Categoria: Normativa regionale
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DECRETO ASSESSORATO DELLA SALUTE 29 aprile 2010. (G.U.R.S. 28 maggio 2010, n. 25 Parte I)
Piano regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.

L'ASSESSORE PER LA SALUTE
Visto lo Statuto della Regione;
Vista la legge regionale n. 833 del 23 dicembre 1978;
Visto il decreto legislativo 30 dicembre 1992, n.502 e successive modifiche ed integrazioni, concernente il riordino della disciplina in materia sanitaria ed, in particolare, l'art. 6 bis che disciplina i rapporti tra le Regioni, le università e le strutture del servizio sanitario regionale;
Vista la legge regionale 3 novembre 1993, n. 30, recante "Norme in tema di programmazione sanitaria e di riorganizzazione territoriale delle Unità sanitarie locali";
Vista la circolare dell'Assessorato regionale della sanità 21 marzo 2001, n. 1045, recante "Linee guida del dipartimento di prevenzione";
Visto il D.P.C.M. 17 dicembre 2007- "Accordo ai sensi dell'art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano concernente il: Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro";
Vista la legge 24 dicembre 2007, n. 244 "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2008)" con la quale, all'art. 2, comma 374, si dispone che per gli anni 2008 e 2009 l'importo di 60,5 milioni di euro previsto dall' art. 1, comma 806 della legge n. 296/2006, è, tra l'altro, prioritariamente finalizzato all'attuazione del Patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro;
Visto il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 "Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro", aggiornato ed integrato con il decreto legislativo 3 agosto 2009, n.106;
Vista la legge regionale 16 dicembre 2008, n. 19, recante "Norme per la riorganizzazione dei dipartimenti regionali. Ordinamento del Governo e dell'Amministrazione della Regione";
Vista la legge regionale 14 aprile 2009, n. 5, recante: "Norme per il riordino del servizio sanitario regionale";
Visto il decreto 28 luglio 2009 , con il quale viene recepito l'accordo, ai sensi dell'art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, concernente il "Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro"- Repertorio atti n. 165/CSR dell'1 agosto 2007;
Visto il D.P.Reg.S. 5 dicembre 2009, n. 12. Regolamento di attuazione del Titolo II della legge regionale 16 dicembre 2008, n. 19, recante norme per la riorganizzazione dei dipartimenti regionali;
Vista la legge regionale n. 8 dell'1 aprile 2010, con la quale è stato prorogato l'esercizio provvisorio del bilancio Regione Sicilia per l'anno finanziario 2010;
Visti il Piano nazionale di prevenzione in edilizia 2008-2010, approvato dalla Commissione salute della Conferenza delle Regioni e P.A. in data 21 giugno 2007, e il Piano nazionale di prevenzione in agricoltura e selvicoltura 2009-2011 approvato dalla Commissione salute della Conferenza delle Regioni e P.A. in data 27 gennaio
2010;
Preso atto che l'art. 3 del decreto 28 luglio 2009 prevede, con successivo atto, l'approvazione di un "Piano regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" comprendente le modalità esecutive e di finanziamento per la realizzazione urgente di piani mirati nei comparti indicati a maggior rischio: "costruzioni edili, agricoltura-selvicoltura, cancerogeni";
Visto il "Piano regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" composto da tre piani regionali di prevenzione: edilizia, agricoltura e emersione malattie professionali, allegato al presente decreto di cui costituisce parte integrante, elaborato sulla base del decreto 28 luglio 2009;
Considerato che, in coerenza con quanto previsto dal decreto n. 3143 del 22 dicembre 2009, le “AA.SS.PP. devono sviluppare le attività a valere sui fondi dei progetti di piano, secondo specifiche azioni da presentare al referente regionale individuato nel responsabile del servizio 3 del D.A.S.O.E. dell’Assessorato della salute, così come specificato nella tabella ivi riportata, impegnandosi a un rendiconto puntuale delle attività e dei risultati attesi e raggiunti, in coerenza con le politiche sanitarie e con quanto previsto nei singoli piani”;
Ritenuto opportuno approvare il “Piano regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” per il triennio 2010-2012 - composto da tre piani regionali di prevenzione: edilizia, agricoltura e emersione malattie professionali - allegato al presente decreto di cui costituisce parte integrante, e di assegnare per la realizzazione dello stesso una quota di finanziamento regionale, a partire dall’anno 2010 e fino al 2012, pari a euro 3.500.000,00 annui, che troverà copertura nella disponibilità finanziaria del Fondo sanitario nell’ambito delle risorse per obiettivi di piano (art. 34 bis, legge n. 662/96), come da tabelle inserite nell’allegato piano;

Decreta:

Art. 1

Per le motivazioni esposte in premessa che integralmente si richiamano, di approvare il “Piano regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” - composto da tre piani regionali di prevenzione: edilizia, agricoltura e emersione malattie professionali - allegato al presente decreto di cui costituisce parte integrante, e di assegnare per la realizzazione dello stesso una quota di finanziamento regionale, a partire dall’anno 2010 e fino al 2012, pari a euro 3.500.000,00 annui, che troverà copertura nella disponibilità finanziaria del Fondo sanitario nell’ambito delle risorse per obiettivi di piano (art. 34 bis, legge n. 662/96), come da tabelle inserite nell’allegato piano.

Art. 2

Le AA.SS.PP, in coerenza con quanto previsto dal decreto n. 3143 del 22 dicembre 2009, “dovranno sviluppare le attività a valere sui fondi dei progetti di piano, secondo specifiche azioni da presentare al referente regionale individuato nel responsabile del servizio 3 del D.A.S.O.E dell’Assessorato della salute, così come specificato nella tabella ivi riportata, impegnandosi a un rendiconto puntuale delle attività e dei risultati attesi e raggiunti, in coerenza con le politiche sanitarie e con quanto previsto nei singoli piani”.

Art. 3

Il dirigente del servizio 3 - Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro - del dipartimento ASOE provvederà ad adottare tutti gli atti conseguenti per l’attuazione del “Piano regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Art. 4

È fatto carico alle aziende sanitarie provinciali, al termine del triennio di esecuzione del “Piano regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro” di prevedere la continuità delle spese necessarie nel fondo di spesa corrente, anche tra le attività di prevenzione.

Art. 5

Il presente decreto sarà trasmesso alla Gazzetta Ufficiale della Regione siciliana per la pubblicazione.

Palermo, 29 aprile 2010.

RUSSO

Allegati

PIANO REGIONALE STRAORDINARIO PER LA TUTELA DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI LUOGHI DI LAVORO 2010-2012


Introduzione
La dimensione del fenomeno degli infortuni e delle malattie professionali e l’esigenza di introdurre adeguati strumenti di contrasto dello stesso hanno favorito un’accresciuta attenzione intorno al problema della sicurezza sul lavoro e hanno dato impulso ad alcune iniziative recentemente assunte dal legislatore nazionale e regionale. Le stesse normative indicano nuovi obblighi e responsabilità che richiedono il potenziamento delle azioni di prevenzione e controllo, l’aggiornamento continuo degli operatori e una programmazione che individui specifici obiettivi di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro da perseguire in tutto il territorio regionale, operando in una logica di “sistema” e assicurando il reale coinvolgimento di tutte le istituzioni competenti in materia.
Il fenomeno infortunistico in Sicilia, secondo il rapporto annuale 2008 INAIL, rappresenta il 4,06 % del totale nazionale e registra, rispetto al precedente anno, un andamento pressoché costante (+ 0,2%). Sono stati denunciati all’INAIL 35.590 infortuni sul lavoro, di cui 30.209 relativi al settore dell’industria e servizi, 2.709 dell’agricoltura e 2.672 dei dipendenti dello Stato. Per quanto riguarda gli infortuni mortali, nel 2008 sono stati denunciati 76 casi a fronte dei 77 del 2007. In particolare nel 2008, sono stati registrati 11 casi mortali in agricoltura, 64 nell’industria e servizi e 1 tra i dipendenti in conto Stato. Dei 76 infortuni mortali, 65 sono avvenuti in ambiente di lavoro e 11 in itinere. Il settore più a rischio è risultato quello dell’edilizia con 17 decessi.

Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2007-2008 e denunciati all’INAIL per provincia, regione e anno. Tutte le Gestioni

Totale Infortuni Infortuni Mortali
2007 2008 2007 2008*
Agrigento 2.590 2.654 4 7
Caltanissetta 1.511 1.451 5 4
Catania 7.156 7.109 15 23
Enna 1.294 1.301 2 1
Messina 5.610 5.334 12 11
Palermo 7.128 7.476 13 9
Ragusa 4.240 4.020 11 11
Siracusa 3.019 2.973 8 3
Trapani 2.966 3.272 7 7
Sicilia 35.514 35.590 77 76
Italia 912.410 874.940 1.207 1.078

*dato provvisorio Fonte: INAIL - rapporto annuale Sicilia 2008


Per contrastare il fenomeno infortunistico e delle malattie professionali è fondamentale l’impegno comune nel porre in essere azioni organiche e integrate, nel rispetto delle rispettive competenze, così come precisato dal decreto 28 luglio 2009 “Recepimento dell’accordo ai sensi dell’art. 4 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, tra il Governo, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, concernente il “Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro”.
Il Piano straordinario di cui al presente documento rappresenta l’adempimento a quanto disposto dal citato decreto 28 luglio 2009, che prevede all’art. 3, per la prima volta in Sicilia, l’approvazione di un “Piano straordinario per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro”. Al contempo, dà attuazione alle indicazioni contenute nella normativa nazionale di settore (D.P.C.M. 17 dicembre 2007 – Patto per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro).
Il Piano straordinario triennale, in particolare, vuole sensibilmente innovare, nel metodo e nei contenuti, la programmazione regionale per il settore: da un lato, articolando opportune misure di intervento, dando avvio a tre Piani mirati di prevenzione (Piano regionale di prevenzione in edilizia - P.R.E., Piano regionale di prevenzione in agricoltura - P.R.A., Piano regionale di prevenzione per l' emersione delle malattie professionali - MalProf) e dall'altro, avviando i necessari adeguamenti strumentali e organizzativi dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (S.Pre.S.A.L) e dei Servizi impiantistici-antifortunistici (S.I.A) con l'individuazione degli elementi costitutivi di un sistema informativo dedicato e l'aggiornamento degli operatori della prevenzione.
Il presente piano è stato condiviso dai direttori dei servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro delle AASSPP e dagli specifici gruppi di lavoro ad hoc costituiti dal Servizio 3 del D.A.S.O.E, nel corso di varie riunioni svoltesi nel periodo settembre 2009-febbraio 2010.
Il raggiungimento degli obiettivi previsti dal presente Piano, non può prescindere dal rafforzamento dei servizi S.Pre.S.A.L e S.I.A attraverso l'incremento delle figure professionali ritenute fondamentali per lo svolgimento delle attività da parte delle AA.SS.PP. L'incremento numerico e la qualificazione del personale consentirà inoltre una maggiore presenza in campo e un'accresciuta disponibilità delle strutture per le attività sia di controllo e vigilanza che di prevenzione, assistenza, formazione e informazione, ritenute cruciali per il buon esito del programma di interventi previsti dal Piano straordinario.
Su questa base la Regione Sicilia si allinea ad importanti esperienze di settore finora maturate nel Paese e risponde con la necessaria tempestività ad un'istanza sociale divenuta, per le note ragioni, pressante e per la quale si impone una risposta complessa, articolata e condivisa.
L'attuazione di questo programma non può prescindere da considerazioni, inerenti i riferimenti normativi, il tessuto produttivo locale, l'andamento degli infortuni e delle malattie professionali, che sono sviluppate nell'ambito dei tre citati piani di prevenzione, che compongono il Piano straordinario.

1. I riferimenti normativi

  1. Il cosiddetto testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, di cui al decreto legislativo n. 81/08 come modificato dal decreto legislativo n. 106/09 ed integrazioni, al capo "Sistema istituzionale", ridisegna ruolo e funzioni dello Stato, delle Regioni e degli enti, che a vario titolo hanno competenze nella materia, sottolineando, in particolare, il ruolo primario del Sistema sanitario in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Indica inoltre nell'integrazione operativa tra i soggetti pubblici coinvolti uno dei cardini del sistema di prevenzione e controllo nei luoghi di lavoro, istituendo, a tal fine, il Comitato per l'indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, con il compito di stabilire, su scala nazionale, linee comuni d'azione e programmi, individuando gli obiettivi per il concreto miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori, e la Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza sul lavoro, con i compiti previsti dal comma 8 dell'art. 6 del decreto legislativo n. 81/08.

  2. Il D.P.C.M. 21 dicembre 2007 "Pianificazione e monitoraggio del coordinamento delle attività di vigilanza" dispone, su tutto il territorio nazionale, la realizzazione di un coordinamento delle attività di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, attraverso la costituzione e la concreta operatività del Comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, istituito in Sicilia con decreto del Presidente della Regione Sicilia del 14 febbraio 2009 e con decreto dell' Assessore per la salute n. 2486 del 5 novembre 2009, insediatosi l'8 febbraio 2010.

  3. L'Accordo tra il Governo e le Regioni recante "Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro", sottoscritto il 1° agosto 2007 e reso esecutivo col D.P.C.M. 17 dicembre 2007, impegna le istituzioni, e in particolare le Regioni, a raggiungere determinati obiettivi qualitativi e quantitativi nell'erogazione dei servizi che il SSN mette a disposizione dei cittadini per il miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro. Il suddetto patto è stato recepito in Sicilia con decreto dell'Assessore per la salute del 28 luglio 2009, che all'art.1 prevede i seguenti obiettivi strategici per la Regione siciliana:
    - la copertura di almeno il 5% delle unità locali oggetto di intervento ispettivo in un anno;
    - la realizzazione di un numero di interventi ispettivi nei luoghi di lavoro proporzionato alla consistenza numerica delle unità produttive territoriali della regione rispetto all'obiettivo nazionale di 250.000 ispezioni/anno;
    - il potenziamento operativo dei servizi delle ASL coerente e funzionale in rapporto ai nuovi LEA ed alle esigenze territoriali;
    - l'aggiornamento continuo degli operatori;
    - la realizzazione di un efficiente sistema informativo attraverso l'utilizzo di specifici indicatori che tengano conto dei nuovi LEA indicati dal Ministero della salute;
    - l'avvio urgente di piani mirati nei comparti già indicati a maggior rischio: "costruzioni edili, agricoltura-selvicoltura, cancerogeni";
    - il potenziamento delle attività di prevenzione e promozione della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, intese come strumento efficace per la crescita della cultura della prevenzione, attraverso iniziative di informazione, formazione, assistenza, educazione alla salute e sicurezza con particolare riferimento alla piccola e media impresa.

  4. Le indicazioni, in via di revisione in sede nazionale, in materia di "Nuovi Livelli di Assistenza" (LEA) rappresentano l'interfaccia di riferimento per le prestazioni erogabili dai Servizi Sanitari Regionali e la loro base strutturale attraverso cui si possono realizzare i piani mirati di prevenzione.

2. Programma di interventi
Il "Piano straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" contiene la pianificazione regionale per il raggiungimento di più elevati standard di sicurezza sul lavoro. Le azioni previste si sviluppano in specifici piani mirati di prevenzione la cui realizzazione sarà affidata alle Aziende sanitarie provinciali con il coordinamento del servizio 3 "Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" del dipartimento attività sanitarie ed Osservatorio epidemiologico dell'Assessorato regionale della salute.
La Regione Sicilia intende realizzare un sistema integrato per la sicurezza del lavoro e il miglioramento della qualità lavorativa, favorendo l'attuazione di piani mirati di prevenzione e promuovendo il benessere psico-fisico dei lavoratori quale presupposto fondamentale dell'occupazione.
Col presente piano la Regione Sicilia intende dare direttive attuative, indicando le modalità e le priorità degli interventi e gli opportuni strumenti d'azione. Il perseguimento degli obiettivi generali enunciati sarà attuato, innanzitutto, attraverso progetti specifici che permetteranno il raggiungimento di più elevati standard di sicurezza sul lavoro, con particolare attenzione al settore delle costruzioni e dell'agricoltura.

2.1. I Piani regionali di prevenzione
La realizzazione, attraverso le AA.SS.PP, delle "Linee progettuali di attuazione del Patto per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro", contenuto nel decreto del 28 luglio 2009 (G.U.R.S. n. 39 del 21 agosto 2009) rappresenta un modello che si intende seguire in questa nuova programmazione regionale, nella quale la realizzazione di piani regionali di prevenzione costituisce un elemento metodologico irrinunciabile per un progressivo miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
L'analisi dei dati disponibili sull'incidenza degli infortuni in Sicilia, suggerisce la necessità di rafforzare le iniziative regionali in alcuni settori già individuati a livello nazionale (Patto per la salute e sicurezza, Conferenza Stato-Regioni) come prioritari. In particolare col presente Piano straordinario si dà avvio ai seguenti piani regionali di prevenzione che costituiscono parte integrante del presente provvedimento, di durata triennale, da attuare a cura di ciascuna ASP sulla base degli specifici piani di attuazione:
Piano regionale di prevenzione in edilizia 2010-2012, che dà attuazione al Piano nazionale triennale per l'edilizia, approvato dalla Commissione salute delle Regioni e Province autonome nella seduta del 14 giugno 2007, che prevede per la Regione Sicilia una serie di obiettivi, come indicato in dettaglio nello specifico Piano regionale predisposto;
Piano regionale di prevenzione in agricoltura 2010-2012, che dà attuazione al Piano nazionale triennale di prevenzione in agricoltura, approvato il 17 giugno 2009 dal Comitato tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro, che prevede per la Regione Sicilia una serie di obiettivi, come indicato in dettaglio nello specifico Piano regionale predisposto;
Piano regionale di prevenzione 2010/2012 per l'emersione delle malattie professionali in Sicilia.

2.2. Potenziamento e qualificazione dei servizi SPRESAL
Il presente programma rappresenta un impegno importante per i servizi S.Pre.SAL e SIA delle ASP, chiamati a dare risposte efficaci alla domanda di salute della popolazione lavorativa della Regione.
A tal fine le ASP completano l'istituzione dei servizi di tutela della salute e sicurezza sul lavoro in tutti i dipartimenti di prevenzione, potenziano le dotazioni di personale e adeguano le dotazioni strumentali alle necessità dei compiti istituzionali.
Con riguardo alla dotazione organica dei servizi, la recente rilevazione effettuata dalla Regione evidenzia alcune criticità:
- una dotazione complessivamente insufficiente in termini quantitativi;
- una disomogenea distribuzione fra le diverse ASP;
- una scarsa rispondenza delle professionalità presenti rispetto alle prestazioni di fatto richieste agli operatori sul campo, giocoforza legate alle caratteristiche produttive e ai profili di rischio dei diversi territori da sottoporre a controllo.
Al fine di favorire il raggiungimento degli standard di attività definiti nei piani nazionali e nel presente Piano straordinario, nonché di avvicinare la Regione Sicilia alle realtà più avanzate, si ritiene necessario procedere al potenziamento dei servizi, con l'obiettivo di garantire una più adeguata dotazione di medici del lavoro, ingegneri, tecnici della prevenzione.
Vista la dotazione di risorse umane dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (S.PRE.SA.L.) delle AA.SS.PP., per il raggiungimento degli obiettivi di attività previsti dal presente Piano straordinario 2010/2012, risulta indispensabile il potenziamento del personale dei servizi, in aggiunta alla dotazione minima di risorse attualmente presenti per l'espletamento delle attività non programmabili.
La dotazione di personale da raggiungere è ripartita fra le diverse ASP secondo quanto indicato nella tabelle inserite nei tre specifici piani di prevenzione, e riportate in allegato al presente Piano straordinario (Allegati 1,2,3).
Tale dotazione obiettivo deve essere raggiunta attraverso l'utilizzo, ovunque possibile, di personale già in dotazione delle ASP ed eventualmente impiegato in attività diverse da quelle proprie degli SPRESAL e SIA (con particolare riferimento ai tecnici di prevenzione), o potenziando la pianta organica riconvertendo dei posti resisi disponibili in altri servizi, oppure attraverso l'incremento dell'organico previsto dai tre specifici Piani di prevenzione, utilizzando le risorse economiche individuate dal presente decreto.
Il raggiungimento degli obiettivi previsti per ogni singola ASP dal presente Piano straordinario, per l'anno 2010, equivale al raggiungimento dell' obiettivo assegnato ai DD.GG dall'Assessorato della salute, con scadenza 31 dicembre 2010, che di seguito si riporta:
numero aziende ispezionate/aziende ispezionabili come da decreto 28 luglio 2009 e relative linee progettuali (ndr: linee progettuali edilizia, agricoltura, malprof, facenti parte del presente Piano straordinario).

3. Le risorse
Il presente Piano straordinario per la tutela della salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, in quanto programma straordinario volto a potenziare le attività di prevenzione nei luoghi di lavoro e a colmare il divario di risorse rispetto alla situazione obiettivo, è finanziato con risorse opportunamente previste per sostenere lo sforzo eccezionale richiesto alle aziende sanitarie provinciali nel triennio di validità del Piano stesso.
Per la realizzazione del presente Piano regionale straordinario è assegnata una quota di finanziamento regionale, a partire dall'anno 2010 e fino al 2012, pari a euro 3.500.000,00 annui, che troverà copertura nella disponibilità finanziaria del Fondo sanitario nell'ambito delle risorse per obiettivi di piano (art. 34 bis, Legge n. 662/96). In particolare sono assegnati:
- 1.415.185,00 euro annui per la realizzazione del Piano regionale edilizia,
- 1.257.894,00 euro annui per la realizzazione del Piano regionale agricoltura;
- 469.000,00 euro annui per la realizzazione del piano regionale "Emersione malattie professionali";
- 357.921,00 euro annui per la realizzazione delle attività di promozione, comunicazione, informazione e formazione previste Dai suddetti Piani regionali, organizzate con il coordinamento del servizio 3 del D.A.S.O.E.
Le AA.SS.PP, in coerenza con quanto previsto dal decreto n. 3143 del 22 dicembre 2009, "dovranno sviluppare le attività a valere sui fondi dei progetti di piano, secondo specifiche azioni da presentare al referente regionale individuato nel responsabile del servizio 3 del D.A.S.O.E dell'Assessorato della salute, così come specificato nella tabella ivi riportata, impegnandosi a un rendiconto puntuale delle attività e dei risultati attesi e raggiunti, in coerenza con le politiche sanitarie e con quanto previsto nei singoli piani".
È fatto carico alle aziende sanitarie provinciali, al termine del triennio di esecuzione del "Piano regionale straordinario per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" di prevedere la continuità delle spese necessarie nel fondo di spesa corrente, anche tra le attività di prevenzione.


ALL. 1 - Dotazione organica obiettivo Edilizia degli SPRESAL

ASP Tecnici della prevenzione Ingegneri Totale RISORSE ECONOMICHE ANNUE NECESSARIE
Agrigento 3 1 4 142.448,00
Caltanissetta 1 1 2 75.870,00
Catania 7 1 8 275.603,00
Enna 1 1 2 75.870,00
Messina 5 1 6 209.025,00
Palermo 7 1 8 275.603,00
Ragusa 2 1 3 109.159,00
Siracusa 3 1 4 142.448,00
Trapani 2 1 3 109.159,00
TOTALE 31 9 40 1.415.185,00

ALL. 2 - Dotazione organica obiettivo Agricoltura degli SPRESAL

ASP Medici Ing. TdP Totale RISORSE ECONOMICHE NECESSARIE
Riporto annuo
ASP di Agrigento 1 1 1 3 128.670
ASP di Caltanissetta 1 1 1 3 128.670
ASP di Catania 1 1 2 4 161.958
ASP di Enna 1 1 1 3 128.670
ASP di Messina 1 1 2 4 161.958
ASP di Palermo 1 1 2 4 161.958
ASP di Ragusa 1 1 1 3 128.670
ASP di Siracusa 1 1 1 3 128.670
ASP di Trapani 1 1 1 3 128.670
SICILIA 9 9 12 30 1.257.894


ALL. 3 - Dotazione organica obiettivo MalProf degli SPRESAL

ASP PAT* N° Malattie
Professionali
2008
Dotazione
Obiettivo
Medici
RISORSE ECONOMICHE NECESSARIE
ANNUE
ASP di Agrigento 21792 93 1 52.801,00
ASP di Caltanissetta 14196 136 1 52.801,00
ASP di Catania 53272 93 1 52.801,00
ASP di Enna 8542 116 1 52.801,00
ASP di Messina 35993 287 1 52.801,00
ASP di Palermo 52250 127 1 52.801,00
ASP di Ragusa 18092 33 1 52.801,00
ASP di Siracusa 18160 74 1 52.801,00
ASP di Trapani 23862 51 1 52.801,00

SICILIA

239.362 1010 9 469.000,00

* (Posizione Assicurativa Territoriale)



PIANO REGIONALE DI PREVENZIONE IN EDILIZIA 2010/2012
LA PROMOZIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA NEI CANTIERI TEMPORANEI O MOBILI

1 L'ATTUALE SCENARIO NORMATIVO ED ISTITUZIONALE
Il Patto per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, sottoscritto il 1° agosto 2007 da Governo e Regioni e reso esecutivo con DPCM del 17 dicembre dello stesso anno, è il documento che impegna le istituzioni, in particolar modo le Regioni, a raggiungere determinati obiettivi qualitativi e quantitativi nell'erogazione di tutti i servizi che il SSN mette a disposizione dei cittadini per il miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Lo stesso documento manifesta l'urgenza di avviare piani nazionali nei comparti a maggior rischio, ivi compreso quello delle costruzioni edili. Il coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro ha provveduto, pertanto, a stilare il Piano nazionale triennale per l'edilizia 2008-2010 ed il relativo documento operativo. Tali documenti forniscono alle Regioni ed alle P.A. precise indicazioni per l'espletamento delle attività di vigilanza, formazione ed assistenza finalizzate alla tutela della salute e della sicurezza in cantiere.
Ad ogni Regione è stata assegnata una quota di cantieri da ispezionare ogni anno, al fine di raggiungere l'obiettivo di 50.000 cantieri/anno sul territorio nazionale.
Per le Regioni per le quali il dato risulta molto più alto rispetto al volume di attività registrato per l'anno 2005, preso come anno di riferimento dal Piano nazionale edilizia, si prevede il raggiungimento progressivo dell'obiettivo nel corso del triennio.
Nell'anno 2009, la Regione Sicilia, con decreto 28 luglio, ha provveduto a recepire il Patto per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e ha sancito l'adesione della Regione al Piano nazionale triennale edilizia.
Oltre che alla pianificazione degli interventi di prevenzione delle AA.SS.PP. la Regione Sicilia sta provvedendo all'attivazione degli Organismi Istituzionali previsti dalla nuova normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
L'art. 7 del D.Lgs. n. 81/08 prevede, infatti, l'istituzione, presso ogni Regione e Provincia autonoma, di un Comitato regionale di coordinamento a cui spetta la realizzazione di una programmazione coordinata degli interventi di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Tale Comitato è stato costituito in Sicilia tramite il decreto presidenziale 14 gennaio 2009 recante "Ricostituzione del Comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, ai sensi del D.P.C.M. 21 dicembre 2007" e il decreto Assessorato della salute. n. 2486 del 5 novembre 2009 "Composizione del comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro".
Le funzioni di controllo e coordinamento dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (S.Pre.SAL) e dei Servizi impiantistico-antinfortunistico (SIA) delle AA.SS.PP. della Regione sono svolte dal servizio 3 "Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" del dipartimento attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico, che ha provveduto, nell'ottobre 2009, ad istituire il gruppo di lavoro "Sicurezza in edilizia".
Il quadro normativo di riferimento per la prevenzione degli infortuni nei cantieri è oggi rappresentato dal Titolo IV del D.Lgs. n. 81/08 come modificato dal D.Lgs. n. 106/09 che, ricollegandosi alla normativa precedente (D.Lgs. n. 494/96 e DPR n. 164/56), introduce importanti novità, finalizzate ad una maggiore qualificazione delle imprese edili, tra cui la definizione di "impresa affidataria" e dei suoi obblighi e l'individuazione dei requisiti per l'idoneità tecnico-professionale delle imprese e dei lavoratori autonomi.

1.1 IL PIANO NAZIONALE TRIENNALE PER L'EDILIZIA 2010-2012 E SUA ATTUAZIONE NELLA REGIONE SICILIA.
Il Piano nazionale si prefigge di raggiungere nel triennio, oltre ad una serie di obiettivi di sistema, sia a livello nazionale che territoriale, l'obiettivo di salute primario della riduzione degli infortuni mortali e gravi in edilizia.
Il Piano regionale di prevenzione in edilizia 2010-2012 di cui al decreto 28 luglio 2009, individua i seguenti obiettivi generali e specifici:
1. Potenziare l'attività di vigilanza al fine di ridurre gli infortuni, in particolare mortali e gravi, in edilizia;
1.1 raggiungimento delle quote di ispezione stabilite per la Sicilia dal Piano nazionale edilizia approvato dal Coordinamento delle Regioni e P.A. pari a 2.917 sopralluoghi/anno, obiettivo da raggiungere progressivamente con le modalità di cui ai paragrafi successivi.
2. Miglioramento della capacità di intervento coordinato tra le strutture territoriali delle Istituzioni;
2.1 intervento prioritario nei cantieri a rischio grave con ispezioni coordinate fra i diversi enti ispettivi, finalizzato ad un aumento di efficacia rispetto al raggiungimento degli obiettivi di salute;
2.2 formazione degli operatori (referenti regionali sul D.Lgs. n. 81/2008-Titolo IV) per la costituzione della cabina di regia regionale;
2.3 costituzione di cabina di regia regionale di supporto alla cabina di regia nazionale.
3. Potenziamento delle attività di promozione della salute e sicurezza nei cantieri edili, tramite iniziative di informazione, formazione, assistenza;
3.1 realizzazione di una campagna straordinaria di informazione, formazione e diffusione della cultura della sicurezza nei cantieri;
3.2 realizzazione di specifiche iniziative di informazione e formazione nei confronti dei lavoratori, datori di lavoro, coordinatori per la sicurezza, R.S.P.P. e di tutte le altre figure professionali coinvolte nella prevenzione, anche in collaborazione con altri enti e Istituzioni pubbliche, ordini professionali, associazioni scientifiche, ecc.
4. Aumentare le conoscenze tecniche degli operatori degli S.Pre.S.A.L.;
4.1 realizzare programmi di formazione per gli operatori degli S.Pre.S.A.L. funzionali alla realizzazione del progetto.
5. Individuare e promuovere soluzioni;
5.1 definire buone pratiche relative alle problematiche evidenziate, con l'attivazione di una banca dati regionale delle "buone prassi" e delle migliori procedure di prevenzione.

1.2 LA VALUTAZIONE DEGLI INTERVENTI CONDOTTI IN EDILIZIA: CRITERI PER LA PROGRAMMAZIONE
Sulla base delle esperienze pluriennali di altre Regioni il presente Piano tiene conto delle seguenti indicazioni:

Miglioramento della qualità e dell'omogeneità degli interventi di vigilanza
Nell'ambito dell'analisi delle attività di vigilanza degli S.Pre.SAL è emerso come elemento di criticità la disomogeneità tra i servizi, sia per quanto attiene la qualità degli interventi, sia in relazione all'oggetto del controllo. Si ritiene, pertanto, opportuno predefinire e "codificare" i possibili criteri di scelta per l'individuazione dei cantieri da vigilare e, nel contempo, omogeneizzare l'attività in cantiere, anche attraverso la predisposizione di strumenti descrittivi delle situazioni a rischio.

Efficacia della formazione
Emerge l'orientamento circa l'opportunità di intensificare le verifiche sulle attività di formazione e sulla necessità di definire criteri comuni per la valutazione di qualità dell'attività formativa stessa.

Implementazione dell'effetto "alone"
L'efficacia degli interventi di vigilanza, nei termini di miglioramento della sicurezza nei cantieri del territorio, viene aumentata dalla presenza dell'effetto "alone", prodotto dal concorso dell'effetto "deterrenza" e dell'effetto "persuasione", variamente bilanciati a seconda dell'approccio ispettivo, che determinano attenzione agli aspetti di sicurezza anche nei cantieri non direttamente interessati dalla vigilanza. In analogia nella nostra Regione, poiché l'attività di controllo interessa soltanto una parte dei cantieri presenti sul territorio, si ritiene prioritario diffondere periodicamente i dati relativi agli interventi effettuati.

Ottimizzazione dei dati di attività disponibili attraverso l'attivazione di un sistema informativo
Risulta inderogabile la definizione di uno strumento semplice e pertinente per la rilevazione delle attività di controllo in edilizia, allineato con i modelli in uso a livello nazionale.

Definizione formalizzata di un piano di valutazione del progetto, contestualmente alla sua predisposizione
Sulla base delle difficoltà emerse durante la valutazione degli interventi di prevenzione, appare di fondamentale importanza stabilire, fin dalla fase progettuale, ciò che interessa misurare.
La definizione del piano di valutazione dovrebbe pertanto, comprendere l'individuazione di opportuni indicatori di processo per ogni obiettivo specifico.

1.3 ANDAMENTO DEGLI INFORTUNI NELLA REGIONE SICILIA
Il fenomeno infortunistico in Sicilia, secondo il rapporto annuale 2008 INAIL, rappresenta il 4,06 % del totale nazionale e registra, rispetto al precedente anno, un andamento pressoché costante (+ 0,2%). Sono stati denunciati all'INAIL 35.590 infortuni sul lavoro, di cui 30.209 relativi al settore dell'industria e servizi, 2.709 dell'agricoltura e 2.672 dei dipendenti dello Stato.
Per quanto riguarda gli infortuni mortali, nel 2008 sono stati denunciati 76 casi a fronte dei 77 del 2007. In particolare nel 2008, sono stati registrati 11 casi mortali in agricoltura, 64 nell'industria e servizi e 1 tra i dipendenti in conto Stato.
Dei 76 infortuni mortali, 65 sono avvenuti in ambiente di lavoro e 11 in itinere.
Il settore più a rischio è risultato quello dell'edilizia con 17 decessi.

Grafico 1 - Andamento nel 2005-2008 del numero di infortuni denunciati sui cinque comparti più rappresentati in Sicilia nel settore Industria - Artigianato - Agricoltura


2005 2006 2007 2008
Costruz. edili 2604 2693 2951 2767
Metalmeccanica 983 998 1063 917
Commercio 2011 2259 2179 2237
Sanità 3414 3677 3981 3667
Agricoltura 3309 3001 2743 2709

Analizzando l'andamento infortunistico nel settore delle costruzioni edili in Sicilia, si evidenzia una lieve e costante ascesa del fenomeno con picco massimo nell'anno 2007.


Grafico 2 - Numero totale di infortuni accaduti nel 2008 in Sicilia e in Italia suddivisi per attività economica


Costruz. edili Industria e servizi Dipendenti dello Stato Agricoltura
Italia 53365 53278 29223 53278
Sicilia 2767 30209 2672 2709


Grafico 3 - Infortuni con inabilità permanente e mortali sul totale accaduti nell'anno 2008 in Sicilia nei vari settori lavorativi


 

Estraz. Minerarie Distrib. Costruz. Trasp. Metalmec. Sanità Legno
Inabilità permanente 6 18 360 197 20 106 20
Morte 0 0 17 9 0 0 2


Grafico 4 - Numero infortuni nel settore delle costruzioni edili avvenuti nelle varie Province siciliane nell'anno 2008


Agrigento Caltanissetta Catania Enna Messina Palermo Ragusa Siracusa Trapani
72 35 230 69 268 161 291 80 150



CAPITOLO 2
LE LINEE DI INDIRIZZO E LE AZIONI REGIONALI PER LA PREVENZIONE NEI CANTIERI EDILI ANNI 2010-2012

2.1- LE LINEE DI INDIRIZZO PER LA PREVENZIONE
L'analisi dei dati infortunistici più recenti nel comparto delle costruzioni in Sicilia, rappresenta oggi una priorità per il sistema pubblico di prevenzione della nostra Regione, poiché resta ai primi posti nella classifica delle attività economiche più rappresentate sul territorio specie per quanto riguarda gli indicatori di gravità infortunistica.
Il suddetto fenomeno va, peraltro, correlato ad una diminuzione del numero degli occupati attestato al 6% nel secondo semestre 2008, rispetto allo stesso periodo del 2007 e delle ore lavorate denunciate dalle imprese alle Casse edili.
In particolare, la Regione Sicilia condivide gli obiettivi ed aderisce alle indicazioni tecniche ed alle linee operative contenute nel Piano nazionale, mutuando nel Piano regionale i seguenti contenuti:
• la concentrazione delle risorse sull'obiettivo primario della riduzione degli infortuni mortali e gravi in edilizia, tenuto conto delle criticità correlate alla carenza degli organici e della necessità di implementazione degli stessi;
• l'incremento numerico dei cantieri da ispezionare, da raggiungere in previsione al potenziamento del personale degli S.Pre.S.A.L. in Sicilia;
• l'importanza del controllo del territorio e dell'individuazione dei cantieri da ispezionare, privilegiando quelli che già dall'esterno appaiono più a rischio e, primi fra tutti, quelli sotto il livello del "minimo etico di sicurezza", a rischio di caduta dall'alto e di seppellimento (All. 1).
La Regione Sicilia vuole dare applicazione, nel presente Piano, anche ad alcune delle indicazioni emerse dal lavoro di valutazione degli interventi di prevenzione precedentemente messi in campo, tenuto conto dell'esperienza sia a livello locale che soprattutto attraverso il confronto con altre Regioni. In particolare:
• migliorare l'omogeneità degli interventi di vigilanza su tutto il territorio regionale;
• potenziare l'effetto deterrenza dell'attività di vigilanza;
• intensificare la verifica della formazione e dell'addestramento ricevuto dai lavoratori;
• ottimizzare i dati di attività rilevabili, attraverso l'attivazione di un sistema informativo;
• definire il piano di valutazione del progetto contestualmente alla sua realizzazione.

2.2 - LE AZIONI REGIONALI

2.2.1 - I COMPITI DEL GRUPPO DI LAVORO "SICUREZZA IN EDILIZIA" DELLA REGIONE SICILIA
Come già esplicitato in premessa, il servizio 3 "Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" del dipartimento attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico dell'Assessorato regionale per la sanità ha istituito il gruppo di lavoro "Sicurezza in edilizia" che rappresenta la cabina di regia del Piano regionale di prevenzione in edilizia, alla quale, oltre alla condivisione del presente progetto, si assegnano i seguenti obiettivi:
1. Predisposizione di strumenti operativi da utilizzare nel progetto a partire dal 2010, condivisi con gli operatori dei servizi attraverso specifici momenti di confronto.
2. Predisposizione schede di rilevazione delle attività di vigilanza in edilizia in previsione dell'attivazione del sistema informativo.
3. Raccolta ed analisi dei dati di attività dei Servizi regionali con redazione di report periodici semestrali.
4. Individuazione e proposizione di interventi correttivi per migliorare l'uniformità delle attività di controllo, anche attraverso l'omogeneizzazione delle procedure.
5. Programmazione di momenti informativi e formativi, di coordinamento e di confronto con i Servizi sull'andamento del Piano.
La cabina di regia sarà coordinata dal rappresentante della Regione siciliana presso la cabina di regia nazionale del Piano nazionale edilizia.

2.2.2 - LA FORMAZIONE DEGLI OPERATORI DEI SERVIZI
L'aggiornamento e la crescita delle competenze professionali degli operatori dei Servizi siciliani costituisce un impegno costante per la Regione e per le AA.SS.PP. nell'ambito di una politica attiva di sviluppo delle risorse umane, finalizzata alla crescita della qualificazione professionale del personale.
I          n applicazione del D.A. 28 luglio 2009, che ha recepito il "Patto per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro", è stato avviato il Progetto regionale di formazione continua in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, promosso dall'Assessorato regionale della sanità e realizzato dal CEFPAS in collaborazione con il servizio 3 "Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" del dipartimento attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico. Il percorso formativo si rivolge agli operatori dei Servizi delle AA.SS.PP. siciliane impegnati nella promozione della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro affinché, tramite aggiornamenti delle conoscenze su normative specifiche e procedure operative, si orientino e si indirizzino uniformemente le scelte operative e procedurali nella gestione degli adempimenti istituzionali.
La formazione degli operatori per la realizzazione del Piano regionale di prevenzione in edilizia riguarderà, oltre alla divulgazione e alla condivisione delle motivazioni e degli obiettivi del presente Piano regionale, anche l'approccio ad alcune tematiche considerate prioritarie al fine di individuare, in un confronto tra operatori, gli strumenti per affrontarle in modo omogeneo e qualitativamente adeguato. Essa deve necessariamente svilupparsi orientando il personale verso "le buone pratiche".

2.2.3 - LA PROMOZIONE DELLA FORMAZIONE DELLE FIGURE STRATEGICHE DELLA PREVENZIONE
La formazione finalizzata al cambiamento dei comportamenti 'insicuri' e alla valorizzazione dei comportamenti sicuri è sicuramente uno dei cardini della prevenzione nel settore delle costruzioni.
Le evidenze di efficacia, riscontrate analizzando interventi di tipo formativo, hanno sottolineato l'opportunità di valutare la qualità della formazione erogata, proponendo forme di collaborazione con altri soggetti incaricati della formazione (scuole edili, comitati paritetici, ordini professionali, enti pubblici, ecc.), per la definizione di criteri comuni per la valutazione di qualità dell'attività formativa e le necessarie azioni coordinate da intraprendere finalizzate ad aumentare la qualità stessa.
In particolare la formazione dovrà essere:
• erogata secondo procedure e standard riconosciuti, compresa la verifica di apprendimento;
• mirata alle figure a cui è rivolta (datori di lavoro, lavoratori, preposti, RLS, dirigenti, coordinatori), con particolare riferimento ai lavoratori immigrati considerato che il D.Lgs. n. 81/08 stabilisce l'obbligo di assicurare una formazione adeguata, anche rispetto alle conoscenze linguistiche. A tal fine è raccomandato l'utilizzo del mediatore culturale.

2.2.4 - IL COORDINAMENTO CON GLI ALTRI SOGGETTI DELLA PREVENZIONE
Si ritiene necessario attuare una quota di attività di vigilanza congiunta con gli altri soggetti titolari di funzioni di controllo (Direzione regionale del lavoro, INAIL, INPS, etc.), al fine di creare sinergie mirate alla riduzione degli infortuni che si persegue anche con il contrasto al lavoro nero, anche nell'ottica di integrare le azioni del presente Piano con quelle del recentissimo "Piano straordinario di contrasto al lavoro sommerso nell'edilizia e nell'agricoltura", varato dal Ministero del lavoro e approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 gennaio 2010.
Gli interventi congiunti richiedono un approccio particolarmente impegnativo; si ritiene tuttavia che gli stessi contribuiscano ad aumentare l'efficacia e l'uniformità degli interventi ed a promuovere l'interscambio di esperienze tra operatori della prevenzione.
Le modalità di vigilanza integrata e/o congiunta saranno individuate nell'ambito del Comitato regionale di coordinamento di cui al D.P.Reg.S. 14 gennaio 2009 e al decreto n. 2486 del 5 novembre 2009.

2.2.5 - LA COMUNICAZIONE SOCIALE A LIVELLO REGIONALE E PROVINCIALE
Il Piano regionale di prevenzione in edilizia prevede la realizzazione di una campagna straordinaria di informazione, formazione e diffusione della cultura della sicurezza nei cantieri edili, da realizzare con la collaborazione delle AASSPP della Regione, di altre Istituzioni e Enti coinvolti nel settore della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso il Comitato regionale di coordinamento di cui al D.P.Reg.S. 14 gennaio 2009 e al D.A. n. 2486 del 5 novembre 2009, insediatosi l'8 febbraio 2010.
Nel triennio di attuazione del Piano dovranno essere sviluppate delle iniziative che garantiscano la diffusione di informazioni relative alle atti-vità svolte dal sistema pubblico di prevenzione, tenuto conto anche delle indicazioni provenienti dal Piano nazionale. Il Piano sarà pubblicato nel sito web dell'Assessorato regionale della salute e nei siti delle AA.SS.PP.; saranno emanate circolari informative rivolte a Associazioni di categoria, agli Organismi paritetici territoriali, alle OO.SS., all'ANCE, agli Ordini Professionali, etc.. In particolare il Piano dovrà essere presentato a livello sia regionale che provinciale a tutti i soggetti coinvolti nel settore della sicurezza in edilizia, con particolare riferimento a Istituzioni, Parti sociali, Ordini professionali, etc.., a cura delle AA.SS.PP della Regione, con il coordinamento del Servizio 3 "Tutela della Salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro" dell'Assessorato regionale della salute.
Il Servizio 3 promuoverà, con la collaborazione delle AA.SS.PP. della Regione, la progettazione e l'organizzazione, a livello regionale e provinciale, di seminari, convegni, tavole rotonde, realizzazione di manuali, brochure, linee guida, etc., sul tema della tutela della salute e sicurezza in edilizia, da realizzare anche in collaborazione con gli altri soggetti della prevenzione (INAIL, CPT, Associazioni di categoria e sindacali, Ordini professionali, etc.). In particolare, nell'ambito dell'attuazione del Piano è prevista l'istituzione della "Settimana regionale della Sicurezza sul lavoro" all'interno della quale organizzare in tutte le province della Regione iniziative di promozione e diffusione della cultura della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
In ambito regionale il 18 dicembre 2009 è stato sottoscritto un protocollo di intesa tra Regione Sicilia e INAIL. Tale collaborazione determinerà la promozione e sviluppo di azioni comuni a carattere informativo, assistenziale e formativo, nonché di studio e di ricerca, con particolare attenzione alle lavorazioni a maggior rischio, in particolare a sostegno del "Piano regionale di prevenzione in edilizia 2010-2012".

2.2.6 - LA DIFFUSIONE DELLE BUONE PRATICHE
L'archivio delle buone pratiche può costituire un contributo al perseguimento dell'omogeneizzazione dell'attività degli SPreSAL, anche per gli aspetti di vigilanza, in quanto gli operatori disporrebbero di maggiori e più puntuali riferimenti per impartire le loro prescrizioni.
Partendo, quindi, dai materiali già esistenti e coinvolgendo anche gli altri enti soggetti della prevenzione (CPT, ordini professionali, ecc.), potrebbero essere individuati temi e fasi lavorative da approfondire al fine di definire e condividere efficaci e fattibili misure di sicurezza.

2.2.7 - LA DEFINIZIONE DI CRITERI PER AUMENTARE L'ATTENZIONE AL TEMA DELLA SICUREZZA NEGLI APPALTI PUBBLICI
Il problema della sicurezza investe anche gli appalti pubblici, pur in presenza di strumenti di selezione delle imprese e di vincoli contrattuali che non sempre vengono sfruttati dalle stazioni appaltanti; si ritiene, quindi, necessario un maggior coinvolgimento dei committenti pubblici sulla tematica specifica ed utile fornire nel contempo indirizzi operativi per i servizi pubblici di prevenzione e le stazioni appaltanti per l'effettiva applicazione del codice degli appalti pubblici, relativamente agli aspetti in materia di sicurezza.
In particolare, il codice degli appalti (D.Lgs. n. 163/2006), prevede l'esclusione dalla partecipazione alle procedure di affidamento di appalti e subappalti, delle imprese che hanno commesso gravi infrazioni, debitamente accertate, alle norme in materia di sicurezza, risultanti dai dati in possesso dell'Osservatorio dei contratti pubblici; inoltre l'art. 14 del D.Lgs. n. 81/08 prevede l'obbligo di segnalazione, da parte dell'Organo di vigilanza, all'Autorità per la vigilanza sui Contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, dei provvedimenti di sospensione dell'attività imprenditoriale a seguito di gravi e reiterate violazioni in materia di tutela della salute e della sicurezza del lavoro.
Per tali motivi si ritiene opportuno programmare interventi in materia di sicurezza negli appalti pubblici basati sulla promozione di intese con gli Organi Regionali competenti, al fine di stabilire procedure operative di collaborazione e di condivisione di banche dati comuni relativamente alle imprese e alle violazioni contestate. A tal fine, in collaborazione con l'Assessorato regionale delle infrastrutture, si potranno promuovere tavoli tecnici di confronto con l'ANCI, l'UPS ed altre associazioni di categoria, anche nell'ambito dell'applicazione dell'art. 3 della L.R. n. 20/2007.

CAPITOLO 3
IL PIANO OPERATIVO DI PREVENZIONE IN EDILIZIA E I COMPITI DELLE AASSPP

3.1 INCREMENTO DEGLI INTERVENTI DI VIGILANZA
L'obiettivo di attività fissato dal Piano nazionale triennale è, a regime cioè alla fine del triennio, quello di ispezionare 50.000 cantieri all'anno su tutto il territorio nazionale.
Nella ripartizione tra le Regioni, basata su quattro parametri: popolazione regionale, numero di addetti del comparto, numero di infortuni gravi e mortali del comparto, notifiche preliminari, la quota assegnata alla Regione Sicilia è di 2917 cantieri/anno da raggiungere progressivamente nel corso del triennio, come si evince dalla tabella allegata al presente Piano regionale di Prevenzione in Edilizia 2010/2012.
Tenuto conto che il Piano della Regione Sicilia partirà nel 2010 ci si propone di raggiungere la quota assegnata nel triennio 20102012 secondo la progressione sotto specificata (l'incremento percentuale indicato è stato calcolato rispetto all'anno precedente):
- 2009 - mantenimento del dato storico, riportato nel documento operativo per la realizzazione del Piano nazionale di prevenzione in Edilizia 2008-2010, pari ad almeno 919 cantieri/anno;
- 2010 - incremento del 40% rispetto all'anno precedente pari a 1287 cantieri/anno;
- 2011 - incremento del 50% rispetto all'anno precedente pari a 1930 cantieri/anno;
- 2012 - incremento del 55% rispetto all'anno precedente pari a 2991 cantieri/anno (obiettivo da raggiungere 2917 cantieri/anno).
La suddivisione dei cantieri da sottoporre a vigilanza, assegnato alle singole ASP della Regione Sicilia per anno di riferimento, tiene conto dei seguenti parametri:
- popolazione provinciale residente;
- numero di notifiche preliminari pervenute nel 2008 a ciascuna ASP.

Obiettivi di attività

ASP Popolazione Notifiche preliminari 2010 2011 2012
Agrigento 448.913 1196 129 193 292-300
Caltanissetta 272.289 637 66 98 146-154
Catania 1.084.977 2240 268 403 613-622
Enna 176.943 482 53 80 116-123
Messina 651.173 1521 179 269 408-417
Palermo 1.250.850 1740 268 403 613-622
Ragusa 313.901 1081 104 155 233-241
Siracusa 402.840 1265 129 193 292-300
Trapani 435.913 1920 91 136 204-212
TOTALE 5.037.799 12082 1287 1930 2917-299


Vista la dotazione di risorse umane dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (S.PRE.SA.L.) delle AA.SS.PP., per il raggiungimento degli obiettivi di attività previsti dal presente Piano regionale di prevenzione in edilizia 2010/2012, risulta indispensabile il potenziamento del personale dei Servizi, in aggiunta alla dotazione minima di risorse previste per l'espletamento delle attività non programmabili.
Per il raggiungimento degli obiettivi di incremento di attività rispetto al dato storico, come precedentemente riportati, è stato utilizzato il criterio secondo il quale, fermo restando la necessità che ogni accesso ispettivo sia effettuato da almeno due operatori, una coppia di ispettori, esclusivamente dedicata a funzioni di controllo e vigilanza in edilizia, possa sottoporre a vigilanza circa 100 cantieri/anno, pari a 50/cantieri/anno/ispettore. A tal proposito si sottolinea che "un cantiere" è, nella quasi totalità dei casi, l'insieme di più imprese che operano nel medesimo luogo di lavoro; l'ispezione deve coinvolgere necessariamente oltre a tutte le imprese presenti anche il committente e i coordinatori per la sicurezza, ai sensi del D.lgs. n. 81/08.
Considerato che l'incremento rispetto al dato storico, alla fine del triennio, è di 2.072 cantieri, il fabbisogno calcolato con i criteri sopra enunciati è di 40 operatori per tutta la Regione e in particolare di 31 tecnici della prevenzione e, viste le specifiche competenze professionali richieste, di 9 ingegneri (almeno uno per ogni A.S.P.).
La suddivisione dei suddetti operatori per singola A.S.P. è proporzionale al numero di cantieri da sottoporre a controllo e vigilanza come di seguito indicato:

ASP Tecnici della prevenzione Ingegneri Totale
Agrigento 3 1 4
Caltanissetta 1 1 2
Catania 7 1 8
Enna 1 1 2
Messina 5 1 6
Palermo 7 1 8
Ragusa 2 1 3
Siracusa 3 1 4
Trapani 2 1 3
TOTALE 31 9 40


3.2 POTENZIAMENTO DEI SERVIZI E CRITERI DI FINANZIAMENTO
Verificata prioritariamente l'impossibilità di assegnare ai Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (S.PRE.S.A.L.) Tecnici della prevenzione già in dotazione ai dipartimenti di prevenzione ma afferenti a servizi diversi dagli SS.Pre.S.A.L. e S.I.A (Servizio impiantistico e antinfortunistico), le AA.SS.PP. potranno procedere all'incremento dell'organico in base alla seguente ripartizione, utilizzando le risorse economiche previste da presente decreto.

ASP Tecnici della prevenzione Ingegneri Totale RISORSE ECONOMICHE ANNUE NECESSARIE
Agrigento 3 1 4 142.448,00
Caltanissetta 1 1 2 75.870,00
Catania 7 1 8 275.603,00
Enna 1 1 2 75.870,00
Messina 5 1 6 209.025,00
Palermo 7 1 8 275.603,00
Ragusa 2 1 3 109.159,00
Siracusa 3 1 4 142.448,00
Trapani 2 1 3 109.159,00
TOTALE 31 9 40 1.415.185,00


3.3 MONITORAGGIO DEL TERRITORIO E SCELTA DEI CANTIERI DA ISPEZIONARE
I cantieri da ispezionare verranno preventivamente selezionati, cercando di coprire tutto il territorio di competenza, sulla base di:
a) attività programmata dal servizio sulla scorta delle notifiche preliminari;
b) attività programmata dal servizio in base ad avvistamenti diretti di cantieri "sotto il minimo etico di sicurezza" (Allegato 1);
c) richiesta di altri soggetti: A.G., enti, lavoratori, cittadini, ecc;
d) in concomitanza di inchieste infortuni;
e) attività programmate dal servizio nei cantieri di rimozione e bonifica amianto.

3.3.1 Scelta dei cantieri su selezione delle notifiche
La selezione dei cantieri da controllare avverrà sulla base di criteri che indirizzino la vigilanza verso fasi di lavoro ad alto rischio ed in particolare:
a) caduta dall'alto (nuove costruzioni, rifacimento di coperture, rimozione di coperture in cemento-amianto, .....);
b) seppellimento (scavi in trincea, ....);
c) sprofondamento (ristrutturazioni interne, rimozione di coperture in cemento-amianto, ...).

3.3.2 Scelta dei cantieri per avvistamento
Per quanto attiene la scelta dei cantieri per avvistamento si interverrà prioritariamente nei cantieri che, già dall'esterno, si rivelano sotto il livello del "minimo etico di sicurezza", ovvero in quei cantieri nei quali vi sia il riscontro diretto di una "scarsa o nessuna osservanza" delle precauzioni contro i rischi gravi di infortuni, consistenti in due principali condizioni:
- grave ed imminente pericolo di infortuni direttamente riscontrato, soprattutto per caduta dall'alto;
- carenze non immediatamente sanabili.
A titolo esemplificativo si indicano alcune situazioni di rischio grave ed immediato:
A. lavori in quota sopra i tre metri in totale assenza di opere provvisionali o con estese carenze di protezioni, non sanabili nell'immediatezza con interventi facilmente praticabili;
B. lavori di scavo superiore al metro e mezzo, in trincea, o a fronte aperto ma con postazioni di lavoro a piè di scavo, senza alcun tipo di prevenzione (assenza di puntellature, armature o simili) e con estensione tale da non permettere una facile ed immediata messa in sicurezza;
C. lavori su superfici "non portanti" (es. cemento-amianto) senza alcun tipo di protezione collettiva od individuale e non facilmente ed immediatamente sanabili.
Secondariamente si interverrà nei cantieri che presentano gravi violazioni relativamente ai quattro rischi prioritari:
• caduta dall'alto;
• caduta di materiali dall'alto;
• elettrocuzione;
• seppellimento.
La scelta dei cantieri per avvistamento risulta particolarmente utile poiché la gestione dell'archivio delle notifiche preliminari consente l'individuazione delle tipologie costruttive e dei relativi rischi ma non dei periodi nei quali saranno eseguite le specifiche fasi di lavoro.

3.4 IL CONTROLLO DEGLI ASPETTI RELATIVI ALLA SORVEGLIANZA SANITARIA
Le recenti disposizioni normative, relative al controllo dell'assunzione di sostanze stupefacenti e psicotrope, compreso l'alcol e la valutazione della assenza di dipendenza nelle mansioni a rischio, oltre a porre nuovi obblighi in capo al datore di lavoro, hanno modificato le finalità della sorveglianza sanitaria che ora è rivolta anche alla tutela di terzi.
Le modalità di intervento sulle problematiche di salute nel comparto dovranno tener conto anche dei documenti elaborati dal Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro:
- indicazioni per la sorveglianza sanitaria nel comparto edile;
- linee guida per la sorveglianza sanitaria degli addetti a lavori temporanei in quota con impiego di sistemi di accesso e posizionamento mediante funi.

3.5 DOCUMENTAZIONE E REGISTRAZIONE DEI DATI
Per tutti gli interventi di vigilanza nei cantieri verrà compilata la scheda di rilevazione delle attività di vigilanza in edilizia come da allegato 2.
I dati riportati sulle schede di valutazione verranno aggregati su apposita scheda riepilogativa da inviarsi periodicamente alla Cabina di regia del Piano regionale di prevenzione in edilizia.
Esclusivamente a titolo indicativo e in fase di prima applicazione del piano si allega (Allegato 3) un fac-simile del verbale di ispezione da utilizzare quale possibile strumento per gli operatori, fermo restando che sarà cura dei singoli servizi, omogeneizzare le procedure e la modulistica per finalità di equità e trasparenza, e della cabina di regia definire, in corso di attuazione del piano, la modulistica unica regionale per la vigilanza in edilizia.

Allegato 1

Schema delle situazioni di cantiere "sotto il minimo etico di sicurezza"

Nel caso di cantieri considerati sotto "il minimo etico", nei quali cioè vi sia il riscontro di una "scarsa o nessuna osservanza" delle precauzioni contro i rischi gravi di infortuni, e coesistano due condizioni:
- grave ed imminente pericolo di infortuni direttamente riscontrato, soprattutto per caduta dall'alto;
- la situazione non sia sanabile con interventi facili ed immediati;
si propone l'applicazione radicale degli strumenti repressivi in grado di produrre anche la sospensione dei lavori.
A titolo esemplificativo si indicano alcune situazioni che, comunque, vanno sempre giudicate nella situazione reale di cantiere e utilizzando tutta la professionalità acquisita in anni di esperienza:
A. lavori in quota sopra i tre metri in totale assenza di opere provvisionali o con estese carenze di protezioni, non sanabili nell'immediatezza con interventi facilmente praticabili;
B. lavori di scavo superiore al metro e mezzo, in trincea, o a fronte aperto ma con postazioni di lavoro a piè di scavo, senza alcun tipo di prevenzione (mancanza di studi geotecnici che indichino chiaramente la tenuta di quello scavo e assenza di puntellature, armature o simili) e con estensione tale da non permettere una facile ed immediata messa in sicurezza;
C. lavori su superfici "non portanti" (ad es. eternit) senza alcun tipo di protezione collettiva od individuale e non facilmente ed immediatamente sanabili.

Allegato 2

Allegato 3

PIANO REGIONALE DI PREVENZIONE IN AGRICOLTURA E SELVICOLTURA 2010/2012

LA PROMOZIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO NEL SETTORE AGRICOLO

PREMESSA
L'accordo sancito in ambito nazionale in conferenza Stato-Regioni e reso esecutivo con il DPCM 17 dicembre 2007, definito " Patto per la tutela della salute e per la sicurezza nei luoghi di lavoro" ha fissato per le Regioni una serie di obiettivi in materia, da perseguire nei rispettivi ambiti territoriali come impegni prioritari. In riscontro al suddetto Accordo le Regioni si sono impegnate ad adottare specifici provvedimenti, finalizzati a potenziare l'attività dei Servizi di prevenzione e sicurezza nei luoghi di lavoro e dei Servizi impiantistico-antinfortunistici dei dipartimenti di prevenzione delle Aziende sanitarie provinciali e a permettere loro di svolgere un' azione di prevenzione e di vigilanza quanto più efficace possibile, a razionalizzare e ottimizzare l'uso delle risorse disponibili, a garantire l'attuazione di interventi mirati di prevenzione in modo omogeneo e di pari efficacia in tutto il territorio nazionale. Secondo lo spirito del "Patto" i suddetti provvedimenti, messi in campo a livello territoriale, devono tendere a contrastare, con azioni strategiche mirate, i fenomeni infortunistici e patologici correlati al lavoro, soprattutto nelle situazioni e negli ambiti lavorativi a maggiore rischio così come risulta dai dati epidemiologici disponibili sugli infortuni e sulle malattie professionali.
La Regione siciliana, con decreto dell'Assessorato regionale della salute del 28 luglio 2007, ha recepito l'accordo Stato - Regioni di cui al DPCM del 17 dicembre 2007 e nell'ambito delle azioni da promuovere in seno al suddetto decreto ha individuato come prioritaria l'attuazione del Piano nazionale di prevenzione in agricoltura e selvicoltura, tramite uno specifico Piano Regionale.
Il Piano prevede azioni coordinate di vigilanza, informazione, formazione ed assistenza. Per l'attività di vigilanza, sulla base di quattro parametri - aziende agricole presenti, infortuni gravi e mortali, addetti al comparto - ad ogni Regione è stata assegnata una quota di aziende agricole da ispezionare ogni anno, al fine di raggiungere l'obiettivo di 10.000 aziende/anno sul territorio nazionale, alla fine del triennio.
In parallelo all'azione di vigilanza, il Piano nazionale Agricoltura promuove la formazione nel modo agricolo e la diffusione di materiali divulgativi e manuali anche attraverso la costruzione di un sito web per la sicurezza e la salute in agricoltura.
La Regione siciliana condivide gli obiettivi ed aderisce alle indicazioni tecniche ed alle linee operative contenute nel Piano nazionale e, con il presente documento, intende promuovere nel proprio territorio, per il triennio 2010/2012, uno specifico Piano regionale di prevenzione in agricoltura, da attuare avvalendosi dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dei Dipartimenti di prevenzione delle AA.SS.PP, con le risorse aggiuntive che allo scopo saranno destinate a queste Aziende sanitarie.
La Regione ha anche provveduto all'attivazione degli Organismi istituzionali previsti dalla nuova normativa in materia di tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. In particolare l'art. 7 del D.Lgs. n. 81/08 prevede l'istituzione, presso ogni Regione e Provincia Autonoma, di un Comitato regionale di coordinamento a cui spetta la realizzazione di una programmazione coordinata degli interventi di prevenzione e vigilanza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Tale Comitato è stato costituito in Sicilia tramite il decreto presidenziale 14 gennaio 2009 recante "Ricostituzione del comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, ai sensi del D.P.C.M. 21 dicembre 2007" e il D. Assessorato della salute. n. 2486 del 5 novembre 2009 "Composizione del comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro".

1 IL CONTESTO
In campo agricolo la Sicilia ha una storia millenaria, basti ricordare che fin dai tempi dei romani era considerata il granaio dell'impero, con una produzione importante favorita sia dalla notevole estensione di superficie agricola utilizzabile, sia dalla collocazione geografica, ideale per le colture cosiddette "mediterranee" che nell'isola possono esprimere al massimo le loro potenzialità produttive. Tuttora il settore agricolo rappresenta per l'economia siciliana un ruolo trainante e di primaria importanza. Secondo i dati ISTAT del 5° Censimento generale dell'agricoltura, in Sicilia (rif. anno 2000) sono state rilevate 365.346 aziende agricole zootecniche e forestali con superficie totale pari a 1.504.240 ettari, di cui la SAU (superficie agricola utilizzata) è rappresentata da 1.281.655 ettari. Questi dati regionali, anche se in progressiva flessione rispetto ai rilevamenti precedenti, per un trend che è comunque nazionale, rapportati all'equivalente realtà italiana rappresentano una quota significativa della situazione agricola nazionale e collocano la Sicilia, per importanza e dimensione del settore, tra le prime regioni in Italia; un'indagine successiva campionaria sulle strutture agrarie effettuata dall'ISTAT in riferimento all'annata agraria 2006/07, relativamente alla Sicilia, ha rilevato la presenza di 237.270 aziende a fronte delle 365.346 censite nel 2000. Tra queste le aziende che risultano appartenere alla classe con forza lavoro superiore a 300 ULA * (giornate di lavoro ) ammontano a 15.083 (vedi Tavv. 1,2,3).
*ULA-Quantifica in modo omogeneo il volume di lavoro svolto da coloro che partecipano al processo di produzione; essa rappresenta la quantità di lavoro prestato nell'anno da un occupato a tempo pieno, oppure la quantità di lavoro equivalente prestata da lavoratori a tempo parziale o da lavoratori che svolgono un doppio lavoro.

1.1 La struttura delle aziende
La maggior parte delle aziende sulla base della rispettiva disponibilità di SAU ( superficie agricola utilizzabile) sono microaziende a conduzione familiare. La tipologia strutturale microaziendale a conduzione esclusivamente familiare è quella prevalente, così come per il resto d'Italia; nella Regione Sicilia, tuttavia, tale struttura a microimpresa è ancora più accentuata, soprattutto in alcune realtà provinciali dove in epoca recente si è assistito ad una trasformazione e ad una modernizzazione del settore, che ha portato, oltre ad un notevole aumento della produttività e ad un'accentuata meccanizzazione del lavoro, alla creazione di ambienti di lavoro molto vicini, per tipologia di rischi, agli ambienti industriali.

1.2 La forza lavoro
L'agricoltura è un settore lavorativo che ha in corso profonde trasformazioni, soprattutto nell'organizzazione delle unità produttive. Un'indagine campionaria sulle strutture agrarie effettuata dall'ISTAT in riferimento all'annata agraria 2006/07 ha confermato la forte tendenza della riduzione del contesto produttivo agricolo, evidenziando una contrazione notevole sia della forza lavoro che delle unità produttive. In tale quadro tuttavia rimane sostanzialmente stabile la superficie agricola coltivata, segno che stanno cambiando le modalità produttive e soprattutto si ha una sempre maggiore meccanizzazione del lavoro. A diminuire sono soprattutto le piccole aziende mentre crescono le unità produttive di grandi dimensioni.

1.3 La meccanizzazione
La meccanizzazione riguarda una quota rilevante delle aziende, infatti l'88,6 % di esse utilizza mezzi agricoli sia di proprietà che forniti da terzi. I mezzi meccanici di proprietà più diffusi sono i motocoltivatori, le motozappe, le motofresatrici, le motofalciatrici. Mentre le macchine più costose e di uso meno frequente (mietitrebbiatrici, macchine per la raccolta automatizzata dei prodotti) sono di solito usate e richieste a conto terzi. Il 40 % delle aziende comunque usa trattrici di proprietà o fornite da terzi.

1.4 Le coltivazioni
Le coltivazioni agricole tradizionali rappresentano ancora in Sicilia una quota considerevole della produzione. Le coltivazioni legnose agrarie più diffuse sono l'ulivocoltura, la frutticoltura, la viticoltura e sono praticate nel 79.3% delle aziende. Accanto alle legnose un ruolo prevalente, soprattutto in molte aree interne della Sicilia, è rappresentato dai seminativi (cereali) che interessano ben il 48.2 % delle aziende. Ruolo importante nella produzione agricola siciliana e di rilievo anche nel contesto produttivo nazionale hanno ormai le produzioni orticole intensive a pieno campo o in strutture protette che, grazie alle condizioni climatiche favorevoli, permettono di superare le fasi stagionali ed avere una produzione di ortaggi per tutto l'anno. Fra le colture intensive in strutture protette annoveriamo anche la floricoltura. In atto la produzione agricola regionale siciliana in serra è la più estesa in ambito nazionale, rappresentando una quota pari al 33%, seguita da quella della regione Campania pari al 22% del totale. Con circa 9000 ettari di serre la Sicilia ha da sola un terzo della quantità di serre presenti in ambito nazionale. La serricoltura, avvalendosi di sistemi e tecnologia produttiva avanzata, ha stravolto i ritmi tradizionali della produzione agricola e soprattutto, relativamente all'igiene e sicurezza del lavoro, ha introdotto rischi lavorativi che prima erano marginali nel contesto agricolo.

1.5 La selvicoltura
Poco rappresentato a livello aziendale produttivo è il comparto della selvicoltura. I boschi sono relativamente presenti nel panorama aziendale produttivo dell'agricoltura siciliana, rappresentando solo l'8 % della superficie agricola totale.

1.6 Gli allevamenti
Secondo i dati del 5° Censimento dell'agricoltura, le aziende agricole che praticano l'allevamento di bestiame risultano essere 18.443, pari ad una percentuale del 5% del totale delle aziende. In questo comparto lavorativo notiamo una generale contrazione degli allevamenti, molto più significativo nelle piccole e medie realtà. Persistono comunque in ambito regionale aree territoriali dove l'allevamento è significativo e rappresenta una quota importante della produzione agricola e dell'economia territoriale. L'allevamento dei bovini è quello più praticato. Per tradizione e per condizioni ambientali sfavorevoli il settore della zootecnia comunque riveste un ruolo secondario nell'economia regionale agricola rispetto ad altre regioni italiane.

2. I DATI EPIDEMIOLOGICI CORRELATI AL LAVORO AGRICOLO
Il lavoro agricolo, così come viene svolto attualmente, con i ritmi e le esigenze produttive attuali, la relativa meccanizzazione e l'introduzione delle moderne tecniche produttive, non è privo di rischi e fattori nocivi che se non controllati possono portare a manifestazioni patologiche a carico dei lavoratori. in atto considerata la meccanizzazione del lavoro agricolo, considerate alcune tipologie produttive intensive, dobbiamo considerare l'attività agricola alla stregua dell'attività industriale, anzi con maggiore attenzione, considerato che molti rischi si presentano subdolamente e i contesti lavorativi non sempre sono perfettamente definiti e definibili. inoltre a complicare il quadro in agricoltura spesso la forza lavoro utilizzata presenta un gap culturale più critico di altri settori lavorativi. i dati epidemiologici dei danni alla salute occorsi a lavoratori agricoli in atto disponibili confermano tale premessa.

2.1 II fenomeno infortunistico
Sulla base degli infortuni formalmente denunciati all'INAIL, l'agricoltura presenta un'incidenza e una frequenza di eventi infortunistici superiore a qualsiasi altro comparto lavorativo, anche di quelli tradizionalmente considerati più a rischio. L'indice di incidenza degli infortuni in agricoltura (cioè il rapporto tra gli eventi registrati e il numero di occupati secondo fonte ISTAT), pone l'agricoltura al primo posto per incidenza, rispetto agli altri settori lavorativi (Industria e terziario); parimenti anche l'indice di frequenza, cioè il rapporto tra il numero degli infortuni indennizzati e il numero degli addetti assicurati (fonte INAIL), risulta più alto in agricoltura rispetto agli altri settori lavorativi (tav. 6, tav. 7, tav. 8, tav. 9).
La tavola 9 - "relazione tra gli infortuni e l'agente materiale" -mostra che l'agente materiale, definito come "attrezzature", "macchine", "utensili", è la causa prevalente di infortunio in agricoltura. Anche il dato dell'agricoltura siciliana non è da meno. A parte quanto già emerge dalle tavole allegate, in merito ai dati relativi alla Regione siciliana, gli ultimi dati disponibili del fenomeno (INAIL 2008), di recente pubblicazione, evidenziano purtroppo che nella Regione gli infortuni non scendono, a differenza del resto d'Italia dove si rileva un generale calo in tutti i settori. in Agricoltura nel 2008 risultano denunciati 2709 infortuni (v. Tav. 7 bis); di questi 11 sono stati infortuni mortali. Relativamente al dato ufficiale degli infortuni agricoli riportato dall'INAIL và sottolineato che esso è inferiore al numero reale e al numero di infortuni agricoli riportati dall'ISPESL perché non comprende per una legge del 1993, la n. 243, tutti gli infortuni occorrenti a lavoratori la cui attività in agricoltura non è prevalente. In Sicilia questo dato è particolarmente critico, considerato che frequentemente lavoratori impegnati in lavori agricoli non sono ufficialmente assicurati come tali. Le tabelle dei dati infortunistici allegate al presente piano denunciano la dimensione del fenomeno e fanno pensare che quanto emerge è solo una parte del problema, che necessita di particolare attenzione per essere pienamente conosciuto e contrastato con opportune azioni strategiche mirate.
L'analisi dell'andamento dei dati Inail evidenzia che le malattie professionali nel settore dell'Agricoltura in Italia rappresentano, in termini numerici, un problema di salute almeno apparentemente meno rilevante rispetto agli infortuni; a fronte di 1817 malattie professionali denunciate per l' anno 2008, 66 casi sono quelle rilevate in Sicilia, e di queste solo 14 tabellate.
Si nota anche qui una chiara tendenza alla flessione del numero delle malattie tabellate rispetto al complesso delle non tabellate. Negli ultimi anni le ipoacusie, l'asma bronchiale e le alveoliti allergiche rappresentano le patologie più frequenti, seguite dalle malattie osteoarticolari (sindrome del tunnel carpale, artrosi, tendinite, affezioni ai dischi intervertebrali).

2.3 Gli agenti chimici nel contesto della produzione agricola siciliana
La modernizzazione dell'agricoltura, oltre all'introduzione di macchine sempre più complete e complesse che sollevano il lavoratore dalla fatica e gli permettono di far fronte ad una mole di lavoro che era impensabile fino a qualche decennio fa, ha portato anche all'introduzione, nel ciclo lavorativo agricolo, di prodotti chimici, largamente utilizzati, sia nella fase della preparazione dei terreni, sia durante il ciclo colturale e produttivo. La chimica nell'agricoltura moderna è diventata un fattore indispensabile sia per favorire la crescita, sia per combattere le infestazioni e sia per sostenere i ritmi della produzione intensiva, non più basata sul susseguirsi naturale delle stagioni (Tavv. 4-5).
Da queste tavole emerge chiaramente come la Sicilia si ponga ai primi posti tra le regioni che fanno maggiore ricorso a questo strumento, che di fatto introduce un fattore di rischio specifico i cui effetti tossici, tra la popolazione lavorativa esposta, vanno sorvegliati e monitorati.
Inoltre dai dati del rapporto ISTISAN 2005, sul sistema di sorveglianza sanitaria promosso dall'istituto superiore di sanità, emerge che in Sicilia il rischio chimico da uso di fitosanitari è una realtà specifica peculiare del contesto produttivo isolano che va ulteriormente approfondita e sorvegliata. Nel sistema di sorveglianza sanitaria delle intossicazioni acute da fitosanitari d'uso agricolo pubblicato nel rapporto, basato sulle segnalazioni ai CAV nazionali (Centri Anti Veleno), emerge che il maggior numero di casi provengono proprio dalla Sicilia (tav. 10). La sorveglianza sanitaria delle intossicazioni acute da antiparassitari è una delle indicazioni agli Stati membri contenuta nella direttiva n. 2009/128/CE del Parlamento europeo da attuare nell'ambito dell'utilizzo sostenibile dei pesticidi.

3 OBIETTIVI STRATEGICI E AZIONI DEL PIANO REGIONALE
La Regione siciliana, in riscontro al decreto 28 luglio 2009 "Recepimento dell'accordo 1 agosto 2007 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, concernente il Patto per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro", propone l'avvio di un Piano regionale di prevenzione e sicurezza nel settore agricolo da sviluppare nel triennio 2010/2012, in linea con le direttive del Piano nazionale di prevenzione e sicurezza in agricoltura e selvicoltura 2009/2011, con i seguenti obiettivi:

- miri a rilevare e contrastare i fenomeni infortunistici e patologici derivanti dai rischi correlati al lavoro nel settore;
- promuova la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori del settore con azioni strategiche indirizzate ad elevare gli standard di igienicità e di sicurezza degli ambienti di lavoro e delle relative attrezzature;
- attui un programma organico di vigilanza e controllo sugli aspetti di sicurezza più critici, in particolare mirato all'utilizzo sicuro delle macchine, degli impianti, delle attrezzature;
- definisca un piano di lavoro regionale che possa divenire più sistematico con il maturare delle esperienze, al fine di supportare gli S.Pre.SAL nello svolgimento delle attività di vigilanza e promozione della salute e sicurezza nel comparto, al fine di raggiungere gli obiettivi definiti dal Piano nazionale agricoltura. A tal fine potrà essere utile anche il coinvolgimento di ISPESL, INAIL, e altri Enti della P.A. coinvolti nel settore dell'agricoltura, anche tramite il comitato regionale di coordinamento in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, di cui al D.P.Reg.S. 14 gennaio 2009 e al D. Assessorato salute n. 2486 del 5 novembre 2009.

3.1 Criticità
La criticità maggiore per il raggiungimento degli obiettivi dettati dal Piano è rappresentata da un pregresso storico di attività di vigilanza nel settore agricolo frammentata e disomogenea sul territorio e concentrata soprattutto nelle indagini per infortuni gravi e mortali. La difficoltà di applicazione della normativa di sicurezza sul lavoro alle imprese familiari, ai coltivatori diretti e ai collaboratori familiari ha frenato l'attività di prevenzione con riguardo sia alla sicurezza delle macchine e delle attrezzature che agli aspetti sanitari e di formazione. Il D.Lgs. n. 81/2008 amplia il campo di applicazione della normativa di tutela anche ai lavoratori autonomi e ai collaboratori familiari con particolare riferimento agli aspetti tecnici di sicurezza delle macchine ed attrezzature, all'uso di dispositivi di protezione individuale, ma lascia facoltativo l'accesso ai programmi di formazione e alla sorveglianza sanitaria.

3.2 Le azioni fondamentali del piano
3.2.1 Il censimento e la mappatura dei rischi
Realizzazione per ogni ASP di una banca dati del settore che permetta di acquisire: l'anagrafe delle aziende, la conoscenza delle specifiche produzioni, i dati della forza lavoro, del parco macchine e degli impianti dei principali rischi connessi alle lavorazioni agricole delle singole aziende del territorio.
Per la costituzione di tale banca dati si dovranno ricercare e individuare tutte le fonti possibili a cui attingere per recuperare le informazioni utili, a cominciare dai dati esistenti negli archivi dei Servizi stessi. A tal fine saranno utili i contatti con l'INPS, l'INAIL, gli Ispettorati agrari, le sedi ESA, le associazioni di categoria. La collaborazione con le parti sociali e con gli organismi ed enti del settore esistenti nel territorio sarà indispensabile e va ricercata per la stipula di accordi e intese condivise, anche con il supporto del comitato regionale di coordinamento di cui al D.P.Reg.S. 14 gennaio 2009 e al decreto n. 2486 del 5 novembre 2009.
Obiettivo: costituzione di una banca dati del settore come strumento utile per indirizzare gli interventi.
Risultato: disponibilità di dati utili del settore, quali anagrafe delle aziende, mappatura dei rischi del settore relativamente al proprio territorio.

3.2.2 La formazione degli operatori dei Servizi
Realizzazione di programmi formativi rivolti agli operatori dei Servizi che saranno coinvolti nell'attuazione del Piano regionale.
L'aggiornamento e la crescita delle competenze professionali degli operatori dei Servizi siciliani costituisce un impegno costante per la Regione e per le AA.SS.PP. nell'ambito di una politica attiva di sviluppo delle risorse umane, finalizzata alla crescita della qualificazione professionale del personale. In applicazione del decreto 28 luglio 2009, che ha recepito il "Patto per la tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro", è stato avviato il Progetto regionale di formazione continua in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, promosso dall'Assessorato regionale sanità e realizzato dal CEFPAS in collaborazione con il servizio 3 "Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" del Dipartimento attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico. Il percorso formativo si rivolge agli operatori dei servizi delle AA.SS.PP. siciliane impegnati nella promozione della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro affinché, tramite aggiornamenti delle conoscenze su normative specifiche e procedure operative, si orientino e si indirizzino uniformemente le scelte operative e procedurali nella gestione degli adempimenti istituzionali.
La formazione dovrà essere mirata a dare strumenti operativi e procedurali per la conduzione delle azioni strategiche contenute nel piano, dovrà fornire la competenza tecnica funzionale ai programmi di prevenzione quali mappatura dei rischi, campionamento e monitoraggio dei fattori di rischio, conoscenza dei sistemi di sicurezza delle attrezzature e degli impianti, etc.
Obiettivo: formazione tecnica mirata per gli operatori dei Servizi coinvolti nei piani di prevenzione.
Risultato: formare la squadra minima di operatori impegnati nell'attuazione del Piano sulle misure tecniche e procedure da attuare, necessarie a tutelare la salute del lavoratore agricolo e a garantire la sicurezza delle attrezzature in uso.

3.2.3 I controlli
Avviare un programma di controlli con specifici sopralluoghi nelle aziende agricole, con priorità verso quelle che utilizzano prevalentemente manodopera extrafamiliare, mirato a:

- costruire un'adeguata mappatura del rischio da lavoro agricolo relativo alle attività produttive più rilevanti dei rispettivi territori di competenza;
- avere una conoscenza diretta delle situazioni più critiche relativamente alle singole lavorazioni;
- attuare la verifica della presenza, nelle attrezzature e negli impianti in dotazione, della realtà produttiva oggetto dei sopralluoghi, dei requisiti minimi di sicurezza previsti dalle norme vigenti.

Considerato che storicamente i Servizi, per vari motivi, tra cui la carenza di risorse, non hanno avuto mai la possibilità di intervenire in questo settore con organici programmi di prevenzione e vista la complessità della situazione logistica delle aziende agricole, i sopralluoghi, prioritariamente, saranno indirizzati alle realtà produttive utilizzanti prevalentemente manodopera extrafamiliare.
Il piano prevede azioni di controllo sulle aziende agricole con oltre 300 giornate lavorative per anno che secondo il rilevamento ISTAT dell'annata agraria 2006/07 ammontano a 15083 unità produttive (v. Tav. 3).
Obiettivo: attuazione del programma di sopralluoghi illustrato nell'azione.
Risultato: esecuzione di un numero di sopralluoghi in attività connesse al lavoro agricolo che alla fine del periodo (2010/2012) dovrà raggiungere la soglia del 5% delle aziende ispezionabili (aziende del territorio che utilizzano prevalentemente manodopera dipendente extrafamiliare).
Considerato che l'obiettivo fissato dal decreto 28 luglio 2009 sopracitato è quello di raggiungere il 5% delle unità produttive oggetto di sopralluogo, il numero di interventi che alla fine del triennio si dovrà complessivamente raggiungere nella Regione siciliana è pari a 750 aziende l'anno.
Tenuto conto che il Piano regionale avrà inizio nel 2010, ci si propone di raggiungere la quota assegnata nel triennio 2010-2012 secondo la progressione sotto specificata (l'incremento percentuale indicato è stato calcolato rispetto all'anno precedente):
- 2010: 500 aziende, controllate con più di 300 giornate di lavoro;
- 2011: incremento del 20% rispetto all'anno precedente pari a 600 aziende controllate;
- 2012: incremento del 25 % rispetto all'anno precedente pari a 750 (obiettivo da raggiungere).
Ogni singola ASP dovrà espletare un numero di controlli, sulla base del numero delle aziende presenti sul territorio di competenza, appartenenti alla classe con forza lavoro superiore a 300 ULA e che ammontano nella Regione siciliana in totale a 15.083.
La suddivisione delle aziende da sottoporre a controllo, per ogni singola ASP della Regione per anno di riferimento, è riportata nella seguente tabella:

ASP Aziende con forza lavoro superiore a 300 ULA Quota Percentuale di Sopralluoghi da effettuare % 2010 2011 2012
Trapani 1508 10 50 60 75
Palermo 2262 15 75 90 113
Messina 2564 17 85 102 128
Agrigento 2111 14 70 84 105
Caltanisetta 1206 8 40 48 60
Enna 1206 8 40 48 60
Catania 1960 13 65 78 100
Ragusa 1206 8 40 48 60
Siracusa 1055 7 35 42 52
Totale 15083 100 500 600 750


3.2.3.1 Il Coordinamento con altre Istituzioni

Si ritiene necessario attuare una quota di attività di vigilanza congiunta con gli altri soggetti titolari di funzioni di controllo (Direzione regionale del lavoro, INAIL, INPS, etc.), al fine di creare sinergie mirate alla riduzione degli infortuni che si persegue anche con il contrasto al lavoro nero, anche nell'ottica di integrare le azioni del presente piano con quelle del recentissimo "Piano straordinario di contrasto al lavoro sommerso nell'edilizia e nell'agricoltura", varato dal Ministero del lavoro e approvato dal Consiglio dei ministri il 28 gennaio 2010.
Gli interventi congiunti richiedono un approccio particolarmente impegnativo; si ritiene tuttavia che gli stessi contribuiscano ad aumentare l'efficacia e l'uniformità degli interventi ed a promuovere l'interscambio di esperienze tra operatori della prevenzione.
Le modalità di vigilanza integrata e/o congiunta potranno essere individuate nell'ambito del Comitato regionale di coordinamento di cui al D.P.Reg.S. 14 gennaio 2009 e al decreto n. 2486 del 5 novembre 2009.

3.2.4. Attività di assistenza, informazione e formazione
Avviare campagne informative e programmi di formazione rivolti a tutti gli operatori del settore. In particolare dovranno essere avviate campagne informative-formative per la riduzione dei rischi più gravi (trattori - ROPS, cardani, prese di potenza - altre specifiche macchine agricole/forestali, percorsi protetti nelle stalle, uso sicuro dei fitofarmaci, etc..) e per l'applicazione della normativa di sicurezza anche in sede di commercio di macchine, nuove e usate, di noleggio e concessione in uso di attrezzature di lavoro.
La formazione finalizzata al cambiamento dei comportamenti 'insicuri' e alla valorizzazione dei comportamenti sicuri è sicuramente uno dei cardini della prevenzione nel settore agricolo.
La campagna informativa dovrà prevedere anche la produzione e la diffusione di materiale divulgativo e manuali.
La campagna straordinaria di informazione, formazione e diffusione della cultura della sicurezza in agricoltura dovrà essere realizzata con la collaborazione delle AA.SS.PP. della Regione, di altre Istituzioni e Enti coinvolti nel settore della sicurezza nei luoghi di lavoro, anche attraverso il Comitato Regionale di Coordinamento di cui al D.P.Reg.S. 14 gennaio 2009 e al decreto n. 2486 del 5 novembre 2009.
Il Piano sarà pubblicato nel sito web dell'Assessorato regionale della salute e nei siti delle AA.SS.PP. In particolare il Piano dovrà essere presentato a livello sia regionale che provinciale a tutti i soggetti coinvolti nel settore della sicurezza in agricoltura, con particolare riferimento a Istituzioni, Parti sociali, Ordini professionali, etc.., a cura delle AA.SS.PP. della Regione, con il coordinamento del servizio 3 "Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" dell'Assessorato regionale della salute.
Il servizio 3 promuoverà, con la collaborazione delle AA.SS.PP. la progettazione e l'organizzazione, a livello regionale e provinciale, di seminari, convegni,, tavole rotonde, etc.,, da realizzare anche in collaborazione con gli altri soggetti della prevenzione, (INAIL, ISPESL, Organismi bilaterali, Associazioni di categoria e sindacali, Università, Ordini professionali, etc.). In particolare nell'ambito dell'attuazione del Piano è prevista l'istituzione della "Settimana regionale della sicurezza sul lavoro" all'interno della quale organizzare in tutte le province della Regione iniziative di promozione e diffusione della cultura della sicurezza e salute nei luoghi di lavoro.
In ambito regionale il 18 dicembre 2009 è stato sottoscritto un Protocollo di intesa tra Regione Sicilia e INAIL. Tale collaborazione determinerà la promozione e sviluppo di azioni comuni a carattere informativo, assistenziale e formativo, nonché di studio e di ricerca, con particolare attenzione alle lavorazioni a maggior rischio, in particolare a sostegno del "Piano regionale di prevenzione in agricoltura 2010-2012".
Specifica collaborazione si dovrà attivare con le sedi territoriali dell'Assessorato regionale delle risorse agricole e alimentari al fine di rilanciare in tutto l'ambito regionale la collaborazione con gli SPreSAL per l'attuazione dei corsi di formazione per operatori agricoli che intendono acquisire l'abilitazione all'uso e all'acquisto di fitosanitari. Tutti i Servizi delle ASP dovranno garantire la presenza di formatori provenienti dagli SPreSAL per sviluppare la parte relativa ai rischi connessi con l'uso di prodotti fitosanitari.
Obiettivo: informare e formare gli operatori del settore agricolo sui principali rischi e misure di prevenzione e protezione
Risultato: elevazione del livello di conoscenza dei rischi in ambito aziendale.

3.2.5 Sorveglianza sanitaria dei casi di intossicazione acuta da fitosanitari
Rilanciare in ambito regionale il sistema di sorveglianza sanitaria delle intossicazioni acute da prodotti fitosanitari d'uso agricolo, già avviato con la circolare Assessorato della sanità n. 1142/2004 e procedere al contestuale recupero dei dati con puntuale ricognizione dei casi incidenti finalizzata alla conoscenza del fenomeno e all'avvio delle misure di contrasto più efficaci.
Si dovrà avviare una campagna di sensibilizzazione dei medici dei PS, dei medici competenti, dei medici curanti per il rilancio delle denunce partendo dal significato del dato epidemiologico per l'avvio delle iniziative di prevenzione.
Obiettivo: attuare la sorveglianza sanitaria dei casi di intossicazione in tutte le ASP.
Risultato: disporre di dati del fenomeno per la programmazione degli interventi preventivi.

3.3 Risorse
I Servizi di tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro di ogni Dipartimento di Prevenzione delle AA.SS.PP. si attiveranno per individuare le risorse disponibili, a cui affidare le attività e le azioni strategiche del piano, tenendo presente che è opportuno impegnare, per l'attuazione delle azioni programmate, personale dedicato in modo esclusivo, che deve opportunamente essere reperito con risorse aggiuntive.
In atto in forza ai servizi prevalgono le figure mediche che non sempre, per formazione e per ruolo, sono in grado di sviluppare da sole gli interventi e i programmi di un piano di prevenzione ad ampio raggio. L'avvio di uno specifico piano di prevenzione e sicurezza in agricoltura deve rappresentare per ogni ASP lo stimolo e l'occasione per reperire quelle risorse necessarie che l'attuazione del piano richiede. Tenendo presenti le azioni che il piano intende sviluppare e gli obiettivi regionali in materia di tutela della salute e sicurezza, indicati dal decreto di recepimento del "Patto per la salute e sicurezza" - decreto 28 luglio 2009", le risorse da destinare in modo esclusivo all'attuazione del presente piano devono comprendere per ogni ASP almeno le seguenti figure professionali: medico del lavoro o in subordine medico igienista con esperienza almeno triennale nel settore della salute e sicurezza sul lavoro, ingegnere, tecnico della prevenzione (TdP), secondo la tabella sottoriportata.
Verificata prioritariamente l'impossibilità di assegnare ai Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (S.PRE.S.A.L.) le suddette figure professionali già in dotazione ai Dipartimenti di prevenzione ma afferenti a Servizi diversi dagli SS.Pre.S.A.L. e S.I.A (Servizio impiantistico e antinfortunistico), le AA.SS.PP. potranno procedere all'incremento dell'organico in base alla seguente ripartizione, utilizzando le risorse economiche previste dal presente decreto:

Dotazione organica obiettivo Agricoltura degli SPRESAL

ASP Medici Ing. TdP Totale Risorse economiche necessarie
(riporto annuo)
ASP di Agrigento 1 1 1 3 128.670
ASP di Caltanissetta 1 1 1 3 128.670
ASP di Catania 1 1 2 4 161.958
ASP di Enna 1 1 1 3 128.670
ASP di Messina 1 1 2 4 161.958
ASP di Palermo 1 1 2 4 161.958
ASP di Ragusa 1 1 1 3 128.670
ASP di Siracusa 1 1 1 3 128.670
ASP di Trapani 1 1 1 3 128.670
Sicilia 9 9 12 30 1.257.894


Le suddette figure professionali dovranno essere opportunamente formate sugli obiettivi del Piano regionale, sulle caratteristiche del settore lavorativo agricolo, sulle criticità e le problematiche di salute connesse con le lavorazioni, sulle procedure di prevenzione più efficaci e sui sistemi di sicurezza degli impianti e delle attrezzature del settore.

4. LA CABINA DI REGIA REGIONALE
L'attuazione del piano sarà seguita da una apposita cabina di regia regionale, coordinata dal Dirigente del Servizio 3 del Dipartimento Attività Sanitarie ed Osservatorio Epidemiologico dell'Assessorato Regionale della Salute, con i seguenti compiti:
1. Predisposizione di strumenti operativi, condivisi con gli operatori dei servizi attraverso specifici momenti di confronto.
2. Predisposizione schede di rilevazione delle attività di prevenzione in agricoltura in previsione dell'attivazione del sistema informativo.
3. Raccolta ed analisi dei dati di attività dei Servizi Regionali con redazione di report periodici semestrali.
4. Individuazione e proposizione di interventi correttivi per migliorare l'uniformità delle attività di controllo, anche attraverso l'omogeneizzazione delle procedure.
5. Programmazione di momenti informativi, di coordinamento e di confronto con i Servizi sull'andamento del Piano.
Fonti:
Istat 5° censimento generale dell'Agricoltura - Sicilia,
Piano Nazionale di Prevenzione in Agricoltura e Selvicoltura 2009/2011,
Rapporto ISTISAN 2005 Sistema di Sorveglianza delle Intossicazioni Acute da Antiparassitari,
Direttiva n. 2009/128/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio,
Rapporto Istat 03.12.2008 "Struttura e produzioni delle aziende agricole", anno 2007,
Rapporto INAIL 2008 "SICILIA".

Tavola 1 - Regione Sicilia: Aziende agricole, superficie agricola utilizzata per provincia, classe di superficie agricola utilizzata, forma di conduzione e titolo di possesso dei terreni. Anni 1990, 2000 e variazioni percentuali 2000-1990.
Tavola 2 - REGIONE SICILIA
Aziende e relativo numero di giornate di lavoro aziendale, per classe di giornate di lavoro, classe di superficie totale e classe di superficie agricola utilizzata (SAU) - Anno 2007

Tavola 3 - Aziende per classe di giornate di lavoro aziendale (2007)
Tavola 4 - Distribuzione per uso agricolo dei fertilizzanti (2006) in quintali
Tavola 5 - Distribuzione dei prodotti fitosanitari (2006) in chilogrammi
Tavola 6 - Indici di frequenza (anni 2003-2005)
Tavola 7 - Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati all'INAIL

Sicilia: Infortuni sul lavoro avvenuti nel 2008 e denunciati all'INAIL per sede



Tavola 8
- Infortuni sul lavoro avvenuti nel periodo 2005 - 2007 e denunciati all'INAIL - Gestione agricoltura
Tavola 9 - Infortuni sul lavoro avvenuti nell'anno 2006 e indennizzati al 30/4/2008
Tavola 10 - Distribuzione per regione delle segnalazioni notificate al Sistema di Sorveglianza nel 2005


PIANO REGIONALE DI PREVENZIONE 2010-2012 PER L'"EMERSIONE DELLE MALATTIE PROFESSIONALI IN SICILIA"

PREMESSA
Allo stato attuale i sistemi informativi correnti (principalmente quello che fa capo all'INAIL) registrano ed elaborano dati sui casi di malattia professionale denunciate all'Ente. Tali sistemi danno una rappresentazione della realtà del fenomeno bisognosa di implementazioni tali da migliorare da un lato la capacità di raccolta del dato medesimo, dall'altro di potenziare la capacità di "lettura" in termini soprattutto di reale correlazione della patologia con l'attività lavorativa. L'assenza di un sistema informativo sulle malattie professionali svincolato dal criterio assicurativo determina l'attuale incertezza sui dati delle tecnopatie dei lavoratori esposti a rischi specifici. Il presente progetto ha come obiettivo il potenziamento del sistema di sorveglianza delle malattie professionali attraverso il modello MALPROF, ed intende dare chiari indirizzi ed obiettivi, così come il supporto necessario, affinché migliori concretamente e si rafforzi tale flusso informativo.
La Regione siciliana con proprio decreto del 28 luglio 2009, Assessorato regionale della sanità, ha recepito l'accordo Stato-Regioni di cui al DPCM 17 dicembre 2007 e nell'ambito delle azioni da promuovere ha individuato come prioritaria l'attuazione del Piano mirato per l'emersione delle malattie professionali da realizzare nel triennio 2010/2012. Il piano operativo specifico per la Regione si ispira al progetto MALPROF dell'ISPESL-Regioni che è già operativo in altre regioni italiane e verrà attuato avvalendosi dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro (S.Pre.S.A.L.) dei Dipartimenti di Prevenzione delle ASP, con le risorse aggiuntive che allo scopo saranno destinate a queste strutture sanitarie e con il coordinamento del Servizio 3 Tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro del DASOE.

1. L'ATTUALE SCENARIO NORMATIVO ED ISTITUZIONALE
Il Patto per la tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, sottoscritto il 1° agosto 2007 da Governo e Regioni e reso esecutivo con DPCM del 17 dicembre dello stesso anno, è il documento che impegna le istituzioni, in particolar modo le Regioni, a raggiungere determinati obiettivi qualitativi e quantitativi nell'erogazione di tutti i servizi che il SSN mette a disposizione dei cittadini per il miglioramento delle condizioni di igiene e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Uno degli obiettivi qualificanti è costituito dall'istituzione nelle regioni di un sistema informativo sulle malattie correlate al lavoro.
L'anno 2008 ha portato profonde innovazioni sul piano normativo in quanto sono stati emanati:
- il D.M. 14 gennaio 2008 (SO n. 68 della Gazzetta Ufficiale n. 70 del 22 marzo 2008) con l'aggiornamento dell'elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli effetti dell'art. 139 del T. U. n. 1124/65;
- il D.M. 9 aprile 2008 (G.U. n. 169 del 21 luglio 2008) contenente le nuove tabelle delle malattie professionali in industria e in Agricoltura, di cui agli artt. 3 e 211 del T.U. n.1124/65.
Il D.Lgs n. 81/08 e s.m.i, in particolare, all'art. 8 ha istituito il Sistema informativo Nazionale per la Prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP) , le cui finalità sono chiaramente esplicitate al comma 1: "fornire dati utili per orientare, programmare, pianificare e valutare l'efficacia dell'attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, relativamente ai lavoratori iscritti e non iscritti agli Enti assicurativi pubblici, e per indirizzare le attività di Vigilanza, attraverso l'utilizzo integrato delle informazioni disponibili negli attuali sistemi informativi, anche tramite l'integrazione di specifici archivi e la creazione di banche dati unificate."
La Regione Sicilia con il presente progetto intende promuovere nel territorio della Regione siciliana, per il triennio 2010/2012, uno specifico Piano regionale per l'"Emersione delle malattie professionali in Sicilia", da attuare avvalendosi dei Servizi di tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro dei Dipartimenti di Prevenzione delle AA.SS.PP e con le risorse aggiuntive che allo scopo saranno destinate a queste strutture sanitarie.

2. IL CONTESTO
La costruzione di un efficace Sistema di prevenzione richiede, tra l'altro, di poter determinare il numero e la tipologia delle malattie, eventualmente multifattoriali, che colpiscono i lavoratori, con particolare attenzione all'insorgere di nuove patologie connesse all'evoluzione del mercato del lavoro. Per tale motivo risulta utile e necessario il ricorso ad interventi congiunti con altri enti ed istituzioni, al fine di aumentare l'efficacia e l'uniformità degli interventi e promuovere l'interscambio di esperienze tra operatori della prevenzione.
Le modalità di intervento potranno essere individuate nell'ambito del Comitato Regionale di Coordinamento di cui al D.P.Reg.S. 14 gennaio 2009 e al decreto n. 2486 del 5 novembre 2009, ed insediatosi formalmente in data 8 febbraio 2010.
In ambito regionale il 18 dicembre 2009 è stato sottoscritto uno specifico protocollo di intesa tra Regione e INAIL Sicilia, per la promozione della cultura della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro: tale collaborazione determinerà, tra l'altro, l'istituzione di un Osservatorio regionale sugli infortuni e le malattie professionali; nell'ambito di tale iniziativa il progetto MALPROF rappresenta un valido modello di intervento che si muove nell'ambito della "valorizzazione delle comuni esperienze sul tema delle malattie professionali" previste nell'accordo.
Al fine di analizzare le cause e le dinamiche delle suddette malattie occorre oltre alla banca dati dell'INAIL e del SINP anche un adeguato sistema di osservazione e registrazione da parte dei servizi (S.Pre.SAL).
Il Progetto MALPROF, attivato attraverso una convenzione stipulata tra il Ministero della Salute e l'ISPESL, ha come obiettivo la raccolta e la registrazione delle segnalazioni di patologie correlate al lavoro da parte dei Servizi di Prevenzione, secondo un modello strutturato che consente di analizzare la possibile esistenza di nessi causali tra l'attività lavorativa e la patologia riscontrata nel lavoratore , valutandoli sulla base dell'anamnesi e della qualità della diagnosi. Avviatosi in una fase pilota come sistema di sorveglianza sulle patologie correlate al lavoro nelle regioni Lombardia e Toscana, il predetto progetto ha consentito di realizzare fino ad oggi una banca dati congiunta che monitorizza circa il 25% degli occupati del nostro paese: i quattro rapporti MALPROF offrono finora un panorama sul fenomeno sulle malattie professionali più ampio rispetto alla banca dati INAIL rappresentata dal Registro Nazionale Malattie Professionali (RNMP) istituito con D.Lgs n. 38/2000 e dalle casistiche di MP denunciate ed indennizzate ai fini assicurativi.

3. DATI STATISTICI
L'INAIL Sicilia nel 2008 ha acquisito 1.010 denunce di malattie professionali, di cui 926 in industria e Servizi, 66 in Agricoltura e 18 in Conto Stato, pari al 3% del dato nazionale (29.704). Le province di Messina (287), Palermo (127), Caltanissetta (136), Enna (116) fanno registrare il maggior numero di denunce; rispetto al 2007 (976) si evidenzia un aumento del 3%. Nel complesso il lieve incremento registrato nel 2008 (1010) evidenzia ancora una volta la criticità della situazione siciliana . D'altra parte contrariamente, a quanto si rileva per gli infortuni sul lavoro, un aumento delle denunce nel campo delle malattie professionali non significa necessariamente un peggioramento delle condizioni di salute nei luoghi di lavoro, bensì una maggiore presa di coscienza da parte di tutti i soggetti coinvolti che, come conseguenza, determina una sempre crescente emersione del fenomeno tecnopatico, sottodimensionato rispetto alla reale consistenza.
Sempre nel 2008 sono state denunciate per il settore "Agricolo" 14 malattie tabellate, di cui 11 (78%) sono da ricondurre ad asma bronchiale; le malattie non tabellate risultano pari a 41, di cui 14 sono malattie dell'apparato respiratorio, 7 ipoacusie e 7 artrosi.
Invece nell'ambito del settore "Industria e Servizi" sono state denunciate 189 malattie tabellate, il 32% delle quali si riferiscono ad ipoacusia (60 casi), il 18% ad asbestosi (34 casi).
Le province in cui sui concentra il maggior numero di patologie sono Palermo e Messina.
Il 66% circa delle denuncie in questo settore (616 su 926)sono da ricondurre alle malattie non tabellate, principalmente ipoacusia (162) e malattie dell'apparato respiratorio (98).
I dati ufficiali INAIL sono interessanti scorporandoli territorialmente e per gestione: evidenziano solo una piccola parte delle reali malattie correlate al lavoro, i cui costi si ribaltano sul sistema sanitario regionale. Ma allo stato attuale non si dispone di stime precise sulla reale diffusione delle malattie correlate al lavoro in popolazioni esposte, sia su base regionale che nazionale; a maggior ragione incerto è il dato della mortalità correlata ai rischi lavorativi, con particolare riguardo ai tumori professionali. In Sicilia il dato ufficiale INAIL delle neoplasie denunciate nel 2008 è limitato a 24 casi, tutte indicate come neoplasie da asbesto.

MALATTIE PROFESSIONALI manifestatesi nel : 08 e denunciate all'INAIL per gestione-territorio

GESTIONE ASP 1 ASP 2 ASP 3 ASP 4 ASP 5 ASP 6 ASP 7 ASP 8 ASP 9 SICILIA ITALIA
AGRICOLTURA

9

16

3

25

2

3

2

3

3

66

1.817

INDUSTRIA SERVIZI

84

120

88

90

277

119

30

71

47

926

27.539

DIPENDENTI DELLO STATO

0

0

2

1

8

5

1

0

1

18

348

TOTALE

93

136

93

116

287

127

33

74

51

1010

29.704

Fonti: Rapporto INAIL 2008 "SICILIA"

4. IL PROGETTO

OBIETTIVI STRATEGICI REGIONALI
La Regione siciliana, in riscontro al decreto 28 luglio 2009 "Recepimento dell'accordo 1 agosto 2007 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano, concernente il Patto per la Tutela della Salute e la Sicurezza nei Luoghi di Lavoro", propone l'avvio di un Piano Regionale inerente "L'emersione delle malattie professionali in Sicilia 2010-2012" con i seguenti obiettivi:
1. migliorare la raccolta e la registrazione delle segnalazioni di patologie correlate al lavoro da parte dei Servizi di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro, secondo un modello strutturato, denominato MALPROF, che consenta di analizzare i nessi causali tra l'attività lavorativa e la patologia riscontrata nel lavoratore, alimentando la banca dati nazionale dell'ISPESL per l'analisi del fenomeno e garantendo la condivisione delle informazioni raccolte per obiettivi di sorveglianza nazionale (SINP);
2. implementare e aggiornare gli strumenti standardizzati per la registrazione delle patologie correlate al lavoro da inserire nel database nazionale dell'ISPESL ed attivare modelli efficaci di comunicazione;
3. programmare iniziative di aggiornamento professionale degli operatori, per migliorare le capacità di registrazione e analisi delle patologie correlate al lavoro e il livello di omogeneità nella attribuzione dei nessi causali tra l'attività e la malattia stessa;
4. rendere operativa l'architettura operativa del sistema di sorveglianza nazionale, realizzare la reportistica standard di restituzione delle informazioni residenti nel database nazionale dell'ISPESL ed attivare modelli efficaci di comunicazione;
5. promuovere progetti specifici delle ASP per l'emersione delle malattie professionali con apposite azioni di ricerca attiva delle tecnopatie.

4.1 CRITICITÀ
Le patologie correlate al lavoro, per le criticità legate ad un flusso informativo inadeguato, rappresentano la punta emergente di un iceberg di dimensioni complessivamente non note. Ciò determina una carenza descrittiva di tale problematica di salute nei luoghi di lavoro ed una sua difficile lettura e interpretazione. Inoltre l'evoluzione del mercato del lavoro, la comparsa di nuove patologie correlate al lavoro e la modifica di quelle esistenti, richiedono lo sviluppo di attività di ricerca e studio, che permettano di colmare il deficit conoscitivo e indirizzino più adeguatamente le azioni di riduzione nel numero e nella gravità di tali fenomeni.
L'attivazione di sistemi di sorveglianza in tutte le regioni, attivati attraverso specifici piani regionali ed operanti in modo omogeneo sul territorio, costituisce il requisito indispensabile per la costituzione del sistema di sorveglianza nazionale per lo studio delle patologie correlate al lavoro.
Il presente progetto deve garantire tanto l'operatività della prima fase di avvio, riguardante l'estensione su scala regionale del sistema di sorveglianza, quanto la continuità con la successiva fase di monitoraggio permanente delle patologie correlate al lavoro da parte del SSR.

4.2 FATTIBILITÀ
Il sistema MALPROF si inserisce nel quadro del nuovo sistema informativo nazionale per la prevenzione (SINP) : la costruzione di un efficace Sistema di prevenzione richiede, tra l'altro, di poter determinare il numero e la tipologia delle malattie, eventualmente multi-fattoriali, che colpiscono i lavoratori, con particolare attenzione all'insorgere di nuove patologie connesse all'evoluzione del mercato del lavoro. Al riguardo il sistema MALPROF:
• può rilevare anche gli eventi sentinella (sintomi e segni) prima che si presenti la patologia;
• contempla la possibilità di registrare quelle non ancora 'ufficialmente' associate all'attività lavorativa secondo la letteratura corrente;
• consente di rilevare le segnalazioni di malattia professionale e ne valuta i nessi causali con l'attività lavorativa secondo criteri omogenei a livello nazionale;
• consente di attivare una banca dati alimentata, oltre che dalle denunce-segnalazioni e/o dai referti, dalla notifica di casi di patologia professionale acquisiti tramite la ricerca attiva.
Tali caratteristiche fanno di MALPROF un sistema di sorveglianza attivo e 'sensibile' che consente di far emergere anche delle associazioni tra malattie e nuovi rischi lavorativi, o tra rischi lavorativi e patologie non generalmente considerate di origine professionale, e di pianificare per tempo opportune attività di prevenzione.

5. RISORSE
I Servizi di tutela della salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, di ogni Dipartimento di prevenzione delle AA.SS.PP. regionali, si attiveranno per individuare le risorse disponibili, a cui affidare le attività e le azioni strategiche del piano, tenendo presente che è opportuno impegnare, per l'attuazione delle azioni programmate, personale dedicato che deve opportunamente essere reperito con risorse aggiuntive.
L'avvio di uno specifico piano di prevenzione deve rappresentare per ogni ASP lo stimolo e l'occasione per reperire quelle risorse necessarie che l'attuazione del piano richiede. Tenendo presenti le azioni che il piano intende sviluppare e gli obiettivi regionali in materia di tutela della salute e sicurezza, indicati dal decreto asses-soriale del 28 luglio 2009 di recepimento del "Patto per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro", le risorse da destinare all' attuazione del presente piano devono comprendere almeno un medico specialista in medicina del lavoro per ogni ASP, dedicato esclusivamente alle azioni del piano, secondo la tabella sotto riportata.

ASP PAT* N° malattie
professionali
2008
Dotazione
Obiettivo
Medici
RISORSE ECONOMICHE NECESSARIE ANNUE
ASP di Agrigento

21792

93

1

52.801,00

ASP di Caltanissetta

14196

136

1

52.801,00

ASP di Catania

53272

93

1

52.801,00

ASP di Enna

8542

116

1

52.801,00

ASP di Messina

35993

287

1

52.801,00

ASP di Palermo

52250

127

1

52.801,00

ASP di Ragusa

18092

33

1

52.801,00

ASP di Siracusa

18160

74

1

52.801,00

ASP di Trapani

23862

51

1

52.801,00

SICILIA

239.362

1010

9

469.000,00

* (Posizione Assicurativa Territoriale)
Relativamente a questa dotazione, considerato che per raggiungere gli obiettivi determinati risulta necessario dedicare al progetto 9 medici del lavoro, le AA.SS.PP., verificata prioritariamente l'impossibilità di assegnare ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di lavoro (S.PRE.S.A.L.) il predetto personale, già in dotazione ai Dipartimenti di Prevenzione ma afferenti a Servizi diversi dagli SS.Pre.S.A.L, potranno procedere all'incremento dell'organico utilizzando le risorse economiche previste dal presente decreto.

6. LE AZIONI
Sulla base delle esperienze di altre realtà Regionali il presente Piano prevede le seguenti azioni da parte degli Spresal delle ASP:
1. creazione di un'anagrafe delle malattie correlate al lavoro utilizzando il programma "MALPROF" dell'ISPESL-Regioni: verrà utilizzato un software per il caricamento dei dati denominato "Ma.Pro.Web" accessibile dal sistema regioni/asl/ispesl e pubblicato nel web al seguente indirizzo: www.ispesl.it/statistiche/index_mal-prof.asp. L'archiviazione informatica, sviluppata per il sistema, consiste in un applicativo web-based residente presso l'ISPESL ed accessibile tramite internet utilizzando una personale coppia di codici (userid/password);
2. realizzazione di linee guida semplificate per la denuncia di malattie professionali o comunque correlate al lavoro: all'interno del progetto è previsto un pacchetto formativo rivolto a medici competenti ed ai medici di medicina generale tendente alla realizzazione e divulgazione di linee guida semplificate per la denuncia di malattie professionali in modo da omogeneizzare l'attività;
3. realizzazione di un progetto formativo che coinvolga medici di medicina generale ed i medici competenti finalizzato a facilitare l'individuazione delle malattie professionali e promuovere la corretta gestione dei casi;
4. predisposizione di un progetto locale in riferimento a singole specificità/criticità riscontrate o in relazione ai piani regionali di prevenzione promossi per il settore delle costruzioni e agricoltura.
Il progetto prevede la registrazione di tutte le malattie segnalate come "correlate al lavoro" nella popolazione composta da occupati, persone in cerca occupazione, ritirati dal lavoro, a prescindere dal livello di formalizzazione del rapporto di lavoro stesso. Per le segnalazioni pervenute ai Servizi non è previsto alcun filtro a priori in base alla qualità dei dati, lasciando ad una fase successiva la possibilità di effettuare opportune selezioni secondo la completezza delle informazioni, soprattutto per la diagnosi e l'anamnesi lavorativa. È pertanto di primaria importanza potenziare al massimo le capacità di registrazione, elaborazione ed analisi delle informazioni raccolte su tali eventi, al fine di individuare sempre più puntualmente fattori di rischio e di esposizione, e porre in essere adeguate e mirate misure di prevenzione.
L'attuazione del progetto sarà monitorata da un'apposita cabina di regia regionale, coordinata dal Servizio "Tutela della salute e Sicurezza nei luoghi di lavoro" del Dipartimento attività sanitarie ed osservatorio Epidemiologico dell'Assessorato regionale della salute, con i seguenti compiti:
1. predisposizione di strumenti operativi, condivisi con gli operatori dei servizi attraverso specifici momenti di confronto (linee guida, modello denuncia-referto, ecc.);
2. programmazione ed effettuazione di incontri formativi per l'adozione del sistema MALPROF agli operatori dei Servizi individuati per lo svolgimento dell'attività, con il supporto degli SPreSAL di Palermo e Ragusa, che hanno già avviato l'esperienza in merito;
3. raccolta ed analisi dei dati di attività dei Servizi Regionali con redazione di report periodici semestrali;
4. programmazione di incontri di coordinamento e di confronto con l'INAIL per la definizione di procedure relative ai flussi informativi tra INAIL, Autorità Giudiziaria, SPreSAL e Medici Competenti;
5. individuazione e proposizione di interventi correttivi per migliorare l'uniformità dell'attività di controllo, anche attraverso l'omogeneizzazione delle procedure.

(2010.19.1430)102