XIX Legislatura

Camera dei Deputati

 

COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA
sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati


Seduta n. 14 di Mercoledì 6 marzo 2024
Bozza non corretta
 

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone
 

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
CHIARA GRIBAUDO

La seduta comincia alle ore 10.05.
 

Sulla pubblicità dei lavori.


PRESIDENTE.
Buongiorno a tutte e a tutti.
Comunico che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso, nonché via streaming sulla web-tv della Camera.
 

Audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone.
 

PRESIDENTE.
L'ordine del giorno reca l'audizione della Ministra del lavoro e delle politiche sociali Marina Elvira Calderone, che saluto e ringrazio.
Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera ed è aperta alla partecipazione da remoto degli auditi e dei componenti della Commissione d'inchiesta che non fossero presenti. I lavori potranno proseguire in forma segreta a richiesta dell'audito o dei colleghi. In tal caso, ovviamente, non sarà più consentita la partecipazione da remoto e verrà interrotta la trasmissione via streaming sulla web-tv.
L'audizione odierna riguarderà le linee programmatiche del Dicastero sopra citato in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro, tema centrale dell'attività istituzionale della nostra Commissione.
Ringrazio nuovamente la Ministra e le cedo volentieri la parola.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Buongiorno. Grazie, presidente, e grazie ai commissari per l'invito a partecipare a questa audizione. Cercherò di rispettare i tempi, in modo da poter dare anche la possibilità di una piccola replica. Comunque, vi dico già che sono ovviamente a vostra disposizione per tornare qualora non avessimo esaurito gli argomenti in discussione oppure ci fossero delle risposte che vi posso far avere successivamente, per iscritto oppure attraverso una prosecuzione di audizione.
Come diceva la presidente, oggi parliamo di quelle che sono le linee di azione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali sul tema della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro. Vengo da voi dopo l'approvazione del decreto-legge sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che contiene anche degli importanti interventi sul fronte della salute e della sicurezza dei luoghi di lavoro.
Nel presentarvi questi interventi, io vorrei in qualche modo fare una riflessione insieme a voi, ma cercando anche di indicarvi quali sono state poi le linee d'azione e gli interventi che abbiamo fatto, soprattutto inserendoli all'interno di tre grandi filoni. Uno, quello dei controlli; l'altro, quello del contrasto ai fenomeni illeciti; infine, il tema della compliance.
Non è un caso che le misure siano state inserite all'interno del decreto-legge sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, perché, come sanno bene i commissari, una parte importante della Missione 5 è proprio legata al contrasto del lavoro sommerso e del caporalato e quindi alle iniziative da adottare affinché siano messi in campo degli strumenti efficaci che perseguano questi obiettivi.
Parlavo di controlli, contrasto e compliance. Per quanto riguarda il tema dei controlli, noi abbiamo fatto degli interventi per potenziare il personale ispettivo da mettere in campo, soprattutto per quanto riguarda ovviamente quegli interventi che attengono alle verifiche tecniche da fare sui cantieri in materia di sicurezza sul lavoro. Che cosa abbiamo fatto? Abbiamo innanzitutto prorogato fino alla fine del 2025 le autorizzazioni all'assunzione di personale ispettivo che non è stato utilizzato dall'Ispettorato del lavoro per effetto ovviamente di situazioni legate anche allo scorrimento delle graduatorie e alla mancata presa in servizio di vincitori di concorso o idonei. In questo caso parliamo di 466 unità di personale che rimetteremo in gioco con nuovi bandi per quanto riguarda il personale ispettivo con funzioni tecniche.
Questo è il vecchio reclutamento a cui diamo un respiro maggiore fino al 31 dicembre del 2025, però ponendo l'accento su un aspetto particolare, perché prevediamo la regionalizzazione dei bandi per evitare che molti vincitori di concorso, a fronte del fatto di doversi trasferire anche in regioni lontane, possano desistere dall'accettazione della proposta di assunzione. In più, interveniamo su un ulteriore contingente di personale, perché mettiamo in campo ulteriori 250 assunzioni di personale ispettivo, sempre da impiegare nelle attività di vigilanza tecnica, quindi sono 466 più 250 i ruoli dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Poi abbiamo aggiunto anche un potenziamento del nucleo dei Carabinieri presso l'Ispettorato nazionale del lavoro di 50 unità. Qualcuno può dire che 50 unità sono poche, io vi dico che, per quanto riguarda invece il Corpo dei Carabinieri, dobbiamo guardare a quello che è l'effetto moltiplicatore del collegamento stretto tra il nucleo dei Carabinieri presso l'Ispettorato e ovviamente i corpi, le stazioni e le diramazioni dei Carabinieri che sono presenti sul territorio.
Noi stiamo avendo grandi risultati proprio dalla ottima sinergia che c'è tra il personale dell'Ispettorato nazionale del lavoro e l'Arma dei Carabinieri. C'è un'ottima collaborazione, un'ottima integrazione, che ci consente anche di cogliere degli aspetti ancora più importanti di tutte quelle situazioni in cui 5magari possono emergere anche nuove forme che poi portano a eventi che potremmo definire delittuosi. Ma non ci siamo fermati qui, perché abbiamo anche adottato un altro provvedimento che è quello di sbloccare i ruoli degli ispettori dell'INPS e dell'INAIL.
Ricorderete che, per effetto della nascita dell'agenzia Ispettorato nazionale per il lavoro e quindi di un progetto di accorpamento del personale ispettivo, erano stati considerati bloccati i reclutamenti del personale ispettivo INPS e INAIL ed erano stati invece individuati dei percorsi che potenziassero il personale dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Però l'assorbimento di questi due corpi ispettivi che oggi sono di 800 unità per quanto riguarda l'INPS e 200 unità per l'INAIL non è mai avvenuto. Sono ruoli a esaurimento. Abbiamo, soprattutto per quanto riguarda l'INAIL, una situazione per cui si tratta di personale ispettivo che ha delle specializzazioni importanti, perché ovviamente ha una capacità di valutazione del rischio e di lettura anche corretta di quelle che sono non solo le casistiche di rischio, ma anche l'applicazione corretta dei tassi di tariffa, che per noi è molto importante. Proprio per il contrasto a tutte quelle che sono le situazioni illecite che attengono alla salute e sicurezza sul lavoro noi abbiamo bisogno anche di molta specializzazione, abbiamo bisogno di tutto quel know how che l'INAIL, attraverso il suo personale ispettivo, può mettere a disposizione. In questo caso, abbiamo fatto la scelta di riavviare oppure di dare agli Istituti la possibilità di reclutare nuovi ispettori e anche di avere in questo caso un trasferimento di competenze verso nuovi ispettori.
Perché facciamo tutto questo? Perché certamente è importante potenziare l'attività ispettiva, è importante ovviamente mettere in campo personale qualificato soprattutto sul fronte delle verifiche tecniche sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro. Vi do dei dati, perché credo che possano essere un elemento utile ai lavori della Commissione.
Per quanto riguarda, oggi, le irregolarità nel settore dell'edilizia, quindi in materia di verifiche tecniche, noi abbiamo una percentuale di irregolarità sul 2023 del 76 per cento; questo vuol dire che le aziende che vengono ispezionate nell'ambito dei lavori edili – ovviamente stiamo facendo un ragionamento in termini percentuali senza guardare alla tipologia di irregolarità, credo che sia importante sottolinearlo – rivelano irregolarità nel 76 per cento dei casi. Se poi guardiamo a un altro fenomeno, che è quello dei cantieri del Superbonus, la percentuale di irregolarità sale all'85 per cento, e questo è un elemento importante perché si collega anche a un settore come quello dell'edilizia che, anche per effetto dell'incremento di lavoro che si è avuto per la normativa sul Superbonus, ha visto nascere negli ultimi tre anni oltre 35 mila nuove imprese, ponendo anche certamente un tema in ordine alla qualificazione delle imprese stesse e quindi alla capacità, se volete, del datore di lavoro di poter svolgere quell'attività, ma soprattutto di svolgerla in sicurezza (ma su questo magari torno dopo).
Tenete conto che già con il personale ispettivo nei ruoli tecnici che è stato assunto nel 2023 e che ha fatto la formazione, quindi non è stato pienamente impiegato sul campo perché doveva essere formato, c'è stato comunque un sensibile aumento delle attività ispettive. Per quanto riguarda il contingente che abbiamo attualmente in servizio, come 2024, perché il personale conclude e ha già concluso la formazione, avrà un aumento del 40 per cento; vuol dire che tra il 2023 e il 2024 con il personale che abbiamo attualmente in forza avremo un aumento del 40 per cento delle ispezioni. Con il nuovo contingente, quindi i 466 più i 300, vuol dire che andiamo a raddoppiare il numero degli ispettori tecnici addetti anche ai controlli di cantiere. Questo vuol dire per noi, in prospettiva, aumentare del 100 per cento le nostre potenzialità in termini di controlli.
Questo per dirvi che ciò che abbiamo fatto sul fronte dei controlli ha una sua razionalità, perché tra l'altro è collegato con tutti gli altri interventi fatti sempre con il DL PNRR. Infatti, io ho parlato di controlli, ma poi ho parlato di contrasto, quindi sul fronte sanzionatorio – perché i contrasti si fanno ovviamente anche applicando efficacemente un sistema sanzionatorio, soprattutto in quei settori ad alto rischio – noi abbiamo collegato, come vi dicevo, le previsioni della Missione 5, componente 1, proprio ai temi del Piano nazionale per la lotta al sommerso. Abbiamo osservato nel corso degli ultimi mesi – i provvedimenti non sono nati in una notte e questo credo sia importante sottolinearlo – nell'ambito della cantieristica e nell'ambito delle attività edili tutto quello che poi si lega alla necessità di gestire anche le interferenze che possono nascere all'interno di un cantiere per la presenza di più gruppi di lavoratori che svolgono attività diverse.
Credo che questo ci richiami alla memoria anche i fatti recenti della tragedia di Firenze, con un intervento complesso da svolgere che comportava ovviamente anche la presenza di più attività e più gruppi di lavoratori. Ecco, in questo caso è importante anche aver fatto la scelta di dare un'indicazione forte sul contrasto alla somministrazione illecita di manodopera e agli appalti illeciti di manodopera. Proprio nel settore dei lavori pubblici e privati, nel settore edile e in altri settori in cui ci sono importanti interventi sul fronte del personale, abbiamo situazioni che si stanno consolidando e che si stanno realizzando. Allora, tornare sul reato penale di somministrazione illecita ha un suo significato, perché la sola sanzione amministrativa, anche se importante in termini economici, non è un deterrente che porta a desistere rispetto all'utilizzo di una forma impropria di somministrazione di manodopera.
Noi conosciamo il fenomeno degli appalti irregolari, conosciamo il fenomeno delle false cooperative, delle false agenzie per il lavoro e delle false agenzie di somministrazione. In questo caso, è importante perché accanto alla penalizzazione del reato di somministrazione illecita e all'aumento delle sanzioni abbiamo fatto anche altri interventi, che servono per imputare correttamente la responsabilità solidale tra appaltatore e committente, ma soprattutto imputarla nel momento in cui invece le forze ispettive vanno a individuare una situazione in cui si delinea un appalto illecito di manodopera. L'appaltatore fittizio, finora, non era sottoposto alle regole della responsabilità solidale, quindi non gli venivano applicate per esempio le regole dell'applicazione corretta dei contratti collettivi.
Questo è quanto abbiamo fatto, all'interno ovviamente di un contesto in cui noi vogliamo fare in modo che ci sia un'attenzione corretta e costante a temi anche di più ampio respiro. È vero che abbiamo il contrasto, però anche in materia di compliance noi dobbiamo ascrivere altri interventi, come quello, per esempio, della qualificazione delle imprese, perché è su quello che giochiamo una partita importantissima. Qualificare le imprese vuol dire ovviamente fare in modo che l'imprenditore sia consapevole e soprattutto formato per quelle che sono le attività che deve svolgere, in modo che metta in campo un'organizzazione di uomini e di mezzi che tenga conto appunto della rischiosità e della pericolosità dell'attività. Quindi, è certamente importante anche il documento di valutazione dei rischi, anche il documento di valutazione dei rischi da interferenze, però è altrettanto importante il tema della formazione e della formazione specifica.
Voglio sottolineare il tema formazione specifica perché io credo nel fatto che, al di là di quelle che sono le nozioni generali che si danno sulla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro, del decreto n. 81, ci debba poi essere anche una corretta formazione che attenga a quelle che sono le mansioni effettivamente svolte dai lavoratori in cantiere e che in questo ci sia anche da guardare alla formazione che devono fare gli imprenditori e i lavoratori autonomi che sono addetti a queste lavorazioni. Questo è un tema che noi abbiamo già trattato nel decreto-legge n. 48 del 2023, il decreto «1° maggio», quando abbiamo esteso una serie di norme in materia antinfortunistica anche ai lavoratori autonomi, perché poi sono coinvolti nell'attività di cantiere.
Abbiamo anche guardato al tema della patente a crediti o patente a punti, introducendola nel nostro ordinamento dopo tanto tempo, dopo tanti confronti anche con le parti sociali. Consentitemi di dire che è stata una scelta che potremmo definire coraggiosa, visto e considerato che si presta certamente anche a situazioni in cui qualcuno possa ironizzare sul tema dei punti. Io credo che non si debba ironizzare nel momento in cui, invece, questo sistema consente alle aziende di comprendere quanto è importante investire sul tema della qualificazione delle imprese, anche valutando dei percorsi alternativi ma che siano poi rispondenti alle esigenze che vi dicevo prima. Per esempio, le aziende possono certamente anche investire in termini di acquisizione delle attestazioni SOA, che sono sicuramente molto valide perché determinano un portfolio di un'azienda che è basato sia sui lavori acquisiti, ma anche sulle procedure che pone in essere per garantire di avere la capacità di esecuzione dei lavori.
Però, per quanto riguarda la patente a punti, al di là del numero dei punti e della possibilità ovviamente di fare delle riflessioni anche sulle modalità con cui poi accompagneremo l'entrata in vigore di questa norma – anzi, sono a disposizione per eventuali contributi che volesse rendere anche la Commissione in tal senso – credo sia importante un concetto: laddove ci sono delle responsabilità imputabili al datore di lavoro, quelle responsabilità comportano una revisione di una patente a crediti che ha una sua definizione proprio in un processo di verifica continua delle capacità anche di quel sistema aziendale.
In presenza di fatti gravi, l'Ispettorato del lavoro, quindi anche in caso di infortuni mortali, ha una possibilità in più, che è quella di sospendere la patente per un periodo di tempo fino a dodici mesi. Quando qualcuno dice che bisogna aspettare anche che le singole situazioni poi vengano giudicate e i reati passino in giudicato, si lascia all'Ispettorato del lavoro anche la possibilità di valutare la gravità di alcuni fatti e di intervenire preventivamente.
Questo lo dico perché un altro provvedimento che è stato inserito è quello della lista di conformità dell'Ispettorato nazionale del lavoro, ciò vuol dire che laddove le aziende sono regolari sotto tutti i profili, possono essere iscritte all'interno di una lista di conformità che comporta solo ed esclusivamente non una premialità, ma una modalità per distribuire meglio anche tutta quella che è l'azione ispettiva.
Vi ho parlato di una strategia per raddoppiare, per arrivare all'aumento del 100 per cento del numero delle ispezioni, ma noi sappiamo quante sono le aziende e quante ne nascono ogni giorno in Italia.
Io potrei mettere in campo anche 20.000 ispettori e non riuscire ad avere il controllo costante e puntuale giornaliero di ogni attività imprenditoriale. Focalizzarsi ed evitare anche che non ci sia razionalità nella distribuzione degli interventi ispettivi è importante, però questo non vuol dire, e voglio sottolinearlo, che anche in presenza della lista di conformità, gli Ispettorati del lavoro, anche per le aziende iscritte in quella lista, possono sempre disporre le verifiche in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Mentre per poter essere iscritti all'interno di quella lista bisogna essere regolari anche sul fronte di tutti gli adempimenti previsti dalla normativa in materia di salute e sicurezza, non è precluso al personale ispettivo l'intervento, durante i dodici mesi, per quanto riguarda il tema specifico della sicurezza sul lavoro, così come, ovviamente, non può essere preclusa l'attività di intervento dietro segnalazione o dietro denuncia.
Questo perché non stiamo scardinando certamente, e mai vorrei, i princìpi di tenuta del nostro ordinamento giuslavoristico.
Siamo intervenuti anche sul tema della congruità della manodopera. Preciso che ci rivolgiamo sia agli appalti pubblici che agli appalti ai privati. In questo caso, ovviamente, poniamo in capo al responsabile del progetto di realizzazione dei lavori edili negli appalti pubblici e al committente negli appalti ai privati l'obbligo di verifica della conformità della manodopera prima del pagamento del saldo finale.
Per quanto riguarda il responsabile dei lavori pubblici, la mancata effettuazione di questa verifica è collegata ai dati relativi al pagamento della performance. Per quanto riguarda gli appaltatori privati, invece, è prevista anche una sanzione. Non è una norma che si sovrappone al dettato del decreto ministeriale n. 143 del 2021, ma è, invece, una previsione aggiuntiva che attiene proprio alla volontà di rafforzare anche il tema della verifica di quanto si fa in termini di corretta adozione dei contratti collettivi.
Vi parlavo della patente a crediti. La patente a crediti, così come l'abbiamo pensata, prevede 30 crediti, ma sotto i 15 crediti, quindi quando si perde il 50 per cento dei crediti, l'azienda non può operare, salvo che non faccia un percorso all'interno del quale adotta un modello di organizzazione e di gestione, che, ovviamente, tenga conto anche di tutte le necessità di presidio del tema della salute e sicurezza. Poi, deve collegare la formazione specifica, che è l'altro tema. Su questo io credo che ci sia sicuramente spazio per lavorare e per migliorare l'intervento.
L'intervento, però, lo rivendico, perché credo che sia, invece, estremamente importante, in linea anche con quelle che erano le previsioni normative, ma soprattutto anche in linea con quelli che sono gli orientamenti generali su una corretta valutazione della regolarità; regolarità che serve alle aziende per continuare a operare in contesti certamente non facili.
Mi è stato chiesto come mai questa norma si rivolga inizialmente a settori come l'edilizia, in questo caso. Questo perché il nostro obiettivo è certamente quello di farne un tema generale, soprattutto laddove si parla di attività che, come vi dicevo, comportano anche interferenze, però il settore edile, per le sue specificità, le sue particolarità e anche le sue complessità, è un focus importante anche per mettere a punto uno strumento di questo tipo che, però, poi deve diventare uno strumento generale.
Per quanto riguarda il tema della prevenzione, oltre a tutti questi interventi, avrete visto che abbiamo fatto anche un intervento in sede di predisposizione del bilancio previsionale dell'INAIL. Credo si debba anche sottolineare il fatto che utilizzeremo una dote importante di risorse che a fine anno non andranno ad aumentare l'avanzo di amministrazione dell'Istituto. L'obiettivo è quello, invece, di spenderlo per valorizzare le aziende che vogliono investire in innovazione, e vogliono farlo in innovazione sicura, e fare della sicurezza un tema che poi intercetti anche delle soluzioni innovative per lavorare meglio nell'ambito delle aziende stesse.
Stiamo parlando di circa 1,5 miliardi, di cui soltanto il bando ISI è 508 milioni. A me piace sottolineare il fatto che nelle varie linee d'azione del bando ISI c'è un'attenzione ancor più sensibile e puntuale per le piccole e medie imprese che hanno bisogno di essere accompagnate a potersi candidare per implementare progetti innovativi, perché è proprio sulla piccola e media impresa che talvolta si annida anche un rischio maggiore perché, magari, non ci sono tante figure specializzate sul tema della sicurezza.
Poi c'è un tema legato anche alla innovazione in agricoltura, che è un altro asset importante. Oltre a questo, c'è anche un accompagnamento delle aziende al corretto adempimento e soprattutto anche a fare degli investimenti mirati per ridurre l'incidenza del rischio e quindi la pericolosità e il numero degli infortuni che si verificano. Quindi, ci sono degli interventi fatti anche in riduzione del tasso applicato per effetto dell'oscillazione del premio.
Abbiamo fatto degli interventi per quanto riguarda il mondo della scuola, individuando anche la copertura dell'assicurazione INAIL per gli studenti, per il personale scolastico, ampliando la copertura della casistica di rischio. Questo credo sia estremamente importante, anche perché consentitemi di dire che noi possiamo fare qualsiasi intervento in termini anche di adozione di norme a contrasto dei fenomeni illeciti per portare le aziende ad applicare in modo sensibile e puntuale tutta la normativa in materia di sicurezza, per semplificarla, laddove è necessario, perché il difetto del decreto legislativo n. 81 del 2008, il Testo unico in materia di infortuni, è che quella norma è scritta senza guardare il mondo delle imprese e il mercato del lavoro in Italia, dove la maggior parte delle aziende sono piccole e piccolissime imprese, e invece diamo loro delle incombenze e degli adempimenti che sono come quelli della grande e grandissima impresa.
Questi adempimenti che sono contenuti nel DL PNRR-bis non hanno quella finalità. Poi faremo anche delle valutazioni proprio sulle norme da testo unico, tenendo conto che c'è una differenza tra le attività ad alto rischio e quelle a bassissimo rischio, che deve essere ulteriormente evidenziata.
Credo, però, che si debba fare un intervento ancor più incisivo in termini di cultura della sicurezza, di diffusione della cultura della sicurezza. Ovviamente, saluto con molto piacere l'approvazione che è intervenuta ieri alla Camera delle proposte di legge presentate dall'onorevole Rizzetto e anche dall'onorevole Barzotti sul tema dell'insegnamento della sicurezza nelle scuole.
Credo sia fondamentale dare ai giovani anche una dimensione di vita sicura più che di sicurezza sul lavoro o non esclusivamente di sicurezza sul lavoro. Questo è importante farlo da subito, così come certamente è importante anche tener conto dei percorsi di alternanza scuola-lavoro. Io continuo a chiamarli così, anche a beneficio di chi deve comprendere esattamente di che cosa stiamo parlando, e non mi riferisco ai commissari, ma a chi magari è in ascolto.
Credo sia importante in quel caso anche tener conto del fatto che i giovani studenti devono poter fare delle esperienze di contatto con il mondo del lavoro, ma lo devono fare in sicurezza con un coinvolgimento dei tutor aziendali, ma anche dei tutor scolastici che proteggano anche la dimensione di scoperta della bellezza del mondo del lavoro e li allontani dal contatto, invece, con il rischio, così come, invece, purtroppo, in alcune situazioni è avvenuto.
Presidente, mi fermerei qui. Ho cercato di restare nei trenta minuti.
Sono a vostra disposizione e sono qui a rispondere alle vostre domande.

PRESIDENTE.
Grazie, Ministra, per questa audizione indubbiamente densa. Vanno benissimo i trenta minuti anche perché, come immagina, essendo questa una sede un po' più tecnica, abbiamo eventualmente anche la possibilità di approfondire o quantomeno domandarle alcuni aspetti su cui vediamo se esauriamo tutto il lavoro questa mattina o anche in un'altra situazione.
Come lei sa, questa Commissione torna alla Camera dalla quale mancava dalla V legislatura. Non si è stati capaci, purtroppo, di costituire un'unica Commissione bicamerale d'inchiesta. Si fanno tante bicamerali su moltissime cose. Proprio perché abbiamo tre morti al giorno sul lavoro, si sentiva la necessità di approfondire di più e non di meno un fenomeno che naturalmente è all'attenzione di tutti. Ecco perché abbiamo reistituito nella XIX legislatura una Commissione anche alla Camera dei deputati.
Do la parola ai colleghi che intendono intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

VALENTINA BARZOTTI.
Ringrazio la Ministra per essere qui oggi.
Sicuramente la nostra Commissione d'inchiesta, a fronte di quello che sta succedendo, dell'aumento degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali, è particolarmente impegnata nel cercare di individuare sia le anomalie del nostro mercato del lavoro che possibili soluzioni da adottare o comunque suggerire nel nostro ruolo, come ha già detto la presidente, un po' più tecnico.
Per quanto riguarda il suo intervento, salutiamo con favore alcune misure. Penso, ad esempio, allo sblocco del ruolo a esaurimento in materia di vigilanza, che è una misura che noi riteniamo doverosa. Parlo del mio partito, del Movimento 5 Stelle. Sono anni che lo chiediamo, per cui non possiamo che dare atto di un risultato che è concreto. Dall'altra parte, ci sono, però, altre misure che non ci convincono e altre nei confronti delle quali siamo proprio contrari, e su queste vorrei chiederle dei chiarimenti.
Per quanto riguarda le modifiche su cui siamo contrari e gli interventi che pensiamo debbano essere fatti, riguardano, ad esempio, la precarizzazione del mercato del lavoro. In questo senso faccio riferimento al decreto lavoro che stiamo esaminando alla Camera in Commissione lavoro, in particolar modo la liberalizzazione della somministrazione e comunque la liberalizzazione anche delle causali all'interno del contratto a termine. Queste sono delle misure di qualità del lavoro che riteniamo fondamentali per capire l'infortunio. Quando un lavoro è precario, i lavoratori lavorano peggio, lavorano sotto stress e spesso sono costretti a svolgere molto velocemente delle mansioni in tempi contingentati. Questo crea dei problemi di sicurezza reali.
Su questo chiedo un chiarimento. Vorrei un chiarimento anche sulla liberalizzazione degli appalti a cascata, fatta nell'ambito dei trasporti, nel senso che attiene a un altro Ministero, però, di fatto, le conseguenze le subiamo noi nel nostro Ministero del lavoro.
Un'altra misura che non capiamo, sulla quale presenteremo degli emendamenti nel decreto lavoro, è quella che attiene all'eliminazione del badge sui cantieri, anche se più volte mi è stato detto che non riguarda i cantieri. In realtà su questo si è espresso anche l'INAIL in corso di audizione, quindi l'invito è ad approfondire questa eliminazione del badge perché mi pare che ci siano delle contraddizioni. Su questo approfitto della sua presenza, ancora una volta, per chiedere un chiarimento.
Un'altra questione interessante è quella del tesoretto INAIL. Vorrei capire meglio la questione. So che ci sono – continuano a sollecitarci su questo – diversi miliardi bloccati in INAIL che potrebbero essere utilizzati per la prevenzione e che, invece, per oneri burocratici, non si riescono a sbloccare. Su questi c'è modo di intervenire?
Vengo alle ultime due questioni che volevo sottoporle. Parto dalla questione degli ispettori. Prendiamo atto delle assunzioni. Sicuramente i piani assunzionali sono iniziati tempo fa, anche negli scorsi Governi, però è chiaro che dobbiamo capire che tipo di personale viene assunto, la loro formazione. Vorrei capire il ruolo dei tecnici della prevenzione in questo, perché, di fatto, sono persone laureate proprio in questa materia e dovrebbero essere utilizzati meglio e di più.
L'ultima questione attiene alla legge che lei ha citato ieri, che era quella della sicurezza del lavoro all'interno delle scuole come insegnamento. Mi permetto di dire che la riteniamo non un passo avanti, perché mancano i fondi e quindi è necessario che inizialmente vengano formati per poter dare questo tipo di insegnamento. Se sono d'accordo con lei nell'ambito del discorso di una formazione di una vita sicura per i ragazzi, dall'altra parte forse la cultura della sicurezza sul lavoro avrebbe meritato più attenzione, nel senso di dedicarle un insegnamento ad hoc e non inserirla all'interno dell'educazione civica.

GIOVANNA IACONO.
Signora presidente, la ringrazio per la parola.
Buongiorno, signora Ministra. Grazie anche a lei per la sua presenza e la sua disponibilità.
Intervengo, oggi, come capogruppo del Partito democratico, in questa Commissione, soprattutto su due questioni che, quando si discute di salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori, consideriamo dirimenti. Mi riferisco a due tematiche, fondamentalmente: quella che riguarda la formazione e quella che riguarda, invece, i subappalti.
Rispetto al primo tema, quello che riguarda la formazione, che per noi – lo abbiamo detto più volte e lo ribadiamo qui – significa cultura della prevenzione, non sembra nemmeno oggi che ci sia la volontà politica di affrontare questo tema in modo serio e concreto.
Se pensiamo al provvedimento che abbiamo esaminato ieri, per esempio, del quale lei ha fatto menzione, che citava prima, è un progetto di legge che, dal nostro punto di vista, non è risolutivo, ma si limita – anche per le cose che diceva prima la collega che mi ha preceduto – a prevedere una mera nozionistica da propinare a questi studenti. Ieri, onestamente, non abbiamo capito nemmeno con quali risorse e con quali modalità.
Non è un progetto di legge, una legge che incide nella risoluzione del problema.
Lei ha parlato delle ispezioni, del potenziamento anche del numero degli ispettori, su cui noi non possiamo che essere d'accordo. Diciamo però – e insistiamo su questo – che per noi va bene l'ispezione, gli ispettori riteniamo siano essenziali e che svolgano certamente un ruolo importante, ma l'ispezione deve essere per forza associata alla formazione. Formazione che – ormai è opinione comune e consolidata – rappresenta il fattore, insieme alla prevenzione, che incide maggiormente e positivamente sulla sicurezza e sulla salute dei lavoratori.
Pensiamo sia essenziale rendere la formazione un diritto universale ed esigibile da ciascun lavoratore e da ciascuna lavoratrice. È per questo che stiamo lavorando, da settimane ormai, in questa direzione. Pochi giorni fa abbiamo anche depositato una proposta di legge, a mia prima firma, relativa proprio a questo tema, proprio al diritto dei lavoratori ad avere la certezza di essere formati, sulla quale, chiaramente, non mi soffermo in questa sede, che non mi pare quella idonea.
Signora Ministra, sulla seconda questione, quella relativa ai subappalti, i fatti tragici, molto tragici di Firenze, quelli più recenti, che si sommano a tutte le tragedie alle quali abbiamo dovuto, purtroppo, assistere, che lei citava prima nella sua relazione introduttiva, hanno messo in evidenza, hanno fatto emergere con forza alcune cose rispetto a quanto noi affermiamo ormai da tempo. I subappalti, dal nostro punto di vista, consentono anche di aggirare gli obblighi formativi e mettono a rischio le lavoratrici e i lavoratori che hanno minori tutele. Per questo motivo chiediamo che si dica «basta» ai contratti pirata e che il Governo preveda delle misure nell'immediato che estendano le tutele del Codice degli appalti al settore privato. Riteniamo che non possano esserci lavoratori di serie A e di serie B. Lo abbiamo detto e lo ribadiamo qui.
Approfittiamo della sua presenza oggi in Commissione, che abbiamo voluto fortemente, e la ringrazio ancora per la sua disponibilità, per chiederle, rispetto a queste due tematiche, cosa nell'immediato intende realmente fare il Governo, quindi lei da Ministra del lavoro. Sono temi che lei oggi ha toccato, però non in modo specifico, non in modo approfondito, senza l'approfondimento che, secondo noi, queste due questioni, queste due tematiche meritano.

PRESIDENTE.
Chiedo ancora se da remoto ci sono altri interventi.
Onorevole Quartini, appena il suo audio verrà ripristinato, le daremo la parola.
Intanto la ringrazio, signora Ministra, per questa audizione. Nel suo insediamento, ad agosto, abbiamo audito immediatamente i vertici dell'INAIL e abbiamo voluto chiamarla in una fase un po' più avanzata anche del nostro lavoro, perché – come è giusto che sia – queste sono sedi in cui approfondire alcune tematiche, anche svolgendo, così come sta facendo questa Commissione, alcuni interventi ispettivi sul territorio nazionale, sul quale andremo avanti. Naturalmente, certamente l'edilizia è uno dei terreni su cui ci sono maggiori irregolarità e anche maggiori incidenti. Credo, quindi, sia nostro dovere vigilare con maggiore attenzione. Su questo, anche nello spirito del suo intervento, ne colgo tutta la sensibilità.
Penso anche alla cantieristica navale. Abbiamo iniziato, anche su questo, un percorso, così come in agricoltura, rispetto, evidentemente, alla necessità di applicare delle regole che ci sono.
Mi permetto di rivolgerle una prima considerazione. Lo abbiamo già fatto nelle sedi della Commissione lavoro della Camera, visto che il decreto di cui lei oggi ci ha parlato è stato, se non ricordo male, assegnato alla Camera dei deputati, alla Commissione bilancio. Approfitto anche di questa sede, Ministra, per dirle che, visto il tema e quello spirito di collaborazione, sarebbe – io penso – opportuno parlare di questi argomenti non solo in Commissione bilancio, ma anche in Commissione lavoro. Questo è un punto dirimente non solo di opportunità e di rispetto del ruolo del Parlamento, ma, vorrei dire, anche delle Commissioni deputate a svolgere il proprio lavoro. Proprio perché noi siamo una Commissione a parte, mi permetto di fare alcune considerazioni sperando che possano rappresentare degli spunti costruttivi al lavoro.
Parto proprio dal tema della patente a punti, che considero un elemento positivo. È importante, però, farlo bene. Fatemelo dire. Visto che era previsto nei decreti attuativi del Testo unico del 2008, direi che farlo bene è altrettanto importante, visto che siamo arrivati fin qui.
La riflessione che mi permetto di sottoporle è che la decurtazione dei punti a seguito di eventi lesivi, dovendo attendere i tempi lunghi della giustizia italiana, a mio giudizio, rischia di essere un po' inefficace, soprattutto a prevenire gli incidenti.
Vedo anche un altro rischio, che mi permetto di sottolinearle. Stabilendo un meccanismo di decurtazione dei punti, l'azienda non ha un reale incentivo a migliorarsi, soprattutto perché molto spesso non vi è, così, la consapevolezza del rischio che possano avvenire degli incidenti.
Inoltre, può essere incentivato il frazionamento delle imprese, che è la preoccupazione che ho, per abbassare, quindi, il rischio che un evento lesivo possa portare alla sospensione dell'intera attività. Naturalmente, sono quesiti che le pongo.
Questo meccanismo, pur comprendendo e venendole dietro nel ragionamento, non vorrei che addirittura ci portasse a un proliferare, invece, di falsi lavori autonomi e all'aumento ancora di più, già oggi, della presenza delle imprese, non solo a causa dei subappalti, degli eccessivi subappalti. In generale, abbiamo una presenza – come anche lei ricordava – di piccole e medie imprese, che sono la stragrande maggioranza delle imprese in questo Paese. Ieri è morto un signore di 79 anni su un cantiere. È inaccettabile che a 79 anni ci siano persone sui cantieri edili a lavorare.
È evidente, quindi, che dobbiamo affrontarlo in modo molto forte.
Proprio perché serve effettivamente partire da un settore, lo comprendo, mi domando se era necessario toccare la norma primaria o se, forse, non si poteva fare un decreto ad hoc rispetto al tema dell'edilizia, in maniera tale da non andare a impattare su quello e provare a costruire.
Aggiungo che l'elemento delle esperienze delle politiche pubbliche non ha esattamente funzionato in Italia in questo tema, soprattutto per quello che riguarda – mi permetto di dire – l'avanzamento tecnologico utilizzato proprio sulle grandi infrastrutture. Noi stiamo concludendo l'indagine su Brandizzo. È altrettanto evidente che, rispetto a questo, abbiamo un gap strutturale che bisogna provare a colmare. Lei stessa lo richiamava nella sua relazione. Da questo punto di vista, immagino che utilizzare un sistema come più o meno era stato quello di Industria 4.0 in un Paese dove prevalgono le piccole e medie imprese forse potrebbe essere più efficace ancora di introdurre un sistema premiante per le aziende che adottano misure specifiche di miglioramento rispetto al minimo di legge, in modo che ai committenti sia evidente il grado di aderenza dell'azienda alle migliori pratiche in materia di sicurezza. Lo pongo come quesito.
Io ho la preoccupazione che una patente a crediti con punti aggiuntivi per le aziende, con certificazioni che non siano, magari, all'altezza non aiuti a uscire dalla situazione in cui ci troviamo oggi. Da questo punto di vista, sicuramente uno sforzo in più bisogna provare a farlo per intervenire.
Vorrei anche sottolineare che mi sembra un po' improprio l'utilizzo di una norma di legge per esplicitare le modalità di definizione dei punti, se non altro perché, chiaramente, è necessario diversificare in base al settore di applicazione. Mi domando se non sarebbe stato più efficace, proprio a seguito dell'incidente avvenuto nel cantiere dell'Esselunga di Firenze, portare in Parlamento un meccanismo generale di patente a punti e andare, poi, a dettagliare con singoli decreti, proprio – come dicevo prima – per dare davvero maggiore valenza alla legge n. 81.
Per quanto riguarda, invece, la parte sulle nuove assunzioni, su questo come si fa a non essere d'accordo, ci mancherebbe altro. Io mi permetto due riflessioni. La prima: quando lei cita la regionalizzazione io sono d'accordo con lei, però credo che dobbiamo porci con molta franchezza la domanda del perché le persone vincono i concorsi e/o se ne vanno o chiedono di essere spostate. Credo che questo tema aiuti anche a comprendere. Le faccio un esempio che, in qualche modo, tocca un aspetto sensibile, proprio perché oggetto di inchiesta della nostra Commissione: penso a Brandizzo. Sono stata all'inaugurazione dell'anno giudiziario a Torino, dove la procuratrice generale ha portato questo all'attenzione. Ho qui con me la relazione. Naturalmente, non è materia tutta di sua competenza, ma ci tengo a partire da queste osservazioni che fanno riflettere su come la situazione sia al collasso. Perché? Perché c'è una scopertura totale in una procura, come quella di Ivrea, su cui è gravato il caso Brandizzo, ma anche altri casi drammatici, in cui abbiamo una scopertura reale dell'85 per cento rispetto al fabbisogno.
Lei capisce bene che si tratta – cito testualmente – di un «ufficio al collasso», dove addirittura se ci si ammala non si può essere sostituiti. Cito testualmente la relazione della procuratrice di Torino: «In questo desolante contesto devo segnalare due aspetti di straordinaria gravità: la mortificazione delle aspettative di giustizia dei cittadini di questo circondario – mi faccia dire, ancora di più quando parliamo di familiari di vittime sul lavoro, in questo caso lei cita proprio un caso specifico, un piemontese su otto – e il fatto che ciò sia ormai noto alla criminalità locale, che, come emerge da alcune intercettazioni telefoniche, sceglie obiettivi che rientrano nella competenza della Procura».
Lo dico a lei naturalmente sapendo che non è di competenza del suo Ministero. Infatti, io ho interrogato anche il Ministro Nordio su questo aspetto, perché evidentemente servono misure particolari e anche una legge ad hoc per sistemare tale situazione. Lo dico perché questo sarà uno dei punti che certamente andremo a toccare, perché abbiamo bisogno di avere un personale che è presente, che c'è e che lavora.
Rispetto alle nuove assunzioni, nutro un dubbio a proposito del depotenziamento dell'Ispettorato nazionale del lavoro. Io capisco che in questo Paese vige il Titolo V e, quindi, capisco la frammentazione. Sono convinta che si possa lavorare con un coordinamento, ha fatto bene, ne approfitto anch'io per ringraziare del lavoro investigativo svolto anche dalle Forze dell'ordine in questo caso, perché è stato prezioso. Penso al caso eclatante dei rider di Milano, dove se non ci fosse stato il contributo fattivo dell'Arma dei carabinieri magari saremmo andati ancora a rilento. Quindi, sono assolutamente convinta che questo sia importante, Ministra. Ma mi chiedo se non ha più senso lavorare a un maggior coordinamento e a un'agenzia unica che tenga insieme tutte queste assunzioni, piuttosto che frammentare eccessivamente.
È vero che c'è il coordinamento. Io sono assolutamente convinta che i servitori dello Stato lavorino nell'interesse. Ma capisco anche che forse serve una chiarezza anche rispetto a chi fa che cosa. Quindi, se avete in mente di ridisegnare, come mi pare di intendere, l'INL, su questo vorrei capire chi farà davvero il capofila del coordinamento di questo nuovo percorso che immagino vogliate intraprendere.
Faccio una battuta: vanno bene le assunzioni, ma se la gente rinuncia ai concorsi non è solo per le condizioni della procura di Ivrea, ma perché, evidentemente, forse anche gli ispettori dell'INL chiedono da tempo di avere un'indennità riconosciuta. Lei lo sa bene, su questo ci siamo già battuti in anni precedenti. Quindi, questo quesito glielo sottopongo ancora una volta.
Arrivo velocemente alle ultime considerazioni. Anche alla luce di quello che le dicevo, mi preme rilevare che io l'ho sperimentato sul campo in questi pochi mesi di lavoro della Commissione e mi consenta di dirle che, se serve il personale della giustizia nella procura di Ivrea, questo serve da Nord a Sud del nostro Paese.
Vorrei conoscere, inoltre, Ministra, il suo parere su un tema su cui io inizialmente ero laica, ma mi sono convinta strada facendo che serva: io credo serva sempre di più introdurre una Procura nazionale per la sicurezza sul lavoro in alternativa all'introduzione di nuove fattispecie di reati, visto quello che accade in questo Paese. Se non arriviamo alla Procura, serve comunque la specializzazione in modo più chiaro e più evidente e la creazione di un coordinamento di strutture di supporto specializzate che credo siano essenziali per dare giustizia rapida ai lavoratori che hanno subìto infortuni o che addirittura sono morti nei luoghi di lavoro, che sono davvero troppi.
Ho anche da porle una questione rispetto al tema dei patronati. Ripeto, faccio un elenco della spesa, Ministra, dal momento che l'occasione è troppo ghiotta. Le chiedo anche su questo, non oggi, se il Ministero può fornire alla Commissione un focus sulla questione che riguarda la vigilanza sui patronati e se si può fare di più e meglio da questo punto di vista. Anche su questo, naturalmente, vogliamo collaborare con voi.
Arrivo rapidamente al tema dei decreti attuativi, e concludo. Arriviamo sempre là, ai decreti attuativi del decreto legislativo n. 81 del 2008. Anche lì la lista delle urgenze è lunga. Parto col chiederle se ci sono novità sulle norme in materia di informazioni che devono essere definite in Conferenza Stato-regioni, tema che ritengo essere estremamente urgente. Le cito anche le norme per l'istituzione del fondo INAIL per alimentare i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriale (RLST), strumento essenziale soprattutto per le piccole imprese, quelle per l'attività a basso rischio, dove in caso di appalti, invece, con il documento unico di valutazione dei rischi interferenti (DUVRI) si nomina un addetto al controllo degli appaltatori, il decreto di qualifica delle imprese non edili, il modello di valutazione dei rischi per le attività a basso rischio. Sulle norme attuative immagino sia condivisa da tutti l'esigenza di giungere alla definizione di questi testi.
Per portarle un esempio, Ministra, siamo stati di recente a La Spezia per fare una visita ai cantieri navali e ci è stato rappresentato come serva l'emanazione dei decreti di coordinamento con il decreto legislativo n. 81 del 2008 e con le norme previste per l'attività a bordo delle navi (decreto legislativo n. 271 del 1999) in ambito portuale. Il decreto legislativo n. 272 del 1999 rappresenta una criticità e una grave lacuna normativa, che potrebbe anche essere facilmente colmata dal momento che erano, a quanto mi risulta, già stati oggetto di discussione con le parti sociali e depositati presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. Naturalmente lo faccio presente a lei.
Oltre al personale mancante degli ispettori, mi permetto anche di chiederle, sempre sulla spinta del lavoro fatto fin qui dalla Commissione, se è a conoscenza e quanto sia importante anche la carenza dei medici del lavoro, che certamente rappresentano un pezzo straordinariamente importante, anche e soprattutto con la connessione alle trasformazioni del mondo del lavoro. Dunque, abbiamo bisogno di rafforzare anche questo aspetto.
La ringrazio.
Non essendovi ulteriori richieste di intervento da parte dei colleghi (l'onorevole Quartini non risponde) do la parola alla Ministra Calderone per la replica.

MARINA ELVIRA CALDERONE, Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Grazie, presidente. Vi ringrazio delle osservazioni e dei quesiti posti, a cui cercherò di dare risposta. Ovviamente, ribadisco, anche per effetto del fatto che poi sarà interessante confrontarmi con gli altri commissari, la mia disponibilità a tornare e a portarvi quelle risposte che non dovessero essere oggetto della mia replica.
Avete fatto tante domande e tante osservazioni. Innanzitutto, vorrei precisare che il mio intervento è stato di trenta minuti, onorevole Iacono, per effetto del fatto che questo era lo slot orario indicatomi dalla Commissione. Comunque, quando vuole, sono pronta a parlare anche per un paio di giorni, perché questi sono temi che tratto da un bel po' di tempo nella mia vita e che credo meritino assoluta attenzione. Quindi, ha la mia disponibilità, onorevole Iacono.
Parto dal tema dei patronati, perché credo sia uno dei temi importanti posti alla mia attenzione dalla presidente. Certamente concordo sul fatto che sia importante migliorare l'attività di vigilanza, perché buona parte del personale con qualifica ispettiva dell'Ispettorato nazionale del lavoro è interessata e destinata ai controlli sulle attività di patronato, che sono necessarie per il pagamento ai patronati del contributo che per le singole annualità riconosce il bilancio pubblico. Effettivamente, è una norma o un sistema di controllo estremamente datato, basato quasi esclusivamente su verifiche di tipo documentale, quindi gli ispettori devono analizzare e controllare documenti, e certamente non si avvantaggiano di quelle che, invece, oggi sono le potenzialità che possiamo mettere in campo attraverso l'interrogazione delle banche dati e, quindi, la verifica congiunta delle informazioni. Questo perché, nel momento in cui a un patronato devo riconoscere un punteggio per la predisposizione e l'elaborazione di una pratica di pensione, ho perlomeno la possibilità di accedere al portale dell'INPS e verificare se quella pratica risulta gestita e liquidata e, se viene liquidata, la persona con quel codice fiscale a cui fa riferimento il patronato. Questo è un esempio banale per dire che oggi siamo in grado di fare interrogazioni assolutamente semplici, ma anche interrogazioni molto sofisticate.
Per quanto riguarda il sistema di inclusione sociale e lavorativa, sapete perfettamente che siamo in grado di controllare preventivamente una pratica e, quindi, di andare a verificare se un richiedente l'intervento ha lavorato e ha dimenticato di dircelo, perché basta fare un incrocio tra la banca dati delle comunicazioni obbligatorie telematiche e il sistema UNIEMENS dell'INPS per sapere se un codice fiscale ha una storia recente di episodi lavorativi. Ed è quello che si sta facendo.
Questo, inoltre, è quello che faremo anche per il sistema dei patronati. Abbiamo già avviato un tavolo con le organizzazioni del mondo dei patronati per verificare, anche attraverso le loro segnalazioni e le loro proposte, il modo per rendere più veloce l'attività di controllo. Attenzione, non meno puntuale, più veloce – questo lo voglio sottolineare – anche perché ne abbiamo le potenzialità. Credo sia importante questa cosa.
Io ho ereditato una situazione, quando sono diventata Ministro, per cui ci sono dei patronati che non hanno ancora avuto il saldo di annualità risalenti all'anno 2018, e qualcuno anche di anni precedenti, e si procede sempre con degli anticipi, rendendo così molto difficile la chiusura delle annualità. Ma sapete per quale motivo? Perché gli ispettori del lavoro devono fare le attività di controllo su tutto il territorio nazionale per effetto della diversa composizione della forza lavoro degli ispettorati sul territorio. Non tutti gli ispettorati hanno lo stesso numero di ispettori e la stessa capacità di elaborazione delle pratiche, anche a causa di carenze nei ruoli rispettivi. Ma noi dobbiamo aspettare che venga conclusa anche l'ultima pratica prima di effettuare il saldo dell'annualità.
Credo che questo sistema necessiti di essere assolutamente innovato, anche perché abbiamo bisogno di restituire all'attività ispettiva tipica quante più persone possibili in quello che è il ruolo attuale dell'ispettorato, nel contempo abbiamo bisogno di dare agli istituti di patronato merito di quella che è la loro attività saldando le pendenze.
Noi ci lavoriamo da sedici mesi e stiamo individuando i percorsi. C'è un confronto aperto con le organizzazioni del mondo dei patronati, affinché il sistema possa essere velocemente implementato.
Per quanto riguarda il tema sollevato dall'onorevole Barzotti – mi consentirete di spaziare sui vari interventi – che esprimeva un pensiero positivo e un'approvazione per lo sblocco del ruolo ad esaurimento degli ispettori di INPS e INAIL, credo che gli interventi dell'onorevole Barzotti e della presidente Gribaudo possano essere ricollegati. Noi abbiamo evidenza dei fatti, e io ce l'ho perché nel corso degli anni, ovviamente, l'ho sperimentato. Il percorso dell'Ispettorato nazionale del lavoro come unico soggetto che poi si occupava di coordinamento e di ispezione ha avuto un punto di caduta nel fatto che quei ruoli che fino ad oggi erano considerati ruoli a esaurimento avrebbero dovuto comportare la confluenza del personale ispettivo di INPS e INAIL nel ruolo dell'Ispettorato.
Sappiamo perfettamente, però, che, anche per effetto della diversa modalità di calcolo delle retribuzioni del personale ispettivo di INPS e INAIL, compreso il compenso incentivante, ciò non è avvenuto, pur lasciando in capo agli ispettori del lavoro il coordinamento delle attività ispettive. Lo stesso sarà anche dopo aver sbloccato i ruoli. Se non riusciamo ad avere un unico corpo ispettivo e una integrazione effettiva organica di competenze, bisogna guardare a quello che quei corpi ispettivi ci possono restituire.
Per quanto riguarda il personale ispettivo dell'INPS, è importantissima tutta la loro competenza in termini di corretta applicazione della contribuzione dovuta e soprattutto dell'analisi specifica che può essere fatta su un tema così importante come la gestione di tutti gli strumenti di sostegno al reddito degli ammortizzatori sociali. Per quello abbiamo riflettuto oggi sull'importanza di ricostituire un percorso autonomo, certamente coordinato nell'ambito dell'Ispettorato nazionale del lavoro. La stessa cosa è per l'INAIL.
Oggi abbiamo duecento ispettori INAIL, ruolo a esaurimento. Molti di loro, tra l'altro, sono anche vicini al pensionamento. Noi rischiamo di perdere delle competenze importanti sulla classificazione del rischio, sul suggerimento delle ulteriori valutazioni sul miglioramento della tabella di calcolo dei premi, ma soprattutto della classificazione dei rischi. È importante l'esperienza degli ispettori e noi non riusciamo a fare un processo di trasferimento delle competenze dai corpi ispettivi di INPS e INAIL verso l'Ispettorato nazionale del lavoro, anche per effetto del fatto che non è un unico corpo.
Credo sia importante mettere in campo, invece, una vigilanza sempre più qualificata, perché poi è quello che ci sta portando a valorizzare moltissimo e soprattutto ad avvalerci ancora di più della competenza del nucleo dei Carabinieri. Anche lì abbiamo una competenza e una capacità di gestione e di analisi dei fenomeni che si sviluppano sul territorio data dal fatto che i Carabinieri sono ovunque, in ogni Comune d'Italia, sono dei sensori eccezionali per tutti i fenomeni che voi avete descritto.
Guardare al tema dell'ispezione certamente vuol dire anche guardare in termini di potenziamento. Mi è piaciuto tutto quello che è stato detto a tal proposito.
L'onorevole Barzotti è intervenuta facendo una sottolineatura sulle competenze e sui curricula dei candidati ai ruoli rispettivi tecnici, parlando anche dei tecnici per la prevenzione.
Se devo guardare al reclutamento che è stato avviato negli anni scorsi per gli ispettori tecnici e ai titoli di studio che sono stati considerati ammissibili, devo dire che non ci si è riservati o perlomeno non ci si è rivolti soltanto ai laureati tecnici (ingegneri e architetti), perché poi, per poter essere inquadrati nella terza fascia funzionale dei Ministeri, e quindi dei corpi centrali dello Stato, bisogna essere in possesso della laurea magistrale o specialistica quinquennale.
Ci sono, invece, tante professioni tecniche, anche esercitate in forma di ordini e collegi, che potrebbero essere assolutamente importanti per le nostre finalità. Mi riferisco ai tecnici per la prevenzione, ma anche ai periti agrari, ai periti industriali, ai geometri che hanno un background di competenze che è molto specifico.
Con il Ministero per la pubblica amministrazione, con il Ministro Zangrillo, stiamo valutando come riuscire a inserire un reclutamento straordinario che possa aprirsi anche a queste professionalità proprio per i ruoli tecnici dell'Ispettorato. Su questo, però, saprò essere anche più precisa, perché ovviamente attiene al sistema di classificazione che viene dai contratti collettivi e dal comparto ARAN, quello delle funzioni centrali.
Per quanto riguarda il cosiddetto «tesoretto» INAIL, l'avanzo di amministrazione, non è nel bilancio dell'INAIL o nella disponibilità dell'INAIL, perché ogni anno, quando viene chiuso il bilancio, l'avanzo di amministrazione va alla Tesoreria dello Stato. Oggi abbiamo circa – cito a memoria – 39 miliardi di avanzo di amministrazione che deve essere sbloccato dalla Tesoreria dello Stato. Per quanto riguarda, invece, il corrente, quindi ciò che viene ogni anno consegnato al bilancio dello Stato, oggi è intorno ai 2,5 miliardi per anno. Invece, per quanto riguarda il 2024, per effetto della programmazione che abbiamo condiviso con l'INAIL e con il commissario, arriveremo a chiusura di anno con un avanzo di amministrazione sensibilmente più basso, perché spendiamo, investiamo le risorse proprio sui temi della formazione e della valorizzazione delle aziende, compreso – questa è una importantissima sottolineatura – il richiamo alle piccole e medie imprese che sono quelle che, soprattutto sui temi della prevenzione, devono essere maggiormente sostenute, anche sul tema dell'applicazione.
Sulla patente a punti, per me è già molto importante sentirvi dire che è un elemento positivo. Certamente si può aprire anche una riflessione su come migliorarlo, su come estenderlo ai vari settori, su quali possono essere anche i vari percorsi e anche le modalità di riconoscimento della formazione e delle qualifiche aziendali. Però, lasciatemi dire che io sono ben consapevole che è un tema delicato e importante, altrimenti perché dal 2018 a oggi, in sedici anni, nessuno ha attuato quella disposizione? Credo ci sia consapevolezza. Penso si possa dire che, oltre a essere un gesto di consapevolezza, è anche un gesto di coraggio rispetto alle attenzioni che hanno manifestato le associazioni sindacali dei lavoratori, perché il manifesto di CGIL, CISL e UIL nel suo decalogo mette come tema anche quello della patente a punti come necessario per il sistema delle imprese.
Credo che questo sia un tema importante, perché in questo momento può aiutarci a costruire anche una modalità con cui noi, in modo più sapiente, andiamo a guardare alle capacità dell'impresa di stare non solo sul mercato, ma di stare sul mercato rispettando le regole e applicando le regole legate a una sostenibilità sociale, che è il percorso che le aziende sono chiamate a fare.
Si parlava giustamente della formazione e della cultura della prevenzione. A me non sembra di poter dire che ci sia un'assenza di volontà politica. Il tema della cultura della prevenzione credo sia assolutamente un tema condiviso. Mi piace anche il fatto che vada oltre le posizioni partitiche e oltre gli schieramenti politici. Credo, invece, che il tema della cultura della prevenzione possa essere un elemento unificante su cui possiamo trovare un percorso comune. Il fatto che nell'ambito dei subappalti ci possano essere, e ci siano, dei momenti di caduta delle tematiche e quindi obblighi in materia di formazione, quando c'è un appalto illecito, c'è la caduta di tutto, prima di tutto della corretta applicazione dei contratti collettivi di lavoro, ma ancora di più delle modalità con cui si assume un lavoratore.
Se un soggetto che non è autorizzato per legge alla somministrazione di manodopera gestisce, di fatto, un'attività di affitto di personale, quella è una condizione in cui sta mettendo in campo, quindi sta concludendo un negozio illecito per trarne un profitto. Quel profitto nasce dal fatto che si stanno massimizzando gli utili, ma da un'altra parte si stanno anche abbandonando delle tutele.
L'intervento che noi abbiamo fatto sulla penalizzazione è un messaggio importante, perché, laddove c'è il penale, nel momento in cui si incorre in una sanzione penale scattano una serie di altri campanelli d'allarme, compresi quelli legati alla gestione di una patente a punti.
La presidente Gribaudo si pone il problema – credo sia assolutamente corretto così come lo pone lei – dei tempi in cui si arriva ad accertare la colpevolezza assoluta del soggetto, perché poi quello attiene ovviamente al passaggio in giudicato di una sentenza di colpevolezza. Però, è altrettanto vero – lo ribadisco non perché è un mio pensiero, ma perché l'ho scritto in una norma – che laddove, invece, ricorrano delle situazioni gravi perché l'Ispettorato nazionale del lavoro evidenzia nella sua attività ispettiva che ci sono delle situazioni di pericolo imminente, la patente può essere sospesa anche prima della sentenza passata in giudicato.
Laddove c'è un appalto illecito, laddove scopri che un lavoratore era adibito a una attività altamente specializzata senza averne una formazione e invece è retribuito come un manovale, quelli sono dei profili di irregolarità che devono far scattare un'osservazione. Stiamo mettendo a sistema una serie di azioni per cui debba arrivare veloce e forte il messaggio ai furbetti, per non dire ai soggetti che agiscono illecitamente, che è finita. È finita perché siamo in grado, anche con il potenziamento degli interventi che stiamo facendo sul fronte delle ispezioni, di controllarli, sanzionarli ed evitare che facciano danni.
Basta avere anche la capacità di denuncia, che a me non è mai mancata neanche in passato quando ho dovuto prendere delle posizioni nei confronti di soggetti che operavano in modo irregolare. Credo che ci sia da fare una grande azione sinergica su questo tema, perché anche qui io credo che abbiamo tutti una sensibilità collettiva. Vogliamo che le persone lavorino, lavorino in sicurezza e siano correttamente retribuite. Infatti, quando vi ho detto che abbiamo esteso la responsabilità solidale anche all'appaltatore fittizio vuol dire che abbiamo collegato la catena dell'appalto e dei subappalti applicando il criterio del corretto inquadramento contrattuale. Questo credo sia un aspetto importante.
Sui fondi per l'insegnamento della materia della salute e sicurezza sul lavoro nelle scuole, io posso prendere l'impegno con l'onorevole Barzotti che farò in modo di creare la copertura ulteriore, quindi anche il finanziamento di percorsi anche laboratoriali di insegnamento della salute e sicurezza sul lavoro per quanto riguarda gli IeFP e quindi la formazione professionale di stampo regionale, che è di competenza e viene finanziata dal Ministero del lavoro. Lì mi impegno, cercherò di mettere in campo tutte le risorse, non perché debbo portare a casa un risultato mediatico ma perché credo che sia importante. Parliamo di ragazzi che frequentano percorsi di formazione e lavoro, quindi è giusto che arrivino all'esperienza lavorativa sapendo perlomeno che cos'è il decreto n. 81, quali sono le esigenze di formazione specifica, sapendo quindi che bisogna essere formati per i singoli lavori e soprattutto che la sicurezza non è un gioco. Credo che questo sia importante.
Sul tema dell'eliminazione del badge, permettetemi di dissentire. Noi non abbiamo eliminato il badge in edilizia. È solo l'effetto di un coordinamento tra norme che dicevano la stessa cosa. Se, però, abbiamo bisogno di rassicurarvi che quello non è un intervento ad excludendum, ci mettiamo seduti, ci raccontiamo quali sono le perplessità con norme alla mano e io non ho alcuna difficoltà. Ma è solo l'effetto di coordinamento con norme che già prevedevano l'intervento, perché nel Testo unico è già previsto che ci debba essere il cartellino identificativo, quindi è un richiamo al Testo unico, perché la norma che istituisce il badge in edilizia è un rafforzativo di un qualcosa che già esiste.
Rispondo anche alla presidente Gribaudo che mi chiede come mai per introdurre la patente a crediti abbiamo riscritto l'articolo 27. Per un effetto di coordinamento, laddove una norma precedente già prevedeva quell'intervento e avendo noi invece l'interesse a meglio delineare quelle che sono le caratteristiche dell'intervento, non abbiamo fatto un richiamo semplice ma siamo andati in sostituzione, per evitare che poi ci fosse un problema di coordinamento tra norme. Questa è una tecnica legislativa che abbiamo ritenuto di adottare per rendere più efficace e più comprensibile l'intervento fatto.
Per quanto riguarda i fondi per il personale dell'Ispettorato – perché io non mi sottraggo al tema che l'appetibilità di alcune proposte di lavoro è data anche dal livello della retribuzione, raffrontata e rapportata al livello delle responsabilità – nella norma trovate che abbiamo finanziato un fondo che consentirà all'Ispettorato anche di individuare delle indennità a favore del personale ispettivo, così come veniva richiesto anche dai sindacati dell'Ispettorato. Questo mi sembra giusto, perché credo che poi sia importante anche valorizzare la professionalità. Questo è un tema molto ampio – ne potremo riparlare – di competizione che a volte avviene anche tra Ministeri e tra realtà della stessa amministrazione centrale, in cui le politiche retributive sono differenti perché sono differenti anche le risorse messe a disposizione dalla contrattazione aggiuntiva. Quindi, si può creare anche una competizione interna che in qualche caso poi ci crea dei problemi. Il fatto di guardare al territorio è semplicemente legato alla necessità anche di consentire a chi magari, ovviamente vincitore di concorso, accetterebbe una proposta nell'ambito di un determinato bacino territoriale di poterlo fare piuttosto che avere invece una proposta solo ed esclusivamente per una sede molto lontana.
Abbiamo un tema anche di insularità e quindi di collocazione del personale ispettivo anche nelle isole e nei territori che sono più difficili da raggiungere. Io sono sarda, quindi so perfettamente che sto parlando dell'«isola-isola», in questo caso 13 ore di nave da Civitavecchia, però anche per quanto riguarda la Sicilia, dove pure l'attività ispettiva non è di competenza del Ministero del lavoro e delle politiche sociali perché è di competenza regionale, abbiamo sottoscritto già all'inizio dell'anno scorso una convenzione con Regione Siciliana, che ha messo a disposizione 30 ispettori del lavoro residenti in Sicilia e abbiamo già in animo di raddoppiare con un altro contingente di 30 ispettori tecnici che possano consentire di attuare anche una attività ispettiva per quanto riguarda la materia tecnica su tutto il territorio della Regione Siciliana, un territorio anche geograficamente complesso. Questo mi sento di dirlo perché ho riconosciuto l'accento, onorevole Iacono. Il mio cognome, comunque, declina anche le origini.
L'onorevole Barzotti parlava del Ddl Lavoro e della precarizzazione, ma su questo mi permetto di dissentire, perché, per quanto riguarda l'intervento fatto per le causali del contratto a termine, che hanno modificato il disposto del «decreto Dignità», mi creda, non c'è un'evidenza nei numeri che quell'intervento fatto nel «decreto Dignità» abbia prodotto un contrasto alla precarizzazione. Noi abbiamo riconsegnato le causali alla contrattazione collettiva e secondo me quello è il sistema migliore. L'evidenza ce la dà il fatto che sono in aumento i contratti a tempo indeterminato e invece c'è una contrazione dei contratti a termine. Poi, quando un contatto viene utilizzato in modo improprio, non è la causale quella che fa la differenza, ma semplicemente il fatto che quel contratto è stato utilizzato con modalità differenti da quelli che sono i crismi di legge, e su quello ovviamente c'è l'azione a contrasto.
Nemmeno sul tema della liberalizzazione e della somministrazione sono d'accordo, sebbene ovviamente io rispetti le posizioni, perché stiamo parlando di somministrazione a tempo indeterminato e voi sapete meglio di me che, per quanto riguarda le agenzie di somministrazione, corrispondono integralmente quelle che sono le spettanze previste dal contratto collettivo nazionale di lavoro dell'utilizzatore e che il lavoro in somministrazione costa di più e non costa di meno perché la società utilizzatrice deve pagare anche l'agenzia.
In questo caso, sulla somministrazione a tempo indeterminato quello è un istituto che viene utilizzato laddove c'è necessità di avere anche a che fare con dei team di lavoro che abbiano una determinata specializzazione e che possano consentire anche alle aziende che non sono strutturate per determinati settori di avvalersi di professionalità specifiche. Questa è la genesi della somministrazione a tempo indeterminato, su cui però ci possiamo confrontare.

PRESIDENTE.
Grazie, Ministra, la liberiamo. C'era un messaggio di un collega che non riusciva a collegarsi, che naturalmente le consegno, così come le riconsegno – giustamente, non pretendevamo le risposte su tutto – una riflessione anche sulle questioni che le ho posto. Penso alla Procura e alla questione legata alla Conferenza Stato-regioni. Indubbiamente, auspichiamo che questo non sia l'unico nostro confronto, ma il primo di una serie.
Dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle ore 11.40.


fonte: camera.it