Categoria: Commissione parlamentare "morti bianche"
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SENATO DELLA REPUBBLICA
XVI LEGISLATURA
Giunte e Commissioni


Resoconto stenografico

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette "morti bianche"


Seduta 100: mercoledì 28 marzo 2012

Esame di una proposta d'inchiesta sulle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici degli stabilimenti del gruppo FIAT


Presidenza del presidente TOFANI

PRESIDENTE
L'ordine del giorno reca l'esame di una proposta d'inchiesta sulle condizioni di salute e sicurezza sul lavoro dei lavoratori e delle lavoratrici degli stabilimenti del gruppo FIAT
Avverto che della seduta odierna sarà redatto e pubblicato il Resoconto stenografico.
Comunico che, ai sensi dell’articolo 13, comma 2, del Regolamento interno, è stata chiesta l’attivazione dell’impianto audiovisivo. Se non ci sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.
Colleghi, l'attività odierna è legata ad una lettera che qualche giorno fa la senatrice Carloni ha inviato, mio tramite, alla Commissione, sulle condizioni in cui lavorano le dipendenti del gruppo FIAT di Pomigliano d'Arco, di Avellino e degli altri stabilimenti. Si tratta di un tema importante e delicato; sembrerebbe infatti che il nuovo contratto di lavoro adottato all'interno del gruppo FIAT abbia portato dei ritmi e dei carichi di lavoro che in qualche modo potrebbero creare problemi alla salute delle lavoratrici. È un argomento di importanza ed evidenza particolarmente forti. Per tale ragione ho preferito non inviare alla senatrice Carloni una mia risposta alla sua lettera, bensì coinvolgere l'intera Commissione.
Chiedo quindi alla collega di fornirci maggiori elementi oltre a quelli contenuti nella lettera, che io ho sintetizzato.

CARLONI
Desidero anzitutto ringraziare il Presidente per l'attenzione e la sensibilità dimostrate nella sua introduzione. Con la lettera che ho inviato alla Commissione, per il tramite del Presidente, desideravo avanzare una proposta d'inchiesta. Tale esigenza nasce da un incontro che si è realizzato per iniziativa del gruppo del Partito Democratico del Senato con una delegazione di lavoratrici del gruppo FIAT-FIAT Industrial, provenienti dagli stabilimenti di Pomigliano D'Arco, Avellino (Irisbus), Pratola Serra, Termoli, Bologna (Magneti Marelli) e Torino (Carrozzerie Mirafiori). Da tale incontro è nata questa iniziativa.
Le lavoratrici, tutte iscritte alla FIOM-CGIL, avevano chiesto di poterci incontrare. Erano accompagnate da due sindacaliste della stessa organizzazione. Ricordo che la FIOM non ha firmato il nuovo contratto unico di lavoro del gruppo FIAT dello scorso 29 dicembre e non è attualmente presente nelle rappresentanze sindacali autonome (RSA), con varie situazioni che sono all'ordine del giorno, ma che comunque non sono state oggetto del nostro incontro, nonostante la forte rappresentatività di questa organizzazione sindacale.
All'incontro erano presenti anche molti senatori che vedo oggi in quest'aula, tra cui la senatrice Antezza e il senatore Nerozzi. Le testimonianze di queste lavoratrici sono state veramente toccanti, sia in relazione alla loro condizione personale sia in relazione alla dignità della donna nel luogo di lavoro, riferendo situazioni veramente raccapriccianti, che non sto a descrivere nel dettaglio, dalle quali comunque si evincono e le ripercussioni sulla salute, in termini di forte disagio, sull'igiene e sulla sicurezza personale, persino sulla possibilità di fruizione e di accesso ai servizi igienici, a causa del sistema di mancate pause e dei turni così come organizzati.
Mi preme sottolineare che queste lavoratrici chiedono di essere ascoltate. Per la verità, lo hanno chiesto anche al Governo (che fino ad ora non ha trovato il modo di rispondere) con una lettera pubblica molto circostanziata che è stata inviata al ministro Fornero e che ha avuto risalto anche sulla stampa. Il tema è quello delle caratteristiche del nuovo contratto collettivo di lavoro di primo livello, che inaugura un'organizzazione del lavoro (orari, catena di montaggio e turni) che segue una metrica nuova, che ha determinato un peggioramento notevole dei carichi di lavoro e dell'affaticamento sulle linee di produzione. Ad esempio, le stesse lavoratrici che hanno partecipato a questo incontro hanno dovuto usufruire di una giornata di ferie, non potendo disporre di un sistema di permessi. È stato altresì denunciato il carattere discriminatorio del nuovo contratto per quanto riguarda altre materie.
Voglio dire che per quanto riguarda le ricadute sulla salute e sulla sicurezza, le parole di queste lavoratrici sono apparse a tutti noi più che credibili perché suffragate da testimonianze personali, ma anche perché non si ha notizia di indagini di rilevanza scientifica sui riflessi del nuovo contratto inteso come nuovi ritmi e nuova organizzazione, per esempio sulla fertilità, sulle possibili conseguenze sulla salubrità della conduzione della gravidanza e per il periodo dell'allattamento, che è sempre un periodo molto sensibile alle condizioni di lavoro, ed anche sulle disfunzioni legate al ciclo mestruale che ci sono state segnalate da alcune lavoratrici.
D'altro canto fino ad ora né la FIAT né le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto sono state in grado di dimostrare quali siano le conseguenze di queste nuove condizioni di lavoro. Considerato poi che nell'ultima relazione intermedia sull'attività della Commissione stessa si è affrontata la questione della sicurezza in un'ottica di genere, intesa come esigenza di garantire salubrità e protezione contro i danni biologici alle donne lavoratrici, ritengo che i dati che ho portato e l'incontro che abbiamo realizzato ci forniscano le necessarie condizioni per avviare un'inchiesta della Commissione.
Voglio fornirvi brevemente alcune informazioni preliminari. Questo contratto è stato firmato il 13 dicembre scorso a Torino. È un contratto unico nazionale di tutto il gruppo FIAT, interessa 86.000 lavoratori e lavoratrici ed è firmato dalle organizzazioni sindacali rappresentate nelle aziende del gruppo, quindi FIM, UILM, FISMIC, dall'Associazione dei capi e quadri FIAT; la FIOM non lo ha invece sottoscritto. Nel novembre 2011 la FIAT è uscita da Confindustria, recedendo da tutti i contratti nazionali che aveva precedentemente sottoscritto, per applicare ovunque questo contratto autonomo che era stato in qualche modo sperimentato a Pomigliano d'Arco, in Provincia di Napoli, che ha fatto da apripista.
In sintesi, il contratto prevede 18 turni settimanali di sei ore, per tre turni giornalieri con pausa a fine turno. È una situazione che ha un'incidenza sui tassi di affaticamento molto alta. Si prevede poi una settimana di sei giorni lavorativi, più una settimana di quattro giorni lavorativi, 120 ore di straordinario obbligatorie, ovvero 80 ore in più del precedente contratto. Vi sono poi una serie di norme di maggiore severità in chiave antiassenteismo, che hanno implicazioni per le lavoratrici; non entriamo però nel merito perché ciò non riguarda il campo d'interesse di questa Commissione. È stata inoltre abolita la vecchia rappresentanza sindacale unitaria ed è stata sostituita dalle nuove rappresentanze sindacali autonome (RSA) che, a norma dello statuto dei lavoratori, sono composte esclusivamente dalle organizzazioni sindacali firmatarie del contratto. Questo è il quadro.
Sono andata a vedere le informazioni che FIAT dà attraverso il proprio sito web e in tema di salute e sicurezza sono molto scarne. Si annuncia l'adozione di un sistema di gestione e sicurezza certificato, con l'applicazione degli strumenti safety del World class manufacturing, unitamente alla ricerca della partecipazione condivisa delle persone ai sistemi della sicurezza. Si autodichiara che in seguito all'adozione del contratto vi sono stati miglioramenti nelle condizioni della sicurezza del lavoro e, attraverso analisi estese e modalità di reporting degli infortuni, si afferma che vi è stata una riduzione significativa degli infortuni, che nel 2010 si quantificano in 15.000 per tutto il gruppo, che in quello stesso anno contava circa 200.000 dipendenti, il 41 per cento dei quali in Italia.
Colpisce il fatto che tra i pochissimi dati che l'azienda fornisce sul sito ci siano quelli relativi alle risorse investite in salute e sicurezza, che sono progressivamente in calo, passando dai 263 milioni di euro del 2003, pari al 3,5 per cento dei costi del personale, ai 218 milioni del 2010, pari al
2,9 per cento dei costi del personale. Quindi si ottengono grandi risultati ma l'investimento economico è in progressivo calo. Questi sono dati dell'azienda, secondo i quali diminuiscono anche l'indice di frequenza e l’indice di gravità degli infortuni. Aumentano inoltre le ore di formazione sulla salute e sicurezza sul lavoro e sulla prevenzione dei rischi. Nel 2009 è stato realizzato un importante accordo con le organizzazioni sindacali che riguardava la formazione per 1.200 persone, il progetto "Health and Safety". Tuttavia, tale progetto, che inizialmente ha interessato 7 stabilimenti e doveva essere esteso a tutti gli stabilimenti del gruppo, non sembra essere stato più monitorato e con il nuovo contratto non si capisce che fine abbia fatto. Il sito web, poi, non contiene alcunché per quanto riguarda le statistiche di genere e questo mi ha molto colpito, perché parliamo non di una piccola azienda ma di un colosso. Non si ricava neanche un dato sul personale, ad esempio, quanti siano i lavoratori e quante le lavoratrici: si parla sempre e solo di lavoratori totali. È citato un corso sulla non discriminazione di genere che è assolutamente inconsistente, perché si dicono tante parole ma se si esaminano i dati si vede che sono state solo tre le persone coinvolte, quindi in realtà il corso non si è svolto.
Sul web sono consultabili vari studi che analizzano i possibili effetti negativi di un certo tipo di organizzazione del lavoro sulla salute e sicurezza dei lavoratori. In particolare vorrei citare il working paper di OLYMPUS, l'Osservatorio per il monitoraggio permanente della legislazione e giurisprudenza sulla sicurezza del lavoro dell'Università di Urbino. Tale studio ci interessa perché insiste sulla rilevanza del fattore organizzativo per la prevenzione dei problemi della salute e della sicurezza in azienda e cita proprio il nuovo sistema organizzativo della FIAT come caso paradigmatico di rischio, specie rispetto all'adozione del sistema di controllo ERGO/UAS - le cui implicazioni forse capirete voi meglio di me - e all'introduzione di forme e metodi di organizzazione del lavoro volti ad una ulteriore razionalizzazione dei tempi e delle pause in un'ottica di competitività globale, per le inevitabili potenziali ripercussioni sulla salute e sulla sicurezza e anche in relazione alle metodiche di riferimento adottate per la valutazione dei rischi (il sistema EAWS rispetto a quello OCRA più diffuso). Questo studio afferma quindi che ci sono tutte le precondizioni per avere un aggravio dell'esposizione al rischio. In esso si rilevano altresì dubbi di carattere generale sulla non perfetta conformità del nuovo sistema rispetto alla normativa italiana in materia di prevenzione.
Esiste poi, per quanto riguarda la medicina di genere e le valutazioni con riferimento sia alla salute riproduttiva che alla salute in maternità (gravidanza e post parto), una documentazione molto ampia soprattutto dell'INAIL, per quanto riguarda e la legislazione e gli approfondimenti di merito. A questo proposito, risulta con chiarezza l'incidenza dei maggiori carichi di lavoro, del lavoro a turno e delle posture incongrue per quanto riguarda la riduzione della fertilità, l'alterazione del ciclo mestruale - di cui hanno detto le lavoratrici - e le minacce di abortività spontanea. Nei documenti INAIL questi sono considerati tutti fattori di rischio espliciti.
Mi pare quindi vi siano le condizioni per approfondire quegli aspetti che evidentemente l'azienda non ha voluto prendere in esame, cioè tenere conto che questa nuova organizzazione, oltre a corrispondere ai bisogni di competitività globale, ha effetti inevitabili sulla salute psicofisica dei lavoratori e delle lavoratrici: non è stata avviata al riguardo alcuna forma di monitoraggio, non si è andati verificare e studiare, cosa che credo, alla luce di queste denunce noi potremo opportunamente fare. Del metodo da seguire potremo discutere. Personalmente ritengo che, una volta presa una decisione in tal senso, la Commissione potrebbe iniziare, come credo faccia sempre, ascoltando i protagonisti e poi valutando il da farsi in corso d'opera.

DE LUCA
Signor Presidente, ritengo prezioso l'intervento della senatrice Carloni e condivido la richiesta avanzata di avviare un'inchiesta specifica sui temi segnalati, anche per la grande coesione e la solidarietà che sempre hanno caratterizzato la nostra azione.
Dal momento che si tratta di grandi numeri e non di una piccola azienda, riterrei opportuno ascoltare tutti i sindacati operanti negli stabilimenti del gruppo FIAT e successivamente i vertici dell'azienda, per verificare gli impegni assunti in merito ai problemi della salute e sicurezza sul lavoro.

PRESIDENTE
Desidero associarmi al senatore De Luca nell'apprezzamento per la relazione svolta dalla senatrice Carloni, che riprende un tema molto delicato e di grande importanza qual è quello della tutela della salute e sicurezza sul lavoro in un'ottica di genere, quindi con particolare riguardo alle condizioni delle lavoratrici. Si tratta di un tema che è stato già affrontato dalla Commissione in generale, su sollecitazione della senatrice Donaggio, tanto nell'ultima relazione intermedia sull'attività svolta, quanto nell'atto di indirizzo al Governo approvato in Assemblea ad esito sulla discussione della relazione stessa.
Se siamo d'accordo, potremmo quindi ascoltare anzitutto tutti i sindacati presenti nelle aziende del gruppo FIAT (che abbiano o meno sottoscritto l'accordo del 29 dicembre scorso) e successivamente i rappresentanti dei vertici aziendali. Poiché non si fanno osservazioni, così resta stabilito.
Senatrice Carloni, avvieremo quindi le consultazioni su un argomento di straordinaria importanza e di straordinario interesse. Speriamo che questa Commissione possa dare le risposte che non si trovano altrove.

SUI LAVORI DELLA COMMISSIONE

PRESIDENTE
Vorrei ora sottoporre alla vostra attenzione un altro argomento. La senatrice Donaggio mi ha inviato della documentazione relativa ad alcune e-mail anonime (anche a me sono arrivate delle e-mail più o meno dello stesso tenore) concernenti il tema che abbiamo affrontato con la società Roma Metropolitane, in particolare per la linea C, in seguito all’incidente occorso lo scorso 29 febbraio.
Si tratta, specificamente, di un comunicato della CGIL, che viene commentato e che è stato ripreso dalla Adnkronos, e di una e-mail di un lavoratore anonimo che afferma le stesse cose. Dal momento che questo argomento è emerso durante l'audizione dei responsabili della società Roma Metropolitane svolta il 7 marzo, quest'ultima - facendo seguito alla nostra richiesta - il giorno successivo alla audizione ha inviato gli esiti del sopralluogo effettuato il giorno precedente l'infortunio, cioè il 28 febbraio. È quindi sorto il problema se inviare o meno questa documentazione al magistrato inquirente. Al riguardo ho consultato la dottoressa Costantini, il magistrato che collabora con la nostra Commissione; abbiamo esaminato questi elementi e ci sembra che non ci siano motivi significativi per inviare la documentazione al magistrato inquirente (documentazione che, come ho specificato, è relativa ad un comunicato ripreso da Adnkronos, ad una e-mail di un lavoratore che non si firma, e al sopralluogo della società Roma Metropolitane). Se siete d'accordo, manterrei questa documentazione agli atti della Commissione e là dove si rendesse necessario procederemo ad inviarla.
Per quanto riguarda poi il dibattito relativo alla possibile istituzione di una procura nazionale, così come illustrata dal procuratore Guariniello e dal procuratore Caselli nell'audizione del 15 febbraio scorso, se siete d'accordo potremmo cominciare con l'ascoltare il Ministro della giustizia valutando in seguito ulteriori approfondimenti.
Vorrei aggiungere, per quei colleghi che non hanno avuto modo di partecipare alle missioni che la Commissione ha svolto sul territorio nazionale, che nel corso delle nostre missioni abbiamo iniziato ad acquisire anche l'opinione dei magistrati, al fine di capire come la pensano su questo tema le varie procure d'Italia.

GRAMAZIO
Signor Presidente, se apriamo questo confronto sarebbe bene non limitarlo solo all'ambito del Governo e del Parlamento. Ritengo quindi che sul punto andrebbero ascoltati anche i rappresentanti dell'Associazione nazionale magistrati.

PRESIDENTE
Ho condotto un'indagine ufficiosa per capire se c'è la possibilità di ascoltare anche i rappresentanti della magistratura sia attraverso l'Associazione nazionale magistrati, sia attraverso il canale istituzionale rappresentato dal Consiglio superiore della magistratura. Tuttavia, sulla base del vigente ordinamento, il CSM dà il proprio parere al Parlamento su testi in materia di ordinamento giudiziario già definiti. Sarebbe allora opportuno sentire anzitutto il Governo per capire se vi è la possibilità di predisporre un testo in materia.

GRAMAZIO
Certo; là dove il Governo non dovesse mostrarsi interessato sarebbe inutile coinvolgere i rappresentanti della magistratura.

PRESIDENTE
Esatto, però potrebbe anche trattarsi di un disegno di legge parlamentare; in tal caso andrebbero ascoltati su quell'articolato. Sull'idea possiamo dibattere noi e, in quanto parlamentari, stabilire di tradurla in un articolato su cui potremo chiedere sia il parere del CSM, così come è previsto, sia quello dell'Associazione nazionale magistrati. Rischiamo altrimenti di portare avanti un discorso fine a se stesso, che non produce effetti.

DONAGGIO
Signor Presidente, sto facendo un'attenta lettura delle linee guida che il ministro Fornero ha fornito sul nuovo assetto del mercato del lavoro. Si parte da una valorizzazione delle attività formative per quanto riguarda la possibilità del lavoratore e delle imprese di incrociare domanda e offerta di lavoro. Questa è l'intuizione per quanto riguarda gli ingressi, ma anche per quanto riguarda le uscite e la riqualificazione, grazie a un maggiore know-how, di lavoratori che si collocano nuovamente sul mercato del lavoro per una possibilità d'impiego.
Se guardiamo al decreto legislativo n. 81 del 2008, la prevenzione e la conoscenza di comportamenti virtuosi da parte delle imprese e del lavoratore per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro e l'integrità fisica sono aspetti centrali. Suggerirei di fare una analisi di questi due elementi perché quelle del ministro Fornero sono delle linee guida ma non fanno riferimento a un articolato, anche se si focalizzano comunque gli obiettivi che si vogliono raggiungere con questo nuovo assetto del mercato del lavoro e degli strumenti che lo sottendono.
Visto che si tratta di una riforma attesa da anni (soprattutto sugli ingressi, sulle riqualificazioni e sulla ricollocazione al lavoro di persone che rispetto alle loro professionalità non hanno avuto un'evoluzione), è l'occasione per affrontare una grande tema, che non è soltanto quello della formazione in un momento significativo, ma è quello formazione tout court, che si diceva dovrebbe partire della scuola e, a mio avviso, dall'apprendistato. Nelle linee guida invece non si cita neppure una volta il fatto che la formazione alla sicurezza, a comportamenti virtuosi che non mettano in discussione l'integrità fisica, diviene un'opportunità per il lavoratore, ma anche un vincolo per le imprese che lo assumono, come stabilito dal dettato del decreto legislativo n. 81 del 2008. Si potrebbe quindi valutare se all'interno delle linee guida della riforma del mercato del lavoro si possa far entrare la formazione in materia di sicurezza come valore aggiunto. Riguardando una platea enorme, soprattutto di giovani che cominceranno ad entrare nel mondo del lavoro, tale materia diventerebbe uno degli elementi formativi offerti per dare la possibilità non solo di avere un lavoro, ma anche di mantenerlo, restando in buona salute e integrità fisica.
In proposito chiederei di verificare la possibilità di audire il Ministro del lavoro, per prospettarle l'eventualità di arricchire le linea guida del Governo con l'inserimento di questo tipo di attività formativa. Si gioverebbe così alla costruzione di un assetto dell'ingresso al lavoro, soprattutto dei giovani, più qualificato di quello conosciuto fino ad oggi nel nostro Paese.

GRAMAZIO
Signor Presidente, già lo scorso dicembre, prima delle festività natalizie, in seguito alla morte di un giovane operaio a Trieste, affrontammo la questione della sicurezza sul lavoro nelle attività di allestimento dei palchi per i concerti, tema che sollevai nuovamente, come ricorderanno sia il Presidente che i colleghi, dopo un analogo incidente avvenuto a Reggio Calabria.
Ebbene, la scorsa settimana, durante alcune ispezioni compiute dalla Guardia di Finanza a Caserta in un cantiere per il montaggio di una di queste strutture, ben 16 lavoratori su 21 sono risultati in nero. Ciò conferma quanto avevo sottolineato in occasione del primo incidente, e cioè che queste strutture spesso sono opera di società che usano giovani lavoratori senza alcuna garanzia di sicurezza né assicurativa.
Appare a questo punto indispensabile che la Commissione svolga una verifica sul settore, perché quanto avvenuto non è un caso. Dalle informazioni offerte ai giornali dal gruppo operativo della Guardia di finanza risulta che in tutta Italia sono quattro o cinque le imprese che montano i palchi per le grandi feste e che utilizzano anche operai non in regola. Peraltro, con l'avvicinarsi della stagione estiva si svolgeranno numerosi concerti, aumentando notevolmente il rischio di questi incidenti.
Richiamo quindi alla sua attenzione questa problematica per valutare come possiamo interloquire con chi di dovere.

PRESIDENTE
Per quanto riguarda l'intervento svolto dalla senatrice Donaggio, possiamo sicuramente chiedere al ministro Fornero di venire in audizione e in quella circostanza faremo presenti tematiche che, tra l'altro, credo siano ampiamente condivise. Infatti, se stiamo preparando un nuovo percorso di ingresso al lavoro, che dia determinate garanzie di carattere economico, non possiamo prescindere dalle garanzie in materia di salute e sicurezza.
La proposta del senatore Gramazio è di grande attualità, posto che recentemente ci sono stati due morti e che la settimana scorsa dalla citata verifica della Guardia di finanza è emerso che larga parte dei lavoratori del settore sono irregolari. Si tratta di capire come muoversi. Proporrei di interpellare i rappresentanti delle aziende che costruiscono queste strutture e quelli delle aziende addette al montaggio, verificando se queste siano certificate e in che modo, nonché di contattare i prefetti per chiedere loro una più attenta verifica da parte delle commissioni provinciali sulla sicurezza, che devono certificare l'agibilità delle strutture, prima della concessione del nullaosta.

GRAMAZIO
Concordo sulla sua proposta, signor Presidente. Come dicevo, sembra che l'organizzazione e l'allestimento dei concerti siano fatti da poche grandi ditte specializzate e, quindi, anche la platea dei soggetti da audire sarebbe limitata.

PRESIDENTE
Procederemo dunque con le audizioni dei soggetti che costruiscono queste strutture, di coloro che le montano e delle commissioni tecniche provinciali sulla sicurezza, che devono rilasciare il nullaosta per l'agibilità delle strutture stesse.

DE LUCA
Signor Presidente, prima di intraprendere questo percorso, su cui concordo, poiché il controllo della sicurezza di questi impianti è di competenza delle prefetture sarebbe forse opportuno ascoltare i rappresentanti dei competenti uffici del Ministero dell'interno, salvo poi valutare ulteriori approfondimenti.

PRESIDENTE
Sono d'accordo, anche perché posso anticipare - entrerò maggiormente nel dettaglio in una prossima riunione - che per quanto riguarda il confronto posto in essere con il Ministero dell'interno relativamente alle fabbriche di fuochi d'artificio abbiamo già ricevuto primi dati importanti, che saranno oggetto di una prossima riunione sull'argomento, e sono state ampiamente riconosciute le nostre preoccupazioni. Possiamo quindi continuare su questa linea.
Dichiaro conclusa la seduta odierna.


Note: Testi non rivisitati dagli oratori
Fonte: Senato della Repubblica