Ministero dell’Interno
DIPARTIMENTO DELLA PUBBLICA SICUREZZA
DIREZIONE CENTRALE DI SANITÀ
N. 850/A - numero del protocollo |
Roma, data del protocollo |
OGGETTO: Vaccinazione anti SARS-CoV-2. Indicazioni sulla somministrazione della terza dose (booster).
A …omissis…
Nella lotta alla pandemia da COVID-19 i vaccini, a distanza di mesi dalla loro introduzione, continuano a dimostrarsi il più efficace strumento, insieme alle altre misure di prevenzione, quali i corretti comportamenti e l’uso dei dispositivi di protezione individuale, per il contenimento dei contagi.
I dati attuali evidenziano, infatti, come, nonostante il diffondersi della più contagiosa variante Delta, il numero di ricoveri e decessi nel nostro Paese sia significativamente più contenuto rispetto alle fasi dell’epidemia precedenti all’introduzione della pratica vaccinale, ma l’incremento che si sta registrando in questi ultimi giorni deve indurre ad una rigorosa adesione a tutte le misure di profilassi introdotte, obbligatorie e consigliate.
Studi scientifici hanno dimostrato come l’efficacia dei vaccini nell’evitare la malattia grave rimanga elevata nel tempo: il vaccino Comirnaty (Pfizer), ad esempio, a distanza di sei mesi dalla seconda dose è ancora in grado di evitare il ricovero ospedaliero per COVID-19 con un’efficacia che si attesta al 93% e la profilassi vaccinale, ingenerale, è comunque in grado di ridurre la trasmissione virale in soggetti positivi al virus.
Nel monitoraggio a lungo termine, pur mantenendosi molto elevata, anche nel caso di contagio con variante Delta, la protezione nei confronti del rischio di ospedalizzazione e decesso, si è, però, evidenziata una riduzione dell’efficacia dei vaccini nel prevenire l’infezione (per il vaccino Comimaty sarebbe ridotta al 47% dopo sei mesi dalla seconda dose); questo lento declino dell’efficacia vaccinale con il trascorrere del tempo nei confronti delle forme lievi e moderate della malattia induce a valutare con particolare attenzione la somministrazione di una terza dose (booster), al fine di potenziare la risposta immunitaria.
Tale dose di richiamo, da somministrare dopo il completamento del ciclo vaccinale primario, inizialmente prevista dal Ministero della Salute per i soggetti anziani, è stata poi offerta al personale sanitario ed è oggi raccomandata alle persone di età maggiore di 60 anni e a tutti i soggetti in condizioni di fragilità, ma in base alle evidenze scientifiche ed all’andamento della curva epidemiologica potrà essere estesa ad altri gruppi target, fino ad interessare la popolazione generale.
Secondo le indicazioni fomite dall’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), indipendentemente dal vaccino ricevuto per il ciclo primario, per la dose booster sono utilizzati esclusivamente i due vaccini ad m-RNA autorizzati in Italia, ossia Comirnaty di BioNTech/Pfizer e Spikevax di Moderna, essendo prevista per quest’ultimo vaccino la somministrazione di metà dose rispetto a quella utilizzata per il ciclo primario.
La determinazione di utilizzare i vaccini Pfizer e Moderna è stata ultimamente adottata anche per il richiamo del vaccino monodose Johnson & Johnson, visti gli ottimi risultati sul piano della risposta immunitaria della vaccinazione cosiddetta eterologa.
In ogni caso, la terza dose può essere somministrata dopo almeno sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale primario.
Secondo le indicazioni dell’AIFA è poi possibile la contemporanea somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2 e del vaccino antinfluenzale nella medesima seduta, come pure di altri vaccini compresi nel Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, fatta eccezione per quelli vivi attenuati (ad es.: contro febbre gialla, varicella, herpes zoster, morbillo-parotite-rosolia, rotavirus, tifo), per i quali è invece prescritto un intervallo minimo precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino anti SARS-CoV-2.
Nella nostra /Amministrazione, per la somministrazione della terza dose si potrà procedere, in base alle indicazioni del Ministero della Salute ed alla disponibilità dei vaccini presso gli hub regionali, facendo riferimento ai modelli organizzativi già rappresentati da questa Direzione con circolare n. 850/A.P.1-2692 del 10 febbraio u.s. ed avendo cura che il personale che si sottoponga alla vaccinazione presso strutture esterne ne dia comunque comunicazione all’ufficio sanitario della Polizia di Stato della sede di servizio, in modo da porre il dato nella diretta disponibilità del medico competente, rientrando il vaccino tra le misure di profilassi previste per il contenimento del rischio di contagio nei luoghi di lavoro.
1 predetti uffici sanitari vorranno fornire, come di consueto, massima disponibilità e supporto a coloro i quali necessitino di chiarimenti, indicazioni o informazioni sulle modalità e tempistiche per la somministrazione della terza dose o sulla vaccinazione eterologa o ancora sugli effetti collaterali, mantenendo comunque attiva la comunicazione con gli hub vaccinali dei rispetti vi territori, sempre nell’ottica di avviare alla vaccinazione il maggior numero di dipendenti e garantire in tal modo lo stato di salute del personale in servizio e della popolazione generale.
IL DIRETTORE CENTRALE
Ciprani
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