Regione Lazio
Deliberazione 4 marzo 2021, n. 120
Approvazione del Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro tra la Regione Lazio e le Parti sociali
B.U.R. 9 marzo 2021, n. 25

LA GIUNTA REGIONALE

SU PROPOSTA dell'Assessore Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola e Diritto allo Studio universitario, Politiche per la ricostruzione, di concerto con il Vicepresidente, Assessore per il Coordinamento dell’attuazione del programma di governo e dei Fondi Comunitari (FESR, FSE, FEASR), Rapporti Istituzionali, Rapporti con il Consiglio regionale, Personale, Semplificazione Amministrativa, Accordi di Programma e Conferenza di Servizi;
VISTO lo Statuto della Regione Lazio;
VISTA la Legge Regionale 18 febbraio 2002, n. 6 concernente: “Disciplina del sistema organizzativo della Giunta e del Consiglio e disposizioni relative alla dirigenza ed al personale regionale”;
VISTO il Regolamento Regionale 06 settembre 2002, n. 1 concernente: “Regolamento di organizzazione degli uffici e dei servizi della Giunta Regionale” e successive modificazioni ed integrazioni;
VISTA la Legge 28 febbraio 1987, n. 56 recante “Norme sull’organizzazione del mercato del lavoro”;
VISTO il Decreto legislativo 23 dicembre 1997, n. 469 "Conferimento alle regioni e agli enti locali di funzioni e compiti in materia di mercato del lavoro, a norma dell'articolo 1 della legge 15 marzo 1997, n. 59";
VISTA la Legge 10 dicembre 2014, n. 183 “Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”;
VISTO il Decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78 convertito, con modificazioni, dalla Legge 6 agosto 2015, n. 125 “Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali. Disposizioni per garantire la continuità dei dispositivi di sicurezza e di controllo del territorio. Razionalizzazione delle spese del Servizio Sanitario Nazionale nonché norme in materia di rifiuti e di emissioni industriali”;
VISTO il Decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 150 “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, ai sensi dell’art. 1, co. 3, della Legge 10 dicembre 2014, n. 183”;
VISTA la Legge 27 dicembre 2017, n. 205 recante “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2018 e del bilancio pluriennale per il triennio 2018¬2020” ed in particolare l’art. 1, commi da 793 a 807 che prevedono specifiche disposizioni tese a completare la transizione, in capo alle Regioni, delle competenze gestionali in materia di politiche attive del lavoro esercitate attraverso i Centri per l’impiego e a consolidarne l’attività di supporto, ai sensi del Decreto legislativo 150 del 14 settembre 2015, nel rispetto dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (c.d. LEP) definiti ai sensi dell’art. 2 del medesimo Decreto legislativo; 
VISTA la Legge 30 dicembre 2018, n. 145 “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021” e, in particolare, l’art. 1, commi 255, 257 e 258 che introducono nell’ordinamento nazionale il “Reddito di cittadinanza” e le “Pensioni di cittadinanza” nonché il potenziamento dei Centri per l’impiego attraverso il “Fondo per il Reddito di cittadinanza”, autorizzando le Regioni, a decorrere dall’anno 2019, ad assumere fino a complessive 4.000 unità di personale da destinare ai Centri per l’impiego con aumento della rispettiva dotazione organica;
VISTO il Decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni” convertito, con modificazioni, dalla Legge 28 marzo 2019, n. 26;
VISTO il Decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4 “Disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni” convertito, con modificazioni, dalla Legge 28 marzo 2019, n. 26;
VISTA la Legge 30 dicembre 2020, n. 178 “Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023”;
VISTA la Legge regionale 7 agosto 1998, n. 38 “Organizzazione delle funzioni regionali e locali in materia di politiche attive per il lavoro”;
VISTA la legge regionale 31 dicembre 2015, n. 17, che riconosce alla regione Lazio la competenza della materia dei servizi per il lavoro, già delegata alle province;
VISTA la Legge regionale 22 ottobre 2018, n. 7 “Disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale”;
VISTA la Legge regionale 30 dicembre 2020, n. 25 - “Legge di stabilità regionale 2021”;
VISTA la Legge regionale 30 dicembre 2020, n. 26 - “Bilancio di previsione finanziario della Regione Lazio 2021-2023”;
VISTO il Regolamento regionale 9 novembre 2017, n. 26 “Regolamento regionale di contabilità”
VISTA deliberazione della Giunta regionale 26 gennaio 2021 n. 20 “Disposizioni e indirizzi per la gestione del bilancio regionale 2021-2023 e approvazione del bilancio reticolare, ai sensi degli articoli 30, 31 e 32, della legge regionale 12 agosto 2020, n. 11”;
VISTO il “Piano di rafforzamento dei servizi e delle misure di politica attiva del lavoro”, approvato con l’intesa della Conferenza Unificata del 21 dicembre 2017;
VISTA l’Intesa, ai sensi dell’art. 8, comma 6, della Legge 5 giugno 2003, n. 131 sul “Piano straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro” in attuazione di quanto previsto dal citato art. 12, comma 3, del Decreto-legge n. 4/2019 sottoscritta, in data 17 aprile 2019, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra Stato e Regioni;
VISTI i Decreti del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del 28 giugno 2019 n.74 e 22 maggio 2020, n. 59 di approvazione del “Piano straordinario di potenziamento dei Centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro”; 
VISTO il Decreto del Segretario Generale del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali n. 31/0000123 del 4 settembre 2020;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 24 maggio 2016, n. 275 “Approvazione delle Azioni di Rafforzamento del Sistema dei Servizi per il Lavoro del Lazio";
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 20 dicembre 2019, n. 991 “Piano straordinario di potenziamento dei Servizi per il lavoro e delle politiche attive del lavoro del Lazio 2019-2021 - Decreto Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali 28 giugno 2019 n. 74;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 7 luglio 2020, n. 418 “Agenzia regionale Spazio Lavoro, istituita con Legge regionale 27 dicembre 2019, n.
28, articolo 7, comma 10. Approvazione declaratoria delle funzioni istituzionali”;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 8 agosto 2019, n. 620 che approva le “Linee guida per l’Istituzione della “Unità per la Crescita e l’Occupazione della Regione Lazio - Invest in Lazio”;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 29 settembre 2020, n. 668 “Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali 22 maggio 2020, n. 59 - Adozione del nuovo Piano straordinario di potenziamento dei Servizi per il lavoro e delle politiche attive del lavoro del Lazio 2019-2021;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 15 dicembre 2020, n. 1008 concernente "Agenzia regionale Spazio Lavoro: approvazione del nuovo Piano di organizzazione delle sedi di Spazio Lavoro Centri per l'Impiego e Spazio Lavoro Uffici locali", s.m.i.;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 30 dicembre 2020, n. 1055, recante l’approvazione dello schema di convenzione per la "Disciplina dei rapporti reciproci derivanti dalla partecipazione al Fondo Nuove Competenze" tra Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e la Regione Lazio;
VISTO il Regolamento (UE) 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013 e s.m.i, recante disposizioni comuni sul fondo europeo di sviluppo regionale, sul fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione, sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e disposizioni generali sul Fondo europeo di sviluppo regionale, sul Fondo sociale europeo, sul Fondo di coesione e sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, e che abroga il regolamento (CE) 1083/2006;
VISTO il Regolamento (Ue) N. 1304/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013 relativo al Fondo sociale europeo e che abroga il regolamento (CE) n. 1081/2006 del Consiglio;
VISTO il Regolamento di Esecuzione (Ue) 288/2014 della Commissione, del 25 febbraio 2014, recante modalità di applicazione del Regolamento (UE) 1303/2013 per quanto riguarda il modello per i programmi operativi nell'ambito dell'obiettivo “Investimenti in favore della crescita e dell'occupazione”, e recante modalità di applicazione del regolamento (UE) 1299/2013;
VISTO il Regolamento Delegato (Ue) 480/2014 della Commissione, del 3 marzo 2014, che integra il regolamento (UE) 1303/2013;
VISTA la Decisione di Esecuzione (Ue) C(2014) 8021 Final della Commissione, del 29 ottobre 2014, che approva determinati elementi dell'accordo di partenariato con l'Italia CCI 2014IT16M8PA001;
VISTO il Regolamento (Ue, Euratom) 2018/1046 del Parlamento Europeo e del Consiglio, del 18 luglio 2018, che stabilisce le regole finanziarie applicabili al bilancio generale dell'Unione, che modifica i regolamenti (UE) 1296/2013, (UE) 1301/2013, (UE) 1303/2013, (UE) 1304/2013, (UE) 1309/2013, (UE) 1316/2013, (UE) 223/2014, (UE) 283/2014 e la decisione 541/2014/UE, e che abroga il regolamento (UE, Euratom) 966/2012;
VISTO il Regolamento di Esecuzione (Ue) 255/2019 della Commissione del 13 febbraio 2019 che modifica il regolamento di esecuzione (UE) n. 821/2014 recante modalità di applicazione del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le modalità dettagliate per il trasferimento e la gestione dei contributi dei programmi, le relazioni sugli strumenti finanziari, le caratteristiche tecniche delle misure di informazione e di comunicazione per le operazioni e il sistema di registrazione e memorizzazione dei dati;
VISTO il Regolamento; (Ue) 651/2014 della Commissione del 17 giugno 2014 che dichiara alcune categorie di aiuti compatibili con il mercato interno in applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato, prorogato fino al 2023;
VISTO il Regolamento (Ue) 1407/2013 della Commissione del 18 dicembre 2013 relativo all’applicazione degli articoli 107 e 108 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea agli aiuti «de minimis», prorogato fino al 2023;
VISTO il Regolamento (UE) 460/2020 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 30 marzo 2020 che modifica i regolamenti (UE) n. 1301/2013, (UE) n. 1303/2013 e (UE) n. 508/2014 per quanto riguarda misure specifiche volte a mobilitare gli investimenti nei sistemi sanitari degli Stati membri e in altri settori delle loro economie in risposta all'epidemia di COVID-19 (Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus);
VISTO il Regolamento (UE) 2020/558 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 aprile 2020 che modifica i regolamenti (UE) n. 1301/2013 e (UE) n. 1303/2013 per quanto riguarda misure specifiche volte a fornire flessibilità eccezionale nell'impiego dei fondi strutturali e di investimento europei in risposta all'epidemia di COVID-19;
VISTA la Comunicazione della Commissione Europea C(2020) 1863 final “Quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell’economia nell’attuale emergenza del COVID19” e ss.mm.ii.;
VISTI il D.L. n. 34/2020, art. 54 e ss. che regola il “Regime-quadro della disciplina degli aiuti”, la Decisione della Commissione europea C(2020) 3482, che lo autorizza con il numero SA.57021 e la Decisione della Commissione europea C(2020) 9121 che ne dispone la proroga sino al 30.06.2021;
VISTA la Comunicazione della Commissione C(2021) 34/06 con cui si approva la “Quinta modifica del quadro temporaneo per le misure di aiuto di Stato a sostegno dell'economia nell'attuale emergenza della COVID-19” e se ne dispone la proroga sino al 31.12.2021 oltre ad aumentare i massimali di aiuto”;
VISTA la Decisione di Esecuzione C(2014) 9799 Final della Commissione, del 12 dicembre 2014, che approva determinati elementi programma operativo “Regione Lazio Programma Operativo Fondo Sociale Europeo 2014-2020” (POR Lazio FSE 2014-2020) per il sostegno del Fondo sociale europeo nell'ambito dell'obiettivo “Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione” per la Regione Lazio in Italia CCI 2014IT05SFOP005;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 17 luglio 2014, n. 479 con la quale sono adottate le proposte di Programmi Operativi Regionali: Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), Fondo sociale europeo (FSE) e Programma di sviluppo rurale - Fondo europeo per lo sviluppo rurale (PSR FEASR) 2014¬2020;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 14 ottobre 2014, n. 660 con la quale sono designate l'Autorità di Audit, l'Autorità di Certificazione, l'Autorità di Gestione del FESR e l'Autorità di Gestione del FSE per il ciclo di programmazione 2014-2020;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 17 febbraio 2015, n. 55 recante “Presa d'atto del Programma Operativo della Regione Lazio FSE n. CCI2014IT05SFOP005 - Programmazione 2014-2020, nell'ambito dell'Obiettivo “Investimenti a favore della crescita e dell'occupazione”;
VISTA la Decisione di Esecuzione (2018) 7307 Final della Commissione, del 29 ottobre 2018, che modifica la decisione di esecuzione n. C(2014) 9799 final e approva la riprogrammazione del POR FSE 2014-2020;
VISTA la Decisione di Esecuzione C(2020) 8379 final della Commissione, del 24 novembre 2020, che modifica della decisione di esecuzione C(2014) 9799 e approva la riprogrammazione del POR FSE 2014-2020;
VISTA la Determinazione Dirigenziale n. G05903 del 15 maggio 2015, recante “POR Lazio FSE 2014-2020 - Recepimento e approvazione del logo del Programma Operativo Regionale del Fondo Sociale Europeo - Programmazione 2014¬2020 e del manuale di immagine coordinata”;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 26 maggio 2015, n. 252 recante “Adozione della Strategia unitaria per le attività di comunicazione e informazione relative alla programmazione 2014-2020 dei Fondi SIE”;
VISTA la Determinazione Dirigenziale n. G10446 del 3 settembre 2015, recante “Approvazione del logo Lazio Europa e delle Linee Guida per i beneficiari del FSE, Annullamento e sostituzione del Manuale di stile approvato con Determinazione n. G05903 del 15 maggio 2015”;
VISTA la Determinazione Dirigenziale n. G10826 del 28 luglio 2017, Recante - Approvazione del documento “Manuale delle procedure dell'AdG/OOII”, dei relativi allegati, e delle Piste di controllo - Programma Operativo della Regione Lazio FSE 2014-2020, Ob. “Investimenti per la crescita e l'occupazione”;
VISTA la Determinazione Dirigenziale n. G13018 del 16 ottobre 2018 recante “Modifica del documento "Descrizione delle funzioni e delle procedure in atto per l'Autorità di Gestione e per l'Autorità di Certificazione" - Programma Operativo della Regione Lazio FSE 2014-2020, Ob. "Investimenti per la crescita e l'occupazione" approvato con Determinazione Dirigenziale n. G10814 del 28/07/2017;
VISTA la Determinazione Dirigenziale n. G13043 del 16 ottobre 2018, recante “Modifica del documento "Manuale delle procedure dell'AdG/OOII", dei relativi allegati, e delle Piste di controllo - Programma Operativo della Regione Lazio FSE 2014-2020, Ob. "Investimenti per la crescita e l'occupazione" approvati con Determinazione Dirigenziale n. G10826 del 28 luglio 2017”;
VISTA la Determinazione Dirigenziale n. B06163 del 17 settembre 2012, recante “Direttiva Regionale per lo Svolgimento, la rendicontazione e il controllo delle attività cofinanziate con il Fondo Sociale Europeo e altri Fondi” e relativi Allegati A e B;
VISTO il D.P.R. 5 febbraio 2018, n. 22 “Regolamento recante i criteri sull'ammissibilità delle spese per i programmi cofinanziati dai Fondi strutturali di investimento europei (SIE) per il periodo di programmazione 2014/2020”;
VISTA la Determinazione 20 febbraio 2019, n. G01803 - Attuazione art.15 della DGR 15 del 22 gennaio 2019. Approvazione format tipo del patto di servizio, degli standard informativi, documentali ed attestatori e degli standard di costo relativi al servizio di individuazione e validazione delle competenze. Revoca della D.D. G 12038 del 18 ottobre 2016;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 22 gennaio 2019, n. 15 - Attuazione art.12 della D.G.R. 122/2016: approvazione delle disposizioni relative agli standard minimi di processo per l’erogazione dei servizi di individuazione e validazione e del servizio di certificazione delle competenze. Modifica delle D.G.R. 452/2012 e 122/2016;
VISTA la deliberazione della Giunta regionale 5 novembre 2020, n. 792 e la successiva Deliberazione del Consiglio Regionale 22 dicembre 2020, n. 13, recante l’adozione del documento di indirizzi strategici per la programmazione 2021-2027 “Un nuovo orizzonte di progresso socio-economico - Linee d'indirizzo per lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle diseguaglianze: politiche pubbliche regionali ed europee 2021-2027”;
DATO ATTO che la Regione Lazio, vuole offrire alle persone e alle imprese strumenti adeguati per rispondere in modo efficace ai cambiamenti che il mercato del lavoro ha subito non solo a causa della pandemia, mettendo in campo strumenti generalizzati al fine di accompagnare lavoratori, lavoratrici e aziende con ammortizzatori sociali nazionali e, al contempo, agire per fortificare le politiche di intervento, l’ efficacia e la sostenibilità di ogni sistema di protezione determinata dall’equilibrio e dal collegamento tra politiche attive e passive del lavoro;
CONSIDERATO 
ATTESO CHE la Regione Lazio ha avviato un Piano straordinario di rafforzamento dei servizi per il lavoro che prevede, oltre l’ammodernamento strutturale ed infrastrutturale delle sedi di Agenzia Spazio Lavoro - Centri per l’Impiego, la semplificazione delle procedure, l’innovazione e la digitalizzazione dei servizi per il lavoro, all’ interno del quale è prevista l’istituzione dell’Osservatorio del mercato del lavoro, strumento essenziale per rilevare l’andamento e le previsioni dei principali indicatori, le esigenze formative e le competenze professionali richieste dal tessuto imprenditoriale del territorio regionale per favorire un efficace incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro;
ATTESO CHE la Regione Lazio contribuisce agli obiettivi del Fondo Nuove Competenze, in raccordo con Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro), attraverso misure programmate con propri atti per la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori legata alla riorganizzazione aziendale e all’adeguamento delle professionalità di fronte all’innovazione e/o al cambiamento delle esigenze produttive e organizzative dell’impresa;
DATO ATTO che la Regione Lazio, al fine di promuovere la crescita e l’occupazione, ha istituito il progetto “Invest in Lazio” quale strumento di attrazione degli investimenti e di prevenzione delle crisi aziendali attraverso un monitoraggio costante delle aziende e delle performance del sistema produttivo del Lazio;
CONSIDERATO che, in data 07/07/2020, il Presidente della Regione Lazio e il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale hanno sottoscritto l’Accordo relativo alla “Riprogrammazione dei Programmi Operativi dei Fondi strutturali 2014-2020 ai sensi del comma 6 dell’articolo 242 del decreto legge 34/2020” che consente di riprogrammare i Programmi Operativi dei Fondi Strutturali 2014-2020 in capo alla Regione Lazio con lo scopo di utilizzare per l’anno contabile 2020-2021 il cofinanziamento al 100% con risorse europee, al fine di reagire alla crisi causata dall'emergenza sanitaria, sociale ed economica derivante dalla pandemia da COVID-19;
CONSIDERATO che l’Accordo prevede, tra l’altro, di individuare le risorse del POR FSE 2014-2020 della Regione per la riprogrammazione volta al contrasto e alla mitigazione degli effetti dell’emergenza COVID-19, per un importo pari a complessivi 290,47 milioni di euro;
CONSIDERATO che l’Accordo ha individuato 5 priorità di intervento e tra queste l’ Istruzione e formazione in termini di acquisto di beni e attrezzature per gli istituti e per i beneficiari finalizzato al superamento del divario digitale nell’accesso all’istruzione e alla formazione professionale, adeguamento delle strutture o competenze nel mondo della scuola e delle istituzioni formative regionali;
CONSIDERATO che, la Direzione Regionale Istruzione, Formazione, Ricerca e Lavoro avvalendosi dell’impiego delle risorse del Fondo Sociale Europeo (FSE), si pone altresì l’ obiettivo di accompagnare le aziende in un percorso che promuova processi di innovazione e di riorganizzazione, con una riqualificazione delle competenze aziendali, al fine di prevenire casi di crisi, salvaguardare l’occupazione e consentire alle aziende stesse una ripresa anche attraverso processi di internazionalizzazione, di ricerca e di sviluppo;
PRESO ATTO che la Regione Lazio - Assessorato Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola e Diritto allo Studio universitario, Politiche per la ricostruzione - Direzione Regionale Istruzione, Formazione, Ricerca e Lavoro, a seguito di un ampio processo di concertazione con le parti Sociali, ha condiviso la definizione congiunta di un Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro (PAL);
CONSIDERATO che, il Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro ha come oggetto la programmazione, la promozione, l’implementazione e il monitoraggio delle azioni e delle misure finalizzate a promuovere l’occupazione, l’occupabilità e il rafforzamento/adeguamento delle competenze, che mettano al centro dei processi di programmazione economica e sociale la persona, le imprese, le istituzioni e gli attori pubblici e privati del sistema economico-territoriale del Lazio;
DATO ATTO che, le finalità del Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro sono, tra tutte, quelle di rispondere in modo efficace ai cambiamenti che il mercato del lavoro ha subito non solo a causa della pandemia, sia in termini di organizzazione del lavoro sia di modelli di produzione, accompagnando le persone e le imprese con politiche attive dedicate e calibrate in funzione di esigenze e fabbisogni specifici, puntando sul rafforzamento delle politiche attive, mettendo in campo strumenti generalizzati e al contempo personalizzati, che consentano di gestire e affrontare i cambiamenti e le sfide che l’evoluzione del contesto economico propone, intervenendo sulla riorganizzazione produttiva e dei servizi e puntando sui fattori di sviluppo e sulle eccellenze del Lazio, rafforzando la tutela delle persone nel mercato del lavoro, durante la transizione da un lavoro al lavoro, dal non lavoro al lavoro, dalla formazione al lavoro;
CONSIDERATO che, per realizzare obiettivi strategici e azioni previsti dal Protocollo, si ritiene necessario garantire una dotazione finanziaria congrua e che tale dotazione, individuata in un ammontare complessivo pari a 200 Milioni di euro, debba essere individuata a partire da diverse fonti di finanziamento (quali la programmazione dei Fondi europei a titolarità del FSE (POR FSE 2014-2020, ancora in corso di esecuzione; POR FSE+ 2021-2027, rispetto al quale è possibile effettuare spese
ammissibili a partire dal 1° gennaio 2021, ancorché la dotazione del programma stesso non sia stata ancora approvata), come indicato nell’allegato A, recante Elenco coperture Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione;
CONSIDERATO che oltre alle suddette fonti finanziarie, l’attuazione del Protocollo di Intesa si potrà avvalere delle ulteriori risorse provenienti dalla programmazione di iniziative comunitarie e nazionali assegnate alla regione Lazio e, tra tutte, la Nuova Garanzia Giovani;
CONSIDERATO altresì, che le azioni previste dal Protocollo di Intesa potranno trovare copertura, in base a quanto previsto nell’Accordo sopra richiamato sottoscritto il 2 luglio 2020, sulle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione, nell’ambito del Piano Sviluppo e Coesione, di cui all’art. 44 del Decreto-legge n. 34/2019 (cd. Decreto Crescita), e nel Programma Operativo Complementare (POC), secondo quanto stabilito dal Decreto- legge n. 34/2020 (cd. Decreto Rilancio);
CONSIDERATO che, con riferimento alle risorse del POR FSE+ 2021-2027, pur in un quadro di non adozione formale dei relativi Regolamenti UE, è stata verificata la coerenza delle azioni previste dal Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro con il quadro strategico comunitario e nazionale attualmente esistente e con gli indirizzi e gli atti di programmazione regionali prodromici alla definizione delle azioni ammissibili al nuovo POR, come attualmente definiti nell’ambito del documento strategico “Un nuovo orizzonte di progresso socio-economico - Linee d'indirizzo per lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle diseguaglianze: politiche pubbliche regionali ed europee 2021¬2027”, approvato con D.G.R. n. 792 del 5 novembre 2020 e con Deliberazione del Consiglio Regionale 22 dicembre 2020, n. 13, che individua un quadro programmatico regionale per la realizzazione di una politica di crescita finalizzata alla sostenibilità economica, sociale, ambientale e territoriale, definendo le priorità per la programmazione unitaria regionale 2021-2027, finanziata dai Fondi comunitari (FESR, FSE+, FEASR e FEAMP) e dal Fondo di Sviluppo e Coesione (FSC);
CONSIDERATO che, il suddetto documento strategico individua come necessario prioritariamente, con traguardo al 2027 e nell’ambito dell’Indirizzo Programmatico “Valore lavoro”, considerate le analisi svolte e le prospettive di lungo periodo del mercato del lavoro regionale, puntare su alcune azioni strategiche, quali a titolo esemplificativo ma non esaustivo: azioni di nuova introduzione di cui al Progetto per la Ripresa e la Resilienza (una trasversale, «Interventi per contrastare gli effetti dell’emergenza COVID-19 nel mercato del lavoro” e una per rafforzare ulteriormente le policy d’area, «Interventi di politica attiva per l'occupabilità di disoccupati e lavoratori in uscita dal mercato del lavoro», sostenendo e incentivando, in particolare, le attività dei centri per l’impiego); e dare prosecuzione, rispetto all’esperienza già maturata, al «Contratto di ricollocazione», al «Network Porta Futuro» e agli «Interventi per l’obbligo formativo, l’istruzione e la formazione terziaria anche delle persone con disabilità» Queste ultime costituiscono anche Azioni Cardine degli indirizzi programmatici;
CONSIDERATO che, per la governance del Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro, si ritiene necessario incardinare le funzioni all’interno dell’Assessorato Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola e Diritto allo Studio universitario, Politiche per la ricostruzione - Direzione Regionale Istruzione, Formazione, Ricerca e Lavoro;
VISTO lo schema di “Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro”, tra la Regione Lazio e le Parti sociali, allegato alla presente deliberazione di cui costituisce parte integrante e sostanziale;
STABILITO che, a copertura della dotazione finanziaria per il Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro, concorrono le risorse finanziarie a titolarità della Regione Lazio, pari a complessivi 200.000.000,00 di euro, come individuate nell’allegato A, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione,
 

DELIBERA

Per le motivazioni di cui in premessa che qui si intendono integralmente richiamate ed approvate:
1. di approvare lo schema di “Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro”, tra la Regione Lazio e le Parti sociali, di cui al documento allegato alla presente deliberazione della quale forma parte integrante e sostanziale;
2. di stabilire che la governance del suddetto Protocollo di Intesa, nell’ambito della Regione Lazio, è incardinata all’interno dell’Assessorato Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola e Diritto allo Studio universitario, Politiche per la ricostruzione - Direzione Regionale Istruzione, Formazione, Ricerca e Lavoro;
3. di garantire il finanziamento e la successiva programmazione operativa degli interventi avvalendosi delle risorse del POR FSE 2014-2020, delle risorse disponibili a valere sulla programmazione FSE+ per il periodo 2021-2027, di fondi regionali nonché avvalendosi di ulteriori risorse provenienti dalla programmazione di iniziative comunitarie e nazionali assegnate alla regione Lazio e, tra tutte, la dotazione della Nuova Garanzia Giovani;
4. di stabilire che le risorse finanziarie stanziate a valere sulla programmazione a titolarità della Regione Lazio, pari a complessivi 200.000.000,00 di euro, trovano copertura negli interventi indicati nell’allegato A, parte integrante e sostanziale della presente deliberazione.
Il Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro sarà sottoscritto dal Presidente della Regione o da un suo delegato.
Il presente atto sarà pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio e sul sito istituzionale della Regione Lazio www.regione.lazio.it canale Lavoro e canale Formazione.
 

Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro
tra
la Regione Lazio
e
le Parti Sociali

PREMESSO CHE

- è necessario offrire alle persone e alle imprese strumenti adeguati a rispondere in modo efficace ai cambiamenti che il mercato del lavoro ha subito non solo a causa della pandemia;
- occorre mettere in campo strumenti generalizzati, tali da non lasciare indietro nessuno, e al contempo personalizzati. -’obiettivo è quello di accompagnare le persone e offrire loro politiche attive dedicate e costruite in modo tale da rispondere a ogni esigenza;
- è essenziale dotarsi di un sistema di servizi per il lavoro moderni e di qualità;
- bisogna accompagnare lavoratori, lavoratrici e aziende con ammortizzatori sociali nazionali e, al contempo, agire per fortificare le politiche di intervento: l’efficacia e la sostenibilità di ogni sistema di protezione è determinata dall’equilibrio e dal collegamento tra politiche attive e passive del lavoro;
- è indispensabile facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, favorendo l’occupazione e l’occupabilità, anche attraverso l’impiego delle risorse comunitarie, a partire dagli investimenti sull’economia circolare, sulla transizione energetica, sulle energie rinnovabili, sulla digitalizzazione e sull’innovazione, da porre alla base della creazione di un nuovo modello di sviluppo;
- è opportuno valorizzare e rafforzare la tutela nel mercato del lavoro durante la transizione da un lavoro a un altro, favorendo lavoro di qualità;
- è fondamentale costruire un Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro che innovi il rapporto e il reciproco contributo dei soggetti titolati verso un nuovo e ambizioso sistema di politiche attive del lavoro, per non lasciare sole le persone, garantendo loro la possibilità di adattare e orientare nel tempo e senza soluzione di continuità le loro conoscenze e competenze alle nuove esigenze del mercato del lavoro;
- nel Lazio, secondo quanto emerge dal Rapporto semestrale della Banca d’Italia, nel primo semestre del 2020, l’attività economica si sarebbe contratta di 10,3 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Secondo l’ultimo aggiornamento congiunturale sull’economia regionale di fine novembre 2020, la Svimez ha previsto che, nella stessa annualità, il PIL del Lazio diminuirebbe del 7,1% rispetto al 2019, variazione di poco inferiore alla media italiana che, sempre nelle stime Svimez, sarebbe del -9,6 per cento;
- per effetto della emergenza sanitaria Covid19, sono oltre 1 milione le persone che nel Lazio hanno sospeso o ridotto la propria attività lavorativa, con conseguente diminuzione del proprio reddito. In particolare, sono oltre 700mila le lavoratrici e i lavoratori subordinati che sono stati sospesi dal lavoro con causale Covid e oltre 500mila le lavoratrici e i lavoratori autonomi che hanno usufruito delle indennità messe a disposizione dal Governo. Questo fenomeno per il 75% interessa l’area metropolitana;
- gli effetti della pandemia si sono dispiegati sulle imprese appartenenti alla larga maggioranza dei comparti, ma sono stati più severi nel settore turistico, ricettivo, culturale e dello spettacolo, così pure nel commercio. Su questi settori ha pesato, in particolare, la marcata flessione delle presenze turistiche, soprattutto dei visitatori stranieri, che a settembre scorso sono state appena l’8% di quelle registrate a settembre 2019. Nell’industria sono diminuite le esportazioni, mentre segnali positivi sono emersi per il settore edile, anche grazie alla ripresa delle opere pubbliche. Il calo della domanda interna e le incerte prospettive di ripresa si sono riflessi sui programmi di investimento delle aziende, che sono stati ulteriormente rivisti al ribasso;
- nel terzo trimestre 2020, il numero degli occupati nel Lazio¹ è pari a 2.303.675 unità, (116mila in meno rispetto al terzo trimestre 2019).
- a novembre 2020, le ore cassa integrazione con causale Covid autorizzate nel Lazio hanno toccato l’importante cifra di 44.173.137, coinvolgendo imprese di ogni dimensione e settore economico;
- con riferimento alla cassa integrazione in deroga, nel 2020 al Lazio sono stati destinati complessivamente 346.322.000,00 milioni di euro, in parte stanziati dal “Decreto Cura Italia” (307 milioni circa) e in parte dal cosiddetto “Decreto Rilancio” (39 milioni circa), necessari per completare le autorizzazioni relative alle prime 9 settimane di cassa in deroga. Nello stesso anno, la Regione ha preso in carico e trasmesso all'Inps 75.722 domande di contributi per la cassa integrazione in deroga; il totale dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolti è risultato di 184.089, di cui 87.318 uomini e 96.771 donne²; per coloro esclusi dagli strumenti di sostegno al reddito ricompresi nei decreti governativi, la regione Lazio ha messo in campo varie misure tra cui l’intervento “Nessuno escluso” attraverso il quale sono stati assegnati circa 80 mila contributi, per garantire un sostegno a supporto di alcune categorie di lavoratori e lavoratrici e di persone prive di reddito o coinvolti in processi formativi temporaneamente sospesi dalle attività per gli effetti della pandemia;
- al fine di incentivare e sostenere il ricorso alla modalità agile del lavoro, la regione Lazio ha sostenuto con incentivi allo smart working sia i piccoli comuni sia le piccole e medie imprese;
- da un primo monitoraggio emerge che le procedure di nuova emanazione 2020 a valere sul Fondo Sociale Europeo destinate al contrasto degli effetti della crisi da COVID-19 ammontano a oltre 100 Me;
- l’utilizzo degli ammortizzatori sociali in fase emergenziale è stato necessario e determinante per sostenere nel reddito coloro che a causa dell’emergenza epidemiologica Covid-19 hanno avuto un’interruzione o una riduzione della propria attività lavorativa, nonché per tenere legato il lavoratore al luogo di lavoro;
- è sempre più evidente uno squilibrio fra generazioni, che vede i giovani fortemente penalizzati; lo dimostra il dato secondo il quale le retribuzioni medie dei giovani sono inferiori del 30-40% rispetto a quelle degli adulti. Un lavoro povero porterà inevitabilmente a pensioni povere;
- particolarmente penalizzanti sono gli effetti della attuale crisi sanitaria sulla struttura dell’occupazione femminile, che vede le donne per lo più impiegate nei servizi o in lavori precari. Le differenze percentuali tra terzo trimestre 2020 rispetto al terzo trimestre 2019 fanno registrare un calo delle occupate del 5,7% superiore rispetto al calo degli occupati uomini che si è attestato al 4,1 per cento³;
- al contempo, si registra un ricorso diffuso a forme di lavoro atipico e “dumping contrattuale”, con conseguenti maggiori rischi di precarietà;
- a seguito dell’emergenza epidemiologica in atto, le lavoratrici e i lavoratori hanno riscontrato molte difficoltà per assicurare la conciliazione della gestione dei figli con l’attività lavorativa ed è, dunque, necessario mettere in campo opportune politiche di promozione di conciliazione, a partire dalle micro, piccole e medie imprese, nel rispetto della contrattazione collettiva e anche con il coinvolgimento degli enti bilaterali;
- è necessario operare per la salvaguardia dell’occupazione, investendo in politiche attive per favorire l’inserimento lavorativo e contrastare i licenziamenti;
 

CONSIDERATO CHE

- la regione Lazio ha istituito Spazio Lavoro, un’agenzia regionale con funzioni in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive, al fine di assicurare l’erogazione di servizi pubblici per il lavoro di qualità e di garantire servizi sia alle persone sia alle imprese;
- la regione Lazio ha avviato un Piano straordinario di rafforzamento dei servizi per il lavoro che prevede, oltre l’ammodernamento strutturale ed infrastrutturale delle sedi di Agenzia Spazio Lavoro - Centri per l’Impiego, la semplificazione delle procedure, l’innovazione e la digitalizzazione dei servizi per il lavoro;
- nell’ambito del Piano è prevista, altresì, l’istituzione dell’Osservatorio del mercato del lavoro, strumento essenziale per rilevare l’andamento e le previsioni dei principali indicatori, le esigenze formative e le competenze professionali richieste dal tessuto imprenditoriale del territorio regionale per favorire un efficace incontro fra la domanda e l’offerta di lavoro;
- la regione Lazio ha adottato un sistema di governance dei servizi per il lavoro dove il sistema pubblico del Servizi per l’Impiego svolge una funzione centrale nell’erogazione dei Livelli Essenziali di Prestazioni di lavoro e prevede il principio della cooperazione pubblico-privata;
- la regione Lazio contribuisce agli obiettivi del Fondo Nuove Competenze, in raccordo con Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Anpal, attraverso misure programmate con propri atti per la formazione delle lavoratrici e dei lavoratori legata alla riorganizzazione aziendale e all’adeguamento delle professionalità di fronte all’innovazione e/o al cambiamento delle esigenze produttive e organizzative dell’impresa;
- la regione Lazio, al fine di promuovere la crescita e l’occupazione, ha istituito Invest in Lazio quale strumento di attrazione degli investimenti e di prevenzione delle crisi aziendali attraverso un monitoraggio costante delle aziende e delle performance del sistema produttivo del Lazio.
 

RITENUTO NECESSARIO

- portare a compimento le iniziative già avviate con riferimento alle lavoratrici e ai lavoratori digitali, alle misure di contrasto allo sfruttamento lavorativo nei settori più esposti quali agricoltura, edilizia e servizi, in relazione al tema della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché sul tema degli appalti anche con la predisposizione delle relative proposte di legge a livello regionale;
- programmare e attuare un pacchetto di misure che dovranno garantire un miglioramento delle condizioni della popolazione del Lazio nel breve-medio temine, tenendo conto prevalentemente di cinque macro-categorie di destinatari che, tra tutti, hanno mostrato di aver subito un impatto maggiore, soprattutto per gli effetti particolarmente negativi dei fattori che hanno caratterizzato il quadro di contesto delineato;
- concorrere, nell’ambito delle proprie funzioni, alla promozione di un’occupazione di qualità, al fine di rispondere ai cambiamenti e alle trasformazioni che anche l’emergenza epidemiologica, ancora in corso, ha determinato nel mercato del lavoro.
 

TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO,
LE PARTI-CONCORDANO QUANTO SEGUE

Articolo 1
Finalità del Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro

1. In linea con le premesse, che costituiscono parte integrante e sostanziale del presente documento, le finalità assegnate al Protocollo di Intesa sono quelle di:
- rispondere in modo efficace ai cambiamenti che il mercato del lavoro ha subito non solo a causa della pandemia, sia in termini di organizzazione del lavoro sia di modelli di produzione, accompagnando le persone e le imprese con politiche attive dedicate e calibrate in funzione di esigenze e fabbisogni specifici, puntando sul rafforzamento delle politiche attive;
- mettere in campo strumenti generalizzati e al contempo personalizzati, che consentano di gestire e affrontare i cambiamenti e le sfide che l’evoluzione del contesto economico propone, intervenendo sulla riorganizzazione produttiva e dei servizi e puntando sui fattori di sviluppo e sulle eccellenze del Lazio;
- dotarsi di servizi pubblici per il lavoro moderni e di qualità (Agenzia Spazio lavoro), puntando anche sulla digitalizzazione degli stessi, in quanto il loro rafforzamento è la condizione essenziale per erogare politiche attive del lavoro efficaci;
- rafforzare la tutela delle persone nel mercato del lavoro, durante la transizione da un lavoro al lavoro, dal non lavoro al lavoro, dalla formazione al lavoro;
- rinnovare il concetto di condizionalità, valorizzando l’attivazione della persona in modo da innovare il rapporto e il reciproco contributo dei soggetti titolati verso un nuovo e ambizioso sistema di politiche attive del lavoro, per non lasciare sole le persone.
 

Articolo 2
Oggetto e ambiti di applicazione

1. Il presente Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro ha a oggetto la programmazione, la promozione, l’implementazione e il monitoraggio delle azioni e delle misure finalizzate a promuovere l’occupazione, l’occupabilità e il
rafforzamento/adeguamento delle competenze, che mettano al centro dei processi di programmazione economica e sociale la persona, le imprese, le istituzioni e gli attori pubblici e privati del sistema economico-territoriale del Lazio.
2. Le Parti sociali (di seguito, denominate “Parti”) condividono di puntare sulle attività di cui al presente Protocollo di Intesa, ponendo, tra tutte, particolare riferimento alle seguenti tipologie di destinatari, che richiedono azioni anche mirate, al fine di rideterminare nuove e rafforzate condizioni di occupabilità, stabilità occupazionale e progressione professionale nei propri campi di specializzazione:
• Giovani;
• Donne;
• Persone disabili;
• Disoccupati adulti;
• Percettori di ammortizzatori sociali.
Tramite l’operatività del Protocollo di Intesa si intende, infatti offrire una risposta adeguata alla domanda di politiche attive del lavoro, in grado di accogliere le più diversificate istanze, comunque con la consapevolezza che alcune categorie di destinatari delle misure suindicate - compresi gli inattivi e le persone in cerca di nuova occupazione - richiedono uno sforzo maggiore in termini di strumentazione per la presa in carico, che vada anche al di là dell’intervento diretto e che rimuovano le condizioni ostative per l’attivazione di percorsi di empowerment diffusi e accessibili per i più fragili.
3. Il Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro trova attuazione attraverso il finanziamento di una pluralità di interventi che rappresentano oggi il frutto del consolidamento delle pratiche attuate a livello regionale particolarmente efficaci e
dell’introduzione di modelli-dispositivi frutto di più recenti innovazioni programmatiche, che attengono sia ad azione diretta sia ad azione di accompagnamento e di sistema, proprio derivanti dalla ricerca di soluzioni adeguate alle esigenze dei destinatari del Protocollo di Intesa stesso, anche attraverso sperimentazioni su target specifici.
Gli interventi, per loro natura, sono caratterizzati da un diverso grado di specializzazione, ovvero di capacità di poter essere utilmente impiegati per sostenere in modo differenziato singole o multiple tipologie di destinatari. Nella loro presentazione, l’approccio mirato al singolo target viene esplicitato solo laddove si prevedano elementi di progettazione specifici. Negli altri casi, sarà compito degli atti di programmazione operativa, che daranno attuazione al Protocollo di Intesa, definire gli elementi programmatici di dettaglio utili alla presa in conto dei fabbisogni specifici.
 

Articolo 3
Azioni

4. Il Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro si compone delle azioni di seguito sintetizzate:
• Titoli dell’obbligo
- percorsi formativi rivolti a giovani che devono conseguire titoli “dell’obbligo”, anche attraverso il rafforzamento continuo della componente professionalizzante e delle reti di supporto per la qualificazione dei contenuti dell’apprendimento, in linea con le opportunità di inserimento occupazionale e professionale offerte dal territorio;
- percorsi formativi rivolti agli adulti privi di un titolo di studio, così da favorire un innalzamento sempre più diffuso della conoscenza tra i soggetti che rischiano più degli altri di essere espulsi dai processi produttivi ogni qualvolta si creino criticità di contesto, per far sì che si diffondano competenze di base anche legate ai fabbisogni dell’economia del Lazio.
• Sistemi di istruzione e formazione tecnico superiore: azioni di incremento, potenziamento, modernizzazione e di valorizzazione degli ITS e degli IFTS, per promuovere una formazione specializzata e vocata alle esigenze delle imprese e del lavoro del territorio.
• Apprendistato: interventi di valorizzazione e piena attuazione dell’istituto contrattuale.
• Patto fra generazioni: strumento di politica attiva che promuove principi di solidarietà e di cooperazione fra due generazioni:
• il/la lavoratore/trice senior, prossimo/a alla pensione, e il/la giovane neo-assunto/a;
• l’imprenditore/trice di microimprese, imprese familiari, studi professionali, botteghe storiche prossimo/a alla pensione e l’imprenditore/trice, il/la professionista o il/la dipendente interessato/a al subentro.
La regione sostiene il ricambio generazionale incentivando l’assunzione del/della giovane, in sostituzione di un/a lavoratore/trice pensionando/a ovvero il passaggio di impresa o studio professionale, nelle modalità condivise nell’ambito delle formule negoziali richiamate dalle Parti Sociali al successivo articolo 6, comma 2.
• Torno Subito, quale strumento prioritario per la mobilità nazionale e transnazionale, da reingegnerizzare in base a target innovativi e soluzioni di raccordo con il mondo del lavoro più vicine ai fabbisogni del contesto produttivo regionale, ponendo particolare attenzione alle fasce di popolazione più deboli.
• Garanzia Giovani, il programma europeo di politiche attive del lavoro di contrasto alla disoccupazione giovanile dedicato ai giovani under 30 che non studiano e non lavorano (neet).
• Incentivi per il rientro dall’estero dei talenti, a partire da settori produttivi specifici e innovativi e con priorità al farmaceutico.
• Sostegno al/alla cittadino/a in formazione: l'obiettivo è quello di una valorizzazione dei percorsi di apprendimento e di incentivo alla formazione lungo l’arco della vita attiva (cosiddetta formazione permanente), al fine di aumentare l’occupabilità delle persone che hanno perso il proprio lavoro o sono sospese in cassa integrazione a zero ore, attraverso percorsi di formazione e di riqualificazione, garantendo loro l’erogazione di un’indennità che consenta una partecipazione adeguata ai percorsi.
• Formazione e riqualificazione anche in favore delle lavoratrici e dei lavoratori in cassa integrazione.
• Misure di sostegno alla gestione dei processi aziendali di riconversione o riorganizzazione per il superamento della crisi (cosiddetto “Pacchetto Anticrisi”) attraverso:
- la riqualificazione professionale delle lavoratrici e dei lavoratori in cassa integrazione e il ricambio generazionale, con lo scopo di gestire processi aziendali di innovazione;
- il ricambio generazionale e l’invecchiamento attivo delle lavoratrici e dei lavoratori.
Quanto precede, nell’ambito della contrattazione aziendale e/o territoriale, attraverso un pacchetto integrato di interventi e l’utilizzo di strumenti legislativi vigenti di sostegno al reddito e/o di flessibilità in uscita dal mercato di lavoro.
• Intervento regionale in raccordo/integrazione con il Fondo Nuove Competenze, a partire dal finanziamento dei progetti formativi finalizzati allo sviluppo delle competenze e alla valorizzazione e attestazione di quelle acquisite dalla lavoratrice e dal lavoratore.
• Sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità, anche mediante lo strumento di “Impresa formativa”, che prevede un percorso articolato su più fasi che dovranno portate i destinatari a definire un solido e valido progetto imprenditoriale, sotto la “guida” di soggetti esperti, chiamati ad accompagnare tali processi, finanche a costituire un partenariato formale che dovrà garantire effettive condizioni di successo all’investimento pubblico e una prospettiva valida a coloro che vorranno impegnarsi in sfide di questo tipo. L’intervento si potrà attuare anche sotto forma di prestiti agevolati (microcredito e microfinanza).
• Contratto di Ricollocazione Generazioni, quale strumento di politica attiva del lavoro finalizzato all’inserimento e al reinserimento nel mercato del lavoro della persona over 30 priva di lavoro, attraverso azioni di accompagnamento intensivo e personalizzato, definite in base alle competenze possedute dall’utente e ai fabbisogni dell’impresa.
• Interventi di sostegno per l’adozione e il potenziamento di modelli organizzativi, anche idonei a garantire la continuità occupazionale e la conciliazione tra vita professionale e carichi familiari mediante lo strumento della contrattazione aziendale e/o territoriale.
• Incentivi alle assunzioni per le persone destinatarie di percorsi di politica attiva del lavoro.
• Promozione di politiche a sostegno della parità salariale di genere, in linea con i principi previsti nella Proposta di Legge Regionale n. 182/2019 recante “Disposizioni per la promozione della parità retributiva tra i sessi, il sostegno all’occupazione e dell’imprenditoria femminile, nonché per la valorizzazione delle competenze delle donne”.
• Misure dedicate per favorire l’inserimento lavorativo per le donne, anche attraverso incentivi all’assunzione delle donne a favore di micro, piccole e medie imprese, alla formazione in discipline tecnico scientifiche, a progetti di autopromozione e creazione di impresa.
• Misure dedicate all’inserimento/reinserimento lavorativo delle persone con disabilità, anche da lavoro (accordo INAIL), anche mediante la valorizzazione dello strumento delle Convenzioni e il potenziamento del Sild nonché l’utilizzo delle risorse di cui al Fondo ex art. 14, co. 3, l. 68/1999.
• Sostegno alle politiche a favore di competitività, occupazione e innovazione, puntando su interventi che agiscano anche a favore dell’incremento delle competenze manageriali delle singole imprese e delle filiere produttive, al fine di favorire il trasferimento di competenze e conoscenze necessarie a innovare, comprendere e rappresentare il cambiamento all’interno delle piccole e medie imprese e favorire un riposizionamento nel mercato del lavoro a tutela dell’occupazione.
• Valorizzazione dei mestieri artigianali, anche attraverso le Botteghe Scuola previste nell’ambito del Piano di Interventi di cui alla legge regionale 3/2015.
• Progetti in favore di disoccupati adulti a due anni dalla pensione, da attuare attraverso misure sperimentali applicate nelle aree di crisi complessa, previo confronto con le Parti, previste anche nell’ambito delle “Linee di indirizzo per lo sviluppo sostenibile e la riduzione delle disuguaglianze: politiche regionali ed europee 2021-2027”.
 

Articolo 4
Servizi per il lavoro e la formazione

1. La regione, al fine di attuare le azioni di cui all’articolo 3, si avvale delle seguenti strutture:
a) Spazio Lavoro, quale Agenzia regionale, che persegue obiettivi di gestione e di qualificazione dei servizi per il lavoro e delle politiche attive del lavoro, erogati a persone e imprese nel rispetto dei principi di partecipazione, integrazione, trasparenza, informazione, efficacia, economicità, semplificazione delle procedure, uguaglianza di trattamento e pari opportunità, al fine di investire nell’erogazione di servizi pubblici per il lavoro innovativi, specialistici e personalizzati in relazione alle esigenze dell’utente.
b) Porta Futuro, quali ulteriori strutture di presidio territoriale coordinato dei servizi di informazione, sensibilizzazione, attivazione per l’accesso agli interventi regionali, e calibrate sui fabbisogni di persone e imprese, in linea con la strategia ormai consolidata nella regione Lazio e con altri strumenti già specializzati come la suindicata Agenzia regionale Spazio lavoro-Centri per l’Impiego attualmente in fase di riorganizzazione e su cui è in corso il confronto tra le Parti.
 

Articolo 5
Patto per le Competenze

1. Le Parti condividono che la formazione e le competenze sono leve importanti per affrontare la difficile situazione socioeconomica ed occupazionale, ulteriormente complicata dalla prolungata emergenza sanitaria in atto.
2. Accanto ad interventi consolidati e collaudati, le Parti condividono la necessità di intervenire con iniziative, anche di medio-lungo periodo, specificatamente finalizzate ad assicurare al sistema produttivo e alle persone un’offerta formativa flessibile e tempestiva, anche valorizzando le nuove competenze in coerenza con il nuovo modello di sviluppo delineato con le Linee di indirizzo per la programmazione regionale strategica dei fondi europei e del Piano per la Ripresa e la Resilienza.
3. Visto anche il respiro pluriennale delle attività e delle relative ricadute di cui al presente Protocollo di Intesa, si tratta in particolare di condividere i principi alla base delle scelte e gli aspetti di metodo. Valorizzando il contributo specifico che i partner possono garantire, si condivide l’importanza di orientare l’offerta di formazione verso la domanda di competenze, pianificando per tempo le necessarie azioni per consentire sia alla Regione sia agli organismi formativi, di rispondere adeguatamente, ai fabbisogni produttivi/occupazionali espressi dalle imprese, in tempi congrui, certi e favorendo la semplificazione dell’attuazione delle misure.
4. Le Parti si incontreranno per definire entro 60 giorni dalla sottoscrizione del presente Protocollo di Intesa un “Patto per le Competenze e per le Nuove Competenze”.
 

Articolo 6
Impegni delle Parti

1. La regione Lazio - Assessorato Lavoro e nuovi diritti, Formazione, Scuola e Diritto allo Studio universitario, Politiche per la ricostruzione - Direzione Regionale Istruzione, Formazione, Ricerca e Lavoro si impegna a garantire il finanziamento e la successiva programmazione operativa degli interventi, in relazione alle diverse fonti di finanziamento, garantendo al contempo il presidio delle finalità indicate al precedente articolo 1 e la semplificazione e snellimento procedurale nell’attuazione delle misure.
2. Le Parti Sociali si impegnano, nei diversi livelli di contrattazione, a promuovere formule negoziali anche innovative atte a favorire l’occupabilità delle persone e l’occupazione, con particolare riferimento al ricambio generazionale e all’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. Si impegnano altresì a favorire intese volte a rendere fruibili, per le aziende prive di rappresentanza, le misure previste a livello regionale per il sostegno alla formazione dei lavoratori e delle lavoratrici, in un’ottica di aggiornamento e riqualificazione delle competenze utili a rafforzare l’occupabilità e l’occupazione delle persone.
3. Le Parti condividono che l’attuazione delle azioni, di cui all’articolo 3, seguirà la seguente priorità temporale: Garanzia Giovani, Patto tra generazioni, “Pacchetto Anticrisi”, Misure per l’inserimento/reinserimento lavorativo disabili, Misure per reinserimento lavorativo di donne a partire da quelle in condizione di particolare fragilità, Contratto di ricollocazione, Sostegno alla cittadina/cittadino in formazione.
4. Le Parti si impegnano, anche attraverso l’applicazione delle azioni di cui all’articolo 3 e del Patto di cui al successivo articolo 5, a favorire il mantenimento e la crescita dell’occupazione, mettendo al centro la persona e con essa la dignità del lavoro che si realizza attraverso la buona occupazione e rispetto dei CCNL.
5. Le Parti si impegnano, laddove gli interventi lo richiedano, nella costruzione di soluzioni compartecipate (Azienda/Lavoratore/Regione), per risolvere esigenze di innovazione delle organizzazioni produttive attraverso l’utilizzo di politiche attive e passive.
6. Le Parti si impegnano, ricorrendo alle attività svolte dalle proprie diramazioni/strutture territoriali ad alimentare il quadro informativo circa le specifiche esigenze delle imprese di rafforzamento di competenze dei lavoratori e delle lavoratrici già occupati e/o di occupazione di persone qualificate;
7. Le Parti si impegnano a mettere in campo azioni di promozione e di diffusione delle azioni di cui all’articolo 2, nonché di supporto per l’attuazione delle stesse.
8. Le Parti si impegnano a svolgere periodicamente un’attività di monitoraggio e di verifica quadrimestrale dell’impatto delle azioni e sulle intese realizzate in virtù del presente Protocollo di Intesa mediante la costituzione di un tavolo periodico tra le stesse.
9. Le Parti si impegnano altresì a un confronto preventivo in relazione all’attuazione delle azioni di cui all’art.3.
 

Articolo 7
Durata del Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro

1. Il Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro entra in vigore dalla data di sottoscrizione del presente atto e ha durata di due anni a far data dalla sua sottoscrizione.
2. Il Protocollo di Intesa per le Politiche attive del Lavoro può essere rinnovato per analogo periodo su espressa volontà delle Parti, salvo disdetta scritta entro trenta giorni prima della scadenza dello stesso.
 

Articolo 8
Disposizioni finali

1. Eventuali modifiche e/o integrazioni al presente Protocollo di Intesa devono essere concordate tra le Parti attraverso l’approvazione e la sottoscrizione di un successivo atto integrativo.
2. Ciascuna Parte può recedere anticipatamente dal presente Protocollo di Intesa, previa comunicazione scritta e motivata, da inviarsi con un preavviso di almeno trenta giorni.
 

Letto e sottoscritto
Regione Lazio
Parti sociali

Roma, ...........

____

¹ Il numero delle ore si riferisce al totale degli ammortizzatori sociali Covid (Cigo, Cigd, Fis). Dati osservatorio Inps novembre 2020.

² Il dato si riferisce al numero cumulativo di domande di cassa in deroga relative alle prime 9 settimane presenti sul sistema regionale da marzo 2020 a gennaio 2021.

³ Si veda “Rapporto sul Mercato del lavoro e la contrattazione 2020” del CNEL e le elaborazioni Istat 2021.

⁴ Si veda il rapporto Excelsior su Regione Lazio, dicembre 2020. “La domanda di lavoro delle Imprese”.