6. CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE

In sede di sintesi del primo anno di attività della Commissione, sembra opportuno tracciare alcune considerazioni conclusive e proposte, sia per indicare le direttrici lungo cui la Commissione intende orientare il prosieguo della sua inchiesta, sia anche al fine di concorrere allo sviluppo della riflessione, nonché alla corretta applicazione ed alle eventuali verifiche delle normative vigenti.
La prima esigenza fondamentale, riscontrata tante volte nel corso dell'attività della Commissione, è quella di assicurare una rapida e completa attuazione della riforma introdotta dal Testo unico, anche alla luce delle ultime modifiche apportate con il decreto legislativo n. 106 del 2009. La complessità della disciplina e degli adempimenti tecnici ad essa legati richiede infatti che tutti coloro che a vario titolo hanno competenze nel settore della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (imprese, lavoratori, enti istituzionali) possano disporre, nell'ambito del quadro di riferimento normativo vigente, di un'interpretazione certa e di un'applicazione uniforme delle disposizioni.
Si tratta di una condizione imprescindibile per il successo di qualsiasi politica di prevenzione, di intervento e di vigilanza in questa materia, oltre che di una evidente esigenza di carattere tecnico ed economico per le imprese, che debbono adeguare la loro organizzazione e la loro struttura in funzione delle nuove disposizioni, e per gli stessi lavoratori, chiamati anch'essi a fare la loro parte per accrescere la sicurezza quotidiana dei luoghi di lavoro. A tal fine, è quindi auspicabile che gli organismi preposti, a cominciare dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, impartiscano indicazioni chiare sulle procedure da seguire e si adoperino per semplificare al massimo gli adempimenti di carattere amministrativo, anche mediante la realizzazione di strumenti informativi ad hoc di facile consultazione e reperibilità (vademecum, siti Internet, ecc.).
La Commissione, sempre nell'ambito delle competenze stabilite dalla sua delibera istitutiva, intende pertanto continuare l'attività di monitoraggio e verifica sull'attuazione del Testo unico, mediante i vari strumenti a sua disposizione ed in particolare mediante audizioni e confronti diretti con i soggetti coinvolti. Tale attività, in linea con quanto avvenuto finora, consentirà di valutare gli effetti concreti derivanti dalle nuove disposizioni e gli eventuali problemi applicativi, al fine di individuare e proporre possibili soluzioni operative.
Nell'ambito di tale attività, si inquadrano anche i sopralluoghi che la Commissione si propone di continuare a svolgere sul territorio, al fine di acquisire informazioni dirette sui problemi, ma anche sulle soluzioni, con le quali nelle varie parti del Paese si cerca di realizzare la prevenzione ed il contrasto contro gli infortuni e le malattie professionali. Questa presenza della Commissione, oltre ad essere un doveroso segnale di attenzione da parte delle istituzioni verso coloro che si occupano di tali questioni in ambito locale, rappresenta infatti anche un'importante occasione per raccogliere utili conoscenze e spunti di riflessione che sarebbe altrimenti difficile acquisire.
Un ulteriore aspetto che la Commissione ha avuto modo di verificare nel corso della sua inchiesta riguarda l'esigenza di rafforzare in maniera sempre più incisiva il coordinamento e la collaborazione fra tutti gli enti istituzionali che si occupano, a vario titolo, della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, sia a livello centrale che locale, secondo quanto espressamente previsto dal Testo unico. In taluni casi, infatti, in questo campo si rileva ancora una sovrapposizione e duplicazione di competenze (ad esempio nella fase ispettiva e di controllo) che certamente non aiuta l'efficacia e la speditezza dell'azione amministrativa.
Si tratta, in verità, di un problema annoso, che si ricollega da un lato a quello più generale di razionalizzazione degli enti previdenziali ed assistenziali, e dall'altro a quello del complessivo rapporto tra Stato e Regioni nelle materie di legislazione concorrente. Tali questioni sono entrambe da tempo all'attenzione della riflessione politica su questo fronte, ma sono evidentemente temi assai complessi, la cui soluzione definitiva richiederà ancora del tempo. In attesa quindi di eventuali riforme di carattere più generale, è comunque auspicabile che si proceda con decisione sulla strada del coordinamento e delle sinergie tra i diversi attori istituzionali statali e non statali, sviluppando e affinando le procedure di comunicazione e di cooperazione, al fine non solo di svolgere l'attività in modo sempre migliore, ma anche di offrire alle imprese, ai lavoratori ed ai cittadini, un approccio univoco e coerente della pubblica amministrazione tanto nell'interpretazione delle norme quanto nella loro concreta applicazione.
La Commissione si è da tempo fatta interprete di tale esigenza, sia per quanto riguarda il problema del coordinamento fra i diversi enti, sia ponendo la questione di un ripensamento complessivo dell'organizzazione del settore, specie per quanto attiene all'aspetto della legislazione concorrente Stato-Regioni. Pur nell'ambito delle sue attribuzioni, la Commissione intende quindi approfondire ulteriormente la riflessione su queste tematiche, cercando di favorire il dialogo tra le diverse amministrazioni pubbliche centrali e periferiche e la ricerca di soluzioni condivise.
Il problema della collaborazione e del coordinamento in materia di tutela della sicurezza e della salute nei luoghi di lavoro, tuttavia, non riguarda solo i rapporti tra gli enti della pubblica amministrazione, ma anche quelli tra pubblica amministrazione e soggetti privati, in primo luogo datori di lavoro e lavoratori. La promozione di una vera cultura della sicurezza - condizione indispensabile per una sempre più efficace attività di prevenzione e contrasto del fenomeno infortunistico - passa infatti non solo attraverso la formazione e l'addestramento dei datori di lavoro e dei lavoratori, ma anche attraverso una intensa opera di diffusione e scambio di informazioni sui rischi e sugli incidenti più frequenti legati alle diverse attività produttive.
Imparare dagli incidenti è infatti possibile ed utile, specie considerando che si tratta spesso di eventi di tipo ripetitivo. Riprendendo una proposta già evidenziata nel paragrafo 2.7., dedicato alle indicazioni fornite dagli esperti della sicurezza, è quindi auspicabile che si mettano a disposizione tutte le informazioni esistenti sugli infortuni occorsi nei vari settori, istituendo siti coordinati di banche dati on-line dove, nel rispetto della privacy e degli eventuali segreti istruttori, siano consultabili i dati tecnici, le inchieste svolte dai servizi di vigilanza, filmati e materiali, ed ogni altra risorsa utile, unificando anche i siti tematici già disponibili.
Come si è ampiamente illustrato nei paragrafi 2.6., 4.2., 4.6. e 5.2., tanto nel settore agricolo quanto in quello edile esiste un grave problema di sostituzione ed ammodernamento delle macchine ed attrezzature obsolete ovvero non munite di tutti i requisiti necessari per garantire la sicurezza degli operatori, che costituisce una delle cause principali di infortunio in questi due settori, di tipo anche mortale.
La Commissione intende quindi proseguire nei contatti già avviati sia con i competenti Ministeri di settore che con quello dell'economia e delle finanze per promuovere iniziative legislative, volte a istituire incentivi economico-fiscali per favorire la rottamazione e la messa in sicurezza delle macchine ed attrezzature agricole, forestali ed edili. Si tratta di un'iniziativa che ha già riscosso il sostegno di tutte le categorie degli operatori interessati e sulla quale è auspicabile possa altresì raccogliersi un'adesione convinta di tutte le forze politiche.
Uno dei settori più critici per il rispetto delle norme in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro è certamente quello degli appalti, di cui si è trattato diffusamente nei paragrafi 2.6. e 4.6. Sebbene le disposizioni vigenti (in particolare l'articolo 26, comma 5, del decreto legislativo n. 81 del 2008, come modificato dal recente decreto legislativo n. 106 del 2009) impongano agli appaltatori di indicare chiaramente nei contratti i costi delle misure adottate per garantire la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, precisando che gli stessi non sono soggetti a ribasso, ciononostante, come segnalato da più parti alla Commissione, tale norma è spesso disattesa o violata, specie nel caso di piccole e medie imprese appaltatrici o subappaltatrici di enti pubblici o imprese più grandi, che per abbattere i costi e garantire offerte più convenienti tagliano spesso proprio le spese per la sicurezza, riducendo così il sistema delle tutele e accrescendo i rischi per i lavoratori.
Per superare tale situazione, la Commissione auspica con forza, accanto ad un necessario rafforzamento dei controlli, un intervento normativo che elimini o quanto meno riduca drasticamente, nelle gare d'appalto, il ricorso al criterio del massimo ribasso d'asta in favore di quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa ai fini della valutazione delle offerte, sia nella fase di progettazione che in quella di realizzazione dell'opera o della prestazione. Tale modifica normativa, pur nel rispetto delle disposizioni comunitarie e tenendo conto delle specificità dei singoli settori produttivi, appare indispensabile per garantire adeguati livelli di tutela e di sicurezza ai lavoratori ed impedire situazioni abnormi di pericolo o di vero e proprio sfruttamento.
Infine, la Commissione ribadisce la propria profonda convinzione della necessita di promuovere la più ampia diffusione della «cultura della sicurezza» all'interno della scuola, come passo indispensabile per una più efficace opera di prevenzione contro gli infortuni e le malattie professionali.
Essa si propone, pertanto, di favorire il completamento dell'introduzione nelle scuole di ogni ordine e grado di moduli didattici relativi ai temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, continuando il proficuo dialogo già avviato in merito con il Governo e nel cui ambito è stata già programmata una specifica audizione con il Ministro dell'istruzione.