Il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali
VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 286, recante “Riordino e potenziamento dei meccanismi e strumenti di monitoraggio e valutazione dei costi, dei rendimenti e dei risultati dell’attività svolta dalle amministrazioni pubbliche, a norma degli articoli 6, 8, 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59” e successive modifiche ed integrazioni;
VISTO il decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300, recante “Riforma dell’organizzazione del Governo, a norma dell’art. 11 della legge 15 marzo 1997, n. 59” e successive modifiche ed integrazioni;
VISTO il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante “Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle Amministrazioni pubbliche” e successive modifiche ed integrazioni;
VISTO il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150, recante “Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttività del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni”;
VISTA la legge 31 dicembre 2009, n. 196, recante “Legge di contabilità e finanza pubblica” e successive modifiche ed integrazioni;
VISTA la legge 10 dicembre 2014, n. 183, recante “Deleghe al Governo in materia di riforma degli ammortizzatori sociali, dei servizi per il lavoro e delle politiche attive, nonché in materia di riordino della disciplina dei rapporti di lavoro e dell’attività ispettiva e di tutela e conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”;
VISTO il decreto legislativo 12 maggio 2016, n. 90 recante “Completamento della riforma della struttura del bilancio dello Stato, in attuazione dell’articolo 40, comma 1, della legge 31 dicembre 2009, n. 196”;
VISTO il decreto legislativo 12 maggio 2016, n. 93 recante “Riordino della disciplina per la gestione del bilancio e il potenziamento della funzione del bilancio di cassa, in attuazione dell’art. 42, comma 1, della legge 21 dicembre 2009, n. 196”;
VISTA la legge 11 dicembre 2016, n. 232, recante "Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2017 e bilancio pluriennale per il triennio 2017 - 2019”;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 15 marzo 2017, n. 57 recante “Regolamento di organizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali”;
VISTO il decreto del Ministro del Lavoro e Politiche Sociali p.t. 6 dicembre 2017 recante “Individuazione delle unità organizzative di livello dirigenziale non generale nell'ambito del Segretariato generale e delle direzioni generali”;
VISTO il Documento di Economia e Finanza 2018 deliberato dal Consiglio dei Ministri il 26 aprile 2018 e la successiva Nota di aggiornamento, approvata dal Consiglio dei Ministri il 27 settembre 2018;
VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 2018 con il quale l'on. Luigi Di Maio è stato nominato Ministro dello sviluppo economico e del Lavoro e delle politiche sociali;
CONSIDERATE le Linee guida per il Piano della Performance - Ministeri - n. 1 giugno 2017 emanate dal Dipartimento della Funzione Pubblica;
RITENUTO che occorre procedere all’avvio della pianificazione strategica per l’anno 2019, individuando priorità politiche e gli obiettivi che si intendono porre in essere attraverso l’azione pubblica, in stretto raccordo con l’allocazione delle risorse finanziarie necessarie a garantire la loro realizzazione;
emana il seguente
ATTO DI INDIRIZZO
per l’individuazione delle priorità politiche per l’anno 2019
Premessa
Il presente Atto di indirizzo, individua le priorità politiche del Ministero del lavoro e delle politiche sociali per l’anno 2019, in coerenza con la programmazione economica e finanziaria per il triennio 2019/2021.
Ogni Centro di Responsabilità, negli ambiti di rispettiva competenza, è chiamato a definire i propri obiettivi e i relativi programmi operativi, nonché gli indicatori di misurazione dei risultati, garantendo una piena coerenza rispetto alle priorità politiche ivi definite.
Il Contesto di riferimento
Tenuto in considerazione quanto contenuto nella Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2018, approvata dal Consiglio dei Ministri del 27 settembre u.s., si evidenzia come tale documento sia in linea con quanto esposto nel “Contratto per il Governo del Cambiamento”.
Considerando quanto ivi esposto, l’azione di Governo deve essere quindi tesa a sostenere i segnali di recupero dei redditi e dell’occupazione, favorendo il miglioramento della qualità di vita dei cittadini, in linea con l'obiettivo di promuovere un progresso economico e sociale equilibrato e sostenibile, anche attraverso il rafforzamento della coesione sociale.
Le priorità politiche
Nel quadro delle linee strategiche volte a consentire che l’attività amministrativa sia coerente con il programma di governo, l’azione del Dicastero deve essere tesa a garantire una retribuzione equa al lavoratore, volta ad assicurare una vita ed un lavoro dignitoso, in attuazione dei principi sanciti dall'articolo 36 della Carta costituzionale. A sostegno delle politiche sociali, della riduzione delle disuguaglianze, del contrasto della disoccupazione, il quadro di riferimento per guidare i processi di riforma a livello nazionale, dovrebbe tener conto della Strategia Europea 2020 ed in particolare di assicurare 1’ equità e il buon funzionamento del mercato del lavoro e dei sistemi di protezione sociale, anche in linea con quanto previsto dal Pilastro Europeo dei Diritti Sociali.
Sono definite le seguenti priorità politiche per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, di seguito declinate nella Tabella allegata, che costituisce parte integrante del presente Atto:
Priorità 1 - Introduzione del Reddito di cittadinanza
Priorità 2 - Promozione delle politiche del lavoro
Priorità 3 - Promozione delle politiche di integrazione sociale e contrasto alla povertà
Priorità 4 - Politiche previdenziali
Priorità 5 - Prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza
La prima priorità politica, in coerenza con gli obiettivi espressi dal Governo nel “Contratto per il Governo del cambiamento” e con le misure introdotte dal c.d. Decreto dignità e confermati nella predetta Nota di aggiornamento al DEF, si incentra sull’introduzione del reddito di cittadinanza, il cui obiettivo è il reinserimento dei beneficiari, nella vita sociale e lavorativa del Paese. Tale misura si pone in un’ottica completamente diversa rispetto a quella assistenziale ed ha la finalità di emancipare e rendere autonomo il soggetto. L’istituto prevede un impegno attivo del beneficiario che dovrà seriamente dimostrare la volontà di realizzarsi socialmente, aderendo alle offerte di lavoro provenienti dai Centri dell’impiego, con decadenza dal beneficio in caso di rifiuto allo svolgimento dell’attività lavorativa richiesta.
La seconda priorità, prevede la promozione delle politiche del lavoro, attraverso l'adozione di una serie di misure volte a contrastare il fenomeno della disoccupazione, in particolare giovanile.
In primis risulterà fondamentale implementare le politiche che favoriscano l’occupazione, anche attraverso la riforma e il potenziamento dei Centri per l'impiego, azione strumentale anche per il perseguimento del reddito di cittadinanza. Al riguardo si precisa che gli interessati potranno iscriversi a tali Centri e iniziare un percorso di ricerca dell’occupazione, frequentando corsi di formazione, finalizzati ad un impiego effettivo e di qualità, nelle modalità che saranno stabilite con legge. Al fine di favorire una ripresa dell'occupazione e liberare le imprese dal peso di oneri, spesso inutili e gravosi sarà inoltre necessario procedere alla riduzione del cuneo fiscale e alla semplificazione degli adempimenti burocratici. Particolare attenzione sarà quindi rivolta al contrasto della precarietà per costruire rapporti di lavoro più stabili e consentire alle famiglie una programmazione del proprio futuro. Le misure volte a favorire l'occupazione potranno essere attuate sia attraverso il ricorso a risorse dello Stato, anche riprogrammando somme non spese, sia a Fondi strutturali comunitari, quali il Fondo Sociale Europeo; le risorse provenienti dai fondi comunitari risulteranno quindi uno strumento prezioso per la realizzazione delle politiche di inclusione attiva ed in tale contesto risulterà di particolare utilità l'attività svolta dall’ autorità di Audit.
L’implementazione della digitalizzazione consentirà uno snellimento degli adempimenti burocratici connessi alla gestione amministrativa dei rapporti di lavoro e la realizzazione di un Sistema informatico nazionale che costituirà uno spazio preposto a facilitare l'incontro tra domanda ed offerta di lavoro, valorizzando anche il sistema delle comunicazioni obbligatorie. Nell’ambito del miglioramento delle politiche del lavoro, risulterà di fondamentale importanza la tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, prevedendo idonee misure per ridurre i fattori di rischio negli ambienti più esposti. A tal fine si ravvisa la necessità di introdurre strumenti concreti, pratici, adeguati alle condizioni di lavoro e alle dimensioni dell'impresa, che siano in grado di assicurare il benessere e l'integrità fisica dei lavoratori e la sostenibilità economica e organizzativa delle imprese. Saranno, altresì, potenziate le verifiche, e si valuterà con le regioni la possibilità di ricercare modalità ulteriori di misure di sicurezza rispetto alle ispezioni.
La terza priorità prevede la promozione delle politiche di integrazione sociale ed il contrasto alla povertà e muove dall’ esigenza di tutelare coloro che si trovano in condizioni di fragilità e vulnerabilità. Al riguardo sarà utile il coordinamento dei Centri per l'impiego con le attività dei servizi sociali dei comuni. Al fine di adottare politiche sociali efficaci, migliorandone la programmazione, risulterà utile, procedere al monitoraggio delle prestazioni erogate e dei servizi offerti nel territorio, anche attraverso l'implementazione del Sistema Informativo Unitario dei Servizi Sociali (SIUSS), ed il pieno utilizzo dei Fondi destinati alle politiche sociali. Nell’ottica di migliorare le politiche sociali, importante risulta essere il Terzo settore ed al riguardo l’impegno del Dicastero sarà volto ad attuare gli interventi correttivi in materia. Sotto l'aspetto amministrativo si garantirà il sostegno alle attività di interesse generale poste in essere dagli enti del Terzo settore, dotando gli stessi di adeguate risorse finanziarie, affinché, anche attraverso un’azione coordinata e sinergica con gli enti territoriali, si promuovano interventi mirati a soddisfare i bisogni della collettività. Nell’ambito delle politiche di integrazione, risulterà fondamentale prevedere efficaci misure per la gestione dei flussi migratori e l’inclusione socio-lavorativa dei cittadini migranti più vulnerabili. Al riguardo, particolarmente delicata, è la materia della tutela dei minori stranieri non accompagnati, sulla quale il Ministero svolge compiti di censimento e monitoraggio.
La quarta priorità è il riassetto delle politiche previdenziali ed, in tale ambito, come rappresentato nel predetto contratto di Governo, risulterà importante provvedere all’eliminazione delle criticità presenti in tale sistema, sia riducendo il divario tra le c.d. pensioni di privilegio e le pensioni percepite dalle categorie più deboli, sia attraverso il riordino del sistema del welfare, che preveda nuove forme di sostegno, tra le quali l’introduzione della pensione minima di cittadinanza rivolta a coloro che vivono sotto la soglia minima di povertà. Inoltre, anche al fine di favorire l'occupazione giovanile sarà valutata la modalità di attuazione di una nuova flessibilità in uscita ovvero la c.d. quota 100 che prevede la possibilità, per coloro che hanno raggiunto un’anzianità contributiva di 41 anni, di arrivare a tale traguardo sommando la propria età. Risulterà inoltre utile prevedere la proroga della misura sperimentale “opzione donna” che permette alle lavoratrici con 57-58 anni e 35 anni di contributi di andare in quiescenza subito, optando in toto per il regime contributivo. Inoltre è necessario riordinare il sistema del welfare prevedendo la separazione tra previdenza e assistenza. Attenzione sarà inoltre prestata alla protezione dei lavoratori nelle aree di crisi complessa e nei casi di crisi aziendale, attraverso il sistema degli ammortizzatori sociali.
La quinta priorità prevede la prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza e riguarda la gestione interna del Dicastero; in tale ambito, al fine di rafforzare il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato, risulta fondamentale promuovere la trasparenza, anche favorendo il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini nella governance, partendo dall’assunto che i cittadini sono sia attori che destinatari dell’azione amministrativa.
Dovrà inoltre essere data piena attuazione agli obblighi di pubblicità e trasparenza e a tutte le misure previste per l’attuazione della normativa in materia di prevenzione della corruzione, evidenziando al riguardo l’importanza della formazione del personale su tali tematiche.
Roma, 28 settembre 2018 |
IL MINISTRO |
Priorità Politiche |
Azioni Prioritarie |
Priorità 1 - Istituzione Reddito Cittadinanza |
1.istituzione del reddito di cittadinanza |
Priorità 2 - Promozione delle Politiche del Lavoro |
1. riforma e potenziamento Centri per l'impiego |
Priorità 3 - Promozione delle politiche di integrazione sociale contrasto alla povertà |
1coordinamento Centri per l'impiego con le attività dei servizi sociali dei comuni |
Priorità 4 - Politiche previdenziali |
1. riduzione del divario tra le c.d. privilegio e le pensioni percepite dalle categorie più deboli |
Priorità 5 - Prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza |
1. piena attuazione obblighi di pubblicità e trasparenza |