Categoria: Commissione parlamentare "morti bianche"
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SENATO DELLA REPUBBLICA

XVI LEGISLATURA

Giunte e Commissioni


Resoconto stenografico

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette «morti bianche»

Seduta 26, martedì 12 maggio 2009

Comunicazioni del Presidente sulla recente audizione del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali

Presidenza del presidente TOFANI


PRESIDENTE
L’ordine del giorno reca comunicazioni del Presidente sulla recente audizione del Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali.
Avverto che sarà redatto e pubblicato il resoconto stenografico della seduta odierna.
Colleghi, oggi torniamo a parlare dello schema di decreto volto ad introdurre modifiche ed integrazioni al decreto legislativo n. 81 del 2008 (cosiddetto Testo unico in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro), recentemente approvato dal Governo, con particolare riguardo ai nuovi articoli 2-bis e 15-bis, introdotti, rispettivamente, dagli articoli 2 e 10-bis dello schema. Come convenuto nella precedente seduta ho provveduto a redigere, con l’aiuto degli Uffici, una nota che sintetizza i problemi interpretativi ed applicativi più rilevanti emersi dall’esame di tali norme, prevedendo altresì alcune ipotesi di riformulazione tese a superare i problemi stessi, nota che vi è stata distribuita e di cui ciascuno potrà prendere visione.
Già la scorsa settimana ci siamo soffermati su questi temi, svolgendo al riguardo un’approfondita discussione. Tenuto conto che sul punto sarebbe auspicabile arrivare ad una posizione comune, si tratta di decidere se prevedere fin d’ora una seduta successiva, in modo da consentire ai componenti della Commissione di esprimere le rispettive posizioni, già peraltro ampiamente emerse nel corso del dibattito seguito alle audizioni del ministro Sacconi dello scorso 21 e 28 aprile e nella seduta della settimana scorsa. Dobbiamo in sostanza valutare se svolgere una discussione sul documento che abbiamo predisposto, affinché il dibattito e le relative conclusioni rimangano agli atti, o se non sia invece il caso, ove dovesse esserci una convergenza, sia pur parziale, sulle riformulazioni proposte – suscettibili comunque a loro volta di modifiche e correzioni – di definire oggi stesso la questione al nostro esame, per lasciare poi spazio all’esame e alla valutazione delle competenti Commissioni di merito di Camera e Senato.
Richiamo qui molto rapidamente i contenuti della nota che abbiamo predisposto. Innanzitutto, abbiamo cercato di specificare meglio la previsione dell’articolo 2-bis, così come si era già stabilito in una prima bozza di documento. In particolare, da un lato abbiamo ritenuto che la presunzione di conformità riconosciuta a fronte dell’adozione, da parte delle imprese, di determinate prassi, norme o modelli organizzativi è da intendersi solo in senso relativo (iuris tantum), così che sia sempre ammessa la possibilità di prova contraria; dall’altro lato, abbiamo proposto l’eliminazione del riferimento all’utilizzo di macchine marcate CE per ottenere la presunzione stessa.
Per quanto riguarda invece l’articolo 15-bis, riteniamo che debba essere eliminata, al comma 1, la lettera d), e riscritta, da un punto di vista civilistico, la lettera c), che fa salva la responsabilità dell’imprenditore per gli obblighi generali di tutela delle condizioni di lavoro, di cui all’articolo 2087 del codice civile, così come chiedeva il senatore Roilo.
Sono queste, in estrema sintesi, le due proposte di modifica elaborate, con l’ausilio degli Uffici, alla luce del dibattito che si è svolto in questa Commissione, a seguito delle audizioni del ministro Sacconi e sulla base dei dati contenuti nella stessa documentazione fornitaci dall’ISPESL (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) sulla questione dell’utilizzo di macchine agricole marcate CE durante l’audizione dello scorso 17 febbraio.
In particolare, ritengo che le riscritture proposte, su cui ho avuto modo di impegnarmi personalmente, possano essere una risposta abbastanza forte rispetto ad un problema importante e serio come quello che si porrebbe se venisse approvato il testo proposto dal Governo, che sarà sottoposto, come ho più volte ricordato, all’esame delle competenti Commissioni di merito di Camera e Senato.
Penso di non dover aggiungere altro, considerato che sono argomenti che conosciamo e che abbiamo approfondito, nel tentativo di fugare ogni possibile interpretazione non corretta o comunque non funzionale agli obiettivi che la nostra Commissione si prefigge, aprendo su tali questioni – diciamolo pure, perché in effetti di questo si tratta – un confronto con il Governo.

NEROZZI (PD)
Signor Presidente, innanzitutto voglio ringraziare lei e gli Uffici – e non lo faccio formalmente – per il lavoro di approfondimento delle disposizioni in esame e per la nota che è stata prodotta.
Con specifico riferimento alle ipotesi di riformulazione da lei brevemente richiamate, pur riconoscendo l’importanza delle modifiche proposte all’articolo 15-bis, che a prima vista appaiono considerevoli, ci riserviamo di approfondire la questione e di esprimere una valutazione più compiuta.
Vorremmo perciò avere un po’ di tempo, anche per conoscere la posizione degli altri componenti del nostro Gruppo che non sono presenti oggi, a cominciare dal nostro stesso Capogruppo.
Per quanto attiene invece all’articolo 2-bis, apprezziamo il lavoro che è stato fatto, tuttavia riteniamo difficile condividere la nuova formulazione del testo, sia in ragione delle critiche avanzate dalla Conferenza Stato-Regioni nell’esprimere al Governo il prescritto parere sullo schema di decreto correttivo, di cui dobbiamo in qualche modo tener conto, sia per l’esigenza di svolgere una discussione più ampia sul decreto. Dunque, pur ritenendo importante ed assolutamente da apprezzare lo sforzo compiuto dal Presidente e dagli Uffici, il fatto stesso che da parte delle Regioni sia stato predisposto un testo molto più radicale ci costringe, come opposizione, ad assumere un atteggiamento di tipo diverso. Crediamo dunque che per la fase in cui siamo e per le ragioni più generali che ho brevemente richiamato non sia possibile arrivare ad una posizione unitaria su questo punto.
In ogni caso, Presidente, mi impegno a comunicarle quanto prima, anche a nome del mio Gruppo, le nostre valutazioni ufficiali sul documento da lei proposto.

PRESIDENTE
Senatore Nerozzi, riterrei comunque opportuno dedicare parte di una successiva seduta alle valutazioni dei commissari sul documento.

NEROZZI (PD)
Signor Presidente, non avevo avanzato questo suggerimento solo per discrezione, come forma di cortesia, e per non creare difficoltà.
Sono perciò molto lieto che questa proposta, che apprezzo molto, arrivi da lei.

PRESIDENTE
Preferirei compiere questo passaggio nella seduta di martedì prossimo: in tal modo documenteremo l’attività della nostra Commissione e, allo stesso tempo, una volontà di approfondimento da parte di tutti.
In tal modo, se anche non arriveremo a conclusioni condivise, queste potranno comunque restare agli atti come contributo al Governo e alle Commissioni di merito di Camera e Senato.

ROILO (PD)
Signor Presidente, condivido, come il senatore Nerozzi, la sua proposta che consente a noi commissari di approfondire il contenuto del documento che ci è stato distribuito e che lei ha sinteticamente illustrato.
Anche io, naturalmente, ho rilevato che la sua proposta contiene la soppressione della lettera d) del comma 1 dell’articolo 15-bis, che ha ricevuto grande attenzione ed ha avuto molta eco anche nel dibattito svoltosi al di fuori del Parlamento, con riferimento ai processi in corso (in particolare a quello riguardante la ThyssenKrupp) e all’eventuale riflesso della normativa proposta dal Governo su quel versante.
L’altro punto che meritava di essere approfondito riguardava la lettera c) del medesimo comma 1 dell’articolo 15-bis. Anche a questo riguardo, ci ha illustrato una possibile modifica, quindi la proposta complessiva che lei ha presentato su questo articolo è sicuramente significativa.
Faremo poi le dovute verifiche perché dobbiamo attentamente considerare i profili che attengono al codice penale per evitare ulteriori problemi.
Sull’articolo 2-bis, se mi è consentito, vorrei fare sulla sua proposta alcune considerazioni. Ho molto apprezzato il suo lavoro ma, rispetto alla formulazione originaria, nella sua proposta persistono a mio avviso due problemi.
È rimasto il riferimento agli enti bilaterali e alle università per il processo di certificazione. È un riferimento che, francamente, continuo a non comprendere perché la certificazione, in genere, viene affidata ad enti terzi e non a privati come in questo caso (per di più, sono privati interessati).
Mi riferisco in particolare agli enti bilaterali, mentre per le università vi è il problema di verificare se queste abbiano o no i requisiti per fare la certificazione.
L’altro problema, più direttamente connesso alla sua proposta e all’espressione «fino a prova contraria» in essa contenuta, riguarda il fatto che la presunzione di conformità, seppure relativa, ribalterebbe su altri soggetti (in particolare su chi esercita la vigilanza piuttosto che sul datore di lavoro o sul dirigente incaricato) l’onere della prova circa il rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro. Ciò appare in contrasto con la legislazione vigente e il problema per noi non è di secondaria importanza.
Considerato che si è deciso di dedicare una seduta apposita della Commissione a questo tema, in modo che restino agli atti sia la importante discussione che abbiamo svolto sia gli approfondimenti (altrettanto importanti e sicuramente utili), se vi fosse la possibilità da parte sua di apportare qualche ulteriore modifica al documento per discutere un testo diverso, dichiariamo fin d’ora la nostra disponibilità
Bisogna a nostro parere eliminare il riferimento agli enti bilaterali e alle università, ricordando peraltro che è la commissione prevista dall’articolo 6 del decreto legislativo n. 81 del 2008 quella che esprime il parere e non altri enti. Occorre inoltre individuare una formulazione in virtù della quale il parere di conformità non sia alternativo agli obblighi previsti.
Tale parere, come lei saprà, è volontario, perché, ai sensi del decreto n. 81 del 2008, l’adozione di buone prassi, norme tecniche e modelli organizzativi più funzionali alla tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, pur apprezzabile, è comunque volontaria. Il datore di lavoro può attivare o meno queste prassi e, attivandole, può dimostrare un certo atteggiamento rispetto alla normativa. L’attivazione di queste buone prassi e di queste norme tecniche funzionali a una maggiore prevenzione, in base alle informazioni di cui disponiamo, non può essere però alternativa all’obbligo dello stesso datore di lavoro di verificare che le norme siano effettivamente rispettate e di rispondere della loro attuazione.

SPADONI URBANI (PdL)
Presidente, abbiamo tutti partecipato alle audizioni e abbiamo ascoltato le obiezioni avanzate dall’opposizione.
A tal proposito, ritengo sia necessario soffermarsi sul testo da lei elaborato per cercare di individuare una soluzione condivisa. Quindi, la proposta avanzata dai colleghi dell’opposizione mi sembra coerente con quanto esposto dal Presidente e può essere assolutamente accolta anche dalla maggioranza.

PRESIDENTE
Colleghi, avete correttamente fatto riferimento alla Conferenza Stato-Regioni, perché questo è un passaggio istituzionale obbligatorio.
Quindi, devo ritenere che la posizione della Conferenza Stato-Regioni in merito all’articolo 2-bis sia per voi corretta e condivisibile?

NEROZZI (PD)
Sì, Presidente, la mia parte politica la ritiene condivisibile; tale posizione assume peraltro un rilievo particolare anche per il ruolo istituzionale spettante a tale organismo.

PRESIDENTE
Ho ritenuto opportuno sottolineare questo passaggio perché mi interessava conoscere la vostra posizione su un punto importante come questo nel nostro confronto.
Rinvio quindi il seguito del dibattito in titolo ad altra seduta.
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Fonte: Senato della Repubblica