Senato della Repubblica

XIX Legislatura

seduta 21 marzo 2024, n. 172
Informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e conseguente discussione


PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca: «Informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali sulla salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro».
Ha facoltà di parlare il ministro del lavoro e delle politiche sociali, dottoressa Calderone.

CALDERONE, ministro del lavoro e delle politiche sociali. Signor Presidente, signori senatori, vi è l'urgenza nel nostro Paese di implementare la cultura della sicurezza in tutti gli ambiti della vita lavorativa. Mai avrei voluto assistere a nuove tragedie sul lavoro. Ciononostante, siamo costretti ad affrontare questo tema, non senza aver prima rivolto un pensiero alle vittime e alle loro famiglie. (Applausi).
Con la presente informativa intendo condividere gli interventi e le azioni più recenti che il Governo ha posto in essere in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. I fatti accaduti di recente a Firenze e le tragedie che ci troviamo ad affrontare troppo spesso, quasi quotidianamente, ci costringono a confrontarci con una realtà che necessita non solo di interventi ben definiti, ma anche di una nuova cultura e consapevolezza della tutela della salute e della sicurezza.
Solo qualche mese fa, in questa stessa Aula, la convergenza tra maggioranza e opposizione su un tema così delicato, da essere comune a tutte le forze politiche, ha permesso l'approvazione di una mozione unitaria che impegnava il Governo a mettere in campo una serie di azioni.
Oggi, nel mio ruolo di Ministro del lavoro e delle politiche sociali, rendo questa informativa per darvi conto di quanto fatto anche rispetto agli impegni presi. Fin dal nostro insediamento, il Governo è intervenuto al fine di arginare il fenomeno delle morti bianche e dei gravi infortuni sul lavoro. Lo abbiamo fatto pensando non solo ai lavoratori di oggi, ma anche a quelli di domani, con interventi trasversali che guardano al mondo del lavoro, delle imprese e della scuola e improntati alla prevenzione e alla formazione, alla sensibilizzazione e alle azioni concrete di contrasto all'irregolarità. Si tratta di azioni urgenti e doverose, non da ultimo per dare un segnale forte a quei datori di lavoro che pensano di poter eludere il sistema delle regole a tutela dei lavoratori e anche agli stessi lavoratori che devono contribuire a far implementare la cultura della sicurezza in ambito lavorativo.
Posso dire che, rispetto ai punti della mozione approvata a settembre, molti interventi erano già in corso di definizione e altri sono stati coperti dai più recenti provvedimenti non governativi.
Il provvedimento normativo che è all'esame delle Commissioni della Camera dei deputati in questi giorni - il decreto-legge 2 marzo 2024, n. 19 (cosiddetto decreto PNRR-bis) - risponde proprio a queste esigenze e contiene un pacchetto di norme del Ministero del lavoro e delle politiche sociali recanti disposizioni in materia di contrasto al lavoro sommerso e di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Su queste disposizioni normative è in atto un confronto tra il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e le parti sociali e datoriali sulle disposizioni in materia di salute e sicurezza.
Con riferimento agli interventi effettuati nel decreto-legge PNRR-bis, abbiamo anche avuto modo di confrontarci con le parti sociali e datoriali e abbiamo insediato un tavolo che si riunirà a cadenza settimanale per accompagnare l'implementazione delle norme, con un primo intervento tenutosi il 15 marzo scorso, poi successivamente il 18 marzo e, infine, è già programmata una riunione per il prossimo 26 marzo. Si tratta di un confronto concreto sulle disposizioni per mantenere aperto un dialogo fattivo e costante con le parti sociali e datoriali e raggiungere insieme l'obiettivo di un più effettivo contrasto agli infortuni nei luoghi di lavoro.
Passando al merito dell'intervento normativo, rilevo che abbiamo provveduto al potenziamento degli organici e delle professionalità degli enti preposti ai controlli in tema di rispetto delle misure di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro. Questo è il Governo che più di tutti ha rafforzato il numero e gli strumenti a disposizione degli ispettori del lavoro. Tra quelli che abbiamo già assunto e quelli previsti dalle nuove norme, ai 2.300 che avevamo in servizio ne aggiungiamo oltre 1.600. Di questi ultimi, circa 800 ispettori tecnici sono già stati assunti e sono già in servizio.
Con le più recenti disposizioni, abbiamo prorogato sino al 31 dicembre 2025 le autorizzazioni all'assunzione di personale ispettivo non utilizzate dall'Ispettorato nazionale del lavoro (INL), per un numero complessivo di 466 unità, e lo abbiamo autorizzato per il triennio 2024-2026 all'assunzione di ulteriori 250 unità di personale ispettivo, da impiegare nell'attività di vigilanza in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, e di 50 unità di personale per l'Arma dei carabinieri. A questo si deve aggiungere l'intervento che abbiamo fatto per eliminare il ruolo a esaurimento degli ispettori dell'INPS e dell'INAIL. Quindi, i due corpi ispettivi, cioè le due amministrazioni, potranno ricorrere a nuovi bandi di assunzione.
L'INL avrà inoltre la possibilità di bandire concorsi su base regionale, così da garantire una copertura maggiore dei posti vacanti, oltre a poter contare su un rafforzamento del trattamento economico complessivo; ciò al fine di scongiurare ciò che è accaduto nel recente passato, ove molto spesso i vincitori di concorsi hanno deciso di rinunciare all'impiego a causa della lontananza dalla sede e del trattamento retributivo.
In questo modo, l'obiettivo del Governo è mettere a disposizione dell'Ispettorato un contingente ancora più ampio di personale tecnico addetto al controllo dei luoghi di lavoro. A questo proposito, rilevo che nel 2023 abbiamo avuto un incremento del 20 per cento delle ispezioni, che arriverà anche grazie al completamento della formazione del personale, assunto lo scorso anno, al 40 per cento nel 2024. Quando avremo in servizio l'intero contingente per cui abbiamo legiferato, avremo la possibilità di raddoppiare la nostra forza e, quindi, il numero delle ispezioni che potranno essere messe in campo.
Con la mozione di cui parliamo ci eravamo impegnati a effettuare una valutazione analitica della possibile relazione causale tra gli istituti del decentramento produttivo, tra cui la subfornitura, il subappalto e il distacco da una parte, e l'eventuale abbassamento della soglia delle condizioni di sicurezza sui luoghi di lavoro, dall'altra. Siamo andati oltre e abbiamo previsto l'inasprimento delle sanzioni, intervenendo sia sulle sanzioni amministrative in materia di contrasto al lavoro sommerso in edilizia e in agricoltura, sia sul piano penale con la reintroduzione e l'aggravamento delle sanzioni penali di contrasto al fenomeno della somministrazione abusiva di lavoro, spesso dissimulata da contratti di appalto e distacchi fittizi.
Siamo inoltre intervenuti in tema di appalto fittizio con l'estensione della responsabilità solidale tra committente, imprenditore o datore di lavoro e appaltatore o subappaltatore nei confronti dei lavoratori anche alla figura dell'appaltatore fittizio, ovvero di colui che ricorre alla somministrazione di prestatori di lavoro da parte di soggetti non autorizzati, integrando così la fattispecie della somministrazione illecita di lavoro. In questo modo, mentre oggi l'appaltatore fittizio non era ritenuto responsabile delle violazioni in materia di lavoro, non essendo il reale fruitore delle prestazioni lavorative, da questo momento sarà tenuto a corrispondere ai lavoratori i trattamenti retributivi, nonché i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione dell'appalto.
Sempre nell'ambito degli appalti pubblici e privati, secondo le nuove disposizioni il responsabile unico del procedimento (RUP) o il committente dovrà richiedere il certificato di congruità dell'incidenza della manodopera sull'opera complessiva prima di procedere al saldo finale dei lavori. Ferme restando le soglie e le responsabilità già previste dall'apposito decreto ministeriale, che disciplina la congruità del costo della manodopera e i relativi oneri per le imprese edili esecutrici dei lavori, la nuova disposizione introduce una specifica sanzione, colpendo gli autori delle condotte di natura omissiva.
Al fine di incentivare la regolarizzazione in materia contributiva da parte dell'azienda e di favorire nel contempo l'emersione del lavoro irregolare, è stata prevista una disciplina specifica in materia di compliance. In caso di pagamento spontaneo effettuato entro un certo termine, vengono ridotte le sole sanzioni previste dalla normativa vigente - lo sottolineo - e vi è la possibilità di accedere al cosiddetto ravvedimento operoso, nel caso in cui la denuncia della situazione debitoria sia effettuata spontaneamente da parte del datore di lavoro prima della contestazione o della richiesta da parte dell'ente impositore. A settembre ci eravamo impegnati a introdurre disposizioni in favore delle imprese che assicurassero ulteriori e più salde tutele per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e a rafforzare le misure sanzionatorie per le imprese che si rendessero responsabili di violazioni in tema di sicurezza. Abbiamo rispettato entrambi gli impegni.
Da un lato, con la lista di conformità dell'INL, introduciamo uno strumento in favore dei datori di lavoro che dimostrino comportamenti corretti e rispettosi delle regole nella gestione dei rapporti di lavoro. I datori di lavoro che siano stati oggetto di accertamento ispettivo, da cui non sia emersa alcuna violazione o irregolarità in materia di lavoro, legislazione sociale e di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, saranno iscritti nella lista di conformità, che è un apposito elenco informatico consultabile pubblicamente. L'iscrizione alla lista di conformità dell'INL determina la mancata sottoposizione, per un periodo di dodici mesi dalla data di iscrizione, a ulteriori verifiche da parte dell'INL nelle materie oggetto degli accertamenti. Resta la possibilità di effettuare verifiche in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, anche a seguito di specifiche richieste di intervento, nonché di indagini demandate dalle competenti procure della Repubblica.
Dall'altro lato, dopo sedici anni dall'entrata in vigore del decreto legislativo n. 81 del 2008, introduciamo un sistema di qualificazione delle imprese, la cosiddetta patente a crediti, che i sindacati e diverse forze politiche chiedevano da anni, agendo per una maggiore responsabilizzazione delle imprese. La patente costituirà, a decorrere dal 1° ottobre 2024, un titolo abilitativo il cui possesso consentirà alle imprese e ai lavoratori autonomi di operare nell'ambito di cantieri temporanei o mobili. Nell'elaborare questo strumento, due sono stati i principi ispiratori: la sicurezza e la formazione. Perciò, se la patente subisce una decurtazione dei punti a seguito di violazioni in materia di salute e sicurezza, deve rilevarsi che proprio la formazione in quelle stesse materie consente il riacquisto dei crediti perduti. Il garantismo fa sì che le decurtazioni avvengano solo qualora siano stati adottati provvedimenti definitivi, sanzionatori o di accertamento.
Questa è una norma dello Stato e un principio assolutamente da ricordare.
Tuttavia, per rendere efficace lo strumento, abbiamo previsto che nelle ipotesi più gravi, ovverosia nei casi in cui si sia verificata la morte o un'inabilità permanente al lavoro (assoluta o parziale), la competente sede territoriale dell'Ispettorato nazionale del lavoro, valutate le circostanze del caso concreto, abbia facoltà di sospendere in via cautelativa la patente fino a un massimo di dodici mesi.
Garantire maggiore consapevolezza, ma anche una formazione costante e ulteriore rispetto a quanto già ampiamente previsto dall'apposito Testo unico sulla sicurezza, è il principio che contraddistingue le previsioni in materia di riaccreditamento della patente. Dunque, per rafforzarne la valenza e l'importanza, abbiamo previsto l'obbligo per il committente o il responsabile dei lavori di verifica del possesso della patente non solo nei confronti dell'impresa affidataria, ma in generale di tutte le imprese esecutrici o dei lavoratori autonomi presenti sul cantiere, anche e soprattutto in virtù di subappalti. Questo al fine di responsabilizzare tutti i soggetti che a diverso titolo intervengono sui cantieri e hanno poteri e obblighi nei confronti dei lavoratori.
Vorrei sottolineare che la patente è stata definita a crediti, perché ovviamente non mira ad attribuire un punteggio alla vita umana, che ha un valore incalcolabile su cui credo non si debba ironizzare, o ad altri infortuni che possono riguardare i lavoratori, ma mira a qualificare le imprese come strumento di riconoscimento di quelle virtuose che operano correttamente sul mercato.
Possiamo dare un riscontro positivo anche rispetto agli impegni relativi alla promozione della cultura della sicurezza sul lavoro in riferimento a ogni livello di istruzione e formazione, prevedendo altresì il coinvolgimento con apposite attività formative delle classi docenti e l'eventuale introduzione di un insegnamento ad hoc. La consapevolezza dei propri diritti e doveri, soprattutto in ambito lavoristico e di sicurezza, è un valore che dobbiamo trasmettere ai più giovani. Gli studenti di oggi saranno i lavoratori e i datori di lavoro di domani e devono essere coscienti di quanto le loro azioni possano incidere su di sé e sugli altri. Tocca a noi come adulti, ma soprattutto come rappresentanti delle istituzioni, dotarli di tutti gli strumenti necessari per responsabilizzarli già da oggi.
Diverse sono le iniziative del Ministero del lavoro e delle politiche sociali che sono rivolte ai giovani e che vedono una capillare ed estesa rete di collaborazioni interattive e sinergiche con diversi soggetti istituzionali, che ha consentito e consente tuttora di condividere strategie finalizzate ad adottare politiche attive in materia di salute e sicurezza.
Mi piace citare, tra le diverse iniziative di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, il bando di concorso nazionale dal titolo «Salute e sicurezza insieme! La prevenzione e la sicurezza nei luoghi di lavoro si imparano a scuola», indetto d'intesa con il Ministero dell'istruzione e del merito.
Ho accolto con favore l'approvazione alla Camera della proposta di legge che introduce l'insegnamento del diritto del lavoro e della sicurezza nei luoghi di lavoro nelle scuole secondarie di secondo grado, al fine di far acquisire le conoscenze dei capisaldi dell'ordinamento e delle principali normative che riguardano il lavoro. Le finalità perseguite sono comuni al percorso del nostro Esecutivo e sono connesse alla necessità di contribuire a formare cittadini consapevoli dei diritti, dei doveri e delle tutele del lavoratore, affinché siano responsabili e attivi nel rispetto delle regole connesse a questo status. Il coinvolgimento delle vittime stesse di infortuni che portino la loro testimonianza potrà stimolare una riflessione sulla rilevanza della materia e divulgare maggiormente e in modo migliore l'importante messaggio del valore della prevenzione in grado di investire ogni aspetto della vita quotidiana.
Con il decreto-legge n. 48 del 2023, il cosiddetto decreto lavoro, avevamo introdotto misure a favore dei giovani studenti, prevedendo per l'anno scolastico accademico 2023-2024 l'estensione della tutela assicurativa INAIL allo svolgimento delle attività d'insegnamento e apprendimento per gli studenti e il personale del sistema nazionale di istruzione e formazione, della formazione terziaria professionalizzante e della formazione superiore.

 

Presidenza del presidente LA RUSSA (ore 11,25)

(Segue CALDERONE, ministro del lavoro e delle politiche sociali). Stiamo lavorando per rendere strutturale questo intervento. Non solo: in quell'occasione avevamo anche istituito il Fondo per i familiari degli studenti vittime di infortuni in occasione delle attività formative.
In merito alle nuove tecniche di monitoraggio e aggiornamento sui dati di rilievo per gli infortuni sui luoghi di lavoro, per il rafforzamento delle tecniche degli istituti di prevenzione e il miglioramento dell'adeguatezza degli interventi correttivi rispetto alla tipologia di infortunio, ricordo che è stato istituito il Sistema informativo nazionale per la prevenzione (SINP), diretto a orientare, programmare, pianificare e valutare l'efficacia dell'attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Sono stati avviati i lavori per la sottoscrizione di una convenzione quadro che ha ad oggetto la disciplina dei rapporti tra le parti firmatarie (INAIL, Regioni e Province autonome) per l'accesso e l'utilizzo a titolo gratuito dei servizi del SINP denominati flussi informativi, registro esposizione e cruscotto infortuni. La Convenzione è stata firmata il 20 novembre 2023 dal commissario straordinario dell'INAIL e dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
Va poi ricordato che, nel bilancio di previsione 2024 dell'INAIL, sono raddoppiate, rispetto al 2023, le risorse impiegate per le politiche di prevenzione in materia di sicurezza. Sono presenti in particolare, in modo strutturale, risorse destinate alle attività di prevenzione per bandi di incentivi di sostegno alle imprese (ISI) e incentivi alle imprese per più di 500 milioni di euro, necessari a promuovere la riduzione del fenomeno infortunistico.
Altrettanto importante è l'investimento in formazione, destinato alla crescita delle competenze dei lavoratori e degli operatori della sicurezza, che da oltre 10 milioni passa a 50 milioni di euro. I 508 milioni di euro rappresentano l'importo più alto stanziato nelle quattordici edizioni dell'iniziativa del bando ISI. Sono inoltre aumentate a 200 milioni le risorse per la riduzione del premio assicurativo delle imprese che realizzano interventi migliorativi per la prevenzione. Inoltre, è nostra intenzione raddoppiare, portandolo a 800 milioni, lo stanziamento per il bonus riservato alle aziende che registrano un calo di infortuni e malattie: un incremento che determinerebbe un investimento annuale complessivo per la sicurezza superiore a 1,5 miliardi di euro.
Siamo tutti consapevoli che la strada è ancora lunga. L'obiettivo che tutti ci prefiggiamo è di arrivare, in un tempo non lontano, ad avere un numero di incidenti e di vittime sul lavoro pari allo zero. Per questo - come ho fatto già in occasione della riunione tenutasi con le organizzazioni sindacali e datoriali la scorsa settimana, il primo di una serie di incontri di carattere tecnico, come vi dicevo - chiamo tutti alla responsabilità e alla collaborazione. Come fatto in occasione della mozione approvata a settembre, dobbiamo proseguire sulla strada della collaborazione per ottenere importanti risultati per i lavoratori e le loro famiglie. Quanto abbiamo fatto è un passo importante, da cui non intendiamo tornare indietro. Ma siamo consapevoli che tutto sia perfettibile e, pertanto, siamo disponibili a confrontarci sulla base di proposte e idee concrete in grado di migliorare la qualità della vita dei lavoratori e preservarne l'integrità. (Applausi).

PRESIDENTE. Ministro, la ringrazio per la sua informativa su un argomento che sta veramente a cuore a tutti i Gruppi del Senato.
Dichiaro aperta la discussione sull'informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
È iscritto a parlare il senatore Lombardo. Ne ha facoltà.

LOMBARDO (Misto-Az-RE). Signor Presidente, ringrazio il Ministro per questa informativa che - come il presidente La Russa ci ricordava - riscontra una sensibilità trasversale che riguarda tutte le forze politiche, per cui ciascuno di noi è tenuto a tenere toni conformi alla gravità di ciò di cui stiamo parlando.
Purtroppo, stiamo parlando di una strage continua che - secondo i dati ufficiali - comporta almeno tre morti al giorno, ma - secondo quelli non ufficiali - anche di più.
Purtroppo - come sa, Ministro - quelli che accertiamo sono i dati che ci provengono dall'INAIL e dai lavoratori regolari, ma a volte le dimensioni del fenomeno rischiano di essere anche maggiori di quelle contabilizzate.
Giustamente, ci siamo alzati tutti nel ricordare i morti sui luoghi di lavoro. Questa mattina, alle ore 8, a Lucca, è morto un uomo di cinquantadue anni, caduto all'interno dello scavo di un cantiere stradale. Sono eventi per i quali, signor Ministro, non mi sento di utilizzare l'espressione "morti bianche", la cui semantica dà quasi una connotazione di innocenza rispetto all'evento, cosa che ovviamente deriva non dalle sue parole, ma semplicemente dall'abitudine che si ha di utilizzare tale espressione. Purtroppo, invece, questi eventi delittuosi - come lei sa bene - non hanno nulla di casuale e né di fatale. La fatalità è proprio l'idea che dobbiamo contrastare attraverso la sicurezza e la prevenzione. Non parliamo più dunque di morti bianche, né di fatalità. Cerchiamo di affrontare una guerra che ogni giorno dobbiamo fronteggiare e che purtroppo riguarda la responsabilità di tutti i Governi.
Lei ha citato il tema del PNRR e delle disposizioni sulla patente a punti. Condivido con lei l'idea che la vita umana non possa avere un punteggio e altresì che dobbiamo lavorare affinché le imprese siano responsabilizzate, da questo punto di vista. Immagino però che lei condividerà con me l'idea che prevedere gli stessi punti di partenza per un'impresa che ha tre dipendenti e una che ne ha 1.000 o 5.000 è una grossissima contraddizione, che non ha senso.
Signor Ministro, lei ha detto che c'è stato un aumento di ispettori del lavoro di oltre 1.600 unità, tra quelli già in organico e quelli che vi entreranno. Condivido l'idea di investire sulle persone dell'Ispettorato del lavoro, ma lei sa meglio di me che, se le persone che devono effettuare i controlli non hanno gli strumenti per farli, il rischio è che poi al numero effettivo di persone che entrano non corrisponda un'efficacia nei controlli e nelle sanzioni.
Il Gruppo Azione - come sa - si caratterizza sempre non solo per cercare di dire ciò che non va, ma anche per provare a fare proposte e voglio avanzarne alcune a nome del mio Gruppo. Signor Ministro, dei 7,2 miliardi assegnati al Ministero del lavoro sono stati spesi solo 59 milioni di euro, meno dell'1 per cento. Certo, i progetti sono 2.000 e sono state coinvolte molte persone, ma nella rimodulazione del PNRR, di cui tanto si parla, perché non inserire la sicurezza e la prevenzione del lavoro come nuove priorità trasversali? (Applausi).
Signor Ministro, se vogliamo lavorare sulla prevenzione e sulla sicurezza, eliminiamo il massimo ribasso nelle filiere dei subappalti. (Applausi). Il punto infatti non è andare veloci, ma è andare lontani.
Mi soffermo su un altro punto. Signor Ministro, introduciamo una sandbox regolamentare sul lavoro. So che questo tema coglie la sua sensibilità: utilizzare gli strumenti della transizione digitale, in particolare l'intelligenza artificiale generativa, per investire sulla prevenzione e sulla sicurezza. Se infatti gli ispettori del lavoro e le persone che lavorano all'INAIL non hanno i database per utilizzare, attraverso algoritmi di intelligenza artificiale generativa, gli investimenti sulla prevenzione e sulla sicurezza, rischiamo di non dar loro gli strumenti per lavorare di più sulla prevenzione.
Gli ultimi due punti per slogan...

PRESIDENTE. Forse è bene non cominciare nuovi argomenti e avviarsi a concludere.

LOMBARDO (Misto-Az-RE). Concludo solamente con uno.
Rivediamo le politiche migratorie. Mi rendo conto che questo solo a latere tocchi il tema dell'informativa; ma, se abbiamo un esercito di irregolari, il rischio è che l'esercito di irregolari migranti abbassi le condizioni della sicurezza del lavoro anche per gli italiani. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritto a parlare il senatore Guidi. Ne ha facoltà.

GUIDI (Cd'I-NM (UDC-CI-NcI-IaC)-MAIE). Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, ho ascoltato con molta serenità e positività l'intervento del Ministro; certo, non con gioia. Quando infatti si parla del vulnus più grande che può capitare alle persone e a un popolo, ossia quello di coniugare il diritto più importante che abbiamo oltre a quello alla serenità, quello al lavoro, che però produce vittime, non si può essere mai felici, casomai sereni.
Sicuramente, sì, vi è serenità per quello che ho sentito e per l'impegno del Governo e suo personale, signor Ministro, che conosco e apprezzo molto, rispetto all'infortunistica e alla volontà di colmare il più possibile questa contraddizione che urta contro la democrazia, il diritto, la serenità che il lavoro dà e le vittime (decedute o invalide), che i tanti, troppi infortuni causano.
Come abbiamo detto ieri, parlando di Ilaria Alpi, in questa benedetta - qualche volta, maledetta - primavera, dove c'è oscurità, c'è il danno potenziale. Rispetto al lavoro, questo lo sappiamo bene. C'è troppa oscurità nell'attività lavorativa, anche quella regolare, regolamentata da leggi e procedure apparentemente positive. Spesso però per la fretta, per l'ingordigia o per la voglia di ottenere tutto, subito e troppo, si patteggia con la vita delle persone più indifese. È veramente insopportabile, per esempio, pensare che un genitore esca da casa e non vi torni più.
Questo clima di incertezza offende e ferisce. Credo quindi che il suo provvedimento e l'attenzione del Governo a questo tema siano un passo in avanti positivo e importante, anche se - come lei ha detto bene - non decisivo, perché si può e si deve sempre migliorare.
Signor Presidente, questa mattina sono molto lieto anche di essere vicino al presidente Zaffini, perché insieme abbiamo fornito al ministro per le disabilità Locatelli un nuovo strumento di valutazione dell'invalidità, del quale il lavoro e la salute sono parti importanti.
Sono stato definito, da qualcuno molto piccolo, come condizionato: sì, lo sono dal bene comune, dall'affetto che mi dà stare qui e anche dalla positività della lotta in difesa delle disabilità che, partendo da me, non finisce mai, ma che trova, come oggi, momenti di rappresentazione positiva.
 

Presidenza del vice presidente CENTINAIO (ore 11,35)

(Segue GUIDI). Signor Presidente, signor Ministro, colleghe e colleghi, concludo dicendo che esiste anche una forma di nocività lavorativa (e anche di morte, soprattutto psicologica) per centinaia di migliaia di persone con disabilità, che attendono, per tempi infinitamente dilatati, un lavoro che a volte non arriva mai o, se arriva, mortifica le loro capacità. Vede, Ministro, si può morire fisicamente, ma si può anche morire dentro, autocensurandosi, perché sembra che la società non dia risposte alla voglia di integrazione lavorativa di tante persone con disabilità. Su questo dovremmo riflettere ancora. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Paita. Ne ha facoltà.

PAITA (IV-C-RE). Signor Presidente, ringrazio la signora Ministra perché - e non sono stupita da ciò - ha fatto, anche oggi, una relazione molto tecnica e molto esaustiva rispetto ad alcuni dati importanti per affrontare organicamente la questione, e lo ha fatto scevra da ragionamenti politici di parte. È la sua cifra, Ministro, ed è la prima occasione nella quale posso riconoscerle questo merito, dal mio punto di vista, che è esaltato dal fatto che oggi stiamo parlando di una questione che riguarda tutti e che deve vedere tutti coinvolti con il massimo della sobrietà e della capacità di interlocuzione con gli altri. Si tratta di una piaga che oggettivamente per il nostro Paese è estremamente grave, per cui plaudo al fatto che il Governo le consenta di lavorare.
Se ho un rammarico è che - a mio modo di vedere - personalità come la sua dentro questo Governo non sempre sono messe nella condizione di fare tutto quello che potrebbero. Partiamo comunque dal dato che, oggettivamente, questo Governo ha messo in atto iniziative a supporto del contrasto agli infortuni sui luoghi di lavoro e della prevenzione, in coerenza e in continuità con i Governi precedenti. E anche questo, per me, è un fatto positivo.
Rimangono - ahimè - questioni ancora molto importanti che devono essere citate in questo dibattito. Innanzitutto mi allarma moltissimo l'aumento di circa l'11,7 per cento degli incidenti per le persone under 20. Il tema della fascia giovanile è molto importante e culturalmente non può che spronarci a cercare di essere più efficaci.
L'altra questione, che non è citata nella relazione - a mio avviso - apre tutta una tematica relativa non soltanto all'infortunistica. La relazione infatti è incentrata prevalentemente sul tema degli incidenti sui luoghi di lavoro e lei ha fatto dei passaggi anche sulla prevenzione, ma io reputo agghiacciante il dato sull'incidenza dei tumori, aumentati del 23,8 per cento in un solo anno. La sicurezza sui luoghi di lavoro è data non solo dal fatto che non ci siano incidenti, ma anche dal garantire, dentro i luoghi di lavoro, ambienti salubri, in grado di contrastare le tematiche di coinvolgimento ambientale e le conseguenze che da tutto ciò derivano.
Trovo abbastanza sconsolante che fino ad oggi non sia stata messa in campo un'iniziativa che agisca con un occhio rivolto a ciò che è avvenuto nel passato. Come sappiamo tutti perfettamente, questo è un Paese che è stato, in maniera chiarissima, sovraesposto nelle attività lavorative, per esempio, al rischio dell'amianto.
Penso alla mia città, La Spezia, dove c'è stato lo sviluppo di una cantieristica navale gigantesca e importantissima, che è un fiore all'occhiello. Ma quei lavoratori - e non solo, anche coloro che sono dovuti intervenire dentro quei cantieri - hanno lavorato in condizioni di enorme sovraesposizione all'amianto. Potrei fare esempi legati all'attività petrolifera e alle centrali ENEL. Tutti sappiamo perfettamente di cosa stiamo parlando.
Ricordo che il rischio dell'amianto riguarda non soltanto le persone che sono state coinvolte in quei cantieri, ma anche le famiglie che magari hanno visto arrivare a casa le tute da lavoro e le hanno lavate nei propri bagni e vasche.
Quando metteremo in campo una strategia di verifica e screening efficace anche sui familiari di quelle vittime che magari hanno avuto conseguenze gravissime, con perdita di vite umane?
Questo è un primo tema che le sottopongo. Ragioniamo sul tema degli incidenti sui luoghi di lavoro in termini più organici e proviamo a mettere in campo delle iniziative che riguardino anche il tema della salute delle persone e delle famiglie coinvolte. È una proposta che naturalmente deve vedere coinvolto anche il ministro Schillaci e le preannuncio che da parte nostra arriverà probabilmente una proposta di legge su questo punto.
Passo all'altra questione. Lei, Ministro, ha giustamente fatto riferimento a una serie di iniziative, ma ha omesso - spero non volontariamente - di far riferimento alle iniziative del suo stesso Governo, per opera di altri Ministri, che sono andate esattamente nella direzione opposta. Il codice degli appalti di Salvini, con la reintroduzione del massimo ribasso, non è un aiuto a frenare il tema degli incidenti sul luogo di lavoro. (Applausi). In un Paese... (Il microfono si disattiva automaticamente). ... così forte sulla questione del PNRR, quello doveva essere un criterio.
Chi le parla non la pensa come Lombardo, che ha detto che è più importante fare bene che fare velocemente. No: io penso che sia importante allo stesso modo fare le opere bene e anche velocemente, perché il nostro è un Paese che sconta il tema della modernizzazione. Tuttavia, ciò che non può essere messo in discussione è il tema della sicurezza e del controllo nei cantieri.
Termino con un'altra proposta perché il tempo, in questo caso, è davvero tiranno. Una delle cifre importanti del suo lavoro è stata aver rimesso al centro il tema della partecipazione agli utili e del coinvolgimento dei lavoratori dentro le aziende. Ovviamente a questo si deve guardare in chiave anche economica e nessuno vuole sottovalutare questo aspetto. C'è però un processo culturale più profondo nel coinvolgimento dei lavoratori che voglio mettere in evidenza e che può riguardare anche e soprattutto... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE.Senatrice, la prego di concludere perché le ho già concesso tre minuti in più.

PAITA (IV-C-RE). Grazie, Presidente.
Il controllo della sicurezza sui luoghi di lavoro. Perché non istituire delle commissioni aziendali - è una proposta che copio, pari pari, da Oscar Giannino, che secondo me ha fatto un ragionamento giusto - all'interno delle aziende per fare in modo che i lavoratori possano segnalare, sulla base della loro esperienza, criticità come quelle, per esempio, relative ai macchinari che hanno ucciso Luana e altre lavoratrici? Lei sa perfettamente, Ministro, che su questo tema sono arrivati anche dei nostri emendamenti. E qui la critica. Lei li avrebbe approvati, ma alla fine, dentro la sua maggioranza, è prevalsa la volontà di farli ritirare. Quegli emendamenti avrebbero introdotto un blocco a quei macchinari che hanno ucciso quella ragazza e sarebbero oggi estremamente importanti al fine di garantire sicurezza sui luoghi di lavoro.
Quello che le chiedo, Ministro, e chiudo davvero è... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Senatrice Paita, ha finito. Le ho lasciato tre minuti in più. (Commenti della senatrice Paita).
No, senatrice Paita: è democratico togliere la parola dopo aver lasciato tre minuti in più, mentre tutti i suoi colleghi hanno parlato per cinque minuti. (Applausi). È molto democratico, perché - come mio uso e mia consuetudine - lascio sempre qualche minuto in più, per consentire ai colleghi di terminare e poter dire quello che pensano: tre minuti in più su otto minuti. (Commenti della senatrice Paita). La avevo anche avvisata del fatto che le lasciavo un minuto in più e lei mi ha detto che avrebbe terminato, e poi ha bisogno di altro tempo. Forse il suo è un argomento un po' troppo complesso rispetto al tempo a disposizione.
È iscritto a parlare il senatore Magni. Ne ha facoltà.

MAGNI (Misto-AVS). Io inizio quando finisce questa querelle. (Commenti della senatrice Paita).

PRESIDENTE. Senatrice, l'ho sentita. Dare dell'incivile al collega non le fa onore. (Commenti). Senatrice, le chiedo di sedersi e terminare questa polemica.
Prego, senatore Magni.

MAGNI (Misto-AVS). Signor Presidente, intanto dispiace vedere l'Aula con una presenza così scarsa, visto il tema delicato che stiamo affrontando (Applausi) e questo vale per tutti.
Secondo problema: io sono molto sensibile, ho anche qualche responsabilità e quindi mi sento in colpa per alcune questioni non affrontate. Però voglio intervenire in modo chiaro rispetto alle cose che ho sentito prima, perché questo non mi impedisce di dire la mia su alcune cose che non condivido. Più che dire di non condividere, però, vorrei dare dei suggerimenti.
Ovviamente la Ministra ha spiegato le cose che sono state fatte, le norme che sono state cambiate o che sono in via di cambiamento, ma quello che non funziona, signora Ministra, è un dato: lei dice di aver coinvolto i sindacati e le parti sociali, ma io registro che alcuni sindacati importanti hanno dichiarato sciopero e associazioni datoriali importanti hanno dichiarato insoddisfazione. Quindi, di fronte a quello che è successo, il dato importante è cambiare le norme, ma il problema principale è costruire - a mio avviso - a livello non solo centrale, ma anche diffuso, un comitato di sicurezza nazionale sulla questione della sicurezza e dell'intervento sulla precarietà e sullo sfruttamento. Questo è il dato fondamentale. Solo dal confronto emergono le proposte.
Giustamente il senatore Lombardo segnalava che un conto è un'azienda con tre dipendenti, altro conto è quella che ha 100 o 1.000 dipendenti: non è la stessa cosa. Questo è il dato. Non tutti hanno la stessa possibilità di fare la formazione e di intervenire. È importante il coinvolgimento preventivo ed è ciò che manca. Per questo addirittura ci sono degli scioperi.
Secondo problema: è importante assumere - io l'ho sostenuto, lo sostengo e glielo riconosco - gli ispettori del lavoro, ma lei sa quanto me che quegli ispettori assunti dal Ministero, in questo caso a livello centrale, hanno uno stipendio di 1.500 euro, a differenza degli altri colleghi che ne prendono 2.000. Sono da considerare le condizioni economiche e il fatto che uno può essere trasferito da Caltanissetta a Lecco, per cui c'è anche il problema dei costi di trasferimento. Sono tutti aspetti che - come lei sa - magari inducono chi è in graduatoria a ritirarsi.
Quello che vorrei sottolineare e che invece non viene discussa è la governance, perché siamo di fronte a una materia in cui le ASL hanno alcune prerogative (la legge n. 81 dà loro il massimo potere), ma poi ci sono l'INAIL, l'INPS e l'Ispettorato del lavoro. Ma chi mette insieme questi soggetti per fare un'azione collettiva di intervento sul territorio? Il dato fondamentale è che manca totalmente la governance, tant'è che ho registrato in questa direzione la necessità di trovare un luogo in cui ci si confronti. È necessario intervenire: chi fa la formazione, che tipo di formazione si fa, a quale livello oppure in base alle dimensioni delle imprese. Per governare un processo bisogna costruire il luogo verso il quale ci si indirizza.
Faccio un esempio accaduto nel nostro Paese. A Milano, quando si fece la discussione sull'Expo - un grande intervento che ovviamente richiedeva grandi investimenti - un comitato permanente ha gestito tale questione, perché l'obiettivo era di avere zero morti sul lavoro. È andata in questo modo e in sostanza vi è stata una grande attenzione; è fondamentale andare in questa direzione, altrimenti diciamo delle cose ma poi rischiamo di non risolvere i problemi.
La terza questione concerne gli appalti. Le stragi di Brandizzo e Firenze sono lì a dimostrarci che lavoro somministrato, lavoro irregolare, lavoro precario e subappalti al massimo ribasso hanno portato all'attuale situazione. Tutti gli incidenti plurimi ci squadernano questo fatto. Dunque che fare? Intanto - come giustamente diceva lei - bisogna introdurre il concetto della responsabilità di impresa. L'azienda appaltatrice deve garantire lo stesso contratto di lavoro, la stessa formazione professionale, le stesse condizioni. Bisogna quindi ripristinare ciò che ha abolito la legge n. 30 del 2003. Torno indietro molto nel tempo, ma è questo il dato fondamentale: nessuno poteva derogare a determinate condizioni. Vuoi appaltare? Devi farlo a parità di salario, a parità di condizioni. È fondamentale andare in questa direzione.
Lei, signora Ministra, sa meglio di me che intervenire ad esempio sulla deroga sugli appalti, sulla deroga sui lavoratori somministrati, peggiora la situazione, perché facciamo una cosa positiva da una parte, mentre dall'altra ne facciamo una negativa. È necessario ricostruire un concetto forte, ricordando che il lavoro è fatto per realizzarsi da un punto di vista personale e per dare sostentamento a sé e alla propria famiglia. Occorre intervenire su molti di questi aspetti.
Per quanto mi riguarda, ho denunciato questi temi con molta sincerità. Ciò non fa venire meno la necessità di lavorare in modo collettivo e coordinato per rispondere ai problemi, perché - lo dico a partire da me - nessuno nasce "imparato" e nessuno ha la presunzione di avere la verità in tasca. Per questa ragione è importante il coinvolgimento dei soggetti, in particolare dei rappresentanti delle imprese e dei rappresentanti dei lavoratori. Se mancano questi elementi, manca sostanzialmente il collante per poter invertire questa tendenza. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Ternullo. Ne ha facoltà.

TERNULLO (FI-BP-PPE). Gentile Ministro, la ringrazio per le sue comunicazioni puntuali, precise, vere e concrete. Quello in esame è un argomento che non dovrebbe conoscere e non conosce - come ha detto lei - alcun colore politico. È un argomento importante e la ringrazio per il lavoro che sta facendo.
Oggi più che mai la sicurezza sul lavoro rappresenta un tema che va affrontato in maniera molto seria, dando regole puntuali che devono essere assolutamente rispettate. Solo così possiamo evitare nuovi incidenti. Non è più sopportabile - come ha detto qualcuno e come ha sottolineato anche lei - ascoltare sempre annunci di morti sul lavoro. L'idea di non tornare a casa a causa di un incidente sul lavoro che ha portato alla morte, e quindi non poter più vedere i propri affetti, è davvero una cosa insopportabile, ma soprattutto davvero impensabile. Non può esserci attività per la quale si deve o si possa morire. Oltretutto, i morti sul lavoro appartengono quasi sempre a quelle categorie che hanno contratti e ruoli con retribuzioni molto basse.
Questa è anche una condizione molto odiosa, mi permetta: lavorare per una paga modesta per la quale si può morire è intollerabile.
L'idea della patente a punti per le imprese, che è stata oggetto di un disegno di legge presentato dal Gruppo Forza Italia qui in Senato, di cui sono prima firmataria - ne sono molto contenta - è stata accolta immediatamente dal Governo. Molte disposizioni simili sono state introdotte nel decreto-legge n. 19 del 2024, che in questo momento è all'esame della Camera, in cui si prevedono norme per prevenire e contrastare il lavoro irregolare. È giusto che si aumentino i controlli, per cui trovo corretto incrementare il numero degli ispettori del lavoro che possono e devono verificare il rispetto delle regole sulla sicurezza.
È bene anche ricordare che il primo controllo deve essere effettuato dai responsabili della sicurezza di ogni azienda, che devono avere il quadro esatto sulle condizioni di salute e di tranquillità dei luoghi dove lavorano e, ovviamente, stare attenti che non ci siano dei rischi. In primis devono essere i lavoratori stessi a denunciare, qualora percepiscano di avere condizioni di non tranquillità. I lavoratori devono essere sempre i primi a poterlo dire e devono fermarsi per non rischiare la loro vita. Bisogna quindi mettere in campo iniziative serie e non solo formali, sempre a tutela dei lavoratori.
Mi preme l'obbligo di ricordare anche che la paga deve essere sempre adeguata alla tipologia di lavoro che si svolge; invece oggi, purtroppo - come ho detto poc'anzi - molti lavoratori hanno una paga inadeguata rispetto al rischio che corrono in quel momento nel luogo di lavoro dove si trovano. Signora Ministra, desidero quindi dirle che l'attività economica e la sicurezza sul lavoro devono diventare sinonimi: questo è un dato molto importante.
Avviandomi alla conclusione del mio intervento, l'appoggio di Forza Italia a ogni iniziativa che renda più sicuri il lavoro e la vita di chi lavora c'è, perché è proprio dal lavoro sicuro, dal lavoro in sicurezza, che deve prendere avvio ogni iniziativa economica. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Pirro. Ne ha facoltà.

PIRRO (M5S). Signora Ministra, siamo lieti che lei sia venuta per questa informativa che era urgente un mese fa, ma poi è stato necessario un po' di tempo per calendarizzarla. Tuttavia, siamo ormai abituati all'atteggiamento di questo Governo che chiude le stalle quando i buoi sono ormai scappati e si ritrova sempre a inseguire gli eventi, come ha fatto con i provvedimenti sui rave party, con il decreto-legge Caivano e anche con questo provvedimento solo di facciata, per risolvere qualcosa, ma alla fine non risolve niente. Le uniche norme che riuscite a tirar fuori dal cilindro sono repressive, non affrontano i problemi e hanno solo un carattere castigatorio nei confronti di chi contravviene, ma non si agisce mai sul vero tema che dovremmo affrontare: la prevenzione. (Applausi). Questo è proprio un termine che non vi piace. Non riuscite proprio ad abituarvi all'idea che, se agiamo prima, non dobbiamo rammaricarci dopo, quando gli incidenti accadono. Questo provvedimento che avete varato in fretta e furia non fa altro che attuare una repressione dopo.
Anche sulla patente a punti avete sprecato un'occasione, perché anche in quel caso i punti si perdono dopo, quando gli incidenti sono avvenuti, quando i morti ci sono stati. Addirittura un morto costa venti punti, come quelli della patente di guida. Dopo, per rimediare, si fa un corso di formazione.
Utile, peccato che le norme da oggi, anzi già da ieri, prima che varaste questo decreto, prevedevano che la formazione per i datori di lavoro dovesse essere norma di legge già dal 2022 e invece ancora aspettiamo il provvedimento della Conferenza Stato-Regioni su questo. (Applausi). Quando formiamo i datori di lavoro affinché capiscano che quello che investono nella sicurezza dei propri dipendenti è un valore aggiunto per le proprie imprese? Anche per i lavoratori autonomi la formazione è facoltativa - complimenti - nel mondo in cui viviamo di esternalizzazioni, un mondo in cui si fanno subappalti a cascata e poi magari l'ultimo anello della catena è quello più fragile, dove il lavoratore autonomo non è neanche obbligato ad essere formato sulla sicurezza. Neanche su questo siete intervenuti con questo provvedimento.
Le poche cose che si potevano fare erano provvedere a una formazione preventiva, rafforzare la formazione nelle scuole e anche in tal senso dei provvedimenti sono in discussione alla Camera; ma anche quelli li avete talmente alleggeriti che diventano inutili, proprio perché prevenire, formare, educare sono concetti a voi estranei. L'unica cosa che conoscete è reprimere, aumentare le pene, comminare multe, ma mai niente che possa agire prima per salvare quelle vite, e non dopo che le abbiamo perse. (Applausi).
Lei si è vantata anche in quest'Aula, oggi, come in altre occasioni, delle assunzioni all'Ispettorato del lavoro: 1.600 o 1.700 unità, ma 1.000 di esse arrivano dalla scorsa legislatura per merito anche del MoVimento 5 Stelle. Quindi, come in altre occasioni, vi fate belli delle cose previste da chi c'era prima di voi.
Ministra, agiamo in prevenzione, agiamo per salvare le vite, agiamo per formare chi deve avere la cultura della prevenzione e deve capire che ogni azione che compie può mettere in gioco la vita dei propri dipendenti. Cerchiamo di sollecitare il provvedimento alla Conferenza Stato-Regioni per la formazione dei datori di lavoro. Cerchiamo di dare un imprinting maggiore alla formazione dei nostri giovani sulla sicurezza. Se non cambiamo la mentalità sulla sicurezza fin da giovani, saremo sempre in quest'Aula a piangere qualche morto che bianco non è. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Murelli. Ne ha facoltà.

MURELLI (LSP-PSd'Az). Signor Presidente, ministro Calderone, colleghi senatori e senatrici, non si può morire per il lavoro, non si può uscire di casa e non ritornare più per un incidente sul lavoro nel 2024. Eppure, siamo ancora qui, dopo l'incidente di Brandizzo, dopo l'approvazione in quest'Aula della mozione votata all'unanimità, dopo varie tragiche morti ogni giorno - almeno tre, secondo le statistiche - e dopo la tragedia di Firenze. Nel primo mese del 2024 sono già 45 le vittime rispetto allo stesso mese del 2023, due in più. Non sono numeri, non sono statistiche, ma sono volti di persone, padri, madri, figli e figlie. Sono tragedie che colpiscono le famiglie.
L'esternalizzazione del lavoro e dei servizi in appalti e subappalti è pericolosa, perché permette di ridurre al minimo la responsabilità, che viene così distribuita tra una miriade di soggetti, rendendo più difficile la comunicazione interna. Al tempo stesso, i ritmi diventano insostenibili. I contratti a termine sono un cappio al collo che obbliga a rispettare determinati tempi. Questo risponde alla logica egemone di massimizzare l'efficienza aumentando i profitti, riducendo i costi a discapito dei diritti dei lavoratori e delle loro sicurezza fisica ed economica. Ne va della loro dignità. Per questo bisogna contrastare la molteplicità delle forme di lavoro irregolare e soprattutto vietare i contratti pirata o quelli che vengono applicati sebbene la mansione che la persona viene chiamata a svolgere non sia quella coperta dal contratto che ha sottoscritto. Per esempio, agli interventi che hanno una prevalente connotazione edile deve essere applicato uno dei contratti dell'edilizia sottoscritti dalle organizzazioni maggiormente rappresentative. Il contratto dell'edilizia più di ogni altro prevede un sistema strutturato e territorialmente diffuso in materia di sicurezza e formazione; per non parlare del contratto alle cooperative spurie, che applicano condizioni contrattuali illecite e sono le stesse cooperative regolari che ci chiedono di intervenire. Ci vuole più responsabilizzazione di tutti i soggetti coinvolti: committente privato, appaltatore principale, subappaltatore, lavoratori.
Spesso gli incidenti sono conseguenza di lacune progettuali, della mancanza di coordinamento delle lavorazioni, di tempistiche incompatibili con la natura e la complessità degli interventi. Proprio la rincorsa esasperata all'ultimazione delle opere costituisce frequentemente una criticità degli infortuni. Occorre una governance negli appalti sia privati che pubblici, prevalentemente in situazioni complesse, ma ugualmente indispensabile anche nei piccoli appalti per evitare interferenze anche a livelli inferiori. Solo attraverso l'utilizzo di organizzate procedure si garantiscono efficienza ed efficacia del sistema.
Come Commissione monocamerale sulla sicurezza sul lavoro stiamo portando avanti la nostra analisi e, oltre alla governance, è stato rilevato che la condotta umana non risulta mai causa esclusiva e principale dell'infortunio. Essa è piuttosto una concausa che trova spesso la propria origine nell'assenza in capo al lavoratore di un'adeguata formazione, anzi di una cultura della sicurezza. Manca un'acquisizione di consapevolezza da parte del lavoratore che possa individuare in autonomia il rischio e prevenirlo. Riteniamo quindi importante la divulgazione della cultura nella sicurezza sul lavoro a partire dalle scuole- come state facendo - in coordinamento con il Ministero dell'istruzione e del merito e il ministro Valditara.
In conclusione, la sicurezza sul lavoro dovrebbe essere intesa non solo quale obbligo imposto da una disciplina normativa, ma anche quale condizione di un diffuso benessere che si propaga e si esplica in tutti i suoi aspetti positivi, nei confronti di tutti i soggetti del sistema.
È bene aumentare le forze degli ispettori sul lavoro, fare in modo di semplificare e sburocratizzare il loro lavoro per essere presenti e attivi non solo come sanzionatori, ma anche come formatori e controllori.
Ritengo altresì ottima la possibilità dei bandi di concorso regionali, che la Lega chiede da tempo su tutti i tipi di concorsi pubblici, per evitare sempre più vincitori che rinunciano a causa della lontananza delle sedi. (Applausi).
In conclusione, Presidente, ringrazio il ministro Calderone, il ministro Valditara e tutto il Governo per le attività che sono già state messe in piedi finora e che lei, Ministro, ci ha illustrato. Sicuramente deve essere fatto un lavoro collaborativo tra le due Commissioni monocamerali del Parlamento e il Governo per poter arrivare a ulteriori soluzioni efficaci ed efficienti per garantire la sicurezza sul lavoro.
La Lega è in prima fila a fianco di tutti i lavoratori perché non si può morire di lavoro. (Applausi).

PRESIDENTE. È iscritta a parlare la senatrice Furlan. Ne ha facoltà.

FURLAN (PD-IDP). Signor Presidente, ringrazio la signora Ministra per la sua presenza. Sia io che lei veniamo non dalla politica, ma da esperienze sociali di rappresentanza del lavoro: io dei lavoratori, lei forse più da una rappresentanza vicino alle imprese, ma parliamo comunque di lavoro. Sono convinta che quanto dirò abbia attinenza con la sua esperienza e la sua professionalità e, quindi, lei ben comprenderà.
Quando parliamo di sicurezza, parliamo della priorità assoluta per tutti. Non c'è una parte che ha come priorità la sicurezza, perché parliamo del diritto alla vita delle persone. Ce lo dicono i dati che solo nell'ultimo anno ci forniscono una fotografia drammatica, e non solo per le oltre mille vittime del lavoro, ma anche per i 580.000 infortuni. Quest'ultimi li ricordiamo poco perché sono tanti i morti che gli infortuni, alle volte gravi e gravissimi, sembrano quasi nulla. È un bollettino di guerra che abbiamo costantemente ogni giorno. Dietro a questi numeri ci sono tante vite rubate. Si muore male per lavoro; si muore ustionati, schiacciati, tritati. Così si muore per lavoro. E si lasciano sole famiglie disperate e bambini orfani. È una sconfitta per l'umanità non solo nel nostro Paese, ma in modo particolare nel nostro Paese.
Le norme che lei ci ha descritto, signor Ministro, non sono sufficienti. Mi dispiace e apprezzo lo sforzo, ma su questo tema abbiamo un'occasione straordinaria, tutti insieme, di poter davvero finalmente scegliere una strada incisiva, reale, praticabile, che permetta di salvare tante vite.
Mancano alcuni aspetti fondamentali, a partire da come si è trasformato il concetto della patente: prima i punti, ora i crediti. Non è soltanto una definizione diversa rispetto a come era originariamente. Le do atto che dal 2008 lei è la prima che ci mette le mani, ma bisogna mettercele bene.
La trasformazione non è di poco conto. Non si tratta minimamente del tema di come cancellare la precarietà, uno dei fattori fondamentali per la sicurezza. Più avremo, in modo particolare in alcuni settori, lavoratori e lavoratrici precari, più morti continueremo a piangere. Non c'è nulla sull'eliminazione degli appalti a cascata. (Applausi).
Lo dico ai miei colleghi, anche a quelli che hanno sostenuto questo strumento: di appalto in appalto, da subappalto in subappalto, ci scappa il morto. È così. Prendete i numeri e le statistiche; se non volete, guardate le fotografie delle persone. Queste inquietano di più, ma già i numeri ci fanno capire, con grande chiarezza, che su tale materia va operato un cambiamento. Signora Ministra, facciamo insieme questa battaglia, per fare in modo che eliminare gli appalti a cascata aiuti a preservare la vita delle persone.
Sì, c'è il rispetto dei contratti nazionali: ci mancherebbe. Ma questa dicitura che ogni tanto compare non è una differenza lessicale: è una differenza di riconoscimento della rappresentanza tra organizzazioni comparativamente più rappresentative e il criterio del contratto maggiormente applicato. Se in un settore, o in un suo spicchio, ci fosse un contratto pirata, che cosa facciamo? Sono contratti che non garantiscono - come lei sa bene, signora Ministra - in termini di sicurezza, le stesse norme che i contratti, invece, dovrebbero prevedere.
Poi, mi permetta di rivolgerle una domanda: perché si interviene per decreto-legge? Su un tema così importante perché si interviene per decreto-legge, sedendosi anche davanti alle organizzazioni sindacali, quando è stato già fatto? Non era meglio discutere insieme di questi temi e insieme individuare quelle priorità che ci permettono davvero di essere incisivi? (Applausi).
Poi ci sono delle cose che, onestamente, signora Ministra, proprio non capisco. In agricoltura, uno dei settori purtroppo più colpiti, in modo particolare per gli infortuni e a volte anche per le morti, perché decurtare le casistiche? Alcune di queste, invece, sono fondamentali. Così peggioriamo la norma e lei sa bene tutto questo.
Inoltre, perché diminuire le sanzioni? Sono già così basse le sanzioni. Anzi, rispetto ad alcune regole, dobbiamo aspettare appalti a 500.000 euro per renderle operative. Signora Ministra, ma molto spesso è nei piccoli cantieri che la gente muore, dove davvero... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE.Senatrice Furlan, la invito a concludere.

FURLAN (PD-IDP). Continueremo così.
Tratto un ultimo aspetto, brevemente, perché avere solo cinque minuti per un argomento di questo tipo è scandaloso. Lei ha parlato di come rafforzare i controlli. Io, pur essendo genovese, sono stata eletta in una splendida città del Sud, Palermo. A Palermo abbiamo tre ispettori del lavoro: che cosa vogliamo che controllino? Ci sono le assunzioni? Signora Ministra, per carità, meglio poco che niente, ma in questo caso il detto non è efficace. Sono insufficienti 250 ispettori, quando nella pianta organica dell'ispettorato mancano - lei lo sa? - 2.362 persone. Aumentiamo il numero di assunzioni! Vale per gli ispettori come per le altre figure dell'Ispettorato.
La patente a punti, quest'ultimo aspetto... (Il microfono si disattiva automaticamente).

PRESIDENTE. Senatrice, purtroppo le devo togliere la parola, come ho fatto con la senatrice Paita. Ho dato tre minuti in più anche a lei. (Commenti. Applausi).
È iscritta a parlare la senatrice Mancini. Ne ha facoltà.

MANCINI (FdI). Signor Presidente, ministro Calderone, colleghi, a pochi mesi dalla mozione unitaria sulla sicurezza votata in quest'Aula riprendo la parola per ribadire, sicuramente, la necessità improrogabile di arrestare questo fenomeno che ci sconvolge ogni volta.
Gli interventi che mi hanno preceduto mi hanno lasciato perplessa. Molti di quelli che sono intervenuti sembrano non aver vissuto in questa Nazione e soprattutto non aver in essa governato negli ultimi vent'anni. (Applausi).
È innegabile che questo Governo - e lo ribadisco, indipendentemente dalle affermazioni di qualcuno, a cui voglio dire che i rave non si fanno più e che finalmente a Caivano c'è un po' di legalità (Applausi) - ha attenzionato il problema della sicurezza sui luoghi di lavoro da subito, consapevole che le azioni da mettere in campo sono molteplici, ma conscio che in primis sia necessario mettere al centro il valore della sicurezza - come ha detto bene lei, Ministro - ovvero che si acquisisca e si promuova la consapevolezza su un tema a livello non solo sociale, ma anche individuale e, soprattutto, culturale; una consapevolezza che nasce proprio dai banchi di scuola, perché un numero elevato di infortuni - come abbiamo detto prima - riguarda gli under 20; in quelle scuole dove si apprende il concetto di diritti e doveri, e sottolineo doveri. Come diceva prima lei, Ministro, gli studenti di oggi saranno i lavoratori di domani, consapevoli di quanto il loro operare in ambito lavorativo possa incidere non solo su se stessi, ma anche sui loro colleghi. La formazione, quindi, deve essere alimentata continuamente; una formazione su misura, capillare, non formale, come spesso è avvenuto in questi anni, di cui forse tutti ci siamo dimenticati, ma sostanziale; una formazione adeguata che deve essere accompagnata dalla prevenzione e dal controllo; sì, quel controllo che va garantito da tecnici ispettori, grazie alle assunzioni che non sono avvenute con il Governo giallorosso e che - come ricordava - sono pari a 800 unità nel 2023, ulteriori 466 nel 2024, e saranno aumentate di oltre 350 nel triennio 2024-2026; esse riusciranno a garantire il 40 per cento in più delle ispezioni, che non è una cosa da sottovalutare.
La prevenzione avviene anche attraverso l'introduzione della lista di conformità dell'Ispettorato nazionale del lavoro per i soggetti che dimostrino comportamenti corretti e rispettosi delle regole: una sorta di bollino blu che faciliti la scelta dei partner più affidabili negli appalti. Finalmente, da ottobre 2024, dopo sedici anni dall'introduzione del testo unico n. 81 del 2008, quello che tutti conoscete come testo sulla sicurezza, si passerà attraverso una patente a crediti (non a punti, ma a crediti), ovvero un titolo obbligatorio il cui possesso abiliterà imprese e lavoratori autonomi a operare nei cantieri.
È una risposta dopo anni che, invece di incassare il plauso di tutte le parti sociali - com'era accaduto quando la proposta proveniva dal Governo di centrosinistra, e non dimentichiamo che la propose nel 2021 il ministro Orlando - oggi crea molti mal di pancia. Stamattina sui quotidiani il segretario della UIL la definisce indegna e il segretario della CGIL l'appella come strumento totalmente inadeguato e insufficiente. Non si riesce a capire cosa sia accaduto da allora, quando era il loro cavallo di battaglia. Non è cambiato molto in termini di fortuna.
Ma c'è una differenza: al Governo ci siamo noi, noi che abbiamo il coraggio delle nostre azioni (Applausi), credendo che questo sia uno strumento - come appena evidenziato - basato proprio sulla prevenzione e formazione; uno strumento di sicurezza conservativa e non punitiva che prevede decurtazioni in caso di illecito - sì - ma abilita al riacquisto dei crediti attraverso l'implementazione della formazione; formazione - lo dico per un collega che mi ha preceduto - che non può essere diversa per i lavoratori di aziende di tre dipendenti rispetto ai lavoratori che ne hanno 1.000. La formazione è formazione e deve essere adeguata per tutti. (Applausi); uno strumento che, pur garantista, proprio come sancito dalla nostra Costituzione, consente, nelle ipotesi di infortuni più gravi, di sospendere in via cautelativa la patente sino a dodici mesi.
Sì formazione, sì prevenzione, ma è anche necessario l'inasprimento delle sanzioni amministrative e penali di contrasto al fenomeno della somministrazione abusiva, dei distacchi illeciti e degli appalti fittizi; vale a dire di quei fenomeni patologici di decentramento produttivo in cui può annidarsi l'abbassamento delle soglie di sicurezza. Noi non abbasseremo mai la guardia verso queste forme illecite e patologiche che tolgono dignità al lavoro e dove la soglia di sicurezza non viene mai, - sottolineo mai - garantita.
Sono passi avanti importanti. È sicuramente necessario camminare insieme - e noi ci siamo - intervenendo in modo sistematico, coordinato su tutti gli strumenti utili al lavoro sicuro. Consapevolezza, formazione, prevenzione, conservazione e punizione, al fine di radicare nella coscienza individuale e sociale la cultura della sicurezza del lavoro. (Applausi).

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione sull'informativa del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, che ringrazio per la disponibilità.


fonte: Senato della Repubblica