Categoria: Documentazione istituzionale
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Senato della Repubblica

XIX Legislatura

 Resoconto stenografico della seduta  del 22 marzo 2023, n. 051

 

Discussione dalla sede redigente dei documenti:
(Doc. XXII, n. 9*) DE CRISTOFARO ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
(Doc. XXII, n. 5*) CAMUSSO ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia
(Doc. XXII, n. 6*) LOMBARDO ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati
(Doc. XXII, n. 11*) FLORIDIA ed altri. - Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla condizione di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro
(Relazione orale) (ore 16,04)


Approvazione del documento XXII, n. 9

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione dalla sede redigente dei documenti XXII, nn. 9, 5, 6 e 11.
Il relatore, senatore Magni, ha chiesto l'autorizzazione a svolgere la relazione orale. Non facendosi osservazioni la richiesta si intende accolta.

MAGNI, relatore. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, vorrei rivolgere innanzitutto un ringraziamento a tutti i componenti della 10a Commissione del Senato, a cominciare dal Presidente, per avermi affidato il compito di svolgere la relazione su questo importante documento che siamo chiamati ad approvare, riguardante la proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia. Si tratta di una proposta condivisa da tutto il Parlamento, visto che, di fronte al fatto che c'erano altri documenti e altre proposte di legge, il testo base preso a riferimento è quello contenente una proposta avanzata da tutti i Gruppi parlamentari e voluta quindi dall'insieme del Parlamento, cosa che mi pare molto importante.
Ringrazio quindi vivamente ancora una volta per l'incarico affidatomi per il quale, tra l'altro, essendo la mia prima volta come relatore, sono anche un po' emozionato per il fatto di assumermi una tale responsabilità.
Venendo alla relazione, il documento in esame prevede l'istituzione di una Commissione monocamerale di inchiesta del Senato sulle condizioni di lavoro, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia. Si prevede, oltre alla relazione conclusiva da presentare al Senato al termine della legislatura, una relazione con cadenza annua.
In base alla disciplina istitutiva in esame, la Commissione è composta da venti senatori, nominati dal Presidente del Senato in proporzione al numero dei componenti dei Gruppi parlamentari e con la garanzia di almeno un componente per ogni Gruppo. Sono inoltre stabilite le disposizioni sulla costituzione dell'Ufficio di Presidenza della Commissione e sull'adozione del regolamento interno e si specifica che le sedute della stessa sono pubbliche, eccettuati i casi in cui la Commissione deliberi di riunirsi in seduta segreta.
Per l'adempimento delle proprie funzioni, la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente del Senato e può avvalersi dell'opera di agenti e ufficiali di Polizia giudiziaria, nonché di tutte le collaborazioni ritenute necessarie di soggetti interni ed esterni all'amministrazione dello Stato, autorizzati, ove occorra, dagli organi a ciò deputati e dai Ministri competenti (il documento demanda al regolamento interno la definizione del numero massimo di collaboratori di cui può avvalersi la Commissione).
I compiti di accertamento della Commissione sono individuati analiticamente dall'articolo 3. Si ricorda, in via di sintesi, che essi riguardano: l'entità dello sfruttamento del lavoro, con particolare riguardo agli strumenti di prevenzione e repressione; la dimensione e la gravità degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo al numero di incidenti mortali, di malattie e di invalidità, alla sussistenza di differenze tra i sessi, tra le fasce di età, tra le aree territoriali e i settori lavorativi, nonché con particolare riguardo agli interventi di assistenza prestati alle vittime e alle loro famiglie; le cause degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alla loro entità nell'ambito del lavoro nero o sommerso e del doppio lavoro; l'entità della presenza dei minori, con particolare riguardo ai minori provenienti dall'estero e alla loro protezione ed esposizione a rischio; l'incidenza del fenomeno della presenza di imprese controllate direttamente o indirettamente dalla criminalità organizzata, nonché il rispetto della normativa in caso di appalti e subappalti; l'utilizzo delle nuove tecnologie al fine della prevenzione degli infortuni sul lavoro; l'incidenza della digitalizzazione e delle nuove tecnologie sulla sicurezza sul lavoro; l'idoneità dei controlli da parte degli organi di vigilanza sull'applicazione delle norme antinfortunistiche; l'incidenza complessiva del costo degli infortuni sul lavoro per i lavoratori e le loro famiglie, per la produttività delle imprese, per il Servizio sanitario nazionale e per il sistema economico; l'incidenza della formazione permanente, l'efficacia dell'istruzione scolastica e universitaria sulle tematiche della sicurezza sul lavoro, il differenziale di formazione in Italia rispetto agli altri Paesi; gli eventuali nuovi strumenti legislativi e amministrativi da proporre al fine della prevenzione e della repressione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali.
Il documento disciplina, poi, i poteri e i limiti della Commissione, i quali, in conformità al principio costituzionale sulle Commissioni parlamentari di inchiesta, sono definiti con riferimento a quelli per le autorità giudiziarie; la modalità di acquisizione di atti e documenti e il regime di segretezza degli stessi; l'obbligo generale del segreto sugli atti di inchiesta per i commissari, il personale addetto e gli altri collaboratori o gli altri soggetti che partecipano o vengono a conoscenza di tali atti.

PRESIDENTE. Grazie, senatore Magni. Nonostante l'emozione della prima volta, abbiamo apprezzato la sua relazione. (Applausi).
Ha chiesto di intervenire il rappresentante del Governo. Ne ha facoltà.

DURIGON, sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, intervengo perché ritengo che l'importanza di questa Commissione sia davvero grande. Purtroppo, ogni giorno vediamo che continuano ad esserci incidenti sul lavoro. Continuano, purtroppo, ad esserci lavoratori che escono di casa e non tornano più alle proprie famiglie.
Avere una Commissione a tale tema dedicata anche in questo ramo del Parlamento è sicuramente un fattore positivo per il Governo, che potrà attingere sicuramente ad opinioni ed idee, che potremo mettere in campo per valutare, appunto, le norme che servono in questo momento a dare risposte e a far sì che non si verifichi più nessuna morte: zero morti sul lavoro.

PRESIDENTE. Comunico che è pervenuto alla Presidenza - ed è in distribuzione - il parere non ostativo espresso dalla 5a Commissione permanente sul documento in esame, che verrà pubblicato in allegato al Resoconto della seduta odierna.

Passiamo alla votazione degli articoli del documento XXII, n. 9, nel testo formulato dalla Commissione.
Metto ai voti l'articolo 1.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 2.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 3.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 4.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 5.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 6.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 7.
È approvato.
Metto ai voti l'articolo 8.
È approvato.
Passiamo alla votazione finale.

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

DE CRISTOFARO (Misto-AVS). Signor Presidente, intervengo solo per dire che sono davvero molto contento che tutta l'Aula abbia votato a favore degli articoli che istituiscono questa Commissione e che, presumibilmente, farà lo stesso quando si tratterà di esprimere il voto finale.
Non è la prima volta, ma è dalla XIV legislatura che il Senato della Repubblica, giustamente, istituisce una Commissione di inchiesta sul mondo del lavoro e sulle condizioni del lavoro. Il fatto che il Senato abbia deciso di istituirla anche in questa legislatura e che l'abbia fatto all'unanimità mi sembra un elemento molto importante. Ci tenevo a sottolinearlo, come anche volevo ringraziare i colleghi ed i Capigruppo, per aver sostenuto questa scelta insieme a tutti noi. Naturalmente considero non rituale l'istituzione di questa Commissione, anche se questa è già la quinta legislatura in cui si decide di dar vita ad una Commissione come questa. Penso, al contrario, che sia una scelta dovuta e anche molto connessa ai profondi, giganteschi cambiamenti che sono intervenuti negli anni. Abbiamo detto tante volte e in tante occasioni di dibattito che ci sono state anche qui al Senato, ma non solo, di quanto siano intervenute una serie di profonde modifiche strutturali che hanno significativamente, in qualche caso addirittura clamorosamente, cambiato l'organizzazione del lavoro, rendendola molto diversa da quella che conoscevamo in passato. Intorno a una diversa organizzazione del lavoro, si è evidentemente definita e strutturata anche una società particolarmente diversa, ma questi mutamenti hanno generato anche una enorme, in qualche caso drammatica, frammentazione che certamente non aiuta e anzi spesso mette le lavoratrici e i lavoratori in una condizione di maggiore difficoltà e anche una materia come quella relativa alla sicurezza delle condizioni di lavoro in qualche modo ha profondamente a che fare con questi elementi di frammentazione.
Penso che si potrà fare un buon lavoro, che sarà utile a tutto il Paese, anche quando ci sarà da intervenire in termini di legislazione. Esprimo pertanto un grande apprezzamento per la scelta che l'Assemblea sta compiendo oggi.

LOMBARDO (Az-IV-RE). Domando di parlare per dichiarazione di voto.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

LOMBARDO (Az-IV-RE). Signor Presidente, gentili colleghi, gentile Sottosegretario, credo di capire bene l'emozione con cui il senatore Magni ha voluto aprire la discussione e credo che non fosse solo legata al luogo nel quale presentava il disegno di legge, ma anche e soprattutto al tema, vista l'affinità con tante battaglie che ha affrontato. Lo capisco, perché questo è stato il primo disegno di legge che ho voluto presentare come senatore e l'ho voluto fare anche simbolicamente, rispetto alla mia precedente esperienza di amministratore locale come assessore al lavoro del Comune di Bologna. Oggi siamo contenti di affrontare una votazione che, al di là delle appartenenze ai Gruppi politici, riconosce l'utilità dell'istituzione di una Commissione di inchiesta.
Vorrei che la parola giusta, che purtroppo è risuonata anche in quest'Aula per vicende diverse estere, risuonasse nella sua crudezza anche rispetto all'argomento trattato e la parola è "guerra". Presidente, ogni giorno muoiono tre persone in Italia sul luogo di lavoro e non ci sono solo i morti, ci sono anche gli infortuni sul lavoro che sono oltre 600.000 l'anno; stiamo parlando di oltre 2.000 infortuni al giorno; sono i numeri di una guerra. Questi sono i numeri ufficiali che l'INAIL ci dà ogni anno in occasione del 22 ottobre, la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, istituita per riflettere sul tema, ma non è detto che questi siano i numeri che davvero certificano la realtà, perché purtroppo sappiamo che esistono tanti casi di infortuni sui luoghi del lavoro che non vengono neanche certificati come tali. Il voto di oggi significa che per noi tutti lavorare non può significare porre a rischio la propria vita; il voto condiviso odierno significa che per tutti noi, per un Paese moderno e democratico, questo è inaccettabile. Dirò di più: questi numeri sono il segno di un tradimento del sogno dei nostri Padri costituenti che volevano porre il lavoro a fondamento della nostra vita democratica e della nostra comunità. Riaffermare i diritti sui luoghi di lavoro, a partire dalla vita e dalla salute, è un generatore di valore per la società. Con questa Commissione non solo abbiamo il dovere di continuare a lavorare sul monitoraggio, sull'informazione e sulla prevenzione, ma a mio avviso abbiamo anche il dovere culturale di evitare l'assuefazione sui numeri dei morti e degli infortuni sul lavoro. Evitiamo l'assuefazione rispetto alla contabilità.
Morire sul lavoro non è mai una fatalità: evitiamo anche l'utilizzo di termini che non descrivono la verità. È una sconfitta per tutti, è una ferita sociale che lacera il Paese, ma non è una ferita sociale che lacera le nostre coscienze; se fosse così anche noi, in quest'Aula, a volte non saremmo complici di alcune delle cause che determinano gli infortuni sul lavoro. Tutti noi, infatti, sappiamo benissimo che dove c'è lavoro precario il rischio di infortunio sul lavoro è più alto e che tutte le volte che non contrastiamo la precarizzazione del lavoro, aumentiamo l'incidenza dei rischi di infortunio e di decesso; tutte le volte che non siamo contro il lavoro irregolare non diminuiamo i rischi di infortuni e decessi; tutte le volte che non contrastiamo il lavoro nero, diventiamo complici di quello che succede. Non a caso i settori più colpiti sono sempre gli stessi: cantieristica, edilizia, logistica e agricoltura. Soprattutto il settore della logistica è profondamente cambiato in questi anni e gli infortuni e i decessi nei luoghi di lavoro in tale comparto ci dovrebbero far riflettere molto su quali sono le condizioni di lavoro in tale ambito nel nostro Paese.
Noi dovremmo essere consapevoli che il costo della sicurezza non può essere un elemento di competizione economica. Quando determiniamo il tema del minor costo delle gare al massimo ribasso, dobbiamo essere consapevoli che le prime voci di taglio che vengono fatte sono quelle sul costo del lavoro, sulla sicurezza e sulla formazione. Quando non riusciamo a contrastare il fenomeno delle cooperative di comodo o delle cooperative spurie, che sono molto attive nei settori della logistica e dell'agricoltura, non riusciamo a determinare le condizioni per le quali ci può essere sicurezza nei luoghi di lavoro. Dobbiamo sapere che quando non riusciamo a contrastare i contratti collettivi di comodo, cioè quelli non fatti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, questo ha un impatto sulle condizioni e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Un ulteriore aspetto di questa Commissione può essere utile. Noi abbiamo avuto l'esperienza del Covid: cerchiamo di far luce sul perché non eravamo pronti a valutare la sicurezza nei luoghi di lavoro a causa della pandemia. Evitiamo che lo stesso problema si possa ripetere, come ci dicono le organizzazioni internazionali e le strategie che richiedono investimenti nelle infrastrutture per aumentarne la resilienza.
Ce lo fanno capire temi sui quali non vorrei che noi, per distrazione, superata l'emergenza della stretta fase pandemica, non cogliessimo il lavoro che c'è da fare sulla prevenzione e sulla formazione. Questo non lo si può fare per parti separate: lo devono fare tutti i partiti politici insieme e lo devono fare le istituzioni, l'ispettorato del lavoro, le autorità locali, le amministrazioni locali, le organizzazioni sindacali. Si tratta di una guerra da combattere tutti insieme come sistema Paese.
Vorrei che questo fosse un ambito dell'attività di questa Commissione di inchiesta: non solo assumere tutte le informazioni che possono essere utili al Parlamento per legiferare e per rendere effettive le misure di controllo, ma riuscire anche a fare un lavoro di sensibilizzazione per non essere noi indifferenti rispetto ai numeri sui decessi e sugli infortuni, rispetto ai numeri di una guerra silenziosa che il nostro Paese purtroppo ogni giorno si trova ad affrontare. Ripeto, ci sono tre morti al giorno dichiarati e più di 2.000 infortuni sui luoghi di lavoro. (Applausi).

 

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SENATO DELLA REPUBBLICA
XIX LEGISLATURA

Doc. XXII
n. 9     


PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE


d’iniziativa dei senatori DE CRISTOFARO, DE POLI, Barbara FLORIDIA, MALAN, MALPEZZI, PAITA, ROMEO, RONZULLI e UNTERBERGER

COMUNICATO ALLA PRESIDENZA IL 16 FEBBRAIO 2023

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro


ONOREVOLI SENATORI. - Il mondo del lavoro sta profondamente cambiando, in gran parte per effetto della crisi economica, ma anche per le trasformazioni indotte dalla globalizzazione e dalle innovazioni tecnologiche, che hanno avuto un impatto drammatico sui sistemi economici e sociali, in particolare sull’occupazione. Per affrontarne le problematiche, bisogna conoscere il lavoro ed esaminarlo nella sua complessità. occorre avere ben chiaro che il tema della sicurezza sul lavoro, nel nostro Paese, è profondamente legato a quello della sua frammentazione. Per questo, l’istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta risponde alla necessità di indagare sulle con
dizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. Nel corso delle legislature XIV, XV, XVI e XVII ha operato in Senato una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro e più in generale della sicurezza e dell’igiene in ambito lavorativo, mentre nella precedente legislatura la Commissione ha allargato i suoi orizzonti divenendo Commissione sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Questa Commissione, che ha concluso i propri lavori nella XVIII legislatura, ha prodotto una relazione molto approfondita, elaborata e propositiva, alla quale si intende fare esplicito riferimento (Doc. XXII-bis, n. 11), così come alle riflessioni e valutazioni elaborate in occasione delle precedenti relazioni intermedie. I numeri degli infortuni, ad esempio, restano ancora troppo elevati ed inaccettabili per un Paese civile. Occorre quindi intensificare ulteriormente gli sforzi per la prevenzione e il contrasto del fenomeno, che devono concentrarsi su alcune direttrici fondamentali: la formazione/informazione dei lavoratori e delle imprese, i controlli sull’applicazione delle norme, il coordinamento fra tutti i soggetti sociali ed istituzionali competenti e l’efficacia deterrente delle sanzioni. Il lavoro svolto dalle Commissioni di inchiesta sugli infortuni delle precedenti legislature ripropongono in tal senso con urgenza un forte impegno delle istituzioni e delle forze politiche e sociali affinché continuino ad essere affrontate senza indugio le gravi problematiche connesse alle tematiche della sicurezza e dello sfruttamento sul lavoro. Si tratta pertanto di raccogliere tali indicazioni e procedere nuovamente alla costituzione della Commissione di inchiesta che, nel documento che si sottopone all’attenzione di questo ramo del Parlamento, si pone in linea di continuità con le precedenti.
La Commissione accerta:
a) l’entità dello sfruttamento del lavoro con particolare riguardo agli strumenti di prevenzione e repressione;
b) l’entità della presenza dei minori, con particolare riguardo ai minori provenienti dall’estero e alla loro protezione ed esposizione a rischio;
c) l’incidenza del fenomeno della presenza di imprese controllate direttamente o indirettamente dalla criminalità organizzata, nonché il rispetto della normativa in caso di appalti e subappalti con specifico riguardo ai consorzi, al fenomeno delle cooperative di comodo, alle reti di impresa e ai siti produttivi complessi, con particolare evidenza ai settori sensibili come edilizia e logistica;
d) la congruità delle provvidenze previste dalla normativa vigente a favore dei lavoratori o dei loro familiari in caso di infortunio sul lavoro;
e) l’idoneità dei controlli da parte degli organi di vigilanza sulla applicazione delle norme antinfortunistiche;
f) la dimensione e la gravità degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo alla tutela delle vittime e delle loro famiglie;
g) le cause degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alla loro entità nell’ambito del lavoro nero o sommerso e del doppio lavoro;
h) l’incidenza complessiva del costo degli infortuni sul lavoro sulla dimensione familiare dei lavoratori, sulla produttività delle imprese, sul Servizio sanitario nazionale e sul sistema economico;
i) eventuali nuovi strumenti legislativi e amministrativi da proporre al fine della prevenzione e della repressione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali;
l) l’incidenza e la prevalenza del fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in ragione dell’età e del luogo di residenza delle vittime, attraverso lo svolgimento di appropriate analisi.
La Commissione deve altresì verificare: le condizioni di lavoro dei lavoratori stagionali; la partecipazione degli immigrati al mercato del lavoro per tipologia lavorativa, sesso, collocazione sul territorio nazionale e titolo di studio; il fenomeno del caporalato e lo sfruttamento dei lavoratori in agricoltura, nonché la gestione logistica delle imprese attorno alla quale si verificano spesso infiltrazioni della criminalità organizzata. La Costituzione prescrive che il lavoro sia tutelato sul piano fisico e morale, rientrando il diritto alla vita, alla salute, alla dignità del lavoro tra i diritti inviolabili della persona. Tali considerazioni dovrebbero essere di per sé più che sufficienti a sostegno della conferma della esperienza delle ricordate Commissioni delle passate legislature.
 

PROPOSTA DI INCHIESTA PARLAMENTARE


Art. 1.
(Istituzione)

1. È istituita, per la durata della XIX legislatura, ai sensi dell’articolo 82 della Costituzione e dell’articolo 162 del Regolamento del Senato, una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, di seguito denominata « Commissione ».
2. La Commissione, con cadenza annuale e una volta conclusi i lavori, presenta al Senato una relazione sull’attività svolta e sui risultati dell’inchiesta. Sono ammesse relazioni di minoranza. La Commissione riferisce al Senato ogni qual volta lo ritenga opportuno.


Art. 2.
(Composizione)

1. La Commissione è composta da venti senatori, nominati dal Presidente del Senato in proporzione al numero dei componenti dei gruppi parlamentari.
2. Il Presidente del Senato, entro dieci giorni dalla nomina dei suoi componenti, convoca la Commissione per la costituzione dell’ufficio di presidenza.
3. L’ufficio di presidenza, composto dal presidente, da due vicepresidenti e da due segretari, è eletto a scrutinio segreto dalla Commissione tra i suoi componenti. Per l’elezione del presidente è necessaria la maggioranza assoluta dei componenti della Commissione. Se nessuno riporta la maggioranza assoluta, si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. È eletto il candidato che ottiene il maggior numero di voti. In caso di parità di voti è proclamato eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.
4. Per l’elezione, rispettivamente, dei due vicepresidenti e dei due segretari, ciascun componente della Commissione scrive sulla propria scheda un solo nome. Sono eletti coloro che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità di voti, si procede ai sensi del comma 3, quinto periodo.
5. Le disposizioni dei commi 3 e 4 si applicano anche per le elezioni suppletive.


Art. 3.
(Compiti)

1. La Commissione ha il compito di accertare:
a) l’entità dello sfruttamento del lavoro, con particolare riguardo agli strumenti di prevenzione e repressione;
b) l’entità della presenza dei minori, con particolare riguardo ai minori provenienti dall’estero e alla loro protezione ed esposizione a rischio;
c) l’incidenza del fenomeno della presenza di imprese controllate direttamente o indirettamente dalla criminalità organizzata, nonché il rispetto della normativa in caso di appalti e subappalti con specifico riguardo ai consorzi, al fenomeno delle cooperative di comodo, alle reti di impresa e ai siti produttivi complessi, con particolare evidenza ai settori sensibili, quali l’edilizia e la logistica;
d) la congruità delle provvidenze previste dalla normativa vigente a favore dei lavoratori o dei loro familiari in caso di infortunio sul lavoro;
e) l’idoneità dei controlli da parte degli organi di vigilanza sull’applicazione delle norme antinfortunistiche;
f) la dimensione e la gravità degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, con particolare riguardo alla tutela delle vittime e delle loro famiglie;
g) le cause degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo alla loro entità nell’ambito del lavoro nero o sommerso e del doppio lavoro;
h) l’incidenza complessiva del costo degli infortuni sul lavoro sulla dimensione familiare dei lavoratori, sulla produttività delle imprese, sul Servizio sanitario nazionale e sul sistema economico;
i) eventuali nuovi strumenti legislativi e amministrativi da proporre al fine della prevenzione e della repressione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali;
l) l’incidenza e la prevalenza del fenomeno degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali in ragione dell’età e del luogo di residenza delle vittime, attraverso lo svolgimento di appropriate analisi.


Art. 4.
(Poteri e limiti)

1. La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria.
2. La Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l’accompagnamento coattivo di cui all’articolo 133 del codice di procedura penale.
3. Ferme restando le competenze dell’autorità giudiziaria, nelle audizioni a testimonianza davanti alla Commissione non può essere opposto il segreto d’ufficio né il segreto professionale o quello bancario. Per il segreto di Stato si applica quanto previsto dalla legge 3 agosto 2007, n. 124.
4. Si applica l’articolo 203 del codice di procedura penale.


Art. 5.
(Acquisizione di atti e documenti)

1. La Commissione può acquisire, anche in deroga al divieto stabilito dall’articolo 329 del codice di procedura penale, copie di atti e di documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l’autorità giudiziaria o altri organi inquirenti, nonché copie di atti e di documenti relativi a indagini e inchieste parlamentari. L’autorità giudiziaria può trasmettere le copie di atti e documenti anche di propria iniziativa.
2. La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza fino a quando gli atti e i documenti trasmessi in copia ai sensi del comma 1 sono coperti da segreto.
3. Qualora gli atti o i documenti attinenti all’oggetto dell’inchiesta siano stati assoggettati al vincolo di segreto da parte delle competenti Commissioni parlamentari di inchiesta, tale segreto non può essere opposto alla Commissione.
4. La Commissione può acquisire, da parte degli organi e degli uffici della pubblica amministrazione, copie di atti e di documenti da essi custoditi, prodotti o comunque acquisiti in materie attinenti alle finalità della presente inchiesta.
5. L’autorità giudiziaria provvede tempestivamente e può ritardare la trasmissione di copia di atti e di documenti richiesti, con decreto motivato solo per ragioni di natura istruttoria. Il decreto ha efficacia per sei mesi e può essere rinnovato. Quando tali ragioni vengono meno, l’autorità giudiziaria provvede senza ritardo a trasmettere quanto richiesto. Il decreto non può essere rinnovato o avere efficacia oltre la chiusura delle indagini preliminari.
6. Fermo restando quanto previsto al comma 2, la Commissione stabilisce quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione ad esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso.


Art. 6.
(Obbligo del segreto)

1. I componenti della Commissione, i funzionari e il personale addetti alla Commissione stessa e tutte le altre persone che collaborano con la Commissione o compiono o concorrono a compiere atti d’inchiesta oppure che vengono a conoscenza di tali atti per ragioni d’ufficio o di servizio sono obbligati al segreto, anche dopo la cessazione dell’incarico.


Art. 7.
(Organizzazione interna)

1. La Commissione approva, prima dell’inizio dell’attività di inchiesta, un regolamento interno per il proprio funzionamento. Ciascun componente può proporre modifiche alle norme regolamentari.
2. Le sedute della Commissione sono pubbliche. Tutte le volte che lo ritiene opportuno la Commissione può deliberare di riunirsi in seduta segreta.
3. Per l’adempimento delle sue funzioni, la Commissione fruisce di personale, locali e strumenti operativi messi a disposizione dal Presidente del Senato.
 

Art. 8.
(Spese di funzionamento)

1. Le spese per il funzionamento della Commissione sono stabilite nel limite massimo di 70.000 euro per l’anno 2023 e di 80.000 euro per ciascun anno successivo di durata della Commissione e sono poste a carico del bilancio interno del Senato. Il Presidente del Senato può autorizzare annualmente un incremento delle spese di cui al primo periodo, comunque in misura non superiore al 30 per cento, a seguito di richiesta formulata dal presidente della Commissione per motivate esigenze connesse allo svolgimento dell’inchiesta, corredata da certificazione delle spese sostenute.


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fonte: senato.it