SENATO DELLA REPUBBLICA
XVI LEGISLATURA
Giunte e Commissioni


Resoconto stenografico

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette «morti bianche»

Seduta 114: mercoledì 14 novembre 2012

Comunicazioni del Presidente sulla proposta di istituzione dell’Agenzia nazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro

Presidenza del presidente TOFANI

PRESIDENTE
L’ordine del giorno reca comunicazioni in ordine alla proposta di istituzione dell’Agenzia nazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro.
Avverto che della seduta odierna sarà redatto e pubblicato il Resoconto stenografico.
Comunico che, ai sensi dell’articolo 13, comma 2, del Regolamento interno, è stata chiesta l’attivazione dell’impianto audiovisivo. Se non ci sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.
Come sapete, si tratta di un disegno di legge che da tempo abbiamo studiato ed elaborato cercando di colmare quel vuoto che esiste – e che abbiamo riscontrato, dove più e dove meno, in quasi tutte le Regioni d’Italia – nel coordinamento e nel raccordo tra l’indirizzo strategico nazionale e le competenze specifiche delle Regioni a livello territoriale.
Come abbiamo detto anche altre volte, immaginare di poter modificare la Costituzione e quindi rivedere le competenze su questo tema in termini di potestà esclusiva dello Stato ci è sembrato un percorso abbastanza complesso o quanto meno un percorso che non ha trovato agibilità e disponibilità per una serie di motivi, tutti rispettabili. Ciononostante, credo che la Commissione debba comunque, alla fine di questa legislatura e del proprio mandato, dare un segnale fondamentale e strategico in questo settore in direzione di una maggiore uniformità dell’azione di contrasto agli infortuni sul lavoro e alle malattie professionali in tutto il territorio nazionale. Di conseguenza, occorre trovare una formula che, nel rispetto delle competenze attribuite alle Regioni e allo Stato, in una parola nel rispetto della materia concorrente, risponda a tale istanza.
Sia pure attraverso colloqui informali, si è ottenuta una certa disponibilità anche da parte del presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Vasco Errani a valutare uno schema di disegno di legge che preveda la trasformazione dell’attuale Comitato, previsto dall’articolo 5 del decreto legislativo n. 81 del 2008 (Testo unico delle norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro), in un’Agenzia specializzata che mantenga le stesse competenze e la stessa composizione, in termini sia di rappresentanti del Governo che di rappresentanti delle Regioni.
La differenza, che non vi può sfuggire, è nella mission che potrebbe avere un’Agenzia così come delineata all’articolo 2 del disegno di legge, dove si indicano tutte le iniziative che questa dovrà adottare. Credo peraltro che si possa facilmente riscontrare come la mission dell’Agenzia risponda alla necessità di ricoprire i vuoti o i vulnus che in questa materia esistono nel raccordo tra il livello centrale e quello periferico. Abbiamo altresì svolto una valutazione circa la copertura finanziaria, che è stimata attorno agli 800.000 euro l’anno. Forse sono anche troppi, giacché tutto il personale che viene utilizzato è personale che transita da altri uffici pubblici e che comunque oggi farebbe capo al Coordinamento nazionale che abbiamo constatato non svolge, purtroppo, quell’attività propulsiva che la situazione e le circostanze richiedono. Di conseguenza, non vi sono aggravi di spesa. Gli unici costi dovrebbero essere quelli legati al direttore dell’Agenzia, secondo la configurazione delle agenzie prevista per legge, ed al collegio dei revisori dei conti. La somma potrebbe quindi essere inferiore, anche se per prudenza abbiamo ritenuto di indicare la cifra, comunque contenuta e modesta, di 800.000 euro.
Credo sia intenzione di ognuno di noi discutere e votare la relazione finale in Commissione entro la fine dell’anno, per permetterne l’esame in Aula nelle sedute di gennaio (è prevedibile che ve ne saranno diverse se le elezioni rimarranno fissate ad aprile, meno se le elezioni dovessero essere anticipate).
Concludendo i nostri lavori con la presentazione di questo disegno di legge daremmo anche un’indicazione normativa sulla materia. Non mi illudo, infatti, che il provvedimento possa essere approvato in questa legislatura – anche se tutto è possibile e mai bisogna rinunciare –, tuttavia spero che rimanga anche a testimonianza del lavoro di indagine svolto dall’intera Commissione nelle missioni in ogni parte d’Italia, lavoro che rappresenterà il corpo centrale della nostra relazione finale, che riprenderà quanto è stato scritto, discusso e votato nelle relazioni intermedie di questa legislatura. Mi è sembrato opportuno e corretto fare in modo che la Commissione ufficialmente si pronunciasse anche su questa iniziativa. L’altra strada poteva essere quella di trasmettervi la bozza del disegno di legge, come è stato fatto, chiedendo la vostra disponibilità e quindi la sottoscrizione dello stesso, ma ho pensato fosse importante avere un incontro perché un confronto diretto tra di noi potrebbe essere un momento felice per affrontare il tema e trovare una soluzione.
Sono argomenti che conosciamo, quindi non darò lettura di quali dovrebbero essere le funzioni dell’Agenzia. Si tratta essenzialmente di attività di supporto e collegamento tra Stato e Regioni, di individuazione della priorità dei problemi, di conoscenza di quanto accade. Sostanzialmente essa rappresenterà un momento di sintesi per una visione globale.
Non ho altro da aggiungere, se non chiedere cortesemente il vostro parere e la vostra adesione per poter presentare formalmente il disegno di legge al più presto.

DE LUCA
Signor Presidente, condivido il percorso da lei indicato, con la relazione finale a conclusione della legislatura come quadro di riferimento di carattere generale.
Condivido anche il ragionamento, che più di una volta abbiamo affrontato, sulla necessità di rafforzare la parte del decreto legislativo n. 81 relativa al coordinamento dell’attività svolta dalle Regioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro, stanti le notevoli differenze rilevate tra una Regione e l’altra.
Tuttavia vorrei chiedere, apprezzando moltissimo il confronto che vi è sempre stato in questa Commissione, una settimana di tempo per poter svolgere una valutazione con i colleghi sul testo della proposta in questione. In linea di massima siamo assolutamente d’accordo, ma chiediamo questo brevissimo spazio in modo da poter concludere definitivamente le nostre valutazioni e procedere quindi a tutti quei passaggi che lei, Presidente, ha sottolineato.

SPADONI URBANI
A nome del Gruppo PdL, vorrei solamente dire che concordo con quanto precedentemente detto dal collega; prendiamoci quindi una settimana di tempo per esaminare bene il testo e decidere cosa fare.

NEROZZI
Signor Presidente, vorrei entrare nel merito di alcune considerazioni, tre delle quali sono note, mentre una è scaturita dalla lettura del testo. La materia è disciplinata da legislazione concorrente, pertanto i Ministeri del lavoro e delle politiche sociali e della salute devono avere uguale peso, sia per quanto riguarda i ruoli, sia per quanto riguarda il numero dei rappresentanti presenti nel comitato direttivo dell’Agenzia, come è previsto adesso e come dovrà comunque essere, anche perché le tematiche sono quasi più di ordine sanitario che lavoristico. Inoltre, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non ha dato buona prova di sé, tanto che le riforme passate derivano anche da inefficienze, pertanto abbiamo bisogno di una sanità più presente. Il personale deve provenire dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dal Ministero della salute, dall’INAIL e dalle Regioni, ovvero da tutti i soggetti responsabili. Inoltre, poiché la materia è concorrente, la proposta di nomina deve venire dalla Conferenza Stato-Regioni, passare al Consiglio dei ministri e al vaglio dei Ministri del lavoro e delle politiche sociali e della salute. Queste considerazioni erano emerse anche nel corso del colloquio informale che abbiamo avuto con il presidente Errani.
Anch’io ridurrei la copertura finanziaria, non perché le somme stanziate siano elevate, quanto perché di questi tempi fanno un certo effetto, anche se onestamente sono tutt’altro che elevate.
La novità riguarda il tipo di rapporto che immaginiamo dovrà esistere tra questa Agenzia e i Comitati regionali di coordinamento, di cui non abbiamo mai parlato, anche se secondo me tali organismi hanno un problema di efficientamento. È chiaro che l’Agenzia deve avere dei poteri di indirizzo verso i Comitati regionali: questo è un problema nuovo, ma è stato sollevato anche nella lettera inviata dalle organizzazioni sindacali. Il testo quindi sarebbe ancor più completo se cercassimo di prevedere un potere di indirizzo dell’Agenzia nei confronti dei Comitati regionali di coordinamento che si costituiscono attraverso la legge. Non vorrei creare un problema ulteriore, ma in questo modo il testo sarebbe più efficace.
È vero che il coordinamento nazionale non funziona ma, come dice il Presidente, non funzionano neanche quelli regionali, quindi il problema si pone comunque. Chi può intervenire nel caso in cui i Comitati regionali di coordinamento non funzionino? Nessun articolo del disegno di legge tratta questo punto, eventualmente andrebbe inserito un articolo aggiuntivo. A mio avviso dovremmo porci il problema, poi vedremo come e in che forma affrontarlo. Possiamo anche non farlo, ma secondo me sarebbe utile rispetto alla situazione attuale.

FOSSON
Signor Presidente, noi del Gruppo delle Autonomie eravamo contrari a uno spostamento di competenze e a una revisione del Titolo V della Costituzione, pertanto la soluzione individuata può essere condivisa. Anche se il dubbio sul rapporto tra l’Agenzia e le Regioni esiste, mi sembra tuttavia che il punto di partenza del presidente Tofani sia corretto: bisogna fare qualcosa per cambiare un assetto che non funziona.

PICHETTO FRATIN
Signor Presidente, la ringrazio perché nella sua introduzione ha presentato il disegno di legge come sintesi del lavoro che la Commissione ha svolto in questi anni e, con molto realismo, ha espresso anche la sua opinione circa la difficoltà che con l’avvicinarsi della fine della legislatura si possa giungere ad una sua approvazione; apprezzabile è inoltre il fatto che si proponga un intervento tramite un disegno di legge ordinario anziché costituzionale, per il quale la doppia lettura sarebbe assolutamente impossibile.
Il mio apprezzamento deriva anche dal fatto che questo disegno di legge nasce per il verso giusto, cioè secondo le modalità con cui i provvedimenti legislativi dovrebbero essere partoriti; esso prende infatti le mosse da una constatazione univoca (al di là delle posizioni politiche contrarie ad una revisione costituzionale, come quella appena espressa dal senatore Fosson, che è di una Regione autonoma) circa l’inefficacia e l’inefficienza dell’attuale sistema di coordinamento a livello nazionale e locale; tra l’altro apprezzo il tentativo di mettere a punto un nuovo modello di coordinamento.
Faccio mie anche le considerazioni del collega Nerozzi nella convinzione che se questo tema è stato sollevato, coloro che saranno in Parlamento nella prossima legislatura potranno affrontare la necessaria, a seconda di come la si veda, modifica del Titolo V della Costituzione partendo dalle considerazioni di questa Commissione e quindi dall’analisi che è stata fatta su tutto il settore, per migliorare l’efficienza e l’efficacia del coordinamento, atteso che effettivamente la diagnosi è stata completa e ampia.
Naturalmente ringrazio i colleghi della Commissione che hanno svolto un ruolo molto più attivo del mio in tutto ciò . Ritengo che la copertura di 800.000 euro sia anche troppo elevata rispetto ai costi reali, visto che se si utilizzeranno le strutture esistenti si tratterà solo di apportare una riorganizzazione in base alle varie modalità di designazione.

NEROZZI
Signor Presidente, quando parlavo del personale, intendevo riferirmi oltre che ai Ministeri del lavoro e delle politiche sociali, della salute e alle Regioni, anche ai rappresentanti dell’INAIL, perché la partecipazione dell’Istituto è decisiva, anzi la rafforzerei.

PRESIDENTE
Colleghi, in effetti vogliamo raggiungere tutti il medesimo obiettivo, quindi dobbiamo solamente stabilire se intendiamo presentare questo disegno di legge, che ormai è allo studio da mesi. Vi chiedo quindi la massima attenzione, perché abbiamo una responsabilità importante.
Noi siamo una Commissione parlamentare di inchiesta – e non è pletorico che lo voglia ribadire – che ha l’obbligo di dire come stanno le cose e se ci sono proposte tali da poter colmare le problematicità ed i vuoti che abbiamo rilevato. Quindi voler presentare un provvedimento di questo tipo non è una mia esigenza o un mio sfizio, ma lo ritengo un dovere da parte di noi tutti. Se pensate che vi sia la necessità di migliorare il testo, vi chiedo cortesemente di farci avere le proposte di modifica in tempi brevi; vi ricordo che siamo già a metà novembre e di questo parliamo da sei mesi, non da un giorno. Se poi vi fosse qualcosa che non dovesse andare lo risolveremo quando discuteremo, in sede di Commissione o in Aula. Credo però che noi si debba compiere questo atto politico e non si possa continuare a rinviarlo.
Vorrei anche fugare molti dubbi, posto che all’articolo 1 del disegno di legge, in effetti, non modifichiamo alcunché del Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ma ci limitiamo a sostituirlo con l’Agenzia nazionale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Ciò significa che la normativa resta così com’è, senza togliere nulla nella dualità, nelle competenze, nella rappresentanza. Come sapete, infatti, l’articolo 5 del Testo unico, che menziona i soggetti che rappresentano lo Stato e le Regioni, non viene nella sostanza modificato. Cerchiamo solamente di meglio definire la sua missione, che in effetti non è stata come ci venne rappresentata. Ad esempio, l’articolo 2 della bozza di disegno di legge – che riprende il contenuto dell’articolo 5 del Testo unico – prevede i soggetti che fanno parte di questa Agenzia e la composizione è invariata.

NEROZZI
Il problema è che il Ministero della salute e quello del lavoro devono stare alla pari.

PRESIDENTE
Sono d’accordo. Il rappresentante del Ministero della salute è già previsto.

NEROZZI
Il problema è che non può essere che il Ministero del lavoro a dirigere l’attività delle ASL, sarebbe una presa in giro.

PRESIDENTE
Anche il Ministero della salute non dirigerà mai niente rispetto alle ASL, diciamola tutta.

NEROZZI
Allora prevediamo un equilibrio che regga.

PRESIDENTE
Allora questo equilibrio mettiamolo per iscritto, altrimenti la sensazione è che si vuole andare avanti un po’ come il cane da slitta, al quale si mette davanti un’asta con un pezzo di carne e il cane corre e non arriva mai.

NEROZZI
Non è così, però quel che ho detto è emerso anche nel confronto informale con la Regione.

PRESIDENTE
Senatore Nerozzi, ci comunichi la modifica che ritiene opportuna e la inseriamo nel disegno di legge.

NEROZZI
Presidente, se la mette così non faccio niente e vado avanti da solo.

PRESIDENTE
Faccia quello che vuole, perché continuiamo a dire le stesse cose però nessuno propone formalmente una soluzione.

NEROZZI
L’ho proposta varie volte, ma siamo sordi!

PRESIDENTE
Non siamo sordi, io non sono sordo. Questo non è possibile. Poi ognuno faccia quel che vuole, siamo persone libere.

PARAVIA
Credo che anche questo piccolo momento di incomprensione, o meglio di tensione, sia legittimo, perché tutti siamo preoccupati per il fatto che ci separano pochi mesi – non sappiamo neanche quantificarli – dalle elezioni. Peraltro, con le ultime decisioni di elezioni a febbraio personalmente sarei dell’idea di staccare la spina al Governo e di fare l’election day.
Credo che veramente il tempo per approvare questo provvedimento non ci sia. Tuttavia, sarebbe un segnale giusto ed opportuno che la nostra Commissione – che ha sempre lavorato senza contrapposizioni ma piuttosto nell’intento di trovare soluzioni il più condivise possibile – chiudesse questa esperienza con la presentazione di tale iniziativa. Già sei mesi fa proposi di adottarla, nei limiti del possibile, a firma di tutti i componenti della Commissione, con l’impegno diretto di ciascuno di noi all’interno del proprio Gruppo a far sì che dalla Conferenza dei Capigruppo venisse posta all’ordine del giorno dell’Aula.
Allora, poiché credo che il sentimento principale di ciascuno di noi sia di dare il suo personale contributo ad una ipotesi di soluzione, penso che questa settimana possa essere utilizzata per una riflessione tecnica. Chi di noi ritenga di migliorare la proposta, secondo il principio segnalato dal senatore Nerozzi di dare uguale importanza ai due Ministeri di riferimento o con eventuali altre notazioni, lo potrà fare presentando delle proposte di modifica, di modo che la prossima settimana saremo più numerosi e compatti nel licenziare questa iniziativa.

DE LUCA
Forse ha ragione il senatore Paravia. Non a caso ho chiesto giusto una settimana per una valutazione definitiva. Mercoledì potremo tranquillamente sottoscrivere tutti il disegno di legge. Colgo l’occasione per ricordare che abbiamo presentato un disegno di legge altrettanto delicato, quello sugli appalti e i subappalti, che reca la firma di tutti Gruppi eppure non riesce ad andare avanti.

PRESIDENTE
Ma almeno l’abbiamo presentato! Qui non riusciamo neanche a presentarlo.

DE LUCA
Signor Presidente, non c’è problema.

PRESIDENTE
Ma come non c’è problema? Sono sei mesi!

DE LUCA
Una settimana in più non è la fine del mondo.

PRESIDENTE
Voglio dire che questo documento lo conoscete, gira da sei mesi.

DE LUCA
Se ho chiesto una settimana di tempo e lo stesso rappresentante del PdL ha concordato, ci sarà un motivo.

PRESIDENTE
Allora diciamolo.

DE LUCA
Fare una riflessione interna definitiva. Personalmente prendo l’impegno, per quello che riguarda il nostro Gruppo, a chiudere la vicenda mercoledì. Più di questo, Presidente, che devo dire?

PRESIDENTE
D’accordo. Ho detto solamente – e l’ho detto anche con un po’ di insistenza – che se avessimo del tempo davanti non rileverebbe; un mese in più o in meno non cambierebbe. Il fatto è che con un ulteriore rinvio potremmo dare la sensazione, che sicuramente non è, di un rinvio sine die, perché già eravamo a conoscenza di questi problemi. Non a caso mi sono permesso di inviarvi di nuovo la bozza di disegno di legge.

NEROZZI
Ed infatti pensavo che il testo fosse stato corretto sui punti di cui avevamo discusso con la Regione, mentre è identico!

PRESIDENTE
È giusto, ma nel momento in cui lei, senatore Nerozzi, ha ricevuto questa bozza e l’ha vista identica poteva comunicare prima di cominciare la seduta che occorreva apportare le modifiche.
Credo che se vogliamo chiudere questa partita dobbiamo collaborare tutti: se rilevo che manca un aspetto che ritengo giusto e condivisibile – perché è condiviso – mi faccio promotore della modifica.

NEROZZI
Come ha detto il senatore De Luca, abbiamo bisogno di una settimana, visto che questa Commissione non è molto frequentata.

PRESIDENTE
Ma non sarà frequentata nemmeno mercoledì prossimo.

NEROZZI
A quel punto però l’impegno è preso.

PRESIDENTE
Questo mi rassicura.

NEROZZI
Ovviamente, se le osservazioni vengono scritte non sarà un problema. Io le ho fatte a voce perché nessuna di esse mi sembrava eversiva, tranne l’ultima sul rapporto con i Comitati regionali di coordinamento, su cui dobbiamo ragionare e che tra l’altro rafforza la sua tesi, quindi è ad adiuvandum.

PRESIDENTE
I poteri già li ha il Coordinamento nazionale, quindi se vogliamo lo possiamo rafforzare.
Senatore Nerozzi, noi abbiamo lavorato cinque anni e lei capisce che siamo arrivati a un momento in cui è necessario chiudere questa vicenda, perché abbiamo avuto problemi.

NEROZZI
Come diceva il collega De Luca, l’Atto Senato n. 3176, recante nuove norme per la limitazione del ricorso al massimo ribasso nelle gare pubbliche, a tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sugli appalti, sta morendo; mentre la calendarizzazione dell’Atto Senato n. 3400, recante norme per favorire il miglioramento della sicurezza delle macchine e delle attrezzature di lavoro, è stata fatta saltare dal presidente Azzollini.

PRESIDENTE
Non dipende da noi. Io l’ho sollecitato.

NEROZZI
Non dipende da noi, ma i Gruppi (sia il mio che il suo) in altre Commissioni fanno quello che vogliono.

PRESIDENTE
Non dimentichiamo la stagione che stiamo vivendo, perché altrimenti siamo fuori dalla realtà. Addirittura abbiamo continue interlocuzioni con la Commissione europea che ogni volta ci pone problemi nuovi. Stiamo cercando di vedere come risolvere la questione. Abbiamo continuamente problemi con la Commissione bilancio, che non ci dà il parere perché non arriva la relazione tecnica da parte del Ministero, che non la manda.
A questo punto il mio obiettivo non è quello di far approvare il disegno di legge, perché ciò non avverrà mai. La penso così, perché vedo una melina incomprensibile da parte delle Commissioni competenti, a fronte di un provvedimento che non necessita di copertura finanziaria, ma che è solo ordinamentale; ciononostante il parere non arriva. Penso che tutto si stia incartando perché si rincorrono ad horas voci concernenti questioni di grande rilievo, come la legge elettorale; probabilmente non vogliono o non possono approvare questo disegno di legge, ma noi dobbiamo presentarlo perché il nostro obiettivo è quello di lasciare una documentazione del nostro lavoro.
Ringrazio tutti e tolgo la seduta.