non consentono una adeguata analisi per settori per l’anno 2021, e pertanto per l’analisi degli infortuni mortali possono essere utilizzati i dati derivanti dai servizi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro (SPSAL) che vengono sempre attivati per ognuno di questi eventi di questi eventi: nel 2018-2021 gli incidenti mortali sono passati da 13 del 2018 a 10 nel 2020 e a 9 nel 2021.
Diversi i rischi specifici che penalizzano il settore e i suoi addetti: lo schiacciamento conseguente a variazione nella marcia di un veicolo/mezzo di trasporto (fuoriuscita dal percorso, ribaltamento, ...) e l’avviamento inatteso/inopportuno di macchine/attrezzature (prevalentemente macchine agricole, forestali e per il verde) che rappresentano oltre il 40% delle cause degli eventi accaduti. In questo settore nel 50% dei casi l'età dell'infortunato è superiore ai 55 anni. Nel 2021 su 9 infortuni mortali, 4 sono accaduti a pensionati e ulteriori 2 a datori di lavoro. Il 70% delle aziende agricole è rappresentato da aziende con lavoratori autonomi.
Nel settore agricolo è attivo un importante numero di lavoratori autonomi con età superiore ai 60 anni (più del 50%) e con quote rilevanti anche sopra i 65 anni e molti lavoratori operano in aziende di piccola o piccolissima dimensione e non hanno dipendenti.

4. CONTESTO
La Strategia delineata nelle pagine che seguono assume a riferimento alcuni importanti provvedimenti normativi e ulteriori iniziative istituzionali avviate a livello europeo, nazionale e regionale.
In primo luogo, il “Pilastro europeo dei diritti sociali”. Firmato dal Consiglio, dalla Commissione e dal Parlamento nel novembre 2017, stabilisce 20 diritti e principi, tra cui il diritto dei lavoratori, sancito dall'articolo 31 della Carta dei diritti fondamentali dell'UE, a condizioni di lavoro sane, sicure e dignitose. Il principio 10 del pilastro sottolinea il diritto dei lavoratori a un elevato livello di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro e a un ambiente di lavoro adeguato alle singole esigenze professionali che consenta di prolungare la partecipazione al mercato del lavoro.
Nell'ambito del Piano d'azione del Pilastro europeo dei diritti sociali, adottato il 4 marzo 2021, la Commissione ha presentato una serie di azioni, tra cui il nuovo “Quadro strategico dell'Unione europea in materia di salute e sicurezza sul lavoro per il periodo 2021-2027”, incentrato sull'anticipazione e la gestione dei cambiamenti nel nuovo mondo del lavoro, sul miglioramento della prevenzione degli infortuni e delle malattie sul luogo di lavoro e sul potenziamento della preparazione a eventuali crisi sanitarie future. Il quadro strategico identifica tre obiettivi fondamentali trasversali per i prossimi anni: anticipare e gestire i cambiamenti nel nuovo mondo del lavoro determinati dalle transizioni verde, digitale e demografica; migliorare la prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali; migliorare la preparazione in caso di potenziali crisi sanitarie future.
L'attuazione di questi tre obiettivi dovrà essere sostenuta da: i) dialogo sociale; ii) rafforzamento della base di conoscenze comprovate; iii) rafforzamento delle misure di esecuzione; iv) sensibilizzazione; v) finanziamenti.
Secondo importante riferimento, in questo caso di livello nazionale, è la Legge n. 215 del 17 dicembre 2021 di conversione con modificazioni del D.L. 21 ottobre 2021, n. 146 recante “Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili” (il cosiddetto Decreto fisco e lavoro), entrata in vigore il 21 dicembre 2021.
Il Decreto-legge prima, la Legge poi, rafforzandone ulteriormente le misure, modificano 14 articoli del Testo Unico per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro di cui al D. Lgs 81/2008. Obiettivo dell’intervento normativo è innalzare il livello complessivo delle tutele della salute e sicurezza sul lavoro, consentendo di intervenire con maggiore efficacia sulle imprese che non rispettano le disposizioni o che utilizzano lavoratori in nero, rafforzando la formazione, incentivando e semplificando l’attività di vigilanza in materia e promuovendo un maggiore coordinamento dei soggetti competenti a presidiare il rispetto delle disposizioni per assicurare la prevenzione.
A tal fine il provvedimento da una parte rafforza la banca dati dell’INAIL, il Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP), puntando ad una definitiva messa a regime e a una maggiore condivisione delle informazioni in esso contenute, dall’altra estende le competenze di vigilanza all’INL - Ispettorato Nazionale del Lavoro - negli ambiti della salute e sicurezza del lavoro, prevedendone un aumento dell’organico pari a oltre 1.000 unità e un investimento in tecnologie di oltre 3,7 milioni di euro nel biennio 2022/2023 per dotare il nuovo personale ispettivo della strumentazione informatica necessaria a svolgere l’attività di vigilanza. Altre novità di rilievo introdotte dalla Legge riguardano la figura del preposto che assume ora nel contesto di gestione aziendale della sicurezza sul lavoro un ruolo meglio definito rispetto alla normativa precedente, nonché la formazione e l’addestramento. Rispetto a questi ultimi in particolare, la Legge prevede che entro il 30 giugno 2022 la Conferenza permanente Stato-Regioni adotti un nuovo Accordo in modo da garantire sia l’individuazione della durata, dei contenuti minimi e delle modalità della formazione obbligatoria a carico del datore di lavoro, sia la definizione di modalità di verifica finale in termini di apprendimento e di efficacia. La Legge introduce inoltre l’obbligatorietà, con aggiornamento periodico, di una formazione adeguata dei datori di lavoro e definisce le caratteristiche dell’addestramento, stabilendo che quest’ultimo consista in una prova pratica per l'uso corretto e in sicurezza di attrezzature, macchine, impianti, sostanze, dispositivi, anche di protezione individuale, nonché nell’esercitazione applicata nel caso di procedure di lavoro in sicurezza, con la previsione espressa dell’obbligo di tracciare in apposito registro (anche informatizzato) gli interventi di addestramento effettuati.
Da citare inoltre il Protocollo d'intesa per la promozione e la diffusione della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dei percorsi per le competenze trasversali e orientamento, sottoscritto nel maggio 2022 dai Ministeri dell'Istruzione e del Lavoro, dall’Ispettorato nazionale del lavoro (INL) e dall’Istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL) al fine di ridurre sistematicamente gli eventi infortunistici tramite l'utilizzo strategico di efficaci azioni di formazione e informazione, destinate ai dirigenti scolastici, ai docenti e a tutti gli studenti, in particolare a quelli che sono prossimi all'inserimento nel mondo del lavoro o che sono coinvolti nei "Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento". Previo coinvolgimento della Conferenza delle Regioni, le azioni e gli strumenti previsti dal Protocollo saranno proposti anche a tutti i soggetti coinvolti nell'erogazione di percorsi di alternanza, quali ad esempio tirocini curriculari e stage.
A livello regionale, diversi provvedimenti varati di recente concorreranno a dare piena attuazione a questa Strategia.
Il primo è l’approvazione nel dicembre 2021 con DGR n. 2144/2021del “Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025”. Il Piano, in coerenza con la Legge regionale n. 19/2018 “Promozione della salute, del benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria”, ha l’obiettivo di promuovere la salute in tutte le politiche, valorizzando la partecipazione e l’intersettorialità, garantendo attenzione all’equità e all’integrazione; consolidando il sistema regionale per la promozione della salute e la prevenzione; assegnando rilevanza ai processi di monitoraggio e valutazione, alla comunicazione sociale e alla formazione diffusa della popolazione.
La sicurezza è una delle quattro macroaree in cui è articolato il Piano, elaborato a partire dagli indirizzi forniti dal Piano Nazionale di Prevenzione 2020-2025 del Ministero della Salute (che dedica il Macro Obiettivo 5.4 a “Infortuni e incidenti sul lavoro, malattie professionali”) e integrato con le azioni valutate necessarie a livello regionale alla luce del quadro epidemiologico e della specificità dei dati locali.
Sette i programmi dedicati alla sicurezza e alla salute in ambiente di lavoro:
1. “Scuole che promuovono salute”, che prevede anche progetti di prevenzione, assistenza e formazione finalizzati a promuovere la cultura della salute e sicurezza agli studenti, con particolare riferimento ai Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO) oggetto di un’apposita convenzione tra l’Assessorato politiche per la salute della Regione, l’Ufficio Scolastico Regionale per l’Emilia-Romagna e la Direzione Regionale INAIL Emilia Romagna, approvata con DGR n. 2176 del 22/11/2019 con validità fino al 2025, per tutta la durata del Piano Regionale della Prevenzione.
2. “Luoghi di lavoro che promuovono salute” che associa la promozione di stili di vita corretti con la prevenzione delle principali patologie professionali per il rafforzamento della Salute globale delle lavoratrici e dei lavoratori secondo l’approccio Total Worker Health. Il programma affronta anche la tematica dell'invecchiamento attivo al lavoro e delle relative abilità lavorative residue, ponendo particolare attenzione alle donne che lavorano, attraverso iniziative volte a promuovere l’attività fisica e la corretta alimentazione quale azione orientata all’equità di salute.
3. “Piano mirato di prevenzione”, articolato in tre “ambiti” specifici di intervento: percezione e valutazione del rischio stradale in settori professionali e non professionali del trasporto (con un focus di approfondimento sull’incidentalità che interessa le donne, specialmente nei percorsi casa lavoro); prevenzione degli infortuni da investimento e da movimentazione di carichi nel comparto della logistica; sicurezza di macchine, attrezzature e impianti per la prevenzione degli infortuni.
4. “Prevenzione in edilizia e agricoltura”, settori ad elevato rischio di infortuni mortali;
5. “Prevenzione del rischio cancerogeno” professionale e delle relative patologie ancora poco denunciate, delle patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico, da cui sono affetti un gran numero di lavoratori, e del rischio di stress correlato al lavoro;
6. “Sistema informativo regionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro” per una migliore e più accessibile conoscenza del fenomeno infortunistico e tecnopatico.
7. “Miglioramento e completamento di azioni per la prevenzione delle patologie amianto correlate dei lavoratori e della popolazione a partire da quelle già previste nella DGR n.1945 del 2017”.
Sempre a livello regionale si richiamano due protocolli di intesa, entrambi siglati dalla Regione nel dicembre 2021. Il protocollo di intesa tra Regione Emilia-Romagna e CGIL-CISL-UIL ER in materia di legalità e appalti, sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna nel dicembre 2021, che assume tre priorità - il contrasto alle infiltrazioni della criminalità organizzata, la promozione della qualità del lavoro e la prevenzione - confermando e rafforzando i contenuti della precedente intesa siglata nel 2017, integrandola ed estendendone il campo di applicazione. A cui si aggiunge il Protocollo “Buone pratiche per lavoratrici e lavoratori dello spettacolo e della produzione culturale” (DGR. n 2073/2021), finalizzato a contrastare il lavoro irregolare, garantire tutela negli appalti e l'applicazione di buone pratiche contrattuali nello spettacolo e nella produzione culturale.
Un ulteriore protocollo tra l’Assessorato Politiche per la Salute, l’Ente Bilaterale Emilia-Romagna e l’Organismo Paritetico Regionale per l’Artigianato, approvato con DGR n. 635/2022 - “Rinnovo del protocollo quadro di intesa in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori dell'artigianato a seguito dell'approvazione del Piano regionale della prevenzione 2021-2025.” - intende dare attuazione alla collaborazione con la bilateralità artigiana per quanto riguarda le attività previste dal Piano Regionale della Prevenzione e in particolare per sviluppare prodotti a disposizione dei lavoratori del comparto, per formare le figure professionali che intervengono in questa area e diffondere tra imprese e lavoratori una cultura della Sicurezza negli ambienti di Lavoro.
Importanti riferimenti ad azioni volte alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, con un’attenzione specifica al settore delle Costruzioni, sono stati condivise anche nell’ambito del Patto per la semplificazione del novembre 2021. Il documento è stato elaborato insieme ai firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima con l’obiettivo di supportare l’impegno a rilanciare gli investimenti pubblici e privati, avviando un processo di semplificazione volto a rafforzare e qualificare la Pubblica Amministrazione e ridurre la burocrazia, garantendo il rispetto dei presidi inderogabili di legalità, la certezza delle norme e delle procedure, nonché un perfetto raccordo tra la ricerca di soluzioni amministrativamente più performanti e la tutela dell’ambiente, del lavoro e dei diritti.
Due iniziative importanti riguardano, inoltre, lo sviluppo della Logistica, settore per il quale si condivide la necessità di garantire un impegno straordinario in termini di rafforzamento della qualità del lavoro e della tutela della salute e della sicurezza.
La prima è l’approvazione della proposta di istituzione della nuova “Zona logistica semplificata (Zls) dell’Emilia-Romagna”. Approvata dall’Assemblea legislativa regionale con Delibera n. 70/2022, ora in attesa di approvazione definitiva da parte del Consiglio dei ministri, la ZLS è un progetto speciale e unitario per la movimentazione delle merci che, con un’estensione di circa 4500 ettari, mette in relazione infrastrutture viarie e ferroviarie e aree produttive commerciali della regione - 11 nodi intermodali da Ravenna a Piacenza, 25 aree produttive, 9 province, 28 Comuni della regione - con il porto di Ravenna, baricentro del sistema. Le imprese che fanno parte della ZlS, quelle già presenti o le nuove, condizionatamente allo sviluppo o all’attivazione di relazioni con il sistema portuale di Ravenna - potranno beneficiare di una serie di facilitazioni - nazionali e regionali - come semplificazioni amministrative, incentivi economici e sgravi fiscali. Una grande opportunità per l’intero settore, con ricadute positive per lo sviluppo del tessuto imprenditoriale e l’occupazione, che intendiamo si realizzi nel pieno rispetto del diritto alla salute e alla sicurezza di tutte le addette e gli addetti del comparto.
Infine, da segnalare, la sottoscrizione della “Carta metropolitana per la Logistica Etica, promossa dalla Città Metropolitana di Bologna ed elaborata nell’ambito del Gruppo di lavoro logistica del Tavolo salvaguardia e ripresa. La Carta, in coerenza e in continuità con gli obiettivi dell’Agenda 2030, nonché con i contenuti del Patto metropolitano per il Lavoro e lo Sviluppo Sostenibile e del Patto per il Lavoro ed il Clima, esprime ed individua i principi e i valori a cui il settore della logistica intende attenersi a livello metropolitano bolognese, al fine di rappresentare un’importante fonte non solo di reddito e di crescita economica, ma anche di benessere della collettività, di sviluppo sostenibile del territorio e dell’ambiente.
Il Patto per il Lavoro e per il Clima prevede l’impegno a “promuovere una logistica che persegua efficienza e competitività in un contesto di sostenibilità e dunque cercando l’efficienza tramite l’innovazione tecnologica e di processo, nonché tramite la professionalizzazione e l’aggiornamento continuo delle competenze degli operatori del settore”. A tal fine e per delineare un quadro regionale in cui agire, condividiamo la necessità di attivare un tavolo di coordinamento regionale dedicato al settore che, integrando le competenze in materia, faciliti la condivisione di scelte e obiettivi strategici da perseguire per sostenerne lo sviluppo sostenibile.

5. OBIETTIVI STRATEGICI E PRIORITÀ TRASVERSALE
Al fine di rafforzare la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, assumiamo 4 obiettivi strategici, indicando per ognuno di essi linee di intervento, ovvero azioni che consideriamo prioritarie e che ognuno nel rispetto del proprio ruolo contribuisce a realizzare, e 1 priorità traversale funzionale alla piena attuazione della strategia integrata condivisa.
Obiettivi strategici
• Cultura, informazione e formazione
• Qualità del lavoro, dell’impresa e dello sviluppo
• Ricerca, innovazione e digitalizzazione
• Assistenza, vigilanza e controllo
Priorità trasversale
• Condivisione, monitoraggio e analisi

5.1 OBIETTIVO STRATEGICO 1 | Cultura, informazione e formazione
Obiettivo è promuovere la cultura del lavoro e della sicurezza a partire dalla scuola, dal sistema di Istruzione e Formazione Professionale e da quello di formazione professionale e assicurare a tutte le persone, dal primo giorno di ingresso nelle organizzazioni di lavoro, anche per PCTO, stage o tirocini, e lungo tutto l’arco della vita lavorativa, le competenze che permettano di acquisire il valore della prevenzione e degli strumenti di protezione, comprendere, prevenire, ridurre, fino ad eliminare, i rischi, anche riferiti alle mansioni specifiche, nonché le informazioni sui possibili danni alla salute derivanti dall’attività svolta, la conoscenza dei propri diritti e doveri, la normativa di sicurezza e, per le persone occupate, le procedure e le disposizioni aziendali in materia, le misure e le attività di prevenzione e protezione che l’azienda ha deciso di adottare.
Linee di intervento
• Continuare a sostenere, nell’ambito del Programma Scuole che promuovono salute del Piano Regionale della Prevenzione, un percorso congiunto e continuativo tra “Scuola” e “Salute” che includa formalmente la promozione della salute e di stili di vita sani, il benessere e la cultura della sicurezza e della legalità all’interno del sistema educativo di istruzione e formazione con una visione integrata, continuativa e a medio/lungo termine, secondo i principi dell’azione intersettoriale e della pianificazione partecipata, in coerenza con le norme e i programmi nazionali.
• Valorizzare il Programma Scuole che promuovono salute attraverso: accordi intersettoriali tra sistemi sanitario e scolastico (governance integrata); attività di supporto alle Scuole finalizzati all’orientamento metodologico e organizzativo; supporto al ruolo dei dirigenti scolastici quali “datori di lavoro” per la salute e sicurezza; accordi con soggetti esterni al sistema sanitario per contribuire alle azioni di promozione della salute dell’intera comunità scolastica; programmi preventivi life skills oriented validati; promozione e supporto alla nascita e implementazione di una Rete regionale di Scuole che Promuovono salute; attività di monitoraggio e governance.
• Sostenere le autonomie scolastiche nella qualificazione e nel rafforzamento della componente formativa in materia di salute e sicurezza dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO) (Piano regionale della prevenzione 2021-2025).
• Sostenere le aziende che si candidano ad ospitare studenti in PCTO e tirocinanti nell’ambito dei percorsi universitari, in quelli di formazione professionale e di IeFP, affinché, nella consapevolezza che si tratta di persone in formazione, applichino con rigore le disposizioni normative, equiparando tali figure a quella di “lavoratore” ex D.Lgs 81/08 smi.
• Garantire e qualificare la formazione obbligatoria prevista dal D.Lgs 81/2008 nei percorsi formativi rivolti agli inoccupati e ai disoccupati, (percorsi di formazione IeFP, formazione per la qualifica professionale, IFTS, ITS), nei percorsi personalizzati finalizzati all’inserimento lavorativo (percorsi rivolti alle persone con disabilità, persone fragili e vulnerabili L.R.14/2015) e nelle prestazioni per il lavoro rivolte alle persone in cerca di occupazione realizzati dai soggetti accreditati al lavoro.
• Realizzare un piano straordinario di alfabetizzazione alla lingua italiana, anche attraverso modalità innovative, quale precondizione per una piena comprensione dei contesti organizzativi e dei rischi collegati.
• Prevedere un piano specifico di controlli da parte degli SPSAL sull’effettività della formazione obbligatoria per la salute e sicurezza sul lavoro erogata dalle aziende ai lavoratori.
• Sperimentare, nell’ambito dell’istituendo fascicolo elettronico del lavoratore, una modalità per tracciare e mettere in trasparenza l’attività formativa in materia di salute e sicurezza, nonché per utilizzarne i dati a fine di monitoraggio e analisi da condividere.
• Sostenere il rafforzamento e l’aggiornamento continuo di tutte le competenze degli occupati, affinché possano esercitare professionalmente, al meglio e nella piena consapevolezza ruoli e funzioni.
Con particolare riferimento ai settori delle Costruzioni, Logistica e Agricoltura:
• Rafforzare la formazione all'utilizzo di specifiche attrezzature di lavoro degli studenti degli Istituti Tecnici e Professionali con particolare attenzione agli Istituti Agrari.
• Dare piena, qualificata e tempestiva attuazione agli adempimenti in materia di formazione obbligatoria prevista dal D.Lgs n. 81/2008 rivolta alle lavoratrici e ai lavoratori, che nel settore dell’edilizia sono svolti dagli enti bilaterali scuole edili territoriali, attribuendo particolare attenzione all’addestramento, da rafforzare e realizzare subito dopo l’inserimento nell’organizzazione del lavoro e prima di iniziare a svolgere l’attività lavorativa, promuovendo il coinvolgimento dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza anche Territoriali e di Sito (RLS/RLST) e, a fronte di condizioni particolari, anche delle Rappresentanze Sindacali.
• Realizzare un piano straordinario di formazione per qualificare ulteriormente le competenze dei ruoli professionali coinvolti nella prevenzione: operatori dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli Ambienti di Lavoro (SPSAL) delle Aziende USL, Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione (RSPP) delle Aziende, Coordinatori per la Sicurezza, consulenti aziendali, datori di lavoro, RLS/RLST e medici competenti.
• Garantire l’adeguatezza della formazione obbligatoria prevista dal D.lgs. n. 81/2008 alle conoscenze linguistiche e alle condizioni di apprendimento della lavoratrice e del lavoratore, vigilando sull’obbligo da parte di chi organizza la formazione relativa alla salute e sicurezza sul lavoro di verificare preventivamente la conoscenza della lingua veicolare da parte dei partecipanti.
• Prevedere formazione aggiuntiva nell’ambito dei contratti di apprendistato.
• Produrre materiale informativo, anche in formato digitale e plurilingue, rivolto a neoassunti,
valorizzando le esperienze pregresse fondate sulla collaborazione tra INAIL, Regione Emilia- Romagna, organizzazioni sindacali e datoriali, operanti in particolar modo nel settore agricolo.
• Prevedere materiale informativo con indicazioni a riguardo dell’esposizione ai rischi professionali in base al genere dei lavoratori.

5.2 OBIETTIVO STRATEGICO 2 |Qualità del lavoro, dell’impresa e dello sviluppo
Al fine di rafforzare la tutela della salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, obiettivo è sostenere investimenti coerenti con il progetto di sviluppo sostenibile delineato dal Patto per il Lavoro e per il Clima per un mercato del lavoro più equo, un’economia più sana e competitiva, una società più coesa, contrastando la precarietà, l’utilizzo non legittimo di contratti precari, le pratiche di appalto elusive della normativa, nonché l’eccessiva esternalizzazione e frammentazione delle attività negli appalti a partire da quelli pubblici, combattendo ogni forma di illegalità.
Linee di intervento
• Sostenere processi di rafforzamento e crescita, anche dimensionale delle imprese e delle filiere.
• Diffondere la cultura della legalità nella società, nel mercato del lavoro e nell’economia, coinvolgendo in particolare le giovani generazioni.
• Innovare e rafforzare la prevenzione e il contrasto all’infiltrazione mafiosa e del crimine organizzato.
• Progettare nuovi strumenti a contrasto del proliferare di imprese, come le false cooperative, le cooperative spurie e le false srl, che aggirano forme legali di utilizzo della mano d’opera e degli appalti.
• Far crescere, con particolare attenzione al settore della Logistica, il progetto di analisi di indicatori quantitativi e qualitativi potenzialmente rivelatori della presenza di false imprese nelle diverse forme e in particolare di false cooperative (aggiornamento del “cruscotto” sviluppato nella collaborazione tra Arte-er e Unioncamere, a seguito de lavori della Commissione speciale di ricerca e di studio sulle cooperative cosiddette spurie o fittizie), avviando una sperimentazione, anche interregionale, che coinvolga il Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e il Ministero dello Sviluppo Economico.
• Contrastare lavoro irregolare, caporalato e sfruttamento lavorativo, anche attraverso i lavori dei tavoli “Appalti Illeciti di Manodopera e Caporalato” e “Beni e aziende sequestrati e confiscati”, istituiti nell’ambito della Consulta regionale per la legalità e la cittadinanza responsabile:
• utilizzando ed eventualmente rafforzando gli strumenti di contrasto al caporalato e al grave sfruttamento lavorativo previsti dalla Legge 199/2016 “Disposizioni in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero, dello sfruttamento del lavoro in agricoltura e di riallineamento retributivo nel settore agricolo” e dalla Legge regionale 18/2016 “Testo unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili” (ed in particolare delle previsioni di cui all’art. 37 lettera c.);
• avviando un confronto per completare l’insediamento in tutti i territori delle sezioni e delle cabine di regia INPS della “Rete del lavoro agricolo di qualità” come previsto dalla L. 199/2016;
• dando piena attuazione a “Common Ground”, progetto interregionale di supporto all’integrazione sociale, sanitaria, abitativa e lavorativa di vittime e potenziali vittime di sfruttamento lavorativo finanziato a valere sul PON Inclusione-FSE, volto a prevenire e contrastare forme di distorsione del mercato del lavoro (lavoro irregolare, lavoro sommerso, caporalato, sfruttamento lavorativo) in tutti i settori (anche diversi da quello agricolo), attraverso: interventi di protezione sociale, anche in applicazione dei dispositivi di tutela e regolarizzazione previsti dalle attuali normative; interventi attivabili nell’ambito dei Servizi per il lavoro; forme di collaborazione e raccordo in una logica multi-agenzia tra Istituzioni, Procure, Questure, Prefetture, Ispettorati Territoriali per il lavoro, Anci, organizzazioni datoriali, organizzazioni sindacali; protocolli d’intesa tra i soggetti maggiormente interessati agli appalti ad alta intensità di manodopera straniera;
• promuovendo un utilizzo dei beni sequestrati/confiscati alla criminalità organizzata per progetti rivolti alle vittime del caporalato e di grave sfruttamento lavorativo.
• Promuovere l’utilizzo dei servizi di incrocio domanda-offerta di lavoro erogati dall’Agenzia regionale per il lavoro e dalla Rete Attiva per il Lavoro, quale modalità di accesso trasparente al mercato del lavoro.
• Dare attuazione a quanto già condiviso nel Patto per la Semplificazione in particolare in ordine a:
- aggiornamento dei requisiti per l’iscrizione all’Elenco di merito degli operatori del settore edile ed eventuale estensione del sistema ad altri settori;
- confronto con le parti firmatarie in merito all’obbligo per tutte le imprese edili di iscrizione presso la cassa edile del territorio nel quale si trovino ad operare fermo restando la possibilità di utilizzo dell’accordo sulla trasferta regionale, che consente alle aziende della regione aventi i requisiti specifici di mantenere l’iscrizione nella Cassa edile di provenienza qualora l’attività svolta ricada all’interno dello stesso territorio regionale;
- estensione della sperimentazione regionale del progetto SICO - Sistema Informativo Costruzioni dell'Emilia-Romagna per la trasmissione di informazioni sulla sicurezza e l'attività edilizia, in linea con il dettato del d.lgs. n. 81/2008 e con la recente legge 215/21, che, riformando l’art.99 del d.lgs.81/08 smi, prevede l’invio delle notifiche preliminari anche alle casse edili.
• Sostenere le imprese interessate a intraprendere processi di certificazione e asseverazione volontaria, verificandone l’andamento, anche volti a rafforzare e mettere in trasparenza la salute e la sicurezza sul lavoro.
• Promuovere nei siti produttivi più complessi, con particolare riferimento alle Costruzioni, alla Logistica, ai Porti e alle Fiere, coordinamenti specifici tra gli RLS delle aziende ivi operanti, nonché la previsione di RLS di sito produttivo, in coerenza con quanto previsto dall’art.49 del d.lgs.81/08 smi.
• Nell’ambito degli appalti pubblici promuovere:
- come già condiviso nel Patto per il Lavoro e per il Clima, “il rilancio delle funzioni delle centrali uniche di committenza e il superamento della pratica al massimo ribasso a favore dell’offerta economicamente più vantaggiosa; l'applicazione dei Contratti collettivi nazionali inerenti l’attività oggetto dell’appalto e delle concessioni e relativa contrattazione territoriale e di II livello sottoscritti dalle Organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente maggiormente rappresentative sul piano nazionale (anche per i subappaltatori); l’applicazione della clausola sociale nei cambi d'appalto; il rafforzamento dei sistemi di controllo nelle fasi esecutive degli appalti; il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza”;
- il confronto tra tutti gli interlocutori, in fase di predisposizione, attraverso lo strumento delle consultazioni preliminari di mercato, con l’obiettivo in particolare di rafforzare la salute e sicurezza sul lavoro;
- in fase di consultazioni preliminari, valutare quali eventuali sistemi di controlli e vigilanza introdurre nelle fasi esecutive degli appalti al fine di rafforzare gli elementi qualitativi nelle procedure di assegnazione degli appalti;
- previa adeguata istruttoria, come previsto dall’articolo 80 del codice degli appalti pubblici, escludere dalla partecipazione alla procedura d’appalto un operatore economico qualora si sia dimostrata la presenza di gravi infrazioni debitamente accertate alle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro nonché agli obblighi di cui all’articolo 30, comma 3 del medesimo codice, ovvero il rispetto degli obblighi in materia ambientale, sociale e del lavoro stabiliti dalla normativa europea e nazionale, dai contratti collettivi o dalle disposizioni internazionali;
- rafforzare le attività di formazione per il personale delle Amministrazioni Pubbliche ai fini del raggiungimento di sempre maggiori livelli di conoscenza e consapevolezza sull’applicazione delle regole in materia di contratti pubblici, con specifico riferimento alle norme finalizzate alla prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata, a quelle poste a salvaguardia della legalità e della regolarità del lavoro nel sistema degli appalti pubblici, anche in riferimento alle disposizioni contenute nella L.R. 18/2016.
• Sottoscrivere un Accordo-Quadro in materia di legalità e appalti nelle opere infrastrutturali di rilevanza regionale e promuovere la sottoscrizione di Protocolli inerenti alle singole opere infrastrutturali in coerenza con quanto previsto dal Protocollo di Intesa tra MIT e OO.SS. Sottoscritto in data 11/12/2020.
Negli appalti privati, al fine di rafforzare la salute e sicurezza sul lavoro attraverso una filiera degli appalti e dei subappalti che applichi i CCNL nazionali e territoriali di settore sottoscritti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente maggiormente rappresentative sul piano nazionale e il pieno rispetto delle norme legali e contrattuali che regolano il rapporto di lavoro, e che favorisca la collaborazione e la leale concorrenza tra imprese, il rafforzamento delle filiere e il contrasto al dumping contrattuale, promuovere:
• l’estensione del meccanismo delle white list previo accordo tra Regione e Ministero degli Interni-Prefetture dell’Emilia-Romagna su tenuta e gestione di tali elenchi e la valorizzazione degli elenchi di merito;
• guardando ad esperienze già realizzate in alcune province, la costituzione di veri e propri Osservatori Paritetici che, attraverso una vasta azione che tenga insieme legalità e diritti nel sistema degli appalti, favorendo lo scambio di informazioni circa le società appaltatrici che si succedono in un determinato contesto settoriale, “verifichino” la presenza o meno di eventuali “anomalie” nell’esecuzione dei contratti. Tali Osservatori, nel raccordo con i tavoli provinciali (cfr. Paragrafo7) e con il livello regionale potranno promuovere Tavoli di sito/filiera/distretto e, anche nell'ambito di questi ultimi, affrontare le questioni relative alla salute e sicurezza sul lavoro, agli appalti, alla qualità del lavoro, alla legalità, prevenendo eventuali conflittualità che dovessero emergere negli appalti, nei subappalti e nei cambi di appalto.
• valorizzando esperienze già realizzate a livello territoriale, l’erogazione, da parte delle associazioni datoriali, di servizi destinati alle imprese associate interessate a contratti di appalto, finalizzati ad una verifica ex ante di conformità dei contratti applicati;
• la promozione delle pari opportunità, con particolare attenzione alla parità salariale e alla conciliazione fra tempi di vita e tempi di lavoro.

5.3 OBIETTIVO STRATEGICO 3 |Ricerca, innovazione e digitalizzazione
Obiettivo è promuovere, con il coinvolgimento degli Atenei e dell’ecosistema regionale dell‘innovazione, progetti di ricerca, innovazione e trasferimento tecnologico, volti a sostenere le imprese nell’adozione di strumenti organizzativi, tecnologici e digitali in grado di ridurre gli infortuni e aumentare la sicurezza degli ambienti di lavoro.
Linee di intervento
• Sostenere progetti di ricerca, sviluppo sperimentale e innovazione delle imprese.
• Supportare progetti di ricerca collaborativa dei laboratori di ricerca e delle università.
• Supportare le imprese negli investimenti per la digitalizzazione.
• Valorizzare la collaborazione con i Clust-ER Edilizia e costruzioni e Innovazione nei servizi.

5.4 OBIETTIVO STRATEGICO 4 |Assistenza, vigilanza e controllo
Obiettivo è garantire le risorse umane, finanziarie e tecnologiche necessarie per assicurare trasparenza, equità e uniformità dell’azione di prevenzione e aumentare la consapevolezza da parte dei datori di lavoro dei rischi e delle conseguenze dovute al mancato rispetto delle norme di sicurezza, qualificando assistenza e affiancamento nei confronti delle imprese, con particolare attenzione alle piccole, rafforzando vigilanza e controllo, intensificando l’azione nei confronti dei settori più a rischio.
Linee di intervento
• Rafforzare i servizi di vigilanza sul territorio (SPSAL e UOIA), articolazioni dei Dipartimenti di Sanità Pubblica, assumendo nuovi ispettori e qualificando i profili professionali strategici e utilizzare le risorse di cui all’articolo 13, comma 6, introiettate con le sanzioni comminate ai sensi del d.lgs. 758/94 da AUSL e Ispettorato del lavoro per finanziare l'attività di prevenzione nei luoghi di lavoro.
• Promuovere la costituzione di un Nucleo interforze per la vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, legalità e qualità del lavoro con il coordinamento tra Organismi di vigilanza del sistema sanitario, del sistema ispettivo degli ITL e delle FF.OO., in grado di agire in base a linee guida comuni.
• Rafforzare l’attività di affiancamento rivolta alle imprese e agli organismi paritetici costituiti dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente maggiormente rappresentative.
• Irrobustire le attività di vigilanza e controllo, anche attraverso la sperimentazione di Presidi fissi interforze presso siti/distretti strategici con l’obiettivo di incrementare la quantità e la qualità degli interventi ispettivi, prevenire tentativi di infiltrazioni della criminalità organizzata e fenomeni di caporalato, controllare la filiera degli operatori coinvolti nel ciclo realizzativo delle opere/servizi, con particolare attenzione a:
- poli logistici puntando su un maggior coordinamento tra aziende committenti e quelle in appalto;
- cantieri sia in quelli standard che in quelli complessi sulla base delle notifiche preliminari significative registrate nel Sistema Informativo Costruzioni - SICO e prevedendo un target specifico relativo ai cantieri PNRR (in linea con quanto previsto dall’art.4 del DL 13/22);
- aziende agricole con particolare attenzione 1) alle tipologie aziendali che hanno generato maggiori eventi infortunistici; 2) ai requisiti essenziali di sicurezza delle attrezzature e del loro utilizzo; 3) ai requisiti delle strutture zootecniche.

5.5 PRIORITÀ TRASVERSALE | Condivisione, monitoraggio e analisi
Obiettivo è condividere dati, informazioni, conoscenze e buone prassi utili a orientare, programmare, pianificare e valutare l'efficacia della attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, nonché programmare e valutare, le attività di vigilanza.
Linee di intervento
• Rafforzare il coordinamento e la condivisione sistematica dei dati tra le istituzioni con competenza in materia di salute e sicurezza - Aziende Unità Sanitarie Locali (AUSL), Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (INAIL), Istituto Nazionale di Previdenza Sociale (INPS), Ispettorato del lavoro, Corpo nazionale dei vigili del fuoco (VVF), Uffici di sanità aerea e marittima e Autorità portuali e aeroportuali.
• Attivare nuove sinergie con tutti i soggetti che possano qualificare la progettazione e realizzazione degli interventi, tra questi: Enti bilaterali, organismi paritetici, Scuole edili e sistema formativo, Agenzie di somministrazione.
• Qualificare ulteriormente l’attività di monitoraggio e analisi degli infortuni e delle malattie professionali, con particolare riferimento al Sistema informativo regionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro a cui afferisce l’Osservatorio Regionale sugli Infortuni sul Lavoro e le Malattie Professionali dell’Emilia-Romagna (www.oreil.it), rafforzando sinergie e interoperabilità tra banche dati e rendendo disponibili dati epidemiologici e analisi qualitative su profili di salute nei luoghi di lavoro, per orientare la prevenzione. Si tratta, in particolare, di dati aggiornati con un dettaglio locale su infortuni e malattie professionali, registri di patologia tumorale, registri di rischio, sorveglianza sanitaria, attività di prevenzione e controllo, indagini ed approfondimenti specifici, documentazione ed esiti dei piani mirati di prevenzione.
• Garantire, nella collaborazione con gli osservatori di settore, una conoscenza approfondita dei settori dell’economia regionale più a rischio, monitorandone caratteristiche, evoluzioni e criticità.
• Promuovere analisi e ricerche volte ad anticipare e gestire i cambiamenti nel mondo del lavoro determinati dalle transizioni verde, digitale e demografica valutandone gli impatti in relazione alla salute e sicurezza sul lavoro.
• Individuare, condividere e diffondere buone prassi in materia di salute e sicurezza sul lavoro.

6. PIANO REGIONALE DELLA PREVENZIONE 2021-2025
Nell’ambito del Piano regionale della prevenzione 2021-2025, l’obiettivo è dare piena attuazione all’azione di Prevenzione in edilizia e agricoltura e ai Piani Mirati di Prevenzione.
In particolare, l’azione di Prevenzione in edilizia e agricoltura prevede attività di vigilanza, controllo, assistenza in cantieri e aziende agricole e l’attivazione di due piani mirati di prevenzione dai rischi di cadute dall’alto in edilizia e dai rischi di infortuni conseguenti all’utilizzo di macchine in agricoltura.
I Piani Mirati di Prevenzione (PMP) sono lo strumento che organizza le attività di assistenza e di vigilanza alle imprese ai fini di garantire trasparenza e maggiore consapevolezza da parte dei datori di lavoro dei rischi e delle conseguenze dovute al mancato rispetto delle norme di sicurezza. In Emilia-Romagna sono fondati sul coordinamento con tutte le istituzioni con competenze in materia e sul coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, dai lavoratori, ai loro rappresentanti, alle associazioni datoriali, per una crescita globale della cultura della sicurezza.
Tre gli ambiti specifici previsti dai Piani Mirati:
• percezione e valutazione del rischio stradale in settori professionali e non professionali del trasporto,
• prevenzione degli infortuni da investimento e da movimentazione di carichi nel comparto della logistica,
• sicurezza di macchine, attrezzature e impianti per la prevenzione degli infortuni.
I Piani Mirati di Prevenzione prevedono:
• Collaborazione intersettoriale con enti e associazioni che si occupano di salute e sicurezza sul lavoro, tra cui l’Ispettorato del Lavoro, l’INAIL, l’INPS, i Vigili del Fuoco, le Parti Sociali, gli Enti Bilaterali e gli Organismi Paritetici attraverso il Comitato ex art. 7 D.Lgs. 81/08, e collaborazione operativa dei SPSAL con altri Servizi dei Dipartimenti di Sanità Pubblica delle AUSL (in particolare le Unità Operative Impiantistiche Antinfortunistiche).
• Formazione delle figure professionali coinvolte nella prevenzione salute e sicurezza del settore: operatori dei SPSAL e UOIA delle Aziende USL, RSPP delle aziende, consulenti aziendali e Coordinatori per la Sicurezza, datori di lavoro, RLS/RLST e di sito.
• Promozione della qualità e dell'appropriatezza della sorveglianza sanitaria.
• Assistenza, controllo e vigilanza nei luoghi di lavoro.
• Comunicazione: raccolta e predisposizione di buone pratiche e materiali documentali e informativi.
• Azioni specifiche e strumenti semplificati per l’attuazione efficace delle procedure per la sicurezza nelle piccole imprese.
I Piani inoltre sono articolati in più fasi:
Fase di assistenza che prevede la progettazione (2022), il seminario di avvio (2022), la produzione di buone pratiche condivise e la scheda autovalutazione (2022) e la formazione/informazione (2023).
Fase di vigilanza che prevede l’autovalutazione da parte delle aziende (2023-2024) e la vigilanza da parte delle AUSL sulle aziende coinvolte nell’intervento di prevenzione (2024-2025).
Fase di valutazione di efficacia che prevede la raccolta e la diffusione di buone pratiche o misure di miglioramento (2025) e la restituzione dei risultati e/o di buone prassi (2025).

7. GOVERNANCE e COORDINAMENTO TECNICO-OPERATIVO
Le recenti modifiche al D.Lgs 81/08 apportate dal Decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, convertito con la legge 17 dicembre 2021 n. 215, confermano che organismo di coordinamento sulla sicurezza nei luoghi di lavoro è il Comitato regionale di coordinamento attivo in applicazione dell’art. 7 del D. Lgs. 81/2008 e del D.P.C.M. 21.12.2007. Tale Comitato in Emilia-Romagna è insediato formalmente dal marzo 2009 con l’obiettivo di realizzare una programmazione coordinata di interventi di prevenzione e di vigilanza nel rispetto delle indicazioni e dei criteri formulati a livello nazionale dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dal Ministero della Salute e dalle Regioni e Province Autonome di Trento e di Bolzano e integrare le diverse competenze in tema di sicurezza. Coordinato dall’Assessore alle Politiche per la Salute, è composto, in un’ottica tripartita, dagli assessori regionali competenti per le funzioni correlate e da Enti, quali INAIL, INPS, Ispettorato del Lavoro, ARPAE, VVF, ANCI, UPI, Capitaneria del Porto di Ravenna, Autorità del sistema Portuale, Ufficio Locale Marittimo, Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro (SPSAL) e Unità Impiantistiche Antinfortunistiche (UOIA) delle AUSL, Organizzazioni Sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative a livello regionale.
Parallelamente, la citata Legge 215/21 estende all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL) la funzione di vigilanza sull’applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in precedenza limitata all’edilizia, a tutti i settori produttivi. Questa estensione di attribuzione richiede sia a livello regionale sia a livello locale, presso ogni territorio, un coordinamento delle attività di vigilanza, in Emilia-Romagna già ampiamente ed efficacemente agito fin dal 2008, in relazione al settore specifico.
Il Comitato in attuazione delle nuove disposizioni si riunisce almeno due volte l’anno, anche su richiesta dell’ufficio territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Per affrontare specifiche tematiche settoriali si condivide che le convocazioni del Comitato possano essere precedute da riunioni tecniche preparatorie o acquisire i pareri di eventuali tavoli di sito/settore/filiera che saranno costituiti nell’ambito degli osservatori paritetici.
Le decisioni che assume in materia di vigilanza vengono pianificate dall’Ufficio Operativo, coordinato dal dirigente regionale “Tutela e salute nei luoghi di lavoro” e composto dai rappresentanti degli organi di vigilanza (INPS, INAIL, Ispettorato del Lavoro, VVF, ARPAE, SPSAL e UOIA delle AUSL). L’Ufficio Operativo individua le priorità a livello territoriale ed in particolare definisce i Piani operativi di vigilanza che contengono obiettivi specifici, ambiti territoriali, settori produttivi, tempi, mezzi e quantificazione delle risorse ordinarie rese sinergicamente disponibili da parte dei diversi soggetti pubblici interessati.
Gli Organismi provinciali, denominati anche Sezioni permanenti AUSL per la vigilanza, collocati presso l’Azienda Usl del capoluogo di provincia, che ne assicura l’attività di raccordo con l’Ufficio operativo regionale, realizzano quanto pianificato dallo stesso Ufficio. In tale ambito le Aziende Sanitarie Locali e l'Ispettorato Territoriale del Lavoro promuovono e coordinano sul piano operativo l'attività di vigilanza esercitata da tutti gli organi competenti in materia.
Il Comitato regionale di coordinamento una volta all’anno relaziona al tavolo del Patto per il Lavoro e per il Clima l’attività svolta, anche in termini di monitoraggio e analisi degli infortuni e delle malattie professionali, con particolare riferimento al Sistema informativo regionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro a cui afferisce anche OReIL - Osservatorio Regionale sugli Infortuni sul Lavoro e le Malattie Professionali dell’Emilia-Romagna.
Le riunioni del Patto per il Lavoro e per il Clima aventi per oggetto la Salute e la Sicurezza sul lavoro, sono convocate almeno 1 volta all’anno, possono essere allargate alle altre istituzioni che hanno competenze in materia e hanno l’obiettivo di:
• analizzare l’andamento degli infortuni in Emilia-Romagna
• monitorare lo stato di avanzamento delle azioni intraprese da ciascun firmatario in attuazione di quanto condiviso, valutarne l’impatto
• condividere buone prassi
• valutare eventuali nuovi interventi, a partire da nuovi scenari, nuove criticità e nuove opportunità
• confermando e rafforzando il livello di coordinamento e governance regionali, istituire tavoli provinciali sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, volti a dare attuazione territoriale ad obiettivi e azioni condivise in tale documento e a garantirne omogeneità a livello regionale, (definendo allo stesso tempo azioni specifiche per distretto o filiera territoriale), valorizzando le iniziative intraprese e le azioni attivate da enti bilaterali che operano in Emilia-Romagna.

8. INFORMAZIONE E COMUNICAZIONE
Per dare piena attuazione agli interventi previsti da questo documento è strategico il coinvolgimento attivo di ciascuno dei firmatari del Patto per il Lavoro e per il Clima. Per garantire, tuttavia, che la salute e sicurezza sul lavoro diventino una pratica quotidiana, è indispensabile il rispetto delle norme non solo da parte di ogni singola impresa del territorio regionale, ma anche da parte di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori emiliano-romagnoli. Al fine di sensibilizzare l’intero mondo del lavoro, e con esso l’intera società regionale, sul diritto alla salute e sicurezza sul lavoro, sul valore della prevenzione e sui rischi, ancorché di natura e portata differenti, che ciascuno corre violando le norme, la Regione Emilia-Romagna intende realizzare e condividere una campagna di informazione e comunicazione. Una campagna integrata e condivisa con i firmatari del Patto, i cui materiali saranno a disposizione di ciascun firmatario per garantirne una diffusione davvero capillare e veicolare un messaggio forte, condiviso e corale, espressione non di una singola realtà ma dell’intero sistema territoriale e di un Patto per il Lavoro e per il Clima che proprio a partire dalla tutela della salute e della sicurezza di chi lavora intende misurare la propria capacità di indirizzare, oggi e in futuro, lo sviluppo pieno e sostenibile dell’Emilia-Romagna.

Bologna
12 settembre 2022

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¹ Per il 2022, a causa del progressivo deterioramento del quadro economico internazionale (crescita dell’inflazione, aumento del costo delle materie prime e dei costi energetici, guerra in Ucraina), le previsioni di crescita verranno ridimensionate rispetto a quanto stimato all’inizio dell’anno. L’impatto di questi recenti eventi sull’economia italiana, secondo le previsioni elaborate da Prometeia nel mese di marzo, determinerebbe una contrazione del PIL nel primo trimestre (-1,2% rispetto al quarto trimestre 2021), mentre a livello annuale nel 2022 la crescita del PIL italiano potrebbe ridimensionarsi di circa 1,3 punti percentuali rispetto allo scenario pre-guerra (da +3,6% stimato a febbraio a +2,3% stimato a marzo). Anche in Emilia-Romagna la crescita verrà pertanto ridimensionata, con un impatto su tutte le componenti, dai consumi agli investimenti, fino alla domanda estera