Audizione del direttore dell’ufficio regionale dell’INAIL e del direttore dell’ufficio regionale del lavoro

Intervengono il direttore dell’ufficio generale regionale dell’INAIL e il direttore dell’ufficio regionale del lavoro.

PRESIDENTE
È ora prevista l’audizione del direttore dell’ufficio generale regionale dell’INAIL, dottor Mario Longo, e del direttore dell’ufficio regionale del lavoro, dottoressa Ester Tosches, ai quali diamo il benvenuto.
Dottor Longo, la ringraziamo per le tabelle che ci ha trasmesso ma devo dirle che abbiamo incontrato qualche difficoltà nella loro lettura.

LONGO Mario
A quale tabella si riferisce, Presidente?

PRESIDENTE
A quelle riguardanti gli infortuni mortali avvenuti negli anni 2008, 2009 e 2010 e poi alla tabella parziale relativa al 2011.

LONGO Mario
Per quanto riguarda il 2010, sono stati denunciati all’Istituto 91 infortuni mortali; di questi, 59 erano riconducibili alla normativa contro gli infortuni e quindi sono stati riconosciuti come tali; per gli altri, che comunque vengono denunciati, non è stata applicata invece la normativa antinfortunistica. Tengo a precisare che nelle cause di irregolarità riportate nella tabella, per «persone non tutelate» si intendono i soggetti per i quali non si applica la normativa contro gli infortuni sul lavoro, ma che non sono assolutamente considerati lavoratori in nero. Si può trattare, ad esempio, del titolare di un bar o di un esercizio commerciale, per il quale non vige la tutela assicurativa contro gli infortuni sul lavoro.

PRESIDENTE
Sono comunque infortuni sul lavoro. Lei fa riferimento ad una differenza sulla tutela assicurativa ma, al di là delle tutele, ci sono stati 91 morti. Per morti regolari, invece, lei intende gli assicurati.

LONGO Mario
Anche i non assicurati, perché in questo caso parliamo di «persone non tutelate non assicurabili», una categoria per la quale non si applica la normativa.

PRESIDENTE
Quindi assicurati e non assicurati ma assicurabili?

LONGO Mario
Non assicurabili.

PRESIDENTE
Il terzo gruppo, quello degli irregolari, è composto invece dai non assicurabili.

LONGO Mario
Sì, con la specifica in calce.

PRESIDENTE
Quindi, gli infortuni mortali irregolari, cioè di soggetti non assicurabili, sono 32. Nella specifica c’è un riferimento a 10 persone non tutelate: chi sono?

LONGO Mario
Sono le persone per le quali non si applica la normativa contro gli infortuni, come ad esempio il titolare di un esercizio commerciale.

PRESIDENTE
Si parla poi di inesistenza del nesso di causalità.

LONGO Mario
Si tratta del caso in cui l’infortunio non è avvenuto in pendenza del rapporto di lavoro; si tratta di un lavoratore per il quale non si applicano le condizioni.

PRESIDENTE
Quindi non sono infortuni sul luogo di lavoro. Perché li ha inseriti, allora?

LONGO Mario
Perché sono denunciati come infortuni sul lavoro per i quali facciamo un accertamento.

PRESIDENTE
Noi dobbiamo capire l’andamento degli infortuni mortali e la tabella è di difficile comprensione.

LONGO Mario
Vi posso dire che per il 2010 i casi di infortunio sul lavoro sono 59.

PRESIDENTE
Gli altri 32 morti a cosa si riferiscono, allora?

LONGO Mario
Sono incidenti mortali non ricondotti alla categoria per la quale si applica la normativa del Testo unico sugli infortuni. Peraltro, sono sempre dati provvisori.

NEROZZI
Tra le cause di irregolarità c’è anche la carenza di documentazione?

LONGO Mario
In quei casi non abbiamo assolutamente chiuso la pratica relativa all’infortunio.

NEROZZI
L’irregolarità contributiva non è colpa di chi è morto.

LONGO Mario
Assolutamente, non c’è. L’irregolarità contributiva è prevista solo per le posizioni assicurative degli artigiani, per i quali vigeva il principio della necessità, non per i lavoratori ordinari.

NEROZZI
Però sono morti sul lavoro anche loro.

LONGO Mario
Certo.

NEROZZI
Secondo la sua classificazione, gli unici incidenti mortali non classificati come morti sul lavoro sono quelli legati all’inesistenza del nesso di causalità.

LONGO Mario
Vista in quest’ottica, sì.

NEROZZI
Tutti gli altri sono morti sul loro luogo di lavoro mentre lavoravano. Vi è poi qualche problema su altre cause di irregolarità, come sulle indicazioni «non di competenza» o «carenza di documentazione », tuttavia si tratta sempre di morti sul luogo di lavoro. I 12 soggetti per i quali si parla di inesistenza di nesso di causalità sono pur sempre morti.

LONGO Mario
Non sono morti riconducibili all’attività lavorativa.

NEROZZI (PD)
Sono quindi persone di cui era stata denunciata la morte per cause di lavoro e voi avete fatto delle verifiche.

LONGO Mario
L’esempio più emblematico è l’infarto, che spesso non viene ricondotto all’attività lavorativa pura.

NEROZZI (PD)
Il lavoratore ha avuto l’infarto mentre lavorava?

LONGO Mario
Sono episodi avvenuti, ad esempio, mentre il lavoratore tornava a casa o recandosi al lavoro.

NEROZZI (PD)
Non è un infarto sul luogo di lavoro, allora.

LONGO Mario
In questi casi il datore di lavoro comunque denuncia che un suo operaio è morto; poi le nostre indagini escludono l’applicazione della normativa antinfortunistica.

PRESIDENTE
Noto che nel 2010 queste problematicità sono ancora presenti. Nella tabella relativa al 2009 si evincono 62 infortuni mortali denunciati, 49 regolari, 13 irregolari, poi specificati nella nota in calce.
Avete ancora una vertenza aperta con queste persone?

LONGO Mario
Non chiudiamo mai queste procedure, perché potrebbe anche nascere un contenzioso per cui si riesce a sanare il difetto di occasione di lavoro o l’inesistenza del nesso di causalità. In effetti, non chiudiamo mai questi casi.

PRESIDENTE
Qual è il vostro dato ufficiale?

LONGO Mario
Per il 2009 abbiamo registrato 49 infortuni mortali cosiddetti regolari.

PRESIDENTE
Quindi nel 2010, quando si sono registrati 59 decessi, c’è stato un aumento di dieci unità.

LONGO Mario
Sì, soprattutto si è registrato un peggioramento nella provincia di Foggia.

PRESIDENTE
Invece nel 2008, usando lo stesso criterio, si sono verificati 66 infortuni mortali.

LONGO Mario
È da evidenziare il notevole numero di morti sulle strade, che rispetto alla totalità degli infortuni mortali costituisce una percentuale molto alta, che si attesta mediamente attorno al 50 per cento. In tale casistica non si comprendono solo gli autotrasportatori, ma anche i cosiddetti infortuni tecnicamente definiti in itinere, cioè quelli che hanno luogo nello spostamento da e per il luogo di lavoro.

PRESIDENTE
Questi fanno parte dei 49?

LONGO Mario
Sì. Se consideriamo l’ultimo dato del 2010, su 59 infortuni mortali, ben 35 sono avvenuti sulle strade, distinguendo in particolare chi svolge un’attività lavorativa sulle strade, come ad esempio gli autotrasportatori.

PRESIDENTE
Quello è un caso diverso.

LONGO Mario
Quello è un puro infortunio sul lavoro, mentre è notevole il numero di infortuni in itinere.

NEROZZI
Anche il postelegrafonico, il postino, lavora sulla strada e se viene investito da un motociclo il suo caso è uguale a quello dell’autotrasportatore.

LONGO Mario
Il numero degli infortuni mortali definiti in itinere è molto alto proprio per coloro il cui lavoro non si svolge sulla strada e gli incidenti avvengono mentre si recano o tornano dal posto di lavoro.

PRESIDENTE
L’incidenza di tali infortuni è molto alta in tutti e tre gli anni?

LONGO Mario
Sì, è sempre alta. Nelle mie conversazioni li riconduco anche a una questione di stress lavoro correlato: si corre sempre. Allo stesso modo, non si può escludere la concausa delle condizioni del manto stradale e delle avverse condizioni atmosferiche, che influiscono sempre su queste vicende.

PRESIDENTE
Quindi, nel 2008 abbiamo avuto in effetti 66 morti, nel 2009 ne abbiamo avuti 49, poi c’è stata una ripresa nel 2010 con 59 incidenti mortali, al di là di tutta l’altra problematica connessa. Sono questi i dati statistici che diffondete relativamente ai morti sul lavoro in un anno?

LONGO Mario
Con la postilla relativa alle cause di irregolarità, perché è sempre un dato oggetto di un eventuale riconteggio.

NEROZZI
La postilla diventa utile perché alcune delle fattispecie in essa indicate fanno anch’esse riferimento a infortuni sul luogo di lavoro. Pertanto, in relazione alla postilla che avete fatto - anche rispetto ad altre realtà - bisognerebbe capire quali soggetti hanno provato a truffare l’INAIL e individuare dove non c’è il nesso di causalità; diverso è il caso dell’artigiano che non ha pagato tutto quanto doveva all’INAIL e muore.

LONGO Mario
Sono situazioni molto relative, perché nel 2010 abbiamo solo un caso del genere, che quindi verrà ricondotto nell’alveo degli infortuni regolari.

NEROZZI
Vale lo stesso anche per la carenza di documentazione. Cosa si intende per «difetto di occasione di lavoro»?

LONGO Mario
Quella voce indica che l’infortunio non è ricollegabile alla specifica attività lavorativa.

NEROZZI
Per «non competenza» cosa si intende?

LONGO Mario
È possibile che l’infortunio non sia di competenza dell’INAIL, non in senso territoriale.

NEROZZI
Quindi, tecnicamente, nel 2010 gli incidenti mortali sul lavoro hanno interessato 10 soggetti non tutelati, uno non di competenza dell’Istituto, uno caratterizzato da carenza di documentazione e uno da irregolarità contributiva, mentre 19 non sono riconducibili a incidenti sul lavoro.

LONGO Mario
A meno che da contenzioso possa essere messo in discussione l’assunto dell’Istituto.

NEROZZI
Lei faceva riferimento al barista, ma può anche essere un altro tipo di commerciante.

LONGO Mario
I titolari di esercizio commerciale non hanno tutela assicurativa.

NEROZZI
Per esempio, il commerciante che fa un cattivo uso del muletto con cui prende il materiale che potrebbe non essere a norma.

LONGO Mario
È l’approvvigionamento del materiale.

NEROZZI
Ci sono anche i coltivatori diretti?

LONGO
Sì, sono inclusi.

NEROZZI
Sono tra i non tutelati?

LONGO Mario
No, sono agricoli, coltivatori diretti, è una forma diversa dalla tutela.

PRESIDENTE
Quindi se nel 2010 si dovessero aggiungere - come verosimilmente sarà - questi ulteriori 13 morti (10 più 1, più 1 e più 1) arriveremo alla quota di 72.

LONGO Mario
Sì.

PRESIDENTE
Il 2010 diventa dunque un annus horribilis.

LONGO Mario
Sì. È soprattutto la Provincia di Foggia ad aver avuto un’impennata rispetto agli altri anni.

MORRA
In qualche settore particolare?

LONGO Mario
L’agricoltura è la caratteristica essenziale di questo territorio; in parte, è da considerare anche l’edilizia. Per gli incidenti mortali della Provincia di Foggia incide la propensione agricola del territorio. Si pensi che, nell’ambito delle attività economiche, la Provincia di Foggia ospita il 50 per cento dell’intera costituzione di attività agricola del territorio regionale.

NEROZZI
Ho una domanda da rivolgerle, anche se non è corretto che la ponga a lei, in quanto dovrei farla al procuratore. Due anni fa ci sono stati i cinque morti dell’incidente avvenuto a Molfetta nella cisterna. In quell’occasione, accanto ai lavoratori c’era anche il datore di lavoro: poteva essere uno dei soggetti non tutelati?

LONGO Mario
No, perché si trattava di un’impresa artigiana.

NEROZZI (PD)
Era un artigiano, quindi in quel caso era tutelato; sarebbe stato diverso se fosse stato un piccolo industriale, cosa che è capitata da altre parti.

LONGO Mario
Pensi ai titolari che si muovono per l’acquisizione della clientela e l’approvvigionamento del materiale. Purtroppo è così. È una non previsione normativa del Testo unico contro gli infortuni sul lavoro.

PRESIDENTE
Una non previsione normativa del Testo unico?

LONGO Mario
Sì, perché non è prevista la possibilità di assicurare...

PRESIDENTE
Non ho capito a chi si riferisce.

LONGO Mario
Agli artigiani titolari dell’impresa. Questo caso non è previsto nel Testo unico.

NEROZZI
Visto che ha fatto un lavoro molto documentato, desidero rivolgerle un’altra domanda. Come sono definiti i tassisti?

LONGO Mario
Sono assicurati.

PRESIDENTE
Perché artigiani?

LONGO Mario
Perché fanno parte normalmente di cooperative.

PRESIDENTE
Avete qualche altra impressione da trasmetterci, visto che ci avete fornito degli elementi che ci hanno consentito di capire meglio i dati?

LONGO Mario
Tengo a precisare il motivo per cui segnaliamo le irregolarità: lo facciamo perché in questo modo non si preclude mai la possibilità di riapertura dell’infortunio.

NEROZZI
Il lavoro svolto ci fa capire alcune cose. Il mio, dunque, vuole essere un apprezzamento al lavoro che avete fatto.

LONGO Mario
Spero di essere stato sufficientemente chiaro.

NEROZZI
Abbiamo avuto la possibilità di conoscere aspetti che altre volte erano messi in forma meno evidenziata.

LONGO Mario
Per curiosità, tengo a precisare che, laddove emerge la carenza di documentazione, il riferimento è a un lavoratore in relazione al quale non riusciamo a trovare situazioni familiari. Stiamo lavorando autonomamente, anche senza iniziative di parte, per cercare di addivenire a ciò. La situazione è grave, perché si tratta di un lavoratore comunitario (noi li definiamo «nuovi comunitari») per il quale è difficile riuscire a sapere chi è e se ha un nucleo familiare alle spalle.

MORRA
Dottor Longo, vorrei rivolgerle una domanda su un altro argomento, riguardante l’attività istituzionale dell’ente. Quali sono la formazione e l’informazione? Vorrei sapere dei progetti in itinere e di quelli che intendete mettere in cantiere. Pongo questo quesito in riferimento anche a una programmazione che in Puglia pare non esserci, all’esistenza cioè di un coordinamento effettivo tra le varie Istituzioni che potrebbe rendere più incisive le azioni, che pure penso mettiate in campo proprio per quanto riguarda la formazione e l’informazione. In sintesi, vorrei che ci esprimesse un suo giudizio sulla programmazione di queste attività e sul coordinamento.

LONGO Mario
Se parliamo dal punto di vista esclusivamente prevenzionale, il 4 agosto 2006 abbiamo siglato con la Regione Puglia un particolare protocollo per unire tutte le forze e le sinergie, così da migliorare le condizioni di lavoro.

MORRA
Voi e la Regione Puglia?

LONGO Mario
L’INAIL e la Regione Puglia. Stiamo lavorando su quello, ma non abbiamo mai disdegnato la collaborazione con le università - con il Politecnico, in particolare - e con tutte le scuole, dagli istituti tecnici a quelli per geometri. Abbiamo percorsi di formazione della nostra squadra tecnica, che si reca in quasi tutti gli istituti tecnici - soprattutto in quelli per geometri e per tecnico-industriali - per illustrare quali sono le condizioni di lavoro e formare e informare i lavoratori.
Bisogna scuotere il sistema sociale e passare dal formalismo alla consapevolezza dei rischi; lo possiamo fare tutti insieme. Lavoriamo con i comitati paritetici territoriali e abbiamo svolto una serie di iniziative sul territorio relativamente agli aspetti di prevenzione. Ci siamo occupati anche dei finanziamenti in conto capitale; l’ultimo per la Puglia, del dicembre 2010, ha visto la disponibilità di quasi 2.400.000 euro con l’operazione click-day, che sotto certi aspetti è stata un po’ contestata. Nel 2010 è stato possibile erogare finanziamenti in conto capitale; l’operazione si è conclusa nel gennaio 2011 e 70 sono le aziende che hanno partecipato al progetto (la disponibilità finanziaria è terminata nel giro di 13 minuti e sono rimasti 38 euro). Per il 2011 è prevista un’ulteriore fase, così come per il 2012 e il 2013. Saranno triplicati i finanziamenti su tutto il territorio nazionale e per la Puglia ci sarà la disponibilità di circa 8 milioni di euro, sempre in conto capitale, per le aziende che investono in formazione e sostituiscono materiale obsoleto. Prima dell’estate partiremo con il nuovo bando di concorso.

MORRA
A parte le attività che state mettendo in campo, la mia domanda era più diretta ma forse non l’ho ben specificata; la riformulo quindi in maniera diretta.
La Commissione si reca sul territorio per verificare l’impatto sul campo del decreto legislativo n. 81 e la sinergia esistente tra i livelli regionali e il livello nazionale. Con i decreti legislativi nn. 81 e 106, il legislatore ha messo in campo tre strumenti di dialogo tecnico nel territorio: il comitato nazionale, il comitato regionale di coordinamento e il comitato consulta. In particolare, il dialogo - tecnico, prima, e politico successivamente - tra il livello centrale e il livello regionale avviene attraverso i comitati di coordinamento e il comitato nazionale, che assume una veste di cabina di regia. È chiaro che se sul territorio i comitati regionali di coordinamento non si costituiscono e non lavorano ad una programmazione efficiente, lo spirito dei decreti legislativi n. 81 e n. 106 viene meno e mette in crisi l’intero impianto della legislazione concorrente, che presuppone essenzialmente un dialogo su chi fa che cosa.
Ciò detto, l’INAIL ha conoscenza del comitato regionale di coordinamento? Sa dirci se si è costituito? In caso affermativo, quando? Si è riunito con una frequenza trimestrale? Questo è il presupposto per una programmazione concordata tra tutti gli attori presenti sul campo e per un dialogo concreto e fattivo con la cabina di regia nazionale.

LONGO Mario
Il comitato regionale di coordinamento si è costituito e ha svolto una serie di incontri.

MORRA
Quando si è costituito?

LONGO Mario
Nel 2009, mi pare.

TOSCHES
Sì, nel 2009.

LONGO Mario
Forse le date le ricorda la dottoressa Tosches.

TOSCHES
No, le date non le ho qui con me.

PRESIDENTE
Si è costituito nel 2009, e quante volte si è riunito?

TOSCHES
Che io sappia, due volte.

PRESIDENTE
Nelle audizioni che vi hanno preceduto ci è stato detto una volta sola.

TOSCHES
Che io sappia, si è riunito due volte, ma mi pare che un incontro non sia andato a buon fine.

PRESIDENTE
L’INAIL ha partecipato? Lo chiedo a lei, dottor Longo, perché l’INAIL (che ora incorpora anche l’ex ISPESL) partecipa d’ufficio. Siete stati convocati una o due volte?

LONGO Mario
Due volte, di cui una - se non ricordo male - non è andata a buon fine per mancato raggiungimento del numero dei soggetti coinvolti. Infatti, la dottoressa Tosches - se non ricordo male - aveva sollecitato una nuova e recentissima riunione del comitato regionale di coordinamento.
Abbiamo la fortuna di essere nello stesso palazzo, lavoriamo nello stesso stabile su piani diversi.

PRESIDENTE
Dottoressa Tosches, vuole fare delle considerazioni?

TOSCHES
Se occorrono, volentieri.

PRESIDENTE
Siamo venuti per questo.

TOSCHES
Su che tema?

PRESIDENTE
Sul tema degli infortuni, della prevenzione e delle malattie professionali.

TOSCHES
Sono il direttore dell’Ufficio regionale del lavoro e ho quindi il coordinamento delle direzioni provinciali. Come certamente sapete, abbiamo una competenza limitata al settore della cantieristica.

PRESIDENTE
Sì, lo sappiamo.

TOSCHES
È quindi di questo che posso eventualmente rendervi edotti, relativamente ad un’attività che abbiamo fatto nel corso del 2010 sulla base di linee programmatiche della Presidenza del Consiglio dei ministri, con il coordinamento - inizialmente - del prefetto di Bari, che era anche il coordinatore delle prefetture delle singole Province. Abbiamo ottenuto risultati lusinghieri in materia di accertamenti in edilizia, limitati alle opere in muratura e cemento armato.
Abbiamo poi qualche competenza residuale che deriva da normative e leggi specialistiche mai abrogate (neanche dal decreto legislativo n. 81) in materia di montacarichi, ascensori e radiazioni ionizzanti. Qui ci fermiamo perché, come sapete, la competenza è interamente transitata alla Regione, con cui abbiamo rapporti di assoluta sintonia sui contenuti, ma occasioni di frequentazione e incontri piuttosto sporadici.

PRESIDENTE
Quindi non c’è raccordo?

TOSCHES. Quando ci vediamo, l’accordo c’è, ma non ci incontriamo. Il concetto è questo: ci incontriamo poco.

PRESIDENTE
Quindi non c’è raccordo?

TOSCHES
Nel senso che non abbiamo ancora raggiunto accordi. Loro probabilmente si rifanno alle circolari del Ministero del lavoro: le circolari n. 42 del 2010 e n. 13 del 2011. Si tratta di un settore specifico, quale quello delle cosiddette aree confinate. Si ricordava prima l’incidente di Molfetta...

PRESIDENTE
Viste le competenze che avete e che per alcuni aspetti sono anche concorrenti, vorremmo sapere se vi raccordate con le aziende sanitarie, con i dipartimenti, per stabilire insieme dove andare, per evitare magari di incrociarvi.

TOSCHES
No, non è mai accaduto di raccordarsi.

PRESIDENTE
Quindi questa collaborazione non c’è?

TOSCHES
Non è un fatto di collaborazione. In base al decreto legislativo n. 81, come loro sanno, siamo tenuti a comunicare preventivamente, prima di fare gli accessi ispettivi presso i cantieri, alla commissione di coordinamento e allo SPESAL in particolare (che è l’organismo tecnico della Regione che si occupa di questa materia), che stiamo andando in un cantiere. Se parliamo quindi di comunicazione, questa c’è; se parliamo invece di accordo o di raccordo preventivo con il comitato regionale di coordinamento, questo non c’è.

PRESIDENTE
Prendiamo atto del fatto che molti nostri sforzi vengono vanificati in periferia.

TOSCHES
Ricordava prima il dottor Longo che, proprio per assecondare la normativa vigente e anche una volontà del nostro Ministro, ho scritto al comitato tecnico regionale per sollecitare un incontro in tal senso. Se vogliono, ho copia della lettera, se può essere utile.

PRESIDENTE
Lei ce lo dichiara e per noi è sufficiente. Speriamo si cambi marcia e che rispondano.

TOSCHES
In verità, come certamente i mass media hanno chiarito in questi giorni, vi è stato un avvicendamento all’assessorato alla sanità in Puglia e si è verificato qualche problema. Mi piace pensare che sia imputabile a questa motivazione e non ad altro.

PRESIDENTE
È una normativa che risale a quattro anni fa; si tratta infatti di una previsione già contenuta nella legge n. 123 del 2007.

TOSCHES
Tuttavia, noi operiamo ugualmente, anche senza coordinamento.

PRESIDENTE
Ne sono convinto.

TOSCHES
Abbiamo fatto oltre 3.000 ispezioni.

PRESIDENTE
Il nostro modo di operare è anche volto a capire le criticità e questa mi sembra un’importante criticità, perché senza coordinamento ognuno va per proprio conto. Lei ha un dovere ed un obbligo di comunicare, ma finisce lì, non ci sono strategie; e ciò non ricade neanche sulle Province. Questo è il problema.

TOSCHES
Mi parrebbe che manchi ancora un aspetto, se posso fare qualche considerazione di tipo assolutamente personale. Il comitato regionale di coordinamento, da quel che ricordo, è composto da una pletora di persone e anche dalle parti sociali. Trentanove anni di servizio mi aiutano a fare queste considerazioni: un tavolo tecnico nel quale ci siano le parti sociali ha sicuramente una valenza sociale importante, ma non ha una valenza tecnica, perché in presenza delle parti sociali non si può concordare dove e quando fare l’attività ispettiva. Se devo organizzare una task force - cosa che facciamo sovente - in una zona particolare, al tavolo con Confindustria e Confartigianato non posso dire dove sto andando e quando.
Sono mie considerazioni.

PRESIDENTE
Lo spirito del coordinamento non è quello che lei sta indicando.

TOSCHES
Ma nel comitato regionale di coordinamento ci sono anche le parti sociali.

PRESIDENTE
Ci sono le parti sociali, sindacali e datoriali. Lo spirito non è fare il detective ma parlare, confrontarsi, capire le politiche di prevenzione.

TOSCHES
Per poi agire, intervenire, dire «lunedì vado a Brindisi a fare questo».

PRESIDENTE
No, non si deve dire questo al comitato regionale di coordinamento.

TOSCHES
Questo è il coordinamento che facevamo noi una volta.

PRESIDENTE
Non è così perché una volta questo non c’era.

TOSCHES
Lo facevamo con l’INAIL e con l’INPS e lo facciamo tuttora.

PRESIDENTE
Il coordinamento ha un’altra funzione: stabilisce le strategie.

TOSCHES
Sì, sicuramente.

PRESIDENTE
Deve stabilire quelle e soprattutto che vi sentiate. Poi i blitz (chiamiamoli così, se di blitz dobbiamo parlare, perché alla fine l’obiettivo è sempre quello di prevenire) sono coperti e decisi nell’ambito dell’ufficio operativo. Specificamente l’ufficio operativo è demandato ai soli organi di vigilanza.

TOSCHES
L’ufficio operativo non c’è ancora.

PRESIDENTE
C’è una grave deficienza che non è ascrivibile a voi, ma a chi si deve dare da fare al riguardo. Quindi non c’è la motivazione che lei indicava.

TOSCHES
Presidente, forse non sono stata chiara. Ho sempre avuto la funzione di coordinatore delle task force che facciamo con l’INPS e con l’INAIL.

PRESIDENTE
Sono cose diverse.

TOSCHES
Nella parte iniziale, attraverso la commissione di coordinamento che presiedo io, parliamo anche con le parti sociali; poi però si scende alla fase operativa. Nella fase operativa ci incontriamo con i capi dell’INPS e dell’INAIL e anche con la Guardia di finanza, laddove coinvolgiamo loro, e i Carabinieri che fanno parte del nostro nucleo, e decidiamo dove andare e quando.

PRESIDENTE
Il decreto legislativo n. 81 prevede quello che lei ora sta descrivendo, il fatto però è che questo non si fa.

TOSCHES
Le riunioni del coordinamento che ci sono state a livello regionale sono state sicuramente utili per conoscerci e scambiare qualche idea, ma non sono riunioni operative. Se manca il comitato operativo (in Puglia ancora non c’è ma mi è parso di capire anche in altre Regioni), si rimane nella fase dell’intelligence iniziale, ma non c’è l’operatività. Il mio auspicio sarebbe che questa fase successiva...

PRESIDENTE
Sarebbe anche il nostro auspicio.

TOSCHES
Benissimo, siamo pienamente in sintonia.

PRESIDENTE
Saluto i nostri auditi e dichiaro conclusa l’audizione.