Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica
Decreto 5 marzo 2024
Linee guida operative cui si conformano le attività tecnico-scientifiche funzionali alla protezione dell'ambiente marino che comportano l'immersione subacquea in mare al di fuori degli ambiti portuali.
G.U. 20 marzo 2024, n. 67

IL MINISTRO DELL'AMBIENTE E DELLA SICUREZZA ENERGETICA
di concerto con
IL MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI


Vista la legge costituzionale 11 febbraio 2022, n. 1, denominata «Modifiche agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela dell'ambiente»;
Visto il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, recante il «Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59» e successive modificazioni ed integrazioni;
Vista la legge 31 dicembre 1982, n. 979, recante le «Disposizioni per la difesa del mare»;
Vista la legge 6 dicembre 1991, n. 394, concernente la «Legge quadro sulle aree protette»;
Visto il decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, recante l'«Attuazione dell'art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro»;
Visto il decreto ministeriale 13 gennaio 1979, concernente l'«Istituzione della categoria dei sommozzatori in servizio locale»;
Visto il decreto ministeriale 2 febbraio 1982, n. 144200, recante «Modificazioni al decreto ministeriale 13 gennaio 1979 istitutivo della categoria dei sommozzatori in servizio locale»;
Visto il decreto ministeriale 5 agosto 1998, n. 363, concernente il «Regolamento recante norme per l'individuazione delle particolari esigenze delle università e degli istituti di istruzione universitaria ai fini delle norme contenute nel decreto legislativo 19 settembre 1994, n. 626 e successive modificazioni ed integrazioni»;
Visto il decreto legislativo 27 luglio 1999, n. 271, recante l'«Adeguamento della normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori marittimi a bordo delle navi mercantili da pesca nazionali, a norma della legge 31 dicembre 1998, n. 485»;
Visto il decreto legislativo 27 luglio 1999, n. 272, recante l'«Adeguamento della normativa sulla sicurezza e salute dei lavoratori nell'espletamento di operazioni e servizi portuali, nonchè di operazioni di manutenzione, riparazione e trasformazione delle navi in ambito portuale, a norma della legge 31 dicembre 1998, n. 485»;
Considerata la norma UNI 11366 «Sicurezza e tutela della salute nelle attività subacquee ed iperbariche professionali al servizio dell'industria - Procedure operative»;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1956, n. 321, recante le «Norme per la prevenzione degli infortuni e l'igiene del lavoro nei cassoni ad aria compressa»;
Vista la legge 21 dicembre 1978, n. 845, denominata «Legge-quadro in materia di formazione professionale»;
Vista la direttiva 2008/56/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 17 giugno 2008 che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l'ambiente marino), recepita con decreto legislativo 13 ottobre 2010, n. 190;
Visto il decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1997, n. 357 e successive modificazioni ed integrazioni, recante il regolamento di attuazione della direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonchè della flora e della fauna selvatiche (cosiddetta «direttiva habitat»);
Vista la legge 11 febbraio 1992, n. 157, concernente il «Regolamento recante attuazione della direttiva 79/409/CEE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, concernente la conservazione degli uccelli selvatici, che si integra all'interno delle disposizioni della direttiva habitat»;
Visto il decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 15 ottobre 2018, concernente la «Modifica dell'allegato III del decreto legislativo 13 ottobre 2010, n. 190, recante: "Attuazione della direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l'azione comunitaria nel campo della politica per l'ambiente marino"»;
Vista la legge 28 giugno 2016, n. 132, di «Istituzione del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente e disciplina dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale»;
Visto l'atto di indirizzo contenente le priorità politiche del Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica per l'anno 2023, approvato con decreto del Ministro n. 21 del 18 gennaio 2023;
Ritenuto opportuno perseguire obiettivi finalizzati al risanamento dell'ecosistema marino e alla promozione dell'economia circolare;
Vista la legge 17 maggio 2022, n. 60, recante «Disposizioni per il recupero dei rifiuti in mare e nelle acque interne e per la promozione dell'economia circolare (legge "SalvaMare")»e, in particolare, l'art. 7, rubricato «Attività di monitoraggio e controllo dell'ambiente marino» che ha disposto che «Le attività tecnico-scientifiche funzionali alla protezione dell'ambiente marino che comportano l'immersione subacquea in mare al di fuori degli ambiti portuali, svolte dal personale del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente di cui alla legge 28 giugno 2016, n. 132, o da soggetti terzi che realizzano attività subacquee di carattere tecnico-scientifico finalizzate alla tutela, al monitoraggio o al controllo ambientale ai sensi di un'apposita convenzione o in virtù di finanziamenti ministeriali si conformano alle linee guida operative adottate con decreto, da emanare entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, del Ministro della transizione ecologica, di concerto con il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, acquisito il parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e sentito il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto»;
Considerato che il manuale del SNPA 94/2013 «Buone prassi per lo svolgimento in sicurezza delle attività subacquee di ISPRA e delle Agenzie ambientali» è stato redatto per lo svolgimento in sicurezza delle attività subacquee dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e delle agenzie ambientali, è rivolto agli operatori del sistema delle agenzie ambientali che svolgono attività subacquea di monitoraggio e controllo dello stato dell'ambiente, ed è stato realizzato al fine di individuare responsabilità, valutazione del rischio e conseguenti misure di prevenzione, ivi compresa l'addestramento e la formazione;
Acquisito il formale concerto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti con nota prot. n. 2992 del 23 gennaio 2024;
Acquisito il parere dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) con nota prot. n. 138947 del 1° settembre 2023;
Sentito il Comando generale del Corpo delle capitanerie di porto di cui alla nota prot. n. 17176 del 25 ottobre 2023;
Visti gli articoli 16, 17, 30, 68 e 81 del codice della navigazione e l'art. 59 del relativo regolamento di esecuzione (parte marittima);
 

Decreta:

Art. 1
Finalità

1. Il presente decreto definisce le linee guida operative cui si conformano le attività tecnico-scientifiche funzionali alla protezione dell'ambiente marino che comportano l'immersione subacquea in mare al di fuori degli ambiti portuali, svolte da personale del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente di cui alla legge 28 giugno 2016, n. 132, o da soggetti terzi che realizzano attività subacquee di carattere tecnico-scientifico finalizzate alla tutela, al monitoraggio o al controllo ambientale ai sensi di un'apposita convenzione o in virtù di finanziamenti ministeriali.
 

Art. 2
Ambito di applicazione

1. Le procedure operative contenute nell'allegato tecnico, che costituisce parte integrante del presente decreto, si applicano alle seguenti attività:
monitoraggio di elementi biologici, anche con utilizzo di strumentazione, quali foto, video, ecc. (es.: macroalghe, fanerogame, macroinvertebrati bentonici, pesci, coralligeno);
mappatura di fondali;
osservazione e misura di particolari situazioni ambientali (distrofia, anossia, ipossia, proliferazione vegetativa, accumuli materiale, accumuli rifiuti solidi in mare (marine litter), ecc.);
posizionamento e manutenzione di attrezzature specialistiche per studi mirati dell'ambiente marino;
prelievi di campioni (sedimento, biota, ecc.);
valutazione specialistica dello stato ambientale marino;
ripristino, restauro di habitat bentonici.
2. Sono escluse le attività di natura tecnica, riconducibili al profilo di Operatore tecnico-subacqueo.
3. Restano escluse le operazioni di monitoraggio e studio in aree particolari al di fuori delle aree portuali in cui si presume una elevata e comprovata contaminazione di origine biologica e/o chimica.
 

Art. 3
Definizioni

1. Ai fini del presente decreto si applicano i seguenti acronimi e definizioni:
a) ISPRA: Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale;
b) AA: agenzie ambientali;
c) OS: operatore subacqueo;
d) DPI: dispositivi di protezione individuali;
e) DL: datore di lavoro;
f) ECHM: European committee for hyperbaric medicine;
g) RSPP: responsabile del Servizio prevenzione e protezione;
h) RLS: rappresentate dei lavoratori per la sicurezza;
i) PDD: patologia da decompressione;
l) GAV: giubbetto ad assetto variabile;
m) Immersione in curva di sicurezza: per ogni profondità raggiungibile nel corso di un'immersione vi è un tempo massimo di permanenza per il quale non sono previste tappe di decompressione per poter risalire alla superficie senza incorrere in patologie decompressive, secondo il modello e il profilo decompressivo adottato. Un'immersione effettuata rispettando tali parametri, che non comporta quindi la necessità di effettuare soste durante la risalita, si definisce in «curva di sicurezza»;
n) Immersione fuori curva di sicurezza: quella che per la profondità e per il tempo di permanenza in immersione, secondo il modello e il profilo decompressivo adottato, presuppone l'osservanza di soste decompressive durante la risalita verso la superficie; la profondità e la durata delle soste saranno in funzione del tempo trascorso alle diverse profondità, ad esempio considerata come trascorsa alla massima profondità (ad esempio tabelle U.S. Navy per le immersioni ad aria o NOAA per le immersioni NITROX), o alle diverse profondità se calcolata mediante algoritmi decompressivi implementati su strumenti (computer) subacquei o in software decompressivi per personal computer;
o) Immersione successiva o ripetitiva: quella effettuata dopo dieci minuti e nelle dodici ore o più (secondo le tabelle decompressive o gli algoritmi di calcolo decompressivo in uso) successive alla precedente immersione. Il tempo trascorso in superficie tra un'immersione e la successiva si chiama intervallo di superficie, e serve per il calcolo delle corrette procedure decompressive per una successiva immersione;
p) Dispositivi di protezione individuale in ambito subacqueo: secondo quanto definito dal decreto legislativo 4 dicembre 1992, n. 475, i DPI in ambito subacqueo sono classificati in terza categoria (sezione G);
q) Emergenza: evento non prevedibile che mette in pericolo la salute e/o la sicurezza del subacqueo durante l'operazione subacquea.
 

Art. 4
Obbligo di informazione

1. Il responsabile delle attività subacquee, individuato ai sensi dell'allegato al presente decreto, dovrà informare con congruo anticipo l'autorità marittima, nella cui giurisdizione ricade l'area interessata dai lavori subacquei, di ogni attività da intraprendere, comunicando, in particolare, le seguenti informazioni:
denominazione e recapito dell'ente organizzatore;
finalità delle attività che si intendono svolgere;
relazione tecnica sulle predette attività, con particolare riferimento al tipo di apparecchiature eventualmente impiegate;
indicazione dei mezzi nautici d'appoggio eventualmente impiegati e delle aree interessate dall'attività individuate secondo coordinate geografiche WGS84;
giorni ed orari delle attività;
numero dei partecipanti;
dichiarazione, a cura del responsabile dell'attività, da cui si evince che tutti i partecipanti hanno i previsti titoli/abilitazioni e sono coperti da polizza assicurativa in corso di validità;
nominativo e recapito del responsabile delle attività.
2. L'inizio e il termine dell'attività saranno comunicati via VHF, telefono od altro mezzo che ne assicuri la ricezione alla Sala operativa della Capitaneria di porto dell'area interessata, come ogni informazione relativa al verificarsi di qualsiasi situazione di emergenza/pericolo, anche se potenziale.
3. L'Autorità marittima può richiedere le integrazioni documentali necessarie per l'emanazione di ulteriori provvedimenti finalizzati a salvaguardare la sicurezza della navigazione, mediante emanazione di ordinanza di polizia marittima ai sensi dell'art. 59 del Regolamento al Codice della navigazione.
 

Art. 5
Norme transitorie e finali

1. Il presente decreto entra in vigore a decorrere dal giorno successivo a quello di pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
 

Art. 6
Controllo e pubblicazione

1. Il presente decreto è trasmesso ai competenti organi di controllo ai sensi della normativa vigente e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, oltre che nei rispettivi siti internet istituzionali del Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

Roma, 5 marzo 2024

Il Ministro dell'ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Salvini
 

ALLEGATO TECNICO

Procedure Operative

Sezione A
Organizzazione e responsabilità
 

Fermo restando gli obblighi in capo a tutte le figure individuate dal decreto legislativo n. 81/2008, lo schema organizzativo seguente definisce i compiti e le responsabilità dei soggetti e le loro specifiche funzioni. Per ogni operazione subacquea deve essere definita una catena di responsabilità e di compiti, come enunciata di seguito. Sono, quindi, individuate le seguenti figure:
datore di lavoro;
responsabile attività subacquee - dirigente;
capo missione;
operatore subacqueo;
assistente di superficie
Datore di lavoro
È responsabile di tutte le attività ed è garante della sicurezza delle attività subacquee.
Egli ha l'obbligo di nominare il dirigente e/o preposto responsabili delle attività subacquee, garantendo, inoltre, nell'ambito delle risorse disponibili, un adeguato supporto finanziario e materiale affinchè l'attività subacquea possa svolgersi rispettando il dettato della normativa vigente e delle procedure operative.
Il datore del lavoro (DL) deve fornire tutti i dispositivi di protezione individuale (DPI) idonei per lo svolgimento dell'attività e garantisce il mantenimento in efficienza mediante manutenzione programmata in accordo all'art. 77 del decreto legislativo n. 81/2008.
Responsabile attività subacquee - dirigente
Attua le disposizioni del DL e ha la funzione primaria di coordinare l'attività subacquea e di garantire che gli operatori svolgano la loro attività nel rispetto del loro stato di salute e della formazione e addestramento ricevuti, e che siano equipaggiati in modo da operare al massimo livello di sicurezza, efficienza ed efficacia.
Il dirigente è nominato dal DL e attua e controlla gli aspetti relativi alla organizzazione dell'attività subacquea. Ha la funzione primaria di coordinare il programma tecnico-scientifico con l'attività subacquea e di controllare che gli operatori siano addestrati, equipaggiati e guidati in modo da operare al massimo livello di sicurezza e proficuità nel rispetto delle procedure di sicurezza predisposte per l'attività specifica e per i luoghi di lavoro interessati.
Non è necessario che sia presente sul luogo delle operazioni.
Il responsabile delle attività subacquee ha il compito di nominare il capo missione, se è in possesso delle necessarie qualifiche può egli stesso ricoprirne la funzione.
Il responsabile delle attività subacquee deve:
a) predisporre il programma delle immersioni in sicurezza (appendice G) e ne affida l'attuazione al capo missione, vigilando sulla corretta esecuzione;
b) proporre l'acquisto e disporre sull'uso dei DPI necessari per l'immersione;
c) assicurare la manutenzione e verificare il mantenimento in efficienza dei DPI;
d) verificare che tutto il personale coinvolto nelle attività subacquee sia perfettamente istruito sulle operazioni che deve eseguire e su ogni singola programmazione di lavoro;
e) garantire che i compiti assegnati a ciascun membro della squadra di lavoro siano commisurati alla formazione ed addestramento posseduti;
f) verificare l'esistenza delle risorse necessarie alla corretta conduzione del programma dell'immersione;
g) garantire l'invio degli operatori alla sorveglianza sanitaria e a seguito di assenze per malattie/infortuni;
h) verificare che tutto il personale da lui dipendente sia perfettamente formato ed addestrato sulle operazioni che deve eseguire e su ogni singola fase di lavoro;
i) autorizzare per iscritto il personale ad effettuare le immersioni pianificate.
Capo missione
Il capo missione è l'operatore cui il dirigente affida la responsabilità dell'attività subacquea in fase operativa e deve essere presente durante tutta la durata dell'attività.
La sua formazione minima, oltre a quanto previsto dal decreto legislativo n. 81/2008, deve essere equivalente a quella richiesta dagli standard AESD; inoltre, deve possedere un'esperienza tecnica di immersione e conoscere le relative procedure ai fini del corretto svolgimento della funzione di supervisione cui è chiamato.
Il capo missione è designato prima di ogni missione e ha l'obbligo di sorvegliare e sovrintendere a tutte le attività collegate allo svolgimento in sicurezza dell'immersione e di garantire l'attuazione delle direttive ricevute dal responsabile delle attività subacquee. Ha, inoltre, la piena responsabilità operativa della spedizione subacquea. Il capo missione può svolgere le funzioni di operatore subacqueo (OS).
Il capo missione, in particolare, ha l'obbligo di:
a) attuare il programma delle immersioni;
b) redigere la scheda per l'immersione programmata (appendice G);
c) controllare e richiamare gli operatori all'adeguato uso della strumentazione e dei DPI;
d) assicurarsi che ogni subacqueo si attenga a quanto riportato nella scheda per l'immersione programmata;
e) qualora debbano essere usate speciali procedure o tecniche, assicurarsi che ogni subacqueo sia adeguatamente formato;
f) avvisare preventivamente l'autorità marittima ai fini degli eventuali interventi di soccorso per quanto di loro competenza;
g) garantire la registrazione dei dati relativi alla immersione per i singoli operatori subacquei;
h) riferire tutte le anomalie avvenute, notate durante le immersioni, con particolare riguardo agli incidenti, alle avarie ed ai problemi fisiologici;
i) sospendere le attività in caso di pericolo grave e immediato;
j) predisporre l'assistenza in superficie degli operatori immersi;
k) predisporre la procedura di uscita dall'acqua per persone in difficoltà, concordandola con il comandante nel caso di immersioni da imbarcazione;
l) in caso di immersioni di gruppo, nominare tra gli operatori subacquei un «responsabile di immersione» quale guida subacquea che gestisca i profili di sicurezza durante l'attività iperbarica.
I compiti del capo missione sono dettagliati nella lista di controllo (appendice A check-list per capo missione: verifica compiti).
Operatore subacqueo
Ha il dovere di attenersi alle disposizioni emanate dal DL, dal dirigente (responsabile attività subacquee) e dal capo missione. Ogni lavoratore così individuato dovrà:
a) non immergersi in nessuna circostanza se non ci si sente in perfette condizioni fisiche. Considerando che l'operatore subacqueo (OS) è il primo responsabile della propria sicurezza, è suo dovere rifiutare di immergersi se le condizioni d'immersione non sono sicure o non compatibili con la formazione e addestramento ricevuti;
b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal dirigente e/o dal capo missione nell'esecuzione della mansione rispetto alle proprie capacità, stato di salute, formazione e addestramento;
c) informare il suo superiore sulle anomalie e sugli inconvenienti che possono pregiudicare la sicurezza degli operatori in fase di immersione e segnalare immediatamente eventuali deficienze nelle procedure e istruzioni di prevenzione individuale o collettiva e/o deficienze nella sicurezza dei mezzi e delle attrezzature di lavoro;
d) controllare prima di ogni immersione e mantenere efficienti i DPI in dotazione;
e) alimentarsi e idratarsi correttamente nelle dodici ore precedenti l'immersione, evitando pasti completi nelle due-tre ore precedenti (per chi non è intollerante o allergico, sono consigliabili 30-40 g di cioccolato fondente e un frullato di frutta nell'ora precedente);
f) non compiere sforzi fisici durante l'uscita dall'acqua e nei primi trenta minuti dopo l'immersione;
g) reidratarsi correttamente al termine dell'immersione (almeno mezzo litro d'acqua nella prima mezz'ora dopo l'emersione);
h) dopo l'immersione, astenersi per almeno due ore, dal fumare e svolgere attività sportiva;
i) non compiere voli aerei o salire a quote superiori di oltre 700m rispetto al luogo di immersione nelle sedici ore seguenti una singola immersione in curva di sicurezza o ventiquattro ore dopo immersioni successive (svolte a meno di sedici ore l'una dall'altra);
j) comunicare al capo missione l'eventuale esecuzione di immersioni o attività in altitudine superiore ai 700 metri e voli aerei nelle ventiquattro ore precedenti;
k) adoperarsi direttamente, in caso di emergenza, nell'ambito delle proprie competenze e possibilità per eliminare o ridurre le situazioni di pericolo grave ed immediato;
l) sottoporsi alla formazione e addestramento per lo svolgimento delle attività a cui è chiamato in immersione;
m) sottoporsi al protocollo sanitario previsto dal medico competente rispettandone le scadenze;
n) provvedere ad una regolare manutenzione ordinaria e verifica dei DPI come previsto dalla check-list (appendice B check-list per la verifica dei DPI di immersione);
o) provvedere al mantenimento del registro individuale di immersione comprensivo anche delle attività non lavorative.
Assistente di superficie
Sul luogo d'immersione deve essere sempre presente una persona designata al compito di assistenza in superficie. L'assistente di superficie è individuato dal capo missione e riportato sulla «scheda di immersione programmata» (appendice G).
Tale persona deve essere a conoscenza del programma d'immersione, controfirmare la scheda d'immersione programmata per la quale svolge questa mansione ed avere competenze nella gestione delle emergenze subacquee, compresa la comunicazione radio VHF marino, nella somministrazione di ossigeno normobarico e nella procedura di uscita dall'acqua di persone in difficoltà.
Durante le immersioni avrà cura di seguire il percorso dei sub e le fasi della risalita mantenendo il continuo monitoraggio dell'operatore subacqueo a mezzo pallone di segnalazione, opportunamente ancorato/vincolato allo stesso.
 

Sezione B
Requisiti professionali degli operatori subacquei


Abilitazione
Le competenze minime richieste, i percorsi formativi e il mantenimento dei requisiti di abilitazione sono descritti nell'appendice H.
Il datore di lavoro o il dirigente responsabile delle attività subacquee si può avvalere degli standard minimi ESD/AESD (appendici C/D) la cui certificazione è rilasciata dalle organizzazioni competenti nei diversi paesi membri della Comunità europea, e/o provvedere autonomamente, sotto la propria responsabilità, alla verifica del livello di formazione, come riportato nell'appendice H, prima di autorizzare il personale a compiere le immersioni pianificate.
Idoneità alla mansione specifica
L'idoneità alla mansione specifica, ai sensi del decreto legislativo n. 81/2008, dell'OS deve essere rilasciata dal medico competente almeno annualmente mediante opportuni accertamenti specialistici e diagnostici effettuati secondo le previsioni del protocollo di sorveglianza sanitaria ed eventualmente sentito il parere del medico subacqueo. Dopo malattia o infortunio (subacqueo e non), indipendentemente dal periodo di assenza, è necessario che il medico competente, eventualmente sentito il parere del medico subacqueo, rinnovi l'idoneità alla mansione.
Durante le visite mediche deve essere verificato nel libretto d'immersione l'eventuale segnalazione di precedenti incidenti.
Per medico subacqueo si intende un medico specialista in medicina del nuoto e dell'attività subacquea o diplomato con master universitario di 2° livello in medicina subacquea e iperbarica, (diploma di livello 2A DMAC/EDTC med o 2D ECHM/EDTC).
Autorizzazione alle immersioni
Il personale deve essere esplicitamente autorizzato per iscritto ad effettuare immersioni (appendice E modulo autorizzazione alle immersioni).
L'autorizzazione è rilasciata dal datore di lavoro o dal responsabile delle attività subacquee tenendo conto delle abilitazioni, dell'idoneità alla mansione, e del grado di esperienza degli operatori assegnatigli.
 

Sezione C
Documenti di registrazione delle attività d'immersione


Programma delle attività subacquee
Tutte le immersioni devono essere pianificate tenendo conto delle competenze del subacqueo con minore esperienza; tale pianificazione deve contenere almeno le seguenti voci:
denominazione e recapito dell'ente organizzatore;
finalità delle attività che si intendono svolgere;
relazione tecnica sulle predette attività, con particolare riferimento al tipo di apparecchiature eventualmente impiegate;
verifica dei documenti dei mezzi nautici d'appoggio eventualmente impiegati;
aree interessate dalle attività;
giorni e orari delle attività;
composizione dei gruppi di lavoro e qualifiche dei subacquei;
luogo di partenza;
condizioni meteo marine limite;
valutazione anticipata della/e profondità e del/i tempo/i d'immersione;
responsabile attività subacquee;
tipologia del lavoro, equipaggiamento e barca da utilizzare;
capo missione;
piano di emergenza con le seguenti informazioni:
elenco degli OS con abilitazione (in corso di validità) al primo soccorso e tipologia di brevetto (rianimazione cardiopolmonare (RCP o BLS), eventuale supporto vitale di base e defibrillazione (BLS-D), somministrazione ossigeno (Oxygen Provider) o altro). Durante le attività dovranno essere presenti almeno due OS in possesso di abilitazione RCP (BLS) e somministrazione ossigeno (Oxygen Provider);
nome, cognome, numero di telefono e parentela della persona da contattare in caso di emergenza, per ogni singolo subacqueo;
numero unico per le emergenze sanitarie e il coordinamento dei soccorsi sul territorio nazionale, verificandone l'operatività nel luogo d'interesse (118);
numero per le emergenze in mare (1530) o canale radio VHF marino (16);
indirizzo e telefono della camera iperbarica, verificandone l'operatività nel periodo di interesse e i tempi di raggiungimento;
ospedale più vicino;
mezzi utilizzabili per i trasporti in emergenza;
dichiarazione, a cura del responsabile attività subacquee, che tutti i partecipanti abbiano le previste abilitazioni/titoli e coperti da idonea polizza assicurativa per gli infortuni sul lavoro per l'attività subacquea in ambito lavorativo;
qualsiasi condizione rischiosa prevista.
Tale programma, a firma del responsabile delle attività subacquee, è redatto in conformità alle richieste degli organi competenti (Capitaneria di porto, ente gestore aree marine protette, ecc.); lo stesso viene inviato, a discrezione del DL, come informativa dell'attività subacquea da svolgere. In assenza di richieste specifiche, può essere utilizzato il modello in appendice G.
Scheda per l'immersione programmata
Il capo missione prima dell'immersione compila la «scheda per l'immersione programmata», così come riportata in appendice G.
La «scheda per l'immersione programmata», ad attività svolta, è controfirmata dal capo missione che la archivia.
Gli operatori subacquei, in fase di riunione preliminare, sono tenuti a prendere visione della «scheda per l'immersione programmata», a sottoscriverla ed eventualmente a redigere per iscritto le loro osservazioni.
Registro d'immersione
Il registro d'immersione, in formato cartaceo o elettronico, è compilato a fine immersione dal capo missione, è conservato dal responsabile delle attività subacquee e contiene almeno le seguenti informazioni relative al gruppo in immersione.
numero immersione riportato nella «scheda per l'immersione programmata» (appendice G);
orario effettivo di inizio e fine immersione;
profondità massima raggiunta;
indicazione dell'eventuale presenza o meno di incidenti e breve descrizione di quanto accaduto;
descrizione dettagliata di ogni evento di rilievo avvenuto o in corso.
Libretto individuale d'immersione
È costituito da un registro personale cartaceo o elettronico in cui sono annotati tutti i dati delle immersioni effettuate dal singolo operatore.
Rappresenta la storia subacquea e decompressiva individuale e, per motivi medico-sanitari, è necessario che comprenda anche le attività subacquee condotte al di fuori dell'attività svolta sotto l'egida del datore di lavoro.
È cura ed obbligo di ogni operatore subacqueo mantenere il libretto in perfetto ordine, curarne la compilazione di ogni sua parte e garantirne le attestazioni. Il libretto deve essere presentato al medico competente e al medico subacqueo durante la visita per l'idoneità all'immersione scientifica e nelle visite per l'abilitazione al ritorno alle immersioni dopo malattia/infortunio.
Ogni operatore subacqueo deve essere munito di un libretto individuale dal quale risulti:
cognome, nome e indirizzo;
luogo e data di nascita, sesso;
datore di lavoro
inoltre, per ciascuna singola immersione effettuata vanno indicati:
numero progressivo di immersione;
luogo, data e ora di immersione;
percentuale di O
2 ;
volume della bombola, pressione iniziale e pressione finale;
profondità massima;
tempo di immersione;
periodi e modalità di decompressione;
tipo di attività svolta;
rapporto dettagliato su ogni incidente o potenziale situazione di pericolo;
osservazioni eventuali.
 

Sezione D
Criteri generali di prevenzione


Criteri generali di prevenzione della salute nelle attività subacquee
Indipendentemente dal tipo di brevetto posseduto, le immersioni in aria non devono superare i 40 m.
La prevenzione dai rischi connessi con le attività subacquee è riconducibile a quattro aree di intervento: fisica e alimentare, organizzativa, formativa e sanitaria.
La prevenzione fisica e alimentare si attua mediante uno stile di vita sobrio e attento alla salubrità dei comportamenti con particolare riferimento alla forma fisica, all'allenamento periodico, alla corretta alimentazione, all'uso moderato di bevande alcoliche di cui è vietato l'utilizzo nelle dodici ore prima e dopo l'immersione. Lo stato di forma fisica e la capacità di compiere attività in immersione viene verificata dal medico competente, sentito il medico subacqueo, durante visita per l'idoneità all'immersione e nelle visite per l'abilitazione al ritorno alle immersioni dopo malattia/infortunio.
La prevenzione organizzativa si attua attraverso l'analisi dei fenomeni riguardanti lo stress lavoro correlato e l'ergonomia del lavoro, secondo le disposizioni e le procedure emanate dal Ministero del lavoro e recepite nelle linee guida della Conferenza permanente Stato-regioni, mettendo in atto tutte le misure di prevenzione e protezione dal fenomeno infortunistico e dalle malattie professionali.
La prevenzione formativa e di addestramento si ottiene mediante il trasferimento delle più avanzate conoscenze sulle tecniche d'immersione, delle tabelle di decompressione preventiva e dei pericoli ai quali può andare incontro il subacqueo. Il datore di lavoro ha l'obbligo di erogare periodica specifica formazione in materia di:
valutazione dei rischi e tutela dei lavoratori dai rischi infortunistici e dalle malattie professionali;
corrette procedure e metodi di svolgimento delle attività, ivi compresi l'uso e la gestione delle attrezzature e dei dispositivi di sicurezza;
tutela della salute e della sorveglianza sanitaria.
Gli OS hanno, inoltre, l'obbligo di partecipare a tutte le attività di formazione e addestramento erogate dal datore di lavoro.
Il dirigente ed i preposti hanno l'obbligo, ciascuno per le proprie attribuzioni e responsabilità, di segnalare eventuali violazioni, anche al fine di sanzionare gli operatori che derogassero dall'obbligazione.
L'attuazione della sorveglianza sanitaria periodica costituisce obbligo del datore di lavoro in relazione ai rischi specifici a cui è associato l'OS e consiste in: visita medica preventiva, periodica e straordinaria.
Modalità operative di prevenzione
Le modalità operative di prevenzione individuate nella sottostante tabella rappresentano il livello ordinario di controllo e di gestione della tutela della salute e sicurezza nelle attività subacquee.
 

Rischi da cause chimiche

Intossicazione da ossigeno (O2)

Osservare i limiti di profondità/tempo raccomandati dal computer in uso.
Indipendentemente dal tipo di brevetto posseduto, le immersioni in aria non devono superare i 40 m.

Il limite risulterà inferiore con miscele arricchite in ossigeno («nitrox») superiori al 27% di ossigeno.

Intossicazione da biossido di carbonio (CO2)

Osservare una regolare e costante respirazione.

Narcosi da profondità

La discesa deve essere controllata e non superiore ai 23 metri/minuto, va rallentata o interrotta all'insorgere di vertigini o nausea. Indipendentemente dal tipo di brevetto posseduto, le immersioni in aria non devono superare i 40 m.

Il limite risulterà inferiore con miscele arricchite in ossigeno («nitrox») che comunque riducono l'eventuale insorgenza di intossicazione da azoto.

Rischi da cause meccaniche

Barotraumi (orecchio, seni paranasali, denti, colpo di ventosa della maschera, schiacciamento muta)

Manovre di compensazione corrette e tempestive sia per le orecchie sia per maschera ed eventuale muta stagna, arresto della discesa ed eventuale risalita in caso di compensazione inefficace, viceversa in caso di problemi in risalita.

Sovradistensione polmonare ed embolia gassosa arteriosa (EGA)

Inspirazione ed espirazione regolari e costanti durante la risalita, non trattenere mai il respiro durante la stessa, rispettare la velocità di risalita.

Sovradistensione gastrointestinale

Non immergersi dopo aver consumato il pasto e/o bevande gassate. Segnalare eventuali problemi gastrointestinali intercorsi durante o dopo l'attività subacquea (colite, disturbo dell'alvo: stitichezza ostinata, diarrea)

Vertigini alternobariche

Evitare bruschi cambi di quota, effettuare discese e risalite in posizione eretta, effettuare corrette e frequenti manovre di compensazione.
In caso di vertigine alternobarica, è fortemente raccomandato di attendere un paio di minuti prima di cambiare la profondità (p.es. iniziare la risalita) per facilitare il raggiungimento dell'equilibrio delle pressioni nell'orecchio medio.

Rischi da cause fisiche

Ipotermia e Ipertermia

Pianificare l'immersione considerando la temperatura dell'acqua e la durata del lavoro, quindi selezionare il tipo di muta più appropriato.
Non indossare la muta per troppo tempo restando esposti al freddo o al caldo prima e dopo l'immersione. Soprattutto in estate, indossare il cappuccio come ultima fase prima dell'immersione.
Idratarsi correttamente.

Patologie da decompressione (PDD)

Rispettare la curva di sicurezza e la velocità di risalita previste dal computer in uso.
Adottare una sosta di sicurezza di 3 minuti a 6 m di profondità.
Da 6 metri alla superficie rallentare a 6 metri/minuto (risalire alla superficie in un minuto).
Evitare sforzi fisici subito dopo l'immersione,le lunghe esposizioni al freddo e l'ingestione di alcolici nelle ore precedenti e successive l'immersione.

Rischi da cause ambientali

Traumi (contusioni - ferite)

Usare sempre i guanti, i calzari e la muta.
Le eliche del mezzo nautico devono essere ferme nel momento in cui è effettuata l'immersione, ed in particolare durante le fasi di ingresso e uscita dall'acqua.

Infortunio per caduta con effetti fino all'annegamento

L'assistente di superficie deve indossare un salvagente di tipo omologato a gonfiaggio automatico.
I subacquei devono indossare la muta o il salvagente di tipo omologato.

Lesioni, urticazioni ed avvelenamenti da organismi marini

Impiegare adeguati indumenti protettivi (muta, calzari, guanti, cappuccio) ed evitare il contatto con organismi potenzialmente pericolosi.
Acquisire informazioni su eventuali allergie del personale.

Movimentazione manuale di carichi

Durante le fasi di imbarco, sbarco o di trasporto dell'attrezzatura a bordo, utilizzare idonei presidi per il sollevamento e la movimentazione, evitando sforzi fisici.

 

Sezione E
Procedure d'immersione


Queste procedure operative si applicano nelle seguenti condizioni:
fino ad una profondità massima di 40 metri;
in curva di sicurezza, cioè senza soste decompressive obbligatorie;
non in apnea;
non in solitaria;
non in ambito portuale;
non a «yo-yo», cioè con ripetute discese e salite nel corso della stessa immersione;
con autorespiratori a circuito aperto ad aria o miscela arricchita di ossigeno (NITROX) con percentuale di O
2 da 21% a 40%.
Le immersioni non contemplate entro questi limiti richiedono ulteriori e specifiche valutazioni del rischio e la conseguente adozione di specifiche procedure operative adeguate.
Procedure pre-immersione
Il responsabile dell'attività subacquea predispone il programma di immersione.
Dovranno essere assicurati veloci mezzi di trasporto che possano in breve tempo (preferibilmente entro quattro ore) consentire, all'eventuale infortunato, di raggiungere il più vicino centro iperbarico (o presidio ospedaliero).
Il capo missione deve notificare l'inizio e la fine delle attività al centro iperbarico più vicino al luogo delle operazioni subacquee. Si intende per «centro iperbarico» l'ambiente clinico dotato di camera iperbarica situato in ospedale o in struttura sanitaria esterna funzionalmente collegata con il Dipartimento emergenza (118), con personale sanitario permanente e adeguatamente formato sulla medicina subacquea e iperbarica (raccomandazione ECHM tipo 1, livello C).
Il programma di immersione, una volta approvato, è inviato agli organi di competenza prima dell'inizio dell'attività se non diversamente previsto, copia della comunicazione è resa disponibile sul luogo dell'immersione.
Il capo missione predispone la scheda per l'immersione programmata (appendice G) (controfirmata dagli OS interessati), secondo le seguenti indicazioni:
la profondità massima non deve superare i 40m o quella imposta dalla % di ossigeno utilizzata e dalla pressione massima di ossigeno programmata, comunque non superiore a 1,4 bar; si consiglia di ridurre a 1,2 bar in caso di immersioni impegnative;
la durata dell'immersione deve essere calcolata in maniera da poterla svolgere in curva di sicurezza e senza utilizzare la riserva dell'aria (50 bar);
il calcolo del tempo di immersione in curva di sicurezza viene eseguito in continuo dal computer subacqueo. Tuttavia, in fase di briefing deve essere calcolato un tempo massimo di fondo, relativo alla profondità massima programmata, che permetta la risalita in sicurezza in caso di malfunzionamento del computer in dotazione;
la percentuale di ossigeno nella miscela respiratoria deve essere calcolata in maniera da non superare la pressione parziale di ossigeno di 1,4 bar alla massima profondità prevista;
per l'impiego di miscele respiratorie superiori al 27% di ossigeno è richiesta una specifica formazione degli OS, sotto questa percentuale è possibile l'impiego in via cautelativa del calcolo decompressivo ad aria (21% di O2 ) tenendo presente il limite massimo di profondità di 40m che non deve essere mai superato. Tranne nel caso di aria compressa, e quindi per qualsiasi miscela con percentuale di O2 superiore al 21%, ciascun subacqueo deve verificare personalmente la percentuale di ossigeno nella bombola assegnatagli.
Ogni OS deve attenersi a quanto disposto nella Sezione A inerente all'operatore subacqueo.
Valutazione del sito
Il capo missione, per quanto di competenza, valuta le condizioni di sicurezza in relazione a quanto previsto nel programma di immersione (appendice F) e nella scheda per l'immersione programmata (appendice G).
Per le immersioni da riva dovranno essere valutate con attenzione le condizioni per un agevole e sicuro ingresso e uscita dall'acqua, nonchè la visibilità e la presenza di correnti, tenendo conto del possibile peggioramento delle condizioni meteo marine.
Valutazione dell'equipaggiamento
Ogni subacqueo si assicurerà che il proprio equipaggiamento e l'attrezzatura siano in ordine, revisionati ed adeguati al tipo d'immersione da compiere e dovrà controllare lo stato di piena carica della bombola.
Deve essere verificata la presenza e la completezza dei presidi di emergenza (Sezione G).
Predisposizione dell'assistenza di superficie
Deve essere sempre presente almeno un assistente di superficie a supporto delle operazioni di ingresso e di uscita dall'acqua degli OS ed in grado di attivare le procedure di emergenza, anche quando l'immersione si svolge dalla riva.
Quando previsto l'uso dell'imbarcazione, a bordo deve sempre essere presente il comandante e l'equipaggio necessario alle manovre.
Dal bordo dell'imbarcazione dovrà essere calata una cima abbastanza robusta e di diametro sufficiente ad assicurare una buona presa manuale, alla cui estremità dovrà essere legata una bombola di emergenza dotata di due erogatori completi con primo stadio dotato di attacco DIN; la bombola è mantenuta chiusa e con gli erogatori in pressione; normalmente la bombola è posta a una profondità di 6 metri in particolari situazioni (fondali poco profondi) la profondità di posizionamento della stessa è definita dal capo missione.
L'imbarcazione d'appoggio innalza il segnale di operazioni subacquee in corso (bandiera rossa con banda diagonale bianca, in acque nazionali ≤ miglia 12).
Se il gruppo prevede di allontanarsi più di 50 metri dall'imbarcazione appoggio, occorre predisporre un pallone con bandiera di segnalazione al seguito del singolo gruppo ed eventualmente una piccola imbarcazione tender di supporto; quest'ultima è particolarmente raccomandata nel caso d'immersioni da navi di dimensioni tali da presentare limitata manovrabilità, secondo il giudizio del comandante.
Prima di ciascuna immersione, tutti i subacquei, l'assistente di superficie e il comandante dell'imbarcazione devono partecipare alla riunione di coordinamento (briefing) condotta dal capo missione, in cui sono riepilogati l'organizzazione del lavoro, i compiti di ciascuno, i parametri di immersione da rispettare e sono valutate eventuali situazioni contingenti.
Procedure d'immersione
Tutte le attività d'immersione devono essere effettuate da una squadra costituita da minimo due subacquei equipaggiati in modo simile che devono stare in continuo contatto visivo. In caso di perdita di contatto tra i membri della squadra oltre il tempo prestabilito nella scheda di immersione programmata, i subacquei dovranno riemergere.
Particolare attenzione dovrà essere posta ai pericoli relativi all'ingresso e all'uscita dei subacquei dall'acqua onde evitare danni da eliche o traumi, se ci si immerge da imbarcazione, o contusioni, escoriazioni e traumi, se ci si immerge da rive rocciose.
La discesa, fino al raggiungimento della profondità massima prevista, deve essere continua e veloce, compatibilmente con la capacità di compensazione di tutti gli OS appartenenti al gruppo che deve scendere contemporaneamente e comunque a velocità non superiore ai 23 metri/min. Il tempo di immersione, su cui è calcolata la decompressione, inizia dal distacco dalla superficie.
Gli OS in immersione devono mantenersi entro 50 metri dalla verticale dell'imbarcazione appoggio o dalla loro boa e bandiera di segnalazione, una per gruppo ed indispensabile se ci si immerge da riva, e non superare i limiti di profondità e durata previsti dalla scheda d'immersione programmata, nonchè il limite di 50 bar di riserva di miscela respiratoria.
L'immersione deve prevedere il raggiungimento della profondità massima a inizio immersione e una risalita progressiva verso la superficie, senza ridiscese nel corso della stessa immersione. Per questo motivo se si parte da riva, il raggiungimento del punto di lavoro deve essere raggiunto preferibilmente in superficie.
Durante l'immersione, il subacqueo dovrà porre molta attenzione alla sua respirazione, curando che sia lenta, profonda e continua. Dovrà, altresì, cercare di limitare gli sforzi muscolari e verificare periodicamente il consumo d'aria.
La risalita deve essere praticata a una velocità ascensionale non superiore ai 10 metri al minuto riducendola a 6 metri/minuto da 6 metri alla superficie, curando che la ventilazione polmonare sia completa e compiuta costantemente.
Il subacqueo dovrà di norma emergere lungo la cima calata dall'imbarcazione o lungo la sagola della boa di segnalazione. Per le immersioni da riva è consigliabile avvicinarsi al punto di uscita seguendo il profilo del fondale.
Anche se le immersioni previste da queste procedure di buone prassi sono solo quelle in curva di sicurezza, sarà opportuno effettuare una sosta cautelativa di tre minuti alla profondità di 6 metri. Questa precauzione consente anche di riaffiorare senza pericolo di essere travolti da eliche di eventuali imbarcazioni che, nonostante tutte le segnalazioni e la particolare cura che avrà l'assistente di superficie, potrebbero transitare nella zona.
L'uso del computer subacqueo per il calcolo decompressivo durante l'immersione è obbligatorio e non deve prescindere dalle seguenti buone pratiche:
essere formato sul funzionamento e sul corretto utilizzo;
consultare e comprendere le istruzioni d'uso;
ogni subacqueo deve avere il proprio computer individuale (deve conoscere il nome dell'algoritmo decompressivo da esso utilizzato, p.es. Buhlmann ZH 16 ADT, RGBM o altro);
rispettare scrupolosamente la velocità massima di risalita;
la massima profondità deve essere raggiunta all'inizio dell'immersione;
mai fare paragoni o medie con le tabelle;
mantenere un margine minimo di 2-3 minuti prima di uscire dal limite di non decompressione, se per motivi imprevisti si scende sotto questo margine è buona prassi e a titolo precauzionale attendere l'attivazione della modalità di risalita con decompressione e poi attenersi scrupolosamente al piano di risalita proposto dal computer, aggiungendo la sosta cautelativa di tre minuti a 6 m al termine della decompressione calcolata;
per immersioni superiori a 12 m di profondità, avere un secondo computer di rispetto con lo stesso algoritmo decompressivo, o tabelle decompressive, orologio e profondimetro indipendenti dal computer principale, oppure, se non è stato superato il tempo massimo di fondo calcolato in fase di briefing per l'eventualità di malfunzionamento del computer, interrompere immediatamente l'immersione e procedere alla normale risalita, così come precedentemente indicato.
Procedure post-immersione
Ogni OS deve attenersi a quanto disposto nella sezione A con riferimento all'operatore subacqueo.
È obbligatorio, al termine dell'immersione, una riunione di verifica per analizzare le situazioni critiche che possono essersi verificate. Ognuno riferirà ogni problema fisico, ogni sintomo sospetto di PDD o l'eventuale malfunzionamento dell'attrezzatura. Ai fini della prevenzione, in caso di infortunio, incidente e quasi incidente, deve essere presentata una relazione dettagliata al DL e al responsabile del Servizio prevenzione e protezione (RSPP) il quale informerà il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS). (Scheda immersione programmata appendice G).
Al termine della giornata delle immersioni, ogni OS deve provvedere alla manutenzione ordinaria dei DPI in uso (Sezione G).
 

Sezione F
Procedure di emergenza


Procedure di emergenza in immersione
Il subacqueo deve interrompere l'immersione quando ritiene che vengano meno le condizioni di sicurezza comunicandolo al resto del gruppo d'immersione. In nessun caso un subacqueo può riemergere da solo, ma deve essere sempre accompagnato in superficie da almeno un altro subacqueo garantendo il numero minimo di membri del gruppo in immersione.
L'immersione dovrà essere obbligatoriamente interrotta al raggiungimento della pressione di 50 bar nella bombola. Il ricorso alla riserva deve essere un provvedimento di emergenza per risalire, cui ricorrere solo in caso d'imprevisti consumi dovuti alle più diverse cause.
In caso di risalita lontana dalla barca appoggio o dal pallone di segnalazione, deve essere utilizzato il pedagno di emergenza in dotazione obbligatoria a ciascun OS, lanciato da una profondità non superiore a 10 m.
Richieste d'interruzione anticipata dell'immersione, da parte dell'assistente di superficie, devono essere comunicate mediante codice prestabilito, utilizzando la cima di ancoraggio del pallone di segnalazione, oltre ad idoneo avvisatore acustico subacqueo (tipo sirena a gas compresso). In immersione, ogni situazione è diversa dall'altra ma, se analizzate secondo il perchè, il come e il quando intervenire, risulterà più facile la prevenzione e l'intervento.
Per ogni situazione saranno descritti nell'ordine:
A. circostanze, cause e prevenzione;
B. comportamento dell'interessato;
C. primo intervento dei colleghi d'immersione.
Problemi di compensazione e rottura del timpano
A. Determinata da errate o tardive manovre compensatorie, sia in discesa che in risalita, prevenibile con adeguato addestramento e mantenendo sempre la disponibilità di una mano; è per questo che eventuali strumenti devono essere fissati, con sistemi di aggancio/sgancio rapido per essere lasciati di mano in qualunque circostanza.
B. In nessun caso forzare le variazioni di profondità, avvisare i colleghi della difficoltà.
C. Prestare assistenza, se necessario e possibile, avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Operatore disperso
A. Può succedere che uno o più operatori perdano contatto con i colleghi per ridotta visibilità, per problemi di gestione del gruppo o, più banalmente, per una distrazione:
durante un'immersione, soprattutto in caso di scarsa visibilità, è necessario che tutto il gruppo sia unito ed ordinato, ove lo si ritenga necessario è possibile assegnare una mansione di raccordo o coordinamento ad uno degli operatori non impegnato in altre attività oppure ricorrere a sistemi di comunicazione (es.: granfacciali con comunicatori a ultrasuoni);
spesso è la corrente la causa di dispersione del gruppo soprattutto, in risalita; è per questo che occorre mantenere con i colleghi un contatto visivo molto stretto.
B. Appena ci si rende conto dello smarrimento, se l'ultimo contatto visivo è stato recente, è possibile individuare il resto del gruppo guardando a 360 gradi intorno a se, in alto ed in basso, cercando di avvistare le bolle dei compagni o qualche elemento colorato dell'attrezzatura; trascorso il tempo limite delle ricerche concordato e definito nella scheda di immersione programmata, tutti devono avvicinarsi il più possibile al punto di riemersione e avviare la procedura di riemersione corretta.
C. Appena riemersi, insieme all'assistente di superficie, verificare la presenza di tutti i membri del gruppo e, in caso di assenze, provare a individuare la risalita di bolle del/dei dispersi mentre è predisposta un'immersione di recupero.
Panico
A. Durante l'immersione, un evento improvviso e inaspettato può determinare in un subacqueo una condizione di ansia o addirittura di panico che, specie in presenza di altre concause come la mancanza d'aria, può ingenerare aggressività nei confronti dei compagni alla ricerca di un irrazionale aiuto.
B. In caso d'insorgenza di stati d'ansia e prima che possano sfociare in panico, è necessario intervenire fermandosi e interrompendo attività in corso, respirare con calma, riflettere sull'accaduto ed eventualmente agire per rimuovere la causa di panico.
C. Ravvisata una situazione di panico, comunicare con il soggetto mantenendo una distanza di sicurezza, avvicinarsi per prestare assistenza solo se si è padroni delle necessarie tecniche di intervento, svincolo e immobilizzazione in immersione.
Piccole perdite di miscela respiratoria
A. Generalmente dovute a scarsa manutenzione, invecchiamento o difetti di fabbricazione, possono essere di lieve entità e non destare particolare preoccupazione anche se possono aumentare i consumi o determinare graduali variazioni di assetto.
B. Spesso è difficile accorgersi da soli di piccole perdite, occorre prestare attenzione a piccoli rumori di bolle e alle perdite di assetto del giubbetto equilibratore ad assetto variabile (GAV); una volta ravvisate, chiedere una verifica dell'entità ai colleghi, tentare di emarginarle e valutare se sia il caso di interrompere l'immersione.
C. Prestare attenzione e segnalare piccole perdite di gas ai colleghi da parte dei loro DPI.
Blocco dell'erogatore in autoerogazione continua e/o perdita di miscela respiratoria cospicua
A. La cattiva manutenzione dell'erogatore, delle fruste e degli attacchi è la causa più frequente di questo tipo di inconveniente, ma altre cause possono essere legate all'ingresso di sabbia o sporcizia nell'erogatore o nel pulsante di erogazione, congelamento, ecc. La prevenzione consiste nell'accurata manutenzione e nella scelta di DPI di elevata qualità.
B. Mantenere la calma, richiedere soccorso, tentare di individuare la causa e, possibilmente con l'aiuto di altri, intervenire rapidamente anche chiudendo il rubinetto a monte della perdita e, se necessario, passando alla fonte alternativa d'aria, valutare con i colleghi se l'autonomia residua e l'entità della perdita di funzionalità dell'attrezzatura richiedano l'interruzione dell'immersione.
C. Osservata una colonna continua di bolle, avvicinarsi rapidamente per offrire assistenza e, se necessario, una fonte d'aria alternativa; in quest'ultimo caso, avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Arresto dell'erogazione di miscela respiratoria
A. Le cause possono essere un malfunzionamento dell'erogatore, prevenibile con accurata manutenzione e scegliendo erogatori di elevata qualità, oppure l'esaurimento della scorta di miscela respiratoria, prevenibile con un frequente controllo del consumo, se non a seguito di imprevedibili perdite cospicue.
B. Se l'erogazione dell'aria cessa in maniera graduale, il pericolante ha modo di verificare con calma cosa sta accadendo e, se possibile, di porre rimedio alla situazione ad esempio cambiando erogatore o chiedendo una fonte alternativa agli altri colleghi; se l'interruzione è rapida più probabilmente è dovuta a un blocco meccanico immediatamente risolvibile passando al secondo erogatore indipendente, raggiungere rapidamente il collega più vicino e in ogni caso non tentare risalite d'emergenza se la profondità è superiore ai 10 m.
C. Al segnale di richiesta d'aria, fornire immediatamente la propria fonte alternativa, poi avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Improvvisa spinta verso l'alto (pallonata)
A. La causa può essere una risalita senza scaricare il GAV, il malfunzionamento delle valvole di carico del GAV o della muta stagna, la perdita della zavorra o l'uso sbagliato di palloni e boe. La prevenzione consiste nell'adeguata manutenzione, il corretto fissaggio e utilizzo dell'attrezzatura, un costante controllo di assetto durante l'immersione.
B. Azionare immediatamente la valvola di scarico rapido posta in posizione più elevata, se possibile aggrapparsi a qualche cosa di fisso, identificare e intervenire immediatamente sulla causa:
se è una valvola di carico bloccata, staccare la relativa frusta;
se è un pallone o boa, abbandonare immediatamente la presa;
utilizzare zavorre di fortuna (es. sassi).
C. Intervenire prontamente fornendo assistenza ed assetto negativo scaricando completamente il proprio GAV e manovrando il GAV dell'OS in difficoltà, cercare di intervenire sulle cause senza rischiare di essere trascinati verso l'alto. Avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Allagamento della muta stagna o del giubbetto equilibratore ad assetto variabile (GAV)
A. Le cause più comuni sono tagli, rotture della cerniera o delle valvole, soprattutto a causa di invecchiamento e/o cattiva manutenzione. Una buona prevenzione consiste anche in una corretta e non eccessiva pesata d'assetto.
B. Chiedere assistenza e NON togliersi la zavorra. Il GAV può sopperire alla mancanza di spinta della muta e viceversa.
C. Prestare assistenza, avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Perdita della maschera
A. Evento molto raro, causato da un urto o rottura delle cinghie, che devono essere verificate in buono stato.
B. Se si è nei pressi del fondale, verificare la possibilità di recupero della maschera, eventualmente trattenendola con le mani o con elastici di scorta; se disponibile, indossare la maschera di scorta, oppure attirare l'attenzione dei colleghi per farsi riaccompagnare in superficie.
C. Prestare assistenza, verificare la possibilità di recupero della maschera, avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Malfunzionamento del computer subacqueo
A. Le principali cause di malfunzionamento di un computer subacqueo sono da imputare ad un difetto di fabbricazione, ad una cattiva manutenzione (es.: batterie scariche, ecc.), o ad urti accidentali durante le immersioni. La manutenzione comprende l'accurato controllo dello stato di carica delle batterie che alimentano lo strumento, e dell'eventuale cinturino la cui rottura potrebbe determinare la perdita dello strumento.
B. In caso di spegnimento, allagamento, perdita o dati palesemente errati (verificare profondità massima e tempo d'immersione con i colleghi), utilizzare i propri strumenti di riserva, che, come minimo, devono comprendere orologio, profondimetro e tabelle, e pianificare di conseguenza il resto dell'immersione e la risalita. In totale assenza di strumenti, seguire la risalita dei colleghi che hanno svolto un profilo d'immersione più simile. In mancanza anche di assistenza per smarrimento dei colleghi, risalire lentamente senza superare la velocità delle bolle più piccole emesse dall'erogatore durante l'espirazione ed eseguire una sosta cautelativa la più lunga possibile ad una quota stimata tra i 6 ed i 3 metri di profondità. Non sarà possibile svolgere altre immersioni nelle sedici ore successive, se si trattava della prima immersione, o ventiquattro ore successive se si trattava di immersione successiva.
C. Prestare assistenza, avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Ipotermia
A. Determinata da inadeguata protezione termica e/o prolungata permanenza in acqua, prevenibile con una corretta programmazione delle attività e adeguati indumenti.
B. In presenza dei sintomi precoci, tremoli e intorpidimenti, avvisare i colleghi proponendo la riduzione dei tempi di permanenza in acqua.
C. Prestare assistenza, se possibile, avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro. In superficie, aiutare a togliere gli indumenti bagnati, asciugare, coprire in modo uniforme e non eccessivo, ricoverare l'infortunato in luogo riparato, asciutto e confortevole. Per le immersioni invernali da riva, valutare la vicinanza di locali, veicoli in cui ripararsi. Va ricordato che è assolutamente controindicato far bere alcolici ad un soggetto in condizione di ipotermia.
Ipertermia
A. Si verifica quando per un'esposizione eccessiva in un ambiente caldo (per esempio quando si rimane con la muta indossata sotto al sole per diverso tempo, comportamento da evitare nel modo più assoluto) l'organismo non riesce più a compensare l'aumento di temperatura interna. In tal caso, si possono manifestare sintomi quali stordimento, mal di testa, sudorazione eccessiva, difficoltà respiratorie, fino alla perdita di coscienza.
B. Avvisare i colleghi fin dai primi sintomi, proponendo l'interruzione delle attività; se si verifica prima dell'immersione, proporre di posporre l'immersione fino al completo recupero delle proprie condizioni o di rinunciare all'immersione.
C. Prestare assistenza, avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro. In superficie il trattamento consigliato consiste nello spogliare il soggetto, trasportarlo in un luogo fresco, fargli bere acqua in abbondanza e, quando possibile, applicargli impacchi di ghiaccio nella parte posteriore del collo.
Affanno
A. Determinato da eccessiva attività fisica, ad esempio per contrastare la corrente, e/o difficoltà respiratorie, anche dovute a malfunzionamento degli erogatori. La respirazione irregolare determina accumulo di anidride carbonica che, a sua volta favorisce l'affanno, determinando un pericoloso circolo vizioso. Si previene con adeguato allenamento fisico, manutenzione dell'attrezzatura, adeguata programmazione dell'immersione e delle attività previste, nonchè con una corretta e controllata respirazione durante tutta l'immersione.
B. Alle prime sensazioni di respiro irregolare o perdita di controllo della respirazione, interrompere qualunque attività fisica, se possibile appoggiarsi al fondale o sostenersi ad un appiglio stabile, respirare il più profondamente possibile favorendo gli atti espiratori fino al ristabilimento delle condizioni normali, richiamare l'attenzione dei colleghi e segnalare la difficoltà.
C. Prestare assistenza, avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro. L'immersione potrà riprendere solo nel caso in cui si siano ristabilite le condizioni normali e sia risolto il problema che ha scatenato l'affanno. L'affanno è una sintomatologia che può preludere ad incidenti gravi e per tale motivo non va sottovalutato e in questi casi si consiglia di attivare prontamente le procedure di riemersione.
Crampi muscolari
A. Determinato da eccessiva attività fisica, scarso allenamento e freddo.
B. Interrompere l'attività fisica, se possibile appoggiarsi al fondale o sostenersi ad un appiglio stabile, richiamare l'attenzione dei colleghi e segnalare la difficoltà, intervenire stirando il muscolo coinvolto.
C. Prestare assistenza. L'immersione va interrotta se i crampi continuano o si ripresentano dopo le opportune manovre; in questo caso, avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Il crampo muscolare intercorso durante o dopo un'immersione deve essere considerato come un possibile sintomo d'incidente da decompressione e come tale deve essere gestito (ossigeno normobarico, liquidi, contatto telefonico con la Centrale operativa del Dipartimento emergenza 118 o con la guardia medica più vicina).
Narcosi da profondità e vertigini alterno bariche
A. Le profondità previste non devono essere tali da determinare condizioni di elevata narcosi (entro i 40 m ad aria o profondità inferiori se miscela arricchita in ossigeno «nitrox»), nonostante questo una certa predisposizione individuale, il freddo, altri stati di malessere in corso ed eccessive velocità di discesa possono determinare temporanei stati di narcosi, vertigini o alterazione/rallentamento delle proprie capacità percettive e decisionali.
B. Controllare con attenzione il proprio stato, soprattutto durante la discesa ed i primi minuti di immersione. In caso di qualunque sensazione alterata, interrompere la discesa, respirare con regolarità, eventualmente risalire qualche metro in attesa della normalizzazione. Avvisare il collega più vicino della difficoltà e, in caso di perdurare dei sintomi, proporre l'interruzione dell'immersione.
C. Prestare assistenza. In caso di prolungamento del problema oltre un paio di minuti, avvisare gli altri operatori e procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Ferimenti e urticazioni
A. Per lo più dovute a disattenzione o eccessiva confidenza con l'habitat e gli organismi presenti. Si prevengono muovendosi con accortezza, verificando con regolarità l'ambiente circostante ed utilizzando le adeguate protezione (ad es. obbligo di guanti adeguati).
B. Fermarsi, respirare regolarmente e analizzare l'entità dell'accaduto, avvisare immediatamente il collega più prossimo e chiedere assistenza.
C. Prestare assistenza e con gli altri colleghi valutare se procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Perdita di strumenti di lavoro
A. Gli strumenti devono essere fissati con sistemi di aggancio/sgancio rapido.
B. La ricerca di strumenti smarriti deve essere limitata al tempo e alla profondità massima prevista dalla scheda d'immersione programmata, senza effettuare ridiscese e avvisando il collega più prossimo.
C. Prestare assistenza e con gli altri colleghi valutare se procedere con la riemersione di tutto o parte del gruppo di lavoro.
Procedure di emergenza sanitaria subacquea in superficie
Qualora si verifichino problemi sanitari in qualcuno dei subacquei, l'assistente di superficie dovrà mettersi in contatto con il servizio di emergenza sanitaria pubblica (numero telefonico di emergenza 118) o, in subordine, con la guardia medica più vicina al luogo delle operazioni. In caso di impossibilità di utilizzo del telefono, utilizzare la chiamata di emergenza radio sul canale radio VHF 16 o il soccorso in mare (telefono 1530). In subordine, contattare il centro iperbarico più vicino, specificando in tutti i casi che si tratta di un'emergenza subacquea, per essere coadiuvato nella scelta delle procedure di assistenza più idonee al caso.
Qualora si sospettasse che i sintomi siano riconducibili a patologie da decompressione, al subacqueo cosciente e consenziente si dovrà somministrare acqua per via orale e ossigeno normobarico al 100% da parte di personale istruito e competente, fino al sopraggiungere dei soccorsi. Qualora sia necessario, stabilizzare le condizioni cardiorespiratorie dell'infortunato tramite Rianimazione cardio polmonare (RCP o BLS - incluso l'uso del defibrillatore qualora disponibile).
Per l'equipaggiamento di emergenza e primo soccorso si veda la sezione G.
Esercitazioni di emergenza
I lavoratori devono partecipare a esercitazioni, effettuate almeno una volta l'anno, per mettere in pratica le procedure di gestione delle emergenze di cui alla presente sezione.
Una successiva esercitazione deve essere messa in atto, inoltre, non appena un'esercitazione abbia rivelato una serie di carenze e dopo che siano stati presi i necessari provvedimenti.
 

Sezione G
Attrezzature, dispositivi di sicurezza e di protezione individuale


L'equipaggiamento subacqueo è affidato in gestione alla singola persona che ne assume la responsabilità. Per tale equipaggiamento, è necessario:
possedere requisiti e caratteristiche tali da garantire la massima funzionalità di impiego ed il massimo livello di sicurezza e confort per chi li utilizza;
essere in buono stato di conservazione e di funzionamento;
avere certificati di collaudo approvati e validi;
venire utilizzati per lo scopo specifico per il quale sono stati concepiti.
Le attrezzature, i dispositivi di sicurezza e di protezione individuale, in dotazione all'OS, devono rispondere alla normativa specifica e riportare le certificazioni di approvazione (CE EN) quando disponibili. Quelli previsti sono:
muta protettiva: umida o semistagna/stagna (comprendente anche cappuccio, calzari e guanti ed eventuale sottomuta) e relativo sottomuta adeguato;
maschera e tubo aeratore per la respirazione in superficie;
pinne;
zavorra;
computer subacqueo;
un secondo computer subacqueo di rispetto con lo stesso algoritmo di calcolo decompressivo del computer principale (sostituibili da un set completo di profondimetro, orologio e tabelle decompressive);
coltello o altro strumento da taglio idoneo per tagliare sagole e lenze;
giubbetto equilibratore ad assetto variabile (GAV) con idonei punto di attacco e tasche in funzione delle strumentazioni a attrezzature previste;
shaker subacqueo od altro sistema di segnalazione acustica;
due erogatori bistadio completi, muniti di attacco DIN, uno dei quali deve avere una frusta di collegamento al secondo stadio lunga minimo 1,5 metri e di colore giallo o, comunque, opportunamente segnalata in modo da essere immediatamente riconoscibile da un compagno di immersione in difficoltà;
manometro;
bombola con doppia rubinetteria con attacchi DIN;
pedagno o pallone di segnalazione gonfiabile (decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 29 luglio 2008, n. 146) per le situazioni di risalita di emergenza in immersione con sagola di almeno 12 m;
un mulinello con sagola di almeno 40 m;
lavagnetta e matita per scrivere;
bussola di orientamento.
Le imbarcazioni utilizzate devono disporre sia di dispositivi per agevolare la risalita degli operatori subacquei sulla barca che di un segnalatore acustico subacqueo (ad esempio sirena a gas compresso) utilizzato per comunicare l'interruzione dell'immersione.
Per quanto attiene alle dotazioni di sicurezza del mezzo nautico impiegato nelle operazioni subacquee, queste dovranno essere conformi alla normativa vigente in materia di sicurezza per la navigazione e di salvaguardia della vita umana in mare, unitamente alle prescrizioni locali più restrittive che possono essere eventualmente previste da Ordinanza emessa a cura dell'autorità marittima.
Qualora utile o necessario, può essere autorizzato l'uso di maschera gran facciale e sistemi di comunicazione audio senza fili tra subacquei e/o assistente di superficie per l'uso dei quali gli OS devono essere opportunamente formati.
Oltre all'equipaggiamento di immersione suddetto, gli OS utilizzeranno gli opportuni strumenti e attrezzature previste dalla specifica attività (es.: macchine fotografiche, videocamere, cordelle metriche, calibri, quadrati, strumenti per prelevare campioni e contenitori per la raccolta dei campioni) il cui peso in acqua non sia superiore a 5 kg.
Manutenzione e verifica dell'equipaggiamento subacqueo
Per quanto concerne la manutenzione delle attrezzature, dispositivi di sicurezza e di protezione individuale necessari per l'immersione, il datore di lavoro ha la responsabilità di:
a) sostituire, a richiesta motivata dell'operatore subacqueo e controllata dal capo missione, le mute, i calzari, i guanti, le maschere, le pinne, le cinture, i coltelli e le cinghie troppo usurate per potere ulteriormente essere usate con sicurezza e confort;
b) sostituire ogni altro dispositivo d'immersione che per il lungo uso o per cause di forza maggiore non diano più sufficienti garanzie di funzionalità e sicurezza;
c) manutenere e, quando necessario, affidare la revisione o riparazione dei dispositivi di immersione a personale qualificato;
Ogni specifico dispositivo deve essere sottoposto a regolare verifica prima dell'uso e successiva manutenzione che può essere:
ordinaria, dopo l'impiego giornaliero ed effettuata da parte dell'operatore subacqueo che l'ha in dotazione;
 

Equipaggiamento

Manutenzione

Verifica

muta protettiva

lavare in acqua dolce, asciugare lontano da fonti di calore, lubrificare la cerniera.

controllo cuciture, cerniere, valvola di carico e scarico mute stagne, eventuali strappi

maschera

lavaggio in acqua dolce

stato delle guarnizioni, tenuta del cristallo, resistenza edelasticità del cinghiolo

pinne

lavaggio in acqua dolce

stato dei materiali, lavaggio in acqua tenuta della scarpetta o del cinghiolo

zavorra

lavaggio in acqua dolce

peso corrispondente a quello necessario per assetto ottimale, tenuta della fibbia e funzionalità sgancio rapido

profondimetro, orologio e computer

lavaggio in acqua dolce

corretto funzionamento, stato di carica della batteria

coltello o strumenti da taglio

lavaggio in acqua dolce e lubrificazione della lama

tenuta del fermo del fodero, resistenza dei cinghiali di aggancio, solidità della impugnatura sulla lama, esistenza del filo della lama

giubbetto equilibratore (GAV)

lavaggio in acqua dolce

funzionamento valvole di ingresso/uscita aria e presenzaaccessori per localizzazione e richiamo in superficie

erogatori

lavaggio in acqua dolce, pulizia interno secondo stadio

funzionamento, perdite d’aria, usura delle parti compreso boccaglio e fruste, taratura

manometro

lavaggio in acqua dolce

perdite d'aria, corretta misura

bombola

lavaggio in acqua dolce, ricarica

controllo pressione e data (non antecedente i 3 mesi primadell’uso) di carica, controllofunzionamento


periodica specializzata, ad intervalli regolari da parte di personale qualificato;
 

Equipaggiamento

Periodicità

bombola

secondo la normativa vigente, il primo collaudo, a partire dalla data di acquisto delle bombole, viene effettuatodopo 4 anni, mentre i successivi collaudi sono a scadenza biennale

erogatore

revisione annuale (non è richiesto dalla legislazione vigente nessun tipo di collaudo)

manometro

revisione annuale (non è richiesto dalla legislazione vigente nessun tipo di collaudo)


straordinaria, dopo impieghi particolarmente intensi in condizioni sfavorevoli, da parte di personale qualificato;
a guasto, per riparare un malfunzionamento e ripristinarne la funzionalità da parte di personale qualificato.
Sistema di ricarica delle bombole e qualità della miscela respiratoria
Il sistema di ricarica delle bombole deve garantire il rispetto delle caratteristiche dell'aria destinata all'impiego subacqueo:
 

Ossigeno:

da 21% a 40%

Anidride carbonica:

non più di 0,1%

Monossido di carbonio:

non più di 0,0002% (20 parti per milione)

Vapori oleosi:

non più di 130 milionesimi di grammo per litro d'aria (0,00013 grammi per litro d'aria)

Ruggine, particelle solide, fuliggine, ecc.:

assenza totale.


Nel caso si ricorra a servizi di ricarica esterni e/o al noleggio di bombole la stazione di ricarica deve comunque rispettare le specifiche di cui sopra, in regola con la normativa vigente.
Presidi di emergenza e primo soccorso
Il responsabile delle operazioni subacquee deve garantire la presenza in superficie dei presidi di emergenza, incluse le attrezzature sanitarie e strumentali, e deve comprendere almeno:
una bombola di emergenza, per ogni quattro operatori in immersione, dotata di due erogatori completi con primo stadio dotato di attacco DIN;
un orologio;
un segnalatore acustico subacqueo (sirena a gas compresso o sistema equivalente);
un binocolo;
un sistema adeguato e funzionante per le chiamate di soccorso (VHF marino, telefono cellulare);
numero unico per le emergenze sanitarie e il coordinamento dei soccorsi sul territorio nazionale (118);
numero per le emergenze in mare (1530);
il numero telefonico del centro iperbarico più vicino (previa verifica della operatività e l'invio a mezzo fax o e-mail delle date di inizio e fine operazioni);
un kit di ossigeno di emergenza con bombola da almeno 3 litri X 150 ATM; riduttore multifunzionale che consenta la erogazione dell'ossigeno a domanda o a flusso continuo; maschera per la somministrazione al 100% (si raccomanda la disponibilità di maschera ad elevata aderenza al viso per la erogazione dell'ossigeno a domanda e di una maschera non rebreather con sacchetto per il recupero della miscela espirata, per l'erogazione continua);
cassetta di primo soccorso a norma (decreto ministeriale n. 388/2003 e successivi), eventualmente integrata in funzione delle condizioni operative (es. distanza da presidi medici).
Tutto il materiale deve essere conservato in contenitori a tenuta stagna non corrodibili, imputrescibili e galleggianti.

Appendici