INL

Comunicato 20 aprile 2023
Turismo e pubblici esercizi, ispezioni in tutt’Italia
Irregolare il 76% delle aziende, sospeso il 57%


Nei giorni scorsi, ispettori del lavoro e carabinieri del Comando tutela del lavoro hanno svolto in tutto il territorio nazionale – con la sola esclusione delle province di Trento e Bolzano - una rilevante operazione di vigilanza straordinaria, promossa e coordinata dall’Ispettorato Nazionale del Lavoro, che ha riguardato i settori del turismo e dei pubblici esercizi ed è stata mirata al contrasto al lavoro sommerso e alla verifica del rispetto della disciplina in materia di salute e sicurezza.
I controlli hanno interessato 445 aziende, delle quali il 76% è risultato irregolare, con picchi del 95% al Sud e del 78% al Nord-Ovest.
Questi i primi dati resi noti in seguito agli accertamenti, che proseguono per ulteriori profili relativi alla regolarità dei rapporti di lavoro:
· 2364 posizioni lavorative verificate, di cui 809 irregolari;
· 458 lavoratori in nero, fra cui 16 minori e 101 lavoratori extra UE (tra i quali 18 senza permesso di soggiorno);
· 330 prescrizioni per violazioni in materia di sicurezza;
· 253 provvedimenti di sospensione, di cui 180 per lavoro nero e 73 per gravi violazioni in materia di salute e sicurezza.
L’intervento, disposto e coordinato dalla Direzione Centrale per la Tutela, la Vigilanza e la Sicurezza del Lavoro dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, è stato concertato dal Direttore Generale dell’INL, Paolo Pennesi, con il Comandante dei Carabinieri Tutela Lavoro, Generale Antonio Bandiera.
In materia di salute e sicurezza sono state prevalentemente riscontrate violazioni per mancata elaborazione del Documenti Valutazione Rischi (60%), mancata formazione e addestramento (12%), mancata costituzione del servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile (11%) e mancata elaborazione del piano di emergenza ed evacuazione (11%).
Le principali violazioni riconducibili ai rapporti di lavoro attengono, oltre al lavoro nero, principalmente a orario di lavoro, omissioni contributive, errato inquadramento contrattuale, indebita percezione del reddito di cittadinanza, tracciabilità delle retribuzioni, videosorveglianza.