SENATO DELLA REPUBBLICA
XVI LEGISLATURA
Giunte e Commissioni

Resoconto stenografico

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette «morti bianche»

Seduta 99: giovedì 08 marzo 2012

Audizioni in merito all'infortunio sul lavoro avvenuto il 1° marzo 2012 nel cantiere della linea C della metropolitana di Roma

Presidenza del presidente TOFANI

Audizioni dei rappresentanti del Comune di Roma
Audizione dei rappresentanti della Procura della Repubblica di Roma
Audizione dei rappresentanti dell'Arma dei carabinieri
Audizione dei rappresentanti della Direzione territoriale del lavoro di Roma e della ASL Roma B
Audizione dei rappresentanti delle aziende coinvolte nell'infortunio
Audizione dei rappresentanti sindacali delle aziende coinvolte nell'infortunio

Intervengono, per il Comune di Roma: il dottor Antonello Aurigemma, assessore alle politiche della mobilità, la dottoressa Martina Pelliccia, assistente dell'assessore, e il dottor Giovanni Serra, capo dipartimento mobilità; per la procura della Repubblica di Roma: il dottor Roberto Cucchiari, procuratore aggiunto delegato per le indagini, e il dottor Pietro Pollidori, sostituto procuratore delegato per le indagini; per l'Arma dei carabinieri: il colonnello titolato scuola di guerra Maurizio Detalmo Mezzavilla, comandante provinciale dei Carabinieri di Roma, il colonnello Paolo Giovanni Maria La Forgia, comandante Carabinieri per la Tutela del lavoro, il tenente Federico Lori, comandante del nucleo operativo compagnia Carabinieri Roma Casilina, il luogotenente Francesco Coppola, del comando Carabinieri per la tutela del lavoro, e il luogotenente Giovanni Defraia, del comando Carabinieri per la tutela del lavoro; per la direzione territoriale del lavoro di Roma: il dottor Claudio Petrelli, ispettore tecnico; per la ASL Roma B: il dottor Enrico Piroli, direttore sanitario, la dottoressa Giuseppina Bosco, direttore SPRESAL, e il dottor Gianfranco Rischia, tecnico della prevenzione - UPG; per Roma Metropolitane S.r.l.: l'ingegner Giovanni Simonacci, direttore tecnico e responsabile unico del procedimento della linea C della metropolitana, la dottoressa Fabiola Iacobucci, responsabile area risorse umane e rapporti sindacali; per Metro C S.c.p.A.: l'ingegner Franco Cristini, presidente, l'ingegner Filippo Stinellis, amministratore delegato, l'ingegner Francesco Maria Rotundi, direttore generale, l'ingegner Maurizio Benucci, project manager tratta T6A, il dottor Reginaldo Iori, responsabile sicurezza lavori, e l'ingegner Luigi Antonio Gargiulo, coordinatore alla sicurezza in fase progettazione ed esecuzione; per CO.GE.DI. S.r.l.: il dottor Alberto Di Virgilio, presidente, l'ingegner Federico Di Virgilio, amministratore delegato, e l'avvocato Tatiana Minciarelli, legale; per FILLEA-CGIL: il signor Daniel Grigoriu, funzionario Roma Est, e la signora Anna Lorena Fantini, funzionario Roma Est; per FILCA-CISL: il signor Raffaele Galisai, operatore responsabile area Roma Centro, e il signor Michele Mongelli, RSU CO.GE.DI. S.r.l.; per FENEAL-UIL: il signor Remo Vernile, dirigente, il signor Roberto Lattanzi, dirigente, e il signor Massimo Monaco, RSA CO.GE.DI. S.r.l.

SULLA PUBBLICITÀ DEI LAVORI

Avverto che della seduta odierna sarà redatto e pubblicato il resoconto stenografico. Poiché non si fanno osservazioni, così resta stabilito.

Audizioni dei rappresentanti del Comune di Roma


PRESIDENTE
L'ordine del giorno odierno reca una serie di audizioni, che hanno lo scopo di approfondire le circostanze in cui si è determinato, la settimana scorsa, l'infortunio mortale in un cantiere della linea C della metropolitana di Roma, nel quale è purtroppo deceduto un giovane lavoratore, il signor Luigi Termano.
Rivolgo anzitutto un saluto ai rappresentanti del Comune di Roma. Sono presenti il dottor Antonello Aurigemma, assessore alle politiche della mobilità, che di fatto rappresenta il Comune di Roma, attesa anche la lettera ufficiale pervenuta dal sindaco, che ha comunicato la sua impossibilità a prendere parte all'incontro odierno a causa di pregressi impegni istituzionali, la dottoressa Martina Pelliccia, assistente dell'assessore, e il dottor Giovanni Serra, capo dipartimento mobilità.
Dottor Aurigemma, la invitiamo quindi a descrivere, per le sue conoscenze, le informazioni in suo possesso circa l'incidente che ha determinato la morte del signor Termano.

AURIGEMMA
Signor Presidente, innanzitutto penso che si debba fare una breve premessa per quanto riguarda l'organizzazione relativa alla realizzazione di importanti infrastrutture nella nostra città. Nel 2005 il Comune di Roma ha costituito la società Roma Metropolitane (di cui detiene per intero il capitale sociale), che svolge il ruolo di stazione appaltante e controlla tutta la parte amministrativo-giuridica inerente a realizzazione, ampliamento, prolungamento e ammodernamento delle linee metropolitane della città: mi riferisco, in particolare, al prolungamento della linea B1 e alla realizzazione della linea C, con cantieri già in corso che stanno giungendo a ultimazione, nonché al prolungamento di altri tracciati della rete metropolitana della città. Roma Capitale svolge un ruolo tecnico-politico, mentre Roma Metroplitane svolge il ruolo di stazione appaltante; nella fattispecie, la linea C, che è uno dei cantieri di costruzione di metropolitane più grandi d'Europa, ha una serie di supervisioni, poiché ha tre soggetti finanziatori: lo Stato, che è intervenuto con il Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) per il 70 per cento, il Comune di Roma, che interviene con il 18 per cento, e la Regione Lazio, che interviene con il 12 per cento. Oltre al ruolo di Roma Metropolitane, un commissario governativo è delegato a controllare i lavori della linea C, poi vi è una supervisione da parte dell'ente che ha approvato il progetto, ovvero il CIPE.
In merito ai lavori della linea C, l'amministrazione svolge un ruolo di prevenzione. Noi siamo spesso in contatto con i sindacati e per quanto riguarda la linea C in quei giorni erano arrivate documentazioni da parte di una sigla sindacale in merito a lavori svolti in maniera non regolare; pertanto, abbiamo subito convocato Roma Metropolitane ed un incontro con le organizzazioni dei lavoratori era in corso lo stesso giorno in cui è avvenuto l'incidente.
Sulla linea C sono attivi cantieri su 22 stazioni, con una decina di pozzi di areazione. I controlli sono continui, sia da parte degli enti preposti, come la ASL, che di gruppi interforze che spesso vengono all'interno dei cantieri. In base alla documentazione fornitaci da Roma Metropolitane, al di là di qualche prescrizione o sanzione amministrativa, non ci sono stati particolari rilievi da parte delle autorità preposte al controllo. Aspettiamo quindi fiduciosi che l'autorità giudiziaria svolga il suo ruolo, anche perché siamo soggetti direttamente interessati posto che più volte, all'interno dei cantieri che abbiamo in città o in quelli che appaltiamo, prescriviamo che nei capitolati i ribassi d'asta non debbono essere fatti sulla sicurezza, ma sulle opere da realizzare, proprio per cercare di prevenire le criticità che potrebbero determinarsi. Nella fattispecie, sulla linea C, nonostante il momento di crisi, cerchiamo di salvaguardare il pagamento puntuale dei vari stati avanzamento lavori (SAL) che ci arrivano, proprio per evitare di mettere in una condizione di difficoltà economica le società che lavorano all'interno di questo grande cantiere e per evitare che si faccia economia su elementi particolarmente importanti come la sicurezza; quindi, nonostante il momento di crisi e i tagli di spesa, abbiamo sempre garantito puntualmente i pagamenti dei vari SAL che le aziende forniscono, proprio per prevenire situazioni particolari in relazione ad un cantiere grandissimo come quello della linea C.

MARAVENTANO
Signor Presidente, signor assessore, i progetti per migliorare Roma Capitale sono importanti, ma oggi io ho visto un cantiere in uno stato di degrado assoluto. Poco fa lei ha detto che i vostri cantieri vengono monitorati quotidianamente, ma quello che ho visitato oggi mi ha lasciato veramente a bocca aperta: c'erano tutte le misure di sicurezza relative alla discesa nell'area di lavoro, ma, pur in presenza di un pozzo di 30 metri, non c'era alcuna barriera di protezione. Vorrei quindi capire in che modo voi controllate questi cantieri e soprattutto se ci sono dei verbali di controllo.

NEROZZI
Capisco come il meccanismo della costituzione di società da parte dei Comuni divida le varie responsabilità, quindi successivamente faremo domande più specifiche, anche relativamente al fatto che non c'era alcuna protezione. Tuttavia, come lei ha detto, il Comune deve occuparsi dell'appalto; pertanto, ci interesserebbe capire come è stato predisposto l'appalto al massimo ribasso, purtroppo previsto dalla legge, e su cosa hanno risparmiato queste società. Nessuno, infatti, scriverà mai che risparmia sulla sicurezza o sulla regolarità del lavoro, ma sono proprio questi i punti dove di solito si fanno economie. Quindi vorremmo capire come è stato fatto l'appalto, un punto questo sicuramente interessante e che riguarda il Comune, mentre il resto riguarda le strutture che sono state costituite. Non le chiedo di rispondere oggi perché capisco che sarebbe difficile, ma siccome l'articolato dell'appalto viene definito un atto pubblico sarebbe interessante capire come è stato predisposto.

AURIGEMMA
Per quanto riguarda le attività di controllo, a Roma abbiamo circa 400 o 500 cantieri e su di essi l'obiettivo primario dell'amministrazione non è soltanto fare le opere, ma farle garantendo il rispetto della sicurezza. Ad ogni modo, essendo opere altamente invasive c'è un raccordo molto diretto, perché i migliori controllori sono i cittadini e i comitati che insistono sui cantieri che vengono aperti. Per noi è fondamentale realizzare queste opere cercando di conciliare le esigenze e il rispetto di chi lavora con le esigenze e il rispetto di chi vive in quelle zone, pertanto alcuni ritardi sono determinati dalla ricerca di condivisione con le tante persone interessate.
Per quanto riguarda il controllo e la sicurezza, abbiamo dei report forniti dai soggetti interessati, cioè da Roma Metropolitane e in questo contesto dalla società Metro C, che si occupa di controllo e sicurezza sui cantieri. Vorrei dire che, al di là degli schieramenti, sia la precedente amministrazione comunale che quella attuale si sono concentrate sugli aspetti inerenti alla sicurezza, quindi sarà mia premura portare la documentazione concernente l'aggiudicazione dell'appalto, anche perché questa è un'opera particolarmente complessa, la cui progettazione è iniziata nel 1990; il quadro economico è stato approvato nel 2004 e in due anni si è fatta la gara che è stata aggiudicata nel 2006. Quindi, come dicevo prima, vi è una serie di controlli effettuati da parte del CIPE, che ha finanziato la parte più consistente, e anche una supervisione del commissario governativo.
In questo contesto, in base ai report di cui disponiamo su tutti i cantieri, risulta che vi sono state 15 visite del gruppo interforze per il controllo di sicurezza. Inoltre, vi sono state oltre un centinaio di visite da parte della ASL con il gruppo di controllo della autorità giudiziaria competente, soltanto nei cantieri della linea C.
I dati che ci sono stati forniti, sia dalla Metro C S.c.p.A che da Roma mMetropolitane S.r.l, al di là di qualche rilievo, non sono stati eclatanti.

PRESIDENTE
Assessore, questi dati sono forniti da loro o da chi ha effettuato i controlli?

AURIGEMMA
Sono dati forniti da loro, ma si tratta di copie di verbali.

PRESIDENTE
Quindi, sono copie di verbali redatti dagli ispettori. Se non vi sono altre domande, ringrazio l'assessore Aurigemma per la sua collaborazione.

Audizione dei rappresentanti della Procura della Repubblica di Roma


PRESIDENTE
Segue l'audizione dei rappresentanti della Procura della Repubblica di Roma.
Saluto il dottor Roberto Cucchiari, procuratore aggiunto delegato per le indagini, e il dottor Pietro Pollidori, sostituto procuratore delegato per le indagini.

CUCCHIARI
Presidente, in premessa riferisco che il titolare del fascicolo è il collega Pollidori. Io sono il procuratore aggiunto che ha il coordinamento del gruppo specializzato infortuni sul lavoro e alimenti.
Per quanto riguarda questo episodio, possiamo dirvi che le indagini sono ancora in corso: non per accertare le modalità del fatto (che mi sembra vi siano state spiegate e che sono anche abbastanza semplici) ma per verificare le responsabilità nella catena dei collegamenti tra il committente e la ditta CO.GE.DI., che stava svolgendo quel lavoro.
Il punto principale da riportare, a parte la mancanza della tavola ferma piede e della balaustra e a parte il fatto che gli operai non erano neppure legati, è la mancanza di un altro elemento, cioè il fatto che nel piano operativo per la sicurezza quel tipo di lavoro non era previsto. Gli operai, quindi (almeno stando a quanto riferisce l'operaio sopravvissuto e che al momento dell'incidente si trovava insieme a quello deceduto), non erano stati neanche informati circa i pericoli. Questa situazione può aprire dunque alla responsabilità di ulteriori soggetti, oltre a quella del titolare, che abbiamo già iscritto nel registro degli indagati, e che è il legale rappresentante della CO.GE.DI.
Sicuramente, però, bisognerà verificare anche la posizione del direttore dei lavori, del capo del cantiere e altresì i rapporti con Metro C S.c.p.A. Sia ieri che oggi, infatti, la nostra ispettrice, il cui nome vedrete riportato anche negli atti, la dottoressa De Bellis, sta compiendo una serie di assunzioni di informazioni per verificare la posizione di tutti questi soggetti. Ritengo, però, di potervi dare per certo che ci sarà qualche altro indagato: quantomeno chi ha mandato gli operai su quella specie di piano senza nessuna protezione. Francamente, posso dire che è già spaventoso anche solo affacciarsi e vedere cosa c'è sotto.

PRESIDENTE
Dottor Cucchiari, a lei risulta che siano stati effettuati controlli da parte delle autorità preposte nell'ultimo periodo?

CUCCHIARI
Presidente, al riguardo vorrei fare una brevissima considerazione. Il punto è che circa dieci anni fa la nostra sezione, allora diretta dal procuratore aggiunto Amendola (persona che si è sempre spesa sia per quanto riguarda l'ecologia sia per quanto riguarda gli infortuni sul lavoro e la materia del lavoro, e che attualmente è procuratore a Civitavecchia) disponeva di 15 ispettori del lavoro. Oggi noi ne abbiamo 2, una è appunto la dottoressa De Bellis, della quale leggerete il nome negli atti. Sono entrambi molti bravi, ma sono rimasti solo in due. Quando disponevamo di 15 ispettori, ricordo che in occasione dei lavori per il Giubileo giunsero delle segnalazioni da parte di associazioni e sindacati. I 15 ispettori furono dunque sguinzagliati, senza preavviso, nei cantieri dei lavori dell'epoca e furono riscontrate molte irregolarità. Oggi non possiamo inviare i due ispettori come facemmo allora, poiché essi lavorano per noi sugli incidenti. Noi li mandiamo sul posto, svolgono le indagini e stendono una relazione, ma di più non possono fare, appunto perché sono solo in due.
Ci basiamo pertanto solo su quanto fanno le ASL, in quanto ogni ASL ha il suo servizio di prevenzione infortuni. Anche le ASL, però, dispongono di poche persone. Bisogna poi ricordare che parte del personale ci è stata sottratta proprio dalle ASL, perché vi erano degli ufficiali di polizia giudiziaria assegnati alla nostra sezione in base al codice di procedura penale. Quando disponevamo di 15 ispettori, potevamo appunto fare questi interventi. Adesso, invece, dobbiamo basarci su quanto fanno le ASL. E le segnalazioni che arrivano sono tante. A turno, infatti, faccio i primi atti in procura e vedo che arrivano notizie di reato e che vengono fatti interventi su cantieri pubblici e privati.
Si potrebbe certamente fare di più ma, a quanto pare, il personale è poco. A noi, poi, il personale è stato tolto, anche perché spiaceva che i controllori venissero controllati, dal momento che, in fin dei conti, noi mandavamo i nostri ispettori a controllare quanto avevano fatto gli altri ispettori. Per essere chiari, le pecore nere ci sono sempre, da tutte le parti, anche in alto loco. In fondo, Gesù è stato tradito per 30 denari da un apostolo. Quindi, può succedere anche questo.

GRAMAZIO
Per la metropolitana, però, i denari sono un po' di più.

CUCCHIARI
Certamente potrebbe esserci un intervento maggiore, ma è sempre una questione di mezzi.

PRESIDENTE
Io volevo però sapere se le risulta che vi siano stati controlli da parte dell'Azienda sanitaria locale e da parte di altri soggetti, in periodo recente, su quel cantiere.

POLLIDORI
Presidente, in questo momento non siamo in grado di dirlo. Dobbiamo compiere delle verifiche, e stiamo indagando anche su questo punto. Ricordo, però, che le indagini sono iniziate da una settimana. Stiamo ancora cristallizzando il fatto quanto alle responsabilità.
Pertanto, al momento questo è quanto possiamo dirle. Prossimamente, ne sapremo sicuramente di più.

PRESIDENTE
Dal momento che noi audiremo anche i rappresentanti della ASL, ci farebbe piacere disporre di maggiori elementi di confronto, al fine di comprendere quanto si è verificato.

CUCCHIARI
Se lei desidera, Presidente, noi possiamo compiere un accertamento per sapere se sono stati condotti dei controlli su quel cantiere. Sicuramente, però, sono stati fatti.

PRESIDENTE
Diciamo che se sono stati fatti, sicuramente voi lo verrete a sapere.

NEROZZI
È probabile che li abbiano fatti.

MARAVENTANO
Presidente, volevo appunto capire se in questi cantieri recentemente siano stati svolti dei controlli, perché l'assessore comunale ha affermato che sono monitorati quotidianamente. Volevo pertanto capire se è davvero così.

CUCCHIARI
Senatrice, a noi viene fatto rapporto dell'infortunio. Se gli ispettori hanno svolto dei controlli precedentemente e non hanno trovato nulla di irregolare, sono andati via dal cantiere e la procedura si è chiusa così. Se gli ispettori hanno riscontrato delle irregolarità, allora è stato redatto sicuramente un verbale e noi potremo averlo anche in procura perché, in base alla legge, vengono poste delle prescrizioni. Sul cantiere arrivano gli ispettori e se scoprono che manca, ad esempio, una tavola ferma piede bloccano il cantiere. Solo dopo che tutto viene messo a norma, solo allora il cantiere viene riattivato. Questo è il nostro sistema.
In alcuni casi, la parte interessata può poi definire la sua posizione con il pagamento di una sanzione pecuniaria. Certo, in questo caso, siamo di fronte a un delitto punito con la reclusione.

MARAVENTANO
Capisco che in questo momento non siete in grado di essere più precisi, perché le indagini sono in corso.

NEROZZI
È improbabile che i controlli siano stati fatti per la ragione che diceva il sostituto procuratore, perché se fossero stati eseguiti voi lo avreste saputo. Si potrebbe forse pensare che siano stati fatti in un momento in cui non c'erano operai a lavoro, ma questo sarà oggetto magari di una successiva verifica.
Mi permetto di suggerire qui due profili che, a mio avviso, sarebbe opportuno approfondire. In primo luogo, ritengo che sarebbe il caso di procedere ad un attento esame del capitolato d'appalto, che abbiamo richiesto al Comune, perché quando si fanno gare al massimo ribasso bisogna capire quali sono i capitoli rispetto ai quali il massimo ribasso si è verificato.
Il secondo profilo che consiglierei di verificare - visto che la magistratura ha già fatto tutto ciò che prevede il protocollo fissato dal codice della sicurezza - è relativo all'orario di lavoro. Si tratta cioè di stabilire qual era l'orario di lavoro ed il relativo termine; se era previsto un orario di lavoro notturno e qual era il contatto nazionale di riferimento: è evidente, infatti, che se c'erano due turni in contemporanea (otto più otto, o addirittura tre per otto, come a volte succede), per cui magari l'operaio era sul posto da sedici ore, la situazione è un po' diversa.
Bisognerebbe poi chiarire se era comunque previsto lo svolgimento durante l'orario notturno delle mansioni che l'operaio deceduto stava eseguendo. È la mia "antica" professione che mi porta a dare questi suggerimenti, perché si tratta di elementi non indifferenti rispetto al tipo di lavoro che facevano quegli operai. Allo stesso modo c'è da dire che, se anche l'area di lavoro in cui gli operai svolgevano la loro attività era illuminata, lavorare di notte è comunque molto diverso dal lavorare di giorno e si richiedono quindi forme di sicurezza diverse, anche se poi, nel caso specifico, pare che non ce ne fosse nessuna.

CUCCHIARI
Per la verità una parte del lavoro si svolgeva già sottoterra.

NEROZZI
Sì, ma il lavoro notturno è altra cosa ancora. Un lavoratore può anche fare otto ore più otto ore, perché è un tipo di turnazione possibile, ma è certamente molto pesante e comunque non adatta a tutti i tipi di lavoro: sicuramente però è da escludere per il lavoro che stava svolgendo l'operaio che è deceduto.
Mi rendo conto che il vostro mestiere non è certamente quello di leggere i contratti - e del resto voi avete già seguito il protocollo stabilito dal codice della sicurezza - ma bisogna capire, in quella specifica situazione, quali erano le condizioni di lavoro contrattuali. Se ne avrete bisogno, potrete certamente acquisire tutto ciò che in questo senso potrà essere utile alle vostre indagini.

CUCCHIARI
Abbiamo qui il verbale di ispezione e la documentazione fotografica relativa all'incidente, che consegneremo poi alla Commissione.
Sull'impalcatura che si vede dalle foto lavoravano due operai: uno era impegnato a tagliare una trave di acciaio con il cannello, mentre l'altro era accovacciato dietro e lo aiutava. Ad un certo punto, quando è stato staccato l'ultimo pezzo della trave, il pezzo agganciato ad una catena ha oscillato ed è andato verso l'operaio che stava a fianco di quello che tagliava, che riferisce di aver sentito un urlo e poi un tonfo. Questo significa che l'altro operaio o è stato colpito, oppure si è scansato e, non avendo alcuna protezione - dal momento che era comunque più in alto rispetto al parapetto esterno - è precipitato.

PRESIDENTE
Quindi, per chiarire, un parapetto c'era, ma era sul piano e non sul cavalletto.

POLLIDORI
Il parapetto esterno era all'altezza di 1,10 metri, mentre il piano di lavoro era a 2,10 metri circa, quindi ad un metro di distanza: l'operaio che è caduto lavorava quindi più in alto rispetto al parapetto.

CUCCHIARI
Esattamente, tant'è vero che nell'ipotesi accusatoria noi contestiamo sia la mancanza del parapetto sia della tavola fermapiede, oltre alla mancanza di un aggancio con una cintura di sicurezza; era inoltre un lavoro che non era stato neppure programmato sotto il profilo della sicurezza.

PRESIDENTE
Dopo aver esaminato la documentazione fotografica, inviterei a questo punto il dottor Pollidori a riassumere i risultati cui sono giunte fino ad oggi le indagini.

POLLIDORI
Dagli atti acquisiti, oltre che dall'accesso che abbiamo fatto questa mattina sul luogo dell'incidente e dalle chiarissime immagini fotografiche che vi abbiamo mostrato, emerge sicuramente la sussistenza del reato, essendo ravvisabile tutta una serie di violazioni. Sotto questo profilo è da rilevare, innanzitutto, la mancata predisposizione di un parapetto sul cavalletto su cui si trovavano i due operai, che non erano tra l'altro neppure agganciati con cinture di sicurezza, né erano stati informati del rischio del lavoro, come abbiamo già accertato mediante l'escussione di persone informate sui fatti, tra cui, in primo luogo, l'operaio sopravvissuto.
C'è da dire, inoltre, che il tipo di lavoro che i due operai stavano effettuando - vale a dire il taglio del pilastro che sorreggeva il solaio superiore del locale adibito a servizi dove gli operai stavano lavorando - non era previsto nel piano operativo di sicurezza. Parliamo già di quattro evidenti violazioni, e questo è quanto.

GRAMAZIO
Signor Presidente, viste le foto e sentito anche quanto è stato detto dai colleghi che questa mattina hanno eseguito il sopralluogo nel cantiere, voglio fare una considerazione.
La magistratura interviene una volta che è avvenuto il fatto, nel momento in cui si prospetta un'ipotesi di reato. Quello che però qui interessa, a mio avviso, è verificare innanzitutto se erano stati effettuati a monte tutti i controlli necessari dalle autorità preposte. In questo caso specifico, c'è infatti una stazione appaltante, il CIPE, e c'è tutta una serie di responsabilità a catena nella gestione: penso, ad esempio - forse è una mia deformazione professionale, ma me lo consenta, signor Presidente - alle responsabilità della ASL competente per territorio (che mi pare sia la ASL Roma B). Se infatti è vero - lo ripeto - che la magistratura è chiamata ad effettuare tutti i controlli una volta che si è verificato l'incidente, è altrettanto vero che i controlli devono essere fatti prima perché se interveniamo solo quando c'è stato il decesso del lavoratore vuol dire che i controlli non sono stati fatti. Quindi, secondo me, dovremmo sentire in particolare tutti coloro che avevano ed hanno una responsabilità di controllo effettivo. Credo che i magistrati abbiano una particolare competenza e attenzione sull'argomento, visti anche i problemi connessi al lavoro in una città come Roma. Rispetto a quanto diceva il vice presidente, bisogna vedere se era una giornata di pioggia, se gli operai avevano gli scarponi adatti e se sono scivolati dato che non avevano gli agganci. Faccio un esempio: i due operai di Reggio Calabria, dove è crollato quel palco, si sono salvati perché erano agganciati. Ci sono delle responsabilità dirette sul lavoro. Chiedevo prima all'assessore Aurigemma se avevano atti di controllo; non li hanno perché la stazione appaltante è il CIPE, il contributo è nazionale e il Comune di Roma non ha competenze di controllo su questa azienda. I due passaggi pongono l'attenzione sull'obiettivo lavoro e su tutti gli aspetti collegati a quel tipo di lavoro. Le relazioni della ASL sicuramente sono importanti, come lo sono i responsabili dell'azienda che hanno la precisa competenza per la sicurezza sul lavoro.

CUCCHIARI
Gli operai avevano il casco e gli scarponi, ma non avevano quello che serviva veramente per quel tipo di lavoro: mancava l'ancoraggio.

NEROZZI
Quello che ha detto il senatore Gramazio sulla situazione meteo ha un rapporto con le modalità contrattuali: se pioveva, un certo tipo di lavoro non si doveva fare. C'è la questione delle scarpe, ma anche il fatto che alcune cose con un certo tipo di tempo non dovrebbero essere fatte.

POLLIDORI
Rispondo alla domanda fatta prima dal senatore Nerozzi. Per quanto riguarda l'orario di lavoro, in questo momento ancora non lo abbiamo accertato e neanche l'entità di un'eventuale inosservanza. Lo stiamo verificando in questi giorni. Tra qualche giorno sapremo molto di più. Sicuramente, per quello che ci risulta, gli operai erano regolarmente assunti e stavano svolgendo le mansioni per cui erano stati assunti. Rispondo per quello che so oggi.

CUCCHIARI
Nella prima relazione si dice che operano in turni che vanno dalle 14 alle 22.

POLLIDORI
Non ci risultano irregolarità particolari. Le condizioni meteorologiche le verificheremo.

NEROZZI
Sul turno dalle 14 alle 22, bisognerebbe capire se la stessa persona faceva due turni.

POLLIDORI
Sarà verificato anche questo.

NEROZZI
È ovvio che erano assunti regolarmente in una stazione appaltante di questo genere. Trattandosi di un'attività da esperti, chi dovrebbe fare i controlli in questo caso è il Ministero del lavoro, che non sempre li fa. È una cosa che spesso si sottovaluta. In quel tipo di lavoro diventa importante, in altri meno.

CUCCHIARI
So che eravate interessati a notizie su un altro incidente sul lavoro, quello di piazza Santa Emerenziana che riguarda la metro B1. Siamo al 22 maggio 2011. Erano in corso i lavori di scavo del tunnel della canna della metro. Allora, per fare questi lavori anche se non sono un tecnico so che congelavano il terreno con azoto in modo che non franasse, poi scavavano, formando la galleria, e andavano avanti. Per mantenere congelato il terreno usavano l'azoto che veniva erogato la notte; poi la mattina alle ore 6, quando arrivava la squadra degli operai che doveva scendere nel pozzo, veniva sospesa l'erogazione, fatta una ventilazione e poi gli operai accedevano. La sera successiva ricominciavano e si proseguiva con la galleria. Uno dei due operai addetti al controllo notturno dell'erogazione di azoto (che si trovavano in una cabina in alto, a 30 metri, e non sotto perché l'azoto è tossico) si è allontanato. Questo è avvenuto circa alle ore 6 quando dovevano cessare quest'attività. L'altro collega non vedendolo più se ne è andato; quando è arrivata la squadra che doveva scendere nel pozzo a 30 metri sotto ha trovato questo operaio disteso per terra. Ci sono degli elementi importanti da valutare in questo caso. Anche se le indagini non sono ancora terminate, c'è un dato: l'operaio viene trovato sotto dopo esser già passato per lo spogliatoio perché si era cambiato completamente ed era vestito per tornare a casa. Questo operaio conosceva il lavoro e sapeva che non si poteva accedere sotto finché non fosse stato areato il condotto. Non aveva motivo di andare sotto e peraltro nessuno ce lo aveva mandato. In questa situazione sembrerebbe non esserci violazioni. Cosa ci sia andato a fare nel tunnel non lo sappiamo.

PRESIDENTE
Questi sono i fatti.

CUCCHIARI
È molto diverso perché lui sapeva che non ci doveva andare; era stato informato del lavoro che doveva fare.

NEROZZI
Era anche vestito normalmente.

CUCCHIARI
Sì, si era cambiato; inoltre nessuno lo aveva mandato giù, perché non c'era nessuno in quel momento nel cantiere, il collega era andato via. Ho saputo poi che dall'autopsia risulta che non è morto per avvelenamento da azoto.

PRESIDENTE
E quindi l'indagine si complica.

CUCCHIARI
Sì, però voglio sottolineare che, sebbene l'incidente sia accaduto in un cantiere della metropolitana, le modalità sono molto diverse.

PRESIDENTE
Quali sono i motivi della morte?

CUCCHIARI
Sembra che sia morto per fatto traumatico

PRESIDENTE
Quindi probabilmente per la caduta.

CUCCHIARI
Sì, anche perché dove è stato trovato il corpo ci sono dei tondini che sporgono da terra, sui quali ha sicuramente battuto la testa, come risulta dall'autopsia. Tuttavia non sappiamo il motivo della caduta, se è stata accidentale o se si è suicidato. In ogni caso, non abbiamo trovato addebiti a carico di qualcuno. Ho portato anche la documentazione relativa a questo incidente: se volete, ve le consegno. Se poi volete altra documentazione...

PRESIDENTE
È meglio se rimaniamo in contatto.

CUCCHIARI
Se ci chiedete la documentazione che vi occorre, possiamo inviarvela. Tenete presente che il fascicolo dell'incidente che siamo andati a vedere oggi è molto voluminoso, però siamo a disposizione, se possiamo essere utili.

PRESIDENTE
Vi ringraziamo per il vostro apporto e vi auguriamo buon lavoro.

Audizione dei rappresentanti dell'Arma dei carabinieri



PRESIDENTE
Passiamo ora all'audizione dei rappresentanti dell'Arma dei carabinieri.
Saluto il colonnello Maurizio Detalmo Mezzavilla, comandante provinciale dei carabinieri di Roma, e il colonnello Paolo Giovanni Maria La Forgia, comandante dei carabinieri per la tutela del lavoro. I nostri ospiti sono accompagnati dal tenente Federico Lori, comandante del Nucleo operativo della compagnia dei carabinieri di Roma Casilina, dal luogotenente Francesco Coppola, del Comando dei carabinieri per la tutela del lavoro e dal luogotenente Giovanni Defraia, del Comando dei carabinieri per la tutela del lavoro.

LA FORGIA
Sono il colonnello Paolo La Forgia, comandante del Comando dei carabinieri per la tutela del lavoro da tre mesi.
Ho necessità di fare una premessa di ordine generale: per circa vent'anni sono stato nei reparti investigativi, quindi di morti ammazzati - mi si consenta il termine - ne ho visti tanti, però assumendo il comando dei carabinieri per la tutela del lavoro sono rimasto costernato dal numero delle morti causate da incidenti sul lavoro. Parlo di morti e non solo di infortuni. Sono rimasto veramente colpito da questa percentuale così alta, tant'è che, appena insediato, tre mesi fa, ne ho subito parlato con il ministro Fornero (anch'ella appena insediata) e posso garantirvi che da parte sua c'è la massima attenzione verso questa problematica.
Dal punto di vista organizzativo, ho subito operato un raccordo con il direttore generale dell'INAIL, per un'osmosi informativa sulle morti sul lavoro, perché i dati ci consentono poi di indirizzare, di orientare l'opera di vigilanza. Ho istituito un sistema (che noi chiamiamo «sistema eventi»), entrato da poco in funzione, perché c'era la necessità di creare la struttura informatica, dove dovremmo riuscire a recepire tutte le segnalazioni sulle morti sul lavoro, per poi fare le conseguenti analisi.
Abbiamo 101 nuclei distribuiti in tutte le Province del territorio nazionale, tranne Bolzano e Trento; nel Lazio abbiamo cinque Nuclei di ispettorato del lavoro dei carabinieri, che operano in seno alle Direzioni provinciali del lavoro e sono alle dipendenze...

PRESIDENTE
Mi scusi se la interrompo, colonnello, ma noi conosciamo bene la vostra struttura e ne abbiamo seguito l'evoluzione fin dall'inizio: è stata organizzata prima a livello centrale, con un solo Ispettorato generale, poi ne sono stati istituiti altri tre. Seguiamo quindi con grande attenzione la vostra struttura.

LA FORGIA
Grazie, Presidente. Questi Nuclei, che sono alle dipendenze funzionali del Direttore provinciale del lavoro, hanno però un limite, cioè non hanno personale specializzato per la cosiddetta vigilanza tecnica. Suppliscono a tale carenza le unità del Nucleo operativo (istituito nel 2010 con la riforma del Comando carabinieri per la tutela del lavoro), che ha effettuato nel Lazio, dal 2011, 68 ispezioni complessive in edilizia emanando 65 prescrizioni, 20 sospensioni di attività nell'ambito del cantiere, 87 ammende, 26 sanzioni per violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, 22 sanzioni per omesse informazioni sui dispositivi ai lavoratori, 21 sanzioni in tema di mancato uso dell'attrezzatura del lavoro.

PRESIDENTE
I Nuclei hanno ispezionato qualche volta il cantiere dove è accaduto l'incidente?

LA FORGIA
L'ispezione è stata fatta non dal Nucleo, ma dall'area tecnica della Direzione provinciale del lavoro, e comunque non sul cantiere dove è avvenuto l'incidente, ma in altri cinque cantieri della metropolitana. Quel cantiere in particolare non è stato ispezionato. Sono stati invece ispezionati i cantieri della stazione Giglioli (in data 16 novembre 2010), della stazione Malatesta, della stazione San Giovanni (il 14 aprile 2011), della stazione di piazza dei Mirti, sempre sulla linea C (il 14 dicembre 2011) e della stazione Termini, per le linee A e B (il 3 febbraio 2012).
L'ispezione non è stata effettuata - ma questo è ovviamente correlato ai tempi di ispezione e, soprattutto, alle disponibilità in termini di uomini - perché la Direzione provinciale del lavoro (DPL) di Roma ha un nucleo altamente specializzato in vigilanza tecnica...

PRESIDENTE
A noi interessa focalizzare il problema su questo cantiere. I carabinieri hanno ispezionato 4-5 cantieri sulla linea C.

LA FORGIA
Non i carabinieri, ma l'area tecnica della DPL.

PRESIDENTE
Il Nucleo è stato presente qualche volta su uno di questi cantieri?

LA FORGIA
No, perché non ha personale specializzato per la vigilanza.

PRESIDENTE
Quindi stiamo parlando della Direzione provinciale del lavoro.

LA FORGIA
Esattamente, perché dispone di un nucleo di ispettori tecnici altamente specializzati.

PRESIDENTE
Quindi lei ci ha rappresentato quello che ha fatto la Direzione provinciale del lavoro.

LA FORGIA
Sulla via Casilina i cinque controlli non sono stati effettuati da noi, ma dalla Direzione provinciale del lavoro.

MEZZAVILLA
Signor Presidente, sostanzialmente il 29 febbraio scorso verso le ore 20,20 il personale della compagnia Roma Casilina, di cui è qui presente il tenente Lori, che è comandante del Nucleo operativo, è intervenuto all'interno del cantiere della linea C, all'altezza del civico 1072 della via Casilina, dove peraltro stamattina abbiamo operato il sopralluogo. In tale cantiere, che è di pertinenza della ditta CO.GE.DI. S.r.l. avente sede legale a Tivoli, un operaio ventiseienne, il signor Luigi Termano, proveniente da Arzano in provincia di Napoli, per cause che si stanno cercando di identificare in sede giudiziaria era precipitato all'interno di un pozzo del diametro di circa 6-8 metri, che dovrebbe essere utilizzato dalla talpa per scavare e per realizzare le vie di fuga dal fuoco e di areazione. L'incidente è avvenuto mentre la vittima si trovava a circa due o tre metri rispetto alla linea del terreno, in area sottostante, e insieme ad un altro operaio era intento a tagliare una trave di ferro. Per quanto concerne la ricostruzione dei fatti, al momento dell'incidente gli operai allertati in quello specifico cantiere erano solo loro, quindi due, mentre altro personale si trovava in altro cantiere non molto distante, ma comunque non aveva assistito all'evento e non era potuto intervenire tempestivamente, anche perché la profondità del pozzo è di circa 30 metri. È intervenuto immediatamente il 118, che ha attivato il 112 e in seguito è arrivata l'Arma competente, che ha esperito i primi rilievi che sono stati anche operati dal Nucleo tutela del lavoro e dalla ASL.

PRESIDENTE
È la ASL che sta procedendo alle indagini?

MEZZAVILLA
Esattamente. Desidero precisare che nell'immediatezza, in qualità di agenti di polizia giudiziaria, gli operatori hanno assunto sommarie informazioni dall'altra persona presente e hanno anche elencato una serie di persone collegate alla vicenda, ma forse il tenente Lori potrà essere più preciso perché ha vissuto la vicenda in prima persona.

LORI
Come ha detto il comandante, sostanzialmente siamo intervenuti sul posto attorno alle ore 20,20, quindi l'incidente è avvenuto attorno alle ore 19,45-20. Siamo arrivati a quell'ora perché l'operaio che si trovava con il collega caduto ha avvertito in prima battuta il 118, che poi ha chiamato i vigili del fuoco, quindi noi siamo intervenuti sulla scena per terzi. Chiaramente, abbiamo portato l'unico testimone (erano appunto in due sul luogo dell'incidente) nella nostra caserma e lo abbiamo sentito sulla vicenda. Come ho detto questa mattina, ci ha riferito che stavano tagliando una trave in ferro a un livello inferiore rispetto al suolo, a un'altezza di 30 metri dal fondo del pozzo; lui era rivolto verso la parete, quindi aveva il collega alle spalle e non lo poteva vedere nel momento in cui è caduto, ma quando ha sentito delle urla e due tonfi si è girato e sporgendosi ha visto che era caduto.
Chiaramente in quel momento è stato chiamato l'Ispettorato del lavoro, che è intervenuto sul posto: è stato contattato il magistrato di turno esterno, il quale ha disposto che a procedere sarebbe stato l'Ispettorato del lavoro, a cui pertanto avremmo dovuto trasmettere gli atti che avevamo redatto noi, cioè il sommario di informazioni testimoniali e le annotazioni di PG come primo intervento di forza di polizia sul posto, e così è stato fatto. In buona sostanza, questo è quello che abbiamo fatto.
Il malcapitato è stato estratto con la gru che abbiamo visto questa mattina, grazie l'ausilio dell'addetto (di cui abbiamo il nome) che ha aiutato il 118 a portarlo in superficie; successivamente sono intervenuti i vigili del fuoco. Quindi, quando siamo arrivati il soggetto era già stato trasportato in ospedale. Il sopralluogo e i rilievi sul posto sono stati fatti dall'Ispettorato del lavoro.

PRESIDENTE
Quindi sono stati fatti dall'Ispettorato del lavoro, ma adesso c'è la ASL.

LORI
Quella sera è stato contattato l'ispettore reperibile dell'Ispettorato del lavoro ed è intervenuta la dottoressa De Bellis; sostanzialmente loro si sono raccordati col PM di turno esterno; la vicenda successiva non è stata più seguita da noi in prima persona e quindi per quanto riguarda tutto il resto sicuramente sono più informati.

PRESIDENTE
Lei però ha fatto riferimento all'azienda sanitaria.

LORI
Sul posto è intervenuto l'Ispettorato del lavoro con la dottoressa reperibile della procura, dove c'è un nucleo che tratte le questioni relative a questa materia.

PRESIDENTE
Quindi la ASL non è mai venuta.

LORI
Per quello che mi risulta c'è stata l'ispettrice reperibile.

PRESIDENTE
E chi segue le indagini?

MEZZAVILLA
L'indagine è stata rimessa nelle mani della procura. Per quanto riguarda l'Arma, sono stati trasmessi tutti gli atti d'indagine redatti nell'immediatezza al magistrato competente. Ritengo pertanto che adesso la stia sviluppando il magistrato con l'Ispettorato del lavoro che opera presso la procura.

PRESIDENTE
Vi ringrazio per la collaborazione.

Audizione dei rappresentanti della Direzione territoriale del lavoro di Roma e della ASL Roma B



PRESIDENTE
Segue l'audizione dei rappresentanti della Direzione territoriale del lavoro di Roma e della ASL Roma B.
Saluto il dottor Claudio Petrelli, ispettore tecnico, e per la ASL Roma B, il dottor Enrico Piroli, direttore sanitario, la dottoressa Giuseppina Bosco, direttore SPRESAL, e il dottor Gianfranco Rischia, tecnico della prevenzione-UPG.
Dottor Petrelli, lei è l'ispettore tecnico della Direzione territoriale del lavoro di Roma, quindi è il soggetto che collabora con la magistratura relativamente alla morte del signor Luigi Termano, rispetto alla quale stiamo cercando di capire meglio lo svolgimento dei fatti. Gradiremmo pertanto che lei ci fornisse gli elementi di cui è a conoscenza.

PETRELLI
Signor Presidente, noi non siamo stati informati circa l'ultimo incidente, perché se ne è occupata direttamente la polizia giudiziaria della procura insieme alla ASL Roma B, che è competente per territorio; tuttavia, abbiamo già concordato (poco fa c'era il dottor Polidori, che è il magistrato inquirente) che verremo coinvolti nella fase successiva, la settimana prossima, per quanto riguarda i controlli e le verifiche per il dissequestro che l'impresa ha richiesto per rientrare nei lavori e per il controllo del rapporto di lavoro tra dipendenti e impresa.

PRESIDENTE
Ogni tanto emerge, quasi fosse un fenomeno carsico, il ruolo della ASL. Cosa ha fatto finora la ASL?

PETRELLI
Non so cosa abbia fatto la ASL su quel cantiere. So che ha effettuato qualche controllo sulla linea, come anche noi.

PRESIDENTE
Ce lo auguriamo, ma per quanto riguarda questo infortunio, a quanto le risulta, la ASL ancora non è sulla scena?

PETRELLI
Il giorno in cui si è verificato l'incidente, io ne sono stato informato tra le 23 e la mezzanotte. Ho chiamato la collega della polizia giudiziaria della procura che si trovava sul sito, la dottoressa De Bellis, che mi ha riferito che era presente il personale della ASL e che quindi, in quel momento, non era necessario che ci andassimo anche noi. Ci siamo però sentiti successivamente e noi siamo sempre a disposizione.

PRESIDENTE
Ma chi ha fatto le prime relazioni al dottor Pollidori?

PETRELLI
La ASL e la polizia giudiziaria della procura. Presso la procura, infatti, è distaccato un nucleo di ispettori che svolge questo lavoro.
Noi siamo intervenuti con la polizia giudiziaria della procura per occuparci di un infortunio precedentemente avvenuto sulla linea C. Presso la stazione della metropolitana di Torre Spaccata si è verificato un altro infortunio, che ha dato luogo a una folgorazione che, per fortuna, non ha causato il decesso del lavoratore. Il fatto che non si sia verificato un decesso è stata una circostanza abbastanza fortunosa. Noi abbiamo proseguito con gli accertamenti e abbiamo riscontrato delle anomalie per quanto riguarda la situazione relativa agli appalti. L'inchiesta è ancora in corso. Abbiamo terminato gli atti di nostra spettanza, ma riteniamo che la procura stia per mandare avanti gli atti successivi.
La linea C è stata realizzata in attuazione della legge obiettivo (legge n. 443 del 2001), che è stata inserita all'interno del Testo unico sui lavori pubblici, il decreto legislativo n. 163 del 2006. In virtù della legge obiettivo c'è la possibilità di avere un project manager e tutta una serie di figure che realizzano l'opera per conto del committente pubblico e della stazione appaltante pubblica. Nel 2008, con l'introduzione del Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro (decreto legislativo n. 81 del 2008), la catena di comando prevista dal Testo unico sui lavori pubblici è venuta, a nostro parere (e ritengo anche a parere della procura), a cadere. Il Testo unico sulla sicurezza, infatti, all'articolo 302 prevede l'abrogazione implicita di tutte le norme che entrano in contrasto con il contenuto stesso del decreto. Il Titolo IV del Testo unico sulla sicurezza, relativo alla sicurezza nelle costruzioni, prevede un'architettura di comando organizzativa che confligge assolutamente con la normativa sui lavori pubblici, in quanto le figure di garanzia non possono essere nominate dalla ditta che sta operando. Come figure di garanzia, intendo il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione, il coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione e il direttore dei lavori. Tutte queste figure vengono nominate dal project manager. Ciò è appunto avvenuto per il cantiere della linea C, secondo la possibilità concessa dalla legge obiettivo, confluita poi nel Testo unico sui lavori pubblici. Questa architettura e questa catena di comando sono venute a cadere nel momento in cui il Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro prevede che tutto ciò che è in contrasto con le norme in esso contenute va a decadere. Noi abbiamo indicato tale fatto alla procura, a motivo dell' infortunio precedente, perché ciò va praticamente ad inficiare tutte le procedure che possono essere messe in atto da quelle figure, che non sono state nominate - in realtà - dalla stazione appaltante. Nonostante questo, noi abbiamo continuato a lavorare come Ispettorato del lavoro e, con la DIA, abbiamo fatto degli accessi mirati proprio sugli appalti, sul rapporto di lavoro e anche sulla sicurezza. L'anno scorso abbiamo fatto quattro o cinque di questi accessi e continuiamo a monitorare i cantieri.

PRESIDENTE
Abbiamo notizia dei vostri accessi nel corso del 2011, ma non risultano accessi in quel cantiere. Quello che ci interessa sapere è se voi vi collegate con la ASL quando fate questi accessi, così da non sovrapporvi sullo stesso cantiere?

PETRELLI
Sì, Presidente, ma tenga conto che, purtroppo, noi stiamo vivendo una situazione drammatica.

PRESIDENTE
Lasciamo perdere i drammi, perché il dramma maggiore è quello dell'operaio morto. Vorrei sapere se vi coordinate con la ASL.

PETRELLI
Sì, Presidente, noi agiamo in coordinamento con la ASL. In base alla nostra procedura, nel momento in cui il nostro personale ispettivo va sul cantiere e riscontra che vi è stata già la ASL, si reca in un altro cantiere. In tal modo non si verificano sovrapposizioni di indagini, a meno che non si tratti di una indagine molto vecchia. Non esiste, comunque, una banca dati comune.

PRESIDENTE
Tralasciando la banca dati comune, potrebbe anche esservi una interlocuzione, un colloquio o una cooperazione.

PETRELLI
Presidente, con alcune ASL questo avviene, ma faccio rilevare che noi siamo solo 11 tecnici per tutto il territorio della Provincia. Abbiamo la competenza esclusiva sulla materia delle Ferrovie dello Stato, ci occupiamo di due aeroporti, dei porti, di 460.000 imprese per un milione e mezzo di lavoratori, e siamo soltanto in 11. Siamo veramente troppo pochi. Non abbiamo neanche i biglietti dell'autobus, perché ci hanno tolto le tessere. Il ministro Patroni Griffi parlava delle auto blu, ma noi non abbiamo neanche i biglietti dell'autobus, dobbiamo pagare anche quelli per poter svolgere la nostra attività. Domando scusa alla Commissione, ma ho la possibilità di riferire la nostra situazione e lo faccio.
Comunque, noi continuiamo a svolgere la nostra attività con assoluta serietà anche se, in questo caso, sussiste un problema. Presidente, io le ricordo che noi ci siamo già incontrati, circa un anno e mezzo fa, in occasione del sopralluogo al cantiere dell'ENEL di Civitavecchia. In quella occasione, però, il problema era di un altro tipo. Il problema degli appalti si sostanzia, essenzialmente, in questa dinamica. In base alla normativa sugli appalti, una stazione appaltante non può autorizzare un subappalto superiore al 30 per cento dell'importo contrattuale. Ma se io concedo questo appalto a una ATI (associazione temporanea di imprese), e dentro l'ATI confluiscono 10 consorzi, e dentro questi 10 consorzi vi sono altre 10 ATI, io ho superato il differenziale previsto dalla norma. Se per un bando di gara, ad esempio, ho 96 imprese (perché è questo ciò che succede), all'interno di questa catena di appalti non vigono le regole di garanzia che sono previste dal Testo unico, perché non c'è nessun controllo da parte dell'appaltante rispetto al subappaltante.

PRESIDENTE
Sono però definite le responsabilità.

PETRELLI
È vero che le responsabilità ci sono sempre, ma è più complicato individuarle.

PRESIDENTE
Sarà anche più complicato ma, del resto, ogni norma può essere migliorata.
Da come lei ha rappresentato la situazione, però, sembrava che il discorso delle responsabilità fosse separato.

PETRELLI
Comunque, Presidente, anche prima della entrata in vigore del decreto legislativo n. 626 del 1994 riuscivamo sempre ad individuare i colpevoli.

PRESIDENTE
Ma io facevo un discorso di corresponsabilità, oltre che di colpevolezza.
In ogni caso, a noi interessava sapere se lei dispone di altre notizie su questo cantiere. Purtroppo, vi siete recati in altri cantieri, ma non in questo.

PETRELLI
Presidente, può sembrare retorica, ma noi siamo davvero mortificati ogni qualvolta si verifica non solo un evento così luttuoso ma qualsiasi incidente. Proprio perché abbiamo sia la competenza sul rapporto di lavoro che sulla sicurezza, abbiamo un'alta conoscenza del fenomeno. Quindi, cerchiamo sempre di avere la capacità di essere presenti sul territorio. Purtroppo in questo momento non abbiamo le risorse, ma cerchiamo comunque di farlo. In questo caso abbiamo monitorato anche i cantieri della linea B1 della metropolitana, dove andiamo più spesso, perché parliamo di cantieri più piccoli.

PRESIDENTE
Mi sembra che l'ultimo sopralluogo lo abbiate fatto a dicembre.

PETRELLI
Sì, in relazione ad un altro evento luttuoso, che ha riguardato sempre un pozzo.

PRESIDENTE
Sì, anche se si è trattato di un incidente di altra tipologia.
Ringraziamo il dottor Petrelli, al quale auguriamo buon lavoro, con l'auspicio che le cose migliorino.
Rivolgendomi ora ai rappresentanti della ASL Roma B, inizierei con una domanda ben precisa, così da rendere più proficuo il nostro colloquio: vorrei sapere se erano stati fatti sopralluoghi in quel cantiere.

BOSCO
Buongiorno, sono la dottoressa Giuseppina Bosco, direttore SPRESAL della ASL Roma B. Con il poco tempo che abbiamo avuto a disposizione, abbiamo predisposto i dati relativi agli interventi ispettivi complessivamente realizzati nei cantieri di Metro C. Non ho ancora, invece, i dati relativi al cantiere in cui si è verificato l'incidente, perché stavo aspettando che venissero completati.

PRESIDENTE
Mi scusi, dottoressa, ma forse non sono stato chiaro. La mia domanda è precisa: vogliamo sapere se avevate fatto ispezioni in quel cantiere prima dell'evento luttuoso.

BOSCO
Mi aspettavo che lei mi chiedesse questo. Dunque, abbiamo fatto sicuramente controlli dopo l'incidente ed è tuttora in corso l'indagine da parte dei nostri tecnici.
Per quanto riguarda invece il periodo precedente - come le ho già detto, signor Presidente - non ho ancora a disposizione il dato, perché purtroppo il tecnico questa mattina era in procura proprio per questa vicenda. Non so dirle, dunque, quanti sopralluoghi siano stati fatti nell'ultimo periodo in quel cantiere. Ho solo il dato complessivo degli interventi riferiti ai diversi cantieri di Metro C.

PRESIDENTE
A noi interessa quel cantiere specifico. Quello che vogliamo sapere - lo chiedo a lei, dottoressa Bosco, e a tutti gli altri convenuti - è se in quel cantiere c'era stata un'ispezione ultimamente, o quando, o se invece non c'è stata mai.

BOSCO
Probabilmente non in questo anno.

NEROZZI
Quando parla di quest'anno fa riferimento al 2011 o al 2012?

BOSCO
Parlo del 2012.

NEROZZI
Quindi nel 2011 ci potrebbe essere stato un controllo.

BOSCO
Sì, ma dobbiamo verificare, perché abbiamo un sistema informatico che ci consente alcune cose, ma non ce ne consente ancora altre.

PRESIDENTE
E meno male che c'è un sistema informatico!

BOSCO
Siamo riusciti quindi ad avere i dati complessivi riferiti al 2011 ma, avendo saputo dell'audizione solo all'ultimo momento, non c'è stato il tempo per averli suddivisi per singolo cantiere.

PRESIDENTE
Le chiedo scusa, dottoressa, ma poiché l'evento si è verificato una settimana fa, forse avreste dovuto chiedervi, anche solo per notizia interna, se era stata fatta o meno un'ispezione; non c'entra nulla la convocazione per questa audizione.

BOSCO
Provo a spiegarmi meglio.
Sappiamo che il discorso sicurezza per Metro C ha coinvolto molti cantieri, con l'impiego da parte nostra di rilevanti risorse: avendo saputo della convocazione per l'audizione odierna, abbiamo focalizzato allora l'attenzione sull'insieme dei cantieri. Peraltro c'è da dire che, anche all'interno di uno stesso cantiere, ci sono fasi di lavoro molto diverse tra loro per cui, se anche fossimo stati in quel cantiere nei giorni passati, cambiata la fase di lavoro - visto che l'infortunio di cui stiamo parlando è legato ad una fase di lavoro specifica - o la ditta che eseguiva quel lavoro, sarebbe comunque cambiato tutto.

PRESIDENTE
Mi scusi, ma questo è un processo alle intenzioni. Io le sto chiedendo una cosa molto semplice, su cui lei mi sta dicendo che non è in grado di riferire. La invito, dunque, a farci avere questi dati domani o dopodomani: tutto il discorso che lei sta facendo non c'entra nulla.

BOSCO
Signor Presidente, volevo solo spiegare la situazione, visto che lei si stupiva del fatto che non avessimo prestato attenzione a questo.

PRESIDENTE
Per la verità non «mi stupivo», ma «mi stupisco» - lo stupore rimane al presente - del fatto che, di fronte al tragico evento verificatosi una settimana fa, mentre avete una visione generale delle vostre attività ispettive, non avete invece alcuna visione con riferimento specifico al cantiere in cui è avvenuto l'incidente, per cui non sapete dirci se lì c'era stato o meno un controllo; e questo non perché questa Commissione è intervenuta, ma per vostra conoscenza. Credo che, nel momento in cui ci si avvale di un sistema informatico sia pur possibile in una settimana sapere se sono stati eseguiti controlli lo scorso anno o in questi primi due mesi del 2012. Questa è la cosa che stupisce.

PARAVIA
Signor Presidente, solo per una maggiore chiarezza, vorrei sapere dalla dottoressa Bosco se, di fonte ad un evento luttuoso così tragico come quello che si è verificato, la prima preoccupazione dell'ufficio non dovrebbe essere proprio quella di richiamare tutti gli atti relativi a quell'appalto o a quel cantiere, in modo da avere una cognizione diretta della vicenda, senza aspettare una settimana dopo la convocazione - sia pure ad horas - da parte di questa Commissione.
Quindi, dottoressa, lei non avrebbe dovuto già conoscere in dettaglio, per funzioni d'ufficio, le visite ispettive compiute precedentemente in quel cantiere, avere i verbali o eventualmente richiederli? In effetti, se anche i software non sono adeguati ed il sistema telematico è un po' antiquato, esiste comunque il sistema cartaceo di archiviazione! Non credo che di fronte ad un evento luttuoso ci voglia grande esperienza o capacità organizzativa per richiedere gli ultimi verbali, perlomeno quelli riferiti all'anno precedente.
Inoltre, visto che lei mi è parsa abbastanza informata su alcuni profili - prima ci ha detto che sono cambiate le fasi di lavoro e che sono intervenute altre ditte ed altre condizioni in quel cantiere - forse a sette giorni dall'evento dovrebbe aver già maturato un convincimento di massima, quantomeno dal punto di vista dell'informazione. Il fatto che appare un po' grave, mi consenta, è la sua approssimazione.

BOSCO
Vi chiedo scusa, ma non è semplice spiegare il proprio lavoro, tanto più in una situazione come questa. In ogni caso, prima ho parlato del sistema informatico, perché è da lì che provengono i dati che ho richiesto: è questo stesso sistema informatico che mi ha consentito, peraltro, di fare uno schema dettagliato di tutti i controlli effettuati nei cantieri di Metro C, ma non ancora di avere i dati riferiti al cantiere specifico in cui si è verificato l'incidente. Questo è semplicemente il punto: abbiamo degli strumenti che in qualche modo ci limitano.

SPADONI URBANI
Ma invece, andare fisicamente sul posto, no?

BOSCO
Sul posto naturalmente siamo già intervenuti.
Quello che cercavo di spiegare è il motivo per cui non ci siamo posti il problema dei dati riferiti ai controlli in quel cantiere specifico, preoccupandoci, invece, degli interventi globali realizzati nei vari cantieri di Metro C, che è un progetto complesso, che va avanti già dal 2008. Mi ero quindi posta nell'ottica di offrire alla Commissione un'idea di quello che significa Metro C e di come si è svolto nel tempo il lavoro nei diversi cantieri, nonché del modo con cui noi eravamo intervenuti nei diversi ambiti, focalizzando dunque l'attenzione sul quadro generale, piuttosto che su quel cantiere specifico. Prima di venire qui, con i colleghi stavamo cercando cioè di ragionare più sul quadro complessivo che non sul cantiere specifico, su cui sicuramente il tecnico che si sta occupando dell'indagine - che, lo ripeto, questa mattina era in procura, altrimenti sarebbe stato qui con noi - avrebbe fornito tutti i dati relativi; in questi giorni, però, i nostri impegni non ci hanno consentito, purtroppo, neppure di incontrarci.

SPADONI URBANI
Neanche per cercare di sapere come era morto quell'operaio?

BOSCO
Noi sappiamo perfettamente come è avvenuto l'infortunio, e non certo per curiosità, ma perché è il nostro lavoro. Non so darvi tuttavia in dettaglio - lo ripeto - i dati degli interventi ispettivi realizzati in quel cantiere prima dell'incidente.

NEROZZI
Questa mattina noi siamo andati a vedere il cantiere. Non penso di essere un tecnico, ma credo che forse un acrobata farebbe fatica a lavorare lì; non so una scimmia, ma un operaio sicuramente no.
Francamente a me non interessa niente di come funziona la linea C della metropolitana. Il problema che a me interessa è se la ASL ha effettuato un'ispezione su quel cantiere prima dell'incidente. È ovvio che se un controllo non c'è stato è un fatto grave; se invece c'è stato, ma comunque non si è rilevato nulla, mi interesserebbe capire come ciò sia potuto succedere. Siccome però lei non è in grado di dirci niente di tutto ciò, per me l'audizione si può anche chiudere qui.

SPADONI URBANI
Cosa può dirci, infatti, d'altro?

BOSCO
Noi siamo arrivati discutendo proprio del motivo per cui accadono questo tipo di eventi.

NEROZZI
Il motivo è che non c'era nulla che proteggeva le persone mentre lavoravano! Non è filosofia il motivo! Non c'era il parapetto, non c'erano le corde, non c'erano i chiodi per attaccarsi, forse non c'era neanche la luce adeguata, ma non è ancora chiaro. Non c'era niente, non è un problema di ordine filosofico: si tratta di capire perché non c'era niente. E poiché non c'era niente i casi sono diversi: o c'è stata un'ispezione durante cui non si è visto nulla o c'è stata un'ispezione che non ha riscontrato nulla o non c'è stata un'ispezione, cosa che può capitare. Ci interessa questo. Poi chiederemo ai datori di lavoro perché non c'era niente.

GRAMAZIO
Vorrei sapere se il Presidente della Commissione poteva richiedere alla ASL competente i verbali di tutte le ispezioni che possono essere avvenute nel 2011 e nel 2012 presso tutti i cantieri della metropolitana o in quelli che ricadono nella competenza della ASL RM B. Dobbiamo verificare se questi atti ispettivi siano reali o meno e se, come dice il vice presidente Nerozzi, durante la resocontazione dell'atto ispettivo ci si accorge delle carenze esistenti.

PRESIDENTE
La convocazione è stata fatta per questo specifico evento. Prendiamo atto che non riuscite a darci notizie su questo specifico evento. Non si tratta di mettere in discussione altre cose perché in questa fase non ci interessano. Credo che la richiesta del senatore Gramazio possa essere accolta e ufficialmente rivolta all'azienda sanitaria per avere tutte le attività svolte nell'ultimo anno e nei primi mesi del 2012. Dopodiché, valuteremo e avremo modo di poter parlare; altrimenti mancano le condizioni per poterlo fare.

RISCHIA
Come tecnico della prevenzione ho visitato i cantieri della metro C e mi sento responsabile. Volevo chiarire un aspetto. Gli ultimi verbali del 2011 li ho redatti tra novembre e dicembre. Ho messo all'oblazione il committente ai primi di gennaio.

PRESIDENTE
Ricorda se c'è stato qualche sopralluogo su questo cantiere?

RISCHIA
Il maggior numero di sopralluoghi è stato fatto nel 2009, in quanto c'era un progetto obiettivo richiesto dalla Regione Lazio in cui buona parte delle risorse dovevano essere destinate a questa opera.

PRESIDENTE
Noi vi chiediamo una cosa e voi ci rispondete con un'altra. Lei sta redigendo verbali, le è capitato di redigerne uno su questo cantiere?

RISCHIA
Penso di no; sicuramente non nell'ultimo anno.

PRESIDENTE
Noi stiamo facendo questa indagine; se ci saranno altre circostanze ci incontreremo per trattare altri argomenti. Oggi questo è l'argomento e prendiamo atto che non abbiamo elementi.

DONAGGIO
Essendo stata questa mattina sul cantiere mi sono fatta l'impressione che non ci sia stata una valutazione di cosa serve in termini concreti come formazione per lavorare in quelle condizioni. Sono sempre stata convinta che i vostri progetti, che alimentano solo quelli che vengono a ragionare di prevenzione, siano soldi buttati dalla finestra perché alimentano un giro di persone che se la raccontano, ma che non hanno nulla a che vedere con le condizioni concrete di lavoro a cui vengono esposti i lavoratori in determinate situazioni. Nel cantiere c'era un lavoro in verticale, in un pozzo. Nel corso della vita ho fatto un po' di montagna e di arrampicata. Per andare in verticale una persona ha bisogno dell'imbracatura, dove c'è il moschettone che poi si aggancia quando ci si ferma. Quando si è stazionari si deve «stare in sicura». Queste cose all'operaio che è stato mandato a 30 metri di altezza chi le ha spiegate? Di che formazione lo avete reso edotto per poter lavorare in quelle condizioni di pericolo? Avete ragionato di prevenzione e questo povero disgraziato è sceso in una voragine senza che gli avessero detto in termini di prevenzione cosa dovesse indossare e come dovesse usare l'attrezzatura. Bisognerebbe vedere di che prevenzione si parla e che formazione gli è stata data perché non incorresse in quel tipo di pericolo che anche un bambino vede; non serve la targhetta di esperto in prevenzione. È sufficiente fare una camminata in montagna. Se lei vuole salire su una ferrata non la fanno salire senza imbracatura. L'imbracatura è di materiale resistente e ha una serie di punti di resistenza a cui è attaccato un cordino e quando ci si ferma in verticale, in una condizione di pericolo, si ha l'obbligo di agganciare quel moschettone a un pezzo di corda fissa per non scivolare. E se per caso ci si ferma a fare qualcosa, ad esempio a guardare la strada, bisogna «fare sicura», quindi si pianta un chiodo in una fenditura e ci si aggancia, ci si lega, come si dice, per evitare di cadere scivolando o a seguito di un colpo di sonno, di un capogiro; in quel modo, si subisce solo uno strattone, ma non ci si rimette la vita.
Ebbene, di tutto questo nel cantiere non c'è traccia. Queste persone sono state mandate in una condizione di pericolo, che non è stata sufficientemente esaminata per valutare con quale attrezzatura e con quale metodo dovevano lavorare. La morte è esattamente la conseguenza di tutte queste disattenzioni: l'incidente non è successo per caso, la colpa non è del destino cinico e baro.
Vorrei quindi sapere quali misure di prevenzione sono state adottate per le persone che stanno lavorando in quei cantieri, al di là delle conferenze che organizzate tra di voi. Questo è il problema. Noto infatti gravi carenze - come testimonia il fatto che una persona ci ha rimesso la vita - nella preparazione delle maestranze ad affrontare quelle condizioni di pericolo. Sono state date disposizioni in merito? Gliele ha date l'azienda o gliele avete date voi? Avevano un manuale, un elenco di regole a cui attenersi? Ci hanno riferito che addirittura lavorano in ginocchio perché c'è solo un metro e mezzo di spazio in altezza, per cui non possono stare in posizione eretta: in quelle condizioni, in quegli spazi così ristretti, è facile avere un capogiro. Allora, che cosa è stato insegnato agli operai? Che cosa gli è stato detto prima di adibirli a quelle attività, che non sono momentanee, ma ricorrenti?
Vorremmo capire come si è prodotta questa situazione, non conoscere i vostri progetti.

RISCHIA
Vorrei completare il discorso che avevo iniziato.

PRESIDENTE
Prima deve intervenire la senatrice Spadoni Urbani.

SPADONI URBANI
Chiedo scusa per non aver potuto partecipare al sopralluogo di questa mattina, ma ero impegnata nella seduta dell'Aula. Comunque, dagli interventi dei colleghi, ho compreso quale sia stato lo scenario a cui vi siete trovati di fronte.
Considerato che dai nostri lavori si evince che spesso proprio la parte datoriale è la causa degli incidenti e che questi sarebbero determinati dalla pratica del massimo ribasso, dato che nello stesso tempo si chiede l'ampliamento del numero degli ispettori che si occupano di formazione e controllo, allora mi domando se non si debba ricominciare tutto daccapo nella nostra Commissione. Considerato infatti che la pianta organica degli ispettori preposti ai controlli è stata ampliata, mi domando che cosa facciano costoro, quale formazione e quali controlli vengano effettuati.
Lei è un ispettore, dottor Rischia? Che cosa ci sta a fare lì? È il pubblico che deve controllare se il privato sbaglia. Il pubblico è preposto a controllare ed eventualmente anche a denunciare o a infliggere sanzioni, se si è reso conto che gli adempimenti relativi alla sicurezza sul lavoro non sono stati rispettati. Altrimenti, come si può arrivare al risultato che non ci sia nessun morto?

PRESIDENTE
Senatrice Spadoni, è stata molto chiara.

BOSCO
Vi chiedo scusa per la nostra difficoltà a spiegare il tipo di lavoro che facciamo e anche per la mia difficoltà a rispondere alle domande che mi sono state rivolte. Avendo fissato l'attenzione - vi ripeto, forse colpevolmente - sui dati generali della società Metro C e non sul cantiere di via dei Colombi, volevo fare un ragionamento su quello che è successo in generale nei cantieri. Poi vi fornirò anche le informazioni dettagliate su quel cantiere.
Raccogliendo i dati in un'ottica più generale, ho verificato che abbiamo svolto circa 100 sopralluoghi nei cantieri di Metro C, nei tre anni tra il 2008 e il 2012, nel corso dei quali abbiamo contestato 62 verbali di prescrizione (spero di non sbagliare, sto facendo il calcolo in questo momento), che corrispondono grossolanamente alla percentuale di contravvenzioni che facciamo nei cantieri. Questi verbali sono a vostra disposizione. Nel corso del 2011, abbiamo visto 459 cantieri, in cui erano presenti 665 imprese, e sono state redatte 264 contravvenzioni in quanto non erano a norma.
Questi erano i dati che volevo darvi, altrimenti sembra che stiamo facendo un altro mestiere; invece noi stiamo facendo esattamente il nostro lavoro. Le nostre considerazioni, ripeto, sono colpevolmente generali e mi scuso molto di questo.

PRESIDENTE
Ma servivano anche quelle generali.

BOSCO
Le nostre considerazioni sono state queste. Le violazioni normative sui 62 verbali contestati sono state indirizzate, diciamo così, ai dirigenti e anche ai preposti. Riprenderò più avanti questo discorso dei preposti, perché volevo fare un ragionamento sul tipo di violazioni riscontrate nei 62 verbali relativi a Metro C. Comunque, con il tempo, vi fornirò tutti i dati dettagliati.
Voi vi stupite, però è vero che non siamo riusciti a incontrare l'ispettore Dutto, perché sta seguendo questa indagine.

PRESIDENTE
Dottoressa, dobbiamo capirci, a noi non interessa incontrare questo ispettore! Noi le abbiamo fatto un'altra domanda a cui lei continua a non rispondere. Le abbiamo chiesto se ci sono state ispezioni in questo cantiere e lei ci ha risposto di non avere questi dati.

BOSCO
A me sembrava che a qualcuno interessasse conoscere questi dati. Stavo spiegando il dettaglio delle sanzioni.

PRESIDENTE
Ci lasci questa nota. Si sta creando un clima molto antipatico e la situazione è incomprensibile, perché voi avevate l'obbligo di riferirci questi dati, oggi. Lo ripeto, avevate l'obbligo. Nella lettera che vi è stata inviata, vi era una richiesta specifica. Cercate di capire anche noi, che stiamo lavorando e ci troviamo in questa situazione di incomunicabilità, che riteniamo sia voluta, non casuale.

BOSCO
Mi dispiace.

PRESIDENTE
Non deve dispiacersi, piuttosto non deve farlo più, un'altra volta: se qualcuno le chiede di riferire un dato, o porta le informazioni richieste o non si presenta all'audizione, magari chiede un rinvio.
Lei sicuramente vuole descriverci l'attività che state svolgendo, ma noi ne siamo convinti, nessuno mette in discussione che state svolgendo la vostra attività, però sarebbe interessante capire in che modo selezionate gli interventi. Quante volte siete andati dove c'è un pozzo, che è uno dei luoghi più pericolosi? Questo è il punto sul quale non abbiamo risposte, quindi ci sentiamo un po' turlupinati e non vogliamo sentirci tali, perché non ci comportiamo in questo modo con altri, ma non permettiamo assolutamente che qualcuno si comporti così con noi, per quello che rappresentiamo istituzionalmente. Vi invitiamo perciò a farci avere notizie precise sulle questioni che precisamente vi abbiamo posto.

BOSCO
Signor Presidente, se posso aggiungere una cosa...

PRESIDENTE
No, guardi, lasciamo stare.

BOSCO
Signor Presidente, se è possibile vorrei aggiungere qualcosa.

PRESIDENTE
No, lasciamo stare, non aggiungiamo più nulla.

BOSCO
Va bene.

PRESIDENTE
Ci interessano i dati, non i commenti. Come le ha già detto il collega, non si tratta di fare della filosofia.

BOSCO
Volevo fornire dei dati sui verbali.

PRESIDENTE
Potete depositarli agli atti della Commissione. A noi interessa sapere se voi considerate la presenza di pozzi come un elemento prioritario per le vostre ispezioni. Vorremmo anche conoscere secondo quali meccanismi si stabiliscono le priorità in base alle quali vi recate presso un sito anziché un altro. Questi sono i punti che ci interessano, nonché le osservazioni della senatrice Donaggio: dobbiamo capire quali obblighi formativi fate assolvere. È opportuno che si ispezionino i luoghi più a rischio e più pericolosi per la tipologia di lavoro che vi si svolge e non per i problemi che vi sono. Vi invitiamo dunque cortesemente ad una collaborazione istituzionale, perché forse in questo modo potremo evitare altri morti. Vi ringrazio per la vostra partecipazione.

Audizione dei rappresentanti delle aziende coinvolte nell'infortunio



PRESIDENTE
I nostri lavori proseguono con l'audizione dei rappresentanti delle aziende coinvolte nell'infortunio.
Sono presenti per Roma Metropolitane S.r.l. l'ingegner Giovanni Simonacci, direttore tecnico e responsabile unico del procedimento della linea C della metropolitana, e la dottoressa Fabiola Iacobucci, responsabile area risorse umane e rapporti sindacali; per Metro C S.c.p.A, l'ingegner Franco Cristini, presidente, l'ingegner Filippo Stinellis, amministratore delegato, l'ingegner Francesco Maria Rotundi, direttore generale, l'ingegner Maurizio Benucci, project manager tratta T6A, il dottor Reginaldo Iori, responsabile sicurezza lavori, e l'ingegner Luigi Antonio Gargiulo, coordinatore alla sicurezza in fase progettazione ed esecuzione; per CO.GE.DI. S.r.l. il dottor Alberto Di Virgilio, presidente, l'ingegner Federico Di Virgilio, amministratore delegato, e l'avvocato Tatiana Minciarelli, legale.
Vorremmo iniziare dai rappresentanti della società Roma Metropolitane. Ingegner Simonacci, il motivo per il quale vi abbiamo invitati oggi è noto e riguarda l'evento luttuoso avvenuto una settimana fa sulla linea C della metropolitana. La Commissione parlamentare d'inchiesta vorrebbe infatti capire come si sono prodotti questi eventi, atteso che il nostro obiettivo è quello di comprendere anche le dinamiche infortunistiche, visto che in Italia ancora si verificano troppi incidenti e troppe morti sul lavoro. Cortesemente, la invitiamo pertanto a fornirci gli elementi di questo incidente di cui è a conoscenza, soprattutto in riferimento al ruolo che ricopre in Roma Metropolitane.

SIMONACCI
Signor Presidente, vorrei fare una premessa come responsabile del procedimento. L'opera è inserita nella legge obiettivo e abbiamo un contraente generale, da cui dipende tutta la filiera della sicurezza e la direzione lavori. Roma Metropolitane svolge l'attività di alta sorveglianza su tutti i 37 cantieri attualmente attivi, su cui operano circa 1.500 operai e un numero considerevole di imprese.
Per quanto riguarda l'alta sorveglianza, noi effettuiamo periodicamente sui vari cantieri un'attività di controllo per la qualità dell'appalto, per le parti tecniche; nel 2011 abbiamo svolto e verbalizzato oltre 1.200 sopralluoghi nei diversi cantieri e oltre 170 solo nel periodo di gennaio-febbraio, tutti documentati in atti di Roma Metropolitane.
Dall'ultimo verbale sul pozzo in questione, redatto il 28 febbraio dall'alta sorveglianza (quindi pochi giorni prima dell'incidente) non risultavano lavorazioni edili, ma di ordine tecnologico. Non sono a conoscenza di elementi circa la dinamica dell'incidente, anche perché ho avuto un'informativa telefonica sull'infortunio che era occorso e quindi non so darle indicazioni precise. L'affidatario è stato autorizzato dal responsabile del procedimento: su richiesta del contraente generale, prima di Natale era stata data a CO.GE.DI. l'autorizzazione per l'affidamento; di più non so dirle.

NEROZZI
Può specificare cosa intende quando afferma che non erano in corso lavori edili, ma solo di carattere tecnologico?
Vorrei inoltre rivolgere due domande alla dottoressa Iacobucci. In particolare, vorrei sapere se la sorveglianza sulla formazione era competenza vostra o degli appaltanti e se in quel cantiere era stata fatta. Sarebbe interessante avere informazioni sul contratto di lavoro, ma forse questo aspetto riguarda di più i successivi auditi.

SIMONACCI
Il pozzo in questione è il n. 62. Si tratta di un pozzo di ventilazione di intertratta tra le stazioni Torre Maura e Torre Spaccata della linea C. Erano in corso attività di completamento dello scavo del cunicolo di collegamento tra il pozzo e le gallerie di linea e i lavori erano quasi terminati. L'affidatario CO.GE.DI. era chiamato a realizzare il rivestimento in calcestruzzo del pozzo e del cunicolo di collegamento tra il pozzo e la linea. Contemporaneamente, nel piano alto del pozzo, dove verranno ubicati gli impianti di ventilazione e altre attrezzature impiantistiche per l'estrazione dell'aria viziata dalla galleria, era in corso la posa di canalette di distribuzione, come abbiamo verificato nel verbale del 28 febbraio.
I lavori dello scavo sottostante venivano realizzati, per la parte di lavorazioni, dalla ditta "Ecologica 98 S.r.l.", mentre le canalette venivano realizzate da alcune ditte di impianti. Il 28 febbraio noi non abbiamo trovato nel cantiere personale dell'impresa CO.GE.DI., alla quale era stata affidata questa attività. Per quanto mi risulta, l'attività in quel periodo era solo un'attività di predisposizione di cantierizzazioni per la successiva fase realizzativa. Nel dettaglio, però, non sono in grado di rispondere.
Per quanto riguarda le attività di formazione - e rispondo anche a nome della dottoressa Iacobucci - come ho già detto all'inizio del mio intervento, il responsabile dei lavori e il coordinatore della sicurezza sono in capo al contraente generale. Noi verifichiamo gli atti formali che il responsabile dei lavori e il coordinatore della sicurezza ci comunicano.

NEROZZI
E dagli atti formali cosa risultava?

SIMONACCI
Dagli atti formali risultava che erano stati fatti numerosi corsi di formazione. Io non posso parlare per il caso specifico del pozzo 62, ma sulla linea C, nel 2011, sono stati condotti numerosissimi corsi di formazione, come potrà poi confermarle il responsabile dei lavori.

GRAMAZIO
Vorrei comprendere se, secondo l'ingegner Simonacci, i lavori che si stavano svolgendo erano propri o impropri. Dalle sue dichiarazioni, infatti, io rimango confuso. Voi siete l'azienda che deve espletare il controllo; ovviamente, poi ci sono gli appaltanti e i subappaltanti con le proprie responsabilità. Siccome voi avete fatto un controllo il giorno prima dell'incidente, vorrei sapere se, a vostro avviso, i lavori erano propri o impropri.

SIMONACCI
Le operazioni erano assolutamente proprie, perché si trattava di lavori programmati e previsti per il completamento dell'opera.
Stavo riferendo sulla ripartizione fra le imprese che lavoravano per la realizzazione di questo pozzo. Le lavorazioni sono divise tra imprese diverse, perché vi sono imprese impiantistiche, imprese che effettuano consolidamenti e attività di scavo; nel caso specifico, la CO.GE.DI. avrebbe realizzato il rivestimento in calcestruzzo del pozzo e dei cunicoli di collegamento con l'opera di linea. Erano tutte lavorazioni pianificate e autorizzate.

GRAMAZIO
Presidente, chiedo che la Commissione acquisisca il verbale del controllo effettuato il 28 febbraio, perché sarà necessario esaminarlo con nostri tecnici.

SIMONACCI
Sarà nostra cura farvi avere il verbale.

STINELLIS
Presidente, intervengo in qualità di amministratore delegato di Metro C S.c.p.A. Desidero comunicare che della nostra delegazione fanno parte anche il dottor Reginaldo Iori, responsabile sicurezza lavori e l'ingegner Luigi Antonio Gargiulo, coordinatore alla sicurezza in fase progettazione ed esecuzione dei lavori. Essi interverranno in seguito, per occuparsi di materie più specifiche.
Presidente, se mi è consentito, farò una premessa di carattere generale. Noi abbiamo acquisito il contratto nel 2006 come contraente generale e quindi abbiamo una funzione - da legge - di stazione di committenza. Pertanto, svolgiamo attività di progettazione, di controllo qualità, e affidiamo i lavori a terzi, così come previsto dal contratto. Sostanzialmente, abbiamo degli affidatari terzi. Il contraente generale, in questi anni, ha sviluppato una serie di attività di sorveglianza e, come previsto da contratto (perché era facoltà della stazione appaltante poter delegare al contraente generale la funzione di responsabile dei lavori e di coordinamento alla sicurezza), abbiamo affidato queste attività a professionisti competenti, chiaramente dietro gradimento della stazione appaltante. Ciò significa che l'ingegner Simonacci ha rilasciato un gradimento, a suo tempo, sulle figure che avevamo individuato.
Riporto ora alcuni dati, perché in questi giorni circolano tante informazioni e, come amministratore delegato, sento di dover chiarire alcuni fatti. La linea C è un grande progetto, e questo è noto. Dal 2006 ad oggi, il progetto è anche soggetto ad un protocollo di legalità da parte della prefettura, che controlla tutte le attività di Metro C, oltre che a livello di certificazione antimafia, specificatamente sugli affidatari e, successivamente, sui subaffidatari. Si consideri che oggi abbiamo inoltrato alla prefettura di Roma 4.600 richieste di certificazione antimafia e che il gruppo interforze ha svolto nei nostri cantieri più di 15 visite ispettive di controllo sui lavoratori e sulla regolarità degli affidatari, sulle autorizzazioni rilasciate dal RIP (responsabile dell’integrazione progettuale) e sull'approvazione dei POS (piani operativi di sicurezza). C'è stata, quindi, un'azione di attenzione sull'avanzamento dei lavori e sul comportamento di ogni singola società. A ciò si aggiungano, per completezza di informazioni, la visite che, mensilmente, compiono le ASL. Queste ultime sono presenti nei nostri cantieri mediamente con cinque o sei visite mensili. In questi anni, quindi, oltre al nostro controllo di contraente generale c'è stato un controllo da parte degli organismi preposti.
Ho sentito parlare di formazione. Noi affidiamo a terzi la formazione e questi hanno la possibilità di subaffidare i lavori, in quanto sono imprese affidatarie. Abbiamo affiancato gli affidatari nel discorso della formazione come stazione di committenza per dare ulteriori informazioni e formazione agli affidatari, anche tramite un accordo con il CPT (comitato paritetico territoriale). La stazione di committenza poteva svolgere, in fin dei conti, solo le funzioni con il responsabile dei lavori e con il coordinatore alla sicurezza ma, vista la complessità del progetto, ci siamo messi in carico anche questo accordo con il CPT. In questi anni, il CPT ha svolto circa 260 sopralluoghi, per aiutarci a verificare, anche con le imprese, le varie situazioni da sistemare (se erano quelle ordinarie) e ha formato più di 800 operai. Oltre alla formazione e informazione che svolge l'impresa affidataria, noi abbiamo cercato di dare un ulteriore supporto con il CPT, con un accordo fatto a spese nostre, per poter formare gli operai e far sì che la formazione e l'informazione fossero di grado elevato.
Quanto all'attività del nostro responsabile dei lavori e del coordinatore alla sicurezza in questi anni, riporto alcuni numeri, così da comprendere l'attività capillare che si fa per la sorveglianza e l'attenzione che vi abbiamo posto. Purtroppo, si è verificato un evento luttuoso e ci rendiamo conto che questo è un fatto gravissimo. Il coordinatore alla sicurezza in fase di esecuzione nel 2011 ha compiuto 1.563 sopralluoghi, dando prescrizioni ove ne ravvisasse la necessità; ha tenuto 58 riunioni di coordinamento tra le varie imprese affidatarie terze. Solo nei primi due mesi del 2012 ha fatto 251 sopralluoghi. Il responsabile dei lavori, che ha un'attività di controllo e di rilascio dei tesserini agli operai per l'ingresso nei vari cantieri (perché non si entra nei nostri cantieri senza l'autorizzazione del RUP (responsabile unico del procedimento) e se il responsabile dei lavori non ha fatto tutte le verifiche sul personale), ha rilasciato, nell'anno 2011, 2.400 tesserini; nel primo bimestre ne ha revisionati 500. Vi è quindi un'attività capillare che verte soprattutto sulla sorveglianza, sulla sicurezza e sul coordinamento delle imprese.
Con ciò voglio dire che il contraente generale, come stazione appaltante, ha cercato in questi anni, anche avvalendosi di professionisti di rinomata capacità, di controllare e di dare tutto il supporto alle imprese affidatarie. Ripeto che le imprese affidatarie, ogni volta che entrano nei nostri cantieri, sono preventivamente autorizzate e non iniziano le lavorazioni se non ci sono le approvazioni dei relativi POS.

NEROZZI
La prima domanda che vorrei fare riguarda il profilo della formazione. Lei, ingegner Stinellis, ci ha detto che la formazione è stata fatta, come ci ha riferito del resto anche chi l'ha preceduta: sicuramente bisognerà poi verificare se ciò è effettivamente avvenuto, ma non siamo comunque né noi né lei a doverlo dire, perché ci sarà chi lo accerterà.
In secondo luogo, ci avete parlato di tutte le ispezioni che voi avreste fatto nel pozzo in questione. C'è da dire, però, che quel pozzo era privo di qualsiasi elemento di sicurezza: non c'erano, ad esempio, le impalcature e le imbracature per chi lavorava in quelle condizioni e via dicendo (faccio solo questi due esempi, anche se ci sarebbero da fare molti altri rilievi). Questo è chiaramente un problema, perché si dice che le ispezioni vengono fatte (nel caso di specie, ci tengo a sottolineare che la ASL non ci ha neppure detto se i controlli su quel cantiere erano stati eseguiti o meno) ma poi, quando si eseguono certi lavori, non è garantita neppure una minima copertura: tutto questo a mio avviso è grave, perché qualcuno dovrebbe occuparsene.
Lo stesso discorso vale per quanto riguarda il profilo della formazione perché, ove dovesse risultare che i due lavoratori coinvolti nell'incidente non avevano mai fatto formazione, come ci è già stato detto, il problema è molto serio.

STINELLIS
Per quanto riguarda, in primo luogo, la formazione dell'operaio deceduto, sicuramente il datore di lavoro vi potrà rispondere, anche perché si leggono molte cose in questi giorni sulla stampa. Si legge, ad esempio, che l'operaio che è morto era in azienda da soli dieci giorni, mentre in realtà lavorava in azienda da tanti anni.

NEROZZI
Mi scusi, ma ci tengo a chiarire che io ho parlato non certo per quello che ho letto sui giornali o per aver consultato i giornalisti; ho parlato per quello che ci è stato detto qui oggi dalla magistratura, dall'assessore al Comune di Roma, dall'Arma dei carabinieri e dalla ASL Roma B.

STINELLIS
L'unica cosa che le posso dire è che, ove nel corso delle ispezioni vengano ravvisate delle situazioni di non aderenza alle norme antinfortunistiche, il coordinatore blocca i lavori.

PRESIDENTE
Questo lo diamo per scontato, ma forse è meglio rimanere sul tema del nostro incontro. Dal momento che sono qui presenti anche i rappresentanti dell'azienda, forse è più logico che siano loro a darci una risposta: essendosi determinato un evento luttuoso ed avendo la necessità di capire che cosa è accaduto, è opportuno chiedere alle persone più direttamente collegate all'evento.

CRISTINI
Signor Presidente, mi consenta solo di esprimere un pensiero su quanto è accaduto. Qui si espongono aridi numeri, e capisco benissimo la situazione, ma come presidente della società Metro C ci tengo a dire che quello che è successo ci ha colpito tantissimo e dispiace veramente quando accadono eventi di questo tipo.

PRESIDENTE
Non possiamo fare altro che associarci al suo pensiero, con l'impegno a contrastare il verificarsi di queste situazioni.

DI VIRGILIO Alberto
Buongiorno, sono Alberto Di Virgilio, presidente della CO.GE.DI. S.r.l.. Per rispondere alla domanda formulata prima del senatore Nerozzi per quanto concerne il discorso della formazione, posso dire che gli operai erano formati, preparati ed avevano competenza per svolgere quel lavoro specifico, anche perché tutti gli operai che erano stati presi per quel cantiere avevano lavorato già in passato, per almeno tre-quattro anni, in un cantiere simile - quello della stazione Gondar della Metro B1 - e anzi, per alcuni aspetti, anche molto più importante e complesso di quello in cui si è verificato l'incidente. Una volta chiuso il cantiere della stazione Gondar, c'era necessità di mettere su una squadra preparata da inserire nel cantiere della Metro C e la scelta è ricaduta quindi su quegli operai, che io conoscevo perfettamente e che erano comunque senza lavoro. Posso dire, quindi, che quegli operai erano preparati anche per attività più complesse rispetto a quelle che stavamo cominciando a fare in quel cantiere.

PRESIDENTE
Mi scusi, dottor Di Virgilio, lei probabilmente si sarà fatta un'idea di come si è determinato l'evento.

DI VIRGILIO Alberto
Me la sono fatta in maniera sommaria per quello che ho potuto capire dalle varie cose che sono emerse. Non sono a conoscenza delle testimonianze rilasciate e non ho parlato con nessuno della dinamica. L'unica cosa che non mi spiego è perché gli operai non avessero le cinture di sicurezza visto che queste erano presenti in cantiere in dotazione; ce n'era più di una. Aggiungo un dettaglio per entrare nel merito: la stessa attività l'avevamo realizzata il giorno prima con accorgimenti per lavorare in sicurezza e anche nel caso specifico, dov'è avvenuto l'incidente, erano state fatte delle predisposizioni per le cinte. Era stato calcolato tutto per fare quell'attività in sicurezza. Il motivo per cui i lavoratori non avevano le cinture è una questione che dovrà appurare la magistratura. Ci sarà forse stato un passaggio che magari ha creato l'evento.

MARAVENTANO
In queste ore è emerso che il lavoro era quasi concluso. Lei si riferisce, per quanto riguarda il discorso della sicurezza dei lavoratori, solo alle cinture, ma il piano di lavoro era a due metri. C'era anche un parapetto? Stamattina quando abbiamo fatto il sopralluogo non c'era. Questo piano di sicurezza chi l'ha fatto? Eravate consapevoli del fatto che questi operai potevano lavorare a due metri di altezza senza un parapetto? Con le cinture si sarebbe evitata la disgrazia, soprattutto perché stavano tagliando una trave in metallo ed è normale che il lavoro fosse pericoloso. Chi predispone questi tipi di lavoro? Non potete dire che i lavori erano in sicurezza quando alla fine è morta una persona. Qualcuno la responsabilità ce l'ha. Voglio capire se per quel tipo di lavoro ci sono delle predisposizioni ad hoc per evitare che un operaio muoia.

DONAGGIO
Io a questo punto comincio a provare un certo disagio. Dico quello che ho capito: visto che non è responsabile nessuno è come se si stesse dicendo che questa persona si è suicidata. Abbiamo diversi responsabili della sicurezza e uno rinvia all'altro; forse è un limite della nostra legislazione che consente questo scaricabarile di cui ognuno fa tesoro. Vorrei, se è possibile, rivolgere ai responsabili una richiesta: potrebbe questa Commissione acquisire le disposizioni scritte che avete dato e a cui si dovevano attenere quei lavoratori e i loro preposti in ordine alla sicurezza, relative a tutte le attività di lavoro comprese quelle all'interno del pozzo in verticale? Almeno potremo capire dalle disposizioni impartite in maniera formale dove è il punto vulnerabile della situazione. Io manifesto un disagio. Sembra quasi che questo poveretto fosse stufo di vivere e si sia buttato nel pozzo. Non vorrei che venisse fuori questa storia perché sarebbe di un cinismo inaccettabile. Chiedo questo perché la Commissione possa avere a disposizione qualcosa su cui ragionare, anche sui limiti e sulle insufficienze che ci possono essere. Noi ci adoperiamo costantemente: abbiamo preso posizione contro l'allentamento dei vincoli che prevedeva il decreto di semplificazione e il Governo è tornato indietro e ha riconfermato l'originarietà della stesura del codice sulla sicurezza del lavoro. Davvero vi chiederei, se il Presidente condivide questa mia richiesta, di fornirci le disposizioni scritte a cui dovevano attenersi le maestranze, in particolare in ordine alle attività pericolose (in questo caso quelle verticali e relative a situazioni come quelle che abbiamo visto), in maniera da poterle visionare.

PRESIDENTE
È una cosa che vorremmo avere il prima possibile.

DI VIRGILIO Alberto
Per qualsiasi elemento necessario a capire dove è stato l'errore noi siamo disponibili.

MARAVENTANO
I cantieri erano in una situazione molto precaria. Io ho partecipato al sopralluogo di questa mattina e ho visto con i miei occhi che la situazione era di degrado assoluto.

GARGIULO
Da quando mi sono laureato, circa 32 anni fa, mi sono sempre occupato di sicurezza, perlopiù per grandi opere, per lavori di vario interesse tecnico, sociale e anche notevolmente difficoltosi. Mi occupo della linea C della metropolitana da circa sei anni ed abbiamo operato, come ha detto l'ingegnere Stinellis, con assiduità unica: non ho mai visto - ho operato per tutta l'Italia - un controllo dei lavori come quello che si sta effettuando su Metro C. Non voglio giustificare quello che è successo, però voglio far capire che la linea C è un lavoro vastissimo. Se parliamo di parapetti faccio presente che ci sono centinaia di chilometri realizzati, i ponteggi sono circa 200.000 metri quadrati, i puntelli, come quello che stavano togliendo al momento dell'incidente, sono dai 40.000 ai 50.000. Siamo su questo ordine di grandezza. Non stiamo parlando di un singolo intervento, ma di un'opera immensa, che ha bisogno del giusto controllo. Volendo parlare del caso specifico, non è vero che il cantiere si trova in condizioni critiche. Lo dico io e mi dovete credere perché sono 32 anni che non faccio altro che vedere queste cose. Il cantiere era stato visitato da me la mattina stessa e i parapetti c'erano tutti.

MARAVENTANO
Allora li hanno tolti!

GARGIULO
Nel pomeriggio evidentemente l'impresa ha pensato che le operazioni da eseguire fossero quelle tipiche di organizzazione del cantiere. Le do ragione se lei dice che non è così.

MARAVENTANO
Dovevano tagliare una trave e hanno smontato i parapetti?

PRESIDENTE
La senatrice Maraventano sta facendo una considerazione ovvia. Noi abbiamo visto questa mattina il cantiere e abbiamo una rassegna fotografica di come si presentava il cantiere, da cui si rilevano delle carenze dal punto di vista della prevenzione e della sicurezza, atteso che c'è un parapetto che è alto 90 centimetri. Considerato che i due stavano lavorando su un'impalcatura di due metri, il parapetto non è più funzionale a proteggere da un'eventuale caduta. In questo modo a noi si è manifestato il cantiere. Non è che noi pensiamo che non ci sia un'attività di prevenzione e sicurezza, però abbiamo bisogno di capire cos'è successo.
Ci diceva l'ingegner Di Virgilio che si ha a che fare con personale altamente qualificato, specializzato. Inoltre, ci ha riferito che sul cantiere c'erano le cinture di sicurezza. Indubbiamente, se tutte queste misure, o anche solo una parte di esse, fossero state prese, probabilmente non saremmo qui per chiarire questa vicenda.
Spiego qual è l'obiettivo di questa Commissione, così la domanda può apparire più chiara. Non siamo la magistratura inquirente, pur avendo gli stessi poteri, nel caso che volessimo o dovessimo espletarli; la nostra è una Commissione parlamentare che cerca di capire se la normativa è stata rispettata, come è organizzata la prevenzione e così via, per verificare se ci sono misure da adottare e come intervenire, nell'ambito delle nostre competenze parlamentari, per semplificare e migliorare, al fine di arrivare all'obiettivo che credo sia comune, identico, cioè fare in modo che non ci sia più neppure un infortunio, soprattutto mortale.

GARGIULO
In effetti, con il mio intervento, volevo far capire a chi sta ascoltando che le norme di sicurezza non vengono generalmente disattese. C'era un impalcato sul quale stavano lavorando, che - lo riconosco anch'io - non era regolamentare, questo non si può disconoscere. Si può vedere come stanno le cose, però il cantiere non era in condizioni critiche, come la senatrice Maraventano ha detto.

PRESIDENTE
Chiariamo un altro aspetto: la senatrice Maraventano ha detto che il cantiere è in condizioni critiche - e noi confermiamo questo giudizio - per la situazione che abbiamo trovato sul luogo specifico dove si è determinato l'evento. Se non ci fossero state condizioni critiche ci sarebbero state le protezioni necessarie. Noi politici siamo accusati di parlare in politichese, non vorremmo che questo clima l'abbia contaminata!

GARGIULO
Sto dicendo che, indipendentemente dalla situazione che si è verificata quel pomeriggio, nel cantiere sono presenti tutti gli altri apprestamenti. Un cantiere non è solamente un'opera provvisionale che viene eseguita per quel determinato lavoro, ci sono tanti altri aspetti tecnici da considerare, gli impianti elettrici, altri parapetti che dovevano proteggere il pozzo e l'apertura superiore: da questo punto di vista, il cantiere aveva tutti gli apprestamenti.
Se vogliamo poi fare un discorso specifico, per il caso di specie sinceramente non so cosa dire; in effetti era una lavorazione che, ripeto, era stata probabilmente considerata dall'impresa come un intervento di routine. Se volete conoscere il mio parere, evidentemente bisognava studiare l'intervento in modo tale che ci fossero tutti gli apprestamenti affinché questo fatto non succedesse. Ci siamo perfettamente, da questo punto di vista, solo che determinate situazioni sono state trascurate perché non è stato considerato che dovevano essere oggetto di uno studio preliminare.

PRESIDENTE
Di questo stiamo parlando.

GARGIULO
Però quello che voglio dire è che evidentemente, in un cantiere così ampio e così vasto, un pomeriggio di disattenzione ci può essere.

PRESIDENTE
Ma non diciamo queste cose, perché c'è stato un morto! Spero che ci siamo capiti e che questo incontro serva, qualora ve ne fosse la necessità, a mantenere l'attenzione ancora più alta su questo tema, su cui noi tutti siamo impegnati, voi per le vostre competenze e noi per le nostre.
Quando c'è qualcosa che non va, il problema deve essere esaltato, non sottovalutato; bisogna accendere i riflettori su di esso, affinché lo studio dello stesso possa evitare che si verifichi nuovamente. Il resto lo approfondirà la magistratura inquirente, ma il nostro obiettivo, come istituzione democratica che rappresenta i cittadini (e quindi anche voi che siete qui presenti) è questo, per cui non possiamo non essere in sintonia. Credo che il nostro obiettivo sia anche il vostro.

GARGIULO
Quello che volevo rappresentare è questo. È una sconfitta da parte nostra.

PRESIDENTE
Si fermi qui, mi dia retta, lasci stare. È una sconfitta per tutti. Cerchiamo di prendere atto di come è andata la vicenda e magari, qualora dovessero esserci situazioni simili, di verificare meglio prima che si inizi il lavoro, per fare in modo che non accadano incidenti.
Non intendiamo sottovalutare l'impegno che un'opera così importante richiede dal punto di vista della sicurezza. Sicuramente, è un impegno enorme, però dobbiamo anche verificare quello che è accaduto. In base all'impegno che c'è stato e a ciò che è accaduto, dobbiamo costruire le premesse per fare in modo che non si determinino più incidenti. Questo è il nostro obiettivo.

IORI
Vorrei aggiungere alcune informazioni sulla catena dell'organizzazione del lavoro che riguarda l'intera metropolitana.
Trovo giustissime le parole del Presidente sulla necessità di accendere un riflettore sull'accaduto, ma questo da parte nostra è stato fatto già quando si è verificato l'infortunio: il responsabile dei lavori della società Metro C, come accaduto anche in altre occasioni precedenti, ha cercato di capire nello specifico che cosa è successo e se è venuto a mancare qualcosa. Oggi le lavorazioni nel cantiere sono ferme. Da parte nostra c'è il massimo impegno per capire quali sono stati i fattori che hanno causato l'infortunio mortale. Per esperienza, infatti, posso dire che non c'è mai un unico fattore scatenante, ma purtroppo c'è sempre una serie di cause che determinano l'evento grave. Da parte nostra, c'è l'impegno ad esaminare tutto ciò che è stato fatto, le misure predisposte e a verificare se si può migliorare questa attività.

PRESIDENTE
Vi ringraziamo per la vostra collaborazione e partecipazione.

Audizione di rappresentanti sindacali delle aziende coinvolte nell'infortunio



PRESIDENTE
È ora in programma l'audizione di rappresentanti sindacali delle aziende coinvolte nell'infortunio. Sono presenti, per FILLEA-CGIL, il signor Daniel Grigoriu, funzionario Roma Est, e la signora Anna Lorena Fantini, funzionario Roma Est; per FILCA-CISL, il signor Raffaele Galisai, operatore responsabile area Roma Centro, e il signor Michele Mongelli, RSU della CO.GE.DI. S.r.l.; per FENEAL-UIL, il signor Remo Vernile, dirigente, il signor Roberto Lattanzi, dirigente, e il signor Massimo Monaco, RSA della CO.GE.DI. S.r.l..
Desideriamo approfondire il tema dell'infortunio mortale che si è determinato una settimana fa sulla linea C della metropolitana di Roma. Questa mattina, abbiamo svolto una serie di audizioni per sentire i magistrati, i Carabinieri, l'Ispettorato, la ASL e le aziende interessate direttamente o che si occupano dei lavori sulla metropolitana C di Roma.
Adesso sentiamo voi lavoratori, dato che è scomparso un vostro collega. Siete dunque invitati a esporre i vostri argomenti su questo incidente o sulla sicurezza, se vi sono state carenze o se avete proposte da fare, cioè a fare tutte le considerazioni di cui voi, come esponenti delle forze sindacali, ritenete opportuno che questa Commissione parlamentare venga a conoscenza. Abbiamo infatti bisogno di confrontarci con i soggetti che operano nel mondo del lavoro, per capire quali sono i problemi della sicurezza.

GALISAI
Signor Presidente, non vorrei limitare la discussione solo alla Metro C perché sarebbe riduttivo, in quanto a nostro giudizio i problemi presenti all'interno della Metro C sono riscontrabili in quasi tutte le opere pubbliche. Le leggi esistono, ma fondamentalmente nessuno fa in modo che vengano applicate, in alcuni casi per carenze delle istituzioni pubbliche, in altri per carenze o cattiva distribuzione dei carichi lavorativi delle direzioni lavoro. Mi spiego meglio. Negli ultimi due anni, a volte alcune ASL non hanno potuto effettuare i controlli perché era stato operato un taglio dei rimborsi per le spese che dovevano sostenere negli spostamenti tra i vari cantieri.

PRESIDENTE
Vorrei dirle che prima abbiamo ascoltato i responsabili della ASL B.

GALISAI
Non parlavo della ASL B, ma di quasi tutte le ASL della Provincia di Roma.

PRESIDENTE
La ASL B ci ha riferito di aver svolto, durante questo periodo di tempo, oltre 450 sopralluoghi.

GALISAI
Il problema è che il totale dei cantieri esistenti a Roma è come minimo 100 volte superiore alle visite che gli ispettori della ASL hanno fatto e ciò è dovuto a mancanza di organico e a problemi economici.
Le faccio un esempio. Non ho con me i dati, ma a causa della carenza d'organico, fino a sette o otto mesi fa l'ispezione veniva fatta dopo sei mesi dal momento in cui venivano sporte delle denunce agli organi ispettivi, siano essi Ispettorato del lavoro o ASL (in questo caso principalmente Ispettorato del lavoro); inoltre, in alcuni casi la risposta era che si erano recati all'indirizzo da noi segnalato, ma non avevano riscontrato nessuna inadempienza. Quello di Metro C è un cantiere che dura anni, mentre nel caso di ristrutturazioni di facciate di enti pubblici, la cui durata media è di sei mesi, se si svolge l'ispezione dopo sei mesi non si possono riscontrare le inadempienze riscontrate quando è stata effettuata la segnalazione.

PRESIDENTE
Facevo proprio questa riflessione in riferimento all'azione propositiva che lei ha esplicitato adesso: quando voi forze sociali vi siete mosse per indicare l'esigenza di un controllo, questo è arrivata tardivamente. Rispetto alle grandi opere tale problema non c'è, perché si ha la possibilità di muoversi con tempi più lunghi, forse troppo lunghi considerati i tempi necessari per la realizzazione.
Vorrei sapere se il sindacato ha proposte e indicazioni. Da quello che ho capito, sul fatto specifico non ne avete. Non avevate vostri associati nel cantiere dove si è determinato questo incidente?

VERNILE
Sono il responsabile territoriale FENEAL-UIL e seguo la Metro C da diversi anni. Sono stato il primo dei rappresentanti sindacali ad arrivare sul posto dell'incidente e ho avvisato i colleghi, purtroppo però non mi hanno fatto entrare perché già erano intervenuti gli organi di competenza, tra cui i Carabinieri.
Questo operaio lavorava già in un altro cantiere della linea B1 della metropolitana; sembra fosse stato assunto dalla CO.GE.DI. S.r.l. da dieci giorni (proveniva da un'altra ditta) e che da due giorni lavorava in quel sito, cioè in via dei Colombi, sulla Casilina. Queste sono le prime notizie. Da quanto emerso sembra che quella sera stesse lavorando su un ponteggio ad un'altezza di circa 30 metri.

PRESIDENTE
No, lavorava all'interno di un ambiente dove il pozzo era profondo 30 metri, ma il ponteggio era a due metri.

VERNILE
Sì, perché il ponteggio dava verso il pozzo. I due operai stavano effettuando la tagliatura di una trave a traliccio in ferro e si trovavano sul suddetto ponteggio; quello che stava procedendo al taglio con la fiamma ossidrica aveva indossato gli occhiali, ha sentito delle urla dietro di lui, ma era convinto che stesse cadendo il pezzo di ferro che stava tagliando; poi ha sentito due botti e questo significa che il lavoratore è caduto prima sul ponteggio e poi in fondo al pozzo. Questa è la prima ricostruzione della dinamica.
Non sappiamo quali misure di sicurezza erano adottate all'interno di quel posto di lavoro, quindi abbiamo dei punti interrogativi. Ci chiediamo a quale lavoro fosse stato comandato l'operaio carpentiere che si trovava sul ponteggio alla quota di 30 metri; se il ponteggio era stato realizzato secondo le istruzioni di legge o del progetto; visto che quella lavorazione poteva presentare particolari difficoltà e che la protezione collettiva costituita dal ponteggio non era sufficiente, ci chiediamo perché non è stata posta in essere la seconda protezione, quella individuale, cioè la cintura di sicurezza. Cosa prevedevano il piano di sicurezza del coordinamento della committenza e il piano operativo dell'impresa per quanto concerne le misure di sicurezza?
Questi sono i nostri interrogativi; se poi, oltre a questa breve ricostruzione, dobbiamo allargare il ragionamento e dire cosa suggeriamo come organizzazioni sindacali, al di là dell'incidente che è avvenuto, noi non siamo organi ispettivi e ci aspettiamo risposte dalle istituzioni, dalla ASL e dall'Ispettorato, cioè dagli enti preposti al controllo. A nostro avviso, però, prima di tutto sono i tempi a incidere, secondo un ragionamento che cercherò di illustrare. Quando si parte con un lavoro i tempi di progettazione sono molto lunghi. Nel momento in cui si posa la prima pietra già si è in ritardo e c'è quasi una corsa a recuperare il tempo perso.

NEROZZI
Oggi non vogliamo fare un ragionamento di ordine generale, che nel Lazio abbiamo peraltro già svolto, con tutte le istituzioni e le forze sociali a livello regionale. Noi vorremmo sapere se voi eravate stati su quel cantiere dove, evidentemente, non c'era nessun tipo di protezione; se a voi risulta che la formazione sia stata fatta o meno; e se e la formazione doveva farla l'ente bilaterale oppure l'impresa.
A noi interessano solo questi punti. Il resto è un discorso generale, che abbiamo già svolto. È un discorso interessante, ma oggi il nostro interesse è volto a quanto è accaduto, a quell'incidente e non a tutto il resto.
Quindi, le mie domande sono due: eravate stati sul cantiere? Chi fa la formazione?

VERNILE
Come dicevo all'inizio, non so se sul posto di lavoro vi fossero protezioni, perché lì non ci è consentito entrare. A mio avviso, del tutto personale, il punto è che gli adempimenti cartacei ci sono ma poi, come diceva il collega Galisai, è all'atto dell'applicazione che la sicurezza non viene rispettata.

LATTANZI
Presidente, intervengo in qualità di dirigente della FENEAL- UIL. Condivido l'analisi dei colleghi che mi hanno preceduto, perché tutti i giorni noi siamo sul territorio e viviamo situazioni di un certo tipo.
Per rispondere direttamente alle due domande poste dal senatore Nerozzi, le organizzazioni sindacali non entrano dentro i cantieri e non prendono visione della realtà rispetto alla sicurezza in quei cantieri. Noi non abbiamo visto il cantiere con i nostri occhi e, quindi, non possiamo dire se quel cantiere fosse in sicurezza oppure no. Una affermazione, però, sento di poterla fare. Qualche tempo fa le organizzazioni sindacali hanno sporto una denuncia alla ASL relativa ad uno dei cantieri della tratta della Metro C, ma non ricordo che sia pervenuta una risposta dalla ASL.

NEROZZI
Ma la formazione per queste opere era fatta dal datore di lavoro o dall'ente bilaterale? Questa è la domande specifica che ho posto.

LATTANZI
Noi non lo sappiamo. Ma sono presenti le RSA che possono rispondere in merito.

MONGELLI
Presidente, io sono delegato sindacale FILCA-CISL per Metro C. Al momento, però, lavoro per la linea B1.
In risposta al senatore Nerozzi, riferisco che io denunciai, nell'agosto del 2011, un fatto del genere (nel caso specifico, la mancanza di sicurezza e l'assenza degli spogliatoi). Qualcuno, inviato da Metro C, venne a visitare il cantiere e sostenne di avere già fatto molte denunce.

NEROZZI
Mi scusi, signor Mongelli, ma questo è un aspetto importante. Potete consegnarci le denunce da voi presentate? Disponete di documentazioni scritte?

MONGELLI
Senatore Nerozzi, io ricordo di aver sporto denuncia, perché dagli spogliatoi era impossibile arrivare fin dove dovevamo lavorare, in quanto il cantiere era piccolo. Io sto parlando del cantiere di Centocelle, vicino al pozzo 55. Come dicevo, non si poteva camminare. Arrivavano camion portando del ferro che noi non riuscivamo a montare.
Denunciai questa situazione e venni anche trattato male e considerato come una sorta di pietra dello scandalo. Ma io non sopporto tali situazioni, forse perché sono abituato a lavorare in cantieri a norma. Ho lavorato 22 anni nei cantieri, ma uno come quello non l'ho mai visto in vita mia. Tra l'altro, quello di Centocelle era un cantiere abbandonato, perché l'altra ditta è stata mandata via.
Quanto a Luigi Termano, l'operaio morto, io non lo conoscevo.

NEROZZI
Vede, signor Mongelli, noi vi poniamo queste domande perché voi siete gli ultimi ad essere auditi oggi. Quindi, in questa fase, oltre ad avere visitato il cantiere, noi abbiamo acquisito una serie di elementi e le domande che poniamo servono a chiarirli. L'ulteriore documentazione serve con rispetto a tutto quanto noi abbiamo già saputo e che voi, ovviamente, non potete sapere. Leggerete, naturalmente, tale documentazione perché è interamente pubblica.

MONGELLI
Tra l'altro, rispetto alle ispezioni della ASL sul cantiere, bisogna ricordare che noi veniamo avvisati prima e, in pratica, c'è il tempo di mettere in ordine il cantiere.

NEROZZI
Non c'è davvero bisogno che lei accusi la ASL, perché i suoi rappresentanti si sono già fatti male da soli!
Ribadisco che a noi interessano le denunce scritte.

GRIGORIU
Presidente, intervengo come funzionario Roma Est di FILLEA-CGIL, per rispondere alla domanda del senatore Nerozzi, volta a sapere da chi dipenda la formazione su quel cantiere, ma anche su tutti gli altri cantieri.
La formazione dovrebbe farla un ente bilaterale, quindi il CPT, prima dell'entrata sul posto di lavoro o subito dopo l'assunzione. Il datore di lavoro o l'azienda possono fare aggiornamenti o altro tipo di formazione, ma a seguito di quella del CPT. Penso che si dovrebbe partire con le indagini da un altro discorso - questo è un mio parere - e cioè dall'inquadramento dei lavoratori e dall'applicazione del contratto, perché qualsiasi fase lavorativa all'interno di un cantiere, o in qualsiasi altro posto di lavoro, dipende da quello che l'operaio è tenuto a fare in base a ciò che è scritto nel contratto.

NEROZZI
Questo è chiaro e a questo proposito, anzi, se voi ritenete che nel cantiere siano stati fatti errori di questo genere, vi invito sin d'ora a segnalarceli per iscritto.
La mia domanda, però, non è peregrina. Se un lavoratore mi dice che è stata fatta formazione ed un altro lavoratore afferma invece il contrario, voglio sapere dov'è la verità perché, o dice bugie l'uno o le dice l'altro. A me interessa capire questo. Personalmente, comunque, ho l'impressione che la formazione non sia stata fatta.

MONGELLI
Ma se non è stata fatta, allora l'operaio non doveva neanche essere al lavoro.

GRIGORIU
A volte certi operai - sbagliando - sono disposti a fare un certo tipo di lavoro, anche se non è quello per il quale sono stati assunti perché c'è un marasma di contratti.

PRESIDENTE
Noi viviamo questo mondo e lo conosciamo bene. Quello che vogliamo sapere da voi è se avete qualche notizia da darci in relazione all'incidente di cui ci stiamo occupando, altrimenti prendiamo atto che non avete elementi utili ai nostri lavori.

GALISAI
Su questo vi sbagliate.

PRESIDENTE
Mi scusi, ma questo è il suo punto di vita. Noi stiamo facendo un'indagine precisa e a tale riguardo non ci state dando elementi e risposte. Le questioni che state sollevando le conosciamo e quando ne dobbiamo parlare lo facciamo, ma non è questo il momento.

GALISAI
Purtroppo sul caso dell'operaio che è morto non possiamo darvi elementi, mentre sappiamo invece con certezza che in tutta una serie di altri casi non è stato fatto fare il corso per la sicurezza agli operai, né sono stati forniti i dispositivi di sicurezza.

PRESIDENTE
Come le ho già detto, noi abbiamo bisogno di elementi sull'incidente che si è verificato, perché oggi è di questo che stiamo parlando. Se poi avete notizie di situazioni a rischio, vi invito a comunicarcelo, a farcelo sapere.

GRIGORIU
È quello che stavo dicendo.

PRESIDENTE
Sì, ma con questo ci salutiamo, nel senso che non possiamo dirci le solite cose, come invece da un po' stiamo facendo. Noi abbiamo bisogno di certi dati; voi ci dice - giustamente - che non sono nella vostra disponibilità, ma ci dite anche che siete a conoscenza di altre situazioni di lavoro a rischio. Noi vi invitiamo a comunicarcele perché potendo intervenire lo faremo con piacere. Vi invito però a denunciare queste situazioni, altrimenti di cosa parliamo? Quando si parla, alla fine, bisogna anche arrivare ad una conclusione, ad una sintesi.

FANTINI
A questo proposito, signor Presidente, mi permetta di consegnarle una relazione riassuntiva - con data 12 gennaio 2012 - di quello che abbiamo verificato.
In particolare, a seguito di varie indagini, anche grazie alla testimonianza di alcuni lavoratori che si sono rivolti alla FILLEA-CGIL per presentare vertenze, abbiamo riscontrato alcune anomalie, con vari casi di elusione per quanto riguarda la normativa in materia di appalti pubblici (decreto legislativo n. 163 del 2006), di orario di lavoro (decreto legislativo n. 66 del 2003) e di sicurezza (decreto legislativo n. 81 del 2008), nonché inadempienze per quanto riguarda l'articolo 36 del Testo unico sulla sicurezza sul lavoro.
Dopo aver denunciato, anche pubblicamente, qualche settimana fa queste situazioni, si è poi verificato, purtroppo, l'incidente mortale di cui oggi stiamo parlando, che è però soltanto l'epilogo di una serie di gravi inottemperanze. Abbiamo rilevato, come dicevo, un'elusione rispetto alla normativa in materia di appalti pubblici: abbiamo riscontrato, ad esempio, turnazioni anomale o, ancora, il mancato rispetto del verbale di concertazione tra le parti, stilato in data 7 settembre 2007, che trovate allegato alla relazione.
Condividendo quindi, in generale, gli assunti espressi da tutti, concludiamo consegnando alla Commissione la relazione, con l'auspicio che possano essere individuate soluzioni, anche dal punto di vista legislativo, in materia di aggiudicazione degli appalti. In questo senso chiediamo aiuto alle istituzioni, affinché vi siano leggi ad hoc da applicare in materia di appalti pubblici, con un controllo sempre più incisivo, in modo da evitare altre morti nei cantieri.

PRESIDENTE
Vi ringraziamo per il vostro contributo: era proprio questo quello che cercavo di dirvi.

NEROZZI
Tengo a sottolineare che abbiamo insistito tanto sull'aspetto della formazione perché, come voi sapete, la formazione, oltre al fatto che ci sono leggi che obbligano a farla, ha un costo non solo al momento dell'assunzione ma anche in seguito, soprattutto se il lavoratore cambia ambiente o mansioni. È chiaro, ad esempio, che se uno lavora in un ambiente interrato, questo è ben diverso dal fare lo stesso lavoro in superficie. Questo, dunque, è il punto. Stiamo parlando di lavoratori che operavano nel settore da anni, quindi non parliamo di lavoratori "nuovi"; non è però indifferente che la formazione fosse stata fatta o meno - e in parte ci è stata data una risposta in tal senso, nel momento in cui ci è stato fatto capire che doveva farla l'azienda - e questo dato può anche assumere rilevanza penale.

LATTANZI
Tuttavia, quando all'interno di realtà così importanti circolano lavoratori di diverse nazionalità, che non hanno padronanza della lingua italiana, come possono fare formazione sulla sicurezza, conoscere i segnali ed il linguaggio del cantiere? Per carità, tutti devono lavorare e noi abbiamo sempre sostenuto i lavoratori in quanto tali, indipendentemente dalla loro provenienza; dovendo fare però formazione professionale e alla sicurezza a lavoratori che provengono dall'Egitto, dalla Tunisia o dalla Cina, ci rimane veramente difficile dialogare con loro.

NEROZZI
Su questo, se leggete i documenti della Commissione, noterete che siamo intervenuti. La nostra, in questo caso, è una domanda specifica su un caso specifico, per capire determinati aspetti. Non si tratta di un ragionamento generale sulle difficoltà che ci sono, sulle 50 ore che vengono pagate e non fatte, tutti aspetti di cui siamo a conoscenza. Era una domanda specifica su quella situazione.

GRIGORIU
Gli enti bilaterali che devono fare i corsi li fanno con i soldi dei lavoratori.

NEROZZI
Gli enti che devono fare formazione come l'INAIL la fanno con i soldi dei contribuenti.

PRESIDENTE
Ringrazio i nostri ospiti per i contributo offerto ai nostri lavori.
Dichiaro così concluse le audizioni odierne.


Note: Testi non rivisitati dagli oratori
Fonte: Senato della Repubblica